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9^ Edizione de Il Catalogo Duemilartisti la Fiera Letteraria a cura di Luca Filipponi, distribuito nei più significativi punti e centri di cultura italiana, e in libreria.Il nuovo volume 2023 sarà pubblicato e pubblicizzato a 2023 ed avrà numerosi presentaziomi in tutto territorio nazionale

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Published by alinaokuneva.it, 2023-12-14 11:35:42

DuemilArtisti La Fiera Letteraria 2023

9^ Edizione de Il Catalogo Duemilartisti la Fiera Letteraria a cura di Luca Filipponi, distribuito nei più significativi punti e centri di cultura italiana, e in libreria.Il nuovo volume 2023 sarà pubblicato e pubblicizzato a 2023 ed avrà numerosi presentaziomi in tutto territorio nazionale

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Luca Filipponi, l'artist manager Paola Biadetti, il comitato organizzatore e la giuria del QPremio Internazionale Letteratura Spoleto Festival ArtQper aver conferito il premio al mio libro "Emozioni Private". La cerimonia di ieri è stata un'esperienza j straordinaria, arricchita da gruppi musicali,... Altro... Luca Filipponi Direttore editoriànB Neria De Giovanni »SpoletoMeetingAr »Graphic by Paola Biadetti anyflip.com/ikrte/upbq Paola Biadetti ,9/22/la i-di-mario ittps://www.gemagazinenewMR forza-dellarte-contemporanea^r ■guariano-a-spoleto/ Mario Guarii, teita/ianef/,ya ^ iu » 0 filate/ I ,V '•li Paola Biadetti Auditorium della : E il cielo è sempre più blu.... Menotti Art Festival Spoleto 22 -25settembre 2 ^ H H H #menottiartfestivalspoleto Presidente Luca H Filipponi direttore artistico Sandro Trotti » e v e r flj^ ^ ^ ^ p #contemporaryart »culture #music manifesto !*! firmato da Luis A. Ruiz Saavedra Giovani Europe B Magazine #duemilartistilafieraletteraria #c... Alti Regi°ne Um bria legislativa MENOTTI ART FESTIVAL ANO AUGE ACADEMY PROTAGONISTS AT THE N ore 1530 tmenottiartfesti vatt Luca Filipponi direttore artistico #event #contemporaryart »culture »musi^^H manifesto firmato da Giovani Europei Magazine »duemilartistilafieraletteraria »caffeletterar... Alti T: . 1530 ••••menottiarlic., ( jt^ & n te ■.rea Filipponi direttore arlisTR^^^^Hotti »event »contemporaryart#culture#™K manifesto firmato da Giovani Europei Magazine »duemilartistilafieraletteraria »caffeletterar... Altr1 1 https://www.gemagazinenews.com/2023/09/24 teyent /tra-arte-e-letteratura-il-menotti-art-festival-vola/ .a S.V. è invitata venerdì 22 settembre 2023 alle ore 15.30 presso l’Audìtorium della Stella Piazza G. 'aribaldi, Spoleto, alla presentazione del Menotti Art •tival Spoleto 2023 utu.be/7sNhEQt5EIA?Si= iOWIvj2Ppo A OD r » i l .Produttrice e Regista mie GIOVANNA NOCETT1 joscultura. in-musica-r i Chiostro , PETROVA i Il Menotti ArtFestival Spoleto chiuse in musica e guarda agli Usa


GRaHD! MAES1-R, ? settembre 2023 jmero 261 - € 1,50 * -i l e tte r a r ia a m e n ti a l v ia Prenotati


g i t a , 9 9 H S M enotti Art Festival Spoleto Menotti week end 26 e 27 agosto 2023 Casa Menotti Fondazione Monini V ia d e u 'A r r in g o . 1 . S p o le to Sabato 26 agosto 2023 ore 17 Presentazione del video Je Suls un autre, un estratto dell'intervista fatta da RAI Storia. I gralidi discorsi : *Spoleto non è un Safari * di e con Stefano de Majo Il Ruolo dellartista di è con Emanuela Mari Musiche al pianoforte eseguite da Emanuela Mari Presentazione della mostra personale ,Scenario* dell'artista Silvio Natali e del suo ultimo libro 1Destinazione Accompagnamento à con Luca Filipponi Giuseppe Catapano Paola Biadetti Angelo Sagnelll Enzo DallAra Domenica 27 agosto 2023 ore17 Il Menotti Musicista Prefestiva! Gran Concerto a cura di Tania Di Giorgio con la paitecipazione straordinaria del M ” Davide Delllsantl al pianoforte e del tenore Delfo Paone presentazione del M enotti Art Festival Spoleto Musica con Luca Filipponi Paola Biadetti Giuseppe Catapano Sandro Costam i Angelo Sagnelll


Menotti A r t Festiva l Spoleto | O q A lt in thè City dal 22 al 25 settembre 2023 M e n o tti A rt Festival e S p oleto M ee tin g A rt h a nn o il piacere d i in v ita re la S.V. sabato 23 settembre 2023 alle ore 12.00 — ■ Caffè Letterario del Sansi Viadui* Salma Vecchia 21 - Spouto alla presentazione della mostra personale Mario Guarino


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M ENOTTI'S ART ACADEMY Anno II - n. 1 PIENOTTI MUSICANews RT ESTIVAL POLETO 2023 GRAN CONCERTO, con la partecipazione straordinaria del M° Davide Dellisanti al pianoforte e del tenore Delfo Paone 22 Settembre SERATA DI GALA, SEMPLICEMENTE OPERA: Venerdì THE TELEPHONE/INTO THE RED Z0NE-Covid19 Auditorium della Stella ore 15,30 24 Settembre E NAPOLI CANTA. Chiostro S. Nicolò ore 17,00 Domenica ILPIANOFORTE ZEN , Casa Menotti ore 19,00 Lelenco dei pre m iati del P rem io Internazionale 'T h o m a s S chippers" è in ord ine alfabetico D irettore a rtis tic o Menotti A rt Festival Musica, Tania Di G iorgio P residente M enotti A rt Festival, prof. Luca Filippi Ing resso Libero 26/27 Agosto PREFESTIVAL, Casa Menotti ore 17,00


Il P ia n o fo rte Z e n LA RUPE DEL BIANCOSPINO Il vento scom piglia i pensieri IL NUOVO DIRITTO D’AUTORE Longobardi Bagnale R ig a ta m e n te f o r tu n a to M a ria MILITARE PAROLE DI FAVOLE E FA V O L E DI P A R O L E tox'iaiis LA TRAPPDLA cIf S a cro fßosco «fi cßomarzo Ann» Mai i Francesco Giustim ('.biave d i luce AMALIA MANCINI E M O Z IO N I P R IV A T E LUCIO BATTISTI UNA BIOGRAFIA PSICOLOGICA QUESTA MATTINA 3RIGIDA MORSELLINO lo penso "positiuo" T r a C o r p o e A n i m a LA SIGNORA DEI DESIDERI S a b rin a M o relli Destinazione accompagnamento Maria Rizzi Vittorio Ventacci RafTàella Ranise Voci di donne dalla Storia Gli Asburgo ASSASSINIO SULL'OMNIBUS 3 Nata nel 1929 Vita di una madre


TECHNOLOGY 25 Settembre 2023 Special Event Maf Spoleto PoBteitaliane| filatei 'a annullo filatelico MENOTTI ART FESTIVAL SPOLETO * * OóOd? SPOLETO (PO )* l GEKO GOLD or


