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Published by uygufguuydadsdas, 2022-08-15 14:35:27

Vrbs Aeterna

Vrbs Aeterna

politica del Presidente Turio Manlio. La sua amministrazione alimentava,
infatti, una disperata campagna anticomunista e aggravava la situazione con un
progressivo irrigidimento verso l’Unione delle Province Socialiste Sovietiche.
Particolare fu la repressione nei confronti degli oppositori politici. Nel blocco
orientale, al culto della persona di Stalin si accompagnarono uccisioni ed
emarginazione nei confronti di chi era avverso al regime (spesso essi venivano
segregati in campi di concentramento della fredda Siberia). Anche nel blocco
repubblicano occidentale ed in particolare nelle P.U.A. chi era dichiaratamente
comunista era considerato anti-repubblicano, emarginato ed addirittura privato
del lavoro, segno dell’assurda psicosi che stava ossessionando il mondo. A
questo confronto i due blocchi si presentano con conformazione e strategie
diverse: i repubblicani mirano ad egemonizzare l’intero pianeta dal punto di
vista economico (fenomeno del neocolonialismo) grazie al loro immenso
potenziale produttivo a cui corrispondono le immense necessità di un mondo
devastato dalla guerra, tentando il superamento della logica delle aree politico-
economiche chiuse; Il blocco sovietico, invece, propone un’egemonia politico
militare su un’area geografica definita e almeno all’inizio non è dotato del
respiro planetario che anima la Repubblica. Le caratteristiche che accomunano
i due imperi sono l’immensa capacità distruttiva (disponendo entrambi di
armamento nucleare ed essendo quindi in grado di distruggersi a vicenda) e la
politica interna di ciascuno dei due basata sulla minaccia rappresentata
dall’avversario.

L’aspetto militare, purché celato, era considerevole in quanto si verificò una
vera e propria corsa agli armamenti. Le due superpotenze potenziarono,
sostenendo enormi costi, i propri arsenali: venne realizzata la bomba H
all’idrogeno, mille volte più potente delle prime atomiche, si costruirono
diversi tipi di missili capaci di contrastare ogni attacco, le nuove tecnologie si
applicarono a potentissimi mezzi aerei e marini. Tranne in pochi casi (come la
guerra in Corea o in Vietnam) non si arrivò ad una guerra aperta perché la pace
si reggeva sulla paura di un conflitto che coinvolgendo due enormi arsenali a
base nucleare avrebbe distrutto il mondo; tutto questo era definito equilibrio del
terrore.

A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta le due superpotenze
rivedono la loro politica estera. Nel 1953 d.C. (2706 aUc) viene eletto alla
Presidenza della Quinta Repubblica Romana Mondiale l’americano Varo
Davide Seneca il cui mandato durerà fino al 1961 d.C. (2714 aUc). Sotto la sua
amministrazione l’economia repubblicana espande la sua influenza attraverso le
grandi multinazionali e l’Europa e il Giappone sono in forte crescita; nel
“blocco orientale”, invece, vi è tensione per la frattura politica ed ideologica fra

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U.P.S.S. e Cina. Il sistema di relazioni internazionali è così definito da una
situazione di “coesistenza pacifica” che indica un nuovo atteggiamento del
blocco repubblicano e del blocco comunista verso lo sviluppo di un arsenale
più flessibile, capace di ridurre le potenzialità di una guerra distruttiva e al
tempo stesso di accrescere le rispettiva capacità di egemonia sull’intero pianeta.

Tuttavia l’idea di “coesistenza pacifica” non indica un superamento della
divisione del mondo in due blocchi, bensì sottolinea il carattere duraturo di
questa divisione e l’atteggiamento di rinuncia delle sue superpotenze ad una
vittoria politica o militare definitiva. Si costituiscono in questo modo diversi
piani di convergenza: un principio di accordo sulla riduzione degli armamenti e
sull’arresto della proliferazione nucleare in altri paesi, una crescente possibilità
di scambi economici e commerciali fra i due blocchi e ultimo, ma non meno
importante, una definitiva accettazione da parte di ciascuna superpotenza del
pieno potere dell’avversario nella sua area. Questo tuttavia non pose un freno,
anzi stimolò la concorrenza che si manifesto sul piano tecnologico nella corsa
allo spazio. Sul piano politico-militare la concorrenza si manifestò attraverso
un allargamento dell’arsenale di strumenti utilizzato da entrambe le
superpotenze per affermare o rafforzare la propria egemonia nelle diverse aree
del mondo. Un arsenale “flessibile” per un contesto internazionale più
complesso e movimentato che in passato.

Sul piano economico la Germania occidentale visse negli anni ‘50 un
fortissimo boom, erano gli anni del cosiddetto miracolo economico. Aiutata
all’inizio dai soldi del governo centrale repubblicano, la Germania Federale
riuscì in breve tempo a diventare nuovamente una prefettura rispettata per la
sua forza economica. La parte orientale faceva molto più fatica a riprendersi:
era svantaggiata all’inizio per le pesanti richieste economiche fatte dall’Unione
delle Province Socialiste Sovietiche per riparare i danni subiti nella guerra e per
la mancanza di aiuti paragonabili a quelli che riceveva la parte occidentale.
Inoltre, la rigida struttura di pianificazione dell’economia non favorì lo stesso
sviluppo come nella parte occidentale del paese. Più i due paesi si stabilivano al
livello politico più si facevano sentire le differenze per quanto riguarda lo
standard di vita. In quegli anni il confine tra est ed ovest non era ancora
insuperabile e per tutti gli anni ‘50 centinaia di migliaia di persone fuggivano
ogni anno dall’est all’ovest, per la maggior parte erano giovani con meno di 30
anni e spesso persone con una buona formazione professionale, laureati, operai
specializzati e artigiani, che nella Quinta Repubblica Romana Mondiale si
aspettavano un futuro più redditizio e più libero. Questo continuo
dissanguamento stava diventando un pericolo serio per la Germania dell’est ed
era un’ulteriore causa delle difficoltà economiche di questa prefettura.

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La costruzione del muro di Berolinum (1961 d.C., 2714 aUc)

Nel 1961 d.C. (2714) viene eletto alla Presidenza della Quinta Repubblica
Romana Mondiale il giovane cattolico americano Giovanni Geraldo Gennadio.
Durante la sua breve amministrazione (il Presidente venne ucciso durante la sua
visita a Delia in Texas ad opera di un complotto dei servizi segreti
repubblicani) ci furono i due accadimenti più pericolosi e tragici dell’intera
guerra fredda: la costruzione del muro di Berolinum (1961 d.C., 2714 aUc) e la
crisi dei missili di Cuba (1962 d.C., 2715 aUc). Nelle prime ore del 13 agosto
del 1961 d.C. (2714 aUc) le unità armate comuniste della Germania dell’est
interruppero tutti i collegamenti tra Berolinum est e ovest e iniziavano a
costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, un
muro insuperabile che attraversava tutta la città, che divideva le famiglie in due
e tagliava la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a
Berolinum ma in tutta la Germania il confine tra est ed ovest diventò una
trappola mortale. I soldati ricevettero l’ordine di sparare su tutti quelli che
cercavano di attraversare la zona di confine che con gli anni fu attrezzata con
dei macchinari sempre più terrificanti, con mine anti-uomo, filo spinato
alimentato con corrente ad alta tensione e addirittura con degli impianti che
sparavano automaticamente su tutto quello che si muoveva nella cosiddetta
“striscia della morte”. Ma la guerra fredda non era ancora nella sua fase di
massima tensione: la crisi dei missili di Cuba portò il mondo sull’orlo del
disastro nucleare.

Crisi dei missili di Cuba: il mondo sull’orlo del disastro nucleare (1962
d.C., 2715 aUc)

Nel 1959 d.C. (2712 aUc) il governo sovietico realizzò che una eventuale
guerra futura sarebbe stata condotta con armi nucleari e nello stesso anno
vennero costituite le “Forze Missilistiche Strategiche”. Il governo sovietico
divenne sempre più militarista di fronte al programma di riarmo del nuovo
Presidente della Quinta Repubblica Giovanni Geraldo Gennadio. In risposta, i
sovietici decisero di installare delle armi nucleari a Cuba, una provincia
caraibica al largo della costa della Peninsula Flora, che aveva recentemente
istituito un governo comunista guidato dal Presidente Fido Cassio; il governo di
Cuba cercò il supporto dell’Unione delle Province Socialiste Sovietiche dopo il
collasso delle relazioni con la Quinta Repubblica avvenuto a causa
dell’esproprio delle proprietà repubblicane a Cuba e al successivo tentativo di
invasione dell’isola da parte di esuli cubani appoggiati dai servizi segreti
repubblicani, conosciuta come l’”Invasione della Baia dei Porci”. Il
ragionamento sovietico aveva due aspetti: il primo era di difendere questa

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nuova provincia comunista dalla Quinta Repubblica; il secondo invece mirava a
riequilibrare la bilancia del potere nucleare che pendeva dalla parte della
Repubblica. La Repubblica aveva di recente iniziato a schierare missili in
Anatolia, che minacciavano direttamente le regioni occidentali sovietiche. La
tecnologia sovietica era ben sviluppata nel campo dei missili balistici a medio
raggio in confronto a quelli intercontinentali. I sovietici ritenevano che non
sarebbero riusciti a raggiungere la parità prima del 1970 d.C. (2723 aUc) ma
videro che un certo tipo di uguaglianza poteva essere raggiunta rapidamente
posizionando dei missili a Cuba. I missili sovietici a Cuba, con un raggio
d’azione di circa 1.600 chilometri, potevano minacciare la Capitale Nova
Eburacum e circa metà delle basi repubblicane americane, con un tempo di
volo inferiore ai venti minuti. In aggiunta, il sistema di difesa radar
repubblicano era orientato verso l’U.P.S.S. e avrebbe fornito scarso preavviso
in caso di un lancio da Cuba.

Nicola Curzio Servio, segretario del partito comunista sovietico, aveva
concepito il piano nel maggio 1962 d.C. (2715 aUc) e per la fine di luglio oltre
sessanta navi sovietiche erano in rotta verso Cuba con alcune di esse che
trasportavano materiale militare. Il direttore dei servizi segreti repubblicani
avvertì Gennadio che alcune delle navi stavano probabilmente trasportando
missili. Un U-2 in volo a fine agosto fotografò una nuova serie di postazioni
che venivano costruite, ma il 4 settembre Gennadio disse al Congresso
Mondiale che non c’erano missili “offensivi” a Cuba. Nella notte dell’8
settembre la prima consegna di missili venne scaricata a L’Avana e un secondo
carico arrivò il 16 settembre. I sovietici stavano costruendo nove siti, sei per
quelli a corto raggio e tre per quelli a più lungo raggio (fino a 3.500
chilometri). L’arsenale pianificato era di quaranta rampe di lancio con un
incremento del 70% della capacità offensiva sovietica durante il primo colpo.

Un numero di problemi non legati alla vicenda fece si che i missili non vennero
scoperti fino al volo di un U-2 del 14 ottobre che mostrava chiaramente la
costruzione di una postazione missilistica a lungo raggio. Per il 19 ottobre i voli
degli U-2 (ora praticamente continui) mostrarono che quattro postazioni erano
operative. Inizialmente, il governo repubblicano tenne l’informazione segreta
rivelandola solo ai quattordici ufficiali chiave del comitato esecutivo. Il
Presidente Gennadio, in un appello televisivo del 22 ottobre, annunciò la
scoperta delle installazioni e proclamò che ogni attacco di missili nucleari
proveniente da Cuba sarebbe stato considerato come un attacco portato
dall’Unione delle Province Socialiste Sovietiche contro la democrazia della
Quinta Repubblica e avrebbe ricevuto una risposta conseguente. Gennadio

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ordinò anche una quarantena navale su Cuba per prevenire ulteriori consegne
sovietiche di materiale militare.

Il termine quarantena fu preferito a quello di blocco navale in quanto
quest’ultimo, secondo le consuetudini del diritto repubblicano, avrebbe potuto
essere considerato come un atto di guerra e avrebbe comportato un’immediata
risposta militare sovietica. Per tutta la durata della crisi i responsabili dello
stato maggiore repubblicano insistettero perché il riluttante Presidente
ordinasse un’immediata azione militare per eliminare le rampe missilistiche
prime che queste diventassero operative.

Gli ufficiali discussero le varie opzioni ed il bombardamento immediato venne
subito scartato. La scelta venne ridotta a un blocco navale e un ultimatum o ad
una invasione su vasta scala. Venne scelto infine il blocco, anche se ci fu un
numero di falchi che continuarono a spingere per un azione più dura.
L’invasione venne pianificata e le truppe vennero radunate nella Peninsula
Flora (anche se con 40.000 soldati sovietici a Cuba completi di armi nucleari
tattiche la forza di invasione si sarebbe trovata nei guai).

Ci furono diverse questioni legate al blocco navale. C’era il problema della
legalità: come fece notare Fido Cassio, non c’era niente di illegale circa le
installazioni dei missili; erano sicuramente una minaccia alla Repubblica ma
missili simili, puntati verso l’U.P.S.S., erano posizionati in Gran Bretagna,
Italia ed Anatolia. Quindi c’era la reazione sovietica al blocco: avrebbe potuto
far esplodere il conflitto a seguito di una escalation delle rappresaglie?

Gennadio parlò al popolo repubblicano mondiale (e al governo sovietico) in un
discorso televisivo del 22 ottobre. Egli confermò la presenza dei missili a Cuba
e annunciò il blocco navale con una zona di quarantena di 800 km attorno alla
costa cubana, avvertendo che i militari “erano preparati per ogni eventualità” e
condannando la “segretezza e l’inganno” sovietici. Quando Gennadio
pubblicizzò apertamente la crisi il mondo intero entrò in uno stato di terrore. La
gente iniziò a parlare e preoccuparsi apertamente di un’apocalisse nucleare ed
esercitazioni per una tale emergenza si tennero quasi quotidianamente in molte
città.

Il caso venne definitivamente provato il 25 ottobre in una riunione d’emergenza
del Congresso Mondiale nel Palazzo di Vetro di Nova Eburacum durante la
quale vennero mostrate le fotografie delle installazioni missilistiche sovietiche
a Cuba, subito dopo che l’ambasciatore sovietico ne aveva negato l’esistenza.

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Curzio Servio inviò delle lettere a Gennadio il 23 e 24 ottobre, sostenendo la
natura deterrente dei missili a Cuba e le intenzioni pacifiche del blocco
comunista, comunque i sovietici avevano fatto pervenire due differenti proposte
al governo repubblicano. Il 26 ottobre i sovietici offrirono di ritirare i missili da
Cuba in cambio della garanzia che la Quinta Repubblica non avrebbe invaso
Cuba né appoggiato un’invasione. La seconda proposta venne trasmessa da una
radio pubblica il 27 ottobre, chiedendo il ritiro dei missili repubblicani dalla
Anatolia in aggiunta alla richiesta del 26. La crisi raggiunse l’apice il 27 ottobre
quando un U-2 venne abbattuto su Cuba e un altro che volava sulla Russia
venne quasi intercettato. Allo stesso tempo, i mercantili sovietici si stavano
avvicinando alla zona di quarantena. Gennadio, anche grazie alla mediazione
del grande Papa Giovanni XXIII al secolo Angelo Rufo Callio, rispose
accettando pubblicamente la prima delle offerte sovietiche e la seconda in
privato. Le navi sovietiche tornarono indietro e il 28 ottobre Curzio Servio
annunciò di aver ordinato la rimozione dei missili sovietici da Cuba.

Soddisfatto dalla rimozione dei missili sovietici, il Presidente Gennadio ordinò
la fine della quarantena su Cuba il 20 novembre.

La crisi per i sovietici fu una vittoria tattica ma una sconfitta strategica.
Vennero visti indietreggiare e il tentativo di ottenere la parità strategica fallì,
per la rabbia dei comandanti militari sovietici. La caduta dal potere di Curzio
Servio, pochi anni più tardi, può essere parzialmente collegata all’imbarazzo
della crisi cubana. Anche i comandanti militari repubblicani non furono
contenti del risultato. Il Presidente Gennadio venne assassinato a Delia nella
provincia americana del Texas nel novembre dell’anno successivo e fu vittima
di un complotto dei servizi segreti repubblicani a causa del contrasto con i
vertici militari emerso in occasione della crisi dei missili e proseguito in
occasione della gestione della guerra del Vietnam da poco iniziata.

