I fatti e gli eventi 99
Giuseppe Sueri (detto “Ursus”)
ed Elisabetta Dotti
al Carnevale della Spada nella Roccia.
Roberto Tusberti,
Lamberto Lugli
e Marco Formentini
raccontano la favola di Pinocchio.
100 I fatti e gli eventi
Dal Carnevale alla vita...
Alessandra Battini, crocerossina,
diventerà infermiera di professione.
Presentatore: Luciano Lugli.
101
Davide Forti nelle vesti del Passatore
Aldo Manfredi... familiarizza con i coccodrilli!
102 I fatti e gli eventi
Stefano Bertesi è Sandokan
Eccezionali maschere segnalate e premiate
al concorso progettato dall’Oratorio nel 1976
I fatti e gli eventi 103
La grande festa tradizionale
realizzata ogni anno
dal 1954 ai nostri giorni
104 I fatti e gli eventi
Un po’ di tutto per divertirsi al Carnevale 2007
105
Paolo Pettenati
si diverte
e diverte
a fare il clown.
Che bel trio
che viene dal bosco!
(Riccardo Siena,
Giulio Allesina,
Federico Sgarbi)
Una talpa
furbissima!
106 I fatti e gli eventi
Campestrin (TN) - Campo del Fiordaliso, 1965
I fatti e gli eventi 107
S.Antonio di Mavignola, 1961
Controllo sulla carta topografica
nella “Missione di squadriglia”
Nella foto:
Lino Colliva e Arturo Galletti
casione delle celebrazioni del Cinquantesimo a cura
Gli scout dell’Editrice Il Portico.
Il perché della scelta educativa scout. Per molti sarà
inutile una risposta. Da tutti è dato per scontato che un
educatore deve suscitare interesse per ciò che propone
agli educandi.
Gli scout del Carpi 1° hanno celebrato nel 2006 il “Domandatelo ai ragazzi” è uno slogan di Baden-
loro cinquantesimo anno di vita. Powell, fondatore degli scout, per dire la stessa cosa.
Queste pagine intendono fare brevemente una sin- Si accetta e si fa volentieri ciò che piace. Non sempre
tesi della loro storia offrendo notizie ed immagini ine- nei metodi educativi si è tenuto conto di questo, so-
dite ad integrare quanto, per ragione di spazio o di prattutto da chi considera l’educando un sacco da riem-
tempi utili per la stampa, non è stato possibile pubbli- pire di nozioni, di abitudini, di modi di vivere confor-
care nel libro “Una traccia nella storia”, uscito in oc-
108 I fatti e gli eventi
mi alla tradizione. scautismo è religioso o non è”.
Da buon cristiano affermava che la vera religione
Per Baden-Powell educare è “tirare fuori” da ogni consiste nell’amore di Dio e del prossimo: vera ed
persona ciò che c’è di buono, stimolando l’individuo unica strada per la felicità.
a portare le proprie energie al massimo potenziamento
per la formazione del carattere e in un clima di gioiosa Come si sa, l’originale proposta educativa di B.-P.
libertà. ebbe in breve tempo una sorprendente diffusione in
tutto il mondo. In Italia nacque l’ASCI (Associazione
Scout Cattolici Italiani), associazione confessionale che
Fascino ed efficacia educativa riconobbe nel movimento scout un valido strumento
d’educazione integrale. Dal punto di vista religioso fu
Può bastare qualche anno d’esperienza fra gli scout, considerato e accolto come mezzo di apostolato, uno
dove il metodo di B.-P. viene proposto ed applicato stimolo a vivere con lealtà e coerenza la propria fede.
con fedeltà, per riconoscere che vale la pena di dare
spazio ad un movimento così ricco di fascino e di In un oratorio che abbia disponibilità di educatori
efficacia educativa qual è lo scautismo. “abilitati” e disponibili, lo scautismo può avere il suo
Si tratta di un metodo integrale di formazione che spazio, dare uno specifico e singolare aiuto, per i va-
interessa tutto l’uomo, anche la sua fede religiosa. B.- lori che propone, alla crescita umana e cristiana della
P. ha esplicitamente affermato e scritto che “lo gioventù.
Il canto dell’Alleluia
109
Marcello Bertesi: un tentativo per volare!
110 I fatti e gli eventi
...un tunnel pericoloso! (Campo delle Prime Imprese - 1957)
I fatti e gli eventi 111
L’affermazione così significativa e rapida del Mo-
vimento non solo all’oratorio cittadino ma in tutte le
parrocchie della città sta a confermare l’interesse su-
scitato e la sua validità.
Questi ragazzi
allegri e scanzonati
Che cosa fanno questi scout?
Che cosa fanno questi ragazzi in uniforme che si
muovono ora con disinvoltura in ogni ambiente, un
po’ scanzonati e non sempre con perfetto stile?
Questi ragazzi stanno vivendo il tempo più bello
della loro vita. I più piccoli immersi, in familiare com-
pagnia con gli animali della giungla, nel mondo fan-
tastico della loro età; gli adolescenti, chiamati Esplo-
ratori, vivono il clima di esaltanti avventure, cimen-
tandosi in imprese che impegnano e valorizzano tutte
le loro risorse umane, finché il gioco si fa serio e la
vita viene affrontata nella realtà esistenziale: il
roverismo, l’ultima tappa dell’iter educativo.
Lo scautismo è chiamato “il grande gioco” perché
è suo fine sprigionare la gioia di vivere “il grande
gioco della vita”.
Per meglio comprendere il contenuto delle immagi-
ni contenute in questa pubblicazione è opportuno un
accenno ai valori contenuti nella Legge e nella Pro-
messa scout e le caratteristiche del metodo e dei mezzi
coi quali il Movimento intende raggiungere il suo
scopo.
· L’autoeducazione. Nelle attività scout il capo forni-
sce mezzi e occasioni di scelte, ma il protagonista
della propria crescita è il ragazzo stesso, secondo la
sua maturazione psicologica e la sua età.
· La dimensione comunitaria. La persona sviluppa le
proprie possibilità vivendo con gli altri un indispen-
sabile rapporto tra età e generazioni.
· La coeducazione. Ragazzi e ragazze vivono espe-
rienze educative comuni, seguendo precise propo-
ste che tengono conto delle realtà locali e personali.
· La vita all’aperto. Il contatto con la natura insegna
il senso dell’essenziale. Capi e ragazzi, nella vita
all’aperto, sperimentano il legame fra loro e la na-
tura come espressione di un unico disegno di Dio
creatore.
Sosta della sq. Leoni di fronte alla Marmolada
112 I fatti e gli eventi
· Il gioco. Esso è il momento educativo in cui, attra-
verso l’avventura, l’impegno e la scoperta, il ragaz-
zo sviluppa le proprie doti, cogliendo meglio i limi-
ti e le capacità personali.
La tecnica · Il servizio. Nel servizio, l’uomo si realizza nel “fare
la felicità degli altri”. Per gli scout è impegno gra-
duale, concreto, disinteressato e costante mettere le
proprie capacità a disposizione degli altri.
In breve la storia
del Gruppo scout Carpi 1°:
1955
Don Nino, dopo aver fondato lo scautismo a
Mirandola, inizia ad introdurre anche qui la proposta
scout. Inizia con sette ragazzi, tra cui Alberto Pettenati,
primo capo reparto, e Gian Carlo Forti, gi’ ritornati
alla casa del Padre. Alberto nel 1961 a S.Giovanni
Rotondo in una sciagura aerea mentre prestava il ser-
vizio militare in aeronautica. Gian Carlo nel 1976 al
campo d’aviazione di Budrione, colpito da infarto
mentre pilotava aeromodelli da lui costruiti.
