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Published by biraghimg, 2021-01-19 09:32:34

Belletà - Quaderno 1

Belletà - Quaderno 1

Belletà

Quaderno 1

1

Liceo Artistico Statale della
Villa Reale di Monza Nanni
Valentini

Monza, 21 gennaio 2021

Quest'opera è stata rilasciata con licenza Creative
Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0
Internazionale. Per leggere una copia della licenza visita
il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ o spedisci una lettera a
Creative Commons, PO Box 1866, Mountain View, CA 94042, USA.

2

Sommario

PREFAZIONE........................................................................................4
RICOMINCIARE....................................................................................8
ATTIMI DI BELLEZZA........................................................................101
CARO PROFESSORE.........................................................................114

3

PREFAZIONE

4

Ascoltando i ragazzi delle mie classi di religione e
raccogliendo i loro scritti che oggi pubblichiamo in questo
quaderno fatto di memorie, suggerimenti, rimpianti,
ricominciamenti, rabbie, speranze, rivendicazioni del
primo mese di scuola e dell'avvio a ottobre della “seconda
ondata” di DaD, mi sono resa conto di quanto la situazione
che stiamo vivendo ci chieda una trasformazione.

Il nostro sguardo, il nostro modo di adulti, insegnanti e
genitori di narrare quanto sta accadendo, infatti, è
determinante per lasciare un segno... in-segnare appunto.

Ma cosa sta accadendo?
Di recente un sociologo, il prof. Magatti ha parlato di
“catastrofe creativa”, dicendo che il futuro si giocherà
sulla capacità che avremo di formare giovani e cittadini
capaci di libera risposta alle cose che accadono nella vita,
malattie e disastri compresi.

Ascoltando queste e altre voci (nonché molti pianti) nei
mesi di Dad mi sono detta che tutto questo non è
inevitabile e non va comunicato come tale: ”Perchè c'è la
covid e ci è piombata addosso una disgrazia che nessuno
avrebbe voluto”!!

La paura più grande che dovremmo avere noi adulti non
è quella di “morire di Covid”, ma di non ritrovarci più
come umani, di lasciarci scappar via, in nome della salute

5

biologica, la vera questione del senso delle nostre fragili
vite.
Ciò che possiamo vivere e quindi insegnare è ad essere
seri, a guardare alla vita con sguardo attento e
consapevole, e rifiutare ogni terrorismo ed educazione
tramite la paura, che non ha mai fatto crescere né la
consapevolezza né la responsabilità.
Una narrazione di ciò che sta accadendo connotata dalla
paura, (che è stata “alimentata” a piene mani
dall’informazione e spesso mascherata ipocritamente da
responsabilità civile) è il contrario della fiducia e fa danni
nelle coscienze dei ragazzi perchè li fa sentire senza
futuro, impotenti, senza speranza di fronte ad un mondo
adulto così sguarnito e spaventato da scambiare la
salvezza per la salute.
I ragazzi si aspettano che noi adulti riconosciamo “la
promessa“ che la vita contiene e che ciascun ragazzo o
ragazza sente affacciarsi dentro di sé, per darle fiducia e
consentirle di fiorire, permettendo loro quindi di portare
il proprio contributo creativo al mondo.
La piccola raccolta che segue non ha pretese: raccoglie
brevi racconti, immagini, poesie, pensieri, sfoghi,
immagini e disegni dei nostri alunni e il suo intento è

6

questo: dare una testimonianza e lasciare che essa risuoni
in noi come una provocazione.
Ringrazio di cuore per la fiducia i ragazzi e le ragazze
delle classi:
2D, 2E. 2F, 2G,2I, 2L 3C 4A e 4H che hanno raccolto
l'invito.

Maria Grazia Biraghi

7

RICOMINCIARE

8

Ricominciano i giorni vuoti
dove cerchi qualunque cosa per colmare sti vuoti
giornate vuote senza volti senza saluti
ma a volte torna il sorriso ma per pochi minuti.
Ti riduci a scappare nei boschi
con uno zainetto e qualche chiodo e un martello
per costruire un rifugio tranquillo
come faceva mio zio Marcello.
Ma ora c’è Pasquale
l’amico mio spaziale
costruiamo ‘sto rifugio e indossiamo le mascherine
per far vedere che siam le api regine.
Ma un giorno tornerò da lei
la ragazza mia
insieme a qualche multa o questura quel che sia
ma è quel suo sorriso che mi porta via.
Non torneremo alla normalità
beh si sa
che non si sa più cosa sia questa normalità.

