The words you are searching are inside this book. To get more targeted content, please make full-text search by clicking here.

Notiziario Archeologico vol III_compressed

Discover the best professional documents and content resources in AnyFlip Document Base.
Search
Published by gilberto montali, 2019-11-04 13:28:51

Notiziario Archeologico vol III_compressed

Notiziario Archeologico vol III_compressed

Keywords: Libia

frammenti di ceramiche a vernice lucente a ora spezzata in alto e nell’angolo inferiore si­
smalto, (*) e qualche resto di oggetti in bron­ nistro: credo opportuno riportarne l’epigrafe,
zo. Il modo e il luogo di sepultura, assoluta- perchè il testo dato nel C o rp u s non è del tutto
mente inusitati dagli Arabi e dai Musulmani esatto (mis. 0.36x0.38x 0.20; alt. delle let­
in genere, e propri invece dei Cristiani, fan­ tere: 0.06 nella prima riga; 0.046 nelle altre):
no credere fuori ogni dubbio che la cripta e le
deposizioni in essa avvenute debbano risalire D MS
precisamente al tempo dei Cavalieri di Malta,
quando l’edificio era chiesa e non moschea. [lu] lia Faus­
E’ da sperare peraltro che ulteriori saggi ci dia­ t i] na vixit
no nuovi rinvenimenti, da cui non solo venga
confermata l’appartenenza di tali memorie ai pia ann (is) X X V III
Cavalieri, ma sia altresì più illuminato quel pe­ m (ensi bus) X I d (iebus) X X V lui (ius) H on-
riodo così interessante della storia di Tripoli.
[or] atus Iib (ettu s) co [niu] gi
RINVENIMENTI VARI.
L’esistenza di una settima riga, che sareb­
B o c c a d i g ro n d a in m a r m o (fig. 14). — Fu be stata sulla cornice che recinge lo specchio,
rinvenuta nel giugno 1920 in occasione di al­ appare assai dubbia ; la parola «coniugi » è
cuni lavori alla caserma-scuola degli Zaptié, ad ogni modo certamente tutta compresa nel­
attigua alla Caserma di Cavalleria, presso Por­ la sesta linea. Alla linea 5 il numero dei gior­
ta Ben Gascir; è lunga m. 0.53, larga 0,27, ni pare sia XXV, essendo il secondo X una
alta 0,23 ; il canale scoperto è a sezione tra­ correzione posteriore, I caratteri sono buoni,
pezoidale, largo alla base 0,12, in sommità di stile un poco fiorito; per maggiore esattez­
0,15 ; la bocca è invece un quadrato di m. 0,08 za nell’incisione il lapicida tracciò prima il
di lato. La decorazione è costituita, secondo il segno delle linee, come si riconosce chiara­
tipo più comune di tali membri architettonici, mente in più punti.
da ima grande protome leonina, purtroppo
frammentata, dalle linee larghe e di discreto Riguardo il luogo donde proviene questa
effetto. iscrizione, noterò che in una rapida visita fat­
tavi nell’aprile 1915, io vi segnalai, tra cumu­
M o s a ic o a S c ia r a Z a ttia . — Nel luglio 1922, li di sassi appartenuti a case arabe, molti con­
procedendosi a dei lavori di restauro di una ci di pietra squadrati e lavorati, una base di
casa di proprietà degli Auqàf in Zenghet et- colonna, un’elegante cornice e due frammenti
Tabib, a 150 metri circa da Sciara Zauia, di iscrizione monumentale, a caratteri bellis­
(Menscia) fu rinvenuto un largo frammento
di mosaico geometrico a bianco e nero. Dati il rrrov.simi:
suo stato e la sua rozzezza non si procedette
ad alcun’opera di protezione o di distacco. VNIO

Iscrizione latina ritrovata a l C on solato F ran­ SDEM

cese. (fig. 15). — Durante alcuni lavori di re­ a ) 0.56 x 0.60; alt. delle lettere 0.12 b) 0.45 x 0.40
stauro alla casa del Consolato Francese in Zen­
ghet el Fransìs, è stata recuperata la stele di La presenza di rovine romane a el-Auenia
calcare rossastro con iscrizione latina già pub­ fu del resto già precedentemente segnalata dal
blicata nel C. I. L. Vili, 10993 (=10486), pro­ De Mathuisieulx. (]).
veniente sembra da el-Auenia, presso Iéfren.
La stele, che era messa in opera in un muro, è Pietro Romanelli.

(1) I più belli di q u e sti fra m m e n ti e ra n o a v e rn ic e b ia n ­ (1) N o u v . A r c h . m i s s , s c i e n t , XII, 1904, p . 14.
ca con decorazione, sem bra floreale, a rosso, verde, ecc.

— Ili —

....S m m m m m é__________________ ...........................

ém S mi.....mShMmIhMwHhÌwwHì^mm^H^H^hBHHIBÌHhBhIÌIb^mbìbmééIìéÉ

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

R O M A N E L L I - S cavi e scoperte a Tripoli

Fig. .3

Fig. 4 Volume III
NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

R O M A N E L L I - S cavi e scoperte a Tripoli

Fig. 5

Fig. 6 Volume III
NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DELMINISTERO DELLE COLONIE

ROMANELLI - S cavi e scoperte a T r ip o li

Fig. 7 Volume III
NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

ROMANELLI - S ca vi e scoperte a T r ip o li

Fig. 8 Volume III

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

ROMANELLI - S cavi e scoperte a Tripoli

ROMANELLI - S ca vi e scoperte a T r ip o li

Fig. Il

Fig. 12 Volume III

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

ROMANELLI - S cavi e scoperte a Tripoli

Fig. 13

Fig. 14 Fig. 15

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

R O M A N E L L I - S cavi e scoperte a Tripoli

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

ROMANELLI - Scavi e scoperte a T r ip o li

ELENCO- TRO VAM EN E/

0 COL O N N A •B R E C C J A ( R /P P /J N N O J

0 C O L O N N A ■C O N E - E O P R E
0
© C O L O N N A C / P O L L /A ' O
0
C O L O N N A M A R M O 3 LO N C O
<©s> CO P /T E L L O C O R /N 7 /0 [R l P R /ò T /N O )

T O P / T E L i O •C O M E * O P R A
C P P /T E L L O C O R /M T /O —

Fig. 17 - Tripoli: Moschea del Castello e antica cripta in essa rinvenuta.

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume HI



LA ZEC C A DI TRIPOLI D ’OCCIDENTE
SO T T O IL DOM INIO DEGLI O T T O M A N I



LA ZECCA DI TRIPOLI D’OCCIDENTE
SOTTO IL DOMINIO DEGLI OTTOMANI.0’

M o n ete co n ia te a T rip o li d ’o c c id e n te so tto d u stria d e i g io ielli in filigrana e c o llu s o d i co n ­
il d o m in io d e g li O tto m a n i si tro va n o sp a rse
in va rie c o lle z io n i p r iv a te e in q u a si tu tte le vertire le m o n ete in orecch in i, collan e e tali­

collezion i d e i g ra n d i M u sei, p rin c ip a lm en te in sm ani ch e finiscono p o i noi crogiuolo degli
quello d i L on dra, m a una collezion e sistem a ­
tica ed im p o rta n te non era stata, fino al gior­ orefici israeliti d a l qu ale m o lti esem p la ri noi

no della nostra occu p a zio n e, intrapresa da al­ stessi abb ia m o salvato. In iziam o, pertan to,
cuno, p er cui ci p a rve opera m eritoria, fin dai
prim i te m p i d e l n o stro a rrivo in C o lo n ia (fine s e n z ’a ltro la d e sc rizio n e d e lla ra cco lta a llo

d e l 1913), a c c in g e r c i a r a c c o g lie r e il m a te r ia le stato attu ale, fa cen d o la p reced ere d a tu tte le

trascurato d a g li acqu iren ti d i m o n ete rom an e n otizie ch e si sono a m an o a m a n o raccolte
e puniche e d atten dere a una iden tificazion e e
d a n o i o d a v a le n tis s im i a m ic i (2), in d o c u ­
catalogazione d ello stesso , sicuri ch e la m o n e­
ta z io n e d e l l 9u ltim o d o m in io s u lla T r ip o lita n ia m en ti inediti e specialm en te nei registri d ei
avreb b e fo rn ito im p o rta n ti elem e n ti p er la
storia p o litico -eco n o m ica d ella reg io n e. C h e con soli italiani e stranieri d ella R eg g en za , e-

non ci siam o ingannati a tale riguardo credia­ sp o n en d o le con clu sion i alle qu ali ci au toriz­
m o b a stereb b e a d im ostrarlo il con ten u to d e ­
za d i perven ire il m ateriale p o ssed u to . In far
gli articoli d a n oi p u b b lica ti n ella « R ivista
ita lia n a d i n u m is m a tic a » (!bis), m a lo d im o ­ ciò non a b b ia m o avu to altra p retesa che d i
gettare le basi p er stu d i u lteriori e porre le
strerà an cor m eg lio qu anto p u b b lich erem o in
n u m erose qu estion i, sp ecie d ’in dole m etro lo *
qu esto «N o tizia rio » sp ec ia lm en te in relazion e
gica, cu i dà origine lo stu dio della m o n eta zio ­
a ll’u ltim o p e r io d o d e lla p rim a d o m in a zio n e ne presa in esa m e.

ottom ana e cioè al dom in io d ei prin cipi C a- L a raccolta d i cu i in tra p ren d ia m o la illu­

r a m a n ti (Q a r d m à n li). s tr a z io n e s i c o m p o n e d i o ltr e 700 p e z z i n e i tre
m e ta lli (3) (v . C a ta lo g o d e l l e m o n e te , in fin e ).
D a qu alche tem po a qu esta parte non si
trovan o, tra le m o n e te in v e n d ita , tip i d iversi E s s a v a d a ll’a n n o 982 d e ll’È . (a. d . 1574) a l­
da quelli da noi p ossedu ti, per cui, ritenendo l’a n n o 1251 (a . d . 1835) e c o m p r e n d e la m o ­
n e ta z io n e d i 15 s u lta n i e d i tu tti i p r in c ip i C a -
di averne m esso insiem e una discreta se non
co m p leta serie, a b b ia m o credu to in u tile ri­ ram anli il n om e d ei qu ali, p er altro, non si

m andare V illustrazione della raccolta p er a t­ trova m ai sulle m on ete.
ten dern e una m a g g io re q u a n tità . L a serie d ’o ­
A b b ia m o aggiu n to in a p p e n d ic e , a tito lo d i
ro è, in verità , m o lto sca rsa , m a ciò, p e r a l­
tro, si spiega co i b isogn i d ella già fioren te in­ curiosità, du e tip i di m on ete con iate a C ostan ­

tin o p o li q u a n d o la zec ca d i T rip o li non esi­

s te v a p iù , d a i S u lta n i A b d e l M e g t d n e l 1275
e A b d e l A z i z n e l 1821 d e l l ’È ., d i ti p o m o ­

d ern issim o , perch è po rta n o la con trom arca

(T rip o li) im p ressa , se c o n d o le a tte sta ­

zion i d i indigeni, p er distinguere le m on ete

b u o n e d a q u e lle f a ls ific a te (4).

— 115 -

I. 7. ° Otmàn II ibn Ahmed (a. h. 1027-1031

CENNI STORICI. - a. d. 1618-1622).
Tripoli d*Occidente (Taràbulus [od anche
8. ° Muràd IV ibn Ahmed (a. h. 1032-1049
Taràbulus] (el) gharb [° c r \J±>] = a. d. 1623-1640).

cadde sotto la dominazione degli Ottomani 9. ° Ibrahim I ibn Ahmed (a. h. 1049-1058
nel 1551 (a. h. 958) per opera di Sinàn Pa­ = a. d. 1640-1648).
scià che l’assediò e la tolse ai Cavalieri di
Malta i quali l’avevano tenuta appena un ven­ 10. ° Mohammed IV ibn Ibrahim (a. h. 1058-
1099 = a. d. 1648-1687).

tennio. La storia della regione da quella data 11.0 Solimàn II ibn Ibrahim (a. h. 1099-
fino all’occupazione italiana può essere divisa 1102- a . d. 1687-1691).
in tre periodi:
12. ° Ahmed II ibn Ibrahim (a. h. 1102-1106
1. ° Periodo, di dominazione diretta ottoma­= a. d. 1691-1695).
na (a. h. 958-1223=a. d. 1551-1711).
13. ° Mustafa II ibn Mohammed (a. h. 1106-
2. ° Periodo, di dominazione dei Caramanli1115 = a. d. 1695-1703).
(a. h. 1223-125 l= a . d. 1711-1835).
14. ° Ahmed III ibn Mohammed (a. h, 1115-
3. ° Periodo, di restaurazione del diretto do­1143 = a. d. 1703-1730).
minio ottomano (a. h. 1251-1331 =a. d. 1835-
1911). 15. ° Mahmud I ibn Mustafa (a. h. 1143-
1168=-- a. d. 1730-1754).
Poiché la raccolta riguarda soltanto i due
primi periodi, avendo la zecca cessato di fun­ 16. ° Otmàn III ibn Mustafa (a. h. 1168-
zionare appunto nello stesso anno in cui fu 1171 = a. d. 1754-1757).

restaurata la dominazione diretta dei Sultani 17. ° Mustafa III ibn Ahmed (a. h. 1171-
Ottomani, riteniamo opportuno accennare alle 1187 = a. d. 1757-1773).
più importanti vicende storiche limitatamente 18. ° Abd el Hamid I ibn Ahmed (a. h.
ai due periodi suddetti perchè servano di sfon­ 1187-1203 = a. d. 1773-1789).
do (indispensabile più che opportuno) alle vi­
cende della monetazione che a quelle sono in­ 19. ° Selim II I ibn Mustafa (a. h. 1203-1222
timamente legate. = a. d. 1789-1807).

Tali notizie facciamo precedere da un elen­ 20. ° Mustafa IV ibn ’Abd el Hamid (a. h.
co dei Sultani e dei Principi Caramanli che 1222- 1223 = a. d. 1807-1808).

ebbero il dominio della regione nei due pe­ 21. ° Mahmud II ibn ’Abd el Hamid (a. h.
riodi anzidetti.
1223- 1255 = a. d. 1808-1839).

SULTANI. PRINCIPI CARAM ANLI.

1. ° Solimàn I ibn Selim (a. h. 926-974 — 1. ° Ahmed (a. h. 1123-1157 = a. d. 1711-
a. d. 1520-1566). 1744).

2. ° Selim II ibn Solimàn (a. h. 974-982 = 2. ° Mohammed (a. h 1157-1168 = a, d.
a. d. 1566-1574). 1744-1754).

3. ° Muràd III ibn Selim (a. h. 982-1003 3. ° Ali (a. h. 1168-1207 = a. h. 1754-1793).
= a. d. 1574-1595.
[’Ali Burgùl (a. h. 1207-1209 = a. d. 29

4. ° Mohammed III ibn Muràd (a. h. 1003-luglio 1793-20 gennaio 1795).] Usurpatore.
1012 = a. d. 1595-1603).
4. ° Hamed (a. h. 1209 = a. d. 20-1-1795-
5. ° Ahmed I ibn Mohammed (a. h. 1012-11-VI-1795).

1026- a . d. 1603-1617). 5. ° Yùsuf (a. h. 1209-1248 = a. d. 11-VI-

6 0 Mustafa I ibn Mohammed fa. h. 1926- 1795 -20-V ili-1832).
1027 e 1031-1032 = a. d. 1617-1618 e 1622- 6. ° Ali (a. h. 1248-1251= a. d. 20-VIII-
1623). 1832 - 28-V-1835).

