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Published by info, 2021-02-07 13:27:46

eta fiorita web_Neat

Nella vita di oggi 199


cato. Passa la gioventù alla volta di Cristo.


Fra poesia Petali impallonati regalati al Don infuriato: un punto di
Rose a bordo campo e rosario al centro del maggio.
e storia partenza, un mezzo, l’approdo di un’invocazione. Rose

che in ogni caso bastano a se stesse. Come la mamma
paziente e discreta.
di Giampietro Cavazza
Il grigio del mattone rosso e l’azzurro del campo
verde, l’uno e l’altro profilo dei segreti del cielo.
Scenografia di feste decretate ma non comandate. Festa
eucaristica. Mangiare il cibo per esserne mangiati. In
gruppo. Con un capo. Artefice entusiasta di tecnica ed
etica. Estetica del lavoro educativo a vantaggio dei più
Non per caso. piccoli. In ascolto del silenzio, del non detto, del mi-
Stiamo in un altro secolo. All’Eden. Un po’ paradiso stero indicibile fino al collaudo nell’adolescenza ipo-
terrestre e un po’ purgatorio: oratorio cittadino, pallone, crita. Gustare la vita e sognare il futuro al cinema.
ping pong, biliardino, muretto, “tich e spanna”, matto- Storie sul dopo: il principe incontra la bella addormen-
nella di gnocco fritto. Asilo di tutti. Verrinitos, Primo, tata. E parole annunciate dal palco. Parola di Dio. Edu-
Alfredo, Romano. E soprattutto don Nino. Nomi propri cante. Rappresentazioni allo specchio. Racconti incom-
di persone. Sacre. piuti. Vuoti da riempire.


Spazi vuoti e tegole piene per foglie verdi al mat- Allora come ora non possiamo nasconderci da noi
tino. Tessera con due buchi, messa più catechismo, per stessi nella maniera del babbo che, come per voto,
assicurarsi il cinema “Eden” scontato. La forza degli smette la bestemmia e accende la candela festiva.
incentivi verso l’acerbità della fede. In ogni caso ad-
destramento della volontà. Le femmine, rigo-
rosamente, fuori dal registro.
Al centro della foto:
Sfide di calcio, gare di catechismo. Le Giampietro Cavazza e Brunetto Salvarani
bande di strada tra Cantarana e De Amicis
con i fratelli Gianni e Roberto, Alberto e
Pinuccio, Massimo e Marchino, ...Bruno,
Giorgio, Uber, Titta, Paneda. Universi diffe-
renti. Rinati sul campo e, forse, immemori
delle proprie origini.

Competere per migliorarsi o competere per
vincere? Il dubbio è d’obbligo. Complici l’ot-
timismo del carro economico e il personalismo
cristiano, breccia nel soggettivismo etico. E
la tivù non sta a guardare: “Non è mai troppo
tardi”, “Rischiatutto” e “dopo Carosello tutti
a nanna”. A confronto l’io e il mondo. Sog-
getti. Riscattati. Inconsapevoli. Solo più tardi
il familiare inizierà a rendersi noto. Nel frat-
tempo il pontiere lancia sulla testa: “andate
controcorrente”; “sporcatevi le mani”. Parole
che spingono ad andare oltre il loro signifi-

200 Nella vita di oggi


prediche che teneva in Duomo alla messa domenicale
dei bambini erano seguite con costante attenzione. Si
L’omelia e la realizzava così un’autentica edificazione teologica dei
fanciulli. I più bravi venivano anche pubblicamente
macelleria di Gisto premiati quando mostravano di aver studiato e capito

bene gli impegnativi pronunciamenti del catechismo
di Pio X. Credo di conservare ancora qualche meda-
di Roberto Cigarini glia d’oro, ma non raggiunsi mai il traguardo del pre-
mio annuale conferito al miglior ragazzo dell’oratorio.
In uno di quegli anni il premio fu, meritatamente,
conferito a Brunetto Salvarani.
Il mio primo impatto con l’Oratorio avvenne dun-
que, senza ombra di dubbio, attraverso la carismatica
figura del sacerdote. Ma mi accorsi presto che accanto
Nei primi anni ’60 frequentavo la scuola elementa- a lui operava anche un laicato intelligente e generoso.
re. Il mio educatore laico fu Fulvio Ferrarini. Stava in
In quegli anni “Andare alla dottrina” era ancora mezzo a noi con uno stile costantemente sereno. Non
sentito come un dovere pari a quello scolastico. I miei l’abbiamo mai visto arrabbiato.
genitori mi iscrissero puntualmente al catechismo non Forse anche per questo – non solo per il boom
appena raggiunsi l’età di sette anni. “I disen c’l’è tant demografico degli anni ’60 – l’Oratorio pullulava di
brev cal pritein lè”, aveva sentito dire mia nonna. Fin bambini e ragazzi ogni giorno della settimana. Si po-
dalle prime lezioni mi accorsi che la fama di don Nino teva giocare in questi ampi spazi in un clima di ami-
aveva fondamento. Si restava incantati dal suo stile cizia. Si sapeva che, se stavi in quei luoghi, eri chia-
narrativo e ci si sbellicava dalle risa, su quei banchi mato ad impegnarti per essere, come si diceva allora,
dickensiani, alle esemplificazioni messe in pista per un bravo ragazzo.
spiegare che “la resurrezione della carne” non aveva Non è difficile individuare oggi, in quella esperien-
nulla a che fare con la macelleria di Gisto. Anche le za, un tentativo di imitare l’opera e lo stile di un don







Al centro:
Roberto Cigarini

Nella vita di oggi 201


Bosco. La gigantografia di San Domenico Savio, che
si trovava allora posta proprio all’ingresso dell’Orato-
rio, conferma questo assunto. Chissà se...
Il cinema rappresentò un elemento d’animazione
formidabile. Il rinnovo dell’Eden, l’estrema cura nella si ricordano
scelta dei film, offrirono a tanti ragazzi la possibilità
di trascorrere insieme la domenica pomeriggio, davan-
ti ad uno schermo che proiettava i migliori film di di Carlo Alberto Medici
Walt Disney. La proiezione era gratuita se sulla tua
tessera oratoriana, che recava ancora l’immagine di
San Domenico Savio, risultavano perforate sia la ca-
sella della partecipazione al catechismo settimanale sia
quella della messa domenicale. Un apposito incarica-
to, davanti all’acquasantiera del Duomo, era preposto
ogni domenica all’obliterazione delle tessere. Qualco-
sa di simile fece anche don Zeno a S.Giacomo Roncole “Il Careser è un campo di patate”
nel dopoguerra, quando predicava tra il primo ed il
secondo tempo del film! Chissà se Alberto, Paolo, Giovanni, Emanuele, Cri-
Un altro elemento d’animazione era costituito dalle stiana (solo per citare alcuni dei partecipanti a quel-
gite. Ricordo ancora splendide giornate nelle più belle l’indimenticabile avventura) si ricordano ancora quei
città italiane insieme ai miei compagni di catechismo giorni, oltre 25 anni fa, nell’alta Val di Pejo quando ci
e a tante mamme o nonne che venivano trascinate da accingevamo ad affrontare la Vedretta del Careser sul
noi, da un banco all’altro, per comprare un souvenir, massiccio del Cevedale?
e giuravano, ma senza profonda convinzione, che quella Era infatti il 26 agosto del 1981 quando il Novizia-
era l’ultima volta che venivano in gita con l’Oratorio. to del Carpi 1, durante la route estiva, partì all’alba dal
Qualche giorno fa, entrando nella Casa della Divi- Rifugio Larcher a quota 2500 metri per raggiungere,
na Provvidenza in Carpi, ho notato di scorcio un grup- nell’alta Val di Rabbi, il Rifugio Dorigoni, con arrivo
po di bambini seduti nei banchi all’interno della Cap- previsto nel primo pomeriggio. Almeno questi erano i
pella della casa. Mi ha colpito il fatto, così raro oggi, programmi che io, Stefania e don Nino, alla sua ultima
che fossero silenziosissimi, e soprattutto immobili, esperienza di “strada” nello scautismo, avevamo fatto
quasi incantati. Incuriosito mi sono avvicinato con per fare vivere ai nostri ragazzi una esperienza forte
passo felpato alla Cappella e, quando la visione fu a contatto con la natura più incontaminata.
completa, ho visto don Nino di spalle che stava par- Ma, come nella vita di tutti i giorni, alcuni impre-
lando ai bambini. Quella straordinaria capacità di rac- visti erano già in agguato. Dapprima l’aver perso il
contare il Vangelo ai fanciulli che, quarant’anni fa, fu sentiero più comodo per arrivare sul ghiacciaio ad uno
per me e per tanti altri così importante, e della quale dei primi bivi sul sentiero, poi la fatica di un’arrampi-
mi sento tuttora debitore, si è conservata immutata nel cata in certi punti davvero improba aiutando quelli di
sacerdote ottantenne. noi più stanchi e pesanti, ed ancora, l’arrivo
Sono attualizzate le parole del salmista “Nella vec- sull’agognato ghiacciaio ad un’ora troppo avanzata,
chiaia daranno ancora frutti” (Sl. 91,15). quando ormai il sole era già alto e il ghiaccio sotto i
nostri piedi si scioglieva troppo rapidamente ad ogni
passo, raddoppiando così la fatica del cammino. Ed
infine, al termine della lunga traversata sul ghiaccio, il
non ritrovare più i segni bianchi e rossi del sentiero,
ma solo ripidi pendii rocciosi e pericolosi tratti ghiac-
ciati verso la discesa.
Ci furono attimi d’imbarazzo e di scoramento, ma
paura vera, forse mai. Certo ci venivano in mente con
un po’ di rabbia le parole della guida alpina che ave-