P.L.

9

Ritornare a scuola per me è stato molto strano, però è
stato molto bello… mi piaceva vedere Monza di mattina,
mi piaceva vedere la Villa Reale e mi mancava andare a
scuola anche perché le video lezioni iniziavano a
stufarmi e mi mancava vedere alcuni miei compagni.
Però a scuola adesso molte cose sono cambiate: bisogna
tenere su la mascherina per tutte le ore scolastiche,
disinfettarsi sempre le mani e i banchi e rispettare le norme
di sicurezza.

C.N.

10

Ormai sono passati quasi 6 mesi da quando tutto è
cambiato.
Quest’oggi, con un po’ di rimpianti, ma anche con una
giusta carica di entusiasmo, riprendiamo le nostre attività
scolastiche, come degli animali che escono dal letargo.
Rivedremo i nostri amici e ricominceremo di nuovo i soliti
ritmi e la solita routine, che occuperà le nostre giornate.
Sinceramente penso di rientrare con piacere, perché dopo
un sacco di tempo a casa con noia e tutto il resto… ci sta
rivedere i propri amici. Ma la cosa più importante che ci
dobbiamo ricordare è di godersi ogni momento perché
non si sa cosa potrà succedere…

C.M.

11

“Era una mattina di mezza estate quando tutto cambiò nella
vita di Futsy; si avvicinò a lei un umano particolarmente
interessato alle sue ali.
Quando la chiamò la fata decise di fidarsi e scese dal suo
ramoscello per conoscere meglio quell’ometto particolare.
Appena si avvicinò a quelle braccia possenti fu afferrata
dall’uomo, che le strappò via le ali con violenza. Disperata,
Futsy scoppiò a piangere e con rimpianto risalì sull’albero,
pensando al domani e promettendosi di non fidarsi mai più
di nessuno.
Il giorno seguente quell’uomo strano tornò da lei, ma ai
suoi occhi sembrava diverso, dispiaciuto e si dichiarava
intento a restituirle le ali. La fata decise di fidarsi ancora e
scese da lui, ma appena lei gli fu vicino, l’uomo le rubò
anche la polvere magica.
Ancora una volta era stata fregata. Aveva provato di tutto
e, dopo il suo ultimo tentativo, non le rimaneva che
deprimersi sul suo rametto di ulivo.
Passarono giorni e Futsy non uscì mai dal suo fiore, si
vergognava del suo aspetto, non era più nemmeno una
fata e non voleva parlare con nessuno. Nonostante ciò,
quando Qupi, la sua migliore amica, bussò alla sua porta,
Futsy decise di accoglierla e di sfogarsi con lei.

12

Fu così che l’amica le aprì gli occhi e le permise di rendersi
conto che era giunto il momento di reagire e di fare
qualcosa per uscire da quella situazione.
Futsy capì finalmente quanto fosse preziosa la vita e trovò
la forza per alzarsi e pensare ad una soluzione.
Vi era una leggenda che narrava che la fonte di polvere
magica, essenziale per il volo di ogni essere fatato, si
trovava a Nord, verso le Terre di Mezzo.
Dopo aver consultato l’oracolo e la regina delle api ed
essersi accertata che la fonte esisteva davvero, decise di
preparare i bagagli e partire per le montagne del Nord.

13

Qui si rese subito disponibile per accompagnarla nel
viaggio, e come lei fecero tutti gli amici di Futsy.
La mattina al risveglio trovò tutta la compagnia pronta per
il viaggio: i suoi amici erano disposti a camminare al suo
fianco, nonostante muoversi a piedi, per delle fate abituate
a volare sempre, non fosse affatto semplice e veloce.
Il viaggio durò una settimana e ebbe un gran successo:
riuscirono a trovare la fonte di polvere magica e ne
riempirono borse e sacchetti pieni fino all’orlo.
Il giorno del rientro erano tutti stanchissimi ma fieri di
aver migliorato la situazione di Futsy, il cui obiettivo, ora
che era in possesso della polvere, era ricostruire le sue ali.
Ogni fata del villaggio, incoraggiata dal troll Mech, un
ometto tozzo, grassottello, un po’ impacciato ma sempre
gentile e premuroso, le donò un pezzetto delle proprie ali
con il quale si sarebbe ricostruita una nuova vita.
Nessuna fata, né strega, né troll, né altra creatura magica
scorderà mai il giorno in cui Futsy, con gli occhi inondati
dalle lacrime, riprese a volare, grazie alle nuove ali
arcobaleno che si era costruita.
Orgogliosa di lei, la fata si guardò indietro consapevole
che le sue ali non erano più quelle di prima, che non
poteva più scattare e fare le gare di velocità con gli amici,