116 -

I primi anni della dominazione ottomana Rabbino Abrahm Khalfoun (8). Valendosi, di
non furono per il paese anni di tranquillità, un certo prestigio che aveva saputo acquistar­
che, appena dopo 9 anni, una rivoluzione in­ si fra la popolazione che odiava il Pascià, e
terna, capitanata da uno sceriffo, costrinse i delle tendenze rivoluzionarie delle tribù del
nuovi dominatori a usare le armi per domar­ Gebei, Yùsuf solleva il popolo al quale mo­
la. La fine del XVII see. vide tre spedizioni stra, portandola in giro per le strade, la testa
navali degli Stati cristiani (Inghilterra e Fran­ del bey suo fratello (9), e con le truppe man­
cia) contro la città barbaresca e, come conse­ dategli da Iefren s’impadronisce della Men-
guenza delle trattative di pace susseguite, l’in- scia (campagna) e assedia la città nella quale
sediamento definitivo dei consoli europei nel­ rimangono soltanto le truppe fedeli al vecchio
la regione (5). Questa era governata da un Pa­ Ali ed al secondogenito Ahmed, divenuto
scià nominato dalla Porta e coadiuvato da bey, e cioè principe ereditario, dopo l’uccisio­
molte autorità militari. ne del primogenito Hassen.
Verso il 1685 il governo ottomano sosten­ Il 29 luglio 1793 (a. h. 1207) giunge nel
ne una fiera lotta col Re del Fezzan, ma que­ porto di Tripoli a capo di una squadra, Alì
sti alla fine fu costretto ad accettare le con­ Burgùl, aghà o sopraintendente della marina
dizioni imposte dal Pascià, tra le quali quella d’Algeri, inviato dal Sultano con pieni poterli
che imponeva l’insediamento di un governa­ e s’insedia nella città scacciandone i tre prin­
tore per la protezione delle carovane. cipi, dei quali il vecchio Alì si rifugia a Tu­
Ne! 1711 (a. h. 1223) il capo della caval­ nisi, presso Hammuda bey, e i suoi due figli
leria, Ahmed Caramanli, oriundo dell’ Asia si ritirano nella Menscia col loro seguito.
Minore (Caramania), si fece proclamare signo­ I pochi anni di governo di Alì Burgùl fu­
re di Tripoli. Quindi, propiziatosi il Sultano rono anni di terrore, di repressioni crudeli,
con ricchi doni e sbarazzatosi di circa 300 no­ dì violenti rapine. 1 due fratelli, desiderosi di
tabili con un invito a pranzo, nella sua villa, scacciare il tiranno, si riconciliarono e assedia­
che si mutò in un’orrenda carneficina, otten­ rono la città che dovette sopportare un perio­
ne il riconoscimento del suo potere e rese il do di estrema carestia. Un tentativo di corru­
pascialato ereditario nella sua famiglia. Solo zione di un guardiano delle porte fu: espiato
nel 1730, però, egli riuscì ad estendere il suo col rogo. Sollecitato dal vecchio Ali, il bey di
dominio sulla Cirenaica nominandovi gover­ Tunisi si decise finalmente ad intervenire, e
natore un suo fratello. il 2 novembre 1794 (a. h. 1209) mandò in aiu­
Ad Ahmed Caramanli, che si suicidò per to dei due fratelli un forte esercito ed una
avere perduto la vista (6), succede nel 1745 forte squadra, che costrinsero Alì Burgùl
(a. h. 1158) suo figlio Muhammad sotto il qua­ ad abbandonare la città, la notte del 19 gen­
le assume sempre maggior sviluppo la pira­ naio 1795 H .
teria. Entrate a Tripoli le truppe dei due fratel­

Nel 1754 (a. h. 1168) succede a Moham­ li, fu proclamato Pascià il bey Ahmed, ma il
med il figliuolo primogenito Alì. Il pascialato suo potere fu di breve durata, chè 11*11 giu­
di quest’ultimo, uomo di debole carattere, fu gno dello stesso anno, mentre egli si trovava
un periodo di torbidi politici e di discordie in­ alla Menscia, il fratello Yùsuf fece chiudere
testine. Nell’anno 1790 (a. h. 1204) il bey le porte e s’impadronì del castello. 11 princi­
Hassen, primogenito del Pascià, viene ucci­ pe spodestato non reagì, ricordando forse la

so con due colpi di pistola, in presenza della fine del fratello, e andò peregrinando fino a
madre (Leila Flalluma o Leila Chebira, co­ che non ebbe trovato rifugio a Tunisi.
me popolarmente veniva chiamata) dal terzo­ Abbiamo accennato al carattere di Yùsuf
genito Yùsuf, (( uomo non dico crudele ma Caramanli che fu il principe più popolare del­
testardo, altiero e superbo, che non porta ri­ la sua famiglia. Il suo pascialato che durò cir­
spetto nè a Consoli nè a potenze italiane nè ca 40 anni è caratterizzato da un certo pro­
europee », come è descritto nel libro della gresso nell’edilizia della città, nelle relazioni
Missione francescana (7), « violento, energi­ commerciali con gli Stati d’Europa, e special-
co, attivo », come è dipinto nelle memorie del mente d’Italia, e nel tenore della vita citta-

— 117 —

dina, nonché da un trattamento più umano Negli ultimi cinque anni del dominio dei
verso gl*israeliti, ma durante lo stesso progre­ Caramanli, gravi rivolte sconvolgono l’ordine
disce la pirateria e si accentuano le beghe con politico ed economico della Reggenza. Nel
gli Stati europei, in conseguenza della lotta 1831 si sollevano le popolazioni del Gebel,
che questi impegnano contro la rinnovata at­ guidate da Abd el Gelìl che riesce ad occu­
tività dei corsari.
pare anche il Fezzan. S’inaspriscono le tasse,
Verso la fine del 1802, interviene la squa­
dra americana che perde nel porto lìa fregata ma gli abitanti della Menscia non subiscono
Philadelphia; non essendo riuscite le trattati­ tale provvedimento e si rivoltano anch’essi

ve di pace, essa prosegue per Derna dove ap­ proclamando bey di Tripoli un nipote e x filio
poggia la proclamazione a pascià di Ahmed di Yùsuf Pascià, sidi Mohammed, che nei
bey, l’esule fratello di Yùsuf. Questi manda
in Cirenaica il suo primogenito per sedare la primi del 1832 (a. h. 1247) pone e mantiene
rivolta, ma senza risultato. Per intromissione
dell’Inghilterra e del bey di Tunisi fu fatta la l’assedio alla città per circa tre anni. Questo
pace con l’America e in conseguenza di essa
il bey Ahmed fu confinato in Egitto. assedio che diventa sempre più rigoroso e rie­
sce in parte ad impedire i rifornimenti anche
Nel 1815 (a. h. 1231) Yùsuf fu vittima di
un attentato da parte di uno schiavo cristiano, dalla via del mare, pone in grande imbaraz­
e poiché in quell’epoca esistevano dei dissi­ zo il Pascià, che neH’agosto 1832 abdica a fa­
di con l’Inghilterra, si sospettò che non fosse vore del terzogenito Sidi Ali. I rivoltosi, no­
estraneo all’avvenimento il console inglese. nostante l’aiuto dell*Inghilterra, non riescono
ad impadronirsi della città dove Yùsuf tra­
Nel 1819 (a. h. 1235) fu imposta a Yùsuf scorre i suoi giorni in istato di imbecillità se­
Pascià, come era stata imposta ai sovrani di nile e Sidi Ali regge il governo a furia di
Algeri e di Tunisi, l’osservanza della decisio­ espedienti. Nel 1834 (ottobre) un inviato del
ne della Conferenza intemazionale di Aix-la- Sultano porta il firmano col quale Sidi All,

Chapelle, che richiedeva la soppressione della viene riconosciuto Pascià, ma gli assediianti
schiavitù e della pirateria, e da quest’anno si rifiutano persino di ascoltarne la lettura, co­

appunto cominciano a verificarsi quelle crisi sicché l’assedio continua, sempre più penoso
economiche che, come vedremo, si riflettono per gli assediati, fino al 25 maggio 1835 (a.

con straordinaria esattezza e chiarezza nelle h. 1251), giorno in cui giunge in porto la squa­
vicende della monetazione. Le beghe con gli dra ottomana inviata per porre fine alle con­
Stati d’Europa non cessano cionondimeno, chè tese tra i due partiti. Il Pascià All si reca a
il bisogno assillante di danaro rende il Pa­ bordo dove viene ricevuto con grande corte­
scià estremamente esigente nelle pretese delle sia, ma quando il giorno seguente vi ritorna
prestazioni dovutegli, e una contesa col con­
sole sardo a proposito, appunto, del pagamen­ per accompagnare il seraschiere Negèb Pa­
to di una certa somma a titolo di regalia, scià che doveva scendere a terra, vi è tratte­
provoca la spedizione del Sivori, che deve nuto con l’inganno insieme con molti notabili
imporre col bombardamento (sett. 1825 ==a. del suo seguito, e deve rassegnarsi a partire
h. 1240) il rispetto delle convenzioni. Altre con la squadra per Costantinopoli, mentre Ne­
lotte con lo Stato Pontificio (1826 = a, h. gèb Pascià prende possesso della città a nome
1242) e con lo Stato napoletano (1828 = a. h. del Sultano e restaura così la diretta domina­
1244) sono determinate dalle ultime gesta del­
la pirateria alla quale il Pascià non sapeva zione ottomana.
rinunziare, costituendo essa il maggior cespite Sidi Mohammed, ritenendo vano ogni ulte­
d’entrata per le casse della Reggenza. La cor­
sa non ebbe propriamente fine se non coll’oc­ riore tentativo di riconquistare il paese, fuggì
cupazione dell’Algeria da parte della Fran­ verso l’est e pare che, assalito da tribù nemi­
cia, nel 1830 (a. h. 1246). ca, mettesse fine ai suoi giorni, scaricandosi un

trombone nel petto. Yùsuf Pascià sopravvis­
se allo spodestamento della sua famiglia e
morì, cieco, in una casa di Sciara Arbaa Ar-
saat che gli era stata lasciata per l’abitazione.

— 118 —

II. biamo altrove dimostrato (l5), colla scorta de­
gli esemplari da noi posseduti, come delle

STORIA DELLA ZECCA. quattro monete attribuite ad Ahmed I, due

I n izio e fin e. — Nei tempi precedenti lia siano da assegnarsi sicuramente ad Ahmed III
dominazione ottomana, la città di Tripoli era ed una ad Ahmed II, per cui ne resterebbe
stata sede di zecca, sotto altre dominazioni. solo una da assegnarsi a Ahmed I, ma an­
Lo era stata sotto i Romani, quando essa con­ che per questa Tattribuzione è tutt’altro che
servava ancora il suo primitivo nome di Oe& sicura, giacche la moneta porta soltanto il no­
e ce lo attestano le monete con le leggende in me di Ahmed e non anche quello del padre,
caratteri punici; lo era stata nei primi tempi e poi non esiste su di essa alcuna indicazione
dell’occupazione musulmana come si rileva di data o di zecca (16).
dai fu lu s (plur. di ja is che era la moneta di
rame dei primi secoli dell’era islamica) ai qua­ Per quanto riguarda le monete assegnate a
li accenna il Lavoix (n), e, dopo un’interru­ Mustafa I, è stato dimostrato nello stesso scrit­
zione di parecchi secoli, troviamo che essa lo to come Tattribuzione sia dovuta ad erronea
è sotto gli Hafsidi come dimostrano i d in a r lettura nella data, e che delle monete suddet­
di Abù Omar Otrnàn (a. h. 839-893 ’= a. te, tre appartengano a Mustafa II ed una a
d. 1435-1488) pubblicati per la prima volta Mustafa III, per cui Taffermazione che non si
dallo stesso autore (12). Una collezione di una conoscono monete coniate a Tripoli dai cin­
certa importanza, per altro, non poteva esser que sultani sopra indicati, rimane fino ad ora
fatta se non per il periodo della dominazione incontestata.
ottomana che va dal 1551 al 1835, giacche il
materiale conosciuto relativo ai tre periodi Ciò non ci autorizza, per altro, ad afferma­
precedenti in cui funzionò una zecca nella cit­ re che Ila zecca cominciasse a funzionare sol­
tà, è, invero, assai scarso. tanto sotto il successivo sultano, Otrnàn II,
del quale descriveremo le monete sicuramen­
La prima questione circa Tanno in cui co­ te coniate a Tripoli. In due monetine d’argen­
minciò a funzionare la zecca sotto gli Otto­ to, infatti, battute senza dubbio a Tripoli, si
mani, non è, oggi, passibile di soluzione defi­ legge il nome del Sultano Muràd, e poiché
nitiva. Non si possiedono monete delle quali si questi non può essere Muràd IV, non essendo
possa dire con sicurezza che furono coniate a il suo nome seguito da quello del padre Ah­
Tripoli sotto i cinque sultani seguenti : med, ma da un altro che tutto induce a ritene­
re sia Selim (v. n. I.e 2) e la data impressavi
!.° Solimàn I ibn Selìm. è molto probabilmente Tanno 982, le due mo­
2. ° Selìm II ibn Solimàn. nete sono state da noi assegnate a Muràd III
3. ° Mohammed II ibn Muràd. ibn Selìm (a. h. 982-1003=a. d. 1574-1595). Se
4. ° Ahmed I ibn Mohammed. l’assegnazione non sarà infirmata da esempla­
5. ° Mustafa I ibn Mohammed. ri in migliore stato, potremo affermare che
lia zecca di Tripoli funzionasse già col terzo
Il Valentine (,3) che, per quanto si conosce, sultano, salito al trono dopo Toccupazione da
è il primo che abbia dedicato un capitolo del­ parte degli Ottomani, e cioè dopo appena un
la sua opera alla zecca di Tripoli d’Occidente ventennio di dominazione turca (,6 bis).
sotto gli Ottomani, catalogandone le sole mo­ Nonostante il rivolgimento politico che por­
nete di rame, e precisamente quelle che egli tò al governo della Reggenza di Tripoli i Prin­
ha potuto esaminare presso il British Museum cipi Caramanli i quali si resero, come si è
e in due collezioni private, o che ha ricavato detto, indipendenti di fatto dal Sultano di Co­
dalTopera del Neumann (,4) (in tutto una cin­ stantinopoli, la zecca continuò a battere mo­
quantina di tipi con 64 varietà) attribuisce ad neta al nome del Sultano. E coniò moneta sen­
Ahmed I le prime quattro monete da lui pre­ za dubbio anche nel tempo in cui Alì Bur-
se in esame le quali sarebbero, pertanto, le gùl s’insediò nella città, signoreggiandovi da
più antiche monete ottomane, di rame, conia­ tiranno crudele, per circa due anni. L’affer­
te a Tripoli, e a Mustafa I altre quattro mo­ mazione da noi fatta nel nostro articolo (( La
nete, tutte da lui descritte ed illustrate. Ab­ zecca di Tripoli d’Occidente sotto il dominio

- 119 —

dei Cbramanli », sulla testimonianza dei Mis­ lo: una vasta accozzaglia di costruzioni, molte
sionari Francescani che, cioè, sotto il domi­ delle quali destinate all’abitazione del Pascià
nio di Ali Burgùl fu coniata moneta a Tri­ e dei numerosi suoi congiunti.
poli, è avvalorata da un altro documento e Dei soprintendenti alla zecca, non conoscia­
precisamente da una lettera del 1 giugno 1794 mo che il nome di uno, il più popolare: Hag
(fine del 1208 a. h.) del Console inglese (l7), Solimàn el Gherbaa, che dette il nome alla
nella quale è detto che il Gran Signore aveva piastra coniata sotto di lui, in tempi fortunosi,
mandato ad Ali Burgul i pieni poteri, e fra la quale è ancora ricordata da qualche vecchio
gli altri quello di batter moneta ed esercitare indigeno col nome di g h ersc g h e rb a a . Dopo es­
la corsa. Il periodo nel quale il tiranno di Tri­ sere rimasto per qualche tempo in disgrazia,
poli avrebbe potuto, quindi, battere legalmen­ egli fu richiamato al suo posto di q a i d della
te moneta, si riduce a pochi mesi e cioè dal zecca nel luglio 1831 (a. h. 1247 (19); fu lui che
giugno 1794 al 20 gennaio 1795, giorno in cui denunziò al Pascià il fruttivendolo Iuda Axbib,
egli fu costretto ad abbandonare la città. Ciò colpevole di aver rifiutato la moneta in corso,
potrebbe spiegare l’assenza nella raccolta di e sottoposto per questo allo strano supplizio al­
pezzi rappresentanti la monetazione di questo trove narrato (20).
avventuriero, se non si vogliono accettare co­ La coniazione della moneta veniva esegui­
me plausibili le ragioni che c’inducono a rite­ ta in genere da operai israeliti, che ne pren­
nere come coniate dallo stesso le tre monete devano Tappalto. Si conosce il nome di qual­
descritte ai n. 307 e 308. cuno di questi appaltatori : un ebreo, tale Ba-
Quando la zecca cessò di funzionare ? Se bana Nairn, che i Musulmani (cui un sentimen­
v’è incertezza circa Tanno in cui fu istituita, to di orgoglio non permetteva di chiamare
possediamo sufficienti elementi per affermare Babana, padre nostro, un israelita) chiamava­
che le sue ultime monete sono dell’anno 1251 no ueld Haid, e due Italiani : « D. Paolo
dell’E. (a. d. 1835) e che esse vi furono co­ Colucci, suddito di S. M. il Re delle Due Si­
niate dai nuovi Pascià nel primo anno della cilie e Pietro Gaio, suddito della Serenissi­
restaurazione ottomana, dopo la caduta dei ma Repubblica di Venezia, ambedue dimo­
Caramanli. Abbiamo esposto altrove le ra­ ranti a Tripoli, che avevano ottenuto dal Pa­
gioni a sostegno di questa, che era allora una scià in appalto o affitto esclusivo per più an­
semplice induzione; posteriormente abbiamo ni, la sua pubblica zecca per la moneta d’ar­
raccolto elementi che non lasciano più alcun gento » (2I).
dubbio su tale punto. Infatti alla moneta di Le monete di tutti e tre i metalli venivano
rame menzionata nell’articolo citato e portan­ battute con punzoni di vario modello. Ciò vie­
te Tindicazione dell’anno 28° di regno del Sul­ ne confermato dall’esistenza di un grandissi­
tano Mahmud II (1223 + 28=1251) e quella del mo numero di varietà di conio per i tipi di
cui si possiedono numerosi esemplari. I ton­
metallo (l t UJ = rame), si è aggiunta una mo­ delli per le monete d’oro e d’argento veni­
vano preparati singolarmente senza eccessiva
neta d’argento dello stesso anno, per la qua­
le s’è sentito lo stesso bisogno di indicare la preoccupazione per Teguaglianza del peso. I
specie del metallo impiegato (ciò che è indi­ tondelli di rame, invece, erano preparati, qua­
ce di un nuovo criterio, del quale conoscere­ si sempre, dividendo una verga di metallo in
mo il motivo determinante) ed abbiamo ap­ tre o quattro verghe più sottili, che restavano
preso come il primo Pascià turco insediatosi unite daU’altra estremità e formando su que­
a Tripoli, Negèb Pascià, che le aveva fatte ste diramazioni i tondelli, l’uno di seguito al­
coniare senza esservi stato autorizzato, fu per l’altro, con opportuna martellatura. Dopo la
questo fatto appunto richiamato in Turchia coniazione, i tondelli venivano staccati senza
dopo soli 4 mesi di governo (18). Non risulta che ne fossero limati i bordi, per cui la mag­
che lo stesso Pascià abbia fatto coniare mo­ gior parte degli esemplari conservano la trac­
neta d’oro. cia dell’unione ora da una sola parte, ora

U b ic a z io n e d e lla z e c c a — S o p r a in te n d e n ti da due, secondo che si trovassero nel mezzo
— S is te m a d i c o n ia zio n e . — La zecca aveva od alla estremità della verga. Tale sistema di
sede, come tutti gli uffici pubblici, nel Castel­ coniazione è di origine antichissima. Nel Bri-

