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Arredaesse. The Passion Of Architecture and Design

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Published by emi, 2018-01-12 03:31:17

Arredaesse. The Passion Of Architecture and Design

Arredaesse. The Passion Of Architecture and Design

Lo showroom
di Via Montenapoleone

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Nella storia di Arredaesse c’è la figura di mia madre, Mariuccia
Sormani, che dell’azienda è stata la fondatrice con i suoi fratelli e
Vittorio Molteni. Come mamma per me è stata meravigliosa, ma la
vedevo un po’ come una mamma manager. Avevo un po’ un rifiuto
di questa cosa tant’è vero che sostenevo che mai avrei voluto fare il
lavoro che faceva lei. Infatti poi l’ho fatto.
Negli anni ho lavorato sempre con Vittorio all’ufficio tecnico, con
mia madre mai. Poi negli anni più recenti, dopo che lei è manca-
ta, ho saputo da chi lavorava con lei che era una persona molto
a modo, disponibile con tutti e capace di aiutare gli altri, corretta
con tutti, non alzava mai la voce.
Soltanto allora ho capito che mamma ho avuto. Una donna che
ha saputo mantenere la sua femminilità, pur operando in un con-
testo aziendale spesso complicato e pieno di difficoltà. E di questo
sono orgogliosa. Lei è stata la componente femminile di Arreda-
esse ed ha portato in azienda tutte le sue grandi qualità umane e
professionali. Oggi che l’azienda celebra i suoi 40 anni di attività
il ricordo della sua figura è necessario per capire i perché della
crescita, dello stile e della qualità delle cose fatte, senza nulla to-
gliere al ruolo di Vittorio.
Voglio aggiungere che i nostri eventi durante il Salone del Mobile
già negli anni ‘90 erano qualcosa di unico per stile, frequentazio-
ni, proposte. In questo Vittorio è stato un precursore di una modali-
tà e di uno stile che solo un decennio dopo è stato copiato da tutti:
il FuoriSalone.

Angela Zorloni

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GLI EVENTI

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Settimana Norvegese. Ministro del commercio norvegese.

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Vittorio Molteni Yoko Okura

Mr. Wittmann e Vittorio Molteni

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Gilda Bojardi e Kita

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Vittorio Molteni e Elisa Gargan Giovannoni Mario Marenco e Adriano Sormani

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Vittorio Molteni e Gilda Bojardi

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Dott. Giacomo Corno e Paolo Piva
Kita e Antonio Citterio

Romeo Sozzi, Vittorio Molteni, Desede Sales Manager

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Maria Grassi, Ignacio Mallol e Sandra Mallol

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OGGETTI
DA AMARE

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Insieme ad Elisa Gargan, invitiamo 6 designers emergen-
ti, già molto conosciuti al pubblico e alla critica di settore:
Dan Friedman da New York, Nigel Coates da Londra, Pie-
rangelo Caramia da Parigi, Stefano Giovannoni e Roberto
Semprini da Milano e Massimo Mariani.

Nasce subito una collezione internazionale di grande pre-
stigio. La critica è con noi, una marea di gente si riversa
nello show room ed ai party organizzati per gli eventi du-
rante il Fuorisalone del Mobile, il pubblico e gli operatori
di settore ci riconoscono il merito della novità, la nostra
collezione è di rottura ed è proiettata verso il futuro….

Negli anni successivi si aggiungono ai primi designers:
Toshiuki Kita, Claudio Salocchi, Naoko Shintani, Joanna
Lyle, Isabel Reagal, Anna De Plano, Remo Buti, Intelmo
Toriovit……………….

La collezione è ampia, è una famiglia di prodotti ben
amalgamata, la collezione sembra più adatta ad un gran-
dissimo brand, che ad una piccola stella nascente qual è
Arredaesse Produzioni.

