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Notiziario Archeologico vol III_compressed

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Published by gilberto montali, 2019-11-04 13:28:51

Notiziario Archeologico vol III_compressed

Notiziario Archeologico vol III_compressed

Keywords: Libia

B aR T O C C IN I - Museo Leptitano

Fig. 16 Volume III
NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

I

B aR T O C C IN I - Museo Leptitano

Fig. 18 Volume III
NOTIZIARIO ARCHEO LOG ICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE
_
1

J

B a R T O C C IN I - M u se o

Fig. 21 Volume III
NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

B a R T O C C IN I - M useo LeptUano

Fig. 23

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

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&AKTi useo /
U Ptitano
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F ig. 2 4 Volume III
N O T IZ IA R IO A R C H E O L O G IC O D EL M INISTERO DELLE COLONIE

B aR T O C C IN I - M u seo L ep tila n o

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

BaRTOCCINI - M useo Leptitano

Fig. 30

Fig. 31 Volume III

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

B a RTOCCINI - M useo Leptitano

Fig. 32

Fig. 33 Volume III
NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE



TORSO DI BOREAS NEL MUSEO DI BENGASI



TORSO DI BOREAS NEL MUSEO DI BENGASI.

II presente frammento fu trovato sulla col­ sinistro più disteso dell’altro; il braccio omo­
lina orientale di Cirene in seguito ai movi­ logo proteso orizzontalmente doveva sostene­
menti di terreno voluti dalle esigenze della re un peso; infatti tutto il busto appare come
prima occupazione militare, e di esso manca­ facente un arco rispetto a un centro posto
no naturalmente notizie complementari, (fig. 1) fuori della figura a sinistra; il lato sinistro, la
linea alba e la spina dorsale sono armonica-
E’ un torso marmoreo (alt. m. 1,01) man­ mente arcuate. Tale sforzo lascia vedere solo
cante della testa, di tutto il braccio sinistro, le costole di destra. La testa è volta a destra
della mano e polso destri, Parto inferiore si­ come per contrappeso al centro di gravità
nistro è rotto a metà della coscia e il destro spostato a sinistra.
poco sopra al ginocchio. Le rotture del brac­
cio e della coscia sinistri sono contenute in un Il frammento è assai corroso nella parte an­
piano pressoché verticale e normale alla fac­ teriore dall’azione dell’acqua. Ciò non ostan­
cia dello spettatore ; sui margini delle due frat­ te, presenta tutt’ora una modellazione vigoro­
sa a forti risalti muscolari, ma non perciò
ture si notano i lembi della veste. Sulla parte meno accurata ; la potenza fisica dell’uomo
esterna dell*avambraccio destro un piccolo ri­ adulto non è disgiunta da elegante snellezza.
lievo circolare con segni di rottura. Nel dorso, che è meglio conservato, è notevo­
le la trattazione della regione lombare colle
Nel dorso, (fig. 2) in corrispondenza della masse dei muscoli vertebrali, molto prominen­
spina dorsale e poco sotto la zona delle sca­ ti lungo la spina infossata.
pole è tracciato un foro irregolare; a destra e
a sinistra di esso, un poco in alto, vi sono, ***
coincidenti colle due scapole, due incassi a
sezione rettangolare profondi circa 5 cm., a- Più che le restanti particolarità, è però la
venti in fondo un piccolo dente incavato nel presenza delle ali (gli incassi delle scapole
senso della lunghezza. L’incasso di destra è sostenevano evidentemente le ali) che permet­
più alto dell’altro, e il suo asse è diretto in alto te l’identificazione del torso. Si tratta quasi
obliquando leggermente verso destra; quello certamente di Boreas nell’atto di rapire Orei-
di sinistra è diretto più in basso. thyia (]). E’ meraviglioso constatare come dal
frammento di Delos il Furtwaengler (A r c h ,
La gamba che sopporta lo sforzo maggiore z e it., 40; 1882, 339 segg.) riuscisse a divinare
è indubbiamente la sinistra; eppure essa non quella ricostruzione che nelle linee generali
era distesa in linea retta: bensì, avanzata ver­ viene adesso confermata; tanto più che le leg-
so lo spettatore rispetto all’altra gamba, e, pie­
gata al ginocchio, doveva poggiare col piede (1) R app in R o sch er I, 803, se g g .
su di un oggetto rilevato e contro di quello
esercitare lo sforzo. In corrispondenza alla po­
sizione della coscia troviamo il gran pettorale

91 —

gere varianti possono dipendere dalla differen­ condotto per ragioni di proporzione aH’esem-
te posizione o significato o uso deU#insieme (*). pio del nostro, e un dito di Oreithyia scende­
Furtwaengler restituì Boreas come fuggente rà fino a toccare l’avambraccio del rapitore.
verso la propria sinistra, il nostro frammento Inoltre ambedue le ali nel nostro sono meno
riproduce il Dio nell’attimo in cui solleva la aperte e i piani quasi verticali; possiamo ave­
donna puntando fortemente la sinistra su di re un’idea della loro posizione reciproca, pen­
un masso o altro punto rilevato. Certo nella sando poste inversamente le ali della Nike di
ricostruzione il braccio destro deve essere ri- Peonio. I remigi del Boreas erano natural­
mente di legno o bronzo, e spiegavano la loro
fi) Se il nostro gruppo faceva parte d i un acroterio od porpora al sole:
era eretto su d i una colon na, o altro, è im possib ile d e ­
cidere. Si pu ò dire solo ch e era esp osto verso nord, verso 3TSTQOÌ01V
il m are.
vanta JiecpQixovtas aiwpa» JiOQqnjpéois.
Potrà a o g n i m o d o esser riesam in ato con frutto il noto
torso di Corfù E in zel-A u fn . 605-606. (P in d ., P y t h . IV , 325).

Silvio Ferri.

ILLUSTRAZIONI

FE R R I - ^orso di Boreas

Fig. 1 - Torso di Boreas (parte anteriore).

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume HI

FERRI - CJTorso d i B oreas

Fig. 2 - Dorso di Boreas con gli incassi per le ali.

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DELMINISTERO DELLE COLONIE Volume III



IL S A N T U A R IO DI B U D R A SC



IL S A N T U A R I O DI B U D R A S C

Una scaletta intagliata nella parete orienta­ nistra per metà crollata lascia veder il vesti­
le dell’Uadi bu Nabeh (a circa 3 chilometri bolo della camera C ; la destra più ravvicinata
a ovest di Cirene), girando in discesa attorno in alto per ragioni tettoniche (la scaletta taglia
a uno sperone, conduce (*) il visitatore sopra obliquamente il piano della stanza) prseenta
una specie di orlo sporgente appena due o tre grosse nicchie identiche (1,20x0,60x0,30).
tre metri; quest’orlo che interrompe il taglio La pianta di A può esser divisa in tre zone:
quasi verticale della parete, e donde si scor­ ai lati, due piani rettangolari leggermente in­
ge giù il fondo rivestito di elei e di ulivi, serve clinati verso l’esterno ; nel centro una vaschet­
di vestibolo all’antro delle ninfe, oggi grotta ta quadrata; dietro alla vaschetta, nel fondo,
di Budrasc, fig. 1. sotto le nicchie, un altare attorniato da tre
pozzetti circolari (!) e da due incassi rettango­
Il gomito della scaletta verso destra dimo­
stra subito che la camera A rappresentava, per lari presso gli spigoli, (2) e fornito esso pure su­
chi costruì la scala, la parte principale del periormente di un pozzetto e di una scodella
santuario (figg, 2, 3, 4, 4a).
(fig. 2 n. 5 e 4). Presso la porta, nel soffitto,
L’ampia porta di A, (1,80x1,95) fornita un buco circolare grosso quanto un pugno, e
anticamente di chiusura (12) è sormontata da presentemente mezzo ostruito da sedimenti
due edicole (f, in pianta alla fig. 5) e affian­ calcarei, lasciava evidentemente cader l’ac­

cata a sinistra da due nicchiette e da un riqua­ qua che si raccoglieva poi nella vasca; e l’ac­
dro con resti di iscrizione ; immette con tre qua era derivata (ancora sussistono al difuori
gradini in un’ampia grotta a pianta trapezoi­ traccie saltuarie del canaletto) da una fonta­
dale e a soffitto piano. La parete di fondo è nella che si trova circa 60 metri più alto (3).
ornata di nicchiette rettangolari; la parete si- Chi visiti il ninfeo (sulla identificazione, mi
pare non possa cader dubbio) nella stagione
fi) Il punto preciso d e llo sbocco d e lla scaletta è se ­ delle pioggie può ancora avere un’idea, del
gnato da u n a frec c ia n e l p a n o ra m a a fig. 1. In q u e sto
schizzo T ardi, della S o p rin ten d en za, p ro f. M aioletti, ha suo funzionamento: i fedeli, raggiunto l’alta­
risolto il p ro b lem a d i p re s e n ta r d i fro n te, d a u n p u n to re a mezzo dei due podi laterali, attingevano
di vista im m aginario sospeso nel vuoto nelT uadi, la sce­ la sacra onda nella vasca o nei pozzetti (più
na del san tu ario . L e n ic c h ie d isse m in a te a ll’a p e rto lu n g o probabilmente nella vasca) e compievano la
la scaletta rappresentano però u n tentativo di ricostru­ cerimonia lustrale libando nella scodella del­

zione. l’altare o in apposite coppette (vedi sotto la
(2) L a soglia p re se n ta d u e in cav i q u a d ra ti a c irc a 0,30

dallo stipite, a cui corrispondono altri d u e analoghi n el­

l’architrave : p iù c h e d i p o rta d o v e v a tra tta rsi d i u n (1) H anno la profondità di circa 0,35.

cancello. (2) Si potrebbe pensare a due candelabri o altra supel-

N essuna trac cia d i c h iu su ra a lle n ic c h ie tte d e lla p a re te le ttile d e l g e n e re . C fr. l ’a ltro in ca v o sim ile su l b o rd o

di fondo; solo qua e là piccoli buchi per lam pade. D a del podio di destra.

notare, sotto la dedica di Z opyros quattro fori a sezione (3) N on ho trovato traccia del canaletto di efflusso che

quadrata 0,04x0,04 e profondi 0,09. potrebbe però essere stato ostruito d a sedim enti calcarei.