1956
L’8 maggio 1956 vengono pronunciate le prime Pro-
messe, e in estate si svolge il primo campo, a
Campitello di Fassa, con una sola squadriglia di scout.
1966
Al Campo Regionale di Alfero (FO), le squadriglie
del Reparto del Carpi 1 vincono tutti i premi nelle
gare dei “talenti” (impresa “talent-o-rama”).
1970
Campo estivo a Lanusei in Sardegna. Nel giorno in
cui gli scout sono in visita all’isola, un incendio, pro-
babilmente doloso, distrugge completamente l’accam-
pamento.
1974
Paolo Reguzzoni impegnato
nella rifinitura L’ASCI e l’AGI, le due Associazioni Scout maschi-
alla base del pennone le e femminile, si fondono e creano l’AGESCI. Il Carpi
della bandiera. 1, fino a quel momento solo maschile, apre un Reparto
femminile.
113
Magia ed espressione
L’irresistibile mimica
di Lamberto Lugli
Mario Lugli e Nicola Catellani nella magia di Camelot - 1991
Fabrizio Michelini incoronato
Anche “Baloo” si sottopone
alle pittoresche acconciature
delle coccinelle
114
Il mondo fantastico
Il mondo fantastico,
rispondente alle esigenze psicologiche del fanciullo,
spesso è riproposto
nell’attività educativa dell’Oratorio.
Marcello Colliva nei panni di un Orco
alle Vacanze di Branco/Cerchio 2004
(Masen di Giovo, TN)
I fatti e gli eventi 115
Vita all’aperto
e tecniche di orientamento
Roberta Fiocchi
e Isabella Bertoni
in un’attività
di topografia.
116 I fatti e gli eventi
PROPOSTA EDUCATIVA
INSIEME:
LA COEDUCAZIONE
Lo scautismo, come è noto, sorse come movi- Si comprese fin dall’inizio che fare coeducazione
mento educativo per ragazzi e solo in tempi suc- non significava solo stare insieme, ma vivere una
cessivi si estese anche alle ragazze, prevedendo per precisa proposta educativa, offrendo ai ragazzi e
loro attività separate e specifiche. alle ragazze esperienze educative che permettesse-
Baden-Powell stesso rifiutava l’idea di ro loro un effettivo sviluppo ed una prospettiva di
“mascolinizzare” le ragazze ritenendo che si potes- complementarietà, con il massimo rispetta della per-
se offrire loro lo stesso metodo e gli stessi valori sonalità di ognuno, al di là di ogni ruolo artificio-
facendo appello al naturale spirito di immaginazio- samente costruito.
ne e capacità di appassionarsi di cui sono dotate.
In Italia l’ASCI (l’associazione maschile) e l’AGI Le cose non furono all’inizio facili. Stare insie-
(quella femminile) portarono avanti le loro attività me era semplice. Semplice non era avere animatori
separatamente fino al 1974. ben preparati ed attenti ai bisogni dei ragazzi e
Negli anni Settanta si incominciò, nello delle ragazze e in grado di offrire loro esperienze
scautismo italiano, a porsi il problema di riunire le valide e ben motivate da vivere assieme.
due associazioni e proporre definitivamente la Abbiamo imparato facendo e certamente abbia-
coeducazione. La scelta fu preceduta da un ampio mo ancora da imparare. In questo nostro mondo in
dibattito durato per anni e favorito dall’evoluzione costante e rapida trasformazione, dove si fatica a
del costume sociale che poneva con forza l’atten- parlare di valori, bisogna avere la saggezza del
zione alla condizione femminile e soprattutto alla discernimento e, con fede, lasciarsi illuminare dal-
necessità di dare una risposta educativa che potes- lo Spirito.
se, senza pregiudizi, offrire uguali opportunità
educative e di vita in comune ai ragazzi e alle ra-
gazze.
Maria Grazia Lugli, nel suo intervento su queste
stesse pagine, evidenzia le difficoltà dei rapporti
“ufficiali” che c’erano anche nel nostro ambiente
cittadino e la comprensibile attenzione con la quale
si seguiva il dibattito sulla coeducazione, mentre
da noi scout e guide vivevano ancora opportuna-
mente distanziati anche come sede associativa.
All’oratorio abbiamo vissuto negli anni Settanta
momenti di perplessità, riflessioni, come si andava
facendo un po’ ovunque, ma i problemi furono ri-
solti alla fine senza particolari traumi.
Quando in Italia il processo di rielaborazione
metodologica ebbe il riconoscimento ufficiale il
nostro Gruppo scout vi si adeguò prontamente. E
fu gioia grande!
117
La route: uomini e donne insieme,
per lo stesso ideale, sulla stessa strada,
in fraternità, per vivere e sperare
1981 1983
Il Comune di Carpi affida al Carpi 1 (Clan e Novi- Una ventina di scout e guide partono con il Contin-
ziato) la gestione dei 15 giorni di Colonia Estiva a gente Italiano per il Jamboree (l’incontro mondiale degli
Sella di Borgo Valsugana. E’ una delle prime esperien- scout che si svolge ogni quattro anni) ad Alberta (Ca-
ze in Italia di affido al volontariato di servizi pubblici nada). E’ il più alto numero di persone mai mandato
comunali. ad un Jamboree da un singolo gruppo scout.
118
1986
Il Carpi 1 supera i 300 iscritti, con due Branchi di
Lupetti, due Cerchi di Coccinelle, due Reparti di scout,
due di guide, due Clan di rover e scolte.
I Clan partecipano in agosto alla Route Nazionale
che ha riunito 13.000 ragazzi/e da tutta Italia, culmi-
nata con l’arrivo e il saluto di Papa Giovanni Paolo II.
1992
I Reparti partecipano ad un campo internazionale in
Gran Bretagna.
1996
Vengono inaugurate le nuove sedi del Gruppo, nel-
l’attuale ala sud dell’oratorio.
1997
Edoardo Patriarca, già scout e capo nel Carpi 1,
viene eletto Presidente nazionale dell’Agesci (fino al
2001).
1999
Don Massimo Dotti diventa A.E. del Carpi 1.
Don Nino Levratti (Assistente ecclesiastico del Carpi
1 dalla nascita del Gruppo fino al 1998) riceve
dall’Agesci l’Attestato di Benemerenza per l’opera
svolta in questi anni.
2001
Laura Lamma diventa Incaricata nazionale alla
Branca Lupetti/Coccinelle (fino al 2004).
2006
Il gruppo Carpi 1 festeggia i suoi primi 50 anni di
vita, con manifestazioni, conferenze, e un libro stori-
co-fotografico, “Una traccia nella storia”.
Il logo del Cinquantesimo del Gruppo Carpi I
119
S.Messa celebrata
da don Nino
ai piedi dell’Adamello.
Campo delle
Prime Imprese,
1958
Tempi
per lo Spirito
Edicola alla Vergine.