Presidente Menotti A rt Festival, prof. Luca Filipponi Direttore artistico Menotti A rt Festival Musica, Tania Di Giorgio MCNOTTi, PPEMIO IN TU P N A ZIO i UOM A5 « * o m A x t f«.7nYxj t r 2023 B M e n o t t i A e t I e s t iv a l m u s ic a S p o l e t o Anno II - n. 1__________________ A / ^ V ^ 3 25 Settembre Chiostro S. Nicolò - ore 15:30 PREMIO «THOMAS SCHIPPERS» Thomas Schippers, nasce il 9 marzo 1930 nella piccola città di Por- f tage nel Michigan. A soli sei anni diede il suo primo, piccolo recital. Nel 1948 ottenne il secondo premio ad un con-corso per giovani direttori presso la Philadelphia Orchestra. Accompagnando un cantante a un'audizione, ebbe modo di conoscere il compositore Gian Carlo Menotti. Insieme a Me-notti, del quale diresse molte opere, avrebbe poi fondato il Fe-stival dei Due Mondi. Nel 1955 fu nominato direttore stabile al Metropolitan Opera House di New York, Nel 1964 dirige la prima rappresentazione nel Teatro Caio Melisso del Rosenka-valier. Alla Scala nel 1958 dirige due concerti con Maurizio Pollini, nel 1961 Medea di Cherubini con Maria Callas, la Si-mionato e Nicolaj Ghiaurov, nel . 1962 la prima assoluta di Atlantida di Manuel de Falla con la Simionato l ' e la Stratas, nel 1969 L'assedio di Corinto con Marilyn Horne e la Sills *'■ e nel 1976 sei concerti ed II barbiere di Siviglia con Enzo Dara, Frederica von Stade e Hermann Prey. Morì il 16 dicembre 1977. Le sue ceneri sono tumulate in piazza Duomo a Spoleto, in un muro che si affaccia sulla piazza dove Schippers diresse numerosi concerti di chiusura del Festival dei Due Mondi e che il pubblico chiamava "la sua piazza". L’elenco dei prem iati del Prem io Internazionale “ Thomas S chippers” è in ordine alfabetico I k


Spoleto Art Festival Prem io Internazionale 2023 v m № U B B w m u i j . P a trizia B acarelli Spoleto A rt Festival ^ & è


DuemilArtisti La Fiera Letteraria è un'opera che celebra la creatività e l'innovazione nel mondo dell'arte e della letteratura, Questa nuova edizione è un tributo al talento degli artisti contemporanei che hanno contribuito a rendere il panorama culturale così ricco e diversificato, Il volume DuemilArtisti La Fiera letteraria si amplia in collaborazione con l’AICL Associazione Internazionale dei Critici Letterari Presidente Neria De Giovanni e si completa con i preziosi scritti per sottolineare che “l’arte insieme con ogni attività di cultura costituiscono i motori di crescita e affinamenti nella vita sociale’’, E ’ un'opera da collezione, un tributo all'arte contemporanea e alla letteratura, un'incredibile viaggio nel mondo dell'immaginazione e della creatività, un’opera unica, da Spoleto Art Festival, organizzazione promotrice di grandi eventi come Menotti Art Festival Spoleto Art in thè City e lo SpoletoMeetingArt (’’un volo a planare’’ di cui sono il direttore artistico), il Premio Internazionale Arte e Letteratura, con l’obiettivo di creare un dialogo costante tra i lettori. Un vero e proprio viaggio, ricco e affascinante, Paola Biadetti Direttore Grafico e C om unicazione P ao la Biadetti L’edizione 2022 è firm ata dall’Architetto Diego Granese una personalità di spicco nel mondo dell’architettura e del design. I suoi lavori sono stati pubblicati su numerose riviste internazionali e in trasm issioni TV e film . Tra i suoi ultim i successi ricordiam o la vincita dell’Oscar, ai Pizza Awards del 2019 per una pizzeria da lui progettata e realizzata che si è contraddistinta per l’interior design. L’edizione 2021 è firm ata da Sandro Trotti, personalità di spicco del panorama artistico italiano e internazionale, fino al 2000 ha insegnato all’Accadem ia di Belle Arti di Roma e negli ultimi è stato docente presso le Accadem ie di Pechino, Guangzhou, W uhan; stretto è il suo legame con Cina, dove è oggi considerato il m igliore testim one della cultura artistica italiana in Oriente. L’edizione 2020 è firm ata da Pietro Camardella architetto, progettista, designer, industriai design, lavora alla Pininfarina nel settore studi e ricerche dove disegna, tra le altre, le Ferrari F40, 512 F50 e 456 GT, oltre alla concept car Ferrari Mythos e anche le realizzazioni di product design, e imbarcazioni. Attento alle esigenze d'uso, non tralascia l'aspetto seduttivo che rende accattiva prodotto. L’edizione 2019 è firm ata dal designer AbdelKader Abdi, laureato alla Beaux-Arts di Algeri e Scuola di arti decorative di Parigi, ha creato uno stile con linee pulite tra post-m odernism o e tradizione. Usando m ateriali moderni (m etallo,m etacrilato, vetro, ceram ica, acciaio inossidabile), questo eccezionale designer di pedagoghi ha inventato un nuovo e singolare vocabolario formale, nutrito da una doppia cultura. L’edizione 2016 porta la firm a del Maestro Ennio Calabria testim one attento del suo tem po, la sua pittura è rivolta sia al territorio sociale che a quello esistenziale. Nel corso di tutta la sua attività artistica ha ricevuto numerosi e prestigiosi riconoscim enti. Ha illustrato diversi volumi di poesia, nonché copertine per libri. Ha prodotto oltre 90 manifesti tra i quali SpoletoArtFestival Art in thè 2016. L’edizione 2015 è firm ata dall’artista mondiale colom biano F.Botero (che ha presenziato nel 2015 all’inaugurazione della sua mostra personale di gessi e bronzi presso il palazzo comunale di organizzata dall’associazione Arte Internazionale e curata dal presidente Zeno Zoccheddu). Una mostra evento unica ed imperdibile per tutti gli appassionati, presentata a Milano durante l’Expo 2 0 1 5 ‘ 168 L’edizione 2018 IVA Edizione del Volume Duem ilArtisti La Fiera letteraria 2018 è firm ata da Alessandro Guerriero designer che ha contribuito a rendere Alchim ia, uno dei poli più vitali nell’evoluzione del design d’avanguardia italiano, (con opere presenti nelle collezioni permanenti di Musei Internazionali di design. L’edizione 2017 ha vinto il Premio W ilde Vip European Award 2017 per la creatività e la copertina è del professore cinese Xuyong Min delPAccademia di Belle Arti di Dean, (Vice-Presidente della Provincia di Hubei Artists Association- Presidente esecutivo centrale della Accadem ia di Belle Arti NLD Hubei Art Academ y dal 1982. Articoli pubblicati nel “Guangming Daily” , “arte” pubblicazioni su autorevoli riviste, ha vinto il titolo di “m aestri culturali” Gode dal governo cinese d ’indennità.


La Fiera Le tte r a r ia Giornale fondato nel 1925 diretto da Luca Filipponi Particolare dell’opera di Paola Biadetti -serie Vola l’Europa


Caffè Letterario del Sansi DIMORA STORICA DEL SANSI V ia d e lla S a l a r a V e c c h ia 21 - S p o le t o dal dal 2 al 27 novembre 2023 Maestri Scultori a Confronto Paola Biadetti Silvio Craia Mario Lo Coco Piergiorgio Maiorini Giovanni Mapelli M aurizio Orsolini Con la partecipazione straordinaria dei maestri Andrea Natale e Dom enico Di Mundo Presentazione 11 novembre ore 16 con Luca Filipponi Paola Biadetti G iuseppe Catapano Sandro Costanzi Maria Cristina Mancini Francesco Ansidei Finissage il 25 novembre ore 11 30 con la presentazione del libro Di Benedetto Mangiavillano “A m ore Elettrico” Con la partecipazione straordinaria di Alessandra Piccirilli Opera di Andrea Natale - Italo Calvino opere pop T. A.U, G io v a n i UROPEO ■v--" 1 ■ ' ® ; ■■»I Dii' Menotti Art Festival Spoleto MhteCtfMOlWotRit» O ® O 0 ' j B s t O O 1 GRAPHIC 1