— 95 -

descriz. del materiale) di terracotta; dalla sco­ La pianta (figg. 2 e 6) mostra un capriccio­
della infatti partono, capricciosamente scavati so frastagliamento della roccia ai lati; è chia­
nelle pareti dell’altare e nel piano superiore ro che anche quest’ambiente è stato adibito
varii tortuosi rigagnoli che terminano, alcuni in epoche più recenti a cava di pietra (an­
nel podio di sinistra, altri nei pozzetti. cora si vedono gli stretti solchi incisi dai lun­
ghi scalpelli dei lapicidi che isolavano il bloc­
A sinistra del vano A si apre, a un piano co da estrarre). Senonchè questi tardi taglia­
più alto, un ampio vestibolo, e in fondo ad tori, non conoscendo più (e fortunatamente !)
esso una stretta e profonda edicola o ripo­ la finezza di lavoro dei costruttori originari,
stiglio C, con porta scorniciata (1,50x0,93). hanno lasciato sulle pareti traccia visibilissi­
In A e C sussistono qua e là i frammenti de­ ma del loro passaggio; (la zona da essi taglia­
gli intonaci che in epoca tarda furono sovrap­ ta presenta una superficie molto più rugosa)
posti alle pareti originariamente nude. (!). Am­
bedue gli ambienti colle edicole sovrastanti sicché è possibile restituire almeno graficamen­
alla porta di A costituiscono il nucleo origi­ te Io stato originario (fig. 7). E cioè: un cor-
nario del santuario, al quale si può tutt’al più ridoietto centrale o navatella metteva in co­
aggiungere il ripostiglio a sezione quadrata
D e la cisterna a pianta sub-circolare E, in municazione la porta coll’altare e determina­
cui l’acqua piovana è condotta a mezzo di cu­ va lateralmente due banchi o podi alti poco
riosi canaletti scavati nella parete dell’uadi. meno dell’altare stesso. I due podi erano su­
periormente divisi in due zone o striscie pia­
In un’epoca seguente, fors’anco un paio di
secoli dopo, l’orlo sul vallone fu allungato al ne da un solco mediano; la prima striscia, più
di là della cisterna e ampliato con un muro: stretta, era inclinata verso il corridoio (lo sca­
si potè così scavare l’ambiente B, mentre si lino superiore di destra ne conserva ancora
ornava la parete terminale del monte con va­ l’inclinazione), l’altra assai più larga e forni­
rie nicchiette e incassi semicircolari per sta­
tuette o busti. Presentemente, dato il taglio ta di un bordo rilevato a mo’ di cuscino in­
delle pietre eseguito posteriormente, è lasciato clinava leggermente verso l’esterno. E’ in fon­
l’accesso a una sola persona per volta e che do qualche cosa di simile e ciò che troviamo
strisci molto aderente alla parete rocciosa. nel ninfeo A, nel piccolo santuario di Tunsi-
ya (B o lle ttin o lo c . c it.) e in tutti i mitrei ; coin­
La stretta e alta porta di B (1 x2,40) con cidenza assai interessante perchè trattasi di
vari segni di chiusura (21) immette con uno monumenti anteriori (almeno A e B) al propa­
scalino in un ampio ambiente quadrato. Si garsi del culto di Mitra.
nota subito nella parete di fondo un altare
fiancheggiato a destra e a sinistra da tre sca­ Nella faccia anteriore dell’altare un’assai
lini, e sopra l’altare una grande edicola an- elegante iscrizione ci dà il nome di un cire­
ch’essa con traccie di chiusura, (3)4 e inqua­ neo, il quale ebbe evidentemente gran parte
nella costruzione e quindi nel significato ori­

drata da una specie di orlo o fascia, la quale ginario di questo ambiente: camera mortua­
presenta nel lato sinistro sei buchi equidistan­ ria, o meglio Heroon (!) di Kotys figlio di A-
ti, e nel lato superiore tre; il lato destro è ero­ ristoklidas. La tomba individuale ha poi for­
so. (<). se col tempo (cfr. l’iscr. id a o v o ^ tójto<;) ospi­

tato altri morti; non solo, ma è divenuta in

(1 ) L o p ro v a l ’iscr. d e lle d e e in A . fine, data la vicinanza del ninfeo, un luogo

(2 ) L a ch iu su ra o rig in aria e ra a circa 0,15 in d e n tro ; di culto generico ; e le firme dei visitatori e dei
sono visibili due buchi rotondi pei cardini ai lati dei cor­
ridoio prim itivo. In seguito furono tracciati due buchi n e ­ fedeli ci dicono che l’antico heroon veniva
gli stipiti della porta. senz’altro considerato come naturai comple­
mento di A, dato che quivi trovasi una de­
(3) C ostituite d a due guide scavate nelle pareti laterali

in te rn e , e o b liq u e v e rso l ’a lto . dica t a ì g , 0 e a t £ , e là un sacerdote di Apollo

(4) Q uesti buchi, com e gli altri in A , servivano evi­

d e n te m e n te a so ste n e re la m p a d e ia m ez zo d i a stic elle in ­ (1) C fr. B e n n d o rf-N ie m a n n D a s h e r o o n v o n G jó l b a s c h i -
fìssevi. C fr. B o l l e t t i n o d i S t u d i S t o r i c o - R e l i g i o s i, 1922,

p a g . 28 e segig. T ry sa , p. 43; E itrem in P a u ly W is so v a R . E . ad voc.

-9 6 -

del II d. C. (cfr. C I G 5144, 5145), Tiberio proprio nella direzione della porta del ninfeo,
Claudio Istro rendeva solenne sacrificio toìg una piccola messe di elementi figurati.
L’esame delle poche testine conferma, se
© e o ìs (*).

* ** ve n’era bisogno, l’identificazione di ninfeo
in uno stadio progredito di culto.
Se la descrizione dei vani e la lettura del­
le iscrizioni è sufficiente a identificare l’insie- Le dee, le ninfe, in origine divinità femmi­
me: un ninfeo del IV secolo, un heroon del nili generiche senza una forma plastica ob­
II-I a. C., con alcuni ambienti accessori: re­ bligata (a Cirene, come sembra, « madri » cfr.
stava il problema chi abitasse le nicchiette. Di­ a fig. 8 due esemplari provenienti da altro
sgraziatamente la pulizia delle grotte non det­ santuario-fonte da esplorare) hanno già as­
te alcun risultato ; tutti gli strati erano formati sunto qui gli aspetti svariati di dee olimpiche;
da humus e residui di abitazione araba. Di sono ninfe, ma in veste di Artemis-Kyrene,
esplorazione del fondo delFuadi in corrispon­ di Hera, Aphrodite, Athena, Rhea; e il san­
denza delle grotte, non poteva parlarsi, dato tuario sarà restato « ninfeo » sino alla fine del
il cumulo dei massi franativi. Mentre pensavo paganesimo, se Sinesio, parlando di questo
così di abbandonar la ricerca appagandomi del o di altro simile, poteva ancora scrivere:
già noto, posi Tocchio su di un gruppo di
oleastri abbarbicati a metà del precipizio a 50 t ò 8 è t c o v vv^qpcov avtQOV oux éjtaivéaofiai. 0 e o x q l t o d

yàq? 8ei (E p . 114).

metri circa sotto A e a un 100 dal fondo. At­ Pretendere però di dire una parola defini­
torno alle radici di questi alberi la terra ave­ tiva sul culto delle acque a Cirene, culto fon­
va formato uno stretto ripiano erboso (lungo damentale dato il carattere del paese, sareb­
circa 4 metri e largo 1); niente di strano che be, al momento presente, quando su venti
parte del materiale figurato del santuario, get­ località (e dico venti per dire una cifra, che
tato o caduto, si fosse arrestato laggiù. Disce­ saranno molti di più) se ne conosce una, sa­
sovi, ed esplorata con cautela la zona fino alla rebbe, dico, un esporsi a dei rischi. Mentre
roccia, estirpando, quando ve ne fu bisogno, lascio quindi sospese e per il ninfeo A e per
le piante, ebbi la soddisfazione di trovare, e1 l’heroon B, come per la grotta di Tunsiya. al­
cune delicate questioni, prima tra l’altre quel­
(1) A ll’estrem a sinistra del S antuario, circa 20 m etri al la della strana parentela tettonica coi mitrei,
voglio esprimer l’augurio che altri analoghi
di là di C esiste una piccola grotta cui si accede per una antri, già dal sottoscritto esteriormente rico­
diram azione della scaletta principale ; serviva di abita­ nosciuti, possano venire esplorati.
zione e d i oleificio, co n serv an d o intatto il p ian o di p osa
di un torchio d a olio coi relativi pozzetti. U na serie di

buchi intagliati n e lla p a rete estern a d e ll’uad i p erm ette C i r e n e , G e n n a io 1923.
a chi vada a piedi nudi e non soffra troppo di vertigini
la com unicazione con A . Silvio Ferri.