Campo
“El Hablador”,
1989
120
(da “Luoghi dell’infinito”, 2007)
Val di Sella è un luogo che disorienta: non è per-
In Val di Sella pendicolare alla Valsugana, ma compie una specie di
semicerchio su se stessa. E’ racchiusa fra l’ultimo cri-
con l’animazione nale dell’altopiano di Asiago e la dolce dorsale del
monte Armentera. La sua prima mappa fu disegnata
delle colonie estive solo nel 1761. Non c’è un paese, non c’è un centro,
non c’è una piazza. L’unica strada che la percorre,
sterrata solo fino a trent’anni fa, lascia alle sue spalle
1981 Borgo Valsugana e la valle del Brenta per scorrere ai
piedi di una dozzina di vette alte più di duemila metri.
Alla fine sfocia in un grande prato luminoso e si af-
faccia, come un balcone lontano, sui laghi di Levico
e di Caldonazzo. Gli inverni qui sono rigidi, le estati
fresche. In autunno i suoi colori sono da meraviglia.
Qui regna sovrana l’umidità, la pioggia è una compa-
gna assidua della sua solitudine: per questo la valle
I fatti e gli eventi 121
sfolgora sempre di un verde intenso. L’uomo, una volta · La prima: quella di cogliere l’opportunità, per
tanto, è stato saggio: in Val di Sella, valle stretta e certi aspetti unica, per testimoniare l’importanza del
piccola, appena seimila ettari (ma con tre milioni di volontariato come strumento irrinunciabile di promo-
alberi), vi sono seicento case. Sono solide ville rurali. zione umana, che consente il recupero dei valori di
Sono antiche casere trasformate in abitazioni o malghe solidarietà, di rispetto della singola persona e di atten-
di pastori e boscaioli diventate belle case di pietra: zione al più debole che le sole strutture pubbliche non
sono, quasi tutte, invisibili ai viandanti, nascoste da sono in grado di garantire nei servizi offerti, in parti-
una cortina di abeti e castagni. Sono i rifugi della colare nei settori dell’assistenza e dell’educazione.
gente di Borgo Valsugana. La valle è storia loro, sto-
ria di pastori e gente dei boschi. Fa parte del loro · La seconda motivazione, legata al ruolo educativo
cuore e della loro memoria. Nessuno vi ha la residen- che svolge l’AGESCI è la volontà di mettere a dispo-
za, ma i borghigiani salgono qui non appena hanno sizione dell’Istituzione Locale del tempo libero le tec-
qualche ora libera. Era così anche per Alcide De niche di animazione e l’esperienza educativa scout,
Gasperi, uno dei padri fondatori della Repubblica Ita- perché siano adeguatamente conosciute e valorizzate
liana: nato a Borgo, aveva casa in Sella. Pregava nella presso una più ampia fascia della cittadinanza. La no-
piccola chiesa dell’Assunta. Dicono che fosse il luogo stra associazione, presente a Carpi da oltre 25 anni e
che più amava al mondo. Vi morì in un’estate di molti conta oggi oltre 1.000 giovani associati, vuole costitu-
anni fa. ire un punto di riferimento per chi è attento alle
problematiche educative, in particolare genitori ed in-
Circa un quarto di secolo fa, il 3 agosto 1981 por- segnanti. Questa nuova esperienza ha ottenuto risultati
tava a termine un’impresa senza precedenti… la stam- positivi, grazie soprattutto all’impegno dei giovani del
pa locale ne diede ampio risalto e qualcuno si montò Clan, che hanno dedicato alla sua riuscita, altre all’in-
anche la testa… tanto da far risaltare la coincidenza tenso lavoro di animazione durante il soggiorno, an-
della data… appunto il 3 agosto 1981 con il 499° che una particolare cura nella fase di programmazione
anniversario della partenza del primo viaggio di Co- delle attività proposte ai ragazzi, tutte improntate su
lombo verso l’America. tipiche metodologie scout quali l’ambientazione fanta-
”Si licet parvis componete magnis”.. anche per il stica, il gioco, l’abilità manuale e le tecniche di espres-
nostro gruppo in quella data iniziò un’avventura densa sione. Le attività proposte sono state apprezzate in
di impegni e significati. Si trattava dell’animazione primo luogo dai bambini e poi dai genitori, ai quali
del soggiorno estivo (…cioè la Colonia ) comunale di sono state illustrate dettagliatamente in un incontro di
Sella di Borgo Valsugana. verifica. Anche l’Amministrazione Comunale ha valu-
A distanza di 25 anni, desta ancor curiosa meravi- tato positivamente il lavoro svolto e si è dimostrata
glia e per certi versi si colloca tra le esperienze più disponibile ad accogliere l’invito, rivolto dalla nostra
significative di un impegno del Gruppo Carpi 1 verso associazione, affinché siano date, nelle strutture locali,
la città. Rileggendo le motivazioni che allora indusse- più ampie prospettive al volontariato.
ro ad accogliere l’invito della Pubblica Amministra-
zione e i resoconti dell’attività ritroviamo argomenti
e spunti di riflessione che ancor oggi appaiono di grande A disposizione il nostro bagaglio
attualità. di esperienza educativa
Una situazione di contingenza ha portato il Comu-
Per testimoniare ne di Carpi a richiederci l’aiuto per gestire la Colonia
l’importanza del volontariato estiva di Borgo Valsugana. Abbiamo dato risposta
positiva dopo un’attenta valutazione di ciò che poteva
Il gruppo scout Carpi 1 partecipò nel 1981 alla ge- significare una tale esperienza. Avremmo dovuto met-
stione del soggiorno estivo comunale per bambini dai tere a disposizione il nostro bagaglio di esperienza in
6 ai 12 anni in Sella di Borgo Valsugana. Tale scelta, Campo educativo per un servizio utile alla cittadinan-
che in campo nazionale trovava pochi precedenti, mosse za, inoltre ciò avrebbe potuto aprire la strada per nuo-
da due principali motivazioni. ve e costruttive collaborazioni con l’Ente locale.
122
La casa delle vacanze, “Hotel Val Paradiso”,
Sella di Borgo Valsugana (TN)
Si può visitare nella valle un singolare percorso con decine di
opere d’arte che sono nate e vivono nel bosco
Per vent’anni qui sono saliti artisti di ogni
parte del mondo e, complice la natura,
hanno modellato, in armonia con la valle,
le loro opere. E’ stato davvero un miraco-
lo. Di quelli da beatificazione. “La valle
ha beatificato l’arte”, mi dice Gianmaria
Testa. E Mariano è stato “il manovale” di
questa arte: lui che parla con gli artisti, ne
scruta i disegni, capisce cosa hanno in testa
e allora trova i rami di nocciolo triforcuti
su cui Giuliano Orsingher, artista trentino,
vuole poggiare i suoi sassi scavati pronti a
diventare “Nidi di acqua” (nella foto).