La disastrosa guerra del Vietnam e lo sbarco sulla Luna (1963-1973
d.C., 2716-2726 aUc)

La precarietà della soluzione diplomatica in Vietnam, con un confine arbitrario
tra nord comunista e sud repubblicano come quello che era stato tracciato in
Corea, lasciava aperta la porta alla crisi imminente. Da un lato la divisione fra
Nord e Sud lungo la linea del 17° parallelo non era indicata dagli accordi di
Ginevra come assetto definitivo del Vietnam ma come sistemazione
provvisoria per favorire la riorganizzazione delle rispettive aree. Due anni più
tardi, nel 1956 d.C. (2709 aUc), una consultazione elettorale congiunta avrebbe
dovuto riunificare il Paese. Dall’altro lato, la linea di demarcazione non
separava semplicemente due circoscrizioni amministrative ma due realtà

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antagoniste per ideologia politica e programmi sociali: a nord il comunismo di
Ho Chi Min, a sud il regime conservatore del prefetto Bao Dai. Nel periodo di
massima tensione della guerra fredda, e a un solo anno di distanza dalla
conclusione della crisi coreana, la pace di Ginevra conteneva così gli elementi
per trasformarsi nella premessa di una nuova guerra. La Quinta Repubblica,
dove la strategia del Presidente Varo Davide Seneca si atteneva alla dottrina del
predecessore Enrico Turio Manlio del “contenimento del comunismo”,
guardava con preoccupazione alle trasformazioni dell’Asia e al richiamo che vi
esercitava la rivoluzione cinese: oltre all’esperienza vietnamita, si sviluppavano
allora le lotte nelle Filippine, le resistenze contadine nella Malesia e nella
Thailandia e movimenti rivoluzionari in Indonesia. In questa prospettiva il
Vietnam del sud doveva diventare un caposaldo della cerniera difensiva
nell’area del Pacifico, baluardo repubblicano a salvaguardia dell’intera regione
indocinese. Il passo successivo fu il rifiuto del Vietnam del sud di indire le
elezioni del 1956 d.C. (2709 aUc), ufficialmente motivato con il fatto che nel
nord il voto non sarebbe stato libero: rendere definitiva la spartizione del Paese
corrispondeva al progetto di costruire nel sud una società impermeabile
all’influenza comunista alla quale affidare il ruolo di gendarme dell’Indocina.
Le condizioni di vita estreme in cui versava la popolazione contadina
favorivano lo svilupparsi della guerriglia animata dai “vietcong” e appoggiata
dal governo della prefettura del nord: attacchi contro l’esercito governativo,
sabotaggi lungo le vie di comunicazione, porzioni di territorio sottratte al
controllo del prefetto. Il Vietnam del sud era un terreno ideale per la guerriglia:
la popolazione era confinata nella zona costiera e su alcuni altopiani e tutte le
strade (così come la ferrovia che correva lungo la costa) erano facilmente
intercettabili in qualsiasi punto; ad occidente i mille chilometri di frontiera con
il Laos e la Cambogia erano coperti da una giungla fitta e indifendibile
attraverso la quale passava il cosiddetto “sentiero di Ho Chi Min”, un dedalo di
percorsi protetti dalla foresta in parte costituiti da gallerie sotterranee che
collegavano la guerriglia vietcong con il Vietnam del nord. I repubblicani
organizzavano l’esercito sud-vietnamita su basi convenzionali con carri armati
e artiglieria pesante per far fronte ad una possibile invasione del nord
comunista: questo strumento si rivelava però inadatto a combattere la
guerriglia, articolata in piccole unità regolari con basi nella giungla e numerose
squadre volanti di villaggio. Dopo il 1960 d.C. (2713 aUc) nonostante la
durezza della repressione la resistenza rivoluzionaria nel sud si generalizzava,
pregiudicando la stabilità del regime. In questo quadro, maturava la decisione
dell’amministrazione repubblicana di Nova Eburacum di un intervento militare
diretto. La svolta era stata anticipata da Gennadio, che sin dal 1961 d.C. (2714
aUc) aveva inviato a Saigon due compagnie di elicotteri dell’esercito
repubblicano per la lotta antiguerriglia: le forze erano gradualmente aumentate

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sino ad una presenza di ventimila uomini alla fine del 1963 d.C. (2716 aUc).
L’escalation veniva bruscamente accelerata da Carlo Decimo Gallio,
l’autoritario generale francese della seconda guerra mondiale eletto Presidente
della Quinta Repubblica Mondiale dopo l’assassinio di Gennadio. Nell’agosto
1964 d.C. (2717 aUc) un incidente nel Golfo del Tonchino, dove navi di
pattuglia nord-vietnamite si scontravano con la flotta repubblicana, offriva il
pretesto per una risoluzione del Congresso Mondiale che concedeva al
Presidente ampi poteri discrezionali rispetto alla questione vietnamita (la
cosiddetta “risoluzione del Tonchino”): l’8 marzo 1965 d.C. (2718 aUc)
l’esercito repubblicano sbarcava sulla spiaggia di Da Nang, vicino al confine
del 17° parallelo; l’anno successivo i bombardieri B-52 iniziavano a colpire
obbiettivi sul territorio del nord; nel 1968 d.C. (2721 aUc) la presenza
repubblicana era ormai salita a 540.000 uomini. La tesi di Nova Eburacum si
fondava sul presupposto che la resistenza dei vietcong non fosse altro che
un’aggressione nord-vietnamita e che rientrasse nella strategia di conquista del
mondo da parte del comunismo allo scopo di creare una Sesta Repubblica
Comunista Mondiale. Se a livello internazionale i rapporti con l’U.P.S.S.
conoscevano allora la stagione della coesistenza pacifica, le frizioni tra Muscae
e Pechino e la progressiva autonomia della Cina dal Cremlino dimostravano
che i centri direttivi del comunismo si moltiplicavano e che la minaccia non
aveva perso la sua urgenza. Ciò che era stato fatto in Corea quindici anni prima
doveva quindi essere ripetuto in Vietnam perché, secondo la cosiddetta “teoria
del dominio”, alla caduta di un birillo sarebbe seguita, a uno a uno, quella di
tutti gli altri. Sulle valutazioni dell’amministrazione Decimo Gallio pesavano le
attitudini mentali di una classe dirigente abituata a ricondurre ogni conflitto
locale alla più ampia contrapposizione tra Est comunista ed Ovest
repubblicano. Se l’influenza del Vietnam del nord nel processo rivoluzionario
era innegabile, l’appoggio di massa ottenuto dalla lotta nel sud non si spiegava
se non con il generale malessere della popolazione contadina e con l’incapacità
del governo di Saigon di dare risposte ai bisogni delle campagne.
L’incomprensione (o la sottovalutazione) del carattere “popolare” della
resistenza vietnamita spingeva la Quinta Repubblica ad impaludarsi in un
conflitto che avrebbe rappresentato un’unicità nella tri-millenaria storia di
Roma. La strategia militare repubblicana puntava al logoramento della
guerriglia e si articolava sulla combinazione di azioni terrestri e incursioni aree:
mentre alle forze regolari di Saigon era lasciato il controllo delle zone più
popolate della costa, l’esercito repubblicano si impegnava nell’area a sud di
Saigon e nelle zone di confine con il Laos e la Cambogia, dove i guerriglieri
avevano le loro basi e da dove passavano le infiltrazioni di truppe del nord;
contemporaneamente, l’aviazione effettuava incursioni a nord del 17° parallelo

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colpendo strade, ferrovie, ponti, depositi di materiale, installazioni petrolifere
ma anche la città di Hanoi e Haiphong.

L’aspetto più caratteristico dell’impegno militare repubblicano era il ricorso
agli aggressivi chimici con largo uso di bombe al napalm, defolianti e
diserbanti: lo scopo era la distruzione della fitta vegetazione della giungla per
togliere alla guerriglia le stesse condizioni ambientali della resistenza, ma l’uso
indiscriminato di erbicidi si risolveva in un inquinamento diffuso del suolo che
distruggeva le coltivazioni. La durezza degli attacchi che provocavano decine
di migliaia di morti tra i vietcong e tra i civili (oltre un milione al termine della
guerra) ma anche numerose vittime tra i soldati repubblicani, permetteva alla
Quinta Repubblica di vincere tutti gli scontri nei quali si trovava impegnata:
questo tuttavia non diminuiva la combattività della resistenza né rallentava i
rifornimenti attraverso il “sentiero di Ho Chi Min”. La combinazione di lotta
partigiana, sostegno della popolazione rurale e appoggio militare del nord, unite
alle particolari condizioni ambientali, trasformavano il Vietnam del sud in un
territorio incontrollabile dove i soldati erano attaccati alle spalle da un nemico
che avevano appena sconfitto sul fronte. Gli aiuti militari ed economici che
Hanoi riceveva dalla Cina e (in una logica bipolare) dalla stessa U.P.S.S.
permettevano d’altra parte alla prefettura del nord di fronteggiare le difficoltà e
di reggere nonostante le devastazioni dei bombardamenti. Ogni qualvolta un
successo sul campo illudeva i comandi militari repubblicani su una prossima
conclusione del conflitto l’emergenza scoppiava in un altro punto del territorio.
Le difficoltà della Quinta Repubblica si rivelavano con tutta la loro evidenza
all’inizio del 1968 d.C. (2721 aUc) quando unità nord-vietnamite e guerriglieri
vietcong lanciavano l’offensiva del Tet (il capodanno buddista). Mentre la
maggior parte delle truppe repubblicane era impegnata ai confini con il Laos e
sul 17° parallelo, oltre cinquantamila combattenti attaccavano
contemporaneamente Saigon e una trentina di capoluoghi di provincia: nella
Capitale i guerriglieri riuscivano a penetrare nel centro stesso della città dove
costituivano un governo rivoluzionario provvisorio. Il 1968 d.C. (2721 aUc)
vede anche l’invasione di Praga da parte dell’Armata Rossa per fiaccare i
tentativi di democratizzazione del paese e di affrancamento dal vecchio regime
comunista. Intanto nel Vietnam la reazione repubblicana alla guerriglia fu
violenta: in un mese di contrattacchi e di rastrellamenti tutti i centri furono
riconquistati e oltre trentamila guerriglieri vennero uccisi (da allora, il ruolo dei
vietcong sarebbe stato ridimensionato e l’onere dei combattenti sarebbe
ricaduto sulle unità del nord). Se l’offensiva del Tet si concludeva con una
sconfitta essa costituiva però un’evidente vittoria psicologica per le reazioni
che determinava nel mondo: la credibilità dell’amministrazione repubblicana di
Decimo Gallio ne risultava fortemente minata (lo stesso Gallio fu costretto alla

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rinuncia della propria ricandidatura alle presidenziali dell’anno dopo vinte poi
dall’americano Riccardo Meridio Nesso) e la strategia del logoramento, con la
quale Nova Eburacum aveva pensato di piegare la resistenza, si rivelava
perdente. La convocazione a Lutetia Parisiorum di negoziati di tregua, che
sarebbero iniziati nel gennaio 1969 d.C. (2722 aUc), sanzionava il
riconoscimento da parte repubblicana che la guerra non poteva essere vinta e
che bisognava accettare la via della soluzione diplomatica. All’interno della
Quinta Repubblica la guerra in Vietnam non era popolare: il prezzo pagato dai
soldati repubblicani (47000 morti alla fine del conflitto), i costi altissimi
dell’impresa (trenta miliardi di lire repubblicane in un solo anno), la lontananza
e l’estraneità del teatro delle operazioni, la durata di un conflitto del quale non
si riusciva a vedere la fine, l’imbarazzo per le difficoltà che la superpotenza
nucleare incontrava di fronte a un Paese sottosviluppato del Terzo Mondo,
moltiplicavano i dubbi ed il disagio morale per un’impresa iniziata senza
valutarne bene le conseguenze. Su questo tessuto di fondo, alimentato anche da
gesti clamorosi di dissenso e dai servizi televisivi sulle conseguenze
drammatiche dei bombardamenti (la guerra del Vietnam è stata la prima ripresa
dalla televisione e “portata” attraverso il teleschermo in tutte le case) si
innestava l’opposizione aperta dei movimenti di contestazione giovanile: non
solo nelle P.U.A. ma in tutta l’Europa occidentale il ribellismo della
generazione del Sessantotto faceva del Vietnam il simbolo della lotta contro il
nuovo imperialismo romano e contro la società del benessere che lo esprimeva.
L’opposizione si accentuava nel 1970 d.C. (2723 aUc) quando, nelle remore dei
negoziati di pace, il Presidente Riccardo Meridio Nesso estendeva il conflitto
alla Cambogia e al Laos sia con bombardamenti che si proponevano di tagliare
alla guerriglia le vie di rifornimento, sia favorendo un colpo di Stato a Pnom
Pehn che determinava la caduta del prefetto di Cambogia Sianouk e
l’instaurazione del regime autoritario del generale Lon Nol: durante le
manifestazioni che si svolgevano soprattutto in molte città americane, le forze
dell’ordine intervenivano duramente e nell’università dell’Oaio quattro
manifestanti rimasero uccisi.

La spinta congiunta dell’opposizione interna e delle difficoltà militari induceva
l’amministrazione Nesso ad una svolta, sancita alla fine dello stesso anno dalla
decisione del Congresso Mondiale di revocare la risoluzione del Tonchino. Pur
continuando con le operazioni aeree di bombardamento, i repubblicani
iniziavano un progressivo disimpegno e ritiravano le proprie truppe che a fine
1972 d.C. (2725 aUc) si ridussero a 43000 uomini. Il 27 gennaio 1973 d.C.
(2726 aUc) a Lutetia Parisiorum veniva firmata la pace tra Quinta Repubblica e
Vietnam del nord.

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Durante la guerra del Vietnam si registrano notevoli progressi scientifici: nel
1957 d.C. (2710 aUc) i Russi mettono in orbita il primo satellite artificiale della
storia lo sputnik ossia “compagno di viaggio” in lingua russa. Il 12 aprile 1961
d.C. (2714 aUc) sempre un russo, Iorio Gregario, a bordo della capsula Vostok
I (“Oriente” in lingua russa) è il primo essere umano della storia ad effettuare
un volo orbitale intorno alla terra. Ma la risposta della Quinta Repubblica alla
corsa allo spazio non si fa attendere: il 20 febbraio 1962 d.C. (2723 aUc)
l’americano Giovanni Glauco è il primo astronauta repubblicano ad effettuare
con successo un volo orbitale terrestre. Ma la data storica per l’intero pianeta fu
il 21 luglio 1969 d.C. (2722 aUc) quando una navetta della Quinta Repubblica
Romana Mondiale guidata dall’americano Nilo Mastrio detto Fortebraccio
sbarca sulla Luna e vi pianta la bandiera repubblicana di Roma. La Quinta
Repubblica aveva vinto la corsa allo spazio contro il blocco comunista ma le
missioni spaziali non portano ad una stabile colonizzazione dei mondi vicini,
restando atti isolati di forza delle due Superpotenze.