202 Nella vita di oggi


vamo contattato il giorno precedente per accompagnarci neve e la roccia, proprio in un punto che, sono certo,
nella nostra escursione e che invece aveva risposto avevamo già perlustrato diverse volte in quelle ore.
che per quel sentiero non ci sarebbe stato bisogno di Forse senza la dovuta attenzione.
alcuna guida perchè “il Careser è un campo di patate”. E allora con molta fatica e con molta precauzione
Dopo diversi tentativi alla ricerca di un modo per ci incamminammo per il sentiero che nel primo tratto
scendere da quella brutta situazione (ci si trovava a era completamente ghiacciato, tanto che qualcuno di
circa 3.200 metri di altitudine), già si pensava al fred- noi rotolò anche giù per qualche metro, per fortuna
do che sarebbe arrivato di lì a poco, quando il sole senza troppe conseguenze.
che ci aveva accompagnato durante il cammino se ne Il più era fatto. Solo una lunga camminata sul sen-
fosse andato. tiero sempre più marcato ed accessibile ci divideva dal
Autorizzati dai Capi, alcuni ragazzi, tra i più atle- rifugio, arrivati al quale ci ritrovammo tutti insieme,
tici del gruppo, furono lasciati liberi di scendere a valle, anche con coloro che erano scesi dall’altro lato e che
inventandosi letteralmente la via, lungo un difficile ci avevamo preceduto di poco.
crinale scosceso per raggiungere il rifugio Dorigoni e Al Dorigoni arrivammo nel tardo pomeriggio. Era
da lì, se non avessero visti arrivare gli altri del novi- una piccola costruzione di muro e legno con una par-
ziato in breve tempo, avvertire qualcuno (forse anche ticolarità: già occupato in ogni suo posto da altri escur-
lo stesso Soccorso Alpino) per raggiungerci. sionisti ed alpinisti giunti prima di noi.
E così in questa situazione qualcuno di noi pensò E così ci dovemmo adattare a dormire: chi per ter-
anche bene di affidarci al Signore in una preghiera che ra, chi sulle panche, chi sui tavoli, chi accanto alla
poteva assomigliare, visto lo stato delle cose, ad una stufa in cucina. Ma non faceva alcuna importanza: dopo
vera e propria e supplica. quella avventura, quella minuscola costruzione di le-
Però, da lì a poco, proprio don Nino, colui che tra gno ci sembrava proprio una reggia e il clima del
tutti noi aveva certamente la più grande esperienza di gruppo fu subito quello giusto.
alta montagna, intravide poco distante dal posto della
nostra sosta forzata, una traccia rossa, nascosta tra la

Nella vita di oggi 203


Una bravata… che rendeva ancora più imponente la sua figura nella
al chiar di luna buio della sera (quell’immagine è ancora molto nitida
nella memoria di molti di noi e non solo perché era
Chissà se Francesco, Glauco, Giorgio, Aureliano, una notte con una splendida luna). Fu lì che ci “invi-
ma non erano certamente gli unici di quella situazione tò” sempre autorevolmente a rientrare nelle nostre ten-
un po’ inusuale, si ricordano ancora quanto avvenuto de, dove avevamo lasciato a dormire per quel breve
durante il campo estivo del 1970 (per chi c’era, quello periodo i più giovani delle nostre squadriglie.
con “Fiori Rosa , Fiori di Pesco,” di Mogol- Battisti, E il giorno dopo, una riunione, anche quella gestita
citando la canzone che allora faceva da sfondo a tutti con piglio deciso, in cui venivamo richiamati alle nostre
nostri quindici giorni di campeggio, perché si sa, ogni responsabilità di più grandi del reparto e al rispetto
campo estivo che si rispetti aveva la “sua canzone”, e delle regole della comunità.
quell’anno era il turno del Lucio nazionale).
Eravamo a Lillaz di Cogne in Val d’Aosta, e noi
grandi (o presunti tali) del reparto Pettenati una sera, Le Tre Grazie…
come altre del resto, lasciammo felpatamente il campo a passo di formica
dopo il silenzio notturno per recarci nella vicina oste-
ria del paese per sorseggiare una birra, una cioccolata Chissà se Chiara, Chicca, Alle, Giovi, Piro e tutti
calda o, i più raffinati di noi, un bicchierino di Genepy. gli altri si ricordano ancora quei bellissimi, ma fatico-
Era una piccola bravata da adolescenti, forse nean- sissimi ed intensi giorni del giugno 2000, sulle pendici
che tanto grave rispetto alle tante trasgressioni possi- del Monte Baldo durante la breve route estiva del
bili. Noviziato.
Comunque quella sera, tra le battute di Franco e le Era quel Noviziato un gruppo piccolo di numero,
risate di tutti noi ci raggiunse, inaspettato, proprio in ma effervescente nelle sue dinamiche, ed anche in
osteria il nostro assistente di quegli anni, don Lino, quella route lo dimostrò.
con la sua autorevole mole e con una lanterna in mano La salita era molto lunga, appesantita da zaini non



Sui ghiacci del Careser,
detto “il campo di patate”

204 Nella vita di oggi




Enrico Bellentani, Carlo Alberto Medici
e don Nino sul Careser.
Si consultano le carte per ritrovare il sentiero






































proprio leggerissimi, da una calura quasi insopportabi- un po’. Ci erano venuti incontro per aiutare quelli di
le e dalla assoluta carenza di acqua lungo il cammino, noi ancora in difficoltà con un po’ d’acqua e soprattut-
elemento noto a tutti già dalla partenza, ma che no- to raccogliendo gli zaini di chi non ce la faceva pro-
nostante le scorte che ciascuno di noi aveva fatto, non prio più.
ci impedì comunque di patire una gran sete. Soprattut- Da lì a poco saremmo stati tutti insieme sui tavolacci
to perché, siccome non tutti erano così allenati alla del rifugio Telegrafo a gustarci qualcosa di fresco come
fatica prolungata, le quattro ore di cammino previste, giusta ricompensa per il traguardo raggiunto, compre-
si tramutarono in quasi otto. so un esausto don Massimo sorpreso anche lui a tran-
Fu in quella occasione che, per agevolare il cammi- gugiare, con lo sguardo quasi fisso nel vuoto, un boc-
no delle “tre Grazie” (così erano affettuosamente no- cale di birra gelido, sanissimo per quella occasione
minate le tre ragazze del Noviziato), fu inventato il dopo la grande faticata.
cosiddetto “passo formica”, che altro non era che com-
piere microscopici passi, uno dopo l’altro, scanditi con
assoluta precisione dal sottoscritto per evitare soste Undici scout sulla Luna
continue e prolungate lungo la salita che avrebbero
certamente pregiudicato l’arrivo al rifugio in tempo Ho voluto raccontare tre episodi della mia vita scout,
utile. tra i tanti che avrei potuto citare, uno dai primi anni di
E fu in quella stessa occasione che, ad alcuni tor- vita in Associazione, uno quando già avevo assunto
nanti dalla meta, quando ormai il rifugio sembrava responsabilità di educatore dopo aver terminato la
vicino, ma, come spesso accade, non arriva mai, chi formazione come Capo, ed uno ancora, degli ultimi
più era in difficoltà salutò come una vera e propria anni, quando ho ripreso con entusiasmo a fare servi-
liberazione l’arrivo di “due stambecchi”, i nostri Enri- zio, richiamato per dare un contributo al Carpi 1,
co e Paolo, che zampettavano giù per il sentiero, senza dopo una pausa di qualche anno dall’impegno attivo.
più zaino, già appoggiato al rifugio raggiunto ormai da Tutti e tre, seppure in modo diverso, mi pare pos-