— 97 -

APPENDICE

A ) Il m a te r ia le . — D elle v en tiquattro teste (o elem enti sero im p o sti a corona d e i p o zzetti p e r le lib azio n i (1).
di testa) rinvenute, otto si possono ricondurre a u n tipo Sono anche da ricordare alcuni « pesi da telaio » (direi
di A rtem is ellenistico m olto fine ed elegante, sim ile, con piuttosto in questo caso o scilla) greggi ; e alcuni vasetti
piccole varianti nel nodo alla nuca, alla nota statuetta di insignificanti.
K itio n . (F ig. 10; 1, 2, 3, 4).
B) L e is c r iz io n i.
U na sola, in terracotta m assiccia, rappresenta una dea,
forse la stessa A rtem is, di un tipo m olto più antico : te­ 1. - F ig g . 13 e 4, n e lla p a re te d i fo n d o d e l n in fe o a
sta bendata con treccie scendenti ai lati del viso sopra sinistra in alto,
gli o re cc h i (fig. 10, 5). Il tip o , d e l resto , e r a g ià n o to a
C irene p er gli scavi del N orton (B u ll, o f th e a rc h . In st, o f t à g f h j Q t ò a g | ^ c ó jtu Q o g | à VEd r | x e t a l g | f r e a ì g
A m . I I , S e p t . 1911, p . 156, 166 se g g . ; tav . L X V I in
basso, figurina terza e quarta). c o ev a o d i p o c o p o ste rio re a ll’e sc a v a z io n e d e lla g ro tta ;
in seguito fu più volte ricoperta d a intonaco. E ’ rustica­
T r e (fig. 10; 9, 10, 11) p o sso n o e sse re co llo c ate so tto il m ente e profondam ente scolpita a lettere ineguali da uno
tip o A f r o d ite ; le a ltre rie n tra n o n e i tip i g e n e ric i d e ll’e ­ scalp ellin o che lavorò sta n d o siila d estra del riq u ad ro (le
poca. lettere salgono un poco d a sinistra a destra). Il vé d e l­
la terza riga fu inserito nello spazio rim asto libero della
A l tipo H era (cfr. per C irene tav. cit. in alto) ap p artie­ seconda riga. A lcuni altri segni m eno profondam ente
n e u n a grossa testa in terracotta alta 0,075 e m u tilata al­ scolpiti nella quarta riga non dànno senso.
la te m p ia d e stra (fig. 11, 4); u n tip o d i d e a m a d re m o lto
c o m u n e a C ire n e (cfr. fig. 8) col v elo fin s o p ra la fro n te L ’iscrizio n e fu e d ita d a l B o e ck h C IC . 5183 m a , p e r
e coi capelli scrim inati è dato dalla testa di pietra a colpa del Pacho, fuor di posto e in m aniera inintelligibile.
fig. 11, 1, la v o ra ta co n te c n ic a m o lto ru stic a ; gli o cch i
p . e ., sono resi d a due circoletti rotondi incisi con una 0 u p lg è la c e lle tta d e ll’a p e e d e lla v e sp e [A rist]
punta ! H is t. A n . 9, 40 segg. ; cfr. 0uQcópiaTa = nicchia ch iu ­
sa d a porte, P errot C hipiez V É g y p te p . 312.
Il pezzo forse p iù notevole, an ch e p e r la finezza del
lavoro, è rappresentato dal fram m ento di testa (apparte­ 2 - F ig . 14 e 14a, q u e st'isc r iz io n e a n c h 'e ssa co n m o lta
n en te a u n m edaglione fittile?) con lem bo di capelli, o di p robab ilità con tem p oran ea al n in feo è scolp ita in un riqua­
benda, o estrem ità di pendente sulla guancia sinistra; d ro su lla p a re te d e ll’u a d i a sin istra d e ll’e n tr a ta (d im e n s.
p ro v ie n e a n c h ’e sso d a u n a M e ter, (alt. d e l fr. m m . 69, del riquadro 0 .8 3 x 1 .0 0 : altezza lett. m m . 25). Esposta
bocca 31, naso alla radice 28); fig. 11, 5. a ll’a c q u a e a l so le la fria b ile ro ccia c a lc a re a h a ta lm e n te
sofferto, che delle 32 o più righe originarie solo poche let­
N o to in fin e u n a m a n o d e s tra c o n a rm illa (fig. 11, 3), tere di alcune righe potei leggere. L ettere non troppo eie-
u n fra m m e n to d i e lm o co n p a ra g n a tid i a lz a te (?) 11, 8,
am bedue richiedenti un a statuetta di alm eno 0,60 d i a l­ fi) L ’uso v iene in d irettam en te conferm ato dal sacello
te z z a ; il b u sto d i u n a N ik e o E ro s (fig. 11, 2 ) ; u n E ro s d i K a llik ra te ia (d e a o h eroissa?) a M arsa S u sa (fig. 9)
tip o e lle n istico su l c ig n o 11, 7 ; il b e cc o d i u n v aso, a P r e sso u n a c ister n a (?) B , trovasi la b a se C c o ll’isc r iz io n e d i
fo rm a d i cpaXkòc, ; u n m a n ic o d ’a n fo ra a d o p p io to rti­ buona ep o ca; a sinistra un rettangolo A tripartito h a in
g lio n e c o n a stra g a lo e s te rn a m e n te 11, 12. du e scom partì contigui 27 scodelline geom etricam ente d i­
sposte. P e r l’uso lu strale d i sim ili dispositivi dissem inati
P e r ciò che rig u a rd a il culto sono interessan ti d u e in tu tto il m o n d o v. p . es. B ertran d : « L a relig io n des
fram m enti di ciam bella in terracotta con scodelline su­ G a u lo is » , 1897 p . 3 9 8 ; d e g li e s e m p i cita ti i p iù p e rs u a ­
p erio rm en te ; d ato il d iam e tro che assum ono com p ien d o sivi sono i m ahadeos di C am aon in India, scodelle presso
la c u rv a (cfr. la rico stru z io n e fig. 12), p e n so c h e v e n is­ un santuario, alle quali le donne sogliono portare con
g ra n d e v o z io n e l ’a c q u a d e l G a n g e .

— 98

ganti, m a accurate e di b uona epoca (IV -III a C .). Se è A sin istra d e ll’e d ic o la d i K o ty s :
giusta la lettu ra d e lla p rim a rig a [x]co[v] dva[fr]rj[p]d[xcD v]
si tratterà di u n a collatio d i u n a stip e p er ra d d o b b o a ) T i(p é Q io g ) KA,aù8 io g sT<j t q o s x o ig fteo ig | àrcéScoxe
o consacrazione del n in fe o ; cfr. il g ru p p o a caratteri t t j v 'O vatav.
più grandi v]vptp[.. — M a la oxaqplg d e lla secon­
da riga? Forse si poteva contribuire con frutti? D el resto cfr. p er il n o m e C . I. G . 5 1 4 4 , 5 1 4 5 .
la lezione non è tro p p o sicu ra. L eg g o invece con qu asi (3) 8 à p io g J tovxixoù . L a fo r m a S d p io g p u ò e s s e r e 9
certezza TÒ 8'JàvàX [o>pa e n e lla p e n u ltim a rig a d 8è
lag [eia. E d è tutto. gen. di 8 a p ig o nom inativo.
Y) dtatoM cóviog x a 8 p i...
L ’iscrizione, in p a rte c o m p u to , in p a rte lex o d e c re to ,
avrebbe, se letta, d elu cid ato il sig n ificato e il fu n zio n a­ 8 ) x o a p à Q a x o g fia M x o u I S o u p a lo g ( x)
mento del santuario. A ogni m odo, assiem e alla p rece­ s) xpaxegog avppàxo[/u] ISovpalog r\n ei
dente, conferm a il carattere d e lla div in ità fem m in ile a-
doratavi. A destra:

3. - Fig. 15. G ro sso fra m m e n to d i in to n a c o su lla p a ­ y ai
rete sinistra di A con g raffiti di ep o ca tard a. C o m in cian ­
do a sinistra: T]) ià a o v o g xójtog cfr. T h e r a
I. G . XII, 3 1022, 1655. Forse si accenn a
a) in ai padrone del lu ogo (cfr. le an a lo g h e iscr.
d e ll’A gorà rom ana di A ten e) ; m a n o n è
b ) ... cpam og esclu sa a n ch e u n ’in terp retazion e fun eraria
cfr. C. I. G . 3912 B e n d o r ff-N iem a n n D a s
c ) àrcpcoviog (vorrà fo r se il s e g n o o m ic r o n p iù g r a n d e h e ro o n v o n G . T . p ag. 4 3 ; P olan d D , gr.
V e r e in s - W e s e n p a g . 504. B ei caratteri di
d eg li altri sign ificare o m eg a ? ) prim a ep oca rom ana ; è forse l’iscr. più
a n tica tra q u elle g raffite n e lle pareti.

d ) (a g ra n d i le tte r e ) A t|3 ia l a p p i l a ? xA, | ... v S a 1) S io a x u p iS r ig éjtfjA/fre
x ) d Y afróx?te(t)a ? | crcoaiaxQ axiog
e ) àvxiJtag (cfr. g li Id u m e i d e ir h e r o o n B ). fo r se u n a co p p ia
d i co n iu g i?
f ) ... Spog

g ) ... vi ... A.) S l c q v T)XC0

h ) xaQitcov, ...... §ocrì][d]eo[g]. p ) sh.% fjx c o

i) y[qù]M o; aQ ippàvio[g cfr. C allim , cfr. 53 e una v ) JtQÓihjpog t Jx c o
q ) Qfjaog rjxco
iscrizione in ed ita d el T . di A p o llo in C irene
o ) d Y O tftoxÀ iig | ’a Y a fto x A e ù g | t S o u p a ì o g |
c o n sA ( n p p a v ’A p ip p à v io g .

l) ... yos 8. - P a re te d e stra d e ll’h e ro o n , tav. 20.

m ) evvi]

il grosso e stran o d u tto a d e s tra in b a sso è d o v u to a g li a ) a l ...
arabi.
p ) aXé^avÒQog

4. - T av . 16. A ltri fra m m e n ti d i in to n a c o d isp e rsi Y) ... QTjvrig
qua e là:
8) à n o X X

e ) f)Ài>e peÀ dvtrcJiog

a) Jtxota[paìog £ ) <xQ xep ia(i)a
8ió8coQog
T]) ^TJVCOV | 3 ) cov
b) v 1) a c ó o x Q a x o g b i s | covog

c ) 15 x ) e | é p p i a g | rjA/fte | e u

d ) ... iqvicoip. 7.) a Q ia x o x A /rjg
e ) ...
j) graffiti arabi (aratro, alb eri, b u o i, u o m o ). ji) d À é |a v 8 Q o g | x a i a l a u [v o jta ] 1 8 o ì fjx a a iv

5. - T av. 17. A sin istra d e lla p o rta d e ll’h e ro o n , n e lla v ) ... rjcpapog | o x Q a x [o ]v i|x ig ?
parete, a grossi caratteri (alti 0.15 e 0,11 rispettivam ente)
non più tardi del II a. C. I ) PeQ 8vixT| | à A é § a v 8 ()o g | fjQ a x X sia | rjx a [ca v ]

cfr. p

o ) à A é |a v 8 Q o g | I fr s o S o x ic o fv ] | <piaA rjaoo[v]?

A8](o v i8t ]<; I xaAóg 5 eù cp Q oaù v[iil | acpg | a ia g | eù S a ip co v

Le prime tre lettere ae8 com e adesso appaiono non T]À i>oaav.
possono essere che posteriori e riscolpite su altre che e. g .
abbiamo supplito. L a form a com une non deve m eravi­ 2 x lx u X o g o p p u r e Y oaxuA ,og? 4 f o r m a a f f in e
gliar troppo, com parendo in C irene fino d a lla m età del
III a. C. a cpiaA eùg?

6. - T av. 18. E le g an tissim a iscrizio n e n e lla fa cc ia a n ­ (1) L ’a p p e lla tiv o ISoupaiog a v re b b e , a rig o re, m a g ­
teriore d e ll’a lta re : giore ragione di esistere nel periodo 63 a. C. - 70 d. C .,
dalla fondazione cioè della dinastia idum ea con A ntipa-
xóxug oLQiaxoxÀiòa ter e H erodes fino alla presa di G erusalem m e, dopo la

cfr. CIG . 5161. Si noti la fo rm a d e ll’y p silo n col lu n g o q u a le il nom e « id u m eo » svanisce d a lla storia. B eer in
peduncolo; penso si tratti di epoca ellenistica avanzata.
P. W issova.
7. - P arete di fondo d e ll’/ieroon. C fr. C IG . 5149 dai P e rò id u m ei m ercen ari si trovano in E g itto fino dal 3°
disegni del P ach o . F ig . 19.
se c o lo ; cfr. l ’iscr. d i M it R a h in e h in B o u c h é L ec le rc q

H is to ir e d e s L a g i d e s , III, 175 auvaYCDyrig xfjg YSVT)d6UOT)£

év xco dvco àjtoAAameicoi xoù JtoAiTeùpaxog x a i xcov a n ò
xfjg JtóÀ,8Cog I8oupaicov. c fr. R e in a c h in R e v u e d e s é tu d e s

ju iv e s 47. p . 172 e sg .

— 99 —



ILLUSTRAZIONI



FERRI - Il Santuario di $ u d r a s c

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

FERRI - I l Santuario di fTjudrasc

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

FERRI . ,1 S f a r l o S S e r o s e

Fig. 3.

Fig. 4.

n o t iz ia r io a r c h e o l o g o

DEL MINISTERO d e l l e COLONIE

FE R R I - I l S a n tu a rio d i {B u drasc

NOTIZIARIO A R fH R O I n r . i m ORI. M IN ISTERO DELLE COLONIE Volume III

FERRI - I l S a n tu a rio d i <73udrasc

Fig. 6.

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

FERRI - I l Santuario di {F}udrasc

NOTIZIARIO ARCHEO LOG ICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

FERRI - I l Santuario di $ u d ra sc

Fig. 11.

Fig. IO.

NOTIZIARIO ARCHEO LOG ICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

F E R R I - Il Santuario di 3 udrasc

Fig. 12.

Fig. 13. Volume III
NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

FERRI - I l Santuario di $ u d r a s c

Fig. 14 a .

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

FERRI - I l Santuario di {F}udrasc

MA/

Fig. 15.

NOTIZIARIO ARCHEO LOG ICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

FERRi - I l S an tu ario di ^Budrasc

F ig . 18. Volume III
NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE

FERRI - I l Santuario di fòudrasc

Fig. 19.

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume III

FERRI - I l Santuario di $ u d r a s c

NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO DEL MINISTERO DELLE COLONIE Volume HI



SCAVI E SCOPERTE NELLA CITTÀ DI TRIPOLI

SCAVI E SCOPERTE NELLA CITTÀ DI TRIPOLI.

STERRO DELLA COLLINA FUORI d is » : RASINI (C. I. L. XV, 5497), e sul rove­
scio le seguenti lettere neopuniche graffite :
BÀB EL-GEDTd (PO R T A N U O V A ). una piccola parte di bordo, pure di piatto,
con l’assai frequente decorazione a roselline.
Ritengo opportuno aggiungere alla relazio­
ne dei ritrovamenti avvenuti durante questo Le forme sono tra le consuete, ma non
sterro, già pubblicata nel volume II del N o ­ prive talvolta di eleganza. Alcuni dei vasi,
tizia rio (*), una relazione suppletiva diretta ad come quelli al centro e al lato destro in alto
illustrare alcuni oggetti e monumenti che nel­ della fot. n. 2, sono vasi di carattere funera­
la prima furono o involontariamente dimen­ rio: il primo (alt. 0,44, diam. 0,135) è stato
ticati o non sufficientemente considerati. trovato colmo di ossa e di resti di cremazio­
ne; l’altro (alt. 0,346, diam. 0,19) è un cine­
Presento innanzi tutto (fig. 1-3) alcune, fra rario frequente nelle necropoli puniche e pu-
le più notevoli, delle terrecotte rinvenute in nico-romane deH’Africa settentrionale. (*)
gruppo o sporadicamente, specie nei primi
momenti dello sterro, verso il vertice setten­ Un complesso invece nuovo ed interessante,
trionale della collina; esse, come già accen­ di cui tra queste terrecotte sporadiche abbiamo
nai, si ricollegano strettamente per forma e per più di un esempio, e di varie dimensioni, è
fattura con le terrecotte numerosissime conte­ quello formato da due piatti il cui uso era cer­
nute nelle tombe della vicina necropoli del tamente congiunto, come lo prova non solo lai)(
forte della Vite, cosicché meglio potranno
inquadrarsi nella trattazione, che il Dr. Auri- (i) M a s é e L a v ig e r ie d e C a rth a g e (Catalog, des M usées
gemma farà a suo tempo di questo importante d ’A lg e rie e t T u n is ie ), 1, tav . X X V , n . 6 ; M u s é e A l a o u i ,
complesso monumentale dell’antica Oea. Io no­ tav. XL1, n . 75.
terò frattanto che l’impasto di queste terrecotte
è generalmente buono, e che la loro fattura
raggiunge talvolta, come, ad esempio, nel pic­
colo bicchiere conico della fotografia nume­
ro 2 (alt. 0,085, diam. 0.075) una non co­
mune finezza. La terra è giallastra o rossa­
stra, di solito senza vernice; dove questa c’è,
o è nera lucida, di aspetto metallico, come
nel piatto a sin. in basso della fot. <n. 2 (alt.
0,037; diam. 0,188), od è rossa, ad imita­
zione della ceramica aretina, come nelle due
coppe a tronco di cono con bordo verticale del­
la fot. n. 1 (a) alt. 0,065, diam. 0,13; b) alt.
0,06, diam. 0,125). Due frammenti di aretini
autentici furono anche rinvenuti : u n fondo di
piatto con la comune marca « in p ia n ta pe-

(1) N o t i z i a r i o , A . Il, p . 334.