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13 APRILE 1991
NASCE

ARREDAESSE PRODUZIONI

Uno sguardo verso il futuro

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Roberto Semprini

Nato il 24 Agosto 1959 a Rimini, si laureò in Architettura a Fi-
renze. Lo Studio RM12 fu fondata nel 2000 dall’Arch. Semprini
in collaborazione con altri architetti e designers, collaborando con
le principali aziende italiane del settore. Alcuni progetti di inter-
ni sono stati pubblicati dai maggiori giornali italiani e stranieri
come AD Architectural Digest, House and Garden, Bravacasa,
GAP, Casa, etc.
Parte dei progetti di Roberto Semprini fanno parte delle collezioni
permanenti come al Museum of Design di Londra, e il Museum of
fine art di Montreal. Dal 2003 lo studio realizza scenari di forte
impatto ed è attivo nella ricerca di nuovi spazi abitativi e pubblici.

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Il mio rapporto con Arredaessse nasce nel 1987, quando ancora
studente di architettura a Firenze, raggiungevo Milano con mezzi
di fortuna per assistere ai primi eventi del Fuori Salone del Mobile.
Quando entrai nello showroom di ARREDAESSE in Via Monte-
napoleone mi accolse un giovane Vittorio Molteni come sempre
molto elegante, con baffi ben curati e un grande sorriso. Mi dedi-
cò molto del tuo tempo nel presentarmi la sua azienda e mi disse
che se volevo potevo proporgli qualche progetto in futuro. Rimasi
colpito dalla disponibilità di Vittorio e quando mi laureai qualche
anno dopo, mi trasferii subito a Milano. Non mi ero dimenticato
del suo invito e un giorno andrai a trovarlo. Tirai fuori dalla ta-
sca del cappotto un piccolo modellino di poltroncina a forma di
CHIOCCIOLA poiché era l’anno in cui dedicai i miei progetti di
poltrone, divani e chaise- longue al simbolo della spirale. Questa
ispirazione simbolica era dovuto al fatto che ero affascinato dai
lavori di artisti che avevano lavorato con questo simbolo (compreso
Vladimir Tatlin da cui nacque il Divanop TATLIN per Edra).

La CHIOCCIOLA era una poltroncina molto difficile da realizza-
re ma Vittorio, sempre con il suo sorriso capace di sdrammatizzare
tutto, mi rispose che non c’era nessun problema, l’avrebbe realizza-
ta tale e quale al modellino in tempo per essere esposta al prossi-
mo Salone. Vittorio mantenne la promessa e così mi ritrovai all’i-
naugurazione del Salone in compagnia di altri designer che già
si stavano già affermando a livello internazionale. La Chiocciola
ebbe un grande successo a livello di pubblicazioni conquistando
anche copertine di riviste in Italia e all’estero ed entrando insieme
al divano Tatlin nella storia del design italiano.

Roberto Semprini

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Dan Friedman

Formatore, grafico e disegnatore di arredi. Friedman è nato a Cle-
veland nel 1945. Friedman ha studiato in Svizzera insieme a Ar-
min Hofmann e Wolfgang Weingart.
Nel 1969 è tornato in America e ha iniziato la sua carriera come
graphic designer per grandi aziende. Ha lavorato con la ditta An-
spach Grossman in Portogallo come senior designer dal 1975 al
1977. Friedman ha contribuito in modo significativo a quello che
è venuto poi essere conosciuto come il cosidetto “post-moderno”o
“new wave”negli anni ’70. Ha insegnato progettazione grafica alla
Università di Yale dal 1970 al 1973. Assistente alla cattedra pres-
so l’Università State di New York dal 1972 al 1975. Ha lavorato
con Pentagram di New York dal 1979 al 1984. Ha progettato ma-
nifesti pubblicitari, imballaggi, carta intestata e loghi per clienti
come la Citibank e Williwear. Ha progettato mobili, illuminazio-
ne, schermi, elementi a parete ed interni. Tra i più noti proget-
ti di mobili sono nel 1989 “Vergin Screen”, il divano e poltrona
“Zoid”e le lampade “Three Miles Island”. Morì nel 1995.

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Un pensiero per Dan Friedman di Mendini
Between 1987 and 1992 Dan and I exchanged letters and drawings, be-
cause we had decided to put our four hands together to make some furniture
and a few objects, to be signed jointly and shown at an exhibition. We talked
about a thousand things, their aspects and philosophy. Then the project was
dramatically interrupted. But I have always kept the idea, now realised by
Design Gallery, of bringing it to completion.
Not only to pay homage to a friend no longer with us, but because we had
been trying to express things new both for him and for me; things which I
now find topical. We talked about titanium and elementary volumes, lines in
gilded bronze, thin sheets of marble, and polychrome spheres on tilted pla-
nes. And also about pictograms, water, silence, pantheism and geometries.