Nella vita di oggi 205


sano essere paradigmatici di quanto affermato di re- parole, citando ancora l’articolista, “una volta diven-
cente in un quotidiano nazionale che, in un articolo tati grandi, gli scout stanno un po’ meglio degli altri”
dell’ottobre 2006, iniziava circa così “ Se da piccolo E poi, lo studio si concludeva, dapprima con la
sei tra gli scout, da grande sarai più felice e più ric- raccomandazione alle autorità da parte degli esperti
co”. Scopo dell’articolo era quello di raccontare l’esi- nel favorire l’approccio all’esperienza scautistica per
to di un’interessante ricerca effettuata su migliaia di la maggior parte dei ragazzi possibile ed infine con
bambini e ragazzi inglesi che in gioventù avevano una annotazione, direi quasi in perfetto stile scout,
frequentato un gruppo scout, risultati poi da adulti, ricordando come “dei dodici uomini che hanno ad oggi
secondo il sondaggio, più stabili emotivamente e più camminato sulla luna, ben undici erano stati scout”.
realizzati socialmente.
Tra i meriti dello scautismo venivano infatti indica- Sono stati oltre 1.500 i ragazzi e le ragazze che in
ti l’abitudine alla disciplina, al rispetto delle regole, lo questi cinquant’anni di vita del Carpi 1 all’interno del-
spirito d’avventura, la collaborazione e la solidarietà, l’Oratorio hanno assaporato, chi solo per pochi mo-
l’autocontrollo, come anche il fare vivere i ragazzi in menti, chi per molti anni, la bellezza e la ricchezza
ambienti in cui gli obiettivi da raggiungere sono chiari della vita in Associazione, con i suoi valori, le sue
e concreti; tutti elementi che, chi ha affrontato la vita difficoltà, le sue gioie, le sue avventure.
scout, potrà certamente riconoscere anche nella sua Sono convinto che, se sono oggi un po’ più felici e
esperienza personale. un po’ più realizzati anche senza aver camminato sulla
Tra le cose riportate poi nell’articolo, la riscontrata luna, lo devono certamente anche alla loro passata
minore propensione alla depressione unita alla più facile esperienza negli scout.
realizzazione anche in campo economico; in poche




Roberto Tursberti
Passo Alvis - m. 1880

206 Nella vita di oggi


con risultati riconosciuti inattesi e sorprendenti. Ad
esempio la giornata delle Comunicazioni Sociali, este-
Mass media sa a Carpi ad un’intera settimana, prima volta nella
Chiesa italiana, aveva lo scopo di riflettere sui mezzi
per l’educazione “meravigliosi” (come li aveva chiamati il decreto “Inter

mirifica” del Concilio, messi a disposizione dalla bon-
tà di Dio per la crescita integrale dell’uomo. Alla riu-
scita di queste “settimane” organizzate per diversi anni,
contribuì, in modo determinante la collaborazione
generosa, competente ed appassionata di Dante Colli e
di Romano Pelloni, gli stessi che hanno recentemente
In questo libro si fa riferimento a numerosi fatti ed curato ed allestito una mostra sull’uso di questo mezzi
eventi della vita oratoriana. Solo ad alcuni e sintetica- nella pastorale diocesana, a cura del Centro Culturale
mente. Ci vorrebbero pagine e pagine per descriverne Il Portico. E’ indubbio l’apporto di queste manifesta-
altri nei quali i ragazzi furono coinvolti, ricevendone zioni all’azione educativa. E’ documentato ampiamen-
un benefico influsso, incisivo per la loro crescita umana, te l’interesse suscitato non solo all’oratorio, ma in tutte
religiosa e civica. le scuole primarie della città, con elaborati disegni,
Dopo il Concilio Vaticano II° l’oratorio cittadino, mostre che hanno ricevuto il plauso anche del Provve-
per la sua ubicazione, la disponibilità di spazi e strut- ditorato agli studi della Provincia. Molto interesse
ture, ospitò molte iniziative proposte dalla Chiesa suscitò il tema dei mezzi di comunicazione in relazio-
diocesana, in occasione delle giornate delle Comuni- ne agli anziani: rapporti generazionali, affetti (nonni),
cazioni Sociali, per la festa del quotidiano cattolico rispetto, solitudine. La festa del quotidiano cattolico
Avvenire, per incontri durante le missioni popolari, Avvenire fu promossa per la prima e unica volta a
per raduni associativi. Tutte iniziative nelle quali i Carpi su proposta del Vescovo Monsignor Alessandro
ragazzi dell’oratorio parteciparono in modo attivo e Maggiolini. La sensibilizzazione verso i mass media

Giornata Comunicazioni sociali 1982 - I lavori dei ragazzi delle scuole elementari

Nella vita di oggi 207












































cattolici, nonostante gli evidenti progressi qualitativi, Il professor Pelloni
resta un impegno arduo ma sempre più strategico per e Luigi Lamma lavorano
all’allestimento della mostra
cui non è consentito demordere. Le proposte rivelano
sempre a qualcuno attitudini e disponibilità per offrire
il proprio servizio così da esprimersi poi in ambito
professionale come giornalisti, grafici, fotografi e
designer. Cresce così anche la qualità della comunica-
zione ecclesiale più curata e più efficace a cominciare
dal settimanale diocesano Notizie.
Era ben chiaro fin dalle coraggiose ed impegnative
manifestazioni degli anni ’70 e ‘80 che i mass-media
sarebbero diventati una sfida per l’educazione. Un
oratorio al passo con i tempi non può ignorare la dif-
fusione della comunicazione digitale e quanto condi-
zioni la crescita dei ragazzi. Una preoccupazione
educativa e pastorale che Benedetto XVI ha esplicitato
scegliendo per la Giornata delle Comunicazioni Socia-
li 2007 il tema “I bambini e i mezzi di comunicazione,
una sfida per l’educazione”.
Sale cinematografiche e multimediali, spazi per
mostre e per manifestazioni all’aperto, internet point,
sale prove per gruppi musicali…l’oratorio di via Santa delle comunicazioni, famiglie, scuola, comunità eccle-
Chiara si presenta anche oggi come un vero proprio siale e civica, a valorizzare con grande senso di re-
cantiere dove poter sperimentare e realizzare innovative sponsabilità queste meravigliose opere dell’ingegno
esperienze di educazione attraverso gli strumenti di creativo per ricondurle a servizio dell’uomo e del
comunicazione. Occorre dunque continuare, operatori vangelo.

208


gliare sopiti sentimenti d’amicizia. Per mezzo della
sofferenza che molte volte la vita ci riserva come un
Se le radici dono. L’aggancio privilegiato furono gli anni della vita
scout. Conservava ancora gelosamente le foto di quel
non muoiono tempo. Non mi resi conto fino a qual punto fosse con-

sapevole della gravità della sua malattia. Morì in via
Trento Trieste il 23 marzo 2004.

Nei mesi precedenti mi fu raccontata dagli amici
che amorevolmente lo assistevano, la sua travagliata
storia. Alcuni anni di vita facile li ebbe, per il fascino
personale che gli consentì sorprendentemente una vita
Una storia che vale la pena di raccontare. Non stra- agevole e spensierata senza fatica alcuna. In giro per
ordinaria. Non edificante. Contraddittoria e talvolta il mondo. Finì poi in un’amara solitudine gli ultimi
amara. La storia di un ragazzo come tanti, che per anni della sua vita senza casa, senza lavoro, contando
qualche anno l’Oratorio era stato per lui quotidiano sulla fedeltà di alcuni amici che non lo abbandonarono
luogo di riferimento. Lì, aveva gli amici e si divertiva. mai.
Non riuscì a resistere al fascino degli scout, forse per
l’uniforme, per quello che facevano, per l’originale Molto di quello che ci siamo detti negli ultimi gior-
dinamica di tante attività ricche di interessi e con forti ni della sua vita resta nel segreto dell’anima.
richiami all’avventura. Lino, che fu suo capo squadri- Ma era facile il ritorno alla vita oratoriana: “Sono
glia, lo ricorda bene. Era un bel tipo - dice – allegro, stati gli anni belli della mia vita”. Poi aggiungeva
sempre voglia di scherzare, di simpatia accattivante…e sorridendo e forse per farsi perdonare: “Non sono sta-
senza scrupoli per barare! to bravo, non ho mantenuto la mia promessa”.
Ed io di rincalzo: “Sono tempi lontanissimi…una
A questo limite dello stile scout, ne accompagnava promessa che non ricordi più”.
un altro che avrebbe compromesso la progressione per- Contento di sorprendermi con un filo di voce appe-
sonale. “Era un po’ sfaticato”, aggiunge il suo capo na percepibile, la ripetè intera, faticosamente ma senza
squadriglia. Passava con scaltrezza i suoi impegni agli incertezza, parola per parola. E aggiunse dopo una
altri e lo faceva in modo divertito e divertente. Parte- lunga pausa: “E’ difficile…è difficile…” “Per questo,
cipò a qualche campo estivo mettendo a rischio il Dino, abbiamo detto e diciamo con l’aiuto di Dio”.
prestigio della sua squadriglia e poi scomparve. E’ certo. Solo Dio conosce tutta la nostra storia,
tutto il mistero della nostra vita. Solo Lui sa quello
La libertà che gli dava l’Oratorio non gli bastava. che c’è nel cuore di ogni Sua creatura.
Gli stava stretta. Sentì il bisogno di un’altra libertà a
lui più promettente, ma ingannevole. Altri amici, altro
ambiente, altre esperienze stimate senza il
condizionamento delle regole.
E non lo vidi più. Neanche nelle occasioni delle
fuggevoli “rimpatriate”, nelle ricorrenze straordinarie
nelle quali tutti “gli ex” venivano invitati. Uno dei
tanti che lasciano, che si “perdono”, per i quali si in-
terrompe un progetto educativo e di speranza.