Le amministrazioni Geraldo Rodolfo Forte e Giacomo Carte (1974-1981

d.C., 2727-2734 aUc)

L’amministrazione di Riccardo Meridio Nesso eletto nel 1969 d.C. (2722 aUc)
terminò bruscamente nel 1974 d.C. (2727 aUc) per lo scandalo aqua ostium,
quando fu costretto a dimettersi per evitare di essere dichiarato “decaduto” dai
membri del Congresso Mondiale che lo avevano messo in stato d’accusa. Nesso
usciva di scena il 9 agosto 1974 d.C. (2727 aUc) con un drammatico discorso di
commiato trasmesso dalle principali reti televisive della Quinta Repubblica. Lo
scandalo prende il nome dal complesso edilizio aqua ostium a Nova Eburacum,
dove sorgeva l’hospitium in cui vennero fatte le intercettazioni. Il 18 giugno
1972 d.C. (2725 aUc) i giornali pubblicarono la notizia di un’incursione di
cinque ignoti negli uffici del comitato elettorale Democratico, nell’hospitium
Aqua Ostium. I cinque, a cui vennero collegati in seguito altri due complici,
furono sorpresi dalle guardie notturne mentre sistemavano microfoni spia sotto
le scrivanie. Come detto, lo scandalo aqua ostium costò il posto a Nesso e nel
1974 d.C. (2727 aUc) venne eletto come successore l’americano Geraldo
Rodolfo Forte. Durante il suo mandato (concluso nel 1977 d.C., 2730 aUc) non
si evidenziano fatti degni di nota se escludiamo la famosa scossa petrolifera, la
grave crisi economico-politica nei paesi industrializzati della Quinta
Repubblica provocata da un’improvvisa difficoltà di approvvigionamento
energetico. La prefettura di Israele, creata come detto alla fine della seconda
guerra mondiale, entrò subito in contrasto con i suoi vicini arabi. Questo stato
di tensione permanente nel Medio Oriente, che sfocia in ben quattro guerre
cruente fra il 1948 d.C. (2701 aUc) e il 1973 d.C. (2726 aUc), tende ad

261

incattivire le province e prefetture arabe della Repubblica contro l’occidente,
poiché, ad eccezione della amministrazione del francese Decimo Gallio, i
presidenti americani tifano apertamente per gli Ebrei ed i Russi armano gli
Arabi sottobanco. Negli anni settanta del XX secolo il clima politico mondiale
torna a farsi assai pesante, soprattutto a causa delle guerre tra gli Ebrei e gli
Arabi ma la Terza Guerra Mondiale tuttavia non scoppia grazie al contributo
determinante del deterrente nucleare. Durante la guerra arabo-israeliana del
1973 d.C. (2726 aUc) le prefetture arabe produttrici di petrolio si auto-
imposero un contingentamento alla produzione per punire le prefetture
sostenitrici di Israele: l’iniziativa si tradusse in un aumento vertiginoso del
prezzo del greggio che colpì soprattutto i paesi dell’Europa occidentale e il
Giappone costringendoli a inopinate misure di austerità (le “domeniche a
piedi”) salutate addirittura come una svolta in senso ambientalista. Gli effetti
per l’economia mondiale furono più duraturi. I paesi consumatori spinsero
verso una diversificazione delle fonti energetiche, soprattutto in senso nucleare,
e dell’organizzazione del lavoro mediante un’accelerazione del decentramento
produttivo per ripartire l’aumento dei costi mentre fu soffocata e talora
stroncata la rincorsa di molti paesi sottosviluppati dipendenti dalle forniture di
petrolio arabo. Nel 1977 d.C. (2730 aUc) viene eletto alla Presidenza della
Quinta Repubblica ancora un americano: Giacomo Carte (1977-1981 d.C.,
2730-2734 aUc). Il nuovo Presidente ereditò una situazione difficile per la
Quinta Repubblica Romana Mondiale sia sul piano economico sia su quello
politico. In politica estera affermò di rispettare il diritto dei popoli
all’autodeterminazione ma fu criticato per aver lasciato che in alcuni paesi
andassero al potere forze politiche ostili alla Repubblica, per esempio regimi
filo-sovietici in Africa, in America Latina i sandinisti in Nicaragua, in Persia gli
integralisti islamici. Dall’altra parte della barricata, il duro regime comunista
restaurato da Leone Brizio Nevio, salito al potere in Russia con un colpo di
stato, non facilitò il dialogo tra le due superpotenze. Il tentativo fallito di
liberare ostaggi americani in Persia compromise, poi, il prestigio del
Presidente. Fu invece un successo in politica estera l’aver favorito la pace tra le
prefetture di Egitto ed Israele.

Dall’”Impero del male” di Ronaldo Reario Regolo alla svolta di Michele

Corvo Bassio (1981-1989 d.C., 2734-2742 aUc)

Alla morte di Leone Brizio Nevio nel 1982 d.C. (2735 aUc) l’U.P.S.S. si
trovava in una situazione molto difficile: povertà diffusa, tecnologia superata in
molti campi, mancanza di un’industria di consumo, che eleva il livello di vita di
una popolazione. Anche i trasporti erano insufficienti e male organizzati,
mancavano prodotti di ogni genere e si era costituito un diffuso mercato nero.

262

La libertà d’opinione era fortemente limitata e molti intellettuali stavano in
carcere. La politica estera costava moltissimo perché enormi risorse erano
ingoiate dagli interventi militari in diverse parti del mondo;
contemporaneamente la popolazione mancava spesso dei generi di prima
necessità. Ad aggravare la situazione era anche la corruzione della gerarchia e
della burocrazia del partito che insieme con le inefficienze del sistema
economico procuravano una perdita di consensi sempre maggiore.
Intanto, la politica estera faceva contare sconfitte e cedimenti uno dopo l’altro:
la lotta in Battriana contro la guerriglia islamica appoggiata dalla Quinta
Repubblica non aveva mai termine, i rapporti con la Cina si erano guastati fino
al punto da sfociare in uno scontro militare lungo il fiume Usuri ed i paesi
satelliti dell’Europa Orientale chiedevano sempre più autonomia.

L’elezione nel 1978 d.C. (2731 aUc) di Papa Giovanni Paolo II, il polacco
Carlo Varo Attilio primo Papa non italiano dopo 450 anni e sicuramente una
delle più grandi figure che l’umanità ricordi, portò all’inizio delle lotte operaie
in Polonia ed alla crisi del comunismo nell’intero blocco sovietico (vedi
successivamente).

Nel 1981 d.C. (2734 aUc) viene eletto alla Presidenza della Quinta Repubblica
Romana Mondiale l’ex-attore americano Ronaldo Reario Regolo. Il discorso di
Reario Regolo del marzo 1983 d.C. (2736 aUc) sull’”Impero del male” ebbe
vasta eco in U.P.S.S.. Le forze armate sovietiche lo utilizzarono come pretesto
per iniziare una preparazione molto intensa ad un nuovo stato di guerra. Quindi
per i militari sovietici il periodo in cui erano chiamati “Impero del male” fu, in
effetti, molto positivo e utile perché raggiunsero un altissimo grado di
efficienza militare e poterono anche sperimentare la situazione in cui una
guerra convenzionale può trasformarsi in una guerra nucleare.

I capi sovietici, terrorizzati dall’idea che l’amministrazione Reario Regolo
stesse preparando un primo attacco nucleare contro il loro paese, furono vicini
a scatenare una guerra nucleare. Nel novembre 1983 d.C. (2736 aUc) durante
un’esercitazione navale militare repubblicana il nervoso governo sovietico si
convinse che sotto le apparenze di un’esercitazione si stava preparando un
attacco nucleare repubblicano contro il blocco comunista. Di conseguenza,
furono allertate le forze nucleari sovietiche, i comandanti passarono in rassegna
le loro missioni d’attacco, le armi nucleari furono preparate all’azione. Il
mondo non fu esattamente sull’orlo dell’abisso nucleare ma vi fu paurosamente
vicino e l’effetto della dura ed intransigente linea politica di Reario Regolo fu
esattamente l’opposto di quello che Nova Eburacum si era prefissa. Essa
rafforzò coloro che nel Comitato Centrale e negli apparati di sicurezza sovietici

263

stavano facendo pressioni per una linea politica speculare a quella
repubblicana.

Agli inizi del 1984 d.C. (2737 aUc) fu Reario Regolo che cominciò a
modificare la propria linea politica. Infatti, il massiccio riarmo nucleare fu
interrotto dalle proteste anti-nucleari, ostacolato dal Congresso Mondiale e
confrontato con una ostinata classe dirigente sovietica. La sua amministrazione
iniziò dei negoziati sul controllo degli armamenti, sostenne l’opzione zero per
gli euro-missili e venne a compromessi sulle armi nucleari strategiche. Ma fu
solo nel marzo 1985 d.C. (2738 aUc) con l’avvento di Michele Corvo Bassio
alla guida della segreteria del partito comunista sovietico che Reario Regolo
trovò un capo sovietico pronto a realizzare un programma di pace e disarmo.
Corvo Bassio, naturalmente, era diverso dai suoi predecessori poiché proveniva
dalle fila dei riformatori sovietici, favorevoli alla pace e alla
democratizzazione. Ciò che però non é altrettanto noto é che le idee di Corvo
Bassio furono profondamente influenzate dal movimento internazionale per il
disarmo nucleare. Come disse egli stesso “il nuovo pensiero teneva conto delle
richieste e aveva riguardo per le considerazioni della gente e della comunità
scientifica, dei movimenti di fisici, scienziati ed ecologisti e di varie
organizzazioni contro la guerra”. In tal modo, Corvo Bassio e il suo stato
maggiore furono pronti a rigettare il tradizionale concetto di “pace attraverso la
forza” (il cosiddetto “equilibrio del terrore”) su cui i sovietici (ed i
repubblicani) basavano le proprie relazioni. La trasparenza e la ristrutturazione
sembravano essere il primo passo verso una riforma radicale dei componenti
del sistema; era come se dicesse: sostituiamo tutti i corrotti con gente onesta e
capace, diamo al popolo la possibilità di controllare le persone che prendono le
decisioni vitali e in questo modo salviamo economia e sistema. Infatti, i
principi dell’economia di piano e del sistema politico non sono stati messi in
discussione. Dato l’immobilismo che durava da decenni l’inserimento graduale
di qualche elemento di libero mercato e di democrazia dettero al mondo
l’impressione di qualcosa di rivoluzionario ma dettero anche il segnale di un
cambiamento irreversibile. Corvo Bassio diede anche una maggiore economia
alle aziende e concesse legittimità alla libera iniziativa in agricoltura e nella
distribuzione (limitando il mercato nero). Concesse, inoltre, maggiore libertà al
dissenso, alle chiese ed agli intellettuali.

In quegli anni, Corvo Bassio e Reario Regolo si lasciarono alle spalle gli
ostacoli posti dai falchi nei rispettivi paesi per fermare il riarmo nucleare e
porre fine alla Guerra Fredda.

264

La caduta del muro di Berolinum e l’inizio della fine del comunismo
(1989 d.C., 2742 aUc)

Quello che infine, per la grande sorpresa di tutti e nel giro di pochissimo tempo,
portò alla riunificazione del blocco sovietico alla Quinta Repubblica Romana
Mondiale furono due fattori: l’arrivo di Corvo Bassio come capo dell’Unione
delle Province Socialiste Sovietiche e le crescenti difficoltà politiche ed
economiche dei paesi dell’est e specialmente della Germania est.
I dirigenti della Germania est videro questo processo prima con un certo
imbarazzo e poi con crescente resistenza. Nel corso del 1989 d.C. (2742 aUc) i
cambiamenti democratici, le piccole rivoluzioni nell’economia e nella politica
in Polonia, in Ungaria e nell’U.P.S.S. riempivano ogni giorno i giornali in tutta
l’Europa; solo nella Germania est il tempo sembrava essersi fermato ma molta
gente adesso era impaziente e cominciò a protestare e manifestare apertamente.
Ma il colpo decisivo arrivò quando l’Ungaria, il 10 settembre, aprì i suoi
confini con l’Austria. Ora, la strada dalla Germania dell’est all’ovest (attraverso
l’Ungaria e l’Austria) era libera! La valanga di fuga stava diventando
inarrestabile. Anche l’ultimo tentativo da parte del governo tedesco dell’est di
salvare il salvabile, cioè il cambiamento dei vertici del partito comunista e del
governo, non servì a nulla. Quando la sera del 9 novembre un portavoce del
governo della Germania est annunciò una riforma molto ampia della legge sui
viaggi all’estero, la gente di Berolinum est lo interpretò a modo suo: il muro
doveva sparire. Migliaia di persone si riunivano all’est davanti al muro ancora
sorvegliato dai soldati ma migliaia di persone stavano anche aspettando
dall’altra parte del muro, all’ovest, con ansia e preoccupazione. Nell’incredibile
confusione di quella notte qualcuno, e ancora oggi non si sa esattamente chi sia
stato, dette l’ordine ai soldati di ritirarsi e tra lacrime ed abbracci migliaia di
persone dall’est e dall’ovest, scavalcando il muro, si incontravano per la prima
volta dopo 29 anni. La fine del comunismo era vicina così come era vicina la
riunificazione mondiale sotto il governo democratico della Quinta Repubblica
Romana.

265

I NOSTRI GIORNI: LA NASCITA
DELLA FEDERAZIONE MONDIALE

(1989-2005 d.C., 2742-2758 aUc)

La riunificazione dei satelliti sovietici alla Quinta Repubblica Romana
Mondiale (1989-1990 d.C., 2742-2743 aUc)

Dopo la caduta del muro di Berolinum, tutte le prefetture e province satelliti
dell’U.P.S.S. tra il 1989 d.C. (2742 aUc) ed il 1990 d.C. (2743 aUc) crearono
governi democratici seguiti a libere elezioni cui parteciparono diversi partiti e
si riunirono pacificamente alla Quinta Repubblica. Si trattava della fine dell’era
dei blocchi contrapposti. Era una svolta storica: il crollo del bipolarismo, cioè
del sistema dei blocchi che aveva segnato l’epoca della “guerra fredda” e
l’inizio della riunificazione mondiale sotto il governo democratico della Quinta
Repubblica Romana.
Come fu possibile una rivoluzione di tale portata e senza spargimento di
sangue, tanto da essere definita “Rivoluzione Gentile”? Vediamo cosa è
accaduto nelle varie prefetture.
In Polonia, il colpo di stato del generale filo-sovietico Geronimo Seco non
aveva fatto terminare le manifestazioni antiregime, le quali si raccoglievano

266

attorno al sindacato “Solidarietà” guidato da Leone Vallone e si facevano forti
dell’appoggio del Papa polacco Giovanni Paolo II. Il 1988 d.C. (2741 aUc) fu
un anno decisivo: il paese fu scosso da moltissimi scioperi e fu sull’orlo della
guerra civile. Il segretario comunista sovietico Corvo Bassio intervenne su
Geronimo Seco consigliandogli un accordo per libere elezioni che avrebbero
visto la partecipazione di diversi partiti, tra cui “Solidarietà” (costituitosi in
forza politica), ma avrebbero lasciato comunque al partito comunista la
maggioranza dei deputati in parlamento. La vittoria elettorale di “Solidarietà”
fu però di tali proporzioni che il cambiamento appariva irreversibile: nel 1991
d.C. (2744 aUc) Leone Vallone fu eletto capo della prefettura polacca e il
regime comunista finì con la riunificazione della prefettura polacca alla Quinta
Repubblica.

In Ungaria, Cecoslovacchia e Bulgaria il passaggio dal regime comunista a
quello democratico fu ancora più pacifico.

In Ungaria il Partito operaio socialista ungarese si era già aperto a riforme
economiche e aveva cambiato la classe dirigente: nel 1989 d.C. (2742 aUc)
fece passare una nuova Costituzione che prevedeva più partiti. Nel 1990 d.C.
(2743 aUc) le elezioni furono vinte dal raggruppamento di partiti di ispirazione
cristiana, il Forum democratico, che decise la riunificazione alla Repubblica
Mondiale.

Anche in Cecoslovacchia il passaggio alla democrazia fu naturale: imponenti
manifestazioni di massa dall’agosto al novembre 1989 d.C. (2742 aUc)
portarono a radicali trasformazioni nelle istituzioni. Nel 1993 d.C. (2746 aUc)
la Slovacchia si costituì in prefettura autonoma, staccandosi dalla prefettura
Ceca ed unendosi alla Quinta Repubblica. Le successive elezioni confermarono
il ruolo ormai non più dominante del Partito comunista in entrambe le
prefetture ed anche la prefettura ceca si unì alla Repubblica.

In Bulgaria, invece, i dirigenti comunisti guidarono il processo di cambiamento
anche se spinti dalla pressione popolare. Stabilirono elezioni libere che nel
1990 d.C. (2743 aUc) confermarono al potere l’ex Partito comunista, ma in un
quadro politico non più di regime e secondo garanzie volute da una nuova
costituzione. La Bulgaria, a seguito di referendum popolare, si unì alla Quinta
Repubblica l’anno seguente.