La F ie r a L e t t e r a r ia : U n a f o t o is t a n t a n e a a l l a S o c ie t à C o n t e m p o r a n e a Questa rivista è semplicemente una occasione per raccontare la vita del 21° secolo o meglio, una scusa per raccontare il nostro tempo. Sicuramente ogni narrazione per poter essere tale , ha un inizio ed una fine e deve raccontare qualcosa che pone delle aspettative e deve essere atteso ed in tal senso non deve essere banale. Italo Calvino su "Il viandante sulla mappa"in collazione di Sabbia ( Mondadori Milano 2015) sostiene che l'autore traccia un percorso come in una sorta di carta geografica, la quale presuppone un'idea narrativa, quindi con La Fiera Letteraria c'è un tentativo di rappresentazione della società contemporanea. Lo stesso concetto lo elabora in modo similare Walter Benjamin, secondo il quale nell'opera d'arte nell'epoca della riproducibilità tecnica, bisogna trovare un attimo, come una foto, per cogliere la verità in un istante e per vedere come sarà il futuro possibile. Anche Giuseppe Ungaretti che fu ospite a Spoleto nella Casa di Gian Carlo Menotti in una famosa conferenza dichiarava:" Cari pittori, poeti e romanzieri, scrittori del ventesimo secolo, imparate nuovamente a vedere, o meglio a leggere l'invisibile nel visibile in quanto ogni scoperta, ogni avanzamento, ogni rivoluzione è nel linguaggio ed è del linguaggio." Juris Mihajlovic Lotran nella struttura del testo poetico vuole mettere in evidenza la fine dei confini disciplinari: "L'Arte della parola ha inizio nel tentativo di costituire un modello artistico verbale, come nelle arti rappresentative, secondo un principio iconico". Oggi ogni sei mesi si scattano più del doppio delle foto scattate in tutto il ventesimo secolo e come sostiene Neil Postman nell'opera Technolololy : " Il mondo contemporaneo è affetto da una sorta di Aids culturale che colpisce il nostro sistema informativo, per cui l'acronimo in via provocatoria Aids, diventa, Anti Information Deficiency Syndrome". una previsione ed uflsrprovocazione che dovrà indurre l'uomo contemporaneo a reimparare a prestare attenzione, a provare a cambiare la nostra attenzione ed esposizione verso parole ed immagini, per riuscire a guadagnare la piacevolezza della sorpresa e forse il senso dello stupore. E voglio chiudere questo editoriali;^augurandovi buona lettura e ricordando quello che già negli anni 80 Italo Calvino rivendicala nelle lezioni americane : "Il mondo contemporaneo è colpito da una epidemia pestilenziale con l'utilizzo e l'uso della parola che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, ma questa sindrome si estende anche alle immagini. Oggi viviamo sotto una pioggia ininterrotta di immagini, i più potenti media non fanno altro che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarle attraverso una fantasmagorica azione di gioco di specchi, con immagini che sono prive di senso interiore, prive di forma e di significato, ma non sono una forza che si intende imporsi all'attenzione della mente umana nel senso del suo arricchimento mentale e come ricchezza intellettiva". La Fiera Letteraria 2023 con i suoi Duemila Artisti è una sorta di catalogo fatto di parole, perchè sono le parole, e quindi la narrazione che conferisce senso all'opera dell'artista e quindi un racconto fatto di parole è più concreto di una immagine che è difficile da tenere in mano, ma alla fine parole ed immagini insieme cercano di scandire il tempo o forse l'attimo di una società contemporanea sempre più complessa, fluida, ma sempre interessante da studiare e captare, buona lettura. 171


Italo C alvino Il 15 ottobre 2023 segna il centenario della nascita di uno dei più grandi narratori italiani del Novecento, Italo Calvino. Figlio di Cuba, terra in cui vide la luce per la prima volta nel 1923, Calvino sarebbe diventato un pilastro della letteratura mondiale. La sua vita e le sue opere hanno continuato ad ispirare e incantare lettori di tutte le età, sfidando i confini del tempo e dello spazio attraverso una prosa magistrale e immaginativa. Nato con il dono di raccontare storie, Calvino ha contribuito a ridefinire il panorama letterario italiano, introducendo il suo pubblico in mondi fantastici e surreali come "Il sentiero dei nidi romanzi di ragno" e "Il visconte dimezzato". Ma è attraverso le sue opere più tarde, come "Le città invisibili" e "Il barone rampante", che Calvino ha dimostrato la sua straordinaria capacità di esplorare l'essenza della vita umana, catturando l'immaginazione dei lettori con la sua prosa elegante e il suo acuto senso dell'umorismo. A cento anni dalla sua nascita, il lascito di Italo Calvino vive ancora, permeando le pagine dei suoi libri e continuando ad ispirare autori, lettori e pensatori di tutto il mondo. Le sue parole ci ricordano l'importanza di sognare, di esplorare l'ignoto e di abbracciare l'infinita complessità dell'universo attraverso la lente della fantasia. Oggi, celebrando il centenario di Italo Calvino, onoriamo non solo l'uomo, ma anche l'immortalità delle storie che ha creato. Nei suoi romanzi, nei suoi racconti e nei suoi saggi, continuiamo a scoprire nuovi significati ea riflettere sulle profondità della condizione umana. La sua eredità ci insegna che, anche se il tempo può portare via gli individui, le loro parole e idee possono perdurare per sempre, illuminando il cammino delle generazioni future. Che l'eredità di Italo Calvino continua a vivere nei cuori e nelle menti di coloro che amano la letteratura, e che le sue parole continuano a incantare e a ispirare le menti creative di tutto il mondo, ancora per molti secoli a venire. Un omaggio a Italo Calvino a cura di Paola Biadetti


In occasione della ricorrenza dei cento anni dalla nascita, ripercorriamo la sua carriera letteraria con alcune delle frasi più belle e famose tratte dalle sue opere FANTASIA Partiamo da quella che è forse una delle più iconiche, contenuta nelle Lezioni Americane mutuando un verso dantesco: "La fantasia è un posto dove ci piove dentro" Fotografie ©Getty 173


AMORE “Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così" si legge ne II Barone Rampante Fotografie ©Getty PAURA frase, ratta da I sentieri dei nidi di ragno: "L'uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare a non avere più paura, questa è la meta ultima dell'uomo.” GIOVINEZZA “Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane" scriveva Calvino in un altro dei suoi capolavori, ovvero II visconte dimezzato


STORIE All'interno de II cavaliere inesistente troviamo: "L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla" Fotografie ©Getty DISOBBEDIENZA Ne II barone rampante si legge : “La disobbedienza acquista un senso solo quando diventa una disciplina morale più rigorosa e ardua di quella a cui si ribella" VITA In Palomar Calvino scrive: "La vita d'una persona consiste in un insieme d'avvenimenti di cui l'ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l'insieme" 175


DISTANZA In La giornata di uno scrutatore si legge: "Non sapeva cosa avrebbe voluto: capiva solo quant’era distante, lui come tutti, dal vivere come va vissuto quello che cercava di vivere" Fotografie ©Getty SCRITTURA "Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto" è un'altra delle più belle frasi scritte da Calvino, tratta da Se una notte d'inverno un viaggiatore LETTERATURA Chiudiamo con un'altra citazione da Lezioni Americane, emblematica per riassumere il pensiero di Calvino: "In un’epoca in cui altri media velocissimi e di estesissimo raggio trionfano, e rischiano d’appiattire ogni comunicazione in una crosta uniforme e omogenea, la funzione della letteratura è la comunicazione tra ciò che è diverso in quanto è diverso, non ottundendone bensì esaltandone la differenza, secondo la vocazione propria del linguaggio scritto. " 176


«SE ALZI UN MURO, PENSA A CIÒ CHE RESTA FUORI!» (ITALO CALVINO ) Un soffio intenso arriva e si dispone in un radioso alone di cultura e invita alla lettura degli scritti usciti dalla penna portentosa di Italo Calvino. Leggendolo, si dipana meravigliosamente quel filo, la trama, dell’interessante e nutrita collana della sua opera letteraria, arricchendone l’animo appassionato di coloro i quali si dispongono a farlo. Parliamo di opere classiche da cui, una volta tuffatosi nella lettura, non si sfugge senza averne presa coscienza di quanta cultura necessita un uomo per sentirsi parte di “due" mondi". Due mondi appunto: uno piccolo già conosciuto e l’altro immane da apprendere e, magari, da scrivere. Conoscerlo, affinché ci renda persone partecipi, consapevoli di quella infinita parte, di conoscenza a noi mancante che, una volta attinta, appresa con la lettura, ne potenzierebbe la nostra fantasia e che ci farebbe immaginare storie inesistenti e mai scritte, da scrivere appunto. Non è per nulla facile il salto che occorrerebbe per saltare il fosso che divide il lettore dallo scrittore. Ma non rimane comunque interdetto a quale grado possa arrivare la fantasia una volta che avrà preso stanza nel cervello, potenziandolo d’immaginazione. Occorre l’etica giusta, però, per inquadrare il mondo che ci circonda, dove ognuno di noi è immesso, non come punto cardine, ma casuale, imprevisto: alla pari di un aspirante attore intento a imparare la parte del copione a memoria. Questo per poi inserirsi, con sicurezza e determinazione nel ruolo a lui spettante sul palcoscenico della vita. Si chiami come si vuole un determinato momento della nostra vita purché il suo nome abbia radici discusse e approvate da un insieme di persone le quali non avranno poi problema di sorta per intendersi a dovere, L’A.in un certo modo afferma che chiamare gli oggetti con un nome e non conoscerne il significato, significa tastare il buio e appoggiarsi all’invisibile, per non cadere e inciampare nel nulla. Nel racconto “L’origine degli uccelli", egli ne fa motivo assoluto, incondizionato poiché pone sul proprio “io" l’esistente rebus del:- Cosa significa, “io"? (Leopardi, in “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” ad un certo punto si chiede:-...Ed io che sono?). Fotografie ©Getty