— 120 —

tish Museum si conserva uno dii questi rami parte dalla rarità delle monete d’oro, i zec­
con monete marocchine coniate, ma non stac­ chini avendo rialzato in pochissimo tempo più
cate, ma tracce indubbie del sistema si trovano del 6%, e la moneta che si batte qui è di così
in monete molto più antiche, come quelle pù­ cattiva lega che fuori del paese non ha valo­
niche, coniate a Cartagine (22). re )) (25). E qualche anno più tardi (2 marzo
1758 = a. h. 1171): a si è trovato a proposito
III. di fare un mutamento nei pezzi in circolazio­
ne diminuendone il valore della metà dalla
LA MONETAZIONE sera alla mattina, il che disturbò tanto il com­
mercio che per più di un mese non si vendet­
IN RAPPORTO ALL’ECONOMIA te e non si comprò altro che ciò che era ne­
cessario alla vita. Dopo un po’ di tempo si
FINANZIARIA LOCALE. fece un’altra rivoluzione rialzandone il valore
del 25% e pare che in avvenire resteranno
Relativamente alla storia finanziaria della così ».
regione sotto il dominio ottomano, scarso in­
teresse presenta la monetazione del 1° perio­ Dal 1187 in poi, pascià lo stesso Principe
do di dominio diretto; quel che possiamo no­ Ali e sultano Abd el Hamid I, la moneta­
tare è che il metallo per la monetazione d’ar­ zione d’argento e d’oro conferma le notizie
gento si mantiene a un titolo piuttosto alto che andremo esponendo sulle vicende dell’e-
di 700/1000, avvicinandosi qualche volta ai conomia finanziaria locale, e può essere con­
1000/1000 sotto Mohammed IV ibn Ibrahim siderata veramente come lo specchio nel qua­
(v. n. 49). Per la monetazione d’oro, della qua­ le le vicende stesse chiaramente si riflettono.
le non esiste altro esemplare, relativo a que­ Il titolo della monetazione d’oro al nome di
sto primo periodo, aU’infuori di quello di Mu­ Abd el Hamid I è infatti di 18 k. mentre era
rad ibn Selim (982 a. h.), sappiamo che ve­ di 22 k. lo sce rifi di Mustafa III, e di 24 quello
niva usata la polvere importata dal Fezzan, dei primi sultani ottomani. Il titolo dell’ar-
a proposito della quale il console francese De- gento oscilla da 500 a 250 millesimi (v. n. 240
lallaude scriveva nel 1658 : « in quanto alla e 243).
polvere d’oro che si importa dal Fezzan, se
ne son fatti dei sultanini che sono la miglio­ La scarsezza dell’argento verso il 1196 (a.
re moneta del mondo, essendo l’oro estrema- d. 1782) è documentata dal console di Dani­
mente raffinato » (23). marca che in quell’anno appunto informa il
Ministro degli Esteri della sua nazione, come
Non conoscendosi monete dei metalli nobi­ il Pascià fosse costretto a fondere e trasfor­
li, coniate a Tripoli al nome di Ahmed III, mare in danaro contante i piatti d'argento che
non abbiamo elementi per accertare se si ve­ il Re di Danimarca gli aveva mandato in re­
rificarono crisi economiche, le quali avrebbero galo (26). Non esistono nella raccolta monete
avuto un’immancabile ripercussione sulla mo­ dì quell’anno, ma già quelle di pochi anni
netazione, nei primi anni della nuova domina­ prima (1187 e 1188), descritte ai n. 240 e 244,
zione dei principi Caramanli. Durante il pa­ attestano, come abbiamo accennato, una no­
scialato di Alì che governò per circa 40 anni, tevole diminuzione nel titolo del metallo, ri­
ed al quale si debbono le più antiche monete spetto a quelle coniate al nome del precedente
d’oro della raccolta, si notano già i segni del­ sultano.
la decadenza della moneta e di quelle varia­
zioni nella forma e nella sostanza di essa, che Sotto il successore di Alì, Yùsuf Pascià, le
erano dettate dalla scarsezza del metallo no­ finanze della Reggenza vanno sempre peg­
bile, dovuta alla sempre maggiore restrizione, giorando, e verso gli ultimi anni, a cagione
da parte delle nazioni europee, della pirate­ della guerra intestina che egli, assediato nel­
ria. 11 commercio che ebbe sempre poca im­ la città, è costretto a combattere contro suo
portanza nella regione (24), risente natural­ nipote Mohammed, si giunge a ben altri espe­
mente della deficienza della moneta. Il 26 ot­ dienti. L’oscillazione nel corso della moneta,
tobre 1754 (a. h. 1168) il console danese scri­ il continuo variare e peggiorare della stessa,
ve : (( il commercio lamgue sempre più, ciò come si rileva dai prospetti che inseriremo più
che deriva in parte dal rincaro del grano e in innanzi, vengono, per questi ultimi anni pre-

— 121 —

cedenti la restaurazione ottomana, mirabil­ mesi a questa parte, è diminuito della metà »
mente documentati dalla raccolta che per que­ (30). I pezzi dell’anno 15° di regno, infatti, era­
sto periodo può dirsi quasi completa. I regi­ no coniati con lega bassissima a 150/1000 (v.
stri consolari, le cronache dei privati, gli ar­ n. 340). Riuscì il Pascià ad ottenere tale mu­
chivi delle comunità religiose accennano tut­ tuo? E’ questa una circostanza che potrebbe
ti, con ricchezza di particolari, al disordine essere assodata consultando i documenti ne­
che dilaga negli organi amministrativi, agli gli archivi del Regno Sardo. Per altro consta­
arbitri cui il governante è costretto ricorrere, tiamo che nello stesso anno (17° di regno di
aH’allarme della gente d’affari, allo sconforto Mahamùd II) la piastra vien battuta con metal­
della popolazione, alla carestia e povertà ge­ lo a titolo 240/1000 (v. n. 349), cioè che rappre­
nerale (27). E’ interessante seguire questa rapi­ senta un sensibile miglioramento rispetto alla
da corsa verso la bancarotta governativa, nei monetazione dell’anno precedente, ed a quella,
Registri dei Consoli stranieri, e constatare co­ non sappiamo se anteriore o posteriore, dello
me la monetazione rifletta le vicende econo­ stesso anno, la cui lega scende a 172 e a 176
miche degli ultimi anni del dominio dei Ca- millesimi (v. n. 350). Il metallo si mantiene
ramanli. a 190/1000 circa nel successivo anno (18° di
regno) come si rileva dal n. 353 e scende an­
Già fin dal 1780 (a. h. 1194) la Camera di cora fino a 84/1000 (v. n. 354) nell’anno 19°
Commercio di Marsiglia si rifiuta di solleci­ (a. h. 1242). E’ vero che in questo anno sono
tare i commercianti a impiantare dellle sedi di coniate le monete a titolo di 550/1000 (v. nu­
commercio a Tripoli e risponde al Ministro mero 355 e seg.), ma queste sono tutte dora­
che, su proposta del console locale, s’interes­ te, e, come vedremo nel capitolo relativo alla
sava della faccenda : «On ne reussira jamais metrologia, rappresentano forse una falsifica­
à former des établissements utiles et fructueux zione dello sce rifi o moneta d’oro, ad imitar la
dans un pays où le monnaies varient sans ces­ quale con una buona doratura del pezzo era
se, suivant le caprice on le besoin mamen- forse necessaria una lega più elevata. La qua­
tane du prince, dans un pays où le dispo­ le ipotesi, se fosse confermata da altri ele­
tismo, le desordre et l’impunité règnent avec menti, dimostrerebbe ancor meglio lo squili­
autant de desordre qu’à Tripoli » (28). Nel 1815 brio economico che dovette verificarsi in que­
(a. h. 1231 - a. 8.° del regno di Mahmud II) gli anni.
si è costretti a ricorrere a pene severe per im­
porre la circolazione della moneta alla valuta Una riprova della grave crisi di quell’anno,
stabilita. II primo ministro di S. A. Sidì Fla­ che si va sempre più accentuando in quelli
med comunicando al Console d’Inghilterra il successivi, si ha nel progressivo, enorme au­
corso fissato per le monete locali e straniere, mento del colonnato di Spagna, al quale si
aggiunge : « Ed è comando del Pascià in caso ragguaglia la moneta locale specialmente nel
che qualcheduno contravviene a questa so­ commercio con l’estero. Si rileva dal Registro
dei conti della Missione Francescana che nel­
vrana determinazione, se è Moro avrà la ma­ l’anno 1824, appunto, (a. h. 1239) il colonnato
no ed un piede tagliato e li suoi beni confi­ di Spagna o pezzo duro che nel 1821 (a. h.
scati, e se è Ebreo sarà appiccato alla forca, 1236) correva a 40.000 piastre ideali, passa da
e se è Cristiano sotto la protezione della ban­ 108 a 144 mila, da 144 mila a 162 nel mese
diera di sua nazione richiederà Sua Altezza successivo, e poi a 180, a 405, a 540 mila e in­
Serenissima al suo Console di esiliare una fine a 2.295.000. Il nuovo valore, proclamato
tal persona di questa Reggenza » (29). all’improvviso da un giorno all’altro portava
uno squilibrio nei bilanci, del quale troviamo le
Nell’aprile del 1824 (a. h. 1239-1240, a. tracce nella contabilità dei missionari suddetti
16-17° del regno di Mahmud II) il Pascià sol­ che si affrettano a segnare la differenza di va­
lecita dal Re di Sardegna un prestito di 100 lore delle monete possedute, nel registro del­
mila colonnati di Spagna, e il Console trasmet­ le uscite.
tendo la proposta spiega : « il Pascià ha biso­
gno di una tal somma per dar corso all’ope­ Nel maggio 1828 (a. h. 1243 - 21° di Maha­
razione che si propone di fare, onde stabilire mùd II) essi sentono il bisogno di commentare
il corso di sua moneta, il di cui valore, da sei

— 122 —

l’entrata delle elemosine, che in tutto il mese 1° T r im e s tr e :
non superano il mezzo colonnato, con la se­
guente postilla : (( Non si meraviglia benigno Gennaio-Marzo 1828 (a. h. 1243). <33)

lettore se osserverà che la limosina della busso­ Settim ane V aluta del dol­ O sservazion i
la che si passa in Chiesa è divenuta quasi a laro s p a g n o ­
niente; mentre la pessima moneta di questo lo in V * p ia ­
paese ha prodotto questo » (31). In detto anno,
appunto, noi troviamo circolante la piastra dei- stre grandi
ranno 20°, che ha l’apparenza di puro rame, e
l a 1 farinaio 10
nella quale solo l’analisi chimica rivela la pre­ (13 Giumada
senza deH’argento nella misura di 64 millesimi 14 Nuovo proclam a essendo cala­
(v. n. 360 e seg.). Come neH’annoi precedente, Il 1243) ta V a d lia , cio è 2 a d l i e p e r u n a 1/2
compare nell’anno 20° la moneta d’argento do­ piastra grande e subito furono
2* 8 » nascoste. L 'a d lia , una m oneta in
rata a più alto titolo (320 millesimi), ma co­ corso da poche settim ane, si de­
me per l’altra, fondato è il sospetto che si 3a 15 » prezzò da 3 o 4 a 28 per dollaro
tratti di una falsificazione della moneta d’oro, 4a 22 « sp. ; la sua valuta corrente sul
5a 29 » principio di questa settim ana fu
giacche anche nel tipo, come si spiegherà più p ro c la m a ta im p ro v v isa m e n te a 14
innanzi, essa imita la moneta d’oro di Costan­ 6 a 5 Febbraio p e r d o lla ro co m e la 1\2 p ia stra ;
tinopoli, a laggenda marginale circolare. questa alterazione essendo nella
V 12 r p ro p o rzio n e del 100/100 e b b e
Nei primi mesi dell’anno 21° (a. h. 1244 - Feffetto di far sparire del tutto
a. d. 1828) la lega si mantiene bassissima (36 8a 19 »
millesimi). E’ di questi tempi il proponimento V adlia.
del Pascià, tradotto poi in atto nonostante le 9a 26 «
1 0 a 4 Marzo 14
proteste dei Consoli, di monopolizzare il com­ I T 11 «
mercio di tutti i prodotti locali, acquistandoli 12a 18 » 16
con la sua «bassa moneta » per rivenderla ai 13a 25 « 18 Il m onopolio è in pieno vigo­
forestieri per dollari spagnuoli. Tale condi­
re ed il P ascià resp in g e ogni in­
zione di cose, per altro, avendo avuto per ef­ tervento dei Consoli al riguardo.
fetto la diserzione dei produttori dal mercato,
non potè durare a lungo, e il Pascià fu costret­ 20 Il 28 G e n n aio sospese le v en ­
to a togliere il monopolio dopo averlo eserci­ d ite a m otivo del m ir i. Il 7 F e b ­
tato per quattro settimane soltanto (32). Nello braio rip rese p e rc h è tolto il m ir i.

stesso anno la lega accenna a migliorare no­ 24 Nuovo proclam a p er la m oneta
tevolmente (v. n. 374 e seg. = 197-253-319- chiam ata fo n d u ^ li aum entandola
209-240-256 millesimi) permanendo sempre la il d o p p io (valuta d i I d o llaro p e r
caratteristica della oscillazione. il Pascià). C io n o n d im en o il m e r­
cato è regolato dalle m ezze p ia­
Le vicende della monetazione dell’anno di stre. Il P ascià si d e te rm in a a to­
regno 21° (a. d. 1828) possono seguirsi con gliere il m onopolio.
una certa esattezza esistendo per quell’anno
le Relazioni trimestrali del Console inglese, le 28 L i 10 F e b b r. (1 S c ia a b a n 1243)
quali mancano, purtroppo, per gli anni suc­ sorte una m oneta nuova argenta­
ta chiam ata islik a 6 per 1 dolla­
cessivi, mentre sarebbero state la chiave di ro sp. ed ogni una 5 m ezze pia­
tutto l’intricato e mutevole sistema monetario stre grandi.
locale. Questi ragguagli sono accompagnati
da osservazioni così importanti che non ci pos­ 30
siamo astenere dal pubblicarli per intero, sot­
36
to forma di tavola. Riserviamo i commenti sul­
le nuove specie emesse in quell’anno, al ca­ 50
pitolo riguardante la metrologia.
60

100

2 ° T r im e s tr e : Aprile-Giugno 1828 (a h. 1243).

Se ttim an e V aluta del O sservazion i

d o ìla ro
in “ islik „

l a 1 Aprile 30 Li 4 A prile, nuova m oneta
(15 R am ad an 1243) chiam ata R e a l; a 4 per 1 dolla­
ro, fo rm a n d o 10 i s l i k p e r o g n u n a .
2a 8 »
3a 15 « 45
4a 22 »
5a 29 « 50
6 a 6 Ma^io
100
7a 13 »
150
180 N on fu nessun aum ento nel dol­

laro com e il solito essendo che la
zecca non batteva.

300 L i 5 d etto , m o n eta n u o v a d*o-

— 123 —

Settim an e V aluta del O sservazion i 4° T rim estre:
d o lla ro
Ottobre-Dicembre 1828 (a. h. 1244)
in islik „

ro chiam ata m a h b ù b , valuta cTun Settim ane V aluta O sservazion i
dollaro form ando piastre nuove 5 del dollaro
con form e il dollaro d el B ascia (sic). sp ag nu o lo

8* 20 i» 450 A 30 M aggio il B. pro clam ò 1* 1 Ottobre 5 piastre E ’ sparita la m oneta locale ;
9* 27 « 800 il f o n d u la li p e r 15 p ia s tre c h e (2 0 Rabi 1 1244) tunisine corrono i dollari e le piastre tu ­
so n o 1200 islifc. nisine a 5 a dollaro ; si p repara
10* 3 Giugno 1920 5 ghersc al Castello una nuova m oneta.
11* 10 » 4000 Nuova m oneta detta p ia stra : R
12* 17 « 4000 5 per dollaro. P er rim ediare alla m ancanza di
00 m o n eta e sp o rtata il B. h a em esso
(2 Zulheggia 1243) 8000 a04 una nuova m oneta detta g h ersc
a 5 a dollaro che si ritiene e q u i­
13* 24 » valente alla piastra tunisina e si
d ic e c o n te n g a 75% d i a rg e n to ( 35).
3° T rim estre: 3* 15 » 5
4* 22 » Il do llaro corre a 5 g h e r s c co­
Luglio-Settembre 1828 (a. h. 1244) <34> 4 72 » m e dalla proclam azione.

S ettim ane O sservazion i 5* 29 » 5 Probabilm ente per la scarsezza
6* 5 Novemb. 5 della nuova m oneta p are che la
« m oneta del B. sia preferita più
7* 12 i» 5 dello stesso dollaro che corre ora
1* 1 Luglio Mancano i In questa epoca la m oneta del a 4 1/2 invece ch e a 5.
(16 Z ulh eg g ia 1243) ragguagli paese varia talm ente e finalm en­
te subì così grande e im provviso N u o v am en te il d o lla ro a 5
per questo deprezzam ento che divenne im ­
possibile regolare il m ercato o fa ­ g h ersc.
trimestre re dei calcoli con la stessa.
Si m an tien e il corso a 5 p er
dollaro.

C osì fino a lla 13a e d u ltim a se t­
tim a n a del D icem b re 1828.

X8 » D eprezzam ento della m oneta Per gli anni successivi rileviamo dai Regi­
del paese del 300 p er cento di va­ stri dei contratti matrimoniali della Comunità
3* 15 » lore due giorni dopo essere stata israelitica (36) (Ketubàt) e dal Diario del Can­
4* 22 « m essa in circolazione. celliere del Consolato inglese che Yùsuf Pa­
scià cambiò 11 volte la moneta dal 4 febbraio
5* 2 9 » E ssen d o il valo re intrinseco 1829 al 25 maggio 1832. Dalla tavola seguen­
(5 M uharram m della m oneta deprezzata superio­ te, compilata colla scorta dei due documenti
re al dollaro, i com m ercianti stra­ sopracitati, si rileveranno tutte le date di nuo­
1244) nieri la esportano com e m ercan­ ve emissioni e i successivi cambiamenti nel
zia donde una scarsezza che ha valore della piastra, in rapporto al dollaro o
6* 5 Agosto dato luogo ad una nuova em is­ colonnato di Spagna ed al parà, moneta di
7* 12 « sione.
rame.
8* 19 » L a m oneta del B. sem bra sia
scom parsa del tutto; è stata rim ­ T a v o la d e lle v a r ia z io n i d e lle m o n e te d ’a r ­
9* 2 6 7» piazzata dalla piastra di T unisi
10*2Settem b. che è stata introdotta e circola a gento e di ram e d a l 4 feb b ra io 1 8 2 9
4 a dollaro.
(1 Sciaban 1244 a. h.) a l 2 5 M a g g io 18 3 2
(23 Zulheggia, 1247).