103 —

circostanza di essere stati trovati uniti messi Delle cornici vale ricordarne una (fig. 5) di
l’uno sull’altro, ma di essere fatti precisamente cui si sono recuperati numerosi frammenti, la
l’uno per l’altro: sono quelli riprodotti in basso quale è ornata nella gola da una strana decora­
al centro nella fot. n. 1 (a) alt. 0,045, diami. zione di larghe placche di forma ovoide e di
0,24; b) alt. 0,035, diam. 0,19), e in alto a colore rossastro con ombre verdognole; il fon­
destra nella fig. n. 3 (a) alt. 0,055, diam. 0,25; do è bianco, tranne in corrispondenza della
b) alt. 0,025, diam. 0,19); «nella stessa fotogra­ base delle placche, che sembrano quivi con­
fia ve ne sono altri dello stesso tipo, ma scom­ giunte da una breve fascia più scura. L’inter­
pagnati. Si tratta di due piatti circolari, l’uno pretazione più probabile è che l’artista abbia
con fascia interna laterale sporgente e bordo voluto rappresentare delle foglie, forse inten­
piano, l’altro più piccolo, leggermente conca­ dendo anche di dare ad esse una forma che
vo, con faccia superiore liscia senza bordo: ricordasse quella dell’ovolo: certo la decora­
questo secondo è lavorato in modo da potersi zione è, oltre che oscura, grossolana, e di nes­
rovesciare sul primo e, poggiando sulla fascia
laterale sporgente di esso, coprire interamente sun pregio artistico.
quello che in esso si contiene; l’uso di questi Un particolare costruttivo da notare è che
piatti ricorda alquanto l’uso arabo odierno di
coprire i piatti delle vivande con larghi coper­ la cornice fu applicata in un secondo tempo
chi, in forma pure essi di piatti, ma lavorati contro una parete già intonacata, e sembra
di solito non in terra, bensì in legno o più anche dipinta: in uno dei frammenti la linea
riccamente in sparto, e ornati di fiocchi e di
nastri colorati. di divisione fra lo stucco del primo intonaco
e quello della cornice è ben chiara. Dato poi
Un vaso di forma ed uso particolare è quel­ che, in un altro di questi frammenti, al di so­
lo riprodotto in alto a sin. nella fot. n. 3, pra della cornice continua la superficie intona­
(alt. 0.09, diam. 0.26): è di terra cotta al sole, cata e dipinta, è da ritenere che la cornice stes­
ed ha le pareti molto spesse; sul bordo reca sa non fosse il coronamento di una parete, ma
quattro impugnature (una è spezzata), una soltanto di una parte di essa, di un campo o
delle quali è tagliata longitudinalmente da un di un riquadro.
solco poco profondo; l’intemo è concavo ed
a guisa dì mezza sfera; sul fondo, all’ester­ Del medesimo gruppo di monumenti fa par­
no, ha una stella a sei raggi. E* probabile si te un frammento di muratura con strato di in­
trati di un mortaio. (]) tonaco, di impasto assai scadente e dello spes­
sore di circa mezzo cm., il quale reca graffa­
Una più diligente pulitura dei frammenti ta una strana e maldestra figurazione (misura
di intonaco dipinto rinvenuti insieme con i pri­ 0.35x0.29; fig. 7). La superficie è divisa
mi mosaici rimessi in luce (21) ha permesso di in riquadri rettangolari, tracciati con straordi­
meglio riconoscere le figure in essi rappre­
sentate. Alcuni recano parti di architetture naria regolarità e perfettamente in squadra, e
fantastiche, simili a quelle dei dipinti pom­ sovrapposti in due ordini. Nell’ordine inferiore
peiani (trabeazioni, colonnine avvolte da pian­ i riquadri sono separati l’uno dall’altro da una
te ornamentali, ecc.); altri (fig. 4) hanno figure doppia linea verticale: due soli di essi sono
di draghi a zampe equine e lunghe code a spi­ abbastanza conservati, tanto da far compren­
ra, come gli ippocampi, dipinte in grigio-perla dere la figura che li occupa: nell’uno, sopra
su un bel fondo nero lucido, incorniciato da una specie di basamento, costruito pare in con­
una duplice fascia gialla di diverso tono ; rinto­ ci di pietra, si alza un soldato armato; i suoi
naco è di buono impasto, e l’affresco assai tratti sono quanto mai rozzi, quali potevano es­
resistente.
sere tracciati soltanto da persona che fosse del
(1) W A L T E R S: A n c i e n t p o t t e r y , II, p . 550 se g . tutto inesperta dell’arte del disegno: è lo schiz­
(2) N o t i z i a r i o , A . II, p . 337 seg . zo di un ragazzo che vuol riprodurre come può
una cosa che ha veduto e che gli è rimasta im­
pressa nella mente: nulla infatti si compren­
de nè del vestito nè della forma stessa direi
della figura: la testa ed il volto sono indicati
da una linea circolare, con due punti al posto
degli occhi e un tratto verticale per il naso;

— 104 —

sul capo è una specie di alto berretto tra il riscontra sopratutto nelle monete imperiali; (])
cilindrico e il conico, forse un «pileus »; ma insolito per essa è soltanto rornamento del
si direbbe il « tarbusc » di un ascaro eritreo ; capo, di cui non trovo riscontro che in un
solo oggetto chiaramente riconoscibile e bene bronzetto di Lione, (2) e che, se dovesse vera­
individuato nella sua forma è lo scudo, che la mente interpretarsi come un elmo, accoste­
figura impugna col braccio sinistro : è la « pel- rebbe la figura al tipo della Minerva armata.
ta», lo scudo delle popolazioni barbare ; nella
mano destra la figura alza invece una lancia. Al di sopra delle due .serie di riquadri si
Nel riquadro attiguo, che una linea semicirco­ notano nella superficie dell’intonaco alcuni se­
lare tracciata a metà sembrerebbe volesse far gni, che non si comprende siano casuali o
figurare come una nicchia, par di riconoscere vogliano invece rappresentare qualcosa.
un altare in piccoli conci di pietra, con « cor­
nua » angolari, sul quale sia posto un grande Arduo, anche per il suo stato frammentario,
bucranio. Dei riquadri vicini ai due conser­ è precisare il carattere e il significato della
rappresentazione. E’ da escludere, mi pare,
vati non rimangono che poche tracce: tante si tratti di una decorazione parietale, data la
quante bastano peraltro a dirci che in esse ri­ piccolezza delle figure; meglio invece pensa­
tornavano alternativamente figurazioni eguali re alla maldestra riproduzione che di una sce­
o simili a quelle descritte: il guerriero armato na o di un monumento veduto ha tentato fare
su di una superficie intonacata un improvvi­
di lancia, e, entro una nicchia semicircolare, sato artista; il quale, se con qualche aiuto
un altro altare, o qualcosa di simile. meccanico è riuscito a tracciare con somma
regolarità le linee dei riquadri, altrettanto ina­
La serie dei riquadri inferiori è divisa dal­ bile ed inesperto ad ogni mezzo artistico si
la serie superiore da una doppia linea oriz­ è dimostrato nella rappresentazione delle fi­
zontale, anch’essa tracciata con molta regola­ gure.
rità. Quivi si alternano riquadri chiusi con
spazi, pure quadrangolari, aperti, quasi come Il genere e la disposizione di queste mi pa­
nella merlatura di un edificio. I riquadri sono re non lascino dubbio che il soggetto riprodotto
occupati da figurine simili a quella del guer­ sia, più che una scena, un edificio, un mo­
riero già descritto: solo che tali figurine non numento, e precisamente un monumento di
sono rappresentate in piedi: ambedue quelle carattere trionfale: a tale carattere si ricolle­
conservate sono, Tuna più Tuna meno, pie­ gano infatti sia le Vittorie, sia il trofeo d’ar­
mi, sia i prigionieri ed i guerrieri barbari. Si
gate, come inginocchiate a terra, e ambedue potrebbe allora sospettare che le doppie linee
sembra abbiano le mani legate dietro il dorso, verticali, che dividono l’uno dall’altro i riqua­
nell’atteggiamento consueto che hanno i pri­ dri inferiori, abbiano voluto significare, nella
gionieri barbari nelle figurazioni trionfali ro­ mente di chi le segnò, delle colonne, e che
mane; ambedue hanno in capo l’alto berret­ nella serie superiore di riquadri chiusi e di
to; J’una sembra abbia anche la pelta. I ri­ spazi liberi alternati si debba davvero ricono­
quadri sono a lor volta sormontati l’uno da scere il ricordo di un coronamento merlato
un albero fronzuto, l’altro da un trofeo di ar­ adorno di figure, sul genere, ad es., di quello
mi, formato, come di consueto, da un’asta ver­ che chiude in alto la base cilindrica del « tro-
ticale, su cui sono l’elmo a forma di campana paeum Traiani » di Adamklissi. (3) Di monu­
e la corazza o la tunica militare, e da una tra­ menti di simil genere noi non conosciamo per
versa, a ciascuna estremità della quale sono l’antica Oea che l’arco di Marco Aurelio, il
due scudi ovali incrociati ed una lancia. Ne­ quale però, pure offrendoci nella sua decora­
gli spazi aperti, intermedi tra riquadro e ri­ zione alcuni stessi motivi del nostro graffito,
quadro, sono figure di Vittorie alate, diritte ha aspetto e forma tutt’affatto diversi; per-
sul globo, e recanti ognuna nella mano de­
stra un ramo di palma (ora alzato ora abbas­ (1) D a r E M B E R G -S a g LIO y D i c t i o n n a i r e , V , p . 853, a lla
sato), e nella sinistra un «vexillum » milita­
re; in capo sembra abbiano una corona tur­ voce « V ictoria ».
rita, od un elmo a triplice cresta: è il tipo
più comune della Vittoria romana, quale si (2) REINACH : R é p . s t a i u a i r e , IV . p . 235, 3.