«SE À ÌZ I ÙN MURO, PENSA A CIO CHE RESTA FUORI!» (ITAI4O;CALVINO ) italo_calvino__colored_caricature_by_kyrmaur Nei molti casi in cui la memoria dell’uomo si estende a farlo ragionare e lo carica di sentimenti, possiamo affermare che egli vive uno stato efficiente. Non è la medesima cosa nei casi in cui la memoria è sottoposta a stress di qualsivoglia natura 0, peggio ancora, rimane atrofizzata per cause cliniche, degenerative. Il contributo che possa dare, a livello sociale, una memoria siffatta, rimane quasi nullo. La finezza con cui Calvino dipana la matassa e spiega ciò che ha scritto, porta il lettore a non aver dubbi sulla sua bizzarra estrosità e, al medesimo tempo, capirne, assaporandole passo dopo passo, tutte le finezze dei concetti scritti. Calvino descrive bene e in modo sottile in uno dei suoi racconti (La giornata d’uno scrutatore), dove parla di un seggio elettorale in una struttura a dir poco paradossale, il Cottolengo di Porta Palazzo a Torino. Il paradosso tra il voto espresso da chi non detiene capacità cognitive con quelli che ce l’hanno è rafforzato molto bene dalla scelta fatta dall’A. sul Cottolengo, come per affermare che per i politici vanno benissimo i voti di tutti: coscienti, fannulloni, religiosi, dementi, deformati, assassini e...perché no? pure i deceduti, purché col loro voto alzino l’asticella a quorum soddisfacente: si tratta di Democrazia, dove tutti abbiamo gli stessi diritti e, in certi casi estremi, anche la carne in decomposizione fa la differenza: bastano le generalità. Saranno bassezze abilmente dissimulate, secondo gli scopi da raggiungere è, generalmente, prerogative di chi fa politica... Se la fantasia assume spirito di levitazione può liberare la mente dal peso eccessivo delle tante mancate risposte ai quesiti della vita. Avere ali robuste di fantasia, di creatività, significa volare in spazi siderali, mancanti di corpo ma forti di mente, per entrare nel fantastico, plastico, immaginario mondo della creazione e poterne, mentalmente, ritrarre le forme e trascriverle sotto forma di pensieri. Proprio a questo portano i vibranti scritti-messaggi del nostro illustre scrittore, Italo Calvino. Leggerne i racconti come pure i saggi, comporta affidarsi, con saggia misura, alla lettura, senza inutili enfasi né impetuosità: Calvino è stato e rimane uno scrittore: Sciolto, impegnato, fantastico. «L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della “vita" tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la “vita" e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla» (Italo Calvino) www.odysseo.it/i-due-mondi-di-italo-calvino 178


Amalasunta Regina Barbara di Neria De Giovanni Il Fascino di un'Epoca Rivive nella Sala Consigliare di Marta sul Lago di Bolsena Il Lago di Bolsena, circondato da una bellezza naturale mozzafiato, è stato il palcoscenico di una straordinaria serata letteraria il 30 ottobre 2023. La Sala Consigliare di Marta ha ospitato un evento speciale, la presentazione del libro di Neria De Giovanni intitolato "Amalasunta Regina Barbara". Questa serata ha offerto un'opportunità unica per immergersi nella storia e nell'immaginazione di un'autrice, mentre esplora le intricanti vicende di un'antica regina. Neria De Giovanni, giornalista, saggista,presidente del AICL, ha portato in primo piano uno dei personaggi meno noti della storia europea, Amalasunta. Questa regina ostrogota, che ha governato nel VI secolo dC, è stata spesso trascurata nei libri di storia. Tuttavia, con il suo nuovo libro, De Giovanni ha cercato di riscattare Amalasunta, rendendo giustizia alla sua figura e alle sue azioni. Nella sua introduzione, Neria De Giovanni ha sottolineato l'importanza di riscrivere la storia da una prospettiva femminile e ha svelato come Amalasunta sia emersa come protagonista perfetta per questo scopo. La regina ostrogota è stata una figura eccezionale, che ha dovuto navigare tra intrighi politici e sfide personali durante il suo regno. Il libro "Amalasunta Regina Barbara" è stato descritto da De Giovanni come un viaggio nel tempo e nella mente di Amalasunta stessa. Attraverso una scrupolosa ricerca storica, l'autrice ha cercato di ricreare l'atmosfera dell'epoca e ha gettato nuova luce su questa regina dal destino tragico. Il pubblico è rimasto affascinato dalla profondità della sua narrazione e dalla complessità del personaggio di Amalasunta. ___ ___________ La presentazione del libro di Neria De Giovanni, "Amalasunta Regina Barbara", è stata un successo e ha offerto una preziosa occasione per scoprire una figura storica affascinante. L'evento ha dimostrato l'importanza della ricerca storica e della narrazione per dare voce a figure dimenticate della storia e ha ispirato il pubblico presente ad esplorare il passato in modi nuovi ed emozionanti. Paola Biadetti


Grazia Deledda e Salvatore Cambosu: due cugini, due premi letterari a Galtellì e Orotei li A volte il destino sa essere benevolo, capita così che in Sardegna due cugini di primo grado abbiano avuto la medesima “benedizione” letteraria. Grazia Deledda, unico premio Nobel delle lettere italiane era figlia di Francesca Cambosu, sorella di Gavino, padre di Salvatore Cambosu, giornalista e scrittore di vaglia nazionale. Con intelligente lungimiranza il loro nome e la loro opera stanno diventando volano non soltanto di approfondimento letterario ma anche contribuiscono alla conoscenza del territorio cui appartengono, delle tradizioni popolari della cultura antropologica di provenienza.Galtellì è un borgo sito a pochi chilometri dal mare della costa orientale della Sardegna. Qui Grazia Deledda veniva ospite di una nobile famiglia e qui ambientò il suo romanzo forse più famoso, “Canne al vento”, nelle cui pagine Galtellì diventa Galte. Galtellì è sede del Parco letterario nazionale Grazia Deledda e da dieci anni celebra il Premio internazionale “Canne al vento”, l’unico dedicato a racconti inediti che provengono da tutto il mondo, ispirati alla narrativa deleddiana e in particolare proprio al romanzo “Canne al vento”. Il premio letterario “Canne al vento” di Galtellì è l’unico premio letterario di Sardegna a diffusione internazionale. Avviato nel 2015 per volontà del Comune di Galtellì, il concorso prevede la partecipazione a livello mondiale di racconti ispirati al celebre romanzo “Canne al vento” del premio Nobel Grazia Deledda. È alla scrittrice nuorese che l’amministrazione comunale dedica il Premio Letterario Internazionale, mettendo al centro l’autrice, la sua grandezza e la sua importanza in un evento che, tra attività, appuntamenti, spettacoli culturali, avrà il suo apice con la premiazione del vincitore assoluto. Anche Orotelli, paese dove Salvatore Cambosu nacque, vicinissimo al capoluogo Nuoro, da dieci anni ha il suo premio letterario nazionale, dedicato a narrativa e giornalismo, le due specialità di comunicazione frequentate da Salvatore Cambosu. Il concorso è stato organizzato dalla Fondazione Salvatore Cambosu e dal Comune di Orotelli, col Patrocinio del Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna e il contributo dell’Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport. L’obiettivo della Fondazione è promuovere la conoscenza e la ricerca relative alle opere e al pensiero di Salvatore Cambosu, scrittore e giornalista nativo di Orotelli e autore della monumentale opera “Miele amaro”, compendio letterario, poetico, narrativo e artistico della Sardegna, pubblicato per la prima volta da Vallecchi nel 1954. Grazie anche alla determinazione delle due amministrazioni comunali e delle Giurie, questi due Premi letterari hanno conquistato un loro posto d’onore nel panorama culturale italiano dimostrando come il libro e la letteratura siano vivi e continuino a vivere. *>OAlVAIOKÌ O R O T E L L I_2023_V ED IZIO N E PREMIO LETTERARIO SALVATORE CAMBOSU 180