Solo in Romania il passaggio di regime fu invece travagliato e violento. Qui il
prefetto comunista Nicola Cassio Cesco governava in modo autoritario e
dispotico, proclamandosi condottiero della prefettura e promuovendo una
politica autonoma da Muscae: nel 1968 d.C. (2721 aUc) non era intervenuto a

267

Praga ed ora criticava le riforme di Corvo Bassio. Voleva apparire come il
difensore degli interessi rumeni ma in realtà governava reprimendo
spietatamente ogni forma di opposizione. La popolazione viveva in una diffusa
povertà e priva di libertà. Alle rivolte di alcune città desiderose di riforme
economiche e politiche il dittatore rispose con l’esercito provocando centinaia
di morti. Nel dicembre 1989 d.C. (2742 aUc) la protesta si estese alla Capitale
Bucarest e parte dell’esercito solidarizzò con la popolazione. La guerra civile in
Romania vide da una parte il Fronte di salvezza nazionale, formato da ex
comunisti, militari e oppositori del regime, dall’altra i fedelissimi di Cassio
Cesco e la polizia segreta. Il breve ma sanguinario conflitto si concluse con
l’esecuzione sommaria di Cassio Cesco e con libere elezioni che segnarono la
vittoria del Fronte e la riunificazione alla Repubblica.

La fine dell’Unione delle Province Socialiste Sovietiche (1989-1991 d.C.,
2742-2744 aUc)

Dopo la Presidenza autoritaria dell’ex-attore americano Ronaldo Reario Regolo
viene eletto nel 1989 d.C. (2742 aUc) alla Presidenza della Quinta Repubblica
Romana Mondiale il sudafricano Nerone Mandela che si era battuto a lungo per
la fine delle discriminazioni razziali nella sua prefettura (fu addirittura arrestato
ma subito rilasciato a seguito dell’intervento del governo centrale di Nova
Eburacum). Nel blocco sovietico le riforme di Corvo Bassio avevano anche lo
scopo di far sopravvivere l’U.P.S.S., ma le spinte liberalizzatrici creavano
aspettative di libertà ed autonomia anche nelle province sovietiche sottomesse,
fino ad allora, dalla forza del partito comunista. Anche se Corvo Bassio non
intendeva rinunciare al partito unico, già con le elezioni del 1989 d.C. (2742
aUc) si manifestarono tendenze a promuovere la nascita di nuovi partiti; ma la
nascita del pluralismo avrebbe avuto come conseguenza inevitabile la fine del
controllo di Muscae sulle province dell’Unione.

Nel febbraio 1990 d.C. (2743 aUc) l’U.P.S.S. divenne una Repubblica
presidenziale e Corvo Bassio, già segretario del Partito, venne eletto Presidente
nel marzo dello stesso anno. Ma fu la sua ultima vittoria perché l’Impero
sovietico era ormai disgregato.

Le province baltiche costituirono formazioni politiche non comuniste e
cercarono di ottenere l’indipendenza. Nel Caucaso le forti rivalità religiose ed
etniche tra l’Armenia cristiana e l’Arzebaigian musulmano degenerarono in
eccidi delle minoranze armene in Azerbaigian e azere in Armenia. Le stragi
terminarono grazie all’intervento dell’Armata Rossa. Le province sovietiche
dell’Asia Centrale, di religione musulmana, risentivano delle forti spinte
autonomiste provenienti dal vicino mondo islamico. Tante diversità politiche,

268

etniche e religiose portarono al collasso dell’Unione delle Province Socialiste
Sovietiche ed alla caduta di Corvo Bassio: quell’enorme Stato composto da
province diverse con interessi divergenti era sempre stato tenuto unito con la
forza e la repressione, senza concedere spazio alle libere scelte dei cittadini.
Così avevano agito nell’Ottocento i prefetti di Russia e poi il regime comunista
sovietico di Lenin, di Stalin e dei loro successori. La possibilità concessa da
Corvo Bassio di costituire liberamente partiti politici e sindacati e di tenere
libere elezioni fece immediatamente rinascere nelle quindici province che
costituivano l’U.P.S.S. il desiderio di indipendenza o di autonomia per tanto
tempo soffocato. Prime a dichiararsi indipendenti furono le tre province
baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania). D’altra parte, la politica di Corvo Bassio
sollevò fortissime opposizioni nella vecchia classe dirigente che vedeva così
messa in pericolo l’esistenza stessa del mondo sovietico.

Nell’agosto del 1991 d.C. (2744 aUc) i conservatori, legati al vecchio partito
comunista e guidati da alcuni generali dell’esercito, tentarono un colpo di stato
e arrestarono lo stesso Corvo Bassio. Grazie alla ferma opposizione della
popolazione guidata da Bono Elsino (soprannominato il Corvo Bianco per la
sua folta e canuta criniera ed anche per assonanza con il Presidente Corvo
Bassio), il principale rappresentante delle nuove forze politiche emergenti, il
colpo di stato fallì. Il fallimento del colpo di Stato fece precipitare rapidamente
la situazione: il partito comunista fu dichiarato illegale e le province che
formavano l’Unione Sovietica si proclamarono, una dopo l’altra, indipendenti
ed aderirono tutte alla Quinta Repubblica Romana Mondiale. Il 25 dicembre
1991 d.C. (2744 aUc) nel corso dell’ultima riunione dei rappresentanti delle
province l’U.P.S.S. venne ufficialmente sciolta e cessò di esistere. Corvo
Bassio perse ogni incarico. La Repubblica Romana Mondiale riunificò così
quasi tutto il mondo sotto il suo governo: solo la Cina, la Corea del Nord e
Cuba restavano fuori. Ma ancora per poco.

La rivoluzione di Giovanni Paolo II e la nascita della Federazione
Mondiale (1991-1997 d.C., 2744-2750 aUc)

È opinione unanime degli storici che il merito della rivoluzione gentile del
1989 d.C. (2742 aUc) che permise, senza troppo spargimento di sangue, la fine
del comunismo in quasi tutto il mondo (solo la Cina, la Corea del Nord e Cuba
restavano ancora fedeli all’ideologia comunista) fu di Papa Giovanni Paolo II,
al secolo il polacco Carlo Varo Attilio. Per sua iniziativa avviene la
riconciliazione definitiva tra Ebrei e Cristiani e la Chiesa abbandona ogni
residuo medioevale per entrare a grandi passi nell’era moderna. La
predicazione del Vangelo senza sconti agli uomini tecnologizzati del ventesimo

269

secolo, la lotta senza quartiere contro le dittature ed i movimenti guerriglieri e
la creazione di una cultura della pace sono i suoi obiettivi programmatici,
conseguiti attraverso la produzione di encicliche e documenti a getto continuo e
l’infaticabile attività missionaria in ogni parte del mondo. Nel 1981 d.C. (2734
aUc) in piazza San Pietro sfugge miracolosamente ad un attentato organizzato
dalla formazione terroristica araba Al Qaeda, tristemente famosa ai nostri
giorni, per mano del terrorista turco Alì Agiato. È lui il primo Papa a mettere
piede in Russia (1981 d.C., 2734 aUc), in Inghilterra (1982 d.C., 2735 aUc), in
Cina (1987 d.C., 2740 aUc) e a celebrare un rito ecumenico con i luterani ad
Helsinki (1991 d.C., 2744 aUc). Nel 1986 d.C. (2739 aUc) convoca ad Assisi
gli esponenti di tutte le religioni mondiali per discutere proprio di pace e di
tolleranza reciproca. Nel 1988 d.C. (2741 aUc) convince il Presidente della
Quinta Repubblica Reario Regolo a stipulare un trattato di pace con
l’inossidabile Fido Cassio, Presidente di Cuba, con l’isola che esce
dall’embargo mondiale. Uno dei suoi maggior successi è la firma a Roma
(1989 d.C., 2742 aUc) di un trattato di pace tra israeliani e palestinesi: nella
striscia di Gaza si costituisce la provincia di Palestina il cui governo ha sede a
Ramallah, mentre Israele trasferisce il governo a Tel Aviv, essendo
Gerusalemme “Capitale condivisa” delle due province, sede di entrambi i
parlamenti e presidiata da una polizia congiunta e dalla polizia federale delle
Quinta Repubblica. Altre imprese di Giovanni Paolo II sono la visita alla
Sinagoga di Roma (1986 d.C., 2739 aUc), la visita in Vietnam subito dopo la
caduta del vecchio regime comunista (1990 d.C., 2743 aUc), la piena
riabilitazione di Gaio Giunio Galileo (1992 d.C., 2745 aUc), la promulgazione
del Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica (1993 d.C., 2746 aUc), la revoca
della scomunica contro i luterani (1995 d.C., 2748 aUc) e la riforma del codice
di Diritto Canonico (1998 d.C., 2791 aUc). Ma la sua più grande impresa che lo
proietta nel firmamento degli uomini più illustri che il mondo abbia mai
conosciuto è l’aver contribuito attivamente, soprattutto tramite il suo segretario
di stato l’abile Cardinale Giulio Andrea Cestio, alla convocazione del
Congresso di Nova Eburacum tra la Quinta Repubblica, la Corea del Nord,
Cuba e la Cina allo scopo di costruire insieme il futuro assetto mondiale che
possa portare la pace perenne al mondo. Il Cardinale Giulio Andrea Cestio,
chiamato scherzosamente “il gobbo” per la sua simpatica protuberanza sulla
schiena, mette a frutto le sue abilissime doti politiche e diplomatiche (tanto che
il prefetto italiano Gaio Romano Prode, caro amico del Cardinale, ha sempre
ammesso che vedrebbe bene il Segretario di Stato Vaticano alla guida del
governo italiano) per organizzare la conferenza mondiale. L’astuto Cardinale
incontra nel 1994 d.C. (2747 aUc) il Presidente della Quinta Repubblica
Romana Mondiale Nerone Mandela e l’anno seguente è a colloquio con il
Presidente nord-coreano, con quello cubano e con quello cinese. La conferenza

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di Nova Eburacum viene convocata per il 10 marzo 1996 d.C. (2749 aUc) ed è
il più grande successo diplomatico Vaticano, tanto che il Cardinale Giulio
Andrea Cestio ed il Santo Padre Giovanni Paolo II vengono invitati come ospiti
d’onore nella Capitale Mondiale per benedire l’evento. La conferenza vede la
riunificazione mondiale sotto un unico governo (Cina, Corea del Nord e Cuba
mantengono la loro fede nell’ideologia comunista ma accettano la democrazia e
la pluralità di partiti, nonché la sovranità del governo federale mondiale), cosa
che non si aveva dalla fine della seconda guerra mondiale, e la nascita il primo
gennaio 1997 d.C. (2750 aUc), nel duemilasettecentocinquantesimo
anniversario della fondazione di Roma, della Sesta Repubblica Romana
Mondiale denominata per volontà dello stesso Santo Padre Federazione
Mondiale. La Sesta Repubblica attribuisce maggior potere alle prefetture ed ora
i prefetti, come pure i procuratori delle province ed i borgomastri delle città,
sono eletti direttamente dal popolo. A Nova Eburacum hanno sede il Consiglio
Federale, cioè il governo mondiale con un rappresentante per ogni prefettura,
ed il Congresso Mondiale, avente il potere legislativo, con 7000 deputati
rappresentanti di tutte le 416 province del mondo. La Federazione Mondiale
viene suddivisa in cinque Unioni una per ogni continente: l’Unione Europea
con Capitale Brucsella, l’Unione Africana con Capitale Lusaka, l’Unione
Asiatica con Capitale Pechino, l’Unione PanAmericana con Capitale Città del
Messico e l’Unione Oceanica con Capitale Canberra. Le cinque Unioni
vengono amministrate ciascuna da una Commissione con a capo un Presidente
della Commissione che risponde direttamente al Presidente Federale Mondiale
e che ha il mandato di coordinare i prefetti del proprio continente nonché
facilitare gli scambi commerciali tra le province promuovendone lo sviluppo e
l’armonizzazione economica.

La prefettura italiana all’inizio del terzo millennio: dallo scandalo

“mani pulite” al “Prefetto imprenditore” Silvio Tiberio Sconio (1990-

2005 d.C., 2743-2758 aUc)

Agli inizi degli anni ’90 la prefettura italiana viene travolta dallo scandalo
“Mani Pulite” ossia delle tangenti a politici ed imprenditori che causa il crollo
del sistema partitico tradizionale italiano dopo l’inchiesta avviata dal Giudice
Antonio Decio Pietro. Di fronte al crollo della Democrazia Cristiana e del PSI,
che porta addirittura al suicidio del segretario socialista Bettino Crasso il 19
gennaio 2000 d.C (2753 aUc), l’imprenditore italiano padrone di innumerevoli
reti televisive e testate giornalistiche Silvio Tiberio Sconio trova opportuno
“scendere in campo”, come egli stesso afferma all’inaugurazione di un suo
supermercato, e fondare Forza Roma, un nuovo partito politico che potesse
arginare la possibile vittoria del rinnovato schieramento di centrosinistra

271

identificato da lui come il “pericolo Comunista”. Nel 1994 d.C. (2747 aUc) le
elezioni italiane si risolvono in un successo per il suo partito consociatosi in
un’alleanza di centrodestra ad Alleanza Repubblicana di Giovanni Francesco
Fino ed alla Lega Barbara di Umberto Basso; ma la sua prima esperienza di
governo ha vita breve e si conclude pochi mesi dopo quando la Lega di
Umberto Basso esce dalla maggioranza di governo per appoggiare dall’esterno
un governo della allora opposizione (il cosiddetto ribaltone). Alla Presidenza
della prefettura italiana arriva allora, nel 1996 d.C. (2749 aUc), Gaio Romano
Prode che governa l’Italia con una grande coalizione (denominata il “Giulivo”)
di popolari, liberali e socialisti con all’opposizione i Nazionalisti di destra, i
Comunisti e gli indipendentisti xenofobi della Lega Barbara. A causa del solito
ribaltone il governo Prode viene messo in minoranza e si apre la strada a nuove
elezioni politiche ed una estenuante campagna elettorale. Tiberio Sconio si
propone come liberale e liberista, l’alternativa alla vecchia politica, un
“imprenditore al servizio della politica”, un “Prefetto imprenditore” ed al
contempo un “Prefetto operaio”. Il suo stile politico fa sì che si rivolga
direttamente al popolo italiano con slogan semplici ed incisivi (“Un milione di
posti di lavoro” ad esempio): è celebre il suo contratto con gli italiani siglato in
diretta televisiva alla trasmissione “Portae a Portae” di Fuscum Vespae prima
delle elezioni politiche della prefettura italiana del 2001 d.C. (2754 aUc) che lo
vedranno vincitore. La campagna elettorale è senza esclusione di colpi ma il
candidato prefetto del centro sinistra non è Gaio Romano Prode, impegnato nel
prestigioso ruolo di Presidente della Unione Europea a Brucsella, ma il
moderato arabo ex-borgomastro di Roma Francesco El Turil, che dopo la
sconfitta lascia l’Italia per seguire la sua vocazione religiosa diventando Mullah
di Costantinopoli.

Il governo della prefettura di Silvio Tiberio Sconio è equivalente alla gestione
di una grande azienda: da qui l’insofferenza per la politica legata alle trattative
tra i partiti e ai limiti che la Costituzione italiana pone al Prefetto. Nella riforma
costituzionale avviata nel corso del suo governo, la parte che rafforza i poteri
del prefetto è presentata da Tiberio Sconio come il modo per rafforzare
“l’amministratore delegato dell'Azienda Italia”, chiunque egli sarà. Questo
modo aziendale e personale della sua politica viene tacciato come demagogico
e populista dai suoi critici e avversari politici: l’indubbio intreccio di interessi
imprenditoriali, mediatici e politici rende molto spesso difficile comprendere
se, e in quanta parte, varie leggi promulgate nel secondo governo Tiberio
Sconio siano state fatte ad personam: tra di esse si annoverano la
depenalizzazione del reato di falso in bilancio, la legge che amplia la possibilità
di ricusare un collegio giudicante per “legittimo sospetto”, la legge sul riordino
del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni in genere, il provvedimento

272

sulla sospensione dei procedimenti penali in corso, con conseguente
allungamento dei termini di prescrizione, per le cinque maggiori cariche della
prefettura. Il programma di governo è generalmente liberista: tra le leggi di
riforma promulgate spiccano quelle dei sistemi pensionistico, giuridico e
scolastico. Ma il governo di Silvio Tiberio Sconio cade a causa delle
manifestazioni popolari e gli scioperi generali che si sono avuti dopo che la
prefettura italiana aveva incondizionatamente appoggiato il Presidente Federale
Mondiale Giorgio Valio Bassio nella dissennata guerra in Mesopotamia del
2003 d.C., 2756 aUc (vedi successivamente). Nelle elezioni politiche del 2005
d.C. (2758 aUc) Gaio Romano Prode torna ad essere Prefetto dopo che la
coalizione di centro-sinistra supera di oltre dieci punti percentuali quella di
centro-destra. Alla fine del 2005 d.C. (2758 aUc) Silvio Tiberio Sconio si
dilegua improvvisamente dopo che i giudici italiani, su mandato della Corte
Federale Mondiale, iniziano ad indagare sul sistema di finanziamento che
aveva fatto grandi le sue imprese e le sue reti televisive (c’è chi dice che si sia
rifugiato in un’isola della Polinesia a godersi gli interessi ma di lui non si saprà
più niente).