(3) V . la ricostru zion e e il p articolare in DURM : B au-

kunst d. R óm er, p. 735, e seg.

- 105 —

tanto l’ingenuo artista o deve avere avuto di­ Come ho detto poc’anzi, è probabile che
nanzi alla mente qualche edificio visto altro­ della stessa rappresentazione faccia parte an­
ve, o nelle altre città della Tripolis o fuori che il quarto frammento già pubblicato, raffi­
di questa, o, con più probabilità, egli ha in­ gurante la metà destra di un volto femminile
teso rappresentare qualche monumento di ca­ incorniciato da riccioli inghirlandati, che volge
rattere provvisorio, qualche pomposa costru­ lo sguardo indietro: in tal caso si dovrebbe
zione in legname eretta provvisoriamente nel­ ritenere che questo è il volto della figura che
la città per celebrare le vittorie di un qualche protende le braccia al giovane pensieroso.
imperatore o il ritorno trionfale di qualche suo Non nego che il ravvicinamento di questo
glorioso cittadino : lo stato stesso frammen­ quarto frammento, cui del resto l’accurato
tario, in cui la rappresentazione ci è tornata esame estrinseco di esso non solo non ostaco­
alla luce, ci vieta di giungere ad una più pre­ la, ma favorisce, sia stato suggerito sopratutto
cisa determinazione. da quella che è apparsa, al primo pensiero,
l’interpretazione più probabile della scena
Rivedendo i frammenti di pittura che aveva­ rappresentata, interpretazione, peraltro, che
no appartenuto alla decorazione della villa a non può affacciarsi che a titolo di ipotesi. —
mare rimessa in luce fra il settembre e Totto­ Quel che è certo è che qui siamo dinanzi ad
bre 1914, (]) si è riconosciuto che tre di essi, e una scena di supplicazione: una donna o una
precisamente quelli pubblicati alle figg. 34-a, fanciulla, forse inginocchiata, tende implo­
38 e 39, si riuniscono insieme ; non è improba­ rando le braccia ad un giovane, e, tenendolo
bile altresì che anche il frammento, di cui a con le mani, o vuole più efficacemente com­
fig. 37, si debba riconnettere alla stessa rap­ muoverlo, o si sforza di trattenerne il passo. —
presentazione (fig. 8). E’ chiaro che un simile motivo può aver fatto
parte di molte e svariate rappresentazioni, di
Sopra uno sfondo che sembra indicare un soggetto mitologico o storico; ma è pur vero
luogo chiuso, adorno di festoni, sta la parte che esso ci ricorda alquanto da vicino un par­
superiore, dai fianchi in su, di una figura, che ticolare della scena di Achille riconosciuto da
i tratti giovanili del volto e certe particola­ Odisseo tra le figlie del re Licomede a Sciro.
rità del vestito lasciano in dubbio sia virile o Fra le molteplici e numerose repliche della
muliebre. Virile, per quanto giovanilmente scena, che fu, si noti, tra le preferite della pit­
fresco, si direbbe il volto, dalle linee piuttosto tura pompeiana, e che ritorna molto frequente­
grosse, che incornicia una capigliatura folta mente anche nei sarcofagi, ve n’è una serie che
e disordinata, e che negli occhi abbassati ha ci raffigura Achille nell’atto dì afferrare le ar­
un aspetto pensieroso e quasi corrucciato; una mi portate da Odisseo, mentre Deidamia tenta,
fanciulla più che un giovane vorrebbe indi­ supplicandolo, di fermarlo: (]) il gruppo delle
care il leggero rigonfiamento che ha sul pet­ due figure. Achille e Deidamia, appare alcune
to la tunica rossastra, allacciata, sembra, so­ volte assai simile a quello del frammento che
pra le spalle in modo da lasciare nude le brac­ stiamo esaminando. (21) — Certo alcune parti­
cia : non è improbabile peraltro che tale appa­ colarità contrastano a tale interpretazione : co­
renza di rigonfiamento si debba soltanto al- me, ad es., l’atteggiamento del giovane, che
l’imperfezione del disegno. Verso la figura si sembrerebbe qui stare immobile e pensiero­
protendono dal davanti due braccia femminili, so, anziché slanciarsi con impeto sulle armi
adorne di armille, dalle mani straordinaria­
mente lunghe ed affilate : la mano sinistra pare (1) V . l’a rtic. d e l c o m p ia n to F. FORNARI: « R i c e r c h e
afferrare vigorosamente il braccio del giovane,
che lo sguardo abbassato rivolge senza dubbio su gli origin ali d e i d ip in ti p o m p eia n i col m ito d i A c h ille
alla figura che gli è dinanzi, mentre la destra
sembra soltanto accompagnare ed assecondare in S c iro » in B u lle tt. C o m m is s. A r c h . C o m . d i R o m a ,
il gesto della sinistra.
X L IV , 1916, p . 55 seg g .
(1) N o t i z i a r i o , II, p a g . 341 seg . (2) V . il sa rc o fa g o d i W o b u r n A b b e y in REINACH :

R é p . r é lie fs , II, p . 538, 1 ; quello di C am bridge, ibid,
p ag . 442, 1-3; quello d ella collezione S troganoff a P ie-
trogrado, ibid. Ill, p. 517, 1 ; ecc. — Sulla peculiarità del
gruppo nei riguardi delle rappresentazioni del m ito, vedi
d e l re sto l ’a rt. cit. d e l FoRNARI, loc. cit. p . 58 seg .

- 106 —

che Odisseo gli ha fatto lampeggiare dinanzi; avremmo preferito in essa una maggiore deli­
mentre altre invece lo confermerebbero, quale catezza di disegno e di colorito.
l’aspetto quasi femmineo di Achille. Comun­

que, data l’esiguità del frammento, è certo che Ritengo opportuno ripresentare qui (fig. 9) il
ogni interpretazione non può avere che un va­ bel tegolone a mosaico, già pubblicato alla pa­
lore puramente ipotetico. Quel che importa no­ gina 348 del N o tiz ia rio (a. II), meglio riunito
tare è che la ricomposizione in uno dei tre, o nei suoi frammenti, e con la ripresa a dise­
quattro, piccoli frammenti ci permette di me­ gno delle parti mancanti. Ne risulta una mag­
glio apprezzare l’artista che li dipinse: in essi, giore chiarezza di tutto l’insieme, e sopra­
se pecca talvolta il disegno, specie nei parti­ tutto del gruppo delle pernici: di fresca na­
colari, per l’imprecisione delle linee e la spro­ turalezza è il motivo della pernice che, le­
porzione delle forme, sapiente ed efficace è gata per le zampe con il corpo all’ingiù, cer­
invece il colorito, mediante il quale l’autore ca, alzando la testa e spingendo il becco tra
sembra abbia voluto sopratutto raggiungere i vimini del canestro vicino, di arrivare a gu­
gli effetti: nè egli ha mancato il suo scopo: stare dei fichi in esso contenuti.
che la scena, pur chiusa com’è nel breve giro
del piccolo frammento, ha un vigore ed una
efficacia davvero notevoli. Nei medesimi sterri della collina fuori Porta

Un altro frammento di intonaco, che pro­ Nuova sembra sia stata rinvenuta, nel marzo
viene dallo stesso insieme di cui fanno parte del 1914, una statuetta di marmo bianco, alta
quelli teste esaminati, per quanto appaia di m. 0,27, riproducete un tipo artistico assai
fattura assai diversa, reca, dipinta in bianco su comune nell’età ellenistica e romana: quello
fondo rosso, la parte destra di una figura vi­ della figura virile avvolta ne W h im a tio n (fig. 10).
rile, vista, sembra, di faccia, con p e d u m pa­ La statuetta manca della testa, ed è tronca in
storale abbassato trasversalmente avanti la basso, al di sopra dei piedi; manca altresì del
persona, e in atto di tenere, con la mano de­ braccio destro, rotto poco sopra il gomito. La
stra protesa, una « sitala ». figura poggia sulla gamba sinistra, e piega,