Il* 9 a Il B. n on h a d im o strato alcu n a Data V aluta V aluta O sservazion i
12* 1 6 » intenzione di coniare nuove m o ­ d ella
n ete, p e r cui il m ercato è regolato del p iastra
con dollari e piastre tunisine. in p arà
d o lla ro

in

p iastre

13a 23 « Si parla di una nuova m oneta. 4-2 5 40 L ’asterisco indica em issione di
Il B. è d istu rb ato p e r la scom ­ 1829
parsa della sua m oneta che egli nuova m oneta ; le altre date son
non riesce a prevenire. 13*6
a 21-12 7 40 quelle di accertato deprezzam en­
to della piastra.

23-3 5 40
1830 •

\ (2 6 R am adan
1245)

- 124 -

Data V aluta V aluta O s s e rv a z io n i Data V aluta V aluta O s s e rv a z io n i
del d ella del d ella
p ia s tra p iastra
d o lla ro in p arà d o lla ro in p arà
in in

p ia s tre p iastre

6-4 « 18 40 21-2 »

7-4 « * 1 0 40 16-3 « * 5 100 V engono em esse anche frazio­

(12 S 'iau al (12 Sciaual n i d i p iastra (1/2 1/4 e 1/8).

1245) 1247)

»1 5 - 4 7 e 8 40 N essuna m oneta in circolazio­ 25-5 » * 5 100 C ontem poranea em issione di

ne e grandi difficoltà incontrate (12 Zuiheggia frazioni come sopra.
1247)
dai negozianti e dai bottegai.

(Cane. Cons, inglese).

G ran confusione nel popolo cau­ Nei primi del 1832 (a. h. 1247 - 25° di Mah­
mud II), scoppiata la rivolta degli abitanti
sa la m ancanza di m oneta della della Menscia, le condizioni economiche de­
gli assediati diventarono, come si è visto, qua­
quale poca o punto ne è em es­ si disperate, e furono esse appunto che indis­
sero il Pascià ad adottare come regola l’espe­
sa nonostante la proclam azione diente di dichiarare fuori corso la moneta, non
appena se ne accentuava il deprezzamento,
a 10 p ia stre il d o lla ro . In o ltre fu ­ ciò che si verificava solo pochi giorni dopo
remissione. Egli, infatti, costringendo il pub­
rono obbligati a scam biarla a 8 e blico a cambiare le vecchie monete presso la
sua zecca, al corso del giorno e dandone in
persino a 7. I m ercati com e al cambio una quantità minore delle nuove che
erano dello stesso metallo, se non di peggio­
solito denotano m ancanza di con­ re lega, realizzava un rilevante profitto. Così
se, per es. il P. accettava il cambio delle vec­
fidenza da parte della gente di chie piastre in ragione di 18 a dollaro, e il
corso delle nuove era fissato in ragione di 6
cam pagna che dom anda i più e- a dollaro, egli guadagnava, nel cambio, il me­
tallo di 12 piastre che, riconiate, rappresenta­
sorbitanti prezzi per i suoi ge­ vano 2 dollari.

neri. (Idem.). Questo stato di cose non sfugge ai Consoli,
che lo registrano in tutti i loro rapporti, alle
2 5 -4 7 e 8 40 L a nuova m o n eta del P . n o n si Missioni, e ai commercianti d’oltre mare, i
può ottenere dalla Zecca, come quali non debbono aver mancato di segnalarlo
8 -1 20 40 proclam ò S. A ., che con grande ai propri compatrioti, se questi sono restii a
sforzo e in quantità inferiore ai stabilire sedi commerciali nella regione. 0 Pa­
1831 22 a 24 40 bisogni delle spese quotidiane. scià vede anch’egli come quel guadagno im­
40 N e c o n se g u e c h e in v ec e c h e a 10 mediato di qualche migliaio di dollari non fac­
»1 4 - 1 12 a dollaro, le nuove m onete si pos­ cia che aggravare le condizioni del mercato
40 sono avere nella città al cam bio monetario, ma non ha forza di porvi riparo.
23-5-31 * 40 di 7 o 8 e qualche volta non si
(9 Zulhtdgia p o sso n o a v e re a ffa tto , c o m e se il Nello stesso mese di febbraio 1832 convoca i
P. avesse trovato un m oderno si­ Consoli al Castello per avere da essi un con­
1245) stem a per levar tributi al pubbli­ siglio, e i Consoli gli propongono : «di formai
co. Q uesta povera gente accorre
18-6 « 24 in m assa alla zecca e vien respin­ re una Banca ove si potesse cambiare la sua
ta a forza senza poter ottenere cattiva moneta alla stessa valuta da lui pro­
2 1 -6 » * 8 il cam bio d e i suoi dollari e d ella clamata, con altra buona d’argento estera».
(io M uharram vecchia m o n eta, com e il P . ave­ Essi stessi ricevettero incarico di redigere un
va loro prom esso. (Idem). progetto, e questo fu fatto e presentato, ma
1247) il Pascià lo rifiutò : « non tanto per riguardo
V engono emesse anche fra­ della zecca, che non sarebbe stato più in suo
1-7 » zioni d i p ia s tre (1/2 1/4 e 1/8).

D ata di altra em issione, regi­
strata solo dal C ane, ingl., con e-
m issione di frazioni di piastra.

15-7 » * 5 60 D ata di em issione registrata nei

(3 S alar 1 2 4 7 ) 15 a 20 « k e tu b à t ».
10
«2 0 - 1 0 V ie n e em essa a n ch e la 1/2 p ia ­
» *1 8 - 1 2 stra.

( 1 2 Regeb

1247)

2 4 -1 7 80

1832 * 80
(19 Sriaban 100

1247) 15 100
5
8-2 » 100
9-2 « *

(7 Ram adan

1 6 -2 1247) 12 a 15
2 0 -2
» 6
«•

(18 R am adan

1247)

— 125 —

potere di fabbricar moneta, almeno per quel 268 millesimi se ne trovano di quelli in cui la
dato tempo che detto Pascià avrebbe sussi­ quantità dell’argento è stata dichiarata trascu­
stito, ma perchè non gli rendeva che piccola rabile dallo stesso chimico.
utilità » (37). (( Per altro — soggiunge il Console
scrivente — bisogna che egli procuri altri mez­ Nell’anno successivo 1833 (a. h. 1249 - 26°
zi per vivere se non vuole avere una rivolu­ di Mahamùd II) si batte ancora nella zecca un
zione anche in città, che poco vi manca. Tale solo tipo di parà di rame.
è lo stato in cui ci troviamo, che Dio ce la
mandi buona ». Nel 1834 (a. h. 1250 - 27° di Mahamùd II)
non si batte più nè moneta d’argento nè moneta
In quest’epoca appunto il Pascià aveva fat­ di rame. Sidi Ali, a favole del quale il vec­
to il proponimento di far coniare moneta con chio Yùsuf aveva abdicato il 20 agosto del­
una lega di argento e stagno, che potesse far l’anno precedente, riceve, è vero, al 18 set­
cambiare colore alle sue piastre, ed aveva tembre di quell’anno il riconoscimento da par­
chiamato il fonditore Babanà Nairn, del qua­ te del Sultano, ma l’assedio che dura da due
le abbiamo già detto come fosse un israelita anni e che negli ultimi tempi è reso più rigo­
che aveva preso in appalto la coniazione del­ roso per il bombardamento, da parte dei rivol­
la moneta, ordinandogli di fondere 3 cantari tosi, di tutte le navi che entravano in porto,
di stagno e 1 d’argento. Il Nairn fu chiamato ha smunto tutte le fonti straordinarie alle qua­
ma espresse la sua opinione sfavorevole al li si era fatto ricorso, e non permette al nuovo
progetto del Pascià, dicendo che le monete Pascià di coniar moneta.
si sarebbero spezzate sotto il punzone e che
dalla lega di argento e stagno non si sarebbe Le ultime monete della zecca di Tripoli so­
più potuto recuperare l’argento come si face­ no battute, come si è rilevato, da Negèb Pa­
va da quella col rame. Avvalorò quindi la sua scià nello stesso anno in cui egli prende pos­
osservazione con un esperimento e il P. si de­ sesso di Tripoli a nome del Sultano (anno 28°
terminò a revocare l’ordine (38). di regno - a. d. 1835 = a. h. 1251). La lega
da lui usata non è neanche molto alta (383
Di tali notizie, scrivevamo altrove, ben si millesimi), ma in confronto delle monete e-
comprende quale potesse essere la qualità del­ messe due anni prima, le nuove monete do­
le monete fatte coniare in quegli anni e co­ vettero apparire dei pezzi abbaccinanti e tali
me il Pascià, pur di ottenere che esse circo­ da solleticare l’amor proprio del Pascià che
lassero, dovesse ricorrere anche al supplizio volle, a consacrazione della migliorata lega,
che fu messo in pratica contro un fruttivendo­ fare imprimere sulla moneta da lui coniata la
lo ebreo il quale, essendosi rifiutato di accet­ parola: a rg e n to (v. n. 396). Egli, per altro,
tare la moneta che egli sapeva sarebbe stata espiò, come si è detto, quel suo atto d’impe­
dichiarata fuori corso I’indomani e sostituita rio con l’immediato rimpatrio, e così in quel­
da una nuova, fu unto di miele ed esposto al­ lo stesso anno cessò di funzionare la zecca del­
le mosche fino a quando non fui liberato dal­ la città.
l’intervento di un suddito inglese. Le piastre e
le mezze piastre battute nel 1832 (a. h. 1248 - Il periodo ,che si chiude con questa data
offre certo scarsi elementi per la storia del­
25° di Mahamùd II) sono le ultime monete di l’arte monetaria; in compenso bisogna rico­
argento coniate dai principi Caramanli, giac­ noscere che ne offre di importantissimi per
che dell’anno successivo (26°) non si conoscono quella economica della regione, e per la sto­
che monete di rame. Accanto ad esemplari a ria generale della monetazione relativamente
ad uno dei suoi capitoli meno conosciuti : la
numismatica musulmana.

— 126 —

IV.

CENNI DI M ETROLOGIA M O NETA R IA PER L A ZECCA
DI TRIPOLI.

La monetazione della città di Tripoli nei sultato è che non possiamo attenderci un co­
due periodi nei quali, come abbiamo notato, stante o metodico sistema monetario ».
va distinta, non può essersi mantenuta, dal
punto di vista metrologico, indipendente e di­ Queste parole abbiamo voluto riportare più
versa dalla monetazione ottomana. Questa che per accrescere merito all’indagine o per
considerazione di cui s’intuisce la fondatezza giustificare la scarsezza delle conclusioni, per
ci ha indotto a entrare nel campo della metro­ dare al lettore un’idea adeguata del disordine
logia monetaria ottomana, per cercarvi dei col quale si procedeva alla coniazione delle
punti di appoggio e di riferimento. Quale sfor­ monete anche nella Reggenza. L’abbondanza
zo d’immaginazione richieda e quale delusio­ delle notizie confermanti tale disordine da una
ne riserbi, però, agli studiosi questa materia parte e la contraddittorietà di quelle sulle de­
si può intuire leggendo quanto sull’argomento nominazioni e sui ragguagli dall’altra, ci han­
hanno scritto persone che allo studio dell’isla­ no impedito di ricostruire integralmente, per
mismo e più specialmente a quello della nu­ tutti i periodi e per tutti i metalli, il sistema
mismatica musulmana hanno dedicato tutta la monetario della zecca da noi illustrata. Con la
loro attività, quali lo Stanley Lane-Poole, com­ scorta del materiale raccolto abbiamo affron­
pilatore del Catalogo delle monete musulma­ tato le principali questioni che si presentano
ne del British Museum. Egli, occupandosi dal punto di vista metrologico e parecchie ne
nella « Numismatic Chronicle » (39) dei pesi e abbiamo risolte; per le altre riteniamo di aver
delle denominazioni delle monete ottomane, già fatto abbastanza con l’averle proposte.
scrive infatti : « se vi è una seria difficoltà re­
lativa alle monete ottomane, questa è la loro Per procedere con ordine in una materia co­
metrologia», e altrove: ((sembra che i fun­ sì intricata, sottoponiamo ad esame i tre me­
zionari della Porta ignorino completamente la talli distintamente, premettendo le conclùsio-
storia del corso della moneta; nessun docu­ ni alle quali è pervenuto lo Stanley Lane-Poole
mento esiste e, infatti, la coniazione, come nell’articolo citato relativo alla monetazione
ogni altra cosa in Turchia, è stata sempre con­ ottomana ritenendo che esse costituiscano una
dotta in modo accidentale, trascurato e spes­ base indispensabile non solo per formulare,
so disonesto: un certo numero di monete do­ ma anche per comprendere le conclusioni che
veva essere coniato ad una determinata epo­ andremo a mano a mano esponendo.
ca e solo una certa quantità di biglione era
nelle casse dello Stato a tale scopo; in con­ Oro. — Il sultano ottomano che per primo
seguenza, la quantità dell’oro e della lega e il coniò monete d’oro è Mohammed II. Il pezzo
peso delle monete venivano aggiustate così da d’oro zecchino coniato dopo la cadùta di Co­
rispondere all’esigenza della situazione. 11 ri­ stantinopoli e datato dell’anno 883 (a. d. 1478)
fu detto a ltù n o su lta n i a ltu n , ma, dagli stra­
nieri specialmente, fu denominato se q u in per

- 127 -

evidente influenza della moneta veneziana. stituendone una varietà, porta soltanto una
Esso, però, ricevette altri nomi sotto l’influen­ tu g ra (monogramma del sultano che assume
za della monetazione di altri paesi, e così fu sempre una stessa forma caratteristica) nel suo
detto f im i (da fiorino) e a sh rà fi o s c e r if i: no­
me, quest’ultimo, accettato quasi universal­ D) e vien designato col nome di /ondu^/i.
Questi tipi rimangono pressoché inalterati fi­
mente nell’Africa del Nord e derivato dalla no all’anno 1203 dell’E. in cui salì al trono
Selìm III il quale operò una riduzione nel pe­
monetazione di Al Ashràf Barsbey, sultano so di quasi tutte le monete.

mamalucco d’Egitto (a. d. 1422-1438 = a. h. Anche anteriormente al 1223, e cioè al re­
825-842). gno di Mahmùd II, fanno la loro comparsa i
sottomultipli dei tipi sopra descritti. Si cono­
L'a ltu n , di oro zecchino, porta nel D), ol­ scono infatti : il 1/2 f o n d u t i di gr. 1.68 a 1.74 ;
tre il nome del sultano, la indicazione della il 1/2 m a h b u b di gr. 1.29; il 1/4 di fo n d u la li
città e la data e nel R), fino al 1050 dell’E. di circa gr. 0.83 e, secondo M. Bernard (42),
all’incirca (40), la formula che contrassegne­ anche il 1/4 di m a h b u b .
remo con la lettera A:
Sotto Mahmùd II i pesi dei diversi tipi di
(dàribu’ n-nadri sàhibu’ l-’izzi wa’ n-nasri fi’l- monete d’oro variano da periodo a periodo
barri wa’ 1-bahri) del suo regno. Le variazioni, secondo il Lane-
Poole, possono riassumersi come segue : (43)
e che significa: c o lu i c h e b a tte F o ro p u r o , il
Anni di regno Zer V* V* D oppio Vi
g lo rio so , il vitto rio so in terra e in m a re. M ahbub
1-9 Zer M ah- Zer M ah. Zer M ah. di fondukli
Verso il 1050 la formula suddetta viene so­ 1-18 2.43
stituita dall’altra che contrassegneremo con la 9-15 — — — —
lettera B: 9-13 —
15-20 — — — 0.83
(jUaL.il (jUaL.il (jlSL-J (jUaL 21-26 2.39 —
2-32 — — — —

1.10 ( 0.52 4.53 —
1.53 0.90 ( 0.3a2
1.75 0.83 — —
1*53 0.78
— —

— —

(sultànu’ l’-barrain wa khà qànu’ 1-bahrain as- Furono coniati anche multipli dello z e r
sultàn ibnu ’s-sultàn), m a h b u b e del f o n d u t i . Il British Museum
possiede doppi m a h b u b dei seguenti sultani,
e che significa : S u lta n o d e i d u e c o n tin e n ti, del peso a fianco indicato:
kha qàn d ei due m ari, su ltan o, figlio di sul­
Mahmùd — gr. 4.86-4.34-5.18.
ta n o . Otmàn III — gr. 4.98-5.24-5.31.
Mustafa III — gr. 4.60-4.72-4.86-5.18.
Il peso è di gr. 3.43, sia che porti la prima Abd el Hamid I — gr. 5.12-5.18 (44)
che la seconda formula, ma si notano leggere Selim III — gr. 4.21.
oscillazioni in più o in meno. Il diametro è di Mahmùd II — gr. 4.53.
circa mm. 20.
Il loro peso non differisce di molto, fa no­
Sotto Ahmed III (a. h. 1115-1143 = a. d. tare il L. P., da quello del vecchio m itq à l,
1703-1730) e più precisamente nel 1123 — di gr. 4.61 circa (45).
scrive sempre il Lane-Poole — vengono co­
niate neH’impero ottomano due nuove monete Esistono anche: un triplo z e r m a h b u b di
d’oro, una del peso di gr. 2.59 che fa la sua gr. 7.58 e un sestuplo z. m . di gr. 15.81, di
apparizione anche in Egitto nel 1143 e vien de­ Mahmùd I; un quadruplo z. m . di gr. 9.72 di
signata col nome di z e r m a h b u b (4I), l’altra Mustafa III e un pezzo ornamentale di Ahmed
dello stesso peso dell’dZtón o sce rifi (gr. 3.43), III con cerchio, del peso di gr. 28.51. Questi
ma senza alcuna formula. E mentre lo ze r esemplari, pur essendo multipli dello z. m .,
m a h b u b porta costantemente la formula B, il
nuovo pezzo che sorge accanto allo sce rifi, co­