Nell’autunno del 2003, dopo quarant’anni circa, ho
saputo che Dino Cavazzuti – è di lui che parlo – era
degente all’ospedale e che sarebbe stato contento di
vedermi. Non è necessario descrivere l’emozione del-
l’incontro. Reciproca. Ricominciare un dialogo. Risve-

209











6










Appendici































































1960 - La scuola di addestramento per meccanici promossa dalla Fondazione ACEG: una delle sale per gli apprendisti, in quegli anni
circa 600. Ora il locale è sede del circolo giovanile “InChiostro”

210 Appendice


Don Aldo Valentini, un appezzamento di terreno aven-
te i requisiti, anche se in prospettiva, ove poter iniziare
Fondazione ACEG qualche attività, fu reperito presso il Convento delle
Suore Cappuccine, le quali si privarono di metà di una
Cenni storici proprietà attigua al convento stesso.
scritti personalmente Su questo terreno, dopo non poche peripezie, siamo
dal Fondatore entrati e abbiamo piantato le nostre tende nell’anno
1941. Per l’indennizzo alle Suore del terreno di cui
sopra, è stata utilizzata la somma di lire
centocinquantamila regolarmente restituita, che costi-
tuiva la metà di un lascito da parte della Sig. Carolina
Dal 1939 circa, in cui iniziò praticamente l’attività
della Fondazione A.C.E.G. (Attività Cattoliche per Sarteretti Taparelli, presso la Curia Vescovile, in favo-
re dei giovani delle Parrocchie della Cattedrale e di S.
l’Educazione della Gioventù), al 1983 nulla o quasi fu Francesco.
scritto sull’origine e sull’evolversi della Fondazione Non essendo tuttavia possibile vivere a lungo, so-
stessa. Tutti indistintamente, dirigenti e collaboratori,
sono stati impegnati a tempo pieno a studiare, a ricer- prattutto nei mesi invernali, all’aperto, mi misi alla
ricerca di qualche immobile che in un prossimo futuro
care e ad attuare quelle iniziative che erano ritenute potesse accoglierci. Dopo lunghe ricerche individuai
opportune e valide al conseguimento delle finalità l’immobile che in un prossimo futuro potesse acco-
dell’Ente. glierci. Dopo lunghe ricerche individuai l’immobile
Dopo oltre quarant’anni, essendomi assai difficile
fare una cronistoria precisa della Fondazione, mi limi- nel Palazzo S.Chiara in Via del Corso. Il Palazzo dal
1500 per parecchie centinaia d’anni ha costituito
terò ad evidenziare i fatti e le date più salienti perché l’educandato delle Suore Clarisse.
si possa intravedere che anche la storia dell’ A.C.E.G. Incamerato dallo Stato nel 1870, fu dato al Comune
come la storia di tutti gli Enti che nascono e si svilup- il quale vi ospitava oltre 50 famiglie sfrattate ed equi-
pano in determinate condizioni, implicano tanto amo-
re, tanta perseveranza, ma soprattutto tanti dolori e voche che del palazzo ne fecero un postribolo. Le
persone per bene non osavano passare sotto i portici di
tanti sacrifici non metaforicamente intesi, e in qualche S.Chiara per non perdere onore e prestigio. Il palazzo
momento anche tante delusioni per cui a chi ha pro- confinava col Convento delle Suore Clarisse e dalle
mosso l’iniziativa può venir spontanea la tentazione di Suore Cappuccine e innanzi allo stesso vi erano il
non benedire il giorno e l’ora in cui ha iniziato l’ope-
ra. Seminario Vescovile e la casa degli Oblati di Don
Vincenzo Saltini. L’individuazione dell’immobile è sta-
Le prove poi vengono superate e si ringrazia Iddio to il primo passo ed anche il più semplice; il più dif-
per essere stati provati in quanto che le difficoltà e le ficile però restava quello di ottenerlo dall’amministra-
sofferenze costituiscono il miglior cemento che tiene zione comunale che non aveva alcuna possibilità di
ben unite le pietre della costruzione. Nell’ottobre del
1939, da Sua Ecc. Mons. Vigilio Dalla Zanna allora trovare appartamenti convenienti per collocarvi le 50
famiglie che l’abitavano. Eravamo nell’anno 1942 -
Vescovo di Carpi, mi fu dato l’incarico di assistente 43.
dei giovani nella Parrocchia della Cattedrale.
Fui inviato sine pera e sine calceamentis. Non vi
era una stanza ove accogliere i pochi giovani che co- Con la perseveranza, che peraltro non mi era mai
stituivano l’Associazione di A.C. Il campo da giochi mancata, quindicinalmente dietro richiesta del Conte
Zuccolini, allora Podestà di Carpi, presentavo in co-
era costituito dalla piazzetta Bertesi antistante la mune relazioni in ordine alla situazione inumana delle
canonica. famiglie che vivevano nel palazzo di S.Chiara e a
Il mio primo impegno fu quello di cercare uno spazio
a noi riservato ove riunire, sia pure all’aperto, i giova- possibili soluzioni.
ni a me affidati. E’ evidente che alle relazioni non credeva né il
Podestà né io stesso. Tuttavia ero convinto che era
necessario insistere e che un giorno vicino o lontano
Con l’aiuto del Vescovo Mons. Dalla Zanna e di
si sarebbe presentata la possibilità di realizzare un

Appendice 211


sogno. Inaspettatamente nella primavera dell’anno renza il loro complesso immobiliare e provvedere ai
1943, Mussolini venne a Carpi; ed avendo egli chiesto lavori di sistemazione e rifacimento del Palazzo Cor-
che cosa d’urgente fosse necessario fare in Carpi, dal so, del Palazzo ora occupato dal Liceo e dal Teatro
Podestà fu richiesto di risolvere il problema delle fa- Eden. Per la realizzazione di queste opere, al fine di
miglie che abitavano il palazzo S.Chiara. Mussolini contenere le spese, mi sono improvvisato architetto,
inviò un suo segretario per constatare la realtà della manovale e maestro muratore, amministratore e
situazione e la reale urgenza e necessità di risolvere il firmatario di non so quanti milioni di cambiali rinno-
problema. vate spesso ma onorate sempre. Per quanto concerne il
Il segretario di Mussolini non osò salire le sconnes- Cinema Corso ho provveduto alle costruzioni dei muri
se e pericolose scale di legno che portavano al primo principali; al completamento, alle licenze e a quant’al-
piano, e ritornando diede un parere positivo. Fu allora tro necessitava per l’avviamento ha provveduto perso-
che Mussolini stanziò tre milioni per fare delle abita- nalmente mio fratello Novello.
zioni che furono poi chiamate le case del Duce. Il tutto dallo stato in cui lo acquistai è stato portato
Le case vennero costruite, ma delle famiglie che allo stato attuale in sette anni e precisamente dall’anno
abitavano in S.Chiara nessuna o quasi vi trovò mai 1943 all’anno 1949. Al fine di dare all’opera un carat-
alloggio. Da quel momento le strade che stavano da- tere duraturo nel tempo, ho richiesto che l’A.C.E.G.
vanti a me, finalmente si presentavano se non in disce- fosse riconosciuta come ente morale ecclesiastico. La
sa, ma almeno non in forte salita. Fondazione è stata eretta in ente morale ecclesiastico
Con l’aiuto di benefattori quali: la Sig.ra Taparelli, da Sua Ecc.za Mons. Vigilio Dalla Zuanna il 26 - 2 -
che dopo aver vendute tutte o quasi le sue proprietà 1948 ed ebbe il riconoscimento di personalità giuridi-
venne ad abitare da me in due stanze; la Sig.ra Gandolfi ca con decreto del Presidente della Repubblica Italiana
e consorte, Giuseppe Vismara, il Papa Pio XII, Scelba l’11-3 - 1953.
allora Ministro dell’Interno, Morassuti di Padova e Gli articoli salienti dello Statuto ritengo siano:
d’altri ho potuto acquistare dal Comune il Palazzo Art. 1
S.Chiara per quarantanovemilalire, fare un convento Che determina le finalità.
per le Suore Cappuccine, acquistare pagando la diffe- Art. 7
