N eria D e G iovanni Il Natale nella letteratura, da Manzoni al Novecento Gesù per la sua natura anche umana è senz’altro la persona della Trinità che maggiormente può essere ritratta con la parola e con gli altri mezzi artistici. La sua nascita in una grotta e la sua morte in croce, i momenti di inizio e fine della sua esistenza terrena, sono al centro di tante opere letterarie e ricostruzioni storico-artistiche. Un Dio storico le cui tracce umane restano indelebili anche nel tempo degli uomini. La misteriosa identità di Gesù è ritratta nei suoi momenti terreni, iniziati come per tutti al tempo della sua nascita. Tralasciando i primi secoli della nostra letteratura in volgare e arrivando a grandi passi in epoche più vicine, trattando il Natale in letteratura mi piace iniziare con il nome di Alessandro Manzoni che a Parigi si aprì alle nuove teorie romantiche dopo aver scritto opere di ispirazione alfieriana e illuminista. Qui maturò la crisi che lo portò da un agnosticismo critico alla piena accettazione dell’ortodossia cattolica. Dopo tre anni di studio e silenzio, Manzoni manifestò l’intenzione di scrivere dodici Inni Sacri, tante quante sono le principali feste liturgiche dell’anno. Ne portò a compimento soltanto cinque: la Resurrezione (1812), il nome di Maria (1812-1813), il Natale (1813), la Passione (1814-1815), la Pentecoste (1817-1822). (...) Dormi, o Fanciul; non piangere; dormi, o Fanciul celeste: sovra il tuo capo stridere non osin le tempeste, use su/l'empia terra, come cavalli in guerra, correr davanti a Te. Giungiamo al nostro Novecento: accanto a scrittori che fecero scalpore per la loro conversione come Giovanni Papini, ci fu chi scrisse di Gesù ed in particolare del suo Natale, pur essendo autori non confessionali, addirittura miscredenti. È il caso di Gabriele D’Annunzio che dopo una vita avventurosa spesso dissipata e volta alla ricerca del piacere, alla fine della vita riscoprì addirittura la figura di San Francesco, vestendosi spesso del suo saio. È proprio D’Annunzio in piena guerra mondiale nel 1916 pubblicò sul Corriere della Sera una poesia sul Natale in cui chiedeva la pace al Signore. Anche il razionalista Luigi Pirandello ha dedicato una novella a Gesù nel Santo Natale, unendo il ricordo della propria infanzia siciliana, alla tradizione cattolica che fa del Natale la più bella festa dell’anno: I primi anni del Novecento videro il tono narrativo e confidenziale del crepuscolarismo accompagnare l’evolversi della poesia, in cui Gesù e il suo Natale, furono al centro di ballate e poemetti. Come dimenticare la famosa “La notte santa” di Guido Gozzano che tutti abbiamo imparato ad amare fin dalle scuole elementari per il suo racconto semplice ed efficace?: “Consolati, Maria del tuo pellegrinare! Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei. Presso quell'osteria potremo riposare, ché troppo stanco sono e troppo stanca sei. II campanile scocca lentamente le sei". A riprova della sua fede Guido Gozzano nel 1916, l’anno della sua morte, lavorò alla sceneggiatura di un film su Francesco d’Assisi, che non vide mai la luce. Dalla Torino di Guido Gozzano passiamo a Trieste con Umberto Saba, nato da madre ebrea abbandonata quasi subito dal marito girovago. Le leggi razziali lo costrinsero a lasciare l’Italia per Parigi, dove visse nascosto come in seguito a Firenze e Roma. La semplicità della sua poesia e l’immediatezza emotiva vengono esaltate da due brevi liriche sul Natale: “ A Gesù Bambino” e “Nella Notte di Natale”. 181


Il Natale nella letteratura, da Manzoni al Novecento Singolare ed esaltante la vicenda umana di Clemente Rebora che nato da famiglia garibaldina e mazziniana, combattè come fante sul Carso nella Prima Guerra Mondiale. Ebbe una crisi religiosa lunghissima che dopo la guerra lo portò all’isolamento dalla società e dalla cultura del suo tempo che si concluse nel 1931 con l’ingresso nel convento dei padri rosminiani a Domodossola. Nel 1936 fu ordinato sacerdote. Durante la lunga malattia che lo condusse alla morte nel 1956 scrisse gli splendidi “Canti dell’infermità” e “Gesù il Fedele” nel quale la parte centrale è proprio dedicata al Natale. Sempre restando in ambito di poesia e collegati alla Prima Guerra Mondiale, ricordo la famosissima lirica “Natale” di Giuseppe Ungaretti anche che se non ha espliciti riferimenti a Gesù, manifesta chiaro la necessità dell’uomo di un momento di pace, in piena guerra, come il santo Natale ispira. Anche Diego Valeri presente nei manuali scolastici con i suoi versi semplici e fluidi, canta la notte di Natale collocando in versi pastori ed angeli mentre danno l’annunzio della nascita di Gesù per un futuro di amore e pace: “Mamma, chi è che nella notte canta questo canto divino? Caro, è una mamma poveretta e santa che culla il suo bambino”. Considerato tra i maggiori poeti cattolici del Novecento, Carlo Betocchi partecipò alla Prima Guerra Mondiale. Fu tra gli animatori della cultura fiorentina delle riviste e esponente della poesia che cerca la pace e la fede nel disordine e nell’inquietudine contemporanea. Nel bellissimo sonetto “A se stesso” di sera la vigilia di Natale, l’io poetico si confronta direttamente col mistero della nascita di Gesù. Salvatore Quasimodo per il cui Premio Nobel nel 1959 si parlò di scelta ideologica “di sinistra” e antifascista, scrisse una poesia sul Natale in cui il pianto del santo bambino si unisce alle brutture della guerra. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il “laico” Vittorio Sereni, è richiamato in Africa, vive due anni di prigionia in Algeria e in Marocco, da cui nasce nel 1947 “Diario di Algeria” con questi struggenti versi di riferimento al Natale: "... e sii tu oggi il Dio che si fa carne lontananza per noi nell’ora oscura" Ì i Ì i i i ì ì i i I l l l ì ___


N eria D e G iovanni Il Natale nella letteratura, da Manzoni al Novecento Sono i re magi i protagonisti della “Epifania” di uno dei massimi esponenti di tutta la poesia italiana del Novecento, Mario Luzi. Scrittore cattolico che in occasione del suo novantesimo compleanno è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi. Davide Maria Turoldo, frate dei servi di Maria, morì il 6 febbraio del 1992 e il 2 febbraio quattro giorni prima al termine della messa domenicale si era congedato dai suoi fedeli dicendo “la vita non finisce mai”. Turoldo dà voce direttamente ai pastori che si avvicinano alla grotta ad ammirare il mistero di quella nascita divina in “Natale”. Per chiudere due voci femminili: la poeta Alda Merini, che ha dedicato diversi poemetti alla Vergine Maria e all’innamoramento per Gesù e Grazia Deledda, l’unico premio Nobel femminile alla lettere italiane, che in parecchie opere descrisse l’importanza spirituale del Natale per il popolo sardo ed in particolare nella novella “Il dono di Natale” dove la nascita di un bambino in una povera casa è il regalo inaspettato per i fratellini che attendono la mezzanotte santa. Alda Merini e Grazia Deledda 183