— 128 —

come dimostra il peso, sono del tipo del fo n - come gli sce rifi o a ltu n fossero conosciuti an­
che col nome di seg u in ) altro non fossero che
d u k li, e cioè hanno la tu g ra senza alcuna for­ degli sce rifi del tipo sopramenzionato, special-
mula. mente perchè avevano un valore superiore agli
z. m a h b u b e il rapporto tra i ragguagli indicati
Se questi sono i soli dati raccolti con meto­ (110 e 130 parà) è molto prossimo a quello
do scientifico, sui quali noi possiamo fondar­ teorico tra z. m a h b u b e sc e rifi (gr. 2.59 e
ci, vediamo quali conclusioni possano trarsi gr. 3.43). Tale induzione riceve, nella sua se­
colla scorta di essi, dall’esame del materiale conda parte, conferma da un certificato dello
della zecca tripolina da noi raccolto, il quale, stesso Cancelliere del Consolato inglese (per
come abbiamo già notato, è di una scarsezza quanto di epoca posteriore) nel quale è scrit­
scoraggiante per il metallo più nobile. to appunto : « sc e rifi ossieno zecchini tripo­
lini ».
Le monete d’oro (descritte nella seconda par­
te dà questo studio) appartengono tutte al se­ L’ipotesi che col nome di Mustafa III non
condo periodo, dominazione dei Caraman- siano stati coniati dal Principe Alì ibn Mo­
li (45 bis). Risulta, per altro, che i sultani ot­ hammed Caramanli, dei m a h b u b , ma soltanto
tomani coniarono monete d’oro anche a Tri­ degli sc e rifi, è avvalorata da un altro docu­
poli d’Occidente, giacché lo Ziya ci dà nel
suo pregiato catalogo la descrizione di un a l- mento proveniente dallo stesso archivio del
tun (con formula A), coniato a Tripoli nel Consolato inglese. Il Cancelliere del Consola­
1078 (a. d. 1667) da Mohammed IV ibn Ibra­ to, Anthony Knecht, in un memoriale (Istru­
him (46). zioni sullo Stato di Tripoli) afferma che nel
1768 (a. h. 1182) il Pascià di Tripoli batteva
La moneta d’oro più antica da noi descrit­ tre specie di monete, e cioè : a z e c c h in i valuta­
ta (v. n. 215) col nome di Mustafa III (a. h. ti a 35 piastre, tim in dieci dei quali sono egua­
1171 = a. d. 1757) appartiene ad Ali Cara­ li a una piastra ; b o u rb , quattro dei quali sono
manli e noi ritieniamo si tratti di un scerifi eguali a un te m in ». E poiché il tim in (come
(nome tuttora vivo tra la gente del luogo-, per apprendiamo dallo stesso Cancelliere) era una
designare tale specie di moneta) con la formu­ moneta d’argento e il b o u rb una moneta di
la A, giacche il peso di gr. 3.30 (poco più bas­ rame, risulterebbe che a quell’epoca una sola
so di quello normale di gr. 3.43 perchè la mo­ specie di moneta d’oro venisse coniata dal Pa­
neta è leggermente logora ai bordi) non si scià e cioè lo ze c c h in o che come abbiamo vi­
concilia nè col tipo dello z. m a h b u b (gr. 2.59) sto, altro non era se non lo scerifi. Si aggiun­
che ha sempre, inoltre la formula B, nè con ga a ciò che nello stesso scritto è fatta distin­
multipli di esso. E* da notare, per altro, che zione tra monete battute e monete d’oro in
il diametro è maggiore di quello del tradizio­ circolazione e mentre tra quelle battute non è
nale a ltu n o tto m a n o (mm. 25 rispetto a mm. 20) menzionata se non una sola moneta d’oro e
e che il metallo non è più oro zecchino, ma cioè lo zecchino, nell’elenco delle monete d’o­
una lega di 22 k. circa. ro in circolazione trovano posto: lo z e c c h in o
=45 piastre; il m a h b u b - 30 piastre e il fo n ­
E’ dubbio se alla stessa epoca o preceden­ dulali =43 piastre.
temente si coniassero a Tripoli anche i ze r
m a h b u b . In un registro della Cancelleria del Pochi anni dopo, però, e precisamente nel
1187 (a. d. 1773), sotto lo stesso Pascià Alì
Consolato inglese (47), si trova sotto la data 6 Caramanli, compare anche a Tripoli il m a h ­
agosto 1754 (a. h. 1167) il seguente raggua­ b u b con la formula B e col nome del sultano
glio : a si ragguaglia sempre li zecchini ze r Abd el Hamid I, salito al trono in quell’an­
m a h b ttd i (sic) a piastre due o tre quarti di no. I due esemplari della raccolta che posso­
quaranta parà l’uno: li fo n d u h li piastre tre e no dirsi fior d i c o n io (v. n. 238-239) ci dànno
due terzi simili l’uno; li zecchini barbareschi il peso reale che è quasi eguale a quello teo­
piastre tre e un quarto di levante (48) l’uno ». rico (gr. 2.50 e 2.53). La lega, per altro è già
Dal quale ragguaglio si può essere autorizzati discesa a 18 k. Il primo accenno ai m a h b u b
a concludere che i zecchini z e r m h a b u d i ai quali locali, possiamo ritenere si trovi in un certi-
si accenna non fossero monete barbaresche o
tripoline, bensì dei m a h b u b egiziani o turchi

e che i zecchini barbareschi (abbiamo visto

— 129 -

ficato del Cancelliere del Consolato inglese in (gr. 2.39 secondo la tabella del L. P.) (51). Il
data settembre e ottobre 1779 (a. h. 1193) se­ titolo è molto basso. Essi sono da attribuir­
condo il quale lo zecchino z e r m a h b u b valeva si a Yusuf Pascià, ma pare, per altro, che
133 piastre di Tripoli (moneta ideale in conti­ non siano i primi coniati da questo Pa­
nuo cambiamento), mentre lo zecchino vene­ scià, giacché si rileva dalla storia del Rabbino
ziano ne valeva da 212 a 215. Un secondo Mordkai Cohen che Yùsuf fece coniare dei
accenno lo troviamo in una lettera scritta dal m a h b u b fin dall’anno 1210 (a. d. 1795) primo
Console danese in Tripoli al Barone di Rosen- del suo regno, dopo la fuga dell’avventuriero
crone. Ministro degli esteri a Copenaghen, il Ali Burgùl (20 gennaio 1795). A questo nuo­
6 marzo 1782 (a. h. 1196), nella quale è det­ vo m a h b u b il Pascià assegnò con un bando il
to : «I piatti d’argento che il Re di Danimar­ valore di 540 parà, mentre stabilì per il m a h ­
ca ha inviato in regalo al Pascià sono già stati b u b vecchio di suo padre (quello coniato nel
1187 col nome di Abd el Hamid), il valore di
tutti fusi e trasformati in danaro contante; e 480 parà. Questa nuova moneta, che doveva
per guadagnarci di più il Pascià ha ridotto i portare il nome di Selim III, non ci è perve­
zecchini z e r m a h b u b da 260 piastre che vale­ nuta.
vano a 180 piastre; il che ha prodotto una
grande rivoluzione nel commercio ». Col nome del sultano Mahmùd II (a. h. 1223
= a. d. 1808) Yùsuf Caramanli coniò anche
Con Selim III (a, h. 1203=a. d. 1789), es­ degli scerifi, i quali non sono che una ripeti­
sendo Pascià il penultimo e più popolare prin­ zione del tipo coniato dallo stesso Pascià col
cipe della famiglia Caramanli, Yùsuf, del qua­ nome di Selim III (v. n. 324), L’esemplare de­
le abbiamo già narrato come riuscisse ad eli­ scritto porta le date 1223 e 14 (a. h. 1236 = a.
minare con Tassassimo e con Tinganno i suoi d. 1821). Non possediamo ragguagli dell’epo­
due fratelli Hassen e Ahmed, continua la co­ ca per precisarne il valore; però lo stesso s c e ­
niazione degli sc e rifi o z e c c h in i tripolini (v. rifi coniato al nome dello stesso sultano sette
n. 289 e 293) i quali, a differenza degli seen- anni prima, veniva messo in circolazione per
fi di Mustafa III già esaminati, portano la for­ un valore che un bando del Pascià dell’8 mag­
gio 1815 (a. h. 1230) fissava in 7500 piccole
mula B e sono di peso alquanto minore (gr. piastre b u rb e (v. Rame), mentre il valore del
2.25 circa invece di gr. 3.43); e compare poi m a h b u b veniva, con lo stesso bando, stabilito
per la prima volta (per quanto ci consente in 5000 di dette piastre e quello dello zecchino
veneziano in 9000.
di affermare lo scarso materiale a nostra
disposizione) un sottomultiplo di esso, cioè Non ci sono pervenuti n u js s c e rifi o sotto-
il n u js s c e rifi o mezzo sc e rifi, dello stesso multipli del m a h b u b coniati da Yùsuf Pascià
col nome di Mahmùd II.
titolo e del peso, anch’esso ridotto, di gr. 1.55
(49). E’ di quest’epoca la testimonianza del A r g e n to . — Lo studio della monetazione
viaggiatore spagnuolo D. Badia y Leblich, che d’argento dal punto di vista metrologico è allo
ha pubblicato i suoi viaggi con lo pseudoni­ stato presente, ancora più complesso e difficile
mo di Ali el Abbàsi (50). Egli giunse a Tripo­ di quello relativo alla monetazione d’oro. An­
che per essa, quindi, è indispensabile far tesoro
li, infatti, il 9 novembre 1805 (a. h. 1220) e in dei dati raccolti dal Lane-Poole sulla metro­
quel tempo le monete d’oro correnti a Tripoli logia ottomana per procedere poi agli oppor­
erano, secondo quanto egli ci attesta: lo s c e ­ tuni raffronti colla scorta degli esemplari del­
la raccolta e delle notizie contenute nei docu­
rifi , il m e z z o s c e r if i e il m a h b u b tr ip o lin o . E menti esaminati. Per questo metallo le conclu­
mentre lo sc e rifi valeva 48 \h a m s in (moneta sioni non raggiungono neanche quel relativo
di cui ci occuperemo trattando delTargento) il grado di sicurezza, al quale siamo pervenuti
m a h b u b tr a b é ls i ne valeva 28. per Toro, e non ci sarà da stupirsi se nuovi da­
ti porteranno in esse delle variazioni anche
Per trovare altri m a h b u b dopo quelli già radicali. Una delle difficoltà maggiori consi­
presi in esame del 1887, dobbiamo giungere ste nella continua variazione del tipo e nella
al 1236 e al 1237, anni in cui furono coniati
i m a h b u b descritti ai n. 322 e 323 della rac­
colta. Il loro peso è di gr. 2.15; i due esem­
plari però sono bucati per cui può ritenersi
che il peso originario fosse alquanto superiore

— 130 -

più inverosimile oscillazione degli elementi neta d’argento, il p a ra , e questa, molto pro-
detta monetazione (peso e lega) anche in uno babilmenite (scrive il Lane-Poole) prese il po­
stesso tipo. Se a ciò si aggiunga che la pro­ sto dell'a k sc é h come moneta divisionaria del­
messa turca, come dice il Lane-Poole, (e noi la piastra, per cui da quell’epoca in poi è da
possiamo aggiungere a maggior ragione la pro­ badarsi più che al rapporto tra la piastra e
messa barbaresca) e l’adempimento turco non V a \s c é h , a quello tra la piastra ed il p a ra .
sempre sono termini corrispondenti, si com­
prenderà benissimo come spesso si debbano In principio pare che la piastra equivalesse
formulare conclusioni che sembrano un’offe­ a 20 parà; più tardi, essendo il parà deprez­
sa alla logica o ad un puro criterio scientifico. zato, ne occorsero 40 per una piastra; questo
rapporto rimase costante per molto tempo, e
I primi sultani ottomani coniarono soltanto noi lo troveremo per molti anni anche nella
monete d’argento, giacché, come sopra si è zecca di Tripoli. I multipli del parà furono i
detto, fu Mohammed II che iniziò la coniazio­ seguenti :
ne degli a ltu n d’oro dopo la caduta di Costan­
tinopoli. E il primo a coniare tali monete, che Besclik =5 parà (da besc =5)
furono dette a k s c é h o o tm d n i, fu Urkàn I Onlik=10 parà (da On =10)
(figlio di Otmàn I, fondatore della dinastia) On besclik=15 parà (da On besc=15)
nel 729 (a. d. 1329). L’a^scéh e i suoi multi­ Ighirmilik=20 parà (da Iermi=20)
pli (52) costituirono una monetazione semplice Otuzlik (54)=30 parà (da Otuz=30)
fino alla fine 'dell’ XI see. dett’Egira, quando, Ghersc (o piastra)=40 parà
sotto l’influenza del commercio con le nazio­ Altmisclik=60 parà (da Altmisc=60)
ni occidentali, s’iniziò nelle zecche ottomane Ikilik (doppia piastra)=80 parà (da iki =
la coniazione delle grosse monete a imitazione
dei più accreditati pezzi d’argento delle nar doppia [piastra])
zioni europee, e fra questi, specialmente, dei Yuzlik=100 parà (da Yuz=100).
talleri austriaci e dei risdollari tedeschi che i
Turchi conoscevano col nome di a s a d i g ru sc Come varia il peso di queste monete nei
(da g ro sch en o grossi come erano chiamati in vari periodi ? E’ questo il maggior problema
Europa). Fu Solimàn II, appunto, che nel della metrologia monetaria ottomana giacché
1099 (a. d. 1687) fece coniare le prime piastre soltanto dai pesi delle monete e dal rapporto
ottomane conosciute anch’esse col nome di con quello che ad una determinata epoca ha
g ru sc (plur. di ghersc). Tale moneta che è ci­ la piastra, si può dedurre il nome di ciascuna
tata da tutti gli Europei (storici, agenti conso­ specie. Il Lane-Poole ha compilato una tavola
lari, commercianti) col nome di piastra, deve dei pesi di molti esemplari di monete d’ar­
essere tenuta distinta dalla piastra ideale (mo­ gento nelle diverse epoche ; noi la terremo pre­
neta di puro calcolo) della quale si fa spesso sente per le considerazioni che faremo sulla
menzione nei documenti che prenderemo in monetazione d’argento delle città di Tripoli.
esame; su tale importante distinzione torne­
remo in seguito. Le più antiche monete della nostra raccolta
coniate sicuramente a Tripoli d’Occidente, so­
La piastra turca reale pesava originariamen­ no quelle descritte ai n. 1 e 2 del Sultano Mu­
te 6 dramme di gr. 3.079 e cioè gr. 18.42 cir­ rad III ibn Selim (a. h. 982-1003 = a. d. 1574-
ca, ed aveva un valore eguale alla piastra spa- 1595). Originariamente di forma rotonda, so­
gnuola o colonnato (53) e cioè di 5 franchi cir­ no state ridotte, per ragioni che ci sfuggono,
ca: vedremo come essa varia col tempo fino a forma rettangolare. Sono frammenti di mo­
a raggiungere il valore che le si attribuisce at­ nete, e il loro peso non ci può dare, pertan­
tualmente di 20 centesimi. Il rapporto tra la to, un elemento concludente anche perchè il
piastra e Vaì^scéh è variabile : mentre nei pri­ Lane-Poole, nella sua tavola, prende in esa­
mi tempi' 50 a \s c é h equivalevano ad una pia­ me la monetazione d’argento da Sulaymàn II
stra, nel 1138 (a. d. 1725) questa valeva 120 (a. h. 1099) in poi. Non pare probabile che
al^scéh. Ciò si spiega forse col fatto che circa siano degli a s c è t i tenuto conto del loro peso
la metà del sec. XVII era sorta un’altra mo­ originario che doveva aggirarsi intorno al
grammo.