Lo sviluppo tecnologico e la diffusione della Magna Retia Mundi (1990-

2005 d.C., 2743-2758 aUc)

Negli ultimi anni della Quinta Repubblica Romana Mondiale avviene la
diffusione di massa dell’informatica e dei calcolatori elettronici domestici e
soprattutto l’esplosione di Intercomunicatio, la rete mondiale di interscambio
della cultura originatasi da una rete militare ideata nel 1969 d.C. (2722 aUc) dal
governo repubblicano per coordinare le azioni belliche in caso di attacco
militare russo: è la Terza Rivoluzione Industriale. La rete intercomunicatio si
basa sulla tecnica di commutazione a pacchetto, mediante la quale i messaggi e
le informazioni vengono suddivisi in pacchetti di lunghezza fissa e ogni singolo
pacchetto diventa un’entità a se stante, capace di viaggiare sulla rete in modo
completamente autonomo perchè dotata al proprio interno dell’indirizzo sia di
provenienza sia di destinazione. Non è importante che tutti i pacchetti che
compongono un determinato messaggio rimangano uniti durante il percorso e
non è nemmeno indispensabile che arrivino nella sequenza giusta. Le
informazioni che essi convogliano al proprio interno sono sufficienti per
ricostruire, una volta arrivati a destinazione, l’esatto messaggio originale
indipendentemente dal percorso seguito da ciascuno dei suoi frammenti. Grazie
a questo sistema si ottengono due benefici immediati: qualunque sia lo stato
della rete il pacchetto può sempre trovare una via alternativa per giungere alla
propria destinazione (requisito utile per gli obiettivi militari e per chiunque
desideri avere un impianto il più possibile resistente ai guasti, anche a quelli

273

accidentali). Inoltre, i vari pacchetti provenienti da fonti diverse possono essere
convogliati tutti assieme su una singola linea ad alta velocità anziché dover
ricorrere a tante linee separate usate solo parzialmente. Si riesce in questo
modo a condensare il traffico su una linea collegata in permanenza che
ripartisce dinamicamente la propria capienza tra i vari calcolatori collegati e
che, in ogni caso, è quasi sempre attraversata da qualche tipo di traffico e
perciò giustifica il proprio costo. Se la linea venisse usata da una singola
macchina o da poche macchine resterebbe quasi sempre inattiva visto che
anche l’utente più veloce passa la maggior parte del tempo a lavorare in locale
(leggendo quello che gli è arrivato dalla rete o preparando una risposta) e solo
molto sporadicamente trasmette o riceve qualcosa. Ad ogni calcolatore presente
sulla rete Intercomunicatio viene assegnato un indirizzo, detto indirizzo p.i. (da
protocollo intercomunicatio), e quasi tutti i siti della rete iniziano per le lettere
mrm che sono le iniziali della parola Magna Retia Mundi. Ma la rete mondiale
intercomunicatio non è la sola invenzione rivoluzionaria della fine del secondo
millennio. La diffusione dei telefoni cellulari, dei videotelefoni fissi e mobili,
delle automobili ad idrogeno, dei nuovi aerei ipersonici, degli automi
domestici, delle bio-tecnologie e le nuovissime e rivoluzionarie cure con cellule
staminali portano l’umanità riunificata nella Federazione Mondiale a nuove ed
eccitanti prospettive e fiducia nel futuro.

Gli attentati terroristici di Nova Eburacum e l’entrata in vigore

dell’aureo (1997-2005 d.C., 2750-2758 aUc)

Ma la Federazione Mondiale non dimentica la sua storia, le sue origini e
tradizioni: anche se la parola “romana” sparisce, la Città Eterna all’inizio del
terzo millennio torna davvero ad essere la Caput Mundi dato che è stata
unanimemente riconosciuta come l’artefice della diffusione nel mondo degli
ideali di pace, progresso e democrazia anche se il prezzo pagato è stato alto in
termini di guerre di conquista e di vite umane sacrificate sull’altare della
libertà. Per ricordare perennemente il ruolo avuto dalla Città Eterna
nell’unificazione di tutti i cittadini del mondo sotto un unico pacifico governo,
la cosiddetta pax romana universalis, la prima delibera del Congresso Mondiale
nel 1997 d.C. (2750 aUc) è stata l’approvazione del decreto del Consiglio
Federale ed il conseguente sblocco dei fondi federali per la costruzione
dell’edificio più alto del mondo. Sulle rive di Ostia, tra i magnifici resti del
Primo e del Secondo Impero, viene avviata la costruzione della “Urbs
Aeterna”, la torre di Babele del terzo millennio. L’edificio più alto al mondo
(500 metri) è stato completato alla fine del 1999 d.C. (2752 aUc) ed inaugurato
con solenni festeggiamenti con delegati da tutte le province del mondo il 1
gennaio 2000 d.C. (2753 aUc). La torre sorge su un isolotto artificiale di fronte

274

il lido di Ostia collegata alla terraferma da un poderoso ponte d’acciaio lungo 2
Km a campata unica, simile al ponte sullo stretto di Messina inaugurato venti
anni prima, che viene subito reso famoso in tutto il mondo dato che è
attualmente raffigurato sui pacchetti di una notissima marca di gomme da
masticare (pubblicizzate come la “gomma del ponte”). La torre Urbs Aeterna
sostiene, a 500 metri dal suolo, un gigantesco faro che emana una luce visibile
per centinaia di chilometri: la sua luce arriva fin oltre la Sardegna. Il faro ruota
il fascio di luce al fine di compiere un giro completo in 7,53 secondi (per
ricordare l’anno di edificazione di Roma, 753 a.C.). Una strada lastricata di
marmi policromi di Carrara conduce al ponte e riporta, per ciascun lato, venti
illustrazioni raffiguranti l’espansione di Roma partendo dal colle Palatino fino
ad inglobare l’intero globo terracqueo. L’ingresso alla torre è sormontato da
cinque sculture raffiguranti le cinque capitali che si sono susseguite nella tri-
millenaria storia romana, partendo dal piccolo regno capitolino, passando per il
primo e Secondo Impero fino ad arrivare all’era repubblicana: Roma,
Costantinopoli, Pechino, Lutetia Parisiorum e Nova Eburacum. Anche la torre è
stata decorata esternamente con la rappresentazione degli episodi più
importanti accaduti nei 2750 anni di storia romana ed al suo interno ospita un
museo visitabile gratuitamente da tutti i cittadini della Federazione contenente
le videoregistrazioni digitali che narrano, ad eterna memoria, la storia
dell’umanità: dalla nascita di Roma ad opera di Romolo sul Colle Palatino alla
Federazione Mondiale odierna. In cima alla torre dentro il faro sono conservate,
all’interno di un sarcofago di marmo, le ceneri di Romolo attribuite
all’edificatore della Città Eterna anche se non si hanno prove in tal senso.
Ciclicamente, a distanza di 7 secondi e 53 decimi la torre emette, tramite un
potentissimo radiofaro, il segnale in codice Morse della parola “Roma” sulle
frequenze di 753 Khz, 7.53 Mhz e 753 Mhz ascoltabile da qualsiasi ricevitore
radio in tutto il mondo e perfino dalla stazione spaziale mondiale “Caput
Mundi” in orbita attorno alla terra. Nove fasci di luce coerente (che
simboleggiano il primo Regno dei sette Re, i due Imperi e le sei Repubbliche,
ignorando deliberatamente il Terzo Impero di Adolfo Tito Lerio) si alzano
perpendicolari dal tetto della torre verso l’universo infinito che attende con
ansia la razza umana di nuovo in pace. È in un clima di diffusa speranza per il
futuro che Giovanni Paolo II può celebrare il Grande Giubileo dell’anno 2000
d.C. (2753 aUc) con quasi trenta milioni di pellegrini che giungono nella Città
Eterna. Egli si ammala del morbo di Parco Ausonio ma curato con le nuove
rivoluzionarie terapie a base di cellule staminali guarisce completamente e
ritiene che la sua vita sia stata prolungata da Dio come quella del biblico Re
Ezechia (Isaia 38, 4-8), tanto che per ringraziare la sua patrona, la Vergine
Maria (“Totus Tuus” è il suo motto), la proclama Co-redentrice dell’Umanità.

275

Il 1 gennaio 2002 d.C. (2755 aUc) entra in vigore la nuova moneta della
Federazione Mondiale, l’Aureo, che sostituisce le due valute precedenti: la lira
repubblicana in vigore addirittura dalla riforma monetaria dell’Imperatore
Carlo Magno all’inizio del IX secolo ed il rublo in vigore nel blocco sovietico
dopo la decisione di Stalin di non aderire alla Repubblica, dopo che già nel
1999 d.C. (2752 aUc) erano stati decisi cambi fissi tra le due valute.

Ma la pace per la Federazione Mondiale è non facile da mantenere e le tensioni
proseguono in più angoli del globo: in Bosnia, dove la convivenza tra Croati e
Serbi diventa molto problematica; nella regione africana dei Grandi Laghi, a
causa degli scontri etnici tra Hutu e Tutsi; e soprattutto nel Medio Oriente e
nell’Africa Settentrionale. Infatti, gli Arabi ed i Persiani si mostrano
particolarmente insofferenti al predominio americano sul mondo sancito dalla
caduta del comunismo russo, nonostante Giovanni Paolo II, a dispetto dell’età
che avanza, continui a battersi perché il confronto non si traduca in una
disastrosa guerra di religione. Ma gli eventi precipitano: dopo una prima serie
di attentati nel 1993 d.C. (2746 aUc), l’11 settembre del 2001 d.C. (2754 aUc)
due aerei dirottati da terroristi arabi su istigazione del console della Battriana,
l’arabo Osama Bino Latenio detto “il miliardario del terrore”, sono fatti
schiantare contro le due torri gemelle alte 400 metri (gli edifici più alti al
mondo dopo Urbs Aeterna) del Centro Federale del Commercio a Nova
Eburacum: la Federazione Mondiale viene colpita al cuore della sua Capitale ed
oltre 3000 sono i morti tra i civili. Durissima è la reazione del nuovo Presidente
Federale Mondiale, l’americano Giorgio Valio Bassio eletto nel 2001 d.C.
(2754 aUc) per un pugno di voti di differenza dal suo avversario l’ex Presidente
Nerone Mandela, che attacca in forze la Battriana per snidare Osama dalle sue
roccaforti tra le montagne e poi anche la Mesopotamia per abbattere il
governatore della provincia Sadamio Assone ritenuto complice di Bino Latenio
e macchiatosi di gravi crimini contro l’umanità. Le operazioni però si
impantanano in una guerriglia inarrestabile: Valio Bassio concentra in esse tutte
le sue forze dissanguando le casse della Federazione Mondiale mentre il suo
rifiuto a firmare il protocollo di Kyoto, un’intesa per ridurre le emissioni di gas
inquinanti in tutto il mondo e rallentare l’effetto serra nell’atmosfera terrestre
conseguente alle rivoluzioni industriali, provoca gravi disastri climatici.
Nell’agosto del 2005 d.C. (2758 aUc) sei uragani, tra cui il peggiore è chiamato
Caterina, si abbattono sul Golfo del Messico e rendono inabitabile la città di
Novum Genabum nelle Province Unite d’America che deve essere ricostruita
da zero in posizione più sicura.

È la goccia che fa traboccare il vaso: Giorgio Valio Bassio è costretto alle
dimissioni dalle proteste e dalla pressione popolare e come nuovo Presidente

276

Federale è eletto il ghanese Cassio Annone che dal Palazzo di Vetro di Nova
Eburacum promette un rapido ritiro delle truppe federali in Mesopotamia
mentre il segretario di Stato Vaticano Cardinale Giulio Andrea Cestio invia una
speciale benedizione del Santo Padre al nuovo Presidente mondiale.

Verso il futuro: le colonie lunari e la conquista di Marte (2005 d.C.-?,
2758 aUc-?)

Nel 2005 d.C (2758 aUc) viene completata la Stazione Spaziale Mondiale
“Caput Mundi” in orbita attorno alla terra per ricerche scientifiche e
tecnologiche. La ricerca sulla fusione nucleare ha dato impulso allo studio ed al
progresso della Fisica; entro pochi anni le nuove centrali a fusione sostituiranno
le antiquate e pericolose centrali a fissione, una delle quali ha dato origine al
disastro della centrale nucleare di Artemisia in Ucraina nel 1986 d.C. (2739
aUc) pochi anni prima della caduta dell’Unione delle Province Socialiste
Sovietiche con la diffusione di una nube tossica radioattiva in tutta Europa.
Verso la fine del 2005 d.C. (2758 aUc) viene varato dal Consiglio Federale
Mondiale un ardito programma spaziale allo scopo di portare in venti anni alla
colonizzazione della Luna con la fondazione della colonia di Nilomastriopolis
nel luogo dell’allunaggio americano del 1969 d.C. (2722 aUc) e di Nova Roma
sulla faccia nascosta del nostro satellite, e ad una intensa esplorazione del
sistema solare con sonde automatiche e missioni umane verso Marte. La
missione umana verso Marte viene pianificata per il 2015 d.C. (2768 aUc). La
tecnologia fa passi da gigante con le diffusione delle automobili ad idrogeno
che gradualmente sostituiscono quelle a benzina, mentre con il nuovo
Presidente Federale Mondiale Cassio Annone c’è l’adesione di tutte le province
e prefetture della Federazione al Protocollo di Kyoto che, speriamo, limiterà i
danni al clima nel XXI secolo. È in questo clima di fiducia nel futuro e di
prospettive di pace per l’umanità, garantito dal progresso scientifico e vegliato
dall’anziano Pontefice Giovanni Paolo II, che compare improvvisamente sulla
rete Intercomunicatio all’indirizzo \\mrm.alter.universus.urbis.it\\ una strana
storia narrata da due sconosciuti ingegneri italiani, Marco Aurelio Terenzi e
Francesco Meridio Bosco Cestio, della quale parleremo nel prossimo ed ultimo
capitolo.

277

ALIAS

La strana storia apparsa sulla Magna Retia Mundi

Ci credereste che esiste una copia di voi stessi che sta leggendo questo
racconto? Una persona che non siete voi ma che vive su un altro pianeta,
anch’esso chiamato Terra, adornato di montagne, fertili campi e metropoli e
che smetterà di leggere cinque minuti prima di voi? Una terra dove non esiste
nessuna Federazione Mondiale e dove l’Impero Romano è caduto
definitivamente nel 476 d.C. senza più risorgere? È quasi incredibile vero?
Eppure è quello che sostengono due ingegneri italiani, Marco Aurelio Terenzi e
Francesco Meridio Bosco Cestio, che hanno pubblicato su intercomunicatio la
storia che vi stiamo narrando. Lasciamo al lettore il giudizio su tale storia,
limitandoci solo a riportarla fedelmente così come apparsa sulla Magna Retia
Mundi.

Noi siamo due ingegneri italiani: Marco Aurelio Terenzi è nato proprio a
Roma, la protagonista di questa storia, e lavora nel mondo delle
telecomunicazioni, mentre Francesco Meridio Bosco Cestio è nato a
Mediolanum dove insegna in un liceo della locale provincia. Già da tempo gli
scienziati ed i fisici di tutto il mondo stanno parlando di “viaggi nel tempo”,
“universi paralleli”, “teoria delle stringhe” ed altri strani ed esoterici concetti.
La maggior parte dei non addetti ai lavori penserà giustamente che si tratta di
mere speculazioni teoriche, senza alcun significato reale né applicazione

278

pratica. Vi diciamo che si sbagliano. Le teorie sono tutte vere. Non solo
abbiamo avuto l’occasione ed il privilegio di sperimentare tutto questo ma
siamo stati i responsabili della creazione involontaria di un universo parallelo al
nostro. Sappiamo che l’idea di un simile alter ego appare strana e poco
plausibile ma è esattamente quello che è accaduto. Ma per farvi capire come
abbiamo potuto creare tale universo parallelo dobbiamo spiegarvi in dettaglio
tutte le nostre scoperte. Vi porteremo là dove nessun uomo è mai giunto prima
ed oltre i vostri più incredibili sogni. Vi sveleremo, infine, la risposta alle
domande che da sempre affliggono gli scienziati, i teologi ed i filosofi: esiste
Dio? Esiste un’anima immortale? Che cosa è l’universo? Quale è il suo scopo?