Mons. Vincenzo Benatti, fondatore dell’ACEG
(Attività Cattoliche Educative Gioventù) e di tanti
altri centri di addestramento professionale sparsi
in tutta Italia

212 Appendice


Che fa dipendere la Fondazione unicamente dal Ve- rappresentante dell’Associazione dal Papa Pio XII. La
scovo pro-tempore, evitando così inutili procedure bu- seconda attività che caratterizza e caratterizzò
rocratiche che ne potevano impedire un pronto svilup- l’A.C.E.G. è l’Oratorio maschile frequentato da molte
po che fosse idoneo alle esigenze dei tempi. centinaia di ragazzi e di giovani. E’ difficile trovare
Art. 11 uomini in Carpi, soprattutto di quei tempi, che non
Che assicura la vita economica dell’Ente e che può abbiamo frequentato o partecipato a qualche attività
evitarne una facile e non felice soppressione. Nel 1953 dell’A.C.E.G.
sono iniziati gli anni duri della Fondazione e la mia Altre attività promosse dall’Ente sono:
salita al Calvario. Constatato l’impossibilità di conti- Le settimane sociali; gli amici della musica; la
nuare il mio apostolato in Carpi, come nel passato, filodrammatica; la sezione C.A.I. e l’amore e la pas-
così come altri confratelli sacerdoti già avevano fatto sione per la montagna. (Il rifugio Carpi sui Cadini di
ed altri avrebbero fatto in seguito, ho preso la via Misurina è una iniziativa dei giovani provenienti
dell’esilio volontario mettendo tutte le energie che mi dall’A.C.E.G.); gli amici del Cinema; l’istituzione del
restavano nella formazione morale, sociale, cristiana e Club Corso che resta una delle più interessanti inizia-
professionale dei giovani disoccupati. tive della Fondazione. In certi anni ha superato gli 800
Sono sorti così centri di formazione professionale a soci iscritti e frequentanti ed ancora ora soci sono circa
Milano, a Castiglioncello di Livorno, a Tirrenia in 600. Questa iniziativa va guidata sorretta, incoraggia-
provincia di Pisa, a Piobbico prov. di Pesaro, a Briatico ta. Essa resta un campo meraviglioso d’apostolato. E’
prov. di Catanzaro, a S.Giusta prov. di Oristano, a il caso di ripetere: parvuli petierunt panem et non erat
Nuoro, a Terni, a Taranto. Ho fondato il C.I.S.O. (Cen- qui frangeret eis.
tro Italiano Specializzazione Operai) che fu eretto E poi: un centro per la formazione morale, sociale,
canonicamente in ente morale dal Card. Tisserant, e cristiana e professionale dei giovani. Il centro ha for-
l’A.N.A.P., Associazione Nazionale Addestramento mato qualche migliaio di giovani ai quali ha facilitato
Professionale. L’uno e l’altro hanno il riconoscimento il loro inserimento nel mondo del lavoro soprattutto
di personalità giuridica. nell’immediato dopoguerra.
Nel Centro di Formazione Professionale A.C.E.G. E ancora: l’assistenza ai prigionieri nel campo di
di Carpi e negli altri di cui sopra sono stati preparati concentramento di Fossoli; l’assistenza a soldati redu-
non meno di 40.000 giovani. La maggior parte di questi ci dalla guerra o dai campi di concentramento.
allievi ha trovato ottime possibilità di occupazione
presso i più grandi complessi industriali italiani ed
europei e in proprio. Molti ricordano con riconoscenza Dopo la mia partenza le attività di cui ho parlato, se
e anche con nostalgia i dirigenti, gli insegnanti che li si esclude il Club, anche e soprattutto per la mancanza
hanno formati e i centri che li hanno ospitati. Tutti i di un Sacerdote che ad esse desse amore e calore,
centri citati sono a carattere convittuale. hanno passato una vita grama. L’A.C.E.G. che, date le
sue possibilità e il suo complesso poteva essere il cuore,
Attività della Fondazione un centro propulsore di vita cristiana per tutta Carpi e
non solo per Carpi, ha ristagnato bruciando le rima-

Nel fondare l’Ente ebbi come obbiettivo primario nenti forze accumulate nel primo periodo felice della
l’assistenza alla gioventù maschile della Parrocchia sua esistenza. Il Buon Dio, però anche se ha provato,
della Cattedrale e come da statuto alla gioventù di non ha abbandonato la Fondazione AC.E.G.
tutta la città. Nel complesso A.C.E.G. si sviluppò e Don Nino Levratti, forte del suo spirito sacerdotale,
crebbe l’Associazione maschile cittadini di A.C. che con difficoltà se si vuole, ma con intelligenza lungimi-
fra aspiranti giovani lavoratori, giovani studenti e uni- rante, non solo ha salvato l’iniziativa dell’Oratorio
versitari superò di gran lunga le quattrocento unità. cittadino, ma ha dato inizio a quella meravigliosa as-
L’Associazione di A.C. - A.C.E.G. era ritenuta la sociazione scautistica che oggi a ragione è ritenuta
più importante e meglio organizzata in Diocesi, e una una delle meglio organizzate dell’Emilia, e dalla quale
delle associazioni più importanti in campo nazionale. ritengo ci si debba aspettare molto nella formazione
Fra i riconoscimenti avuti vi è il gagliardetto vinto nel cristiana dei giovani, e per quello che ha fatto e per
concorso nazionale di catechismo e consegnato a un quello, ne sono certo, che farà.

Appendice 213


Patrimonio


Statuto Art.6
Il patrimonio della pia Fondazione è costituito da:
della Pia Fondazione a) dagli immobili denominati “Palazzo Corso e
“Attività Cattoliche Cinema Teatro Corso” con i cortili annessi;
Educative Gioventù” di Carpi b) da tutti i lasciti, elargizioni, donazioni, ecc., che
pervenissero all’Ente sia per atto fra vivi come per
atto “mortis causa”;
c) dagli eventuali acquisti che la fondazione potrà
fare.

Amministrazione



Canoni 1489 – 1494 j.c. Art.7
Costituiscono la Direzione della Fondazione:
Costituzione – scopo – durata a) il Presidente;
b) il Consiglio di Amministrazione
Art. 1
Con Decreto Vescovile in data 29.2.1948 n.8010 Art.8
PG, è costituita con sede in Carpi, corso Fanti n.89, I Consiglieri facenti parte il Consiglio di Ammini-
una pia fondazione denominata “Attività Cattoliche strazione debbono essere due o quattro a giudizio
Educative Gioventù” ed ha come scopo l’educazione dell’Ordinario. Essi durano in carica tre anni e sono
cristiana della gioventù. sempre rieleggibili.


Art. 2 Art.9
a) E’ compito della Direzione scegliere ed attuare Il Presidente deve essere nominato dall’Ordinario
quelle forme di educazione che riterrà atte al conse- pro-tempore della Diocesi di Carpi, e deve essere un
guimento del fine della fondazione stessa. sacerdote.
b) E’ nella facoltà dell’Ordinario Diocesano (Cann.
1381 – 1382 j.c.) il proibire quelle forme di educazio- Art.10
ne che non ritenesse maggiormente conformi alla na- I Consiglieri vengono scelti e presentati dal Presi-
tura ed al fine della fondazione. dente e nominati (can.1521 j.c.) dall’Ordinario pro-
tempore. Essi debbono essere scelti fra persone idonee

Art.3 e di provata vita cristiana.
La fondazione ha la durata illimitata.
Art.11
Art.4 Il Presidente ha la firma e la rappresentanza della
E’ volontà dei fondatori che fra le varie forme di Fondazione; in caso di suo impedimento può delegare
educazione si tenga come principale il funzionamento ad hoc uno dei consiglieri.
dell’Oratorio per tutti i bimbi senza restrizione di par-
rocchia, d’origine, ecc., rimanendo in facoltà della Art.12
Direzione il determinare il numero a seconda delle Il Consiglio di Amministrazione delibererà a mag-
possibilità d’ambiente, d’assistenza e finanziarie. gioranza di voti; in caso di parità decide il Presidente.


Art.5 Art.13
La fondazione dipenderà esclusivamente e diretta- Normalmente le votazioni sono palesi; sono però
mente dall’Ordinario pro-tempore. segrete allorché ne farà richiesta almeno la metà degli
intervenuti alla Seduta Consigliare.