Infine, un altro interessante frammento di portandola leggermente indietro, la destra; è
pittura, che peraltro non è ben certo se debba interamente coperta dal mantello, tranne nella
riunirsi con l’uno o con l’altro gruppo di pit­ spalla e nel braccio destro, che sono lasciati
ture e di mosaici rimessi in luce durante lo nudi. L .'h im a tio n , con movimento che l’artista
sterro, ci è stato dato dalla ricomposizione in non ha troppo chiaramente segnato, gira più
uno di tre minori frammenti, non bene con­ volte intorno la persona, venendo infine a
siderati dapprima (fig. 6). Sopra un bel fondo ricadere con uno dei suoi lembi sul davanti
nero lucente è rappresentata la figura leggiadra di essa; sotto l’ascella destra una ripresa ne
di un Amorino dal volto inghirlandato da ric­ incurva le pieghe, quasi piane; sul fianco sini­
cioli biondi e dal corpo roseo e sottile. Tiene stro invece esso è serrato dal braccio contro il
nelle mani, non si comprende bene se una corpo, e discende semiaperto con pieghe spez­
face o una a tuba», per quanto il suo gesto zate e non simmetriche fino al basso. Il braccio
possa prestarsi anche ad altre interpretazio­ sinistro, del tutto nascosto sotto il mantello, è
ni; (1) lo sguardo è serio, ed è fisso lontano, piegato indietro, e la mano col pugno chiu­
come fermo su qualche oggetto che tenga so, in cui forse serra un ((volumen», è ap­
preoccupato l’animo del piccolo Nume, signo­ pena accennata sul tergo della figura, che
re degli Dei e degli uomini. E’ certo che sia­ da questa parte del resto è tutta lavorata in
mo di fronte ad una figura di carattere deco­ maniera assai sommaria, in contrasto con l’e­
rativo: e non v’ha dubbio che come tale noi1 secuzione se non fine (i solchi delle pieghe so­
no generalmente grossi e duri), certo abbastan­

(1) Si p o treb b e credere che il fanciullo fosse in atto di za accurata e di discreto effetto del lato ante­
riore.
a rm are la fionda con u n a p ie tra ; il m otivo sareb b e nuovo La statuetta si ricollega, come ho già detto,
e interessante, m a i contorni degli oggetti sono talm ente
im precisi che io ritengo assai m alsicura tale interpre­ ad un tipo ellenistico ben noto, quello del fi-
tazione.

— 107 —

losofo e dell’oratore, che nell’età romana dà frammenti; reca egualmente sul disco, chiuse
poi luogo, con lievi modifiche, a quello comu­ entro una specie di cartello rettangolare, due
nissimo delle statue onorarie municipali. La maschere tragiche; il lavoro è piuttosto fine.
nostra immagine ricorda assai da vicino, per E’ un tipo di lucerna anch’esso, sembra, fre­
il movimento del mantello, la statua di De­ quente neH’Africa, ed appartenente al II see.
mostene del Vaticano, ma da essa si discosta d. C. (!). Il nostro esemplare porta sul dorso
d’altro lato sopratutto per la mossa del braccio un’iscrizione graffita, in caratteri simili a quel­
piegato dietro il dorso, mossa che ci riporta in­ li delle iscrizioni parietarie pompeiane : (2) la
vece ad un’altra scultura celebre: il Sofocle del lettura ne è difficile ed incerta :
museo Lateranense. Ora, esaminando le nume­
rose repliche che di questo e quel tipo si cono­ n.AsoloRVM
scono, in parte ripetute come immagini di filo­
sofi, poeti, ecc., in parte adattate a rappresen­ sembra peraltro di riconoscere un nome al
tazioni di Zeus e di Asclepios, vien fatto di ri­ genitivo plurale, quindi, con quasi certezza,
levare nella statuetta tripolitana quasi un’unio­ una marca di fabbrica.
ne, una vicendevole contaminazione dei due
tipi, che ritroviamo pressoché eguale in una Aggiungo ancora un gruppo di lucerne ara­
scultura di Oxford, (!) e in una statuetta di be (fig. 12), di forme diverse, rinvenute sporadi­
Asclepios del museo Vaticano. (21) La nostra camente negli stessi sterri ; sono notevoli sopra­
statuetta, date le sue dimensioni e la sua fattu­ tutto le tre ultime a destra della fila più bassa
ra, si deve naturalmente considerare come un per la vernice a smalto, di color verde vivo, di
lavoro di carattere decorativo e commerciale. cui sono ricoperte; la seconda di esse era mu­
nita in origine di un lungo becco, sporgente
Alle lucerne romane, già ricordate e pubbli­ dalla pancia, del quale non rimane che l’attac­
cate nella precedente relazione, (3) se ne deb­ catura; la prima, a sinistra, della stessa fila ha
bono aggiungere altre due (fig. 11). L’una, in­ intorno al disco una decorazione a palmette.
tera, fu rinvenuta in gruppo con altre terrecotte
nel febbraio 1914; (4) è di terra rossastra, circo­ Ritengo infine opportuno far menzione di
lare, col manico forato e verticale ; reca sul di­ due frammenti di ceramica araba antica (fig.
sco una maschera tragica, e sul fondo la 13). Il primo è parte di una ciotola a vernice
marca : C 1 V N D R A C bianca lucida, sulla quale, in color marrone
chiaro, è dipinta nell’interno del vaso una de­
E* una delle marche più frequenti, non solo corazione di linee a zig-zag, intersecantisi e di­
neirAfrica, (5) ma anche a Roma, (6) nel mez­ sposte in tre ordini, l’uno sopra all’altro; le li­
zogiorno d’Italia e nelle isole, e corrisponde ad nee sono interrotte verticalmente, a distanza
una delle più attive fabbriche di lucerne, che eguali, da fasce più larghe a colore pieno: è
diffondeva i suoi prodotti sulle rive del Tirre­ probabile che tale decorazione abbia voluto
no; (7) la figura della maschera tragica sem­ imitare la forma e la fattura di un cestello. Sul
bra ritorni soltanto in uno degli esemplari co­ fondo della ciotola è una figurazione non ben
nosciuti (C. I. L., Vili, 10478,19-e). chiara; all’esterno di essa sono esili rami, che,
formando ampi giri, chiudono, in mezzo ad
La seconda lucerna fu ricomposta da molti ognuno di questi, un fiore schematico.

(1) R e i n a c h : « R é p . s t a t u a i r e », I, p . 553. Il secondo frammento ha appartenuto ad un
(2) :R e i n a c h « R é p . s t a t u a i r e », III, p . 2 2 9 ; A m e l u n g : piatto, a basso orlo. Ha anch’esso una verni­
V a tic . M u s . I, tav. 43, n. 174; v. a n ch e REINACH : ibid, ce lucida a fondo bianco-giallastro, sul quale
ì, p . 185, 287, ecc. si distacca una decorazione di significato in­
(3) N o t i z i a r i o , II. p . 364, fig. 43. certo, a righe brune e a figure verdi e azzur­
(4) F a p a rte d e l g ru p p o in d ic a to n e lla p ia n ta co n la re con riflessi argentini; sull’orlo, all’interno,
lett. a ; v. pag. 334, nota 1 ; alcune di queste terrecotte sono come degli archi richiudentisi, con in
so n o rip ro d o tte n e lle fot. 1-3.
(5) C .I.L . V i l i, 10478, 19; 22644, 162. N el m u se o d i (1) M u s é e L a v i g e r i e d e C a r t h a g e , II, p . 54, ta v . X IV .
T rip o li vi è u n ’altra lu cern a con la stessa m arca, pro v e
n ien te da Lebda. num . 3.
(6) C .I .L ., X V , 6503. (2) C .I.L ., IV , tav I, lin e e n. 2 e 3 d e lla col. II.
(7) WALTERS: « A n c i e n t p o t t e r y », II. p . 426.