- 131 —

Seguono le monete di Mohammed IV (a. circa gr. 0.25 ciascuna. Esse sono coniate al
h. 1058-1099= a. d. 1648-1687). Del periodo nome di Mahmud I (a. h. 1143-1168 = a. d.
intermedio di più di 100 anni nessuna mone­ 1730-1754) e portano la data 1144, anno in cui
ta d’argento è a noi pervenuta. Gli esemplari era ancora in vita Ahmed Caramanli. Fino
descritti ai n. 49 e 55 si aggirano intorno al a che non resti provato che il sistema mone­
pe§o di gr. 1.40, ma quello fotografato che è tario della Reggenza si rese indipendente da
di ottima conservazione raggiunge il peso di quello della metropoli, possiamo ritenere che
gr. 1.50 che possiamo ritenere sia il peso ori­ si tratti di tre a \s c é h . Dal Lane-Poole appren­
ginario. Poiché è da supporre che all’epoca diamo che un a \s c é h di Mahmud I, esistente
alla quale dette monete rimontano vigesse in nel B. M., pesa solo gr. 0.19, ma non cono­
Tripolitania lo stesso sistema monetario della sciamo dell’esemplare stesso lo stato di con­
Turchia, possiamo escludere che si tratti di servazione, mentre esemplari di a \s c é h di
a \s c é h che, sotto il regno di Otmàn II (a. Ahmed III raggiungono appunto il peso di
h. 1028) pesavano circa gr. 0.28 e verso la gr. 0.26. E’ da notarsi poi che il p a ra d’ar­
fine del regno dello stesso Mohammed IV cir­ gento di Ahmed III raggiunge i gr. 0.64 e
ca gr. 0.13, e ritenere, invece, che le monete quelli di Mahmud I vanno da 0.51 a 0.74, per
suddette siano dei multipli di a \ s c é h , forse cui si può escludere senz’altro che le tre mo­
o tm à n i (o decuplo d e\V al^scéh) sceso dal pe­ netine prese in esame siano dei p a r a . Non è
so originario di gr. 2.85 a quello di 1.50, in azzardata, invece, l’ipotesi che esse siano dei
relazione all’a^scéh che varia appunto da 0.28 n u js p a r ò e cioè dei mezzi p a ra e il loro peso
a 0.13 come abbiamo visto.
conforterebbe anche tale congettura.
Alla stessa specie appartengono le monete Nei suoi 40 anni di regno che vanno dal
tipo analogo e di eguale diametro, coniate da
Mustafa II (a. h. 1106-1115 = a. d. 1695-1703) 1167 al 1207 (a. d. 1756-1793), Alì Caraman­
delle quali quelle in migliore stato di conser­ li coniò monete d’argento col nome del Sul­
vazione non superano il peso di gr. 1.15. tano Abd ed Hamid I, datate 1187 e 1188.
L’esemplare datato 1187 e descritto al n. 240,
La monetazione del successivo Sultano, Ah­ del peso di gr. 17.15 è, per quanto si conosce,
med III (a, h. 1115-1143 = a. d. 1703-1730) è la prima moneta d’argento di grandi dimen­
molto meglio conosciuta dal punto di vista me­ sioni coniata a Tripoli. Essa rappresenta, se­
trologico, perchè il B. M. possiede la serie condo noi, là piastra coniata a somiglianza di
quasi completa delle varie specie coniate in quella ottomana, del peso teorico di gr. 18 1/2
Turchia, di ciascuna delle quali il Lane-Poole circa e non si allontana molto, per peso, da
ci dà il peso quasi approssimativo. Noi non quella coniata in Turchia dallo stesso Sulta­
possiamo però stabilire differenze o analogie no, della quale il Lane-Poole cita degli esem­
con la monetazione locale, perchè nessuna plari esistenti nel B. M., del peso di gr. 19.18-
moneta d’argento ci è pervenuta col nome di 18.68 e 17.62 (56). Con la data dell’anno 1° di
Ahmed III, mentre sarebbe stato, invero, as­ regno Alì Caramanli fece coniare altre due
sai interessante poter accertare se e in qual specie di monete d’argento, del peso di gr.
misura si operasse un cambiamento nel siste­ 15.60 e 7.60 a 6.05 rispettivamente (57), de­
ma monetario della regione contemporanea­ scritte ai n. 241-241 bis, che, per il peso cor­
mente al rivolgimento, politico che' appunto du­ rispondono alla z o lo ta o o tu zliìi = 30 para e
rante il regno di quel sultano, portò al pa­ all’onòesc/i^ = 15 para. Non è accertato per
scialato il capitano di cavalleria, Ahmed Ca­ altro che la denominazione turca fosse adotta­
ramanli, il quale si affermò di fatto, se non di ta integralmente per le monete coniate dai Ca­
nome (55), indipendente dal Sultano di Costan­ ramanli. Il Bonneville e M. Hortolan, citati
tinopoli. dal L. P., classificano come dei y ig ir m iliì%
equivalenti a 20 p a ra e quindi a 1/2 piastre,
Le prime monete d’argento che risultano degli esemplari coniati al nome di Abd el
coniate dai principi Caramanli sono quelle Hamid I, e del peso rispettivo di gr. 6,28 e
descritte ai n. 210-12. Monete estremamente 6.22. Il L. P. non escludendo Ferrare, pensa
sottili e di piccolissimo diametro che pesano, che la coniazione di tali pezzi possa rimon-
pur essendo in discreto stato di conservazione,

- 132 -

tare agli ultimi anni del regno di Abd el Ha­ me moneta effettiva fino alla istituzione del
mid I per una progressiva riduzione che trova nuovo regime monetario e cioè fino al 1260
riscontro nei pezzi della stessa specie coniati (a. d. 1844). Dell’esistenza di questa piastra
sotto il successivo sultano Selim IH, anch’es­ reale locale non troviamo accenni sicuri nei
si del peso di gr. 6.28 (58). documenti, se non molto dopo il 1187 (60),
mentre anche molto tempo prima ed intorno
Altre monete dello stesso periodo sono : a quest’epoca sono frequenti gli accenni a .
l’esemplare descritto al n. 241 bis del peso di una piastra che riteniamo sia quella ideale, la
gr. 4.60 da tipo identico a quello della pia­ quale vien detta « piastra o moneta di Tripo­
stra, che noi riteniamo possa essere 1/4 di pia­ li » come si rileva dai seguenti ragguagli, al­
cuni dei quali accennano esplicitamente a una
stra o o n lik (59); quello descritto al n. 243, di moneta di calcolo.
tipo diverso dalle altre monete finora esami­
nate, datato 1188 e del peso di gr. 2.90 che a. h. 1160 (a. d. 1747), zecchini tripolini 155 e
corrisponderebbe agli esemplari di b e s c li \ (5 piastre 12 che in tutto fanno piastre tripoline
para o 1/8 di piastra) citati dal L. P. (gr. 2.39 2918.15 (61).
e 2.26) e infine quelli descritti ai n. 242 e
242 bis, del peso di gr. 1.55 e 1.90 che po­ a. h. 1181 (a. d. 1767) piastre 4738 che sono
trebbero essere dei decimi di piastra battuti circa zecchini tripolini 100 (62).
in continuazione di quelli ai quali accenna il
Cane, del Consolato inglese. Elencando le a. h. 1190 (a. d. 1776) zecchino veneziano
monete battute dal Pascià qualche anno prima = piastre 68 moneta di Tripoli (63).
dell’assunzione al trono di Abd el Hamid,
e precisamente nel 1182 (a. d. 1768), il detto a. h. 1193 (a, d. 1779) a) zecchino z e r m a h b ù b
Cancelliere, infatti, menziona una moneta = 133 piastre di Tripoli, moneta ideale in
d’argento, la quale per altro non è se non continuo cambiamento.
« moneta di puro rame inargentato, mal bat­ b) zecchino veneziano = da 212 a 215
tuta e mal stampata, facilmente falsificabile » idem (<*).
equivalente a 1/10 della piastra. Tale moneta,
che egli chiama tim in (sic) e che serviva per e- a. h. 1196 (a. d. 1782) zecchino z e r m a h b ù b
seguire la maggior parte dei pagamenti, è la = 180 piastre mentre prima ne valeva 260
sola moneta d’argento che il suddetto funzio­
nario menziona come moneta battuta dal Pa­ n
scià. A distanza di pochi anni, per altro, e
precisamente appena assunto al trono il nuo­ Gli accenni alla piastra ideale negli anni
vo sultano, ben sei specie di monete d’argen­ successivi sono frequentissimi; da essi si de­
duce come e in qual misura la piastra ideale
to, come abbiamo visto, sono coniate a Tri­ variasse. Tra i più interessanti citiamo la re­
poli dallo stesso principe Alì Caramanli. Del lazione, già ricordata, di Alì el Abbàsi, il
quale attesta che nel 1220 (a. d. 1805) il m a h -
tim in , coniato sotto il regno di Mustafa III, b o u h (sic) tr a b e is i valeva 28 khamsin, e un
non c’è pervenuto alcun esemplare. khamsin valeva, come dice il suo nome, 50
piastre, «moneta ideale», per cui il m a h b ù b
Prima di passare all’esame della moneta­ equivaleva a 1400 piastre; così anche da una
zione d’argento al nome del Sultano Selìm IH lettera del Console francese del 12 marzo 1820
dovuta al penultimo principe Caramanli, Yu­ (a. h. 1235) dalla quale riportiamo i seguenti
suf Pascià, è opportuno fissare la distinzione brani : « Tous les droits sont payés en mionnaye
tra piastra reale e piastra immaginaria, o mo­ du pays. Les monnayes étrangères sont regar-
neta ideale di puro calcolo. Varie sono le fon­ dées comme marchandises et leur valeur rela­
ti che a tale distinzione accennano. Nel 1182 tive a suivi la progression de l’altération de
(a. d. 1768) il sopracitato Cancelliere afferma celle du pays. Rien n’égalè le desordre où
che la piastra era una « moneta immagina^ s’est laissé entrainer le chef de cette Regence
ria » ; noi abbiamo visto però che cinque anni à cet egard par le mal entendu d’un intérèt
più tardi, e cioè nel 1187, veniva coniata una momentané. Il en resuite que la P ia s tr a fo rte
moneta che si deve ritenere fosse la piastra
reale simile a quella turca che si mantenne co­

- 133 —

qui, il y a quatre ans, equivalait à quatre mil­ un peso molto prossimo a quello del nostro
le petites piastres idéales, est successivement esemplare, e cioè gr. 12.21, come si rileva
dalle tavole del Lane-Poole, essendosi veri­
arrivée à vingt quatre et à vingt cinq mille ». ficato, coll’avvento al trono di Selim III, una
« En sorte que Ton n’entend parler dans les sensibile riduzione nel peso di tutte le monete
marches à Tripoli, que par mille, cent mille, di metallo nobile dell’impero ottomano (68).
millions, etc», f66). Per quanto riguarda la seconda e la terza spe­
cie, non è improbabile che esse comprendano
I rapporti tra dollaro spagnuolo, piastra rispettivamente le monete che qualche anno
reale e piastra ideale, negli anni dal 1236 (a. più tardi sono menzionate nei documenti, col
d. 1821) al 1241 (a. d. 1826) possono seguirsi nome di B u \h a m s ìn o k h a m s in e di n u fs (me­
nella seguente tabella composta sui ragguagli tà) k h a m s in . A queste monete accenna per
dei Registri della Missione Francescana. primo Ali el Abbàsi nella relazione del suo
viaggio già citata, la quale risale appunto al­
D A TA V alore del V alore V alore del l’anno 1220 (17° di regno di Selim III) e, più
dollaro sp a­ d ella dollaro sp a­ tardi, nel 1225 anche ad esse si riferiscono i
p iastra calcoli dei Padri Francescani.
g n u o lo in re a le in g n u o lo in
p iastre reali p iastre p iastre ideali I ragguagli rollativi all’epoca presa in esame
id eali sono i seguenti :

1 Maggio 1821 (a. h. 1236) 7 */, circa 9000 40.000 Dal « Libro delle spese della Missione Fran­
27 Luglio 1824 (a. h. 1239) 12 9000 108.000 cescana » :
Settembre 1824 (a. h. 1240) 16 9000 144.000
1 Ottobre 1824 (a. h. 1240) 18 9000 162.000 11 ott. 1805 (a. h. 1220): ((Spesi pezzi duri
Dicembre 1824 (a. h. 1240) 20 9000 180.000 di Spagna n. 90 che fanno g ru sc del paese
Agosto 1825 (a. h. 1241) 45 9000 405.000 di 40 parà l’una 731 e parà 10».
Settembre 1825 (a. h. 1241) 60 9000 540.000 Ragguaglio: 1 d. ==p.e 8 e p.à 5 = p.à 325
Luglio 1826 (a. h. 1241) 2.295.000
255 9000 Luglio 1806 (a, h. 1221): «Spesi pezzi duri
25 1/2 che in moneta di questo paese sono
Le monete d’argento della raccolta coniate piastre 191 e parà 10».
col nome del Sultano Seiim III sono dovute Ragguaglio: 1 d. = p .e 7 e p.à 20 = p.à 300
tutte a Yùsuf Caramanli perchè coniate dal
1210 in poi, anno in cui i principi Caramanli Agosto e sett. 1806 (a. h. 1221): «Spesi pezzi
s’insediarono nuovamente a Tripoli dopo es­ duri 22 e 34 parà che in moneta di' questo
serne stati scacciati da Ali Burgul che vi ti­ paese sono piastre 165 e parà 34 ».
ranneggiò per circa due anni (67). Ragguaglio: 1 d. = p.e 7 e p.à 20 = p.à 300

Le monete che risultano coniate dal 1210 Genn. 1807 (a. h. 1221): «Spesi pezzi duri
al 1213 (n. 294 a 305) possono classificarsi in 12 e 297 parà eguali a piastre di 40 parà
tre gruppi, costituenti ciascuno una specie di­ l’una 97 e 17 parà ».
versa. La prima specie è rappresentata dal- Ragguaglio: 1 d. = p.e 7 e p.à 20 = p.à 300
resemplare descritto al n. 300, del peso di
gr. 11.90; la seconda comprende gli esempla­ Marzo 1807 (a. h. 1222): « Spesi 37 pezzi duri
ri che pur avendo lo stesso diametro, ed es­ colonnati di Spagna e 284 parà, che sono
sendo dello stesso tipo, variano da gr. 1.95 a piastre 353 e 39 parà ».
gr. 3.25; la terza è rappresentata dairesem- Ragguaglio: 1 d. = p.e 9 e p.à 15 = p.à 375
plare descritto al n. 305 del peso di gr. 0.85.
Quale il nome di queste monete e in che rap­ Sett. 1807 (a. h. 1222) «Spesi 5 pezzi duri e
porto stanno tra di esse ? Può ritenersi per 325 parà che sono piastre 55 ».
certo che l’esemplare della prima specie, del­ Ragguaglio : 1 d. = p.e 9 e p.à 15 = p.à 375
l ’anno 1210-11 (anno 8° di regno) rappresenti
la piastra reale che succede a quella di Abd
el Hamìd sopradescritta; in Turchia la pia­
stra coniata al nome dello stesso Sultano ha

— 134 -

Dalla relazione di Alì el Abbàsi si rileva Gli esemplari della raccolta possono rag­
che le monete correnti in Tripoli nel 1220 (a. grupparsi come appresso : (69bis).
d. 1805) erano le seguenti:
Anno di Peso T ito lo N®
Argento : regno della raccolta

a) Y u s ltk = 10 h a m is s in n (sic) 3 12.25 268 325

b) T s e a o u t (sic) h a m is s in n = 9 h a m m is - 1 0 12.15 2 2 2 337 we
sin come indica il nome.
1 3 11.70 322 338
c) H a m is s in n o b u h a m is s in n : è l’unità
monetaria e la moneta più comune in circo­ 14 12.15 237 339
lazione. 26 h a m issin valevano allora 1 piastra
di Spagna (69). 17 7.30 242 349

d) N o s (sic) h a m is s in n - metà del h a m is ­ 18 7.40 188 353
sinn come indica il suo nome.
2 0 12.20* - 8.60 - 7.20 * 64 360 a 362
e) P a r a : 12 parà e 1/2 fanno un h a m is s in n .
2 2 9 .2 0 * -9 .0 5 -8 .7 0 -8 .0 5 * 198 381 a 384
Ali el Abbàsi continua : « La valeur respec­
tive de ces espèces est assujettie aux caprices 2 4 10.05* - 10.30* - 9.40 *242 - *238 3 8 5 -3 8 6
du moment ; en sorte qu* il y avoit, à cette
epoque, des paras de bon argent en circula­ 2 5 10.05* - 9.10* - 8.20' * rame ' 268 389 a 3904
tion qui avoient exactement le mème poids 8.80 - 8.00
que les paras de cuivre, et cependant les uns
et les autres avoient la mème valeur represen­ Delle monete che pur appartenendo al tipo
tative de douze paras et demi pour un h a m is ­ delle piastre non entrano agevolmente nella
sin n ».
categoria delle stesse per il loro peso di molto
E’ rilevabile il fatto che Ali el Abbàsi nel- inferiore a quello medio degli esemplari so­
l’elencare le monete d’argento correnti a Tri­ pra elencati, riteniamo possano formarsi due
poli nel 1220 non menzioni la piastra reale o specie distinte : la prima comprende esempla­
g h e rsc , della quale esistono nella raccolta e- ri dai 3 (ed anche meno quando la moneta è
semplari del 1211 e del 1226. Nè crediamo logora) ai 5 grammi ; la seconda comprende
possa dubitarsi dell’esistenza di questa mone­ quelli da gr. 1.20 a 2.60. E’ incerto se esse rap­
ta all’epoca in questione, perchè nei loro rag­ presentino dei sottomultipli della piastra e cioè
guagli i Missionari Francescani accennano al­ la 1/2 e il 1/4 di piastra cui accennano i vari
le piastre come monete effettive e altrove an­ documenti, oppure alcune (e specialmente quel­
notano delle spese fatte precisamente nell’an­ le degli anni 15-16-17 e 18) siano anch’esse
no 1220 (sett. 1805) in « piastre del paese di delle piastre di quelle emissioni che si succede­
40 parà l’una ». vano a brevi intervalli nei periodi di maggiore
crisi, quando la piastra si deprezzava così ra­
Passando alla monetazione del Sultano pidamente che in uno stesso anno (vedi special-
Mahmud II (a. h. 1223-1255 -= a. d. 1808- mente il 18° di regno) il corso del colonnato ve­
1839) con la quale si chiude la monetazione niva fissato successivamente a 45-60 e poi a
antica e quella della zecca di Tripoli, inizian­ 255 reali o piastre effettive. Noi riteniamo
dosi nel 1255 la monetazione a conio mecca­ che siano realmente dei sottomultipli della
nico unico, notiamo subito come continua la piastra gli esemplari degli anni 24 e 25, men­
emissione su larga scala di quei pezzi che si
aggirano intorno ai 12 gr. e che deve ritenersi tre manteniamo dei dubbi circa l’entità di
rappresentino i g ru sc o piastre alle quali d’ora quelli di maggior peso degli anni 15° a 18°.
in poi i documenti accennano con grande lar­ Gli esemplari suddetti sono*raggruppati nelle
ghezza. seguenti tavole.