14

ma che l’emozione che provava guardando il mondo
dall’alto e volteggiando non sarebbe mai cambiata.”

P.F.

15

Ricominciamo.
Non da soli, insieme.
Non importa quanto duro sia stato, possiamo sempre
ricominciare da capo.
Voltiamo pagina e scriviamo noi il nostro futuro.

B.P.
16

Quest’anno con entusiasmo ho cambiato squadra e ho
dovuto ricominciare tutto da capo: stringere nuove
amicizie e ritagliarmi un posto da titolare.
Sono passate varie settimane e mi sono ambientato molto
bene.
Devo dire che è stato triste lasciare la mia vecchia squadra,
dove ho trascorso tre anni della mia adolescenza, però non
rimpiango di avere accettato l’offerta della squadra in cui
gioco ora.
Questo cambiamento è stato un passo verso l’alto non
verso il basso, infatti la squadra dove sono ora compete nel
campionato Regionale Élite, ovvero la competizione del
livello più alto sotto il professionismo. Ero molto
affezionato alla mia vecchia squadra, però tutto ha una
fine purtroppo, personalmente ho imparato a trovare
qualcosa di buono anche in questa fine.

E.B.

17

Quando noi tutti, a marzo scorso, abbiamo ricevuto la
notizia che saremmo stati a casa da scuola per ben due
settimane, non abbiamo esitato a festeggiare, ma non
avevamo la minima idea di cosa stavamo andando
incontro.
All’inizio della MIA quarantena passavo le giornate a non
fare niente se non a spostarmi dal letto al divano per far
riprendere alle gambe addormentate la circolazione.
Dormivo tutto il giorno e per quel poco tempo che stavo
sveglia il massimo dello svago era guardare un film da
sola in camera mia.

I miei genitori (o forse io?) diventavano tutti
sempre più insopportabili e impazienti, dato che nessuno
era abituato a trascorrere molto tempo con me, o avere la
curiosità di conoscermi come persona invece di limitarsi al
ruolo famigliare di figlia. Avevamo diverse opinioni su
ogni argomento riguardante l’attualità e a tavola all’ora di
cena, (il luogo dove venivano fuori le discussioni), non si
poteva mangiare in pace proprio per la “cagnesca“
opposizione, soprattutto tra me e mio padre.
Iniziava quindi a passarmi anche la voglia e il desiderio di
mangiare e, oltre a sentire per telefono alcune persone
ogni tanto, mi comportavo da vegetale.

18

La scuola aggravava solo la situazione: mi metteva
pressione, ansia, tristezza, sconforto, paura e delusione e
rabbia verso me stessa.

Ero velocemente arrivata ad un punto in cui, in quel
momento, a me pareva un “non ritorno” e l’unica cosa che
volevo era la fine di tutto questo blu.

Quando finalmente i miei genitori hanno notato la
confusione dentro me (e non è per niente facile da un
occhio esterno), hanno iniziato a contattare mia sorella
giornalmente per chiederle consigli su come trattarmi, e
conoscendola, la risposta credo sia sempre “mantenete la
calma e statele vicino”.

Mi vien purtroppo da dire che l’intervento della mia cara
sorella non riusciva a cambiare le cose, ma avevo deciso
comunque di tener duro e aspettare di rivedere i miei
amici, uniche mie motivazioni e anche ispirazioni.

Come mi aspettavo, quando siamo tornati ad uscire e a
vedere le altre persone, il mio umore è cambiato
totalmente e ho ritrovato la voglia di impegnarmi con me
stessa, con la scuola e con i miei genitori.