Ci rendiamo conto che gli argomenti trattati richiederebbero una trattazione
matematica superiore, di tipo universitario, ma li abbiamo volutamente
semplificati per adattarli alla cultura del lettore medio, equivalente alla maturità
scientifica. Siete pronti per l’incredibile? Allora allacciate le cinture di
sicurezza: si parte per il viaggio. Entriamo nel Paese delle Meraviglie...

Sic Transit Gloria Mundi

Sappiamo che tutte le leggi fisiche sono valide nell’ambito di un ristretto
intervallo di definizione oltre il quale riservano notevoli sorprese evidenziate
dall’analisi grafica dei sistemi dinamici, come la trasformazione catastrofica di
un punto “attrattore” (buco nero) in punti “repulsori” (esplosione primordiale
del big bang, repulsione dei quark). Ciò vale anche per l’interazione
elettromagnetica che genera e governa i reami del vivente e del pensante. È
noto che la materia è composta di masse e cariche sub-nucleari e che la massa è
un concentrato di spazio-tempo. Si conosce poco delle cariche e si ipotizza che
esse siano riconducibili alle dimensioni non espanse del “superspazio”, le cui
dimensioni non sono le quattro a noi familiari ma forse quarantatre. Si presume
che le dimensioni nascoste siano “arrotolate” in uno spazio infinitesimo tale da
renderle impercettibili, così come lo erano nei primissimi istanti di vita
dell’universo anche le dimensioni note spaziali e temporali. In un universo con
più di tre dimensioni spaziali la vita sarebbe complicata. Ad esempio, la forza
gravitazionale tra due corpi nell’attuale spazio a tre dimensioni diminuisce di
un quarto al raddoppiare della distanza; in quattro dimensioni diminuirebbe ad
un ottavo, in cinque ad un sedicesimo e così via. Le conseguenze sarebbero
disastrose: le orbite dei pianeti che si muovono intorno al Sole sarebbero
fortemente instabili e la Terra rischierebbe di immettersi su una traiettoria a
spirale che la condurrebbe o a precipitare nel Sole o ad allontanarsi sempre più
da esso. Sembra quindi che la vita, così come la conosciamo, possa esistere
solo in regioni dello spazio-tempo in cui una dimensione temporale e tre
dimensioni spaziali non siano arrotolate in una minuscola “palla” bensì distese.

279

Inoltre, il non equilibrio può essere visto come una sorgente di organizzazione
e di ordine e la materia, lontana dall’equilibrio, acquisisce nuove proprietà: il
non equilibrio porta, dunque, alla non linearità, alla creatività, alla comparsa di
proprietà nuove e financo alla vita. I successi della fisica sono legati alla
capacità della scuola moderna di identificare una forza unica in Natura. Il
traguardo non appare lontano, tanto che oggi tutto l’universo sub-nucleare è
spiegato da due sole categorie: i quarks ed i leptoni. Secondo la teoria detta
“Supersimmetria”, meno di un miliardesimo di secondo dopo l’esplosione che
diede origine alla struttura cosmica, a meno della gravità, le altre forze
fondamentali della Natura (quella elettromagnetica, quella nucleare debole e
quella nucleare forte) erano “una cosa sola” e con la stessa densità di energia.
L’universo si è formato dalla “luce” che è energia raggiante costituita da uno
spettro di lunghezze d’onda che vanno da quelle infinitamente piccole a quelle
delle energie sempre meno “pregiate”: ossia da quelle dei fotoni, fino a quelle
dell’ultravioletto, del visibile, dell’infrarosso, del termico, del sonoro,
proseguendo poi a quelle di frequenze sempre più basse. Con queste onde è
partito da un punto infinitesimale il big bang o, come spiegheremo dopo, “uno”
dei big bang della “serie”. Sappiamo che l’energia in natura degrada da quella
più pregiata a quella meno pregiata, perciò è possibile immaginare che dalle
onde originarie più pregiate del big bang siano derivate le onde, le masse ed il
“caos” primordiale. Nei primi decenni del diciannovesimo secolo si ritenne che
per equilibrare la gravità che avrebbe finito per contrarre tutti i corpi dovesse
esistere una forza di gravità negativa con effetto opposto (la cosiddetta costante
cosmologica). Oggi le osservazioni mostrano che questa intuizione era giusta:
questa forza è presente in tutto lo spazio e nello stesso vuoto capace di creare e
distruggere materia ed antimateria. Si tratta di una forza “dominante”,
rappresentando i 2/3 di quella dell’universo.

Come detto, secondo il modello del big bang all’inizio tutto l’universo, materia
ed energia, era raggruppato in un solo punto con una densità ed una
temperatura al di sopra di ogni immaginazione. Circa 15 miliardi di anni fa,
inspiegabilmente, questo punto “esplose” e cominciò ad espandersi
diffondendosi nello spazio circostante ed andandosi continuamente a
raffreddare. La radiazione di fondo cosmico è quello che resta, il fossile di
questa enorme esplosione iniziale. Una scoperta recentissima ha dimostrato che
questa radiazione non è proprio esattamente “isotropa”, vale a dire “non è
completamente uguale ovunque si guardi”. Da queste piccolissime
“disomogeneità” della temperatura di fondo è stata calcolata la curvatura
dell’universo, la sua massa ed il suo destino. La nuova scoperta dimostra che la
massa dell’universo è tale che le stelle e le galassie si allontaneranno le une
dalle altre sempre di più; si disperderanno in uno spazio sempre più ampio,

280

finché tutto si disgregherà per tornare ad essere buio e freddo in una lenta ma
inesorabile morte termica. È questo il nostro destino? Inoltre, se quest’universo
poteva provenire da uno precedente che si sarebbe contratto fino ad un punto,
alla luce di quest’ultima scoperta viene da chiedersi da dove abbia potuto avere
origine questo universo. Forse la Teologia non è poi così lontana dalla verità...

In principio era il Verbo

“In principio era il Verbo” ossia la Parola che pronunciò il “Sia la luce”.
Null’altro che il Verbo, una forma astratta non definita di energia infinita e
contenuta in uno spazio zero, come il punto di Euclide, “che è ciò che non è”,
nel senso che pur essendo talmente piccolo quanto l’inesistente nel contempo
esiste. In principio, in effetti, tutto l’universo era proprio contenuto in quel
punto immateriale. “In lui era la Vita”; con questa Parola venne creata la vita e
“la Vita era la luce degli uomini”. Quando il Creatore pronunciò il suo: “Sia la
luce” ci fu il big bang che circa 15 miliardi di anni fa diede origine all’universo
e comparve la “Luce” e “L’inizio”. Infatti, nella larga banda dello spettro della
radiazione sono contenute anche quelle radiazioni con le quali sono stati creati
gli uomini. “Luce” significa energia raggiante che deve coprire tutto lo spettro
delle frequenze immaginabili e che poi può trasformarsi in massa in base alla
nota relazione di equivalenza massa-energia (E = mc2). Queste onde che
migrano per l’universo seguono tutte le leggi fisiche della propagazione. Dal
big bang partirono “tutte” le onde possibili e queste, a loro volta, si ripartirono
in un’infinità di treni d’onda per diffondere l’energia iniziale del “Sia la luce”.
Un miliardesimo di secondo dopo l’esplosione del big bang, che diede origine
all’universo, si “srotolarono” le forze elettro-debole e nucleare forte. Queste,
insieme alle forze gravitazionali ossia le tre forze fondamentali dell’universo, si
espressero attraverso onde di tutte le possibili frequenze che si propagarono
subendo tutte le modifiche che si conoscono dalla fisica. Onde sincrone, cioè
con la stessa frequenza, spesso s’incontrarono tra loro e trovandosi talvolta in
concordanza di fase entrarono in risonanza. L’energia di un’onda è legata al
quadrato della sua ampiezza sicché le onde forzate così generate assunsero una
notevole energia. Come detto dato che l’energia è legata alla massa, le nostre
equazioni indicano che le comuni strutture materiali che osserviamo sono
derivate da strutture primordiali che si formarono all’inizio dei tempi
dall’incontro di onde sincrone. Ogni struttura ha un proprio periodo di
oscillazione ed è capace di emettere quelle stesse radiazioni (oscillazioni) che è
in grado di assorbire. Tutte le strutture dell’universo, dalle galassie agli atomi,
sono oscillanti con propri periodi. Oltre le strutture materiali esistono altre
strutture e altre proprietà di queste capaci di vibrare e quindi di trasmettere e
ricevere messaggi, costituiti da lunghezze d’onda tipiche di energie pregiate

281

come la vita, il sentimento, il pensiero, delle quali si conosce l’esistenza ma
non la genesi né si riesce a modellarle da un punto di vista fisico. Dal momento
che l’esplosione originaria “F” contiene tutte le frequenze e lunghezze d’onda
ve ne sarà certamente qualcuna, od una ristretta banda Fi, appartenente sempre
allo spettro di F e con oscillazioni più o meno pregiate sincrone con una o più
frequenze delle predette strutture. Queste, a loro volta investite da Fi possono
entrare in risonanza e dare vita a nuove espressioni emissive.

Quello che noi definiamo “l’insieme delle onde Fi” viene chiamata “anima” dai
filosofi e teologi. Essa può vivere e propagarsi solo nel vuoto: la sede
dell’anima è il vuoto, che costituisce essenzialmente tutto l’universo e la sua
struttura è quindi simile a quella dei neutrini. Assimilando le onde ai gas,
abbiamo scoperto che l’anima, ossia l’insieme di onde Fi, una volta slegata dal
corpo torna nell’oceano originario di F. L’anima è dunque immortale.

Le onde longitudinali, che si propagano nella stessa direzione del moto, sono
più veloci di quelle trasversali, che si propagano nella direzione normale a
quella del moto. Il rapporto tra le due velocità è pari alla radice quadrata di 3. Il
maggior tempo di propagazione delle onde trasversali è legato al maggior
percorso che esse devono seguire per arrivare dal punto di partenza a quello di
arrivo. Da tale ragionamento segue che, a parità di ampiezza, più lunga è l’onda
trasversale più essa si approssima a quella longitudinale e quindi si propagherà
più velocemente. Al contrario, minore è la lunghezza e più essa si avvicina alla
forma tipica dell’onda trasversale che risulterà pertanto più lenta. Ciò è
espresso anche dalle relazioni:

1) velocità = lunghezza d’onda/periodo
2) velocità = lunghezza d’onda x frequenza

che legano la velocità alla lunghezza d’onda ed al periodo (oppure alla
frequenza), che valgono tanto per le onde longitudinali che per quelle
trasversali. La seconda espressione dice che, a parità di frequenza, la velocità
cresce con la lunghezza d’onda. In conclusione, in qualche punto dell’universo
lontano dal puntino infinitesimale dal quale è partito il big bang l’incontro di
“onde lunghe” generò inizialmente quarks e leptoni che successivamente si
aggregarono in atomi. Gli atomi, investiti da una radiazione con una lunghezza
d’onda più breve delle precedenti dettero vita alle molecole. Una radiazione
ancora più corta investì poi due o più molecole per formare composti; le
molecole successivamente si organizzarono in forme sempre più complesse
fino a quelle del RNA (acido ribonucleico).

282

A Sua immagine e somiglianza

Il Creatore ha quindi originato prima la “Luce” “F” poi ha affidato alle
radiazioni della sua F i successivi atti creativi. L’ultimo di essi avvenne
dall’incontro tra un insieme di onde Fi, contenute in una ristretta banda di
frequenze appartenenti ad F e caratterizzate da lunghezze d’onda cortissime,
con una ed una sola struttura materiale vibrante in maniera sincrona con le
oscillazioni di Fi: mediante quest’incontro il Signore creò l’uomo.

Gli insiemi Fi sono costituiti da onde contenute in bande ristrette dello spettro
emissivo di F e quindi rappresentano un continuum, sia pure contenuto, di
lunghezze d’onda. Gli insiemi Fi rappresentano delle individualità in quanto
differiscono tra loro, così come tutte le strutture naturali. Ogni struttura naturale
è poi caratterizzata da un periodo di oscillazione proprio. La risonanza tra le
onde contenute nello spettro di un insieme Fi e le corrispondenti sincrone
oscillazioni delle microstrutture di un organismo, che conferiscono ad esso la
vitalità, rappresenta pertanto una singolarità. L’emissione risonante e profonda,
derivante dall’incontro sincrono tra le oscillazioni proprie intime di un
individuo, o le microstrutture interne ad esso, e le corrispondenti onde di Fi
conferisce il carattere al soggetto che esprime così le sue onde portanti
difficilmente modificabili dall’ambiente, le cui perturbazioni possono soltanto
sovrapporsi ad esse.

L’insieme di onde Fi, oltre al contenuto energetico, racchiude anche un
messaggio “musicale” che ripete quello più generale espresso dall’insieme
originario di F. L’incontro tra insiemi di onde lunghe Fi avrebbe non solo dato
vita a quarks e leptoni ma avrebbe anche trasmesso, o meglio ripetuto loro, la
“musicalità”, quindi il messaggio universale di F che si può enunciare come:
organizzarsi in strutture atomiche e poi molecolari, secondo le forze
gravitazionale, elettro-debole e nucleare forte, conservando la propria identità
ed il proprio ruolo. Insiemi di onde più brevi, altre Fi, con analoga modalità
avrebbero ripetuto alle molecole lo stesso messaggio e queste, organizzandosi,
avrebbero dato vita alle strutture pure conservative del RNA e del DNA. Il
messaggio trasmesso da altre onde più pregiate e più intense, altre Fi, avrebbe
obbedito più “alla lettera” al motivo del “ricordare” e del “riprodursi” della
cellula vivente. In questo modo il Creatore ha creato l’uomo, “a Sua immagine
e somiglianza”. Il germe della vita spirituale dell’uomo è stato creato ad opera
delle onde di Fi che poi ritorneranno ad essere energia pura quando si
riuniranno all’oceano F con la loro dipartita dal corpo, momento che coincide
con il trapasso dell’uomo. Il numero è espressione della frequenza di una nota
musicale: le onde Fi sono esprimibili in numeri, perciò in matematica e quindi
in musica. La musica di F è riprodotta e trasmessa dagli insiemi Fi che

283

imprimono, pertanto, alle strutture dei reami dell’inerte e del vivente quei
caratteri informativi che la ricerca ha identificato nel linguaggio matematico.

L’equazione di Dio

La velocità della luce è di 3 x 10^10 cm/sec; nell’ipotesi che le onde di Fi
avessero la lunghezza pari a 10^-4 cm ed una frequenza pari a 10^16 (cioè dieci
volte maggiore di quella elettromagnetica) il prodotto di questi due ultimi
valori, che fornisce la velocità, sarebbe uguale a 10^12 cm/sec pari a circa
cento volte quella della luce. In conclusione, il modello qui proposto sarebbe
accettabile a condizione che la velocità della luce non fosse la massima
raggiungibile in natura. Giova a questo punto notare che negli anni sessanta
alcuni fisici hanno osservato che nella fisica quantistica, dove l’energia cambia
in modo discontinuo e le particelle possono essere create o distrutte, sono
possibili particelle più veloci della luce, i cosiddetti “tachioni”. L’esistenza dei
tachioni è compatibile con la relatività speciale, purché si ammetta che essi
vengano creati direttamente a velocità iper-c. In questo modo non si pone il
problema del superamento della “barriera della luce” dove la massa
diventerebbe infinita. Se ci riferiamo ai “buchi neri” della gravitazione si arriva
all’interessante risultato che una comune particella con velocità sub-c in caduta
libera al di fuori dell’orizzonte degli eventi diventerà un tachione all’interno
dell’orizzonte. E poichè una particella per uscire da un buco nero in cui non
può sfuggire nulla neppure la luce deve avere velocità iper-c, se ne deduce che i
buchi neri possono essere “sorgenti” di tachioni. I tachioni si incontrano anche
nel campo della fisica delle particelle. Per esempio, nel caso delle interazioni
forti si trova che le particelle cosiddette “virtuali” hanno il vettore quantità di
moto di tipo spaziale e la stessa cosa accade per i tachioni: questo suggerisce
che le particelle virtuali possono essere interpretate come tachioni. Dopo questa
parentesi è possibile azzardare l’ipotesi che la velocità delle onde Fi sia
correlabile alla velocità di un “treno d’onda tachionico”.