la SPECIE

Anno Peso T ito lo N.w

1 5 3.80 - 3.25 - 4.20 della raccolia
16 2 .9 0 -3 .1 0 - 2 .9 5 -2 .1 5
340 a 342
2.45 - 2.00 343 a 348
17 3.75
2 1 4.60 - 5.00 350
25 4.30 - 4.30 - 4.60 374 - 375
391 - 392

- 135 —

2a SPECIE Una lettera del Console Inglese, James Son-
nerville, al Governo Portoghese, del 2 dicem­
Anno P e so T itolo N .° bre 1813 (a. h. 1228 - 6° del regno di Mahmùd
d elia racco lta II) ci informa, per altro, che in queH’anno il
17 2 . 2 0 - 1 . 2 0 rapporto tra le monete correnti era il seguente :
2 1 2.60 - 1.95 - 2.15 - 1.95. 351 - 352 10 parà = 1 buhamsin (sic) ; 10 buhamsin = 1
24 1.95 - 1.95 - 2.00 376 a 378 uslik; 6 uslik = 1 pezzo di Spagna, e che le
387 - 388 monete più correnti erano le pezze di sei, otto
e ventiquattro buhamsin. La notizia non fa
Accanto a queste monete dii tipo uniforme, che aggravare l’incertezza sulla identità del
che hanno cioè nel diritto la formula B) con pezzo sopraindicato, giacche, data l’inosser­
l’anno di regno sulla terza riga e nel rovescio vanza della proporzione nel rapporto tra i pesi
una tu gra nella parte superiore e li’indicazio­
ne della zecca e dell’anno nella parte inferio­ ci si domanda se per caso esso non possa es­
re, fanno la loro apparizione, daH’anno 10° sere anche la pezza di 24 b u \h a m s in , conosciu­
al 22°, delle monete di tipo diverso con la sola
ta. col nome di btxinasc.
tu g ra da un lato e Findicazione della città e
della data dall’altro, le quali, anche per il Sulle monete correnti non troviamo altre
loro peso non entrano agevolmente nelle tre notizie prima dell’anno 13° di regno, del quale
categorie sopradescritte. anno (1 ottobre 1820 = a. h. 1235) è una let­
tera del Console inglese, Warrington, al Co­
Questo raggruppamento di monete, secon­
do il tipo ed il peso tion corrisponde, quasi lonia! Office di Londra, con la quale si ac­
certamente, ad una differenziazione esatta di compagna l’invio delle nuove monete emesse
specie; d’altra parte la monetazione di questo
periodo è così variata e, per quanto risulta dal Pascià e rappresentanti la 4a, la 8a e la 10a
dai documenti, così sottoposta ai capricci del
parte del dollaro. L’esemplare della raccolta
Principe o alle vicende economiche del mo­
mento, che non si può, allo stato presente, ten­ coniato nell’anno 13° (n. 338) si ritiene sia ap­
tare una differenziazione diversa senza perico­
lo di travisare la realtà storica. punto la piastra emessa a 4 per dollaro spa-
gnuolo.
Per queste ultime monete abbiamo compi­
lato la seguente tabella: Più tardi, e precisamente nel 1243, troviamo
menzionate nelle Relazioni commerciali del
Anno P eto T itolo N°
d ella racco lta Console inglese, delle nuove monete coniate
1 0 4.65 - 3.65 - 3.65 - 3.15
4.50 - 4.55 - 2.45 - 4.20 327 a 337 nell’anno 21° di regno di Mahmùd II. Di esse
3.45 - 4.55 - 5.85 n la prima che l’8 gennaio 1828 correva da p o ­
354 ch e settimane doveva portare Findicazione
19 4.30 dell’anno 20° di regno, giacche il 21° era co­
minciato il 23 dicembre 1827 e quindi soltanto
Dello stesso tipo (con la sola tu g ra da un d u e settimane prima dell’accenno in questio­
lato) troviamo per la prima volta sotto Yùsuf ne. Essa era designata col nome di ’a d lia ,
Pascià una moneta di grandi dimensioni e del ed ebbe un valore originario di 1/3 o 1/4 di
dollaro. Rapido, però, ne fu; il deprezzamento
peso di gr. 24.50 (anni 4° e 5° di regno di Mah­ tanto che dopo poche settimane dall’emissio­
mud II, n. 326 e 326 bis) che non può essere ne, se ne richiesero 28 per 1 dollaro spagnuo-
se non un multiplo della piastra o del bul^ham - lo. Non è improbabile che essa sia rappre­
s in . Ove la proporzione tra i pesi fosse rispet­ sentata dall’esemplare descritto al n. 365, co­
niato appunto in quell’anno, di titolo molto
tata, potrebbe trattarsi del y u z lf y corrispon­ basso, reso bianco dalla presenza dello stagno
dente a 2 piastre e 1/2 (100 parà) ed equiva­ nella lega.

lente verso il 1225 appunto (v. ragguagli pre­ Nello stesso anno 21° di regno fu: emessa
cedenti) ad un 1/4 di colonnato o a 10 bu fyh am - una moneta argentata detta i s l i \ , sei delle
quali, in origine, equivalevano ad 1 dollaro.
sin , che circolava certamente nel 1220, se­ Questa moneta non ha nulla di comune col
condo la testimonianza di Ali el Abbàsi. yu zlify del 1225. Essa dovette avere grande

- 136 —

diffusione, almeno nell’anno in cui fu conia­ Abbiamo escluso, dai raggruppamenti fino­
ta, perchè nelle Relazioni sopracitate, i conti ra fatti, due specie rappresentate da molti
esemplari degli anni 19° e 20° di regno. Essi
sono fatti tutti a base di is l i\ . Il suo deprez­ hanno tutti tracce di doratura a fuoco ed imi­
tano nel tipo e nel peso gli uni lo sc e rifi e gli
zamento arrivò sino al punto da richiedersene altri lo z e r m a h b u b coniato a Costantinopoli
da Mahmud II nell’anno 15° di regno, così da
8000 per 1 dollaro, e poiché si tratta di mo­ legittimare il sospetto che essi fossero in cir­
neta che aveva soltanto la patina d’argento, colazione come monete d’oro. Non si hanno
essa potrebbe essere rappresentata dall’esem- m.otivi sufficienti per ritenerli prodotto della
falsificazione privata, perchè non è provata
plare descritto al n. 373, per tipo e dimensio­ l’esistenza di un tipo identico, genuino; ad
ne diverso dalle altre, che all’analisi chimica ogni modo per la perfezione del conio (spe­
cialmente per il secondo tipo) tenderemmo ad
si è rivelato contenere soltanto delle tracce di escludere tale ipotesi. E’ da notare poi che il
argento (36/1000). titolo dell’argento (forse perchè altrimenti la
doratura non sarebbe rimasta salda) è di 530
Coll’indicazione dell’anno 21° di regno, fu­ e 350 circa rispettivamente, mentre la lega di
rono coniate anche: la moneta designata col tutte le altre monete coniate nella stessa epo­
nome di re a l al corso di 4 per dollaro; la ca è molto più bassa.

p ia s tr a emessa a 5 per dollaro e il g h e r s c di Le due specie sono rappresentate dagli e-
buona lega, col quale si riuscì a mantenere semplari qui sotto raggruppati :
invariato per oltre 5 mesi il corso dei dolla­
ro. Portando la nostra attenzione sugli esem­ Anno Peso N°
plari descritti ai n. 374 a 379 coniati nell’an­ d elta racco lta
no 21°, non sembra azzardata l’ipotesi che il
a. 19 2.70; 3.05; 3.10; 3.05; 3.10 355 a 359
primo rappresenti il r e a l, la seconda la p ia ­
stra , il 378 e 379 la 1/2 piastra, il 376 e il 377, a. 20 2.25; 2.60; 2.35; 2.35; 2.25; 2.10; 2.15 366 a 372
dei quali il primo contenente una maggiore
quantità d’argento (319/1000) il g h e rsc (o una Altre monete escono dai tipi e dalle cate­
frazione di esso dato il peso ridotto), cinque gorie sopra esaminate. E sse sono: due mo­
nete di piccole dimensioni degli anni 21° e
dei quali equivalsero, per molti mesi, a 1 dol­ 25° di legno (n. 373 e 393) e due monete sen­
laro spagnuolo. E’ vero che secondo) le sopra- za indicazione dell’anno di regno (n. 394 e
citate Relazioni del Console inglese si diceva, 395).
subito dopo l’emissione del g h e rsc , che que­ Un’altra specie di moneta detta za lta (cor­
sto contenesse il 75% d’argento e che la lega rispondente alla z o lo ta o o tu z li\, che equivale­
dell’esemplare descritto al n. 376 è ben lonta­ va a 30 parà o 3/4 di piastra) fu emessa dal Pa­
na dal raggiungere questo titolo, ma non bi­ scià il 14 gennaio 1831 (a. h. 1246 - 24° di re­
sogna dimenticare quanto si è detto ali prin­ gno) P2). Non abbiamo elementi per identifica­
cipio di questo capitolo circa le premesse dei re in qualcuna delle monete coniate nell’anno
governanti ottomani. Si aggiunga a ciò la pos­ 24° la moneta suddetta.
sibilità di un progressivo peggioramento della
Ultima della serie delle monete d’argento
lega, dopo la prima emissione, nonché la dif­ coniate a Tripoli è quella descritta al n. 396
ficoltà da parte degli orefici di stabilirne con coniata da Negèb Pascià senza il consenso del
precisione il titolo (7I) e si arriverà a ritenere Sultano, lo stesso anno in cui restaurò a Tri­
attendibile l’ipotesi da noi avanzata. poli la piena dominazione ottomana. Essa è
del peso di gr. 6.85 e molto probabilmente è,
Le emissioni di nuove monete per gli anni la moneta che sostituì la piastra di Yusùf Pa­
dal 23° al 25° (ultimo di coniazione per le mo­ scià. E’ notevole che essa porta nel campo la
nete d’argento) si possono seguire nella ta­
vola delle variazioni sopra riportate. Come parola (argento) essendo il titolo della

specie pare assodato che non venissero emes­ lega salito a circa 400/1000, così come quella
se altro che piastre e sottomultipli (1/2, 1/4,
1/8); i pezzi segnati con tali anni quindi, sono
facilmente identificabili.

— 137 —

di rame, coniata dallo stesso Negèb Pascià, Le più antiche monete di rame coniate a
Tripoli sono di una sola specie, di dimensioni
porta la parola (rame). ridotte e piuttosto spesse. Con Mohammed
IV, però, comincia a notarsi la contempora­
I ragguagli relativi a quest’ultimo periodo
nea circolazione di due tipi di cui l’uno può
che comincia coll'assunzione al trono di Mah­ essere considerato, per peso e diametro, il
mud II (a. h. 1223) e tratti dal Libro delle spe­ doppio deH’altro (v. n. 56 e 120).
se della Missione Francescana sono i seguenti :
Sotto Ahmed III si inizia la monetazione del
a. h. 1223 (a. d. 1808) «Spesi pezzi duri 19 2° periodo e anche per questo non si hanno
che sono p.e 182 e para 33. nei primi anni che due soli tipi. La scarsezza
di varietà nella monetazione di rame si nota
Ragguaglio : 1 p. d. = p.e 9 e p.à 25 = p.à 385 anche sotto Abd el Hamìd, durante il pascia­
lato di Ali Caramanli), e solo verso la fine
a. h. 1224 (a. d. 1809) «Un paio di lenzuola
iu silich (sic) 10 eguali a pezzi duri 2 1/2. del dominio di questo principe, durante il sul­
tanato di Selim III, comincia a notarsi una se­
Ragguaglio: 1. p. d. = 4 y u z lik ; 1 y u zlilz rie di tipi abbastanza numerosa, dei quali
= p.® 2 e para 16. qualcuno, per altro, è sicuramente dovuto al
figlio di Ali, Yusuf Pascià, che lo coniò nei
a. h. 1225 (a. d. 1810) «Per un barracano di primi anni del suo governo.
lana speso iu s ili\ 18 e cioè pezzi duri 4 1/2.
Le notizie d’indole metrologica relative al­
Ragguaglio: 1. p. d. = 4 y u z lil la monetazione di rame di questo secondo pe­
riodo, sono scarse. Accennando alle monete
a. h. 1225 (marzo 1810) «Spesi iu s ili\ 20 coniate nel 1182 dell!*E. il Cancelliere del Con­
= p. duri 5. solato inglese menziona, dopo lo zecchino
d’oro e il tim in di rame argentato, una mo­
Ragguaglio: come sopra. neta che doveva essere di rame e cioè il b o u rb
(che sta certamente per b u a rb a a , e significa
a. h. 1225 (maggio 1810) «Spesi iu s ili\ 23,
B o c . (per B o c a m s in o B u \Y ia m sin ) 4 » e « in ­ ((padre di 4 » ossia equivalente a 4 piastre idea­
silila 9, b o c . 6, iu s il (sic) in tutto 33 che sono li o a 1/40 di piastra effettiva). Che con questo
pezzi duri 6 b o c . 42.
nome venisse designata una moneta di rame
1. ° Ragguaglio: 1 y u z . = 10 bxxkh am sìn . lo dimostra il fatto che anche in Tunisia, nel­

2 . ° Ragguaglio: 1 p. d. = 4 y u z , e 8 la stessa epoca, le monete di rame della stes­
= 48 b u \ h . sa specie di quelle coniate a Tripoli, venivano
dette appunto b u rb e (74). In sostanza esse ave­
R a m e . — La monetazione di rame non of­ vano il valore del p a rò (1/40 di piastra reale)
fre dal punto di vista metrologico I*interesse e probabilmente erano le monete che con lin­
degli altri due metalli. Per quanto il materia­ guaggio magrebino venivano denominate
le raccolto sia abbondantissimo e possa dirsi b u rb a a , e più tardi vennero designate col nom­
quasi completo per il 2° periodo, non trovan­ ine turco di p a ra .
dosi da molto tempo dei tipi nuovi, lie notizie
che ad esso si riferiscono nei documenti so­ Nel 1220 delT’E., secondo l’attestazione di
no scarsissime. Non se ne ha nessuna relati­ Alì el Abbàsi, non v’erano in corso a Tripo­
vamente alla monetazione dei Sultani, ante­
riore alla dominazione dei Caramanli. Si sa li altre monete oltre il p a ra dei quali 12 1/2
soltanto che le monete di rame erano designa­ equivalevano a 1 \h a m s in (v. argento) e il
1\2 p a ra , la più piccola specie di moneta cor­
te col nome generico di m a n g h ir (^l* ), che rente. Da questo ragguaglio si desume che
anche nel 1220 il p a ra equivaleva a 4 piastre
furono introdotte da Murad I (a. h. 761-792 ideali.
= a. d. 1360-1389) e che rimasero nel rap­
porto da 8 a 1 con V afyscéh nei primi tempi, Con l’assunzione al trono di Mahmud II si
e poi discesero fino al rapporto da 16 a 1 (73). hanno tipi nuovi e vari. I primi anni sono rap­
presentati da monete di peso e dimensioni

— 138 —

quasi uniformi e possiamo esser sicuri di tro­ meri 477, 508, 538, 541, 546, 557, 632, 656;
varci di fronte ai p a rò di rame; negli ultimi dei quali ci sfugge il nome (75).

i tipi variano, come si può desumere dalla I rapporti tra la piastra e il p a rò , nonché le
descrizione della raccolta, ogni anno e più varie emissioni di p a rò negli ultimi anni in cui
volte in un anno, ma non subiscono, dal pun­ le fortunose vicende politiche della Reggenza
consigliavano il Pascià a cambiar frequente­
to di vista metrologico grande oscillazione. mente moneta, possono seguirsi sia nel Dia­
Non pare possa dubitarsi, per altro, che al rio del Cancelliere del Consolato inglese, che
nome di questo ultimo sultano fossero conia­ nei registri della Comunità israelitica.
ti multipli e sottomultipli del p a ra come si
può rilevare osservando i tipi descritti ai nu­ Guido Cimino.



NOTE

(1) L a ra c c o lta illu stra ta in q u e sta m o n o g ra fia fu d o ­ (10) G li E b rei, che e ra n o stati p a rtico la rm e n te an g ariati,
nata dall*A. al M useo di T ripoli quando egli, in seguito ne celebrarono la fuga e istituirono una festa p er Tanni-
a grave lutto dom estico, fu costretto ad abbandonare la v e rs a n o d e ll’a v v e n im e n to (29 T e b a t).
C o lo n ia .
(11) H . LaVOIX : C a t a lo g u e d e s m o n n a i e s m u s u l m a n e s
N ella trascrizione delle parole e frasi arabe, in m an­ d e la B ib lio th è q u e N a tio n a le . - Im p rim erie N at., Paris,
canza di segni tipografici particolari, si sono usati i ca­ 3 voi. Prefazione al voi. II.
ra tteri co m u n i te n e n d o conto, p e r il letto re p ro fan o , d ella
trascrizione tradizionale, specialm ente per i nom i propri. (12) V . voi. II, n . 975 e 976. A lc u n i e sem p lari d i q u e ­
ste m o n e te d ’o ro so n o in n o stro p o ssesso e s a ra n n o p u b ­
(1-bis) L a z e c c a d i T r ip o li d ’O c c id e n te n e ll’o p e r a d i M . b lic a ti c o n la d e sc riz io n e d i u n ’a ltra ra c c o lta a ttu a lm e n te
VALENTINE - a R iv . Ita l. d i N u m is m a tic a » , a . XXIX, 1916, in form azione : quella dei d in a r delle dinastie m usul­
n. II ; — L a z e c c a d i T r ip o li d ’O c c id e n te s o tto il d o m in io m a n e d e ll’A fric a d e l N o rd .
d e i C a r a m a n li - Id ., a . 1916, n . IV .
(13) W . H . VALENTINE: M o d e r n c o p p e r c o i n s o f t h e
(2) P a rtic o la ri rin g ra z ia m e n ti d e b b o al D ott. T o sc h i il M u h a m m a d a n S t a t e s - S p in k & S o n - L o n d o n , 1911.
q u a le a tte n d e , p e r in c a ric o d e ll’ufficio p o litic o m ilita re ,
alla com pilazione di una storia della dom inazione dei (14) I. N e u m a n n : B e s c h r e ib u n g d e r b e \a n n te s te n K u p -
C aram anli. jerm iin zen .