Alessandro Mendini
With the collaboration of Bruno Gregory and Sam Stone

February 2001

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Siamo nel periodo in cui si sta diffondendo il fe-
nomeno del Bolidismo con i suoi fondatori: PIE-
RANGELO CARAMIA, STEFANO GIOVANNONI,
MASSIMO MARIANI, ROBERTO SEMPRINI, REMO
BUTI, che ha per concetto la comunicazione, il
movimento, la leggerezza, la molteplicità, il di-
venire e l’azione, il loro design si esprime attra-
verso le forme dinamiche restituendo agli og-
getti personalità e unicità tipiche delle forme
viventi, oltre al concetto di gioco.

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Nigel Coates

Nigel Coates (Malvern, b.1949) ha costantemente messo in di-
scussione il significato dell’architettura e l’oggetto. La sua mis-
sione è di portare parti uguali di arte e intelligenza per architet-
tura e design; qualunque sia lo spazio o l’oggetto, Coates riempirà
con passione, ironia e l’istinto. Dopo la formazione presso l’Ar-
chitectural Association, ben presto divenne una forza Coates
design originale, con molte delle sue idee tratte dal ‘confusione
e l’eccitazionè della vita urbana. I suoi racconti di inventiva si
sono tradotti in molti edifici, interni e mostre in tutto il mondo,
in particolare in Giappone e nel Regno Unito. Altro lavoro spe-
rimentale è stato dimostrato in un contesto di arte e design, tra
cui Ecstacity l’architettura Association (1992), Mixtacity alla Tate
Modern (2007), Hypnerotosphere alla Biennale di Venezia 2008,
e picaresco presso il Triennale Design Museum (2012). Lui è mol-
to richiesto come designer di illuminazione e arredo, collaborando
con molte aziende italiane tra cui Alessi, Ceramica Bardelli, Ge-
brüder Thonet Vienna, Fornasetti, Fratelli Boffi, Glamora, L’Ab-
bate, Poltronova, Richard Ginori, Slamp, Terzani e Varaschin.
Esempi del suo lavoro sono tenuti in diverse collezioni museali
tra cui il V & A di Londra e FRAC di Orléans. Il suo libro ‘Guida
per Ecstacity’ è stato pubblicato da Laurence King nel 2003 e la
sua ultima, ‘narrativa Architettura’, è stata pubblicato da Wiley
nel 2012. Egli è anche una luce che conduce al nuovo London
School of Architecture.

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Massimo Mariani

Architetto, designer e pittore, nasce in provincia di Pistoia nel
1951, lavora Montecatini e Firenze, dove collabora alla didattica
presso la Cattedra di Arredamento d’Interni alla Facoltà di Archi-
tettura.
Negli anni ‘80 ha partecipato a numerose mostre e concorsi in
Italia e all’estero. Ha fatto parte dello «Studio Stilema», del movi-
mento «Prontista» e del «Bolidismo». Tra i recenti riconoscimenti
nel 1986 opera premiata al concorso «Atelier Nouveau Competi-
tion di Tokyo» e nel 1988 opera premiata al concorso «La casa più
bella del mondo»