Non saprei dirvi se il rapporto tra me e questi ultimi sia
migliorato o peggiorato dopo questa esperienza, ma
ascoltando i racconti dei miei compagni di classe, di
danza, dei miei cugini e dei miei amici in generale, mi sono

19

resa conto di non essere sola, e che molte altre persone
nella mia fascia d’età, anche a livelli diversi, hanno avuto
il mio stesso problema.

B.G.

20

Si ricomincia dopo mesi di attesa, si ricomincia da capo la
normalità, anche con vari cambiamenti: cambiamenti che
“infetteranno” la nostra vita, ma noi ricominciamo
andando sempre più lontano senza pensare ad essi.
È un viaggio duro e difficile, la tristezza e paura di
questo tempo ci ha indebolito, ma noi continuiamo,
rivolendo la nostra libertà che un tempo apparteneva alla
nostra vita quotidiana.

D.A.

21

Uno dei momenti della mia vita dove ho dovuto fare un
cambiamento e ricominciare è stato il passaggio dalle
medie alle superiori, perché mi sono trovato in un ambito
totalmente nuovo per me, anche perché la mia precedente
scuola la frequentavo sin dalle elementari.
Ci sono stati compagni, professori e materie nuove, è stato
tutto nuovo, persino il fatto di alzarsi presto il sabato.
Per fortuna è andato tutto per il meglio e mi sono trovato
da subito bene.
Questo penso sia stato il “ricominciare” più grande della
mia vita.

D.L.

22

Pensando al ricominciare mi è venuta in mente la storia di
Nick Vujnich che abbiamo visto in un video a scuola
insieme e che mi è sembrato un esempio di coraggio,
determinazione e capacità di rinnovamento.

Lui è un ragazzo australiano nato senza gambe né braccia.
Quando è nato i genitori non si potevano capacitare della
disgrazia che gli era capitata ma hanno fatto del loro
meglio per dare a Nick ogni opportunità.
All'età di otto anni non riusciva a vedere un futuro
luminoso di fronte a sé e quindi all'età di dieci anni ha
tentato di suicidarsi.
Quando un giorno, leggendo un articolo sul giornale, è
venuto a conoscenza della storia di un uomo con handicap
che affrontava e superava ogni giorno, tra mille difficoltà
e con grande coraggio, tutti i problemi che la vita gli
poneva davanti.

Da quel giorno Nick ha iniziato a fronteggiare i suoi
ostacoli fisici, cercando di sfruttare al massimo le sue
limitate capacità. Ha imparato a scrivere usando le due
dita del suo “piede” sinistro e un dispositivo speciale che
si aggancia al suo grande alluce.

Ha anche imparato ad usare un computer e a scrivere
usando il metodo “punta tacco”, rispondere al telefono,
radersi, surfare e tantissime altre cose.

23

Oggi Nick è diventato un motivo per ragazzi che
attraverso periodi difficili non vedono una ragione per
essere felici nella loro vita, e porta in giro per il mondo la
sua storia per trasmettere il suo messaggio di speranza e
incoraggiamento per aiutare a superare le difficoltà.
Ama la vita piu' di tante altre persone, è felicemente
sposato ed ha avuto da poco un bambino.
Nel 2009 è stato protagonista di un commovente e
ispirante cortometraggio che si chiama Butterfly
Circus.
“Sogna in grande amico mio e non arrenderti mai. Tutti
facciamo degli errori, ma nessuno di noi è un errore. Affronta un
giorno alla volta.
Abbraccia gli atteggiamenti positivi, le prospettive, i principi e
le verità che condivido.”
-Nick Vujici.
Porto con me questa frase come incoraggiamento.

D.P.

24

F.A.
25

Ricominciare, riprendere, cominciare daccapo, riiniziare.
Spesso queste azioni prevedono l’entrata in scena di
nuove emozioni, nuove esperienze e, a volte, anche nuove
vite... Tutte cose belle eh?
Ma purtroppo al mondo non esistono solo questi aspetti
positivi e che emanano gioia e felicità; anzi, il mondo è una
massa di roccia crudele e spietata, che non guarda in faccia
nessuno.