214 Appendice




Art.14 Erogazioni
La convocazione del Consiglio di Amministrazione
viene fatta dal Presidente con il mezzo che riterrà più Art.22
idoneo. Le rendite comunque risultanti nel bilancio verran-
no destinate di anno in anno dal Consiglio di Ammi-
Art.15 nistrazione esclusivamente per le attività di cui al n.1
Il Consiglio dovrà amministrare il patrimonio della del presente Statuto, per l’onesto e decoroso sostenta-
Fondazione come un buon padre di famiglia, quindi mento del personale addetto, per la conservazione,
dovrà: manutenzione e miglioramento degli immobili appar-
a) vigilare perché i beni della Fondazione non ab- tenenti alla Fondazione.
biano a deteriorare;
b) osservare le prescrizioni sia del diritto canonico Art.23
che del diritto civile; I mobili, gli immobili, i redditi appartenenti alla
c) devolvere tutti i redditi conformemente ai fini Fondazione non potranno essere alienati e comunque
della Pia Fondazione; devoluti per opere e per istituzioni diverse che non
d) tenere i libri ben ordinati delle entrate e delle rientrino nelle finalità della Pia Fondazione di cui
uscite. all’art.1


Art.16 Scioglimento
Oltre al Consiglio di Amministrazione potrà pure
essere costituito un Consiglio di organizzazione del Art.24
quale faranno parte un rappresentante per ogni singola La Fondazione non potrà essere soppressa od unita
attività che la Pia Fondazione svolgerà. ad altri Enti senza l’approvazione della Santa Sede
Apostolica.
Art.17
Le singole sezioni di attività agiranno conforme- Art.25
mente ad un proprio statuto che dovrà essere approva- Nell’eventualità che la Pia Fondazione sia soppres-
to dal Consiglio di Amministrazione. sa, i beni della stessa devono essere devoluti alla Con-
gregazione di Propaganda Fide, salvo diversa destina-
Art.18 zione preventiva in merito da parte dei benefattori e
Il Direttore del Consiglio di Organizzazione sarà il per i soli beni immessi da essi nella fondazione e tut-
Presidente stesso della Fondazione. tora esistenti all’atto dello scioglimento.


Art.19 Visto, si approva
I bilanci preventivi e consuntivi del Consiglio d’Or- Pasqua 1948 – 28 marzo 1948
ganizzazione e delle singole Sezioni dovranno ottene- Fra’ Virgilio Federico Vescovo
re l’approvazione del Consiglio di Amministrazione.

Visto, d’ordine del Presidente della Repubblica
Art.20 Il Ministro dell’Interno Scelba
I dipendenti devono essere retribuiti conformemen-
te al canone 1524 di j.c. Carpi, 11.2.1962

Visto, si conferma l’approvazione: Artemio Prati,
Bilancio Vescovo


Art.21 Visto: si conferma l’approvazione
Il bilancio della Fondazione, sia consuntivo che pre- Carpi, 5 luglio 1985
ventivo, deve essere ogni anno compilato dal Consi- Alessandro Maggiolini
glio di Amministrazione e approvato dall’Ordinario pro-
tempore, a norma del canone 1527 j.c.

Appendice 215





CRONOLOGIA DEI PRESIDENTI
E DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL’ACEG


PRESIDENTI

Mons. Vincenzo Benatti fondatore dell’Ente e presidente Dal 1943 al 1985
Decreto del Vescovo Mons. Vigilio Federico Dalla Zanna

Vice presidente, don Romeo Caselgrandi Dal 1953 al 1985


Don Nino Levratti Dal 1985 al 1998
Nomina di Mons. Alessandro Maggiolini

Don Carlo Bellini Dal 1998 al 2001
Nomina di Mons. Bassano Staffieri

Don Nino Levratti (reincarico temporaneo) Dal marzo all’ott. 2001
Nomina di Mons. Elio Tinti

Don Roberto Bianchini Dal 2001 al 2004
Nomina di Mons. Elio Tinti

Don Massimo Dotti - attualmente in carica Dal 2004 ……..
Nomina di Mons. Elio Tinti



MEMBRI DEL CONSIGLIO
DI AMMINISTRAZIONE

Mons. Romeo Caselgrandi Dal 1953 al 1985
Don Nino Levratti Dal 1970 al 1985
Rag. Armando Ferrari Dal 1970 al 1985
Sig. Giulio Coccapani Dal 1970 al 1988
I membri del consiglio vengono riconfermati per il triennio successivo

Ing. Fernando Lugli
Prof. Edoardo Patriarca
Dott. Fulvio Ferrarini Dal 1992 al 1998


Paolo Bellanti
Luigi Lamma Dal 1998 al 2001


Rag. Giorgio Bulgarelli
Don Nellusco Carretti
Dott. Romano Campagnoli Dal 2001 al 2004

Dott. Carlo Alberto Medici
Rag. Sergio Ricchetti Dal 2004 ………..

Il rag. Armando Ferrari ha ricoperto l’incarico di segretario
della fondazione ACEG dagli inizi al 2001.

216 Appendice


S.Antonio Maria Zaccaria.


L’Oratorio nella vero artefice della scuola della Dottrina Cristiana.
A Milano il sacerdote Castellino da Castello è un
Chiesa italiana S.Girolamo Emiliani fonda centri di assistenza per gli
A Venezia, Vicenza, Verona, Brescia e Bergamo,

orfani e si prodiga nell’insegnamento dei primi ele-
menti della dottrina cristiana.


A Brescia, S.Angela Merici (1474-1540) si fa
apostola del Catechismo e dell’assistenza alla gioven-
tù femminile. Fonda la prima Congregazione femmi-
La storia dell’Oratorio in Italia è ancora da scrive- nile con il compito specifico di organizzare le prime
re. Numerosa è la letteratura monografica, specialmente scuole parrocchiali della dottrina cristiana.
sugli Oratori filippino e salesiano. Manca, però, un’ope-
ra unitaria sull’origine, lo sviluppo e la diffusione degli Il dominatore del secolo fu S.Carlo Borromeo (1538-
Oratori in tutte le diocesi italiane, sia per l’impegno 1584). Durante il suo episcopato fonderà 740 scuole
pastorale del clero secolare sia per lo zelo apostolico della Dottrina Cristiana.
di alcune Congregazioni sorte con il voto specifico di
dedicarsi all’educazione delle masse giovanili. Contemporaneo è l’apostolo di Roma, colui che può
In questi appunti, presentiamo, in forma schematica, essere definito il fondatore dell’Oratorio: S.Filippo Neri
solo alcune indicazioni che servono ad illuminare l’ar- (1515-1595). E’ rimasto noto per il suo temperamento
co delle vicende plurisecolari di “questo stupendo fe- umano, allegro, vivace, espansivo.
nomeno di popolo”. Formerà una comunità di sacerdoti e sul suo esem-
La storia oratoriana attinge soprattutto a tre fonti: la pio, non soltanto a Roma, ma in molte città d’Italia
pastorale catechistica, l’assistenza caritativa e la peda- nasceranno gli oratori strutturati in modo differenzia-
gogia cattolica. Queste fonti corrispondono a costanti to, con programmi formativi e di ricreazione.
sollecitudini della Chiesa, particolarmente sentite in
momenti di crisi. Il secolo XVI si chiude con la luminosa figura di
In sintesi: le primavere dell’azione oratoriana coin- un laico bresciano, il venerabile Alessandro Luzzago,
cidono con tre bufere e tre rinascite nella vita della che incontrerà a Roma S.Filippo Neri e dedicherà poi
Chiesa: la bufera protestante, la bufera della rivoluzio- tutta la sua vita di laico all’apostolato catechistico.
ne francese e la bufera massonico-liberale... Prima,
durante e dopo ogni crisi i migliori uomini di Chiesa
sentono la necessità di andare verso le masse giovani- Secolo XVII
li, specialmente le più bisognose di assistenza, istru-
zione e educazione. Federico Borromeo (1564-1631) continua a Milano
l’opera del grande cugino Carlo Borromeo. Suo diret-
tore spirituale sarà S.Filippo Neri.
Secolo XVI Fatto arcivescovo di Milano nel 1595, farà tesoro

Il secolo del Concilio di Trento delle esperienze fatte nella sua vita. Darà grande im-
pulso alle attività educative per la gioventù, fino a
Le iniziative oratoriale precedono, accompagnano e dettare le regole per una vita oratoriana strutturata al
seguono la svolgimento ventennale del Concilio. pieno raggiungimento delle sue finalità.
Nel 1447 sorge a Genova la Compagnia del Divino
Amore. Animatrice S.Caterina Fiaschi Adorno.
All’inizio del secolo don Giovanni Bellotti dà vita
alla Compagnia dell’Eterna Sapienza. Vi appartiene

Appendice 217


Secolo XVIII Pio XII approva e incoraggia l’opera del C.O.R.
(Centro Oratori Romani).
Periodo di decadenza del primitivo slancio popola-
re dell’istituzione oratoriana. Giovanni XXIII raccomanda calorosamente l’opera
Gli oratori tendono a chiudersi e ad assumere l’aspet- dei Patronati (così chiamati nel Veneto gli Oratori).
to di pie associazioni di gente scelta. A Milano, il Card. Martini negli anni del suo
episcopato presenta con discorsi, lettere e messaggi la
Non vengono a mancare, tuttavia, in molte città, più bella letteratura dell’Oratorio.
religiosi zelanti (il barnabita Fortunato Redolfi e il
sacerdote Giuseppe Giraldi) che continuano a propor- Nel 1962 incoraggia [chi?] la fondazione della Con-
re oratori veramente popolari fondati sul catechismo e federazione Nazionale che tiene la prima Assemblea
la ricreazione. Nazionale a Bologna sotto la presidenza del Card.
Lercaro (luglio 1963).