Non si può mettere un punto alla scrittura del Premio Nobel Jon Fosse www. i 11 i b rai o. it/n ews/d a u to re/j o n -fosse-1444756/ di Enrico Montanari In occasione dell’uscita di “lo è un altro ”, secondo volume della “Settologia", ripercorriamo l’opera narrativa del Premio Nobel per la Letteratura del 2023 Jon Fosse. A partire da una rilettura del romanzo-mondo strutturato in sette parti che, assieme alle produzioni teatrali, ne ha decretato il successo Lo scorso 5 ottobre è stato assegnato il Premio Nobel per la Letteratura del 2023 allo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse “per le sue opere innovative e la sua prosa che danno voce all’indicibile”. Un riconoscimento che ha risvegliato l’interesse per le opere di narrativa dell’autore (nato a Haugesund il 29 settembre 1959), oltre che per i testi teatrali per cui era già apprezzato (non a caso è stato definito “il Samuel Beckett del XXI secolo"). THE NOBEL PRIZE IN LITERATURE 2023 J o n F o sse "fo r his innovative plays and prose w hich give voice to the unsayable" THE SWEDISH ACADEMY A questo proposito, per chi volesse recuperare la bibliografia di Fosse, tra le pubblicazioni a sfondo saggistico e drammaturgico segnaliamo tra le prime uscite Teatro (Editoria & Spettacolo, 2006, a cura di Rodolfo di Giammarco) e Tre drammi (Titivillus, 2012, traduzione di G. Perin e F. Ferrari), passando poi a Saggi gnostici (2018, a cura di Franco Perrelli), Caldo (2019, a cura di Franco Perrelli) e Teatro (2023), volumi editi dalla casa editrice delle arti e dello spettacolo Cue Press. Per quanto riguarda invece le opere di narrativa, lo scrittore è stato proposto in un primo momento da Fandango con Melancholia (2009, con la traduzione di C. Falcinella) e Insonni (2011, traduzione di C. Falcinella). Due pubblicazioni a cui ha contribuito lo scrittore Sandro Veronesi, che in un’intervista a ilLibraio.it ha affermato, tra le altre cose, che “alla fine il tempo ha dato ragione alla L e o p e r e a s fo n d o s a g g is tic o e d r a m m a tu r g ic o di J o n F o s s e , e d ite d a C u e P r e s s grande opera di Jon Fosse”. Delle dichiarazioni esultanti a cui sono affiancate quelle di Elisabetta Sgarbi, che con La nave di Teseo pubblica attualmente l’opera narrativa del Premio Nobel (“Mi sono commossa”, ha raccontato in seguito alla vittoria). La casa editrice milanese ha infatti tradotto le ultime uscite di Fosse, tra cui Mattino e sera (2019), L’ altro nome (2021) e lo è un altro (2023). Inoltre, dal 5 dicembre ritorna disponibile, in una nuova edizione curata da La nave di Teseo, Melancholia, uno dei libri più evocativi e magnetici del premio Nobel per la Letteratura 2023. 184


“No, devo ritrarre l’immagine in modo tale che si dissolva e sparisca, come se diventasse una parte invisibile e dimenticata di me stesso, della mia stessa immagine interiore". Ne L’altro nome di Jon Fosse (primo capitolo italiano della Settologia edita da La nave di Teseo, che presenta i primi due capitoli tradotti da Margherita Podestà Heir) un nuovo anno sta per concludersi ed Asie, un anziano pittore rimasto vedovo, è intento a ripensare ossessivamente alla sua storia come un novello - e più politicamente corretto - Barney Panofsky. Redazione II Libraio 05.10.2023 Premio Nobel per la letteratura 2023 a Jon Fosse Immerso nel suo soggiorno/atelier, il pittore rivive la sua arte, vera e propria estensione della sua persona, che lo accompagna da sempre con un morboso legame odi et amo. Un grimaldello per far leva sull’indicibile per “l’affrescatore di ricordi” Asie, grazie al quale realizza la sua personalissima e disordinata sinfonia. Tra i fiordi norvegesi, le piogge incessanti e i tergicristalli che battono ritmicamente, l’uomo abbraccia una solitudine pressoché totale, spezzata soltanto dal suo vicino, Àsleik, e da Beyer, un gallerista che vive in città e che ospita le sue opere. Lì vive anche l’omonimo Asie, artista solitario consumato dall’alcool. Un doppio che segue il racconto nebuloso del protagonista come una vivida ombra, assieme all’angelica figura di Ales, l’amata da tempo perduta... Non si può mettere un punto alla scrittura del Premio Nobel Jon Fosse www. i 11 i b rai o. it/n ews/d a u to re/j o n -fosse-1444756/ di Enrico Montanari tational er Questi ultimi due volumi fanno parte della Settologia, il romanzo-mondo strutturato in sette parti di Jon Fosse, da molti considerato il suo capolavoro. Una mastodontica impresa che fonde diversi generi e linguaggi, realizzando un ibrido tra letteratura e forma teatrale, dove il flusso di coscienza regna sovrano (anche dal punto di vista stilistico, dove non sono presenti punti fermi a interrompere la narrazione). L’altro nome La prova lampante di questa ossessione si ritrova nelle prime fugaci apparizioni, dove il protagonista - appartato - fruga nel proprio passato alla ricerca di ricordi dolceamari della coppia Asle/Ales, alle prese con un amore giovane che si muove sulle ali della leggerezza adolescenziale. Dal timido dondolare sull’altalena ai candidi angeli nella neve fresca, i ricordi dei due emergono durante la lettura come fantasmi da un passato lontano. Sandro Veronesi sul Nobel: “Jon Fosse scrittore alto, che con solenne lentezza affronta i grandi temi" Jon Fosse, attraverso una scrittura frenetica, vorticante e straripante come un fiume in piena, realizza un’esperienza sensoriale e sinestetica, dove non è ammesso un singolo punto fermo a interrompere il fluire della narrazione. “Una scelta non prevista, è successo da sé, per non bloccare il flusso. Non pensavo neppure a un testo così lungo. Cercavo semplicemente una prosa lenta, un’opera a cui non 185


Non si può mettere un punto alla scrittura del Premio Nobel Jon Fosse www. i 11 i b rai o. it/n ews/d a u to re/j o n -fosse-1444756/ di Enrico Montanari servisse l’intensità drammatica del teatro, spesso forte come l’epifania di una poesia” racconta l’autore in un’intervista al Corriere della Sera. Nel testo incessanti domande scandiscono il soliloquio di Asie, dettando ritmo e pause del flusso di coscienza, come boe a cui affidarsi per non affondare in un mare di ricordi, dubbi e malcelate verità. ation ook “Nessuno vedeva, tranne me e forse qualcun altro, che ciò che dipingevo erano le ombre, il buio in tutta quella luce, la vera luce, la luce invisibile, ma qualcuno lo vedeva?". Un passaggio che esemplifica perfettamente l’abilità innata del pittore: dipingere le ombre, laddove la gente vuole rifugiarsi in spaziose case inondate di luce. Allo stesso modo Jon Fosse ricerca la verità nei particolari, anche e soprattutto nei difetti, che spesso e volentieri rappresentano la parte migliore di un quadro. La scrittura del Premio Nobel per la Letteratura del 2023 attinge a piene mani dalla forma teatrale, presentando incursioni religiose su Dio, sul battesimo e confrontandosi con l’inspiegabile tragedia della morte (e con la convivenza con quest’ultima). “Sono nato nella Chiesa luterana, da ragazzo mi ritenevo ateo, influenzato dal marxismo. Poi sono diventato più religioso - forse a causa del mistero della scrittura: da dove viene ciò che scrivo?” si domanda in un’intervista a la Repubblica, parlando di spiritualità e arte. La scrittura ha per Fosse la funzione di una velatura atta a conferire luminosità anche ai colori più scuri, come riportato anche in questo frenetico passaggio: “E continuo così, a volte soltanto con il bianco, a volte soltanto con il nero, ma sempre con il colore a olio molto diluito, insisto fino a quando il buio comincia a brillare, dipingo nell’oscurità con il bianco o il nero e a un certo punto il buio diventa luminoso, sì sempre, sì, sì prima o poi il buio comincia a splendere", lo è un altro Nel secondo volume della Settologia, lo è un altro (edito La nave di Teseo con traduzione di Margherita Podestà Heir, che presenta i capitoli dal tre al cinque) nuovi fantasmi emergono dal mellifluo e nebuloso passato di Asie. In questo volume, tra amori fugaci, le prove per rock band e le prime sigarette, i destini dei due Asie sembrano destinati a incontrarsi. E perchè no, anche a scontrarsi... Attraverso leitmotiv ricorrenti come onde che si infrangono con fare ritmico sulla battigia (tra cui l’ultimo quadro di Asie, somigliante a una Croce di Sant’Andrea), il pittore si addentra in un mare di nebbia alla ricerca di volti familiari, sfruttando la sua arte come risacca che porta a riva conchiglie e rifiuti. Dalla confusa figura della sorella, legata a un trauma invalicabile, a Testa Pelata, un individuo dal fare viscido che segna il finale de L’altro nome, in lo è un altro viene presentato a lettrici e lettori un racconto più lineare - dove sembra attenuata la sbornia stilistica di Fosse - pur rimanendo all’interno del serrato flusso di coscienza di Asie. Il tutto però presentando un tratto ricorrente: la preghiera-sipario, ovvero la chiusura del capitolo con uno scorrimento dei grani del rosario che - come lo scorrimento di un grande velo - detta ombra sul palcoscenico. Un’ombra fatta di “luminosa oscurità", che nelle opere dell’autore - attraverso una scrittura ispirata e irrefrenabile - è fonte di straripante ricchezza e vitalità. D’altronde, non si può mettere un punto alla scrittura del Premio Nobel Jon Fosse. 186