(3) N e lla c a te g o ria d e lle m o n e te d ’a rg e n to a b b ia m o (1 5 ) V . a r t . a L a z e c c a d i T r i p o l i » n e l l ’o p e r a d i M .
com preso an ch e le m onete di biglione, e cioè d i titolo V a le n tin e , g ià citata.
m ollo basso.
(16) L o s t e s s o V a le n tin e p u b b lic a l ’id e n tic o e s e m p la re
(4) N a rra n o i v e cc h i in d ig e n i c h e a tale m ez zo si ri­ tanto nel capitolo della T u rch ia quanto in quello di
corse dopo la scoperta di un a fabbrica di m onete false T ripoli. T ale m oneta è descritta nella nostra raccolta
che ebbe per conseguenza una severa condanna dei tra i tip i d u b b i (v. n . 4).
colpevoli.
(16-bis) P o sterio rm en te alla com pilazione d i q u esto a r­
(5) P . M a sso n : H is to ir e d e s éta b lissem en ts e t du com ­ tic o lo sia m o v e n u ti in p o ssesso d i u n a m o n e ta d ’o ro d e llo
ste sso s u lta n o M u rà d III ib n S e lim c h e p o rta a n c h ’essa
m erce fran gais d a n s VA friq u e b a rb a re sq u e - Paris, 1913, la d a ta 982. E* q u e sta , p e rta n to , la p iù a n tic a m o n e ta
d ’o ro c o n ia ta a T rip o li e a n c h ’essa fa rà p a rte d e lla c o l­
p a g . 168. lezione p er donazione successiva dello scrivente al M.°
delle Colonie.
(6) :F e r a u d A n n a l e s T r i p o l i t a i n e s - R e v u e A f ric a in e ,
n . 139, 1883. (17) L ettera d el C onsole Inglese al G overno P o rto ­
g h e se , d e l 2 D ie. 1813 (a. h . 1228). - A r c h i v i o C o n s . I n g l .
(7) L i b r o v e c c h i o - R e d a tto d a i P re fe tti A p o sto lic i
d e lla M issio n e F ra n c e sc a n a , rico p iato d a ll’o rig in a le m a ­ (18) M e m o r i e d e l R a b b i n o M o r d in a i C o h e n , s o p ra cit.
noscritto d a l P . C o stan zo B ergna d i C a n tù n e l 1915.
Inedito. (19) D i a r i o d e l C a n c e l l i e r e d e l C o n s o l a i o B r i t a n n i c o -
L u g lio 1779 (a. h . 1193).
(8) M e m o r i e d e l R a b b i n o A b r a h m K h a l f o u n , c o n se r­
vate e com pletate dal R abbino M ordekai Cohen, delle (20) R i v . d i n u m . , g ià cita ta . Il su p p liz io co n sistette
quali ci ha dato un sunto lo Slousch nella « R evue du nel fare u n g e re d i m iele il m alc ap ita to e b reo e farlo
m o n d e m u s u lm a n a - voi. V I, S e tt., O tt., N ov. 1908 e d esporre alle m osche in luogo pubblico.
ha preparato una traduzione italiana di prossim a pubbli­
cazione il D oti. M oreno ch e ci h a g e n tilm e n te p erm esso (21) L i b r o d i C a n c e lle r ia n. 3 d e l C o n s o la to I n g l e s e .
di consultarla ed estrarne m olte notìzie preziose sulle vi­
cende della m onetazione. (22) Il B ab elo n ci fa n o to c h e a n c h e n e lla zecca d i
A lessandria per la coniazione di m onete rom ane si usa­
(9) C irc o sta n z a su lla q u a le le c ro n a c h e n o n so n o tu tte rono, verso il II0 o III0 see. dei listelli di m etallo che ve­
concordi. n iv a n o m essi s e n z ’a ltro so tto il p u n z o n e e c h e le m o-

- 141 —

nete quindi venivano staccate lim andosi più o m eno 1685 (a. h . 1097), e q u in d i m o lti a n n i p rim a c h e salisse
bene le slabbrature che residuavano inevitabilm ente do­ al trono A h m e d III, era in corso il m a h b ù b , p e r cui la
p o tale operazione. (V . BabELON : T r a ité d e s m o n n a ie s q u e stio n e c irca l’e p o c a in cui s a re b b e c o m p a rsa ta le m o ­
g r e c q u e s ' e t r o m a ìn e s - T . I. p a g . 929). neta deve ritenersi suscettibile di ulteriore esam e. Lo Z iya
n e d escriv e u n o co niato in E g itto n el 1106 e u n o a C o ­
(23) M a s s o n , o p . c it., p a g . 179. P e r u n a m o n e ta d ’o ro sta n tin o p o li n el 1115.
d e ll’e p o c a ; (v. n o ta 16-bis). Il tito lo d i q u e sta m o n e ta è
infatti di K .ti 23. (42) D e s c r i p t i o n d e Y E g y p t e , cit. d a l L a n e -P o o le .

(24) M a s s o n , o . c ., p a g . 337. (43) R ip ro d u c ia m o la ta b e lla d a ll’articolo d e l L a n e -P o o -
le facendo la riduzione da grani inglesi a gram m i.
(25) L e tte ra d e l C o n so le d a n e s e , I. S m ith , ai D e p u ta ti
di econom ia e com m . in C openaghen. (44) N oi p o ssed ia m o u n e se m p la re d i gr. 4.30.

(26) L e tte ra d e l 6 M arzo 1782 d e l C o n s. I. F . L o c h n e r (45) Il q u a le p e so è a n c h e q u e llo d e l classico d in a r
al Barone di Rosencrone, M inistro degli Esteri a C ope­ d ’o ro d e i C a liffi O m m ia d i e d A b b a ss id i.
naghen.
(45-bis) V . p e rò no ta 16-bis.
(27) V . a n c h e MASSON, o . c ., p a g . 609 e seg .
(46) A h m e d Z i y a : (C atalo g o d i m o n e te m u s u lm a n e - in
(28) M a s s o n , o . c., p a g . 610. turco) - C o stan tin o p o li, 1910 - p a g . 53.

(29) D a l « L i b r o d i C a n c e l l e r i a », in g le se , le tte ra A , (47) L ib ro n . 1 d a ll’A p rile 1746 al 16 L u g lio 1764.
c o n te n e n te gli a tti d a l 2 D ie. 1814 al 24 A g o sto 1818,
n. 38; A rch. Cons. Inglese. (48) L a d e n o m in a zio n e « p ia s tra d i lev an te » si ritien e
sia una ulteriore specificazione della piastra di 40 p arà,
(30) R e g istro d ei « R a p p o rti d el C onsole S a rd o ». che serve a distinguerla m aggiorm ente dalla piastra eu­
ropea.
(31) « L i b r o d e ll e s p e s e » d e lla M issione F ran cescan a.
A rch, d ella M issione. (49) Q u e sto n u f s s c e r tf i (n. 289) è, p e r d ia m e tro e tip o ,
eguale a quello coniato ad A lgeri col nom e di M ah­
(32) V . T a v o le se g u e n ti. m u d I, nel 1163, il q u ale, p e r altro, è di p eso a lq u a n to
s u p e rio re (gr. 1.70) in re la z io n e allo s c e r i f i in te ro d e lla
(33) L e v a ria zio n i d el v alo re d el d o lla ro s p a g n u o lo so­ stessa epoca.
no indicate con riferim ento alle m ezze piastre grandi e
poi allo is li\. (50) V o y a g e s d ’A l i b e y e l A b b a s i - T o m . II, P a r is 1814.

(34) Il 14 L u g lio 1828 c o m in c ia l’a n n o 1244 d e ll’E g ira . (51) P e so d e g li altri m a h b ù b n o n trip o lin i.

(35) N oi p o ssed ia m o la p ia s tra tu n is in a del 1244, m a (52) U n p e zz o d i 10 a \ s c é h d e l p e s o d i c irc a g r. 2.85
la stessa che h a u n a b u o n a p a tin a d ’arg en to è lungi p a re fosse intro d o tto d a O tm à n II (a. h. 1028), e p erciò
dal c o n te n ere il 75% d i d e tto m etallo. d e n o m in a to o tm a n i (v. L an e-P o o le, o. c.).

(36) R eg istri d e i co n tra tti m atrim o n iali p resso la C o­ (53) L a p ia s tra su d d e tta e ra co n o sciu ta col n o m e d i
m unità israelitica. colonnato perchè erano raffigurate sulla stessa le colon­
n e d ’È rco le col m o tto : « n o n p l u s u ltr a ».
(37) L e tte ra d el C onsole d e l G ra n d u c a to d i T o sc an a ,
G . R o sso n i, del 25 F e b b ra io 1832, p u b b lic a ta in te g ral­ (54) T a le m o n e ta e r a d e tta a n c h e z o l o t a , z o l t a (z a l t a
m e n te n e lla R i v . N u m . , fase. IV - 1916, g ià cit. (C opia- in q u a lc h e registro). Z o lo ta è la g h ia ia d el m are , e il
lettere del Consolato). nom e di zolota dato all'o tu z li\ è dovuto al grande de­
prezzam ento di questa m oneta, negli ultim i tem pi.
(38) D a lle « M e m o r i e d e l R a b b i n o M o r d \ a i C o h e n , g ià
citate. (55) I p rin c ip i C a ra m a n li, in fa tti, ric o n o b b e ro la so ­
vranità del Sultano sulla Reggenza, giacché richiesero
(39) T h e N u m i s m a t i c C h r o n i c l e , 1882 - P a r te IIa - S e ­ tu tti il firm ano d ’in vestitura, e coniarono se m p re m o n eta
rie IIIa, n. 6. al suo nom e.

(40) L a fo rm u la A si tro v a a n c h e in m o n ete d i e p o ca (56) P re sso il lo ca le M u seo e siste, p e r a ltro , u n e s e m ­
p o s te rio re ; lo s c e r t fi d ’o ro co n ia to a T rip o li n e l 1078 plare della stessa m oneta che ha appunto un peso più
(a. h.) e descritto dallo Z iya, nonché quello dei C ara- prossim o a qu ello teorico, e cioè gr. 18,30.
m a n li d e l 1171 d e sc ritto in q u e sta ra c c o lta a l n . 215, p o r­
ta n o a n c o ra la fo rm u la A . D ’a ltra p a r te lo Z iy a d e ­ (57) L ’e se m p la re d i g r. 7.60 è n el lo ca le M useo. Il
scrive u n o s c e r ifi co n iato in E g itto nel 988 (pag. 50), che L ane-Poole cita un esem plare di zo lo ta coniato in T u r­
porta già la form ula B, e posteriorm ente alla com pila­ ch ia del p eso d i gr. 14.51.
zione di questo articolo noi siam o venuti in possesso
d e lla m o n e ta d ’oro d e ll’a n n o 982, c h e ra p p re s e n ta q u in d i (58) N e l « L i b r o d e l l a M i s s i o n e F r a n c e s c a n a » si tro v a
la più a n tica m o n eta d ’oro coniata a T rip o li, la q uale u n a ccen n o a q u este p iastre d i g r e m e lic c h i (sic), m a es­
p o rta a n c h ’essa la fo rm ula B ab b rev iata, e cioè senza so si riferisc e a ll ’a n n o 1131 (a. h . 1718) e d a l te n o re d i
l’u ltim a p aro la, e d a p p a rtie n e al tip o d e W a ltu n otto­ esso (« 100 sc u d i ro m a n i h a n n o d a to a T rip o li so la m e n te
m ano. 280 p ia s tre d i g re m e lic ch i ») n o n è c h ia ro c h e si tratti
di m oneta battuta sul luogo.
(41) Z e r (voce d i o rig in e p e rs ia n a p e r oro). D al L ib ro
d e lla M issione F ra n c e sc a n a rile v ia m o c h e g ià ineH’a n n o

142 —

(59) Il L an e -P o o le c ita d e g li o n l i k d e l p e so d i g r. 4.25 n el 1803 = 1.60; n el 1812 = 1 f ra n c o ; n e l 1824 = 60
a gr. 4.53. c e n te s im i; nel 1830 = 30 cen tesim i e n el 1838 = 23 c e n ­
tesim i. N ella seco n d a m età del sec. XIX il su o v alo re è
(60) Il ra g g u ag lio to lto d a l « L ib ro d i C a n c e lle ria in ­ rim asto im m utato in 20 centesim i.
glese » del 6 agosto 1754 (a. h . 1167) c ita to tra tta n d o
d ella m onetazione d ’o ro , si riferisc e, è v e ro , a p ia s tre (69) Il n o m e d e riv a alla m o n e ta dal fa tto d i essere q u e ­
di 40 p a ra l’u n a c h e d o v e v a n o e ssere m o n e te re a li s p e ­ sta equivalente a 50 piastre ideali. C hi h a conoscenza d el­
c ialm ente p e r il ra p p o rto tra d i esse e le m o n e te d ’oro, la lin g u a c o rre g g e fa c ilm e n te l ’e rra ta tra sc riz io n e d a m e
m a il term ine u sa to p e r il ra g g u a g lio d e i z e c c h in i b a r ­ rip o rta ta d a ll’e d iz io n e fra n c e se d e ll’o p e ra c ita ta .
bareschi « piastre di L evante » induce a credere che an­
che i ragguagli d elle altre d u e m onete d ’oro m enzionate (69 b is) G li asterischi e le virgolette d a n n o la corrispon­
siano stati fatti con piastre di levante e qu in d i con le denza degli esem plari analizzati.
piastre coniate in T u rch ia, al nom e di M ahm ud I e p e ­
santi circa gr. 23.50, secondo il L ane-P oole. (70) A lc u n e d i q u e ste m o n e te so n o a ttu a lm e n te d o ra ­
te, m a sia per la specie della doratura (a bagno), sia per
(61) L i b r o d e l l a M i s s i o n e F r a n c e s c a n a . il fatto che alcu n i e se m p lari n on n e p resen tin o traccia
alcuna, siam o indotti a ritenere che la doratura sia do­
(62) Ib id em . v u ta a ll ’im p ie g o c h e d i e sse è sta to fa tto c o m e m e d a g lio ­
ni da collana, ipotesi avvalorata dalla circostanza che
(63) L e tte ra d e l C o n so le D a n e se , C . C . L o c h n e r, ai D e ­ tutti gli esem plari dorati presentano uno o più buchi.
putati del Collegio di econom ia e com m ., in C opena­
ghen, d e l 20 S e tt. 1776 (a. h . 1190). (71) E ’ c h ia ro ch e n e a n c h e oggi il sag g io d ei m eta lli
da parte dei verificatori indigeni possa corrispondere a
(64) C e rtifica to d e l Consolato inglese per i mesi di quello del chim ico. Le indicazioni che accom pagnano
Settem bre e O ttobre 1779 (a. h . 1193) sul « Libro di la descrizione delle m onete sono dovute al chim ico Prof.
Cane, inglese, n. 4 » . D aconte, m a possiam o aggiungere che le m onete stesse
erano state saggiate in precedenza dal verificatore israelita
(65) L e tte ra d e l C o n so le d a n e s e I. F . L o c h n e r al B a­ autorizzato, e che lo stesso aveva qualificato gli esem plari
rone di R osencrone, m inistro degli esteri a C openaghen, di peggior lega com e m onete di 400/1000 senza distinzio­
del 6 M arzo 1782 (a. h . 1196). ne e quelli di lega m igliore com e m onete di 500 e d anche
di 600/1000. Il n . 376 era stato a p p u n to classificato tra
(66) C o p ia le tte re d e lla c o rris p o n d e n z a in v ia ta d a l C o n ­ q u e ste u ltim e . Il tito lo d e lle m o n e te d ’oro, n o n sa g g ia te
sole francese in T ripoli, H enry M ure, al M inistro degli dal chim ico, deve ritenersi approssim ativo.
a ffa ri e ste ri, d a l 10 S e tt. 1815 a l 4 L u g lio 1822. (A rc h i­
vio C onsolato francese). (72) D iario d e l C a n ce lliere d e l C o n so la to b rita n n ic o .

(67) C irc a la q u e stio n e se A lt B u rg ù l a b b ia b a ttu to o (73) V . L a n e - P o o l e , a r t . c i t .
m eno m o n eta , ved i il capitolo sulla storia d ella zecca.
(7 4 ) VALENTINE, op. cit. N ei registri d e ll a M issione
(68) L a p ia s tra , in T u rc h ia , v a s e m p re d im in u e n d o d i F ra n c e s c a n a tro v ia m o fin d a l 1017 ( a . d . 1 6 8 5 ) , m e n z io ­
p e so e d i v a lo re . L e v a ria z io n i fino a ll’e p o c a c h e se g n a nate delle piastre di b u rb e.
la fine d e ll’a n tic o siste m a m o n e ta rio e cioè fino al 1844
sono così esposte dallo Y o u n g (C o rp s d e d ro it o tto m a n (75) L e in terro g azio n i fa tte a q u esto p ro p o sito ad u n
- voi. V . - sistem a m onetario turco) : battuta verso la vecchio quasi centenario non hanno dato risultati soddi­
m età del XVII° see., valeva come quella occidentale, da sfacenti, d a to lo stato d i m en te d e ll’interrogato.
5 a 6 f r a n c h i; n el 1774 la m e tà ; n e l 1790 = 2 fra n c h i;

- 143 —



ILLUSTRAZIONI



C IM IN O - L a Zecca di Tripoli

■k
;
■" > 0
i
15 9

TAVOLA I Volume III
NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

CIMINO - L a Z ecca di T r ip o li

T A V O L A II Volume III

n o t iz ia r io a r c h e o l o g ic o d e l m in is t e r o d e l l e c o l o n ie


Click to View FlipBook Version