1978. Ginevra
Main Entrance
1978. Ginevra
Main Dining
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Il primo viaggio a Riyadh e Ta’if
La presentazione del progetto di Ginevra avviene in Arabia
Saudita. Luglio 1979.
Dopo un contrattempo tecnico in partenza da Fiumicino, ar-
riviamo finalmente all’alba a Jeddah. Tutto era nuovo per me,
il volo, la città, questo nuovo mondo, una nuova cultura…. Il
cielo era rosso quasi ad evidenziare la distesa di tensostrut-
ture del terminal dei pellegrini…
Il comandante era lì, ci aspettava e dopo un breve stop in al-
bergo proseguimmo immediatamente per Ta’if, città in mon-
tagna, dove il Re e tutti i Prìncipi governatori di regione tra-
sferivano le loro sedi di governo nel periodo estivo…..Ta’if è
una città che si trova a 1.800 metri di altezza, immersa nel
verde e la sua altitudine mitiga il caldo insopportabile del
deserto….
A Ta’if, incontro in una grande sala speciale, con un’atmo-
sfera speciale, sua altezza reale il Principe Majed Bin Ab-
dul Aziz Al Saoud, Governatore della Regione di Makkah e
Jeddah, fratello del re e potenziale suo successore al trono
Saudita e con grande entusiasmo presento con l’aiuto del Sig.
Ricci che mi fa da traduttore, il progetto della nuova residen-
za Svizzera...... Un successo.
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Jeddah e Ta’if
1978
Presentazione
progetto a Ta’if e Jeddah
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Jeddah, Daharan, Al Khobar
Dopo il progetto di Ginevra arrivano altri lavori e questa volta
in Arabia Saudita, la sfida si fa più importante ed impegna-
tiva.
Realizziamo un complesso di ville al mare a nord di Jeddah,
mesi lunghi di lavoro dove completiamo con soddisfazione la
“MAIN VILLA” e le due ville degli ospiti con grande soddi-
sfazione del cliente, ancora H.R.H Prince Majed Bin Abdul
Aziz Al Saud.
Davanti a noi il Mar Rosso con tutta la sua bellezza e con i
fondali ricchi di coralli stupendi che fanno da cornice a tre
ville stupende.
In poco tempo passiamo da Jeddah ad Al Khobar sul golfo
persico, dove chiamati da sua altezza Prince Mansour Bin
Bandar Bin Abdul Aziz Al Saud, realizziamo con un nuovo
ID, il fit out della residenza principale, i miei tecnici sacri-
ficano le feste natalizie con la famiglia, pur di terminare nel
rispetto dei tempi il progetto. È il 1983.
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Io sono di origine marinara. Chi non è ma-
rinaio non può capire… Vittorio è sempre stato
bravo, aveva una capacità di reazione immediata.
Mentre io ero profondamente sciagurato, lui era pro-
fondamente serio. Sono ancora oggi convinto che in
quegli anni chi ci vedeva insieme si faceva un’idea
positiva di noi e ci sceglievano perché eravamo bravi
e affidabili. Mantenevamo la parola data e alla fine
il risultato era superiore alle aspettative che i nostri
interlocutori si facevano.
Il “Comandante” Donato Ricci
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Roma
1980
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1980. Roma
Boutique Type
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oggetti
da toccare
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Al Khobar
1983
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1983. Al Khobar
Family Living Room
1983. Al Khobar
Main Living Room
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1983. Al Khobar
Private Office
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Mansour Bin Bandar
Bin Abdulaziz
My Friend Vittorio Molteni, Arredaesse, Italy.
I have had the great pleasure of knowing Vittorio for over
30 years, and during this time
I have enjoyed both his profes-
sionalism and his friendship.
I have long admired the way
he cares for and nurtures the
family business, and his touch
is felt throughout both Europe
and the Gulf region.
I have collaborated with Arredaesse on several impor-
tant projects and I have always been very pleased with
the company’s excellent work, durable products, and
the exemplary quality that infuses every aspect of their
work. Under Vittorio’s leadership, Arredaesse is a com-
pany that delivers the best results with the best quality,
and without delay.
My best wishes to all of you at Arredaesse, and may
your next 40 years be as productive and prosperous as
your first!
Mansour Bin Bandar Bin Abdulaziz
6 February 2017
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Tokyo.
La collaborazione con Okura Family
Montenapoleone diventa il trampolino di lancio verso
il mercato internazionale, in pochi mesi si va dall’Ara-
bia Saudita al Giappone, da Londra a Los Angeles…
il motivo trainante è sempre lo stesso: curiosità insie-
me ad un po’ d’incoscienza, voglia di raggiungere gli
obiettivi che il destino ci mette di fronte, Arredaesse
divenuta autonoma dal punto di vista progettuale ed
organizzativo inizia a realizzare lavori in tutto il mon-
do e non più solo nella penisola arabica.
A Tokyo un intero building per la famiglia Okura, in
collaborazione con la Sig.ra Yoko Okura e Giulio Mie-
li, collaborazione che continuerà nel tempo, con pro-
getti importanti realizzati sempre per la famiglia con
Mitsubishi.