Nel comune di Stoccolma https://vqr.vc/pVkKjDg10


Q u e s t o è il m io m a n if e s t o p e r l'A r t e . <- i—> Vorrei evidenziare una mia riflessione sul ' ’ valore dell'arte per innalzarne i toni, rivalutando nel contesto i grandi sentimenti della bellezza e dell'amore in netto contrasto con la ™ cosiddetta arte concettuale di cui parlerò in chiusura. Molto, troppo è stato scritto su questo tema, ma ritengo necessario ritornarci per non far perdere le varie considerazioni che in ogni tempo sono apparse come idee illuminanti. Si ritiene che l'essenza deN'arte sia la creatività dell'artista, e su questa considerazione io mi adagio volentieri, anche se a mio avviso va subito detto che la creatività cosa molto diversa dalla creazione. La creazione è già accaduta ed è tutto ciò che noi avvertiamo dentro e fuori di noi. Alcuni ritengono che l'artefice della creazione sia Dio, altri il caso. Ma in definitiva sappiamo che nulla si crea dal nulla. Per questo mi sembra doveroso evidenziare che la cosiddetta creatività e cosa assai diversa dalla creazione. È necessario a questo punto dire cosa s'intende in arte ... , . n r Ritratto di Angelo Sagnelli Opera di Ennio Calabria per creatività. Ritengo che la creatività è il saper cogliere il vero significato della natura così come viene rappresentata e percepita dalla nostra soggettività. Il concetto di natura bisogna elaborarlo dentro, dando ad esso anche un valore scientifico. Natura sono erbe e piante, tutti gli animali e tutti gli insetti e quant’altro vive al di fuori deN'uomo. L'uomo non è natura; egli può annientare tutto ciò che vuole, uccidendo anche il suo stesso seme. Natura e uomo sono due essenze diverse_, la natura ha un suo dettato interiore nelle infinite forme della sua evoluzione, all'uomo è stato dato il potere sulle cose nella sua più completa libertà. Ma ambedue fanno parte di un unico insieme. L’artista, forse anche senza saperlo, intuisce il meccanicismo del vivere, lo sente, lo avverte in tutte le sfaccettature: entra in definitiva nel seme stesso della creazione. Quindi la creatività non può fare a meno di cogliere il sospiro della natura nei suoi infiniti mutamenti. La creatività de/l'artista è il percepire con i propri sensori aperti al rinnovamento ciò che sta per accadere, avvertendone il fiato. Ed è questo sentire che lo incanta, aprendo le strade alla sua creatività. M a la creatività non è soltanto avvertire il mutamento, ma dare ad esso l’intero percorso che la soggettività dell'artista vorrebbe si realizzasse e come si realizzasse. Questa è la parte più difficile e innovativa dell'intero percorso. Qui si manifesta la sensibilità dell'artista, la sua passione, il suo vissuto, la sua memoria, la capacità pittorica a rappresentare il nuovo e farlo palpitare dentro per poterlo poi rappresentare fuori. L'artista è colui che ha vissuto, sofferto, amato la natura e l'uomo nei suoi voli e nei suoi limiti. L'artista è l'uomo che nella sua solitudine sa piangere, ma anche urlare come quel lupo che sul poggio più alto ulula alla luna, anche se è vinto dai morsi di fame. L'artista in definitiva è il colore, è il pennello, è la tela; lui stesso è lo strumento dell'amore che ritorna nel suo presente vincitore, portando con sé come dono, un futuro di speranza che sta per realizzarsi. Se l'artista non è tutto questo resta comunque un pittore che dà bellezza alla natura interpretandola secondo il suo sentire. Molti sono i pittori, pochissimi gli artisti. Queste poche parole per sottolineare ciò che nel tempo si è perso; tutti oggi credono di essere artisti ma decisamente non lo sono e questo va detto con forza e in verità.Volevo sottolineare che anche il concetto di bellezza va rivisto. La bellezza è quel nuovo che attrae sulla tela il nostro sguardo folgorandolo, perché non solo è splendidamente rappresentato, ma è anche quel nuovo che non abbiamo mai potuto porre a memoria, perciò ci prende e ci incanta. La bellezza, quella che seduce, dura pochi attimi ed è proprio quel divenire di natura che l'immortala nel nostro presente. L'amore soprattutto in questo contesto gioca un ruolo decisivo, perché noi lo sentiamo e lo avvertiamo con forza trainante dentro, e a volte sognandolo entriamo nel futuro per poterlo vivere appieno nella nostra solitudine d'attesa. 188


A ngeld S agnelüQ u e s t o è il m io m a n if e s t o p e r l'A r t e . Molti sono oggi i manifesti per l'arte che circolano nel nostro Paese. M a leggerli rattrista il cuore: sono i vuoti segmenti di pensieri incagliati. In alcuni si legge " a causa della velocità degli scambi gli artisti sono spaesati e non hanno orizzonti". Nulla di più falso. La così detta velocità degli scambi non è altro che l'evoluzione della scienza, della moderna tecnologia, della ricerca volta alla conquista di nuovi orizzonti, dove gli impulsi del divenire fremono per dare all'uomo le nuove tendenze alla crescita. Il non rimanere ancorati al passato che uccide, è la forza trainante dell'uomo che sente in sé l'eterno brividare della natura, là dove la stessa gli impone i suoi tempi nell'evoluzione costante del creato. Guai se non fosse così. Lo spaesamento degli artisti non può essere avallato quando essi ripiegano su sé stessi, privi di iniziative culturali, addossando la loro mancanza di visione alla società che a dir loro li abbandona. M a non comprendono che sono proprio loro a dover trainare con le opere la società quando essa si svuota dei valori fondamentali per l'uomo? Il non avere orizzonti vuol dire avere un muro innanzi che non permette allo sguardo di andare oltre. Vero è che l'artista è sempre stato lui il nuovo orizzonte per tutti, ed è altrettanto vero che è stato sempre lui ad indicare le nuove strade da percorrere. Se non è in grado di fare ciò non può definirsi un Artista. L'arte nel suo insieme non può non essere se non il divenire. Ed è per questo che gli artisti devono combattere il presente troppo prolungato che uccide. Se la società non dà orizzonti il compito dell'arte è aprirli. Credo che nel parlare di arte non si debba fingere o essere caritatevoli; è necessario dire apertamente ciò che si pensa e guerreggiare per difendere le proprie idee e il concetto stesso dell'arte, che null'altro è se non la continua narrazione di sé stessa. Per quanto detto in apertura desidero ribadire che i pilastri portanti dell'arte, intesa come creatività poetica dell'arte tutta, sono esclusivamente i sentimenti intuitivi dell'uomo ed in primis l'Amore e la Bellezza. Su questi due pilastri s’erge maestosa la creatività dell’uomo. L’amore è lo squarcio che all’improvviso l’uomo avverte dentro di sé condizionando tutte le sue avvertenze. L’amore per una donna o per il sovrannaturale determina una rottura, una svolta impetuosa e caotica nell'innamorato, che vorrebbe da subito cancellare il suo passato per rivivere di nuovo nel futuro una nuova vita. Ora come è possibile che l'arte, che ha rappresentato da sempre le avvertenze sensitive più alte dell'uomo, possa fondersi in qualche modo con la filosofia per elaborare concetti, che sono l'essenza stessa della speculazione del pensiero? L'arte è alimentata dall'intuizione pura della soggettività del poeta e dell'artista. Vero è che il pensiero determina il corpo, ma è altrettanto vero che l’arte non esisterebbe se non fosse intuizione pura, quella intuizione che sconvolge lo stesso pensiero e di cui il pensiero stesso si nutre. Sono dunque due realtà compietamente diverse e antitetiche. Questo è il motivo che mi fa rinnegare l'arte così detta concettuale, nata esclusivamente come quei tanti movimenti che nella Storia dell'Arte hanno trovato poi vita assai breve. Sono movimenti creati non per l'arte in sé, ma per i mercanti dell'arte e per quanti non essendo pittori, ne tanto meno artisti, subito vi hanno aderito. Nell'arte visiva come in quella poetica la natura e l'uomo vengono rappresentati nei loro continui e rinnovati fermenti, nei suoni e nei ritmi sempre diversi che ne esaltano il percorso. Infatti il divenire come ritmo incessante de/l'intero universo trova in sé l’infinità dell'accoglienza, che solo i sentimenti più alti dell'Amore e della Bellezza riescono a percepire. Per questi motivi il pensiero non ha mai determinato l'arte, ma l'arte sensitiva folgora il pensiero che involontariamente la percepisce e la fa sua come un vero innamorato. Per meglio rappresentare il mio pensiero qui di seguito allego una mia poesia. 189