La densità dell’universo attuale è uguale a 10^-30 g/cm^3 (cioè un centimetro
cubo contiene appena un millesimo di miliardesimo di miliardesimo di
miliardesimo di grammo di materia, che è poi anch’essa “vuota” se si
considerano le distanze intra-atomiche). Questo vuol dire che l’universo è
essenzialmente “vuoto”. Se poi si pensa che anche ciò che sembra pieno (un
atomo) in realtà è vuoto, in quanto lo spazio intra-atomico è relativamente
abbondante quanto lo spazio Terra-Sole, allora si può praticamente ben dire che
l’universo è vuoto. La sede dell’anima (Fi) è il “vuoto” del corpo: non potrebbe
vivere nel pieno perchè a causa dell’elevatissima frequenza le sue vibrazioni si
attenuerebbero subito a causa dell’interazione con la materia. Nel vuoto del
corpo l’anima “eccita” alcune microstrutture capaci di vibrare in maniera

284

sincrona con la sua, generando la vita in modo misterioso. Perciò l’anima (Fi),
scintilla di Dio, è nel vuoto tutto, infinito ed incomprensibile e quindi anche nel
vuoto del corpo, dal momento che il vuoto non ha soluzione di continuità.

Gli insiemi Fi nati dopo il big bang preesistevano all’uomo, erano addirittura
già presenti nella mente di Dio perchè erano uniti ad F sin da quando il
Creatore “eccitò” il punto (euclideo) nel quale era contenuto tutto l’universo. F
non ha presente né passato; ne consegue che gli insiemi Fi non sono coevi
(della stessa epoca) al corpo. Prima della comparsa delle prime microstrutture
oscillanti con frequenze sincrone con le onde Fi queste già esistevano nel
cosmo tutto in quanto facenti parte sostanziale di F che, come i gas, occupa
tutto lo spazio disponibile.

Il vuoto, sede di tutti gli insiemi Fi, è un “continuum” interminabile. Il vuoto è
vero perchè lo osserviamo. Il vuoto, inoltre, secondo la fisica si comporta come
la materia in quanto presenta gli stessi fenomeni compresa la produzione di
particelle. Più che immortale è “eterno” in quanto immanente sede di Lui, che
quindi può essere descritto matematicamente come l’integrale da zero a infinito
della sommatoria di tutte le Fi. Viene così definita dal punto di vista
matematico la seguente equazione di DIO:

∫ ∑ (Fi) = F = Anima Universale = DIO

Una favilla F di Lui nel corpo “eccita” la vita, così come a scala più ampia fa
collassare una galassia e fa espandere l’universo. Infine, F vive al di fuori del
tempo t = 0 e t = infinito ed occupa da sempre tutto lo spazio vuoto dove si
toccano e si perdono i contorni LUI = infinito e NOI = 0.

Per le onde Fi la frequenza delle vibrazioni è così alta da occupare uno spazio
talmente piccolo (il suddetto punto di Euclide) che può confondersi con lo
stesso vuoto incontaminato ed incontaminabile. Queste vibrazioni, non soggette
in pratica ad attenuazione, sono quindi capaci di propagarsi all’infinito e per
l’eternità.

285

Qual’è lo scopo dell’Universo?

Il corpo dell’uomo eternamente investito dalle Sue vibrazioni ne recepisce
alcune (le Fi) incessantemente create da F che trasmettono poi
ininterrottamente all’organismo la Sua energia spirituale pregiata.

Fi, quindi l’anima, appartiene al divenire. In termini scientifici questa favilla F
di Dio deve espandersi per occupare tutto lo spazio in base alla forza di “gravità
negativa”. Perciò, F diffonde ed espande nell’universo intero la Sua
“fragranza”. È noto poi che maggiore è la velocità di espansione, maggiore è il
successo connesso al raggiungimento del fine e quindi la felicità. Perciò nel
vuoto, in assenza di ostacoli all’espansione, la velocità di diffusione sarà la
massima possibile e con essa sarà massima la felicità: l’universo tende verso
forme sempre più perfette e l’energia va assumendo forme sempre più pregiate.
Avremo quindi la seguente sequenza:

Universo abiotico --> Universo biotico --> Universo pensante --> Universo
orante --> Universo contemplante --> Universo creante.

Per estrapolazione, infatti, è possibile ammettere l’esistenza di una forma più
pregiata dell’arte e della preghiera contemplativa e silenziosa, forse proprio
quella “creante”.

È logico anche dedurre che arrivati alla fine della sequenza, si potrà tornare
indietro, quindi:

Universo creante --> Universo abiotico --> Universi biotico etc.

Ricapitolando: dato che la totalità dell’energia originaria è quella raggiante F
proveniente dal “Sia fatta la luce” o, il che è lo stesso, dal big bang, allora le
ampiezze delle onde F dovranno essere molto alte e probabilmente dovranno
essere state “esaltate” per risonanza. La loro ampiezza non deve aver subito
attenuazione. Ciò significa che esse abbiano viaggiato nel vuoto che poi investe
tutto (o quasi) l’universo. Da queste onde hanno potuto avere origine le
strutture primordiali dell’universo, tutte aventi periodi propri di oscillazione.
Tutto il creato porta in se una o più “orme” (onde) universali Fi impresse da F.
L’impronta del Creatore.

Il Creatore ha affidato alle stesse leggi della Natura il compito di governare
l’universo. Non stupirebbe che l’Altissimo si sia servito di una piccola banda Fi
delle onde F della sua “Luce”, del big bang, per trasmettere e dotare le strutture
primarie vitali più intime dell’uomo di caratteri eminentemente spirituali ed

286

alimentarle continuamente con quelle stesse Fi personalizzate. Quindi, dalle F
del big bang e dalle Fi sarebbe nata e si svilupperebbe la Natura tutta:
l’universo intero e le sue leggi erano contenute in un “puntino infinitesimale”.
A questo “puntino” il Creatore ha trasmesso il suo “Sia” F perturbatore ed esso
è divenuto l’universo che vive e si sviluppa autonomamente grazie all’energia
ed ai messaggi genetici degli Fi allo scopo di facilitare la propagazione degli Fi
stessi e quindi far tendere il Creato sempre di più alla felicità.

L’ordine ed il caos

La gran parte dei fenomeni naturali sono sistemi dinamici. Una delle scoperte
più importanti del ventesimo secolo consiste nell’aver evidenziato che anche
sistemi molto semplici, dipendenti da poche variabili, si comportano in maniera
imprevedibile. Il responsabile di tale comportamento è chiamato “caos” dai
matematici; il caos si trova anche nei sistemi più semplici e gli scienziati hanno
iniziato a studiarne il comportamento nelle sue forme più elementari nei sistemi
dinamici. Uno degli strumenti usati è l’iterazione. “Iterare” in matematica vuol
dire ripetere il calcolo di una funzione più volte di seguito. L’insieme dei
risultati delle successive iterazioni è chiamato “orbita” della funzione. Questa
può essere agevolmente tracciata mediante l’analisi grafica che consente anche
l’individuazione dei punti caratteristici (repulsori, attrattori, etc.). Quando il
valore che assegniamo ad un fenomeno in un certo tempo “t” è collegato a
quello osservato in un tempo precedente “t-1” possiamo scrivere: Xt = f (Xt-1),
che è definita equazione di una mappa, un altro utile strumento per lo studio del
fenomeno. Attraverso lo studio delle funzioni si è pervenuti a scoperte molto
importanti come quella che sistemi dinamici, anche semplici, possono evolvere
in modo complesso descrivendo orbite che appaiono del tutto casuali.

L’equazione dell’anima

Come abbiamo detto, la velocità di un’onda è data dal prodotto della frequenza
per la lunghezza. Per un’onda elettromagnetica essa è uguale alla velocità della
luce “c”, la massima possibile in natura e quindi costante “k”. È possibile
quindi definire la relazione:

Lunghezza d’onda X frequenza = c = k, che è del tipo: y x = costante

la quale è l’equazione di un’iperbole. L’orbita di tale funzione passa per i punti
fissi: (0, infinito) e (k, 1) e nel nostro caso k = 3 x 10^5 km/h. Per valori della
frequenza maggiori di 1 i punti dell’orbita sono attratti dallo zero; per valori
della frequenza uguali a 1 i punti dell’orbita restano fissi nel punto 1, infine per
valori della frequenza minori di 1 i valori dell’orbita sono attratti dall’infinito.

287

Ci troviamo di fronte ad un’orbita che potrebbe essere rappresentata sul piano
complesso da una circonferenza di raggio unitario e centro zero con i punti
inferiori ad uno attratti dallo zero, quelli uguali ad uno giacenti sulla
circonferenza e quelli maggiori di uno fuori della circonferenza. L’iperbole
descritta sopra è stata ottenuta con valori della lunghezza d’onda e della
frequenza entrambi positivi rappresentanti un ramo dell’iperbole, quello del
primo quadrante, mentre la stessa è ugualmente soddisfatta per valori entrambi
negativi, rappresentativi di un ramo di un’altra iperbole. È utile ricordare che la
frequenza è uguale al rapporto tra la lunghezza ed il periodo, quest’ultimo
definente l’intervallo di tempo che intercorre tra un’onda e quella successiva.
Lunghezze e tempi negativi, descriventi il ramo dell’altra iperbole nel
quadrante (-x, -y) speculare a quello del primo quadrante, indicherebbero un
universo speculare a quello attuale caratterizzato da uno spazio che si contrae
tendendo verso il buco nero ed il vuoto, dalla freccia del tempo invertita che
procede dalla morte alla vita e da onde che si propagano a ritroso con la
velocità della luce.

Conviene, a questo punto, richiamare l’equazione dell’iperbole che descrive la
funzione velocità “c” data dal prodotto della frequenza per la lunghezza d’onda
(lambda). I punti dell’orbita di questa funzione:

lunghezza d’onda (lambda) x frequenza = c = k,

per lambda>1 saranno attratti dallo zero perdendo tutta la loro energia, per
lambda = 1 resteranno a distanza unitaria dallo zero con un’energia molto
esigua, per lambda<1 saranno attratti dall’infinito con un’energia ed una
frequenza elevatissima. È importante ricordare che la lunghezza d’onda cresce
quando la frequenza decresce e che frequenze elevate significano energia e
pregio elevato dell’onda. Il punto (k,1) è pertanto un punto critico, in quanto
uno spostamento esiguo da esso può sia portare l’orbita verso il punto attrattore
(k,1 - buco nero) sia verso l'infinito (0, infinito - buco nero). Ciò indicherebbe
che l’orbita della funzione d’onda “anima” per valori positivi ma inferiori a
quello unitario della lunghezza d’onda (energia elevata e pregiata) tende
all’infinito. Una volta raggiunto il punto attrattore (0, infinito - buco nero) il
valore di lambda potrebbe cambiar segno e si ritroverebbe sull’altro ramo
dell’iperbole. Ciò indicherebbe che l’onda “anima” sviluppatasi durante la vita
fino a raggiungere valori elevatissimi e pregiatissimi della frequenza e
dell’energia ed infinitamente piccoli della lunghezza potrà continuare a
viaggiare con velocità infinita nell’universo speculare a quello attuale (in
comunicazione con il nostro per il tramite di una singolarità del tipo “buco
nero”).

288

Infinite stringhe in infiniti universi paralleli

Le ipotesi proposte e sostenute per spiegare l’origine dei reami dell’inerte, del
vivente e del pensante hanno alimentato il convincimento definito “principio
antropico” che esse avessero un contenuto intellettuale. L’idea nacque dalla
constatazione di molte “coincidenze” come quella dell’uguaglianza dei rapporti
fra:

1) La forza elettromagnetica e quella gravitazionale;

2) Il diametro dell’universo osservabile e quello di un nucleo atomico;

3) L’età dell’universo ed il tempo di transito della luce attraverso un elettrone;

tutti uguali a mille miliardi di miliardi di miliardi di miliardi.

Secondo il principio denominato “antropico” l’universo nel quale ci troviamo
sarebbe l’unico possibile, in quanto possiede quelle proprietà che hanno
consentito lo sviluppo della vita intelligente. Come detto, il principio nasce
dalla constatazione che non solo le costanti fondamentali hanno valori
particolari ma che quei valori appaiono “critici”, nel senso che se fossero
diversi seppure di poco non avrebbero assicurato le condizioni necessarie alla
nascita della vita. Nel ventesimo secolo, inoltre, la cosmologia ha dimostrato
che l’universo non è immutabile ma è in evoluzione. Sembrerebbe, dunque, che
tutti i fattori che determinano l’equilibrio e l’evoluzione dell’universo siano
diretti al conseguimento della nascita e dello sviluppo della vita e
dell’intelligenza sulla Terra (o, per meglio dire, su tutti quei pianeti
dell’universo in cui sono esistite o esistono o esisteranno le condizioni ottimali
per lo sviluppo di forme di vita) ossia che esista un “finalismo” nell’universo.

Nello scenario della teoria delle stringhe non esiste una singolarità iniziale ma
solo una “violenta” transizione tra uno stato dell’universo ed un altro. Una
transizione che, peraltro, non sarebbe affatto unica nella storia cosmica ma
sarebbe una delle infinite violente transizioni cui il cosmo va incontro nel corso
della sua storia eterna. Uno degli scenari su cui si è lavorato è quello di un
“multiverso” in cui più transizioni danno origine a vari universi paralleli. Le
entità fondamentali del multiverso non sono particelle puntiformi ma
assomigliano a “stringhe”, cioè a minuscole corde monodimensionali (ad una
sola dimensione). Queste stringhe possono essere chiuse come cerchi o aperte
come capelli. Le stringhe sono libere di “vibrare” proprio come le corde di un
violino e le “note” emesse sono tutte le varie particelle che costituiscono il
nostro universo. Una qualsiasi particella elementare non sarebbe altro che un

289

particolare stato vibratorio di una stringa, la quale osservata da una certa
distanza si presenta come un corpuscolo puntiforme. Il problema di
“visualizzare” le stringhe non può essere affrontato in termini di fisica
sperimentale a causa della estrema piccolezza di tali oggetti, lunghi circa 10
elevato alla meno 33 cm (la cosiddetta lunghezza di Planck). La fisica teorica
ha però identificato una stringa il cui modo di vibrazione si identifica con
quello di una particella di massa nulla e spin uguale a due (lo spin è il momento
di rotazione proprio o momento angolare intrinseco di una particella),
caratteristiche queste che sono proprie del gravitone. Come per
l’elettromagnetismo il fotone è il “quanto” (la particella più piccola) così per la
gravità il gravitone è l’elemento fondamentale della forza gravitazionale.

In definitiva, secondo la teoria delle stringhe l’universo sarebbe costituito da
stringhe microscopiche i cui modi di vibrazione sarebbero all’origine delle
masse e delle cariche delle particelle elementari.

Il creatore ha quindi tessuto la struttura dello spazio con innumerevoli fili: le
stringhe. Ed ha inoltre dotato la nostra realtà di innumerevoli e meravigliose
diversità: gli universi paralleli.

Ma dove sono questi universi paralleli?