Secolo XIX Il 23 gennaio 1964 il S.Padre Paolo VI accoglie in
udienza speciale i promotori della Confederazione e
E’ il secolo di S.Giovanni Bosco, del Beato pronuncia il discorso che costituisce la “magna charta”
Leonardo Murialdo, di S.Bartolomeo Capitanio, del del Movimento Oratoriano.
venerabile Ludovico Pavoni e del servo di Dio Vin-
cenzo Grossi, fondatore delle figlie dell’Oratorio… e Nel luglio 1965 la Confederazione costituisce un’As-
di tanti altri. sociazione da erigere in Ente Morale riconosciuto dallo
Stato Italiano. Nasce l’ANSPI (Associazione Naziona-

Eminente, magistrale ed esemplare l’opera di le “San Paolo” per gli oratori e i circoli giovanili).
S.Giovanni Bosco. Il suo “metodo preventivo” di edu- All’Assemblea svoltasi a Roma il 27-28 settembre
cazione nacque nel suo oratorio. 1965 Mons. G.Battista Belloli viene eletto Presidente
Don Bosco si ispirerà a S.Francesco di Sales, il nazionale e don Carlo Pedretti chiamato a comporre la
santo della dolcezza, del dialogo, della carità, e chia- segreteria nazionale con don Martello e don Cortesini.
merà la sua congregazione “Salesiana”. In tutto questo molteplice lavoro scende illuminante e
confortatrice la benedizione paterna di Papa Paolo VI


Secolo XX (Questi cenni storici sono stati estratti da un ampio lavoro di
ricerca fatto da Mons. Carlo Pedretti - nella foto in basso -
cofondatore e segretario nazionale dell’ANSPI)
Si vive dell’eredità del secolo precedente.
La storia oratoriana continua ad essere legata alla
storia del movimento catechistico.
Sospeso il Concilio Vaticano I, il magistero si orienta
con attenzione alla pastorale catechistica (Mons.
G.Battista Scalabrini e Mons. Geremia Bonomelli con-
vocano a Piacenza il primo Congresso Catechistico
Nazionale). Movimento catechistico che si arresta
dinnanzi ai movimenti sociali e alle divisioni dei cat-
tolici, per ragioni politiche.


Pio X pubblica la famosa Enciclica sul Catechismo
“Acerbo nimis” (1905) e nel 1912 il formulario del
Catechismo che il Papa manda alle diocesi del Lazio
e in copia a tutti i vescovi, molti dei quali lo adotte-
ranno nelle loro diocesi.

218 Appendice






L’Oratorio:

volontà del Papa











Testo del discorso di Paolo VI del 23.1.1964 all’As-
sociazione Nazionale «San Paolo» per gli Oratori e
Circoli Giovanili d’Italia e dei Religiosi di San Vin-
cenzo de’ Paoli



Accogliamo con molto piacere questa Udienza; c se
anche non ci basta ora il tempo per commentare le
parole, con cui Ci è presentata e con cui sono richia-
mate al Nostro ricordo istituzioni di grande interesse e
alla Nostra attenzione problemi di grande importanza,
salutiamo con paterna cordialità questa assemblea,
composta da gruppi distinti, ma unificati dall’omoge- sa della gioventù di una data località, anzi ordinaria-
neità delle persone e delle finalità, per cui esse lavo- mente di una data comunità parrocchiale.
rano.
Vi ringraziamo della vostra visita, e siamo grati al Tante sono le istituzioni che si occupano della gio-
Signor Cardinale Lercaro d’averla così amabilmente ventù da sembrare difficile, a prima vista, riservare
promossa e con tanto zelo preparata. Ma soprattutto vi alla istituzione, che voi promovete, un nome, un po-
siamo grati per la vostra attività, per l’amore che por- sto, una funzione; la famiglia e la scuola specialmente
tate alla gioventù e per l’assistenza che le prodigate, hanno tale precedenza, tale dignità, tale autorità nel
per i programmi a cui dedicate i vostri studi e le vostre campo dell’educazione dell’adolescenza e della gio-
fatiche, per la sensibilità e per l’interesse che voi di- ventù da non lasciare spazio - così parrebbe - ad altre
mostrate verso i bisogni moderni dell’età giovanile, opere rivolte all’età giovanile e, per di più, iniziative
per il primato che voi attribuite alla istruzione e alla e associazioni speciali per ragazzi e per giovani - nei
vita religiosa, per il servizio che voi rendete alla socie- settori del divertimento, dello sport, dell’attività reli-
tà e alla Chiesa, per l’onore, infine, che tributate a giosa e cattolica stessa - si contendono così l’onore e
Dio, mediante il culto degli ideali e delle opere che la capacità di attrarre a sé la gioventù, che si direbbe
impegnano gli animi vostri. superflua e quasi ingombrante l’impresa, che volesse
con esse concorrere nella missione di avvicinare e di
La Nostra riconoscenza vi dice l’importanza che formare la gioventù stessa.
Noi attribuiamo all’azione pedagogico-pastorale, da voi Invece la tradizione storica, da una parte, e la realtà
rappresentata e promossa: è quella degli oratori e cir- sociale odierna, dall’altra, ci mostrano quanto sia prov-
coli giovanili, sia maschili che femminili in Italia, dei videnziale, necessaria potremmo tuttora dire, l’istitu-
« patronages» in Francia e nel Belgio, delle zione oratoriana. San Filippo e San Giovanni Bosco,
“Katholische Jungmanner Gemeinschaften” in Germa- per attenerci a due soli nomi di incontestabile autorità,
nia e nella Svizzera, e delle «Catholic Young Men’s ci dimostrano quanto sia sapiente, quanto benefica
Societies» nei Paesi di lingua inglese; quella cioè ri- l’inserzione della loro attività educativa nel contesto
volta all’assistenza e alla formazione morale e religio- delle cure e delle opere che si occupano di gioventù;