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mezzo una grande perlina. La mancanza, qui daH’abbattimento del forte del faro, (]) ven­
in Tripoli, di pubblicazioni riguardanti tale nero demoliti, nell’estate ed autunno 1921, al­
materia non mi permette di stabilire gli op­ cuni altri brevi tratti, sino allora rimasti in pie­
portuni confronti tra questi frammenti e le ce­ di, delle mura del lato settentrionale della cit­
ramiche, sopratutto dell’Egitto; il primo sem­ tà, sotto il già distrutto forte della Vite, e fu
brerebbe ricollegarsi con la ceramica siro-egi- compiuto da questa parte qualche movimento
ziana del sec. XIV, i cui prodotti si diffusero di terra. Furono in questa occasione segnalate
anche in Sicilia, e della quale molti esempi si altre due tombe della necropoli, l’una spezzata
rinvennero negli scavi del Fostat, presso il Cai­ nella volta, e quindi con la suppellettile guasta
ro; (*) il secondo mostrerebbe invece qualche e confusa, l’altra invece assolutamente integra,
somiglianza con esemplari più antichi, dell’e­ e per di più ricca di oggetti numerosi, benis­
tà fatimida. (21) simo conservati, e in parte anche nuovi per
queste regioni. L’illustrazione delle due tombe
Lo sterro della collina fu ripreso, per nuove rientrerà nella trattazione generale della ne­
esigenze edilizie, nell’estate 1921 : i nuovi la­ cropoli che farà a suo tempo il Dr. Auri-
vori non ci hanno però dato quasi alcun ri­ gemma.
trovamento degno dii nota. Fu constatata l’esi­
stenza di altre cisterne simili a quelle già mes­ Fu altresì segnalato circa l’angolo delle mu­
se in luce nei primi sterri; furono recuperati ra, m. 3.95 più in alto del piano attuale della
qualche frammento architettonico classico di ferrovia, un breve tratto (m. 3.00 circa di lun­
poco valore, e qualche rozzo esemplare di cera­ ghezza x 1,50 di largh.) di pavimento a mo­
mica araba moderna. L’unico oggetto, di un saico geometrico policromo, col consueto mo­
certo interesse, rinvenuto fu una piccola scul­ tivo della rosa chiusa entro un cerchio, e dop­
tura moderna in pietra di Malta (alt. 0.10), che pia greca intrecciantesi, di fattura simile a
ricordo soltanto per la sua stranezza (fig. 16). quella dei mosaici rinvenuti qui presso nel-
E’ il ritratto di un ebreo o di un musulmano, l’autunno 1914.
con la testa cinta da un fazzoletto avvolto a
triplice fascia, secondo l’uso locale; la fattura Fu infine raccolta fra il materiale di scarico
è assai rozza, e pur tuttavia di un’efficacia rap­ una lucerna di terracotta rossa, con sul disco
presentativa notevole : i tratti caratteristici : la figura di un ariete gradiente verso destra, e
fronte bassa, occhi allungati a mandorla, lun­ sul fondo la marca, assai comune nell’Africa,
ghi baffi pioventi sulle labbra, profilo scarno IVNI ALEXI (C. I. L., Vili, 22644, 159; v.
e affilato, sono resi con vivacità. Strana è la anche XV, 6501 ; nuova è per questa marca
materia in cui il ritratto è lavorato, strano il la figurazione dell’ariete).
fatto di trovare una scultura figurativa in que­
ste terre: dobbiamo ritenere per certo sia il D em olizion e d ei vecch i cim iteri cristiani. —
lavoro di qualche rozzo artista cristiano, for­ Per la costruzione della strada, che, in pro­
se di qualcuno di quei molti schiavi, sopratut­ secuzione di quella da Porta Nuova al piaz­
to italiani, che, portati prigionieri a Tripoli dal­ zale el-Bulàghi, scenderà da questo al porto
le navi corsare, quivi mettevano a profitto dei e all’area della vecchia pescheria, là dove
pascià e delle ricche famiglie la loro innata sorgeva il forte spagnuolo, (2) sono stati de­
attitudine artistica. moliti nell’autunno 1922 i due antichi cimiteri
cristiani, il cattolico e l’ortodosso, situati qui,
DEMOLIZIONE DELLE MURA fuori le mura della città, fin dal secolo XVII.
SUL LATO NORD DELLA CITTÀ. Le salme sono state rimosse, e i muri di re­
cinzione, che erano in parte le mura stesse
Per la costruzione della nuova strada da della città, abbattuti. I rinvenimenti verifica-
Porta Nuova al piazzale el-Bulàghi, risultato tisi nel 1914 e 1915, (3) e più ancora il fatto
che fu proprio nell’ampliamento del cimitero
(1) MiGEON : « A r t m u s u l m a n » , II, p . 287, seg g . ortodosso, pochi anni avanti la nostra occu-
(2) Ib id . p . 272 se g ., fig. 225.
(1) N o t i z i a r i o , II, p . 303 se g g .
(2) N o t i z i a r i o , II, p . 303 se g g .
(3) Ibid., p . 311.

— 109 -

pazione, che tornò in luce la grande statua tronchi di colonna di breccia, un poco affon­
di Roma, ora nel museo, ci davano a sperare dati nel suolo (alt.: 1.82 e 1.76, diam. in
che i lavori non sarebbero stati senza frutto ambedue 0.52; è probabile pertanto siano due
per i nostri studi. Si sono invece soltanto re­ parti di una stessa colonna; n. 1 e 2) e sor­
cuperati: una pietra tombale intera, e fram­ montati da due capitelli corinzi di eguale mi­
menti di altre, con iscrizioni cufiche; un fram­ sura (alt. 0.52, diam. 0.38; n. I e II).
mento di mano colossale in marmo, (J) lavo­
rata naturalmente, date le dimensioni, in ma­ La moschea, per testimonianza di un ano­
niera sommaria ma efficace, che deve avere ap­ nimo scrittore della fine del sec. XVII (*), ha
partenuto a qualche scultura di grande mole. preso il posto, dopo la rioccupazione arabo­
turca di Tripoli, avvenuta nel 1551, della Chie­
Nell’area del cimitero ortodosso si è rileva­ setta dei Cavalieri di Malta, dedicata a S.
ta la presenza sia di un pavimento in marmo, Leonardo. Tale notizia, comunicatami recen­
messo insieme con materiale raccogliticcio, temente dal Dr. Aurigemma, mi indusse nei-
che continuava sotto il muro di recinzione del restate del 1922 a tentare qualche saggio sot­
cimitero, dal lato verso la città, sia di un pa­ to il pavimento moderno, a fine di riconosce­
vimento, o meglio di due pavimenti attigui a re se possibile qualche dato della vecchia co­
mosaico bianco e nero, molto rozzo, a tessere struzione. I saggi, che debbono ancora esse­
grosse e irregolari, e a disegno semplice (lo­ re continuati, hanno frattanto portato al rinve­
sanghe e quadrati). Siffatti ritrovamenti, e in nimento sotto il piano della nicchia, nei cui
particolare quello del frammento di scultura, spigoli sono murati i due tronchi di colonna
ci confermano peraltro l’interesse archeologico di breccia, di un vano intonacato, entro cui
della zona, che doveva essere tra le più im­ ha inizio una scala che discende verso occi­
portanti della città antica. dente, e che è troncata dal muro esterno del­
l’edificio: sotto il piano del primo gradino
MARMI ANTICHI RINVENUTI (0.35 di pedata), fu constatata la presenza di
NELLA MOSCHEA DEL CASTELLO. una tomba. Sotto il piano poi della navata
delia moschea, proprio avanti la stessa nic­
Nei lavori di restauro e di ripristino della chia, si mise in luce l’apertura quadrangolare
moschea situata neH’interno del Castello (Già- di un vano sotterraneo. L’apertura è orlata di
ma es-Seraia), condotti nel 1919 dall’Ufficio fascie di marmo con battente per la posa di un
delle OO. PP., furono rimessi in luce alcune chiusino; il vano, a pianta quasi quadrata (me­
colonne e capitelli antichi, in parte confusi nel tri 3.00x2.95), coperto a volta in mattoni, alta
materiale di rifiuto, in parte invece messi in nel centro m. 2.90 circa, ha le pareti in mura­
opera nell’interno della moschea (fig. 17). tura di pietrame e il pavimento a battuto, spez­
zato in parte. Esso conteneva, quando fu aper­
Nel cortile antistante il luogo di preghiera to, grande quantità di ossa umane, frammiste
furono trovati : a resti di legname; il modo con cui le ossa
erano disposte fa ritenere per certo che i cada­
a) una colonna frammentata di cipolli­ veri fossero stati messi nella cripta, chiusi in
no di m. 2,80 di alt., e di 0,45 di diam. (n. 3 casse di legno, e sovrapposti l’uno all’altro in
nella pianta). due o più strati orizzontali. Al di sopra delle
ossa, che occupavano il vano per circa due
b ) una colonna frammentata di marmo terzi della sua altezza, era della terra di riem­
bianco di m. 1,80 di alt. e di 0,52 di diam. pimento, mista alla quale furono rinvenuti1
(n. 4).
(1) Q u e sti, c a d u to in p o te re d e i co rsari d i T rip o li a l
c) un capitello corinzio di m. 0,48 di alt. tem po della guerra di C andia, rim ase prigioniero nella
e di 0.42 di diam. (n. III). città p e r 8 a n n i, d a l 1668 al 1676, ra c c o g lie n d o n o tizie
e dati di quanto in essa vedeva e succedeva durante quel
NeU’interno della moschea, sorreggenti l’ar­ periodo. Reso a libertà, riunì le sue m em orie e le notizie
co di una grande nicchia, sono tuttora due raccolte in due volum i, che si conservano m anoscritti
nella Biblioteca N azionale di Parigi.
(1) Il fra m m e n to a p p a rtie n e a d u n a m a n o sin istra e
co m p ren d e la p a rte tra il polso e la b ase d elle d ita : m i­
sura m . 0.Ì8 di lunghezza e 0.19 di larghezza.

- 110 —


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