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Pierangelo Caramia

Architetto, laureato presso l’Università di Firenze nel 1984, fa
parte dell’associazione degli architetti “Île-de-France ”. Nel 1986
ha ottenuto il Master in Design (Scenografie Urbane) presso la
Domus Academy, corso allora diretto da Andrea Branzi. La sua at-
tività professionale si divide tra differenti nazioni, dall’Italia alla
Francia, al Giappone; da Memphis a Sawaya e Moroni, Cassina,
Alessi e Poltrona Frau, Il Coccio, Pirelli, Arredaesse Produzio-
ni (Italia), XO, Doublet, Tarkett, Dior, Daum, Thakes (France),
Omron, Inter-art (Japan). Tra le sue architetture e disegni d’inter-
ni: il Café Brasserie Le Pigalle (Paris), il Bond Street Cafè di New
York, l’Industria Tessile Doublet Lille-France, importanti uffici
del Nord-Pas-de-Calais, alcuni show-room e negozi al dettaglio di
Primtemps, di Alessi (Parigi), del gruppo Ittierre (Versace, Dol-
ce &Gabbana, Gianfranco Ferré) sempre a Parigi, del restauro e
dell’architettura interna del castello di Villers sur Authie (XVII
secolo), del restauro della chiesa di San Nicola (XII secolo) a Ci-
sternino. Ha ideato concetti generali per alcuni negozi multi-mar-
che di Mosca e per il marchio di moda russa “Ladies&gentleman”.
Ha lavorato sull’adattamento di concetti generali e manageriali di
alcune boutique di Gucci al Granitolith-Villa Nova di Parigi e di
Londra; ideato installazioni pubbliche a Cisternino; dal 2007 in-
segna alla scuola Superiore di Arte Moderna a Parigi.

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E ci trovavamo da Vittorio
in Montenapoleone!

Qui vorrei ricordare un incontro e un laboratorio di progetto nato nel 1991
a Milano.
Vittorio Molteni ed Elisa Gargan sollecitarono alcuni giovani, e meno gio-
vani, designers per progettare una famiglia di prodotti per l’arredo per Ar-
redaesse; io ero uno di quei giovani designers.
Ricordo con piacere gli incontri nella sede dell’Arredaesse con Vittorio, Eli-
sa, e altre persone dell’Arredaesse: Maria, Angela, la signora Sormani e
altri.
Per quanto mi riguarda, ispirandomi al clima che si respirava nel negozio
di eleganza ed eccellenza, ho progettato un sistema di scaffalature, librerie,
armadi, che si chiamava Screen. Il Leitmotiv, la parola –base che dava for-
za al linguaggio della famiglia era una « cornice » di legno con uno spes-
sore importante e leggermente curvata per poter meglio appoggiare al muro
che conteneva vari accessori, come se fosse il telaio di uno schermo (screen).
Negli «schermi» incorniciati da questo sistema di cornici succedevano tante
cose, c’erano dei pieni e dei vuoti, c’erano parecchi elementi utili in una
casa: binari elettrificati, mensole di vetro o legno, armadi, cassettiere, con-
tenitori vari, ecc. e il tutto era contenuto e armonizzato dai telai delle cornici
che ordinavano e strutturavano l’insieme degli accessori.
Screen è un prodotto che ha avuto parecchio successo, il mercato l’ha capito
e adottato; ho progettato in seguito altri prodotti a partire da questo: tavolo
oblò, tavolino Lem, sedia luna, letto, ecc.

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E stata una bella esperienza quella di «Arredaesse Produzioni» che mi ha
permesso, da giovane designer quale ero, di uscire dai terreni soliti nei quali
mi ero formato e mi ha permesso di «arricchire» il mio design frequentando
il linguaggio dei materiali nobili, del confort di alto livello e anche, perché
no, del lusso a volte.
Ricordo con piacere gli incontri e il lavoro comune con gli altri designers e
con Vittorio ed Elisa. Ricordo il design poetico e newyorkese di Dan Fried-
man e anche la simpatia della persona, il design « nautico » che sperimen-
tava il neoprene di Nigel Coates, il design zen di Kita, il design delicato e
«floreale» del mio professore e maestro Remo Buti, il design giocoso di Ste-
fano Giovannoni, il design «estivo» di riviera di Roberto Semprini, il design
da ebanista sapiente di Massimo Mariani…. !
Dopo questa esperienza di Arredaesse Produzioni ho lavorato qualche vol-
ta con Vittorio a Mosca e Parigi essenzialmente e abbiamo avuto modo di
scambiarci competenze lavorando per alcuni clienti miei e suoi nel campo
dei negozi e delle case private.
Abbiamo completato l’anno scorso, ad esempio, una bella residenza a Parigi
per la famiglia reale del Qatar: è stato un progetto e un cantiere interessan-
te nel quale abbiamo sperimentato codici, linguaggi e tecniche varie e di
eccellenza.
L’augurio che faccio a Vittorio e alla sua azienda oggi è quello di «ripren-
dere» il percorso della Arredaesse Produzioni integrando in esso tutte le
esperienze e il know-how acquisito in questi anni sperimentando e lavorando
in varie parti del mondo.
Credo che il mercato, ma preferisco dire le persone, abbiano sempre bisogno
e desiderio di ricevere stimoli «italiani» di qualità e credo che oggi sia il
momento di intraprendere un nuovo percorso che chissà dove ci porterà.