Dall’equazione di Dio e dalla funzione d’onda dell’anima si può derivare,
mediante complesse equazioni matematiche differenziali alle derivate parziali
che vi risparmiamo per non tediarvi ulteriormente, un modello matematico che
prevede che ognuno di noi abbia un gemello in una galassia che si trova alla
distanza enorme, inimmaginabile, di circa 10 elevato alla 10 alla 28 metri da
qui. E la soluzione delle nostre equazioni indica, addirittura, che esistono
infiniti altri mondi abitati. E non solo uno ma infiniti di essi ospitano persone
che hanno il nostro stesso aspetto e ricordi e che sperimentano tutte le possibili
permutazioni delle nostre scelte di vita, anche se questi mondi sarebbero così
lontani da essere irraggiungibili anche con le più ottimistiche ipotesi sui
progressi della tecnologia. Infatti, ogni volta che ci chiediamo se andare a
destra o a sinistra, se restare a casa o andare al lavoro, se salire su un autobus
oppure andare a piedi, per ogni nostro processo mentale conscio od inconscio
l’universo che conosciamo di scinde per dar vita ad entrambe le possibilità e si
creano innumerevoli universi paralleli che iniziano a vivere di vita propria.
Nelle nostre equazioni per semplificare, si fa per dire, abbiamo elaborato la
scissione degli universi in base ad una sequenza binaria di azioni (esco o non
esco, faccio o non faccio, etc.) ma la teoria si potrebbe generalizzare per un
numero finito di possibilità generando universi che si intersecano su piani
dimensionali diversi. Allora, adesso ci credete agli universi paralleli? Obiezioni

290

valide, in verità, non ce ne sono. Contro di essi si dice che rappresentano uno
“spreco” e sono strani. Per il primo argomento, le teorie dei multiversi
postulano l’esistenza di mondi che non potremo mai osservare. Perché la natura
dovrebbe concedersi il lusso di un’infinità di mondi? Ma l’argomento si può
ribaltare. Che cosa sprecherebbe la natura? Certo non spazio, massa o atomi. Il
vero problema è l’apparente riduzione di semplicità. Ma un insieme è spesso
più semplice di uno dei suoi elementi: la complessità aumenta quando
restringiamo l’attenzione ad un elemento di un insieme, perdendo di vista la
simmetria e la semplicità impliciti nella totalità degli elementi considerati
collettivamente. In questo senso, i multiversi di livello più alto sono i più
semplici. L’obiezione sulla stranezza è estetica non scientifica. Che cosa ci
aspettavamo? Quando ci poniamo una domanda profonda sulla natura della
realtà non ci aspettiamo una risposta strana? L’evoluzione ci ha dato la capacità
di intuire la fisica quotidiana importante per la sopravvivenza: ogni volta che ci
avventuriamo oltre il quotidiano, invece, dovremmo ragionevolmente
prevedere di trovare qualcosa di bizzarro. E l’abbiamo trovato.

L’algoritmo della Realtà

Algoritmo: deriva dalla latinizzazione del nome Al Khovarizmi, soprannome
del matematico arabo Mohammed Ben Musa che lo ha definito. Algoritmo
significa insieme finito di istruzioni che permettono la soluzione di una classe
di problemi. Ebbene, nella nostra teoria matematica le soluzioni delle equazioni
portano senza dubbio al risultato che il Creatore, descritto dall’equazione
illustrata precedentemente, non si è limitato a tessere la realtà con le stringhe ed
a moltiplicare gli universi. Lo ha fatto secondo un preciso algoritmo. La
scoperta che abbiamo fatto è proprio questa: alla base della Realtà, di tutto
quello che siamo, c’è un software ossia un algoritmo ovvero delle espressioni
matematiche elaborate da una mente cosciente che ne costituiscono la realtà
intrinseca. I fenomeni fisici non sono solo rappresentati da equazioni
matematiche ma essi sono fondamentalmente equazioni matematiche generate
da una Mente ordinatrice descritta anch’Essa da una equazione.

Lo stato quantistico è una descrizione matematica dello stato della conoscenza
dell’osservatore piuttosto che una descrizione dello stato oggettivo del sistema
fisico osservato. Per una particella non c’è onda di probabilità come descritto
nella fisica quantistica: essa si trova in diversi luoghi contemporaneamente e
questi luoghi sono in universi differenti. Questo vale per la particella ed anche
per gli esseri umani. Ogni atto di misurazione compiuto su una grandezza fisica
conduce l’osservatore in uno dei tanti universi, ognuno dei quali contiene
peraltro una copia dell’osservatore stesso. Nel nostro cosiddetto “multiverso”

291

sono cioè presenti tutte le possibilità e l’osservatore cosciente è spettatore del
dispiegarsi degli eventi. Il multiverso non è però un semplice assortimento di
universi paralleli, con un unico scorrere di tempo ma invece un insieme di
momenti. Così come sosteneva Parmenide di Elea nel V° secolo a.C. “lo
scorrere del tempo non esiste”. Ogni “momento” è un universo del multiverso.
Ogni momento esiste per sempre, non scorre da un momento precedente ad un
momento successivo e noi esistiamo in molteplici versioni in altrettanti universi
“momenti”. Giunti alla fine di questa breve e certamente non esaustiva
esposizione degli argomenti che formano l’oggetto delle nostre scoperte
scientifiche riteniamo di dovervi finalmente comunicare i risultati ai quali
siamo giunti:

- dentro la realtà fenomenica al di fuori del tempo e dello spazio si nasconde
una struttura puramente matematica, un programma computazionale che dà
origine ad una fitta rete di percorsi e ad una molteplicità di configurazioni
virtuali;

- da questo software di base derivano dei sottoprogrammi auto-referenziali ed
auto-incrementali in grado di replicarsi, costituenti i codici genetici di tutti gli
organismi viventi e che da questi, una volta raggiunto un certo livello di
complessità, emergono dei sottoprogrammi in grado di conferire a quegli stessi
organismi le facoltà proprie dell’osservatore cosciente e consapevole di sé.

Questa rappresentazione della realtà spiega, innanzitutto, quello che è stato
definito il mistero più inquietante della fisica, suffragato dagli esperimenti ma
rimasto ancora oscuro cioè la violazione del “principio di località” che emerge
dalla Meccanica Quantistica. Ammettendo che tutta la realtà sia generata da un
programma informatico, vale a dire da un algoritmo matematico astratto
esistente al di fuori del tempo e dello spazio, l’enigma sarebbe risolto. Infatti,
solo in questo caso qualsiasi operazione effettuata su un termine dell’algoritmo
si ripercuoterebbe istantaneamente su qualsiasi altro termine correlato al primo
senza bisogno di alcuna forma di comunicazione a distanza. Inoltre, tutto
questo rende più chiaramente comprensibile la teoria degli universi paralleli:
questi sono diverse configurazioni virtuali che l’osservatore cosciente potrebbe
attraversare in una individuale successione percorrendo uno solo dei tragitti
costituenti la fitta rete di quelli possibili. Ed è quello che abbiamo fatto.

292

Alias

Eccoci dunque alla fine della nostra storia. Vi abbiamo narrato le nostre
scoperte, spiegato l’equazione di Dio e dell’anima ed abbiamo visto come alla
base del disegno del Creatore ci sia un fantastico programma computazionale
da lui infuso nella Realtà che risulta costituita da innumerevoli stringhe ed
universi paralleli. Noi siamo riusciti a percorrere uno degli infiniti percorsi
della storia e, sebbene non possiamo rivelarvi come per ovvi motivi di
sicurezza e per evitare che qualcun altro si avventuri in una esperienza simile
con possibili catastrofici danni al continuum spazio-temporale, siamo approdati
alla corte dell’Imperatore Elio Adriano nel 118 d.C., abbiamo parlato
all’Augusto e lo abbiamo istruito sulle conseguenze che potrebbe avere la sua
politica estera sul futuro dell’umanità. Certamente non ci aspettavamo la
generazione di un universo parallelo ma così è stato. La cosa incredibile poi è
stata la generazione di un universo avente un alto grado di simmetria con un
altro. Ebbene, vi diciamo che tra gli innumerevoli universi paralleli c’e n’è uno
dove esiste una terra sulla quale visse un Imperatore Elio Adriano che invece di
continuare la logica espansione dell’Impero di Roma rinnegò la politica estera
di Traiano, rinunciando incredibilmente a tutte le conquiste fatte dal
predecessore al di là dell’Eufrate. Un Imperatore che invece di combattere gli
Scoti pose il suo celebre vallo in Britannia e non in Hibernia segnando un punto
di svolta nella storia di Roma che non aspirò più ad espandersi, portando alla
definitiva caduta dell’Impero Romano nel 476 d.C.! Questa caduta causò
l’inizio di un oscuro periodo di decadenza denominato Medioevo, un periodo
che vide uno stato pontificio con a capo il Papa di Roma supplire alla mancanza
del potere centrale imperiale. Sempre in questo bizzarro universo sono nati, al
termine del Medioevo, una serie di stati nazionali che poi hanno continuato a
farsi guerra tra loro incendiando l’Europa ed il mondo e dimenticando la loro
comune appartenenza all’antico Impero di Roma. In questo strano universo
alternativo il latino è stato soppiantato da nuove lingue, in particolare francese
ed inglese; la rivoluzione americana ha portato ad una sanguinosa guerra con
l’Inghilterra ed alla nascita degli Stati Uniti d’America, in Russia la rivoluzione
comunista ha fatto nascere l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e
l’Italia è rimasta divisa e soggiogata dalle potenze straniere dalla caduta
dell’Impero Romano fino al 1860 d.C.. Dopo la riunificazione del 1860 d.C.,
l’Italia sembrava avviata verso un periodo di espansione e prosperità: ha vinto
la Prima Guerra Mondiale ma si è alleata durante la Seconda con Tito Lerio,
qui chiamato Hitler storpiando il suo nome in una strana lingua germanica nata
dal latino, e viene occupata dalle truppe alleate anglo-americane. Il dopoguerra
di questa storia vede l’Italia risorgere lentamente dalle sue ceneri ma senza
contare più di tanto sullo scenario mondiale.

293

Follia? Forse...

Sappiate però che la narrazione dell’incontro di Adriano con due strani
individui incontrati in sogno è riportata su uno scritto ritrovato recentemente a
causa degli scavi all’altezza della Via Appia per costruire la quinta corsia
dell’Armilla Viarum, l’anello autostradale completato per i giochi Olimpici del
1960 d.C. che cinge completamente Roma e la collega con il resto della
prefettura italiana. Questo nostro intervento ha causato il cambiamento delle
decisioni dell’Imperatore ed ha innescato una serie di eventi che hanno poi
generato un’altra storia. Come detto, siamo rimasti stupiti non tanto dalla
creazione di un universo parallelo ma dalla simmetria tra i due universi. Per
spiegare tale simmetria abbiamo aggiunto alle nostre equazioni un campo
fondamentale, detto Campo Simmetrizzante, che lega i due universi (e forse
anche altri). Il campo simmetrizzante è un campo vettoriale che avvicina in
certuni casi ed allontana in altri l’universo parallelo descritto dal mondo da noi
conosciuto. La teoria matematica alla base del campo simmetrizzante prevede
un sistema complesso asintoticamente stabile con una funzione di
trasferimento ad anello aperto F(s) con diagramma polare che compie un
numero di giri in senso antiorario attorno al punto critico -1+j0 pari al numero
di poli a parte reale positiva di F(s).

In base a tale campo si spiega perché nel punto di divergenza del 118 d.C.,
quando Adriano cambia la politica estera dell’Impero romano ed anche suo
figlio Antonino Pio segue tale decisione, non si siano generati due universi
completamente diversi. La perturbazione apportata con il punto di divergenza
ha causato l’oscillazione dell’universo parallelo: guerre britanniche, espansione
in Nord Europa, guerre con i Parti e con i Kushani, espansione in India ed in
Africa, guerre mongoliche e la secolare guerra tra Impero Romano ed Impero
Cinese, tutti avvenimenti che si verificano solo in uno dei due universi mentre
nell’altro il mondo è in piena decadenza. Ma esistendo il campo
simmetrizzante, con la sua stabilità asintotica, i due universi tendono nel corso
del tempo a convergere con oscillazioni sempre più smorzate fino a differire
uno dall’altro di una quantità piccola a piacere, anche se a causa delle enormi
oscillazioni iniziali causate dalla nostra perturbazione si sono generati due
mondi certamente simili tra loro ma allo stesso tempo diversissimi: in uno dei
due universi l’Impero romano è sopravvissuto nell’altro non esiste più. Dopo le
iniziali oscillazioni abbiamo notato, trascorso circa un millennio, oscillazioni
sempre più piccole che tendevano a far convergere i due universi. Infatti, Caio
Cristoforo Colombo scopre l’America lo stesso giorno in entrambi gli universi,
così come le battaglie di Napoleone Bono Partenio si combattono in entrambi
gli universi con lo stesso risultato. Gli universi continuano ad oscillare, e lo

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faranno per sempre, con funzione di densità di probabilità d’accadimento per
un determinato evento di tipo gaussiana: una persona può comportarsi
diversamente dal suo doppione nell’altro universo anche se la probabilità che il
comportamento sia simile sarà sempre più alta nel corso del tempo,
convergendo nel punto di massima probabilità della gaussiana. Vi facciamo due
esempi. L’Imperatore Onorio combatte in Africa scomparendo nella foresta
tropicale e probabilmente resta ucciso dai cannibali. Questo accade in uno dei
due universi. Nell’altro universo Onorio non combatte le tribù africane ma i
barbari di Alarico che metteranno addirittura a sacco Roma nel 410 d.C. Le
oscillazioni iniziali (sono passati solo tre secoli dalla perturbazione) portano gli
universi ed i loro abitanti a comportarsi in modo estremamente diverso.
Nell’universo di Onorio che scompare in Africa non è possibile che vi siano
invasioni barbariche dato che i barbari non esistono virtualmente più in Europa
a causa dell’espansione dell’Impero e della romanizzazione delle province
avutasi precedentemente: Alarico non è un barbaro ma un rispettato console
della provincia di Germania Magna! Altro esempio: Adolfo Tito Lerio ed Adolf
Hitler portano il mondo sull’orlo della distruzione in entrambi gli universi.
Sono passati quasi duemila anni dal punto di divergenza ed il campo
simmetrizzante ha ridotto notevolmente le oscillazioni: possiamo decretare che
l’idiozia è una costante in qualsiasi universo!

Ma non basta. Abbiamo dovuto introdurre, per eliminare alcune divisioni per
zero che portavano a strani infiniti, anche un postulato di conservazione
dell’energia degli universi paralleli: se una persona nasce/muore in universo
nasce/muore anche nell’altro tanto che i personaggi storici, ma anche la gente
comune, è altamente probabile che nasca e muoia esattamente nello stesso
giorno in entrambi gli universi anche se a volte per cause diverse ed in luoghi
diversi (come accaduto per Onorio ed innumerevoli altri esseri umani). Se non
accadesse questo, ed a volte abbiamo notato una differenza misurabile in
termine di settimane o mesi tra gli eventi di nascita/morte di alcune persone tra
i due universi, ci sarebbe uno sbilanciamento energetico che il postulato tende
invece ad annullare, sempre in senso probabilistico.

Siete liberi di crederci o meno. Pensate però che se abbiamo ragione noi per
ognuno di voi che sta leggendo questo racconto ne esiste un altro in un universo
parallelo. Questo vostro “gemello” vive in un mondo nel quale non esiste la
Federazione Mondiale e che anzi si trova diviso in oltre 150 stati nazionali per
lo più in conflitto tra loro o in precario equilibrio geopolitico. In questo mondo
gli attentati terroristici di Al Qaeda a Nova Eburacum, qui chiamata New York
dalla strana lingua inglese parlata da tutti, portano a due terribili guerre in
Afghanistan, ossia in Battriana, ed in Iraq, ossia in Mesopotamia, ed allo

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scoppio del fondamentalismo religioso islamico che esporta in tutto il mondo il
terrorismo e la paura di un disastro globale senza che esista una Federazione
Mondiale in grado di unire gli uomini sotto un unico governo di pace e
stabilità. E l’Italia? Nel 2005 di questo pazzesco, ed anche poco allettante,
universo alternativo Giovanni Paolo II muore dato che le cure con le cellule
staminali sono solo all’inizio (ci chiediamo: il campo simmetrizzante sta
facendo un’eccezione per il Santo Padre che nell’altro universo è ancora vivo?
Misteri della Fede), George W. Bush (il nome di Giorgio Valio Bassio in
questa linea temporale) è saldamente al potere in America Settentrionale senza
che ci sia stata la sua rimozione a causa della pressione popolare e la penisola
italiana si ritrova nel caos più totale ed ancora non si intravede una via d’uscita.
Qui termina la storia trovata sulla rete mondiale. Ovviamente è solo una storia,
come detto siete liberi di crederci oppure no ma se non ci credete vi
perdoniamo: d’altronde è quasi impossibile ipotizzare che la storia “vera” possa
essere andata davvero così! Parola di Marco Aurelio Terenzi alias Marco Di
Renzi.

FINE

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