(da “Luoghi dell’infinito”, 2007)
I fatti e gli eventi 123
Abbiamo precisato inoltre che il lavoro da noi com- Lungo questa linea si orientò il nostro intervento.
piuto come animatori, andava visto in un ottica di ser- L’aver creato un quadro generale, identificato nel viag-
vizio volontario, secondo lo spirito della nostra asso- gio di Colombo, dal quale trarre giochi, canti, bivac-
ciazione, quindi non soggetto a remunerazione. Il con- chi, racconti, passeggiate, lavori singoli e di gruppo,
tributo che il Comune ci avrebbe dato sarebbe andato osservazioni e quanto altro, deve proprio essere visto
alle iniziative educative del nostro Gruppo. Ci siamo come tentativo di far vivere in un mondo fantastico i
impegnati a fine colonia, a mettere in comune il nostro bambini…portandoli a scoprire una nuova dimensione
programma e la nostra esperienza con chi è interessato di sé stessi e delle loro reali possibilità…fondamentale
e lavora nel campo educativo… Vissuta l’esperienza, importanza in tale impostazione riveste la presenza e
in tutti i sensi molto positiva, è possibile ora fare una la figura dell’adulto…come colui che utilizza i mezzi
analisi anche delle difficoltà. Possiamo dire che il dei bambini, facendoli propri, ed entra nella loro di-
periodo di 15 giorni per il nostro lavoro, che si svolge mensione gioco-vita…Presterà molta attenzione ai sim-
durante tutto l’arco della giornata e senza turni di ri- boli usati. Alcuni elementi devono caratterizzare il
poso, è stato eccessivo… Compresa l’emergenza del- “mondo fantastico”…Innanzitutto deve essere un am-
l’esperienza di quest’anno per ragioni di Bilancio, biente giocoso, magico, in cui sviluppare la creatività:
auspichiamo che le basi per future collaborazioni sia- per essere reale ambiente di crescita deve avere come
no rivedute. Riteniamo che ancora il volontariato non sostegno uno o più racconti, conosciuti, inventati dagli
sia ancora adeguatamente preso in considerazione… Il animatori o dai bambini stessi. In essi il bambino ci si
nostro desiderio è, per il futuro, di essere inseriti in un può immedesimare con la propria fantasia. Deve infi-
progetto dell’Ente Locale che riconosca nel volontariato ne contenere agganci con la realtà in modo da lasciare
un valido supporto di una gestione dei servizi sociali al bambino la possibilità di esprimersi creativamente e
in cui i cittadini possano mettere gratuitamente e libe- nel medesimo tempo prestarsi alla possibilità di
ramente a disposizione le loro esperienze nei vari campi ambientazioni, di giochi, attività ludico-espressive e
dell’impegno civile. manuali. A tali requisiti ci sembrò rispondere il tema
d’ambiente scelto: il “Viaggio di Colombo”.
(Elaboratori del programma: Edoardo Patriarca, Fulvio
Un “mondo fantastico” Ferrarini, Chiara Pavesi, Ruggero Canulli)
per crescere gioiosamente
Il richiamo a Colombo, alle caravelle, l’inserimento
di tutte le attività ludico-educative proposte all’interno
di un ambiente, ha rappresentato…una scelta chiara
nel modo di programmare e gestire l’esperienza della
colonia…e…risposta ad una delle esigenze più pro-
fonde dei bambini: quella di vivere in un ambiente di
crescita in cui poter essere se stessi. Il bambino, che
vive in una realtà fatta a misura dell’adulto e deve…fare
propri i suoi modelli di vita, non riesce essere piena-
mente se stesso, ma spesso una miniatura di quello
che sarà da grande…ciò non risponde alle sue esigen-
ze… per mediare la realtà e rendersela più compren-
sibile, ha come unica alternativa la fantasia. Egli tra-
sporta nel gioco fantastico il mondo esterno e lo rende
a sua misura. La fantasia è quindi una delle capacità
del bambino che deve essere valorizzata. Indispensa-
bile diventa l’impegno e la volontà da parte degli
educatori di favorirla, utilizzandola come liberazione
da schemi e ruoli fissi.
124 I fatti e gli eventi
IL CINEFORUM
Per la promozione culturale
cinematografica
specifica competenza.
Quando si volle dotare l’oratorio di un cinema-te-
atro probabilmente si aveva un’idea riduttiva del suo Bisogna riconoscere che di strada se n’è fatta e che
servizio.
Offrire un “sano” divertimento ai ragazzi e alle loro lo spettatore oggi non si accosta al cinema passiva-
famiglie sembrava lo scopo primario. E poi i saggi, le mente. Ha imparato a mettersi in posizione critica. Sa
premiazioni, i concertini… le “recite” per educare al- leggere e giudicare. Il merito è del Cineforum, delle
l’espressione e al teatro. associazioni similari, delle pubblicazioni sempre più
diffuse e di grande spessore editoriale, che trattano di
cinema… e dell’esperienza, che è sempre “magistra
Ma presto maturò la convinzione che il cinema e il
teatro potevano, dovevano, essere mezzi per la tra- vitae”.
smissione di idee, per la proposta di valori: mezzi di Senza dimenticare la TV. Molti canali propongono
promozione culturale. e ripropongono i classici del cinema: opere vecchie o
nuove, spesso intelligentemente presentate, offrendo a
chi lo desidera la possibilità di allargare gli orizzonti
Il “Cineforum” nacque, appunto, per fare cultura
attraverso le opere più significative e di qualità che il della propria cultura cinematografica.
cinema stava, via via, producendo e presentando ad un
pubblico sempre più vasto. Qui di seguito il professor Alberto Cottafavi rac-
conta la sua collaborazione al Cineforum sottolinean-
do la metodologia “Taddei” che seguiva da moderato-
L’associazione del “Cineforum” nacque nella no-
stra regione e si diffuse presto in molte altre regioni re nei dibattiti cinematografici.
italiane che diedero vita ai cosiddetti Circoli del
Cineforum allo scopo di proiettare opere cinematogra- Proposte culturali
fiche di livello artistico, facendole seguire da dibattiti
per l’esame dei valori formali e contenutistici. e metodo Taddei
Il Cineforum di Carpi iniziò la sua attività nel 1970
e da allora ininterrottamente, ogni anno, propone ad Verso la fine del 1970 iniziai la mia attività di mo-
un numero sempre più numeroso di soci, programmi deratore di dibattiti al Cineforum di Carpi. Una prima
di opere cinematografiche prodotte e dirette dai più esperienza l’avevo fatta al Liceo Scientifico “M.Fanti”
grandi registi viventi e non. dove ero stato trasferito dal Liceo “Corbelli” di
Anche la nostra concittadina Liliana Cavani venne Pavullo. Gli studenti mi avevano chiesto di visionare
personalmente a presentare e a seguire il dibattito sulle il film “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo
sue opere… alcune delle quali considerate di altissimo Pasolini perché gli altri miei colleghi avevano decli-
pregio. nato l’invito ritenendolo “una patata bollente”. Io ac-
cettai, anche perché potevo consultare presso la bi-
Il Cineforum di Carpi, nel corso della sua attività, blioteca delle Comunicazioni Sociali dell’adiacente
per la ricchezza delle sue proposte, ha conosciuto oratorio cittadino recensioni e schede preparate da
momenti di partecipazione eccezionali. Tempi in cui ci P.Nazareno Taddei s.j., docente universitario, vero
si soffermava più sul tema proposto dal film che sui luminare nello studio del cinema e ideatore di una
suoi aspetti “formali”, l’esame dei quali richiedeva una personale metodologia di lettura strutturale del film.