A ngeld S agnelüIl p e n s ie r o .... n e l l a N a t u r a e n e l I’ U o m o Ogni linguaggio di natura che si esprime nell’ordinario mutamento che si avverte rigenera se stesso nel presente con tanta forza da innalzarne il grido. Ed ecco ancora il fuoco l’acqua e il vento e il ribollir di forze al sottosuolo; l ’insieme di elementi in un contesto innesta il divenire ad altro tempo. Così la mutazione prende sfogo impressa da un pensiero dominante per dare all’uomo ancora un altro volo in questa immensità che ci circonda. La libertà dell’uomo è il suo pensiero che si trasmuta in opere ed affanni tra il verde delle piante e il rosso di un tramonto tra i silenzi della notte e il sorgere del giorno. Nel pensiero di natura c'èun dettato che segna il suo percorso di struttura per dare sempre ovunque e in ogni dove la forza che gli viene dal suo canto. Nell'uomo c'è il potere sulle cose sul pieno che circonda la sua vita che può annientare sempre e quando vuole anche uccidendo il seme che gli è dato. Ma nel suo cuore a volte c'è dell'altro: una presenza muta che gli parla, la voce illuminante che distoglie dal male che distrugge la sua vita. Così si afferma in tolleranza viva l'unione degli insiemi che si attesta, avvertendo dall'oltranza quel richiamo che dal silenzio impone il suo confine. E' l'amore il trionfo della vita e la fede dolcemente ne è l'avvio, sentendo palpitare un cuore nuovo nel petto che si apre all'infinito. E si annulla il presente, e si annulla il passato; la sola dimensione è quel futuro che brivido nel tempo il suo avvenire, rigenerando ciò che gli appartiene. Si aprono i cancelli, e cadono barriere, e il buio non ha brama di oscurare la luce che ritorna a dare vita, trainando con gran forza il suo destino. E tu che sali, sali verso dove... non hai più occhi, né un corpo, né un pensiero, eppure ti sorprende l'universo, che in te risplende con le antiche stelle. Si, è l'amore il trionfo della vita: l'amore che hai vissuto nel suo incanto l'amore che ti ha dato il tuo sorriso, l'amore che ti ha preso quando hai pianto. 190


A ngeld S agnelüN o n c r e d e r e c h e s ia s o l t a n t o il v e n t o Non c'è uno specchio che rifletta il tuo pensiero, ne sguardo che ravvisi ciò ch’è stato; il tempo passa sempre indisturbato nel suo percorso senza mai una fine. Per questo ti rinnovi ad ogn'istante offrendo con gran cura la bellezza, all'altro che sovente si ripiega, tanto splendente da mozzargli il fiato. E' la bellezza che rifulge in ogni dove e non prevede di dover morire perché si nasce sempre per amare e per donare ciò che più ci freme. Si, bellezza e amore è un insieme che si dona a chi da solo è in solitudine d'attesa, come le dita aperte di una mano che nel silenzio cerca ancora e ancora. Non credere che sia soltanto il vento a muovere le piante, le erbe e i fiori, ma è il canto della vita che si dona al divenire di una luce nuova. Anche il pensiero brivida di luce e geme come il vento tra le piante o nel cuore di chi vive e di chi spera di ritrovare ciò che è ormai perduto. Quest'albero di ulivo che mi guarda espone le sue vesti a dritta e a manca quasi volesse sollevarsi in volo per dare alla sua vita un senso nuovo. Chissà perché legati a questa terra ognuno guarda sempre verso l'alto e s'agita e si muove come il vento ma senza avere ali per il volo. 191


centro di documentazione festival dei due m ondi Il Centro di Documentazione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, ospitato negli spazi di "Casa Menotti",l'abitazione di Giancarlo Menotti, compositore, sceneggiatore e ideatore del Festival dei Due Mondi, acquistata nel 2010, dopo la sua morte, dalla "Fondazione Monini". si pone come segno di continuità tra passato e presente, e dona forma e contesto al materiale audio, video e fotografico relativo alle edizioni del Festival dal Jet! 1958, anno della sua fondazione ad oggi. Questo materiale è stato raccolto, negli anni, dal Comune di Spoleto, dalla Fondazione Festival dei Due Mondi e dalla Fondazione Monini, che lo ha digitalizzato e reso fruibile. n n jic . FO N D A ZIO N E MONINI La nasce con fare di Ca uno scrigno Via deH'Arringo, 1,06049 Spoleto PGTelefono: 0743 46620 www.casamenotti.it r ~ > menotti centro di documentazione festival dei due mondi


“lo sono convinto che l’arte debba essere un atto d’amore e non soltanto del narcisismo. Con questo non voglio dire che l’artista debba accontentare il gusto del pubblico, per carità, ma dovrebbe almeno sforzarsi di esprimersi con la maggiore chiarezza possibile rivolgendosi, naturalmente, non ai bassi istinti dell’umanità ma a quello che c'è ancora di nobile nell’uomo. Dobbiamo convincerci che l’artista incompreso non è una necessità che, se si esprime con chiarezza, c'è ogni probabilità che le sue aspirazioni, le sue rivelazioni, vengano condivise da gran parte dell’umanità. ” (Maestro Giancarlo Menotti, fondatore del FESTIVAL DEI DUE MONDI) Domenica mattina, 6 Agosto 2023. Si gode dell’aria fresca e pulita lasciata dagli ultimi temporali, di un sole caldo e di colori smaglianti, quei colori che il nostro splendido Paese, e che Spoleto in questo caso, possiede per dono di Dio.Siamo a Casa Menotti, alla destra dell’incantevole Duomo. Chi ha concepito questa piazza sapeva che chiunque vi fosse giunto, sarebbe rimasto estasiato da quella visione, rinnovando ogni volta la stessa emozione. Nella piccola stanza che ospita il pianoforte ove normalmente si svolgono i concerti, quella stanza dalla famosa finestra da cui Menotti godeva della vista sul Duomo, attendono il pubblico due artisti di alto livello. Si tratta di Antonio Maria Pergolizzi (catanese) attualmente maestro sostituto al Teatro dell’Opera di Roma, dal variegato curriculum e dall’intensa attività internazionale come pianista, clavicembalista, organista e direttore. Casa Menotti: Alcune Riflessioni Sul Mondo Del Melodramma Ottocentesco di Emanuela Mari


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