“Ora ti dirò una cosa scontata: guarda che il mondo non è tutto
rose e fiori, è davvero un postaccio misero e sporco.
E per quanto forte tu possa essere, se glielo permetti, ti mette in
ginocchio e ti lascia senza niente per sempre...
nè io, nè tu, nessuno può colpire duro come fa la vita.
Perciò andando avanti non è importante come colpisci,
l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi, e se finisci
al tappeto hai la forza di rialzarti.”

Mandela diceva “Non giudicatemi per i miei successi,
ma per tutte quelle volte che sono caduto e sono riuscito a
rialzarmi”.

26

Penso che per potersi rialzare e diventare stabili si debba
toccare il fondo. Soffrire. Piangere fino allo svenimento.
Urlare come nessun uomo ha mai urlato. Sentirsi male,
tanto da non parlare, dormire o mangiare. Non prendersi
cura di sè stessi. Far uscire fiumi e fiumi di lacrime. Avere
mal di testa per tutto quello che si sta sopportando.
Mettersi due dita in gola e vomitare l’anima. Sentirsi uno
straccio.
Poi arriva sempre un raggio di luce, un raggio di luce che
spunta dalla finestra e lì dici “CAVOLO MI ERI
MANCATO”.

27

F.A.
28

Ad inizio quarantena per me è cambiato tutto: infatti mi
sono fatto male alla spalla destra, ed era meglio evitare di
farsi visitare negli ospedali in quel momento. Quindi per
tre mesi ho dovuto rinunciare al mio sport, una cosa molto
pesante per me in quanto è una cosa molto importante per
me.
Tutto è cambiato.
Finita la quarantena finalmente sono riuscito un po’ a
riprendere l’allenamento, ma purtroppo, mi sono
infortunato una seconda volta.
Anche questa volta però non ho mollato.
E adesso infatti quasi tutto è passato…

R.A.

29

M.D.
30

C’era una volta il covid, un nuovo virus mortale.
Tutti se ne stavano chiusi in casa non potendo uscire,
perché il rischio di contagiarsi era troppo grande.
Tutti erano stressati e preoccupati.
Quando qualcosa ha iniziato a cambiare piano piano le
persone hanno cominciato ad uscire e stare di nuovo
insieme.
Hanno riaperto le scuole e dopo tanto tempo finalmente
tutto è finito e tutti hanno ripreso con entusiasmo a fare
la solita vita di sempre.

MA ORA??

R.A.

31

Oggi si ricomincia quindi, non mi sembra vero di essere
già in seconda superiore.
Mi ricordo l’anno scorso, che ansia avevo: nuova scuola,
nuovi compagni e nuove abitudini.
Avevo la sensazione di cominciare una nuova vita, di
essere come una di quelle ragazze dei film americani.
Quest’anno invece sono tranquilla, più o meno.
Un anno fa ero un turbinio di emozioni contrapposte,
spaventata e allo stesso tempo emozionata, ansiosa di
sapere se le mie scelte mi avrebbero resa felice, eppure il
mio sesto senso mi tranquillizzava.
Avevo ragione, è andato tutto per il meglio!
Dopo il casino che avevo fatto l’anno precedente per fare
in modo che le mie scelte venissero prese in
considerazione, sarebbe stato frustrante il contrario!
E adesso, dopo più di un anno, sono contenta della mia
nuova vita, anche se non è perfetta, ma, se lo fosse, penso
che mi sarei annoiata.

S.E.

32

33 F.E.

Siamo di nuovo in lockdown.
La scuola a distanza, negozi chiusi e divieto di uscire di
casa se non per valide ragioni.
Io fisicamente sto bene ma moralmente sono un po’ giù.
Il fatto di non vedere i miei compagni, di non poter uscire
liberamente, non poter vedere mia nonna sapendo che è
sola a casa, mi rende triste e mi fa provare una sensazione
di impotenza.

A.L.

34

Se posso usare un’espressione inglese rispetto al periodo
che sto vivendo, è senza dubbio, la parola blackout.
Mi sento sospesa e scollegata dalla realtà. Credo che il
primo lockdown, mi abbia profondamente e
inconsapevolmente segnata: la privazione di ogni socialità
e contatto con i miei amici e coetanei, mi ha interrotto
qualcosa dentro che ancora oggi non riesco a definire...
È cambiato tutto, quel “noi“ che c’era è diventato un tu: è
diventato un tu contro tutto.
Quel “è cambiato tutto” ha portato un grosso buco nero
nella mia vita che non riesco a chiudere.
È un buco che inghiotte tutto, e in questo tutto non riesco
a vedere del bene come lo vedevo prima: non so cosa sia,
non so perché sia comparso questo “nemico” nella mia
vita.
So solo che ha portato troppo male, che spero passerà
presto.
Odio questa situazione che mi ha portato solo noia, rabbia
e chiusura in me stessa.
Sento dentro di me la forza di reagire anche se non ho
ancora trovato la direzione giusta, ma so che arriverà e
tornerò a sorridere come e più di prima.