125
126 I fatti e gli eventi
Gli studenti parteciparono con vivacità al dibattito egli è o non è riuscito a fare una proposta di valori
che ne seguì ed io potei considerare quella mia prima universali.
esperienza un qualificante successo. In seguito fui con- Ho accennato al “metodo Taddei” per sottolineare
tattato da don Nino, direttore dell’Oratorio e gestore come il Cineforum sia importante per difendersi da
del cinema Eden, per fare il moderatore ad altri dibat- proposte negative; come cogliere eventuali valori pro-
titi. Accolsero con me l’invito altri miei amici univer- posti; come giudicare se le opere proiettate siano di
sitari con i quali formammo un piccolo gruppo dispo- qualità oppure ambigue o qualunquistiche. Sono grato
nibile per questo interessante servizio. alla direzione dell’Oratorio cittadino per aver messo
Mi riferisco particolarmente ad Alfo Calzetti, il a disposizione degli studenti del Liceo una saletta di
quale in seguito si sarebbe laureato discutendo la prima una trentina di posti a sedere e debitamente attrezzata
tesi di argomento cinematografico in un Ateneo italia- per l’attività culturale cinematografica destinata a
no: “S.M.Eisenstein, il cinema come sintesi di arti in- piccoli gruppi e classi scolastiche.
dipendenti” (Università di Bologna, 1970). Chiudo ricordando altre attività nelle quali ho avu-
L’altro universitario era Armando Savignano, stu- to il piacere di collaborare, come il corso sulle comu-
dente nella facoltà di filosofia. nicazioni audiovisive autorizzato dal Ministero della
La passione per il cinema mi portò ad applicare Pubblica Istruzione per gli insegnanti ed effettuato in
con crescente impegno il “metodo Taddei”. Tale me- collaborazione con l'A.I.M.C. (scuola elementare) e
todo intendeva ricercare nel cinema: la cosa – il come l'U.C.I.I.M (scuole medie).
– il perché delle rappresentazioni secondo livelli co- Altro corso fu quello organizzato all'interno del
siddetti “taddeiani”, dal nome dell’autore. In sintesi Liceo Scientifico "M.Fanti" conclusosi con la diffusio-
bisognava conoscere la vicenda narrata, il metodo della ne di dispense sul "cinema come linguaggio" e "gli
narrazione e i “fondi mentali” o “comunicazioni artisti e gli artigiani del cinema nella creazione del
inavvertite” che solo spettatori criticamente consape- film", pubblicazioni all'avanguardia per quel tempo,
voli riescono ad avvertire, mentre lo spettatore psico- curate dall'amico Alfo Calzetti.
logicamente debole o meno avvertito può restarne vit-
tima con deleterie conseguenze nel campo culturale, Tutto questo avvenne certo per la disponibilità mia
morale e religioso. e di tanti altri collaboratori, ma anche per l'interesse
Solo passando attraverso queste tre fasi si può per- che il Cineforum di Carpi, primo circolo di cultura
venire alla quarta, cioè quella della cinematografica nato in città, aveva saputo suscitare
“universalizzazione” per conoscere l’idea centrale, o con la sua costante e qualificata attività.
tema, che il regista ha voluto esprimere e scoprire se
Dibattito all’Eden
I fatti e gli eventi 127
Dal 1970 attività ininterrotta Se il cinema è l’arte della finzione e dell’illusione, la musica
è un’illusionista dalle eccezionali risorse.
con serie di proiezioni a tema
Gli attori e la macchina da presa devono subire le limitazioni
su tutti i problemi imposte dalla bidimensionalità.
della società contemporanea La musica, ambigua e sfuggente per definizione, può rafforza-
re, accompagnare o persino contrastare l’impatto dell’immagi-
ne.
(da “Cinema”)
128 I fatti e gli eventi
Il Festival
cinematografico
per ragazzi
1958
L’oratorio aveva cinque anni di vita, quando si ci-
mentò in una iniziativa di notevole impegno. Il cinema
stava attraversando un periodo d’oro in Italia e nel
mondo. La sua incidenza diventava di anno in anno
sempre più rilevante sui costumi, sulla cultura, sulla
vita sociale ed economica.
La produzione e la diffusione dei film faceva fatica
a soddisfare la crescente domanda del mercato.
Anche nella nostra Diocesi non c’era parrocchia
che non avesse un locale di proiezione “a passo nor- Silvano Orlando,
male” o “ridotto” per offrire, soprattutto ai ragazzi, un protagonista di uno dei film presentati al Festival
sano divertimento a prezzi convenienti per chi dimo-
strava fedeltà ai propri impegni religiosi.
Non era però sempre facile reperire nell’ambito del
circuito commerciale film idonei alla programmazione
nelle sale parrocchiali. La scelta era regolata dal giu-
dizio di moralità che veniva dato da un’apposita com-
missione nazionale presso il Centro Cattolico Cinema-
tografico. Bisognava talvolta ricorrere a “tagli” per Da queste considerazioni nacque l’idea di una ras-
eliminare scene di violenza o di effusioni sentimentali segna cinematografica per favorire ed incoraggiare la
provocanti o comunque ritenute non educative. produzione di film particolarmente adatti ai ragazzi,
La produzione cinematografica aveva da tempo in- accettabili e positivi per contenuti educativi e di “qua-
cominciato ad immettere sul mercato film di impegno lità” dal punto di vista formale.
culturale sia per i contenuti come per gli aspetti for-
mali, ma che non sembravano interessare, fatta qual- Il cinema per ragazzi stava cercando il suo spazio,
che eccezione, il grande pubblico e tanto meno gli aveva un pubblico in attesa in tutto il mondo; grande
spettatori delle sale cattoliche. era anche la domanda delle famiglie per questo tipo di
Si avvertiva, comunque, sempre più il valore del divertimento che tanto fascino aveva anche per i mi-
cinema come mezzo di comunicazione delle idee e la nori. Ogni iniziativa poteva essere utile per incorag-
sua influenza sulla cultura e sulla vita sociale. giare i produttori ad offrire, attraverso il cinema, temi
Una realtà che gli educatori non potevano disatten- e storie di contenuto non soltanto innocuo od evasivo,
dere. ma di valenza educativa.
I fatti e gli eventi 129
Per un cinema film per ragazzi di buona qualità, provenienti da na-
con valenza educativa zioni diverse, in distribuzione presso una importante
agenzia cinematografica.
Promuovere un "Festiva internazionale del cinema I film furono raccolti e selezionati fra la migliore
per ragazzi" a Carpi poteva sembrare una proposta produzione mondiale. Tutti di vivida ispirazione uma-
ambiziosa e di scarsa incidenza nel circuito commer- na, agili, freschi, divertenti, animati da un soffio di
ciale, e di fatto lo era, ma lo scopo immediato che ci novità e di poesia, sorretti da una rigorosa realizzazio-
si proponeva era quello di porre all'attenzione del ne, capaci di interessare, appassionare, divertire e com-
pubblico del territorio, degli educatori particolarmen- muovere non soltanto il pubblico dei giovani, ma tutte
te, il cinema come mezzo di comunicazione di idee, di le categorie di spettatori.
valori e disvalori, determinante per una sana
impostazione educativa. Valeva la pena di rischiare e Il successo dell’iniziativa si deve attribuire alla me-
si partì, confortati anche dal consenso dell'ambiente ticolosa organizzazione, alla pubblicità capillare, al
scolastico che apprezzò l'iniziativa considerandola coinvolgimento degli operatori nel campo dell’educa-
opportuna e d'attualità. zione, delle scuole pubbliche e private, dei circoli di-
dattici e della Provincia, previo accordo con il Provve-
L'impresa fu facilitata dalla disponibilità di alcuni ditorato agli Studi.