Pierangelo Caramia, aprile 2017

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Kita Toshiyuki

Ha iniziato a progettare in Giappone e Milano dal 1969. Da al-
lora, Kita ha progettato molti prodotti best-seller da costruttori
europei e giapponesi in tutto il mondo. Molti dei suoi lavori sono
selezionati per le collezioni permanenti nei musei di fama mon-
diale come il Museum of Modern Art di New York (MOMA), Cen-
tre Georges Pompidou (Parigi), ecc Egli è anche molto attivo nel
rivitalizzare e promuovere l’artigianato tradizionale giapponese
locali e industrie pure. Egli è il direttore della fiera internazio-
nale per la casa e lo stile di vita di ristrutturazione “Living &
Design” e sostenitore di aggiornamento stile di vita giapponese, il
progetto “RENOVETT”. Professore, Università di Osaka of Arts.
Nel 2015, il suo invito mostra “Il Lusso della Natura” si è tenuta
presso Chiesa di San Domenico Chiesa di ALBA. premi multi-in-
ternazionale comprende 1990 “Delta de Oro (Gold Prize)” Premio
di Spagna e il premio “carrier internazionale di Compasso d’Oro”
d’Italia nel 2011. Nel 2016, ha lavorato come La Giuria Interna-
zionale del Compasso d’Oro, Italia. Le sue recenti pubblicazio-
ni includono “Power of Design”, “l’industria locale + Design”,
“Venture per il Design”, e molti altri... che conducono al nuovo
London School of Architecture.

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Remo Buti

Architetto e designer italiano nato a Firenze nel 1938. Laureatosi
in architettura presso l’Università di Firenze, iniziò la sua attività
come ceramista presso fabbriche di importanza nazionale. Aderì
all’Architettura Radicale, come cofondatore del laboratorio Glo-
bal Tools. Nel settore del design si ricorda la sua attività in diversi
ambiti, dal disegno di gioielli a quello dei tessuti d’arredamento e
dei materiali edilizi. Espone i suoi progetti in varie edizioni della
Triennale di Milano; nel 1978 partecipa alla Biennale di Venezia
con la serie di Piatti d’Architettura, progettata in collaborazione
con C. Scarpa. Nel 1985 progetta il centro linguistico dell’ateneo
di S. Maria degli Angioli a Firenze; nel 1988, in collaborazione
con A. Branzi, vince il concorso per il centro storico di Castel di
Sangro.

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Stefano Giovannoni

Stefano Giovannoni, nato a La Spezia nel 1954, si è laureato alla
Facoltà di Architettura di Firenze nel 1978. Vive e lavora a Mi-
lano. 
Dal 1979 al 1991 ha svolto attività didattica e di ricerca alla Fa-
coltà di Architettura di Firenze. È stato professore di master alla
Domus Academy, all’Università del Progetto di Reggio Emilia e
professore in Industrial Design all’Università di Architettura a
Genova.
Lavora come industrial e interior designer ed architetto, è specia-
lizzato in prodotti in plastica. Ha collaborato con aziende come
Alessi, Amore Pacific, Artsana, Bisazza, Cederroth, Deborah,
Elica, Fabbrica Pelletterie Milano, Fiat, Hannspree, Hanssem,
Helit, Henkel, Honeywell, Inda, KDDI, Kokuyo, Laufen, Lavaz-
za, LG Hausys, L’Oreal, Magis, Maletti, Meglio, Mikakuto, Moooi,
Nestlé, Nissan, NTT Docomo,  Oras, Oregon Scientific, Papernet,
Promelit, Pulsar, Replay, Samsung, Seiko, Shaf, Siemens, Skitsch,
Sodastream, SPC, Star, Telecom, Toto, 3M, Toto, Tubes, Veneta
Cucine, Vondom e ZTE.

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