C.S.

35

E.F.
36

Mi incateno con i miei stessi sentimenti.
Il buio mi risucchia anche se ormai e’ giorno.
Non è luce ciò che vedo, ma nero tutto intorno.
La retta via sembra allontanarsi come se non volesse che
io la percorra.
Ho perso me stessa.

R.S.
37

S.E.
38

Non voglio più rimandare niente, voglio impegnarmi
sulle cose a cui tengo davvero:

ME STESSA
GLI AMICI
LA MIA FAMIGLIA
LA FOTOGRAFIA
LA PALESTRA
Vivi

V.V.

39

Per parlare del ricominciare posso citare l’episodio più
pesante nel quale ho dovuto farlo: sto parlando del
passaggio tra medie ed elementari.
Per alcuni è visto come un nuovo inizio, dal mio punto di
vista era un dover ricominciare a conoscere nuovi
compagni e professori dando l’addio a quelli precedenti.
Per certe persone ricominciare è una cosa che si fa una
volta sola nella vita, una cosa impegnativa e quasi
impossibile, per altre invece è un qualcosa che si può fare
di continuo senza alcuna difficoltà, come un tasto reset.

Le due immagini che ho allegato significano entrambe per
me un ricominciare.

40

Nella prima era il ricominciare post quarantena, dopo
mesi io ed un mio amico ci stavamo facendo la barba,
ripettinando i capelli, insomma ci stavamo preparando a
ri-cominciare le nostre vite sociali.
Nella seconda sono io ieri, che data la situazione di nuovo
critica ero vestito per uscire con tanto di guanti e
mascherina ed è quindi il ricominciare del lockdown.

A.G.

41

Ricominciare significa avere il coraggio di rialzarsi dopo
una caduta: le sconfitte e i nostri errori possono essere le
cause del nostro sconforto, che magari fa nascere qualcosa
di peggio e più profondo, ma sta sempre a noi di trovar la
forza di rimediare.
Siamo noi che dobbiamo riprendere in mano le redini e
guidarci per la strada e nessun altro può farlo al posto
nostro.
Sappiamo tutti che dopo una discesa c’è sempre una salita
e sta a noi ad aver la forza di andare avanti e sopportare
tutto quello che c’è da affrontare, perché la salita non è mai
facile, magari arrivi alla fine allo stremo delle tue forze, ma
sei felice perché la vista da lì è bellissima e finalmente sei
soddisfatto.

B.B.

42

Ricominciare non è semplice, si ha paura di quello che si
può incontrare.
Ma bisogna saperlo fare, soprattutto se si lascia qualcosa
di bello si ha timore di trovare qualcosa di brutto.
Quando si lascia
indietro una situazione
difficile, secondo me,
non è più semplice,
forse si ha anche più
paura, non di trovare
qualcosa di bello ma di
trovare qualcosa uguale
o peggiore di quello che
si è lasciato.
Ricominciando si “lascia
la vita vecchia” per una
nuova, di cui non si conosce niente, ma ci si aspettano
tante cose.
Secondo me ricominciare non vuol dire dimenticare o
rinnegare il passato, bello o brutto che sia, ma è imparare
da esso e rimettersi in gioco con più consapevolezza e
entusiasmo.

B.M.

43

Ricominciare significa molte cose.
Ricominciare è difficile, a volte doloroso, a volte
divertente, a volte triste, ma alla fine è importante
provarci.
Tutti all’inizio abbiamo un po' di timore perché siamo
spaventati di cosa ci potrà essere dopo, ma così facendo
non abbattiamo le nostre paure nè superiamo gli ostacoli,
che ci si presentano.