Il pubblico in attesa davanti all’Eden
130 I fatti e gli eventi
L’iniziativa fu inoltre portata a conoscenza delle
autorità ad ogni livello, religioso e civile, locale e
provinciale.
La disponibilità da parte dell’Oratorio di una sala
cinematografica con 400 posti a sedere, accogliente e
dotata di strutture tecniche ottimali e di licenza a nor-
ma di legge, facilitò lo svolgimento della Rassegna
programmata per due settimane, dal 9 al 23 marzo.
Alla solenne inaugurazione della Rassegna chiama-
ta “Primo Festiva Internazionale della Cinematografia
per ragazzi” erano presenti le maggiori autorità della
Provincia assieme a tutto il corpo insegnante di Carpi.
Sono intervenuti: S.E. Mons. Prati, Vescovo di Carpi,
il vice prefetto dott. Morotti, il Provveditore agli Stu-
dio dott. Mario Santoro, il rettore del seminario Mons.
Antonio Gualdi, il direttore della Titanus comparti-
mento di Bologna, la direttrice didattica prof. Saffo
Bocchi, i presidi delle scuole e degli Istituti cittadini:
prof. Wanda Bonizzi, prof. Enzo Carapezzi, prof.
G.Battista Lenotti, prof. Carlo Bosco, il Commissario
di P.S. dott. Idilio Cilfone.
Dopo il saluto agli intervenuti da parte di don Nino
Levratti, direttore dell’oratorio, prese la parola il Prov-
veditore agli Studi ribadendo la necessità di condurre
i giovani verso un cinema educativo quale comple- Intervento del Provveditore agli Studi, Santoro.
mento delle funzioni della scuola. Sullo sfondo, mons. Antonio Gualdi
Mons. Gualdi tenne poi il discorso ufficiale esami-
nando profondamente il problema cinematografico,
l’influenza negativa o positiva sulla psicologia giova- Presente un attore protagonista
nile da parte del film, sottolineando la statistica dolo-
rosa degli aspetti negativi di mille film esaminati, in
programmazione nelle sale commerciali. La manifestazione fu allietata dalla partecipazione
Mons. Vescovo concluse formulando l’augurio che di un ragazzo, attore protagonista di uno dei film in
venissero raggiunte le finalità spirituali e morali del- programma, Silvano Orlando.
Una sala gremitissima di pubblico gli fece gran festa
l’iniziativa e auspicando che venissero presentati ai applaudendolo dopo la proiezione ed instaurando un
nostri giovani i film che esaltano le tre cose indispen-
sabili per una buona educazione: verità, bellezza e serrato dialogo fra i ragazzi presenti in sala e l’attore,
bontà. il regista e i suoi genitori.
Ci sarebbero tante altre cose da raccontare, ma basta
aggiungere che il Festival ha superato, per l’interesse
I film in programma, provenienti da diverse nazioni
e proiettati per tutta la settimana con grande successo suscitato, i confini provinciali e si è posto all’attenzio-
di pubblico e di intere scolaresche, sono stati: “Il mio ne insperata di altre città italiane che, informate dalla
paradiso” (Germania), “Nulla è dovuto al fattorino” stampa, hanno in seguito proposto “a casa loro” ana-
(Francia), “La meravigliosa avventura” (Svezia), “Alba loghe iniziative.
generosa” (Inghilterra), “Senza sorriso” (Spagna), Particolarmente gradito fu l’intervento del Papa che
“Lauta mancia” (Italia).
fece pervenire alla direzione dell’oratorio, attraverso il
sostituto Dall’Acqua, il compiacimento per l’iniziati-
va, inviando l’apostolica benedizione.
I fatti e gli eventi 131
Si può concludere affermando che il Festival diede
il suo piccolo apporto incoraggiando ed accogliendo le
proposte dello stesso mondo dello spettacolo interes-
sato naturalmente a creare un mercato con tutti i be-
nefici che detta produzione comporta.
Un bilancio
positivo e qualificante
L’esito finale della manifestazione, anche se non è
agevole e facile farne un bilancio, fu certo positivo e
qualificante; grande l’apprezzamento di chi ne fu par-
tecipe; favorevoli e lusinghieri i giudizi della stampa.
Un successo, dunque, che andò al di là di ogni più
ottimistica aspettativa e previsione.
Importava in modo primario che fosse recepito ed
accolto il messaggio. E cioè che il cinema è un mezzo
meraviglioso, ma va usato con saggezza.
Don Nino solleva
davanti al pubblico in sala
il piccolo Orlando
L’intervento del Vescovo,
Mons. Prati
132 I fatti e gli eventi
Essendo il teatro Eden dotato di un palcoscenico
idoneo per ogni tipo di spettacolo di media portata
Il teatro scenografica, ha strutture e licenza regolamentari.
Pochi sono stati i tentativi di costruire all’interno
dell’oratorio compagnie teatrali. Qualcuno ha avuto
anche successo, ma sono state esperienze sporadiche.
Il locale comunque non è stato inattivo.
Ha ospitato spettacoli teatrali ritenuti positivi per i
loro contenuti ed idonei ad offrire ai ragazzi e alle loro
famiglie “sano divertimento”.
Il cinema-teatro Eden, costruito in un primo tempo E’ restato un buon ricordo delle molte rassegne di
con essenzialità per scarsità di mezzi disponibili, nel teatro dialettale (quando in città la proposta non era
1970 fu completamente rinnovato con modifiche di ancora inflazionata) che sempre ha ottenuto gran suc-
struttura e di arredamento che ne fecero un locale di cesso di pubblico. Indimenticabili le interpretazioni del
prestigio rispondente alle esigenze di un pubblico di- modenese Grosoli ripetutamente presente sul palco-
ventato sempre più esigente. scenico dell’Eden con la sua notissima compagnia “La
funtaneina”. Sarebbe troppo lungo e difficile elencare
Dire “cinema-teatro dell’oratorio” significò per le compagnie provenienti da tutta la regione che si
molto tempo dire “locale per ragazzi”, di ultima cate- sono esibite sul palcoscenico che aveva intanto acqui-
goria. Non si più dire questo del cinema-teatro Eden. stato prestigio.
Resta il locale dell’oratorio, ma con una capacità di
accoglienza e con prestazioni funzionali e tecniche al A sottolineare l’efficienza della struttura, il teatro è
livello di tutti i locali della città. stato messo a disposizione anche per spettacoli di alto
livello qualitativo che hanno accresciuto il prestigio
del locale.
Non per questo il cinema-
teatro Eden ha perduto la pro-
pria identità. Ha continuato ad
essere disponibile per le ma-
nifestazioni, straordinarie e
non, dell’oratorio, come quel-
le effettuate in occasione del
Carnevale dei Bambini, dei
saggi del doposcuola, delle
premiazioni catechistiche di
fine d’anno.
Ha continuato ad essere a
disposizione della Chiesa lo-
cale tutte le volte che ne è
stata fatta richiesta per confe-
renze, assemblee, incontri di
studio, interventi di noti ed
importanti personaggi della
vita della Chiesa e del mondo
culturale.
133
Il Cinema Teatro Eden con allestimento scenico.
Foto nella pagina precedente: il celebre attore modenese Grosoli in una famosa commedia dialettale, “Al
Rezdor”, nella parte del protagonista. Grosoli dirigeva la compagnia modenese “La Funtaneina” che all’Eden
presentò diverse rassegne in lingua dialettale.