Appendice 219


essi non hanno invaso un campo altrui, hanno occupa- no ai loro adepti particolare formazione e particolari
to un campo rimasto incolto, anzi da altri non bene qualificazioni.
coltivabile.
L’oratorio, come il «patronage» o altra analoga isti- L’oratorio, ossia l’opera di raccolta e di assistenza
tuzione, si è dimostrato ed oggi più che mai si dimo- all’intera popolazione giovanile d’una data comunità,
stra opera egregiamente complementare sia della fa- non si oppone infatti all’esistenza nel suo seno, o al
miglia, che della scuola, e si attesta come opera fon- suo fianco, di quelle altre associazioni particolari, di
damentale per quella famiglia e quella scuola che guida quelle, in primo luogo, dell’Azione cattolica; ma inve-
l’uomo alla vita religiosa collettiva, e che si chiama la ce vi prepara il campo ove esse possono reclutare le
parrocchia. loro schiere, già addestrate da una formazione di base,
e dove possono esercitare qualche loro prima attività
Non è a voi, espertissimi in materia, che Noi dob- e sono caratterizzate. L’oratorio è per tutti, l’associa-
biamo descrivere e giustificare questo fenomeno, per- zione cattolica è per alcuni più volenterosi; l’oratorio
ché voi sapete benissimo che l’azione vostra a vantag- genera ed offre il grande campo della vita giovanile
gio delle anime giovanili è, generalmente parlando, comunitaria, l’associazione vi sceglie e vi coltiva il
indispensabile: in via ordinaria, si può dire, il ragazzo, gruppo idoneo a particolare formazione; 1’oratorio si
il giovane non attinge psicologicamente, né può spes- misura soprattutto con le statistiche quantitative, l’as-
so effettivamente attingere dalla famiglia l’assistenza sociazione con quelle qualitative; l’uno e ‘l’altra sono
religiosa e morale, che voi gli prodigate; né la scuola, complementari e si integrano a vicenda.
anche se buona, può arrivare a quei temi ed a quei Non spendiamo altre parole per fare l’apologia delle
metodi d’alto valore etico e spirituale, che invece spe- care e provvide istituzioni a cui voi date il cuore e
cificano la educazione oratoriana, e ne fanno un’otti- l’azione. Vi basti sapere quanto anche Noi le apprez-
ma ed efficace iniziazione alla vera vita. L’oratorio, o, ziamo, e quanto perciò le incoraggiamo.
come dicevamo, altra opera simile, è infatti la palestra Preciseremo soltanto alcuni Voti, che ben sappiamo
delle forze morali e religiose, impiegate con diretta e corrispondere a quelli che già voi avete nei vostri animi.
saggia intenzionalità e con tendenziale rendimento di Sia il primo voto per la conservazione, l’efficienza,
massimo grado; è la scuola della bontà e della pietà; l’incremento dei nostri Oratori, dei nostri “Patros”, delle
è il laboratorio delle coscienze giovanili; è l’allena- nostre “eouvres de jeunesse” delle nostre “Jungmanner
mento ai grandi doveri della vita; è la tessitura delle Verande”, dei nostri “Catholic Youth Clubs”. Noi spe-
buone amicizie, che daranno poi alla compagine so- riamo che le nostre comunità locali, e specialmente
ciale la sua più schietta e solida coesione; è veramente quelle parrocchiali, sentiranno sempre il dovere, il
un vivaio di uomini sani, onesti, intelligenti ed attivi; bisogno e il vanto di dar vita ad opere simili; come
è uno stupendo fenomeno di popolo. speriamo che lo sviluppo dell’assistenza alla gioventù,
Voi sapete benissimo, dicevamo, questi aspetti e promossa dalla società civile, non abbia a nuocere, sì
questi meriti delle vostre istituzioni giovanili; come bene a giovare a tali istituzioni, le quali, per essere,
sapete quanto siano benemerite per la loro apertura a come s’usa dire, confessionali, non devono essere tra-
tutta la gioventù d’un dato ambiente; come tendano scurate o osteggiate, ma piuttosto valorizzate nello
perciò ad essere accoglienti della “massa” giovanile sforzo d’una più completa assistenza alla gioventù.
nella sua totalità, e si raccomandino perciò per tale
loro carattere popolare, dove è facile scorgere certe Altro voto Nostro si è che queste nostre istituzioni
profonde affinità fra la educazione democratica e la vogliano sempre mantenere il loro originario e magni-
pratica della carità verso il prossimo. E sapete anche fico carattere religioso e familiare. Siamo i primi ad
quale lavoro pedagogico si possa svolgere nel grande augurare che esse abbiano ogni incremento interiore
ovile oratoriano, sia per portare la gioventù al livello ed esteriore, atto ad attrarre, interessare, formare la
della formazione comune, sia per sperimentarla in gioventù, abbiano a perfezionare la loro arte pedago-
processi elettivi e selettivi, che possono fare dell’ora- gica e sviluppare la loro organizzazione, ad abbellire
torio un corpo dai molti organi diversificati, e che le loro sedi, ad offrire divertimenti, sportivi, ricreativi,
possono convertirne alcuni settori in bacini di cultura turistici, nonchè avviamenti professionali e culturali
di altre associazioni specializzate, che esigono e dan- quanto migliori possibili, e così via, ma pensiamo che

220 Appendice


non sarebbe progresso vero delle istituzioni medesime verchiare l’assidua e primaria ricerca di quello dell’in-
se esse non avessero sempre, come scopo principale, teriore efficacia educativa, né togliere alle varie istitu-
quello della catechesi, dell’istruzione religiosa, della zioni la relativa autonomia, che la Chiesa loro ricono-
cultura cattolica, della formazione alla preghiera e alla sce; ma dovrà giovare ad accrescere il loro spirito
vita cristiana, come pure pensiamo che sarà un pregio cattolico e la loro cristiana solidarietà, a far circolare,
inconfondibile il loro, se sapranno sempre circondare a comune vantaggio, le loro informazioni, le loro espe-
il giovane d’un’atmosfera di bontà, di confidenza, di rienze particolari, e a convalidare la loro esistenza e la
affezione, di amicizia, di colloquio individuale, di le- loro difesa sul terreno pratico e giuridico nella società
tizia semplice, pura e sana, non sofistica e non equi- civile, in cui esse si trovino ad operare.
voca; familiare, in una parola, veramente caratteristica Desideri e propositi, che pensiamo già essere vo-
di quella pedagogia che mette a diretto e fiducioso stri, e che Noi confermiamo, invocando la protezione
contatto l’educatore con l’alunno, e fa del maestro un della Madonna e degli Angeli custodi su tutte le schie-
padre ed un amico, e che tanto bene qualifica la tra- re giovanili, che formano l’oggetto della vostra carità.
dizionale fisionomia dell’oratorio, autorizzandolo a far Vada, in questa occasione, il Nostro riconoscente ed
proprie le parole dell’Apostolo Paolo: «Se aveste an- incoraggiante saluto a tutti i nostri Oratori ed a tutte le
che migliaia di precettori ... ma non avete molti padri; nostre equivalenti opere per la gioventù; vada ai Par-
per mezzo del Vangelo io invece vi ho generati in roci ed agli Assistenti ecclesiastici; vada alle valorose
Cristo Gesù» (1 Cor 4,15). Famiglie religiose, che di codesta forma di ministero
Diremo infine come guardiamo con favore l’intento hanno fatto loro programma; vada ai sostenitori e be-
di dare un legame organizzativo, sia nazionale che in- nefattori; vada ai Genitori ed ai Maestri che accordano
ternazionale, alle opere educative-ricreative della gio- fiducia alle menzionate istituzioni; e sia per tutti, spe-
ventù, facenti capo all’autorità ecclesiastica. Non do- ciale e paterna, la Nostra Apostolica Benedizione.
vrà questo proposito di esteriore perfezionamento so-

Sommario 221


Incide




Presentazione
di Dante Colli pag. 3

Prefazione
Educazione, cantiere sempre aperto
di Luigi Lamma 5

Introduzione
Ritorno alle radici
di don Nino Levratti 7



NEL CUORE DELLA CITTA’

Un nuovo spazio per la gioventù 11
Il monastero tra leggenda e storia 13
Spazi per lo spirito 17
Cantieri… in Corso 25
Il Giardino delle rose 31
Nuove sedi: un progetto venuto da lontano 33



UNA MISSIONE DA COMPIERE
Tradizione oratoriana nella diocesi 37
Club del Corso: una straordinaria imitabile esperienza 41
Don Sergio Galli 47
Il catechismo e l’educazione alla fede 50
L’Oratorio aderisce all’Anspi 57
Anspi, una realtà associativa in crescita, di Edoardo Patriarca 58
Pauroso scontro a mezzanotte 60
Uno spazio aperto, di Mario Lugli 61
Immagini per la storia 65




I FATTI E GLI EVENTI
L’Azione Cattolica 69
La Missione dei Ragazzi 71
I Re Magi 73
Lo sport e l’U.S. “Carpine” 76
La “Coppa Scarabocchio”, di Stefano Discosti 81
Le “Olimpiadi Vitt” e il mitico Craveri 87
Il gioco 88
Una giornata ne Far West, di Fulvio Ferrarini 90
I campi gioco 93
Il Carnevale dei bambini 96
Gli scout 106

222 Sommario


In Val di Sella con l’animazione delle colonie estive 120
Il Cineforum 124
Il Festival Cinematografico per ragazzi 128
Il teatro 132
Rock Meeting, di Giovanni Marino 135
Turismo 136
Il Centro Giovanile “InChiostro” 139
L’Unitalsi tra i giovani 142
Progetto Kairos, di don Massimo Dotti 148



NEL DONO DI UN SERVIZIO
Mamma Cesarina 154
Volontari in tempi eroici (Paola e Gianni Battini) 156
Pippo e il doposcuola (Il maestro Marchi) 158
Il suo inseparabile mazzo di chiavi (Alfredo Malavasi) 160
“Se pulisce po’” (Primo Longo) 161
Un’innata laboriosità (Romano Rebecchi) 163
Con affabile semplicità (Ivano Covezzi) 165
Un ragazzo controcorrente, di Stefano Discosti 167
Lettere dalla caserma 169



NELLA VITA DI OGGI
Genitori all’Oratorio, di Maria Grazia Lugli 180
Domenica dopo domenica, di Mons. Gildo Manicardi 183
Avevamo tutto all’Eden, di Alberto Allegretti 185
Gratitudine, di Maria Cristina Bonato 188
Alberto, medaglia d’oro, intervista a don Alberto Bigarelli 189
La mia bici protagonista!, di Roberto Andreoli 191
Dossier Cerghin e i quattro del parco, di Fulvio Ferrarini 195
Fra poesia e storia, di Gian Pietro Cavazza 200
L’omelia e la macelleria di Gisto, di Roberto Cigarini 201
Chissà se si ricordano, di Carlo Alberto Medici 202
Mass media per l’educazione 205
Se le radici non muoiono 207



APPENDICE

Fondazione ACEG 210
Statuto 213
Cronologia presidenti e consigli 215
L’oratorio nella Chiesa italiana 216
L’oratorio: volontà del Papa 218

223

Finito di stampare nel mese di giugno 2007
presso tipografia Artpress - Rovereto s/S - Modena - tel. 059.672331


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