Da poco avevamo riscoperto la vita fuori da casa, dopo la
quarantena, ed ora ci siamo ricascati.
A scuola possiamo ancora andare, ma non come prima. La
classe è divisa, ci si vede poco, si deve stare a distanza, un
altro mondo.
Spero solo che questa situazione si possa risolvere, per
tornare tutti insieme alla vita di prima, anche se con alcuni
cambiamenti.

B.A.
44

Rincominciare può essere difficile certe volte, ma potrebbe
anche essere una delle cose migliori che potremmo fare.
Ancorarsi al passato sicuramente non ci aiuta perché non
fa altro che farci pensare alle cose negative che sono
successe e ci fa affondare ancora di più.
Penso che non bisogni dimenticare perché quella cosa ci è
successa: ogni cosa che è accaduta nella nostra vita ha
creato una sorta di reazione a catena o “effetto farfalla” che
ci ha portato ad essere ciò che siamo ora.
Bisogna tenersi stretti i bei ricordi, perché molte volte sono
le uniche cose che ci rimangono.
Bisogna cogliere l'attimo e aggrapparci a qualunque cosa
ci sia per riuscire a tirarci su.
Prendendo il caso coronavirus penso che dobbiamo
impegnarci oggi per un domani migliore e per ritornare
alla normalità di prima, perché sennò ci ricadremo dentro
ancora una volta e tutti i nostri sforzi saranno vani.
Parlando invece di esperienze personali posso dire di
essere quello che sono soprattutto grazie alle cadute che
ho fatto nel mio percorso: penso di essere cresciuta molto
e di aver capito molte cose sulle persone e sulla vita in
generale.

45

Quando ero bambina e in realtà fino a un paio di anni fa
sono sempre stata molto ingenua, mi fidavo troppo delle
persone e questo mi ha fatto molto riflettere.
Grazie a ciò che ho provato e pensato e alle persone che ho
incontrato nell'ultimo anno sono riuscita ad aprirmi e a
scrivere dei temi come questo.
Devo ancora lavorare molto su me stessa e spero di
migliorarmi molto e di diventare ciò che ho sempre voluto.

G.S.

46

A volte è difficile, ricominciare.
Quando qualcosa cambia,

all’improvviso,
inaspettatamente.
Quando la vita prende una piega
diversa, da ciò che noi
consideriamo “normale”.
E sembra di essere
improvvisamente catapultati in
un nuovo Mondo, un nuovo
Universo, dove questa esistenza
non sembra neanche più reale.
Ma in fondo cos’è, la normalità? Il nulla cosmico?
A volte ricominciare è un dono: avere la possibilità di
superare il passato e scrivere un nuovo futuro.
Non è facile. Quando la nostra vita cambia, ricominciare è
incredibilmente difficile.
Un cambiamento spiazzante, può essere interpretato
come un’opportunità?
Si può trovare qualcosa di buono da una svolta che ci
distrugge?
Forse, chi lo sa.

N.M.

47

Ricominciare…
Ricominciare adesso è come tornare indietro ma sapendo
già cosa succederà: resteremo a casa connessi al computer
nelle nostre camere… guarderò fuori dalla finestra e
ripenserò sempre di più le solite uscite tra amici al solito
posto con le solite persone.
Semplici cose di tutti i giorni che adesso non si possono
più fare.

N.G.
48

Ciao, come stai? Spero bene.
In parte capisco cosa hai passato, perché io lo sto passando
da 2 anni: ho la scogliosi… e a danza faccio veramente
fatica. Ma non mi arrendo.
In aggiunta a questo, l'anno scorso mi sono quasi
strappata un muscolo e mi sono dovuta fermare per un po’
e mi sentivo soffocare.

Ma le parole della mia professoressa di danza mi hanno
aiutata ad andare avanti: seguivo le lezioni con la testa
stando ferma ed osservare le mie compagnie ballare e
morivo dentro, ma c'era una vocina dentro di me che
diceva: “non ti arrendere vai avanti sei forte tu
ricomincerai a ballare“.
Il ricominciare può essere descritto in tanti modi e ognuno
ci rappresenta e può esser

49

e qualcosa di grande, come ad esempio ricominciare una
nuova vita, oppure qualcosa di piccolo come ricominciare
una serie...
Se noi ci pensiamo bene ricominciamo ogni giorno e forse
e questo che ci fa andare avanti.

P.B.

50


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