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Il Giappone
1984 - 1989
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1984. Tokyo. Vittorio Molteni, Yoko Okura e Giulio Mieli
Vittorio Molteni, Yoko Okura e Takako Shimazu,
sorella dell’Imperatore
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1984. Tokyo
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Okura Project
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Kyoto Arc Hotel for Sumitomo
1985
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Yoko Okura e Giulio Mieli
Arredaesse fa i quarant’anni,
ma noi, che ci avviamo al cin-
quantesimo di matrimonio, co-
nosciamo Vittorio da ben pri-
ma. In tutte le abitazioni in cui
la nostra vita di nomadi ci ha
portato ad annidarci troviamo
qualcosa di lui. Non lo aveva-
mo ancora incrociato quan-
do abbiamo arredato la nostra
mansardina a Milano, ma in seguito, con alcuni tocchi sa-
pienti, ha messo la sua impronta anche lì.
Quando il padre di Yoko ha deciso di edificare quattro pia-
ni e seminterrato sul terreno della vecchia casa a Meguro
in Tokyo e ci ha chiesto idee per le finiture e l’arredamento
di sei appartamenti, abbiamo cominciato a visitare negozi e
mostre di mobili a Milano: nell’esposizione Sormani di via
Monte Napoleone ci è stato un giorno presentato un cordiale,
svelto ed allora esile architetto che sembrava l’incarnazione
del latin lover, con gli occhi pieni di curiosita’, interesse e
simpatia. Ha interpretato pazientemente aspirazioni e dubbi
di Yoko e rapidamente li ha tradotti in un progetto che è stato
approvato e realizzato senza alcuna complicazione, malgrado
la distanza, grazie alla precisione di Arredaesse ed al serio e
minuzioso lavoro in Giappone. È bastata la visita di Vittorio
per dare il tocco finale. Poi gli eventi hanno voluto che Yoko
finisse con occupare tutto l’immobile con spazi per sè, ora
che risiede a Tokyo, per le sue societa’ e per eventuali ospi-
ti: quindi evoluzioni sul progetto iniziale sono avvenute, ma
senza cancellarne l’impronta.
Forse l’abitazione dove sentiamo piu’ presente la personalita’
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e l’amicizia di Vittorio è la casa di Lora, su una collina da cui
si vede Como ed il suo lago. Per me è piena di ricordi: a Lora
eravamo stati ospiti della villa nella azienda agricola di mio
zio Carlo Grassi dopo che il nostro appartamento di Milano
era stato bombardato; e come noi varie altre famiglie di pa-
renti ed amici che avevano subito analoghe traversie. Dopo la
guerra zio Carlo ha ceduto a mio padre quell’appezzamento
in collina e lui vi fece costruire una grande villa in stile ra-
zionalista, in cui ho vissuto con nonna, zie ed una crescente
nidiata di fratelli e sorelle. A Como abbiamo studiato fino
ai diciott’anni ma poi uno ad uno ci stiamo staccati, io per
lavorare con mio padre a Milano, altri per l’Universita’ e poi
la professione. La grande casa rimase disabitata quando mia
madre, ormai sola, decise di spostarsi a Milano per essere
vicina al marito tutta la settimana.
Dopo molti anni, due miei fratelli mi proposero di dividerla
in appartamenti e, dopo qualche esitazione, convenimmo con
Yoko di accettare purchè il progetto fosse elaborato da Vitto-
rio non solo per la nostra abitazione ma anche per l’interven-
to esterno, che volevamo totalmente rispettoso dell’architet-
tura originale. A noi è stato assegnata una parte del secondo
piano, ove Vittorio ha ricavato la zona notte, e la terrazza, ove
ha realizzato soggiorno e cucina interamente affacciati sul
verde da un lato e sulla grande terrazza piena di piante, fiori
e spazi arredati dall’altro, anch’essa affacciata sul verde. Noi
soggiorniamo ormai in Italia solo tre mesi l’anno, ma in quel-
la casa, da ormai trentacinque anni praticamente invariata
e perfetta, assaporiamo pace ed equilibrio, tra il ricordo dei
nostri cari, la consapevolezza del nostro percorso di coppia e
la testimonianza delle cose armoniose che ci circondano.
Yoko Okura e Giulio Mieli
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L’eccellenza
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Los Angeles
1984
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Los Angeles, 1984
Master Bedroom
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Family Living
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Un amico di Montecarlo un giorno mi chiede come mai io
non conosca l’architetto Vittorio Molteni nonostante ope-
riamo a pochi km di distanza. Noi a Cantù e lui a Carugo.
Finché un giorno lo stesso amico organizza il nostro primo
incontro e porta Vittorio a far visita nel nostro laboratorio.
Si entusiasma per le cose che facciamo e per le attrezzature
e i macchinari che usiamo. Da lì a poco inizia una colla-
borazione che ancora oggi prosegue dopo più di 10 anni
con reciproca soddisfazione.
In questi anni abbiamo fatto tanti lavori insieme. Uno che
ricordo con particolare orgoglio è di quando ci chiama
per un cantiere che stava facendo a Parigi. Una quinta
inizialmente pensata in marmo pesava troppo e la soletta
non avrebbe retto. Mi chiedeva di trovare rapidamente una
soluzione che risolvesse il problema. Ci siamo ritrovati in
azienda, abbiamo lavorato gomito a gomito. Abbiamo tro-
vato la soluzione e alla fine in poco tempo siamo riusciti
a fare quello che lui aveva ideato e pensato con un effetto
scenografico di grande bellezza. Che poi è quello che da
sempre Vittorio fa.
Daniela Gaffuri
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Seefeld
1985
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