Il Teatro Eden ospitò anche spettacoli di prosa di Il Cinema Teatro Eden è soprattutto al servizio
alto prestigio con noti attori professionisti. dell’attività oratoriana: incontri, assemblee, iniziative
culturali e quant’altro promosso e programmato dalla
Per molti anni sono stati effettuati spettacoli popo- Direzione.
lari, con compagnie provenienti da tutta la provincia.
134 I fatti e gli eventi
La favola di Pinocchio presentata all’Eden
dai ragazzi dell’Oratorio
Enrico Bellentani nello spettacolo
“Alice nel Paese delle Meraviglie”
(Eden, 1982)
I fatti e gli eventi 135
che agonistiche e di competizione, semplice occasione
di incontro di festa tra giovani uniti da una comune
Rock Meeting passione per la musica e dagli ideali e speranze che
attraverso di essa si esprimono; tutto il “meeting” era
inoltre dedicato ad una causa di solidarietà ben preci-
sa, essendo l’utile destinato alle popolazioni del
Kurdistan, tramite la Caritas.
Prendete un’area al centro della città, dotata di due
cinema/teatro, ampi locali, alcuni equipaggiati con Le speranze, fortunatamente, non andarono deluse
dispositivi multimediali, altri adatti come ripostiglio e numerosi gruppi musicali aderirono all’iniziativa,
per gli strumenti o per sala prove, aggiungete: un sa- portando generi molto diversi tra loro, dal Rock al
cerdote con la passione per le varie forme d’arte; di- Blues, al Melodico. Se ne conteranno alla fine una
versi gruppi musicali più o meno esperti, “fai da te” o dozzina; per la cronaca questi i nomi: “I soliti ignoti”,
professionistici, in cerca comunque di uno spazio dove “Garage Band”, “Lynx”, “Filo-Sofia”, Alessandra
poter esibire le proprie qualità di fronte ad un pubblico Ferrari, “I nemici dell’igiene”, “Tramps”, “G. Paolo
“vero”; qualcuno che si occupi dell’organizzazione e Lancellotti Band”, “I Cappa”, “Rabs 99”, “The
alcuni sponsor. Ci sono tutti gli ingredienti che porta- Cleftones” e i “Criminals”.
rono negli anni ’90 e più precisamente nella primavera Anche la partecipazione di pubblico, in buona parte
del 1991, all’organizzazione presso il cinema teatro formato da giovanissimi, non si fece attendere e con-
Eden del “1° Rock Meeting”, nato come proposta un tribuì al pieno successo della serata; ognuno con i propri
po’ a sorpresa e sicuramente piuttosto avventurosa gusti e preferenze musicali ma tutti uniti nel valore
dell’ANSPI di Zona. universale della musica.
Uno degli aspetti caratterizzanti dell’iniziativa do- Penso che molti, quella sera, abbiano respirato un’at-
veva essere l’idea di “meeting”, cioè assenza di logi- mosfera diversa, quasi mistica, di profonda scoperta
delle proprie ricchezze interiori, immense e indefinibi-
li.
Fino all’ultima esibizione della serata.
Negli anni successivi, alla prima edizione ne segui-
rono altre due, confermando il gradimento di questa
iniziativa. Infine questa proposta venne ripresa e pro-
babilmente ispirò il raduno musicale “La palma d’oro”
organizzato, fino ai giorni nostri, alla vigilia della
Domenica delle Palme dalla commissione di pastorale
giovanile diocesana di Carpi.
Il Rock Meeting
sul palcoscenico
del cinema-teatro dell’Oratorio
136 I fatti e gli eventi
TURISMO
Per scoprire, contemplare
e impreziosire la vita
L’attività turistica non è compito specifico dell’ora-
torio, ma quella occasionale riveste importanza
educativa se attentamente finalizzata e preparata.
Nella vita oratoriana le “gite turistiche” nel corso
dell’anno hanno sempre trovato il loro spazio. Un’oc-
casione l’offrivano le vacanze natalizie e la fine del-
l’attività scolastica, quando la “grande gita” diventava
premio per chi, con fedeltà e impegno, aveva accolto
e vissuto la vita oratoriana.
Anche se quella era la finalità primaria, mai erano
disattesi gli aspetti culturali.
Era affidato ai collaboratori il compito di cogliere
ogni occasione per aiutare i ragazzi a vedere, a scopri-
re, ad ammirare le meraviglie naturali della nostra terra
e quelle prodotte dall’intelligenza e dal genio dei no-
stri artisti.
Itinerari e mete di cui si conservano ampie
documentazioni e che hanno lasciato indelebili e dol-
cissimi ricordi.
Sembra di rivivere il clima stupito, incantato, pre-
zioso dei viaggi turistici, nelle relazioni degli
accompagnatori, nei diari e negli elaborati scolastici
dei ragazzi, che ancora si conservano nella documen-
tazione oratoriana.
A Milano
“Quanto stupore sul volto… per i camminamenti
situati sul duomo di Milano… tra il miracolo delle
guglie che si potevano toccare, contemplare da vicino
nella varietà e nella straordinaria bellezza delle forme.
Quando la Madonnina d’oro, dalla guglia più alta, ri-
verbera la luce del sole… ti sembra là a portata di
mano… splendida… a proteggere la grande metropoli
dall’alto sembrava perdersi nell’atmosfera inquinata che
Il Duomo... che meraviglia!
la sovrastava…” (Paolo S.)
I fatti e gli eventi 137
Nelle foto:
- nell’acquario a Cesenatico,
in compagnia dei delfini;
- in visita al Duomo di Milano;
- a Grazzano Visconti:
le opere straordinarie in ferro battuto
nelle botteghe degli artigiani.
A Pisa
“La piazza dei Miracoli, il duomo, il battistero, la volo nella grande piazza che scendevano tra la folla
torre pendente. Come una visione onirica che si apre impavidi e si posavano sulle spalle, sulle braccia di
davanti a te. Come un sogno ad occhi aperti. Anche un chi offriva loro il mangime a piene mani. Ero molto
ragazzo che fatica ad esprimere giudizi oggettivi sul piccolo e l’incontro così familiare con i colombi, che
valore artistico di opere inestimabili resta incantato mi accarezzavano quasi con il battito delle loro ali,
dall’armonia del complesso architettonico… dai colo- resta il primo, piacevole ricordo.” (Stefano L.)
ri, dai toni, dall’aspetto quasi fiabesco dell’insieme…
dove sovrasta tesissimo l’azzurro del cielo.” Santuario Bocca di Rio
“A Bocca di Rio, dopo aver percorso tanti chilome-
A Grazzano Visconti tri sull’autostrada del Sole, siamo arrivati percorrendo
“I gruppi faticavano a stare insieme. Ci si perdeva una strada con arditi tornanti che solo con abilissime
a curiosare fra i negozi straripanti di opere artigianali manovre il nostro grande pullman riuscì a superare. Il
di ferro battuto, di vasi di rame con raffinati bassori- tempo non prometteva bene e faceva piuttosto freddo.
lievi e tante ceramiche coloratissime. Piacevole era Al piccolo, quasi disadorno santuario, sepolto nel ver-
salire e scendere per scalette consumate dal tempo, de del bosco, abbiamo celebrato, con attenta parteci-
correre per viottoli angusti, fra le cose dallo stile an- pazione, la Messa e appreso dall’intervento del Retto-
tico e pittoresco… Fermarsi alle fontane, toccare l’ac- re della chiesa la storia delle apparizioni e dei prodigi
qua che giocava con ritmati movimenti, scintillando ottenuti per l’intercessione di Maria e documentati da
alla luce del sole. E le gelaterie dove la sosta era per dipinti popolari, appesi alle pareti, a ricordare le gra-
molti d’obbligo… Il tutto quasi sepolto in un verde zie ricevute.
intenso d’antichi ippocastani, di frassini, di tigli a Una bella sorpresa ci attendeva all’uscita del San-
completare l’atmosfera di una località che non avresti tuario. Il vento aveva spazzato via le nuvole e un sole
voluto abbandonare mai…”. caldo e luminoso aveva dato vita, intorno, ad ogni
cosa… Ci voleva far vivere all’aria aperta una giorna-
A Venezia ta gioiosa e distensiva. Nel Santuario, prima di ripar-
“Ero ancora molto piccolo. Non mi ricordo di Ve- tire, fu doverosa una comune preghiera… per grazia
nezia le opere d’arte. I palazzi sì, grandiosi e splendidi ricevuta!” (un catechista)
che ammiravano i turisti di tutto il mondo. Anche le
strade, o meglio i canali, tra la case lambite dall’acqua Viaggiare è scoprire, contemplare, incontrarsi, co-
e le gondole variopinte che scivolavano veloci al rit- municare, godere delle meraviglie che ci circondano,
mo dei remi di abili gondolieri. Ricordo i colombi, in impreziosire la vita.
138
A Collodi in gita premio
A Firenze con
don Villiam Ballerini
assistente
I fatti e gli eventi 139
Nel corso degli anni, con la nascita in città di nuove
parrocchie, dotate di spazi per la ricreazione e la
IL CENTRO catechesi, l’attività dell’oratorio fu logicamente ridi-
mensionata, anche se le grandi strutture disponibili
GIOVANILE continuavano ad essere il luogo di convergenza per
iniziative pastorali a carattere cittadino e diocesano.
IN-CHIOSTRO Negli ultimi anni l’attenzione pastorale si è sposta-
Per un mondo giovanile ta verso i giovani, travolti da una crisi esistenziale,
che cambia umana e religiosa che è oggetto di riflessione e di
preoccupazione per le comunità parrocchiali, per il
consiglio pastorale diocesano, per i movimenti e i
gruppi giovanili, e per quanti si interessano di
problematiche educative.
L’idea di aprire nei locali dell’ACEG un centro gio-
vanile aperto a tutti i giovani della città ed anche delle
frazioni periferiche fu oggetto di studio e di riflessione
e alla fine considerato dai più un auspicabile tentativo
pastorale.
Si rendeva necessario un ambiente modernamente
attrezzato, con servizi di alto livello, con l’offerta di
mezzi tecnici e mass-mediali in grado di soddisfare la
domanda dei giovani del nostro tempo. Soprattutto
bisognava riflettere e decider come questo ambiente
bisognasse renderlo pregnante di valori.
A progettare, studiare statuti e regolamenti, illustra-
re ad eventuali collaboratori scopi e mezzi del Centro
Giovanile fu incaricato Edoardo Patriarca, il quale mise
a disposizione le sue risorse intellettuali e tutta la sua
esperienza e sensibilità di educatore.
Si prodigò generosamente e pazientemente a tenere
i doverosi, indispensabili contatti con Mons.Vescovo
Bassano Staffieri, con il consiglio pastorale diocesano,
per le consultazioni ed i suggerimenti utili alla riuscita
della nuova impresa pastorale.
Il circolo giovanile poteva disporre di nuovi ampi
locali completamente ristrutturati nell’ala centrale del-
l’antico chiostro di S.Chiara, a ridosso del monastero
delle suore Clarisse.
Fu denominato “In-chiostro”, nome originale con
riferimento alla sua ubicazione ma, a giudizio di mol-
ti, non felicissimo. Il richiamo alla macchia d’inchio-
stro che si suggeriva di mettere nel logo del Centro
140 I fatti e gli eventi
23 gennaio 1997
Inaugurazione
del Circolo ANSPI
“In-Chiostro”
Presenti:
- il presidente nazionale
ANSPI Mons. Pinna
- l’on. Giancarlo Lombardi
- Mons. Bassano Staffieri
Nella pagina a fianco:
altri momenti
dell’inaugurazione
Giovanile aveva un riferimento equivoco, ma fu scelto stagione per la pastorale giovanile. La posizione stra-
per il tocco di originalità che conteneva. tegica dei locali, l’assenza nel centro storico di un
luogo di ritrovo aperto e accogliente per i giovani, ci
Fu inaugurato il 23 gennaio 1997, con la partecipa- indusse a aprire questa avventura. Non senza qualche
zione di tutte le autorità cittadine. Presenti opposizione: c’è chi riteneva più urgente la scelta per
Mons.Vescovo, il sindaco, l’onorevole Giancarlo un impegno chiaro verso i poveri e gli emarginati.
Lombardi, ex ministro della Pubblica Istruzione ed ex Andammo avanti convinti che questa fosse una buona
capo scout, Mons, Pinna, presidente nazionale intuizione, che fosse “la normalità” della vita quoti-
dell’ANSPI (l’associazione alla quale il Circolo veni- diana della gran parte dei ragazzi il luogo da incon-
va aggregato), il consiglio dell’ACEG e una buona trare per una pastorale giovanile non residuale.
rappresentanza dei responsabili dei movimenti dell’ora- Ci proponemmo obiettivi ambiziosi, forse troppo.
torio e delle famiglie, invitati per l’occasione. Anzitutto la scelta dichiarata di fare animazione cri-
stiana attraverso il tempo libero: in quegli anni questo
Edoardo Patriarca così sintetizza le linee ispiratrici orientamento a molti sembrava una eresia, un perdere
del Centro Giovanile: tempo rispetto alla via privilegiata dell’ascolto e della
meditazione della Parola. Volevamo riprendere in for-
Ci vollero almeno due anni di discussione e di ap- me nuove l’intuizione oratoriana di don Bosco: lin-
profondimenti all’interno della Fondazione per arri- guaggi più vicini al mondo giovanile (musica, arte,
vare all’inaugurazione del centro giovanile In-chio- computer,...), un luogo di accoglienza e di amicizia, di
stro. Fu un periodo intenso e fecondo animato da un laboratorio intergenerazionale. La seconda scommes-
gruppo di giovani provenienti - quasi tutti - dallo sa era di aprire a tutti i giovani, indistintamente, in un
scautismo cattolico carpigiano. contesto cittadino disattento - come oggi, ahimè - alle
Come ricorda don Nino, si erano liberati i locali nuove generazioni, in una città povera di offerte e
occupati dalla scuola di formazione professionale, era- invecchiata. E poi il tentativo di costruire una rete con
no stati ben ristrutturati e si doveva decidere sul loro le altre realtà ecclesiali e non solo, per individuare
utilizzo. E così si apr il confronto, anche in diocesi, è alcuni obiettivi condivisi, un approccio a quei tempi
maturò la convinzione che si potesse aprire una nuova anticipatore: oggi il tema della rete è consolidato e
I fatti e gli eventi 141
largamente studiato da sociologi e ope-
ratori del sociale. E poi un luogo in
cui si incontrano adulti educatori, pre-
senze amiche e testimoni di un proget-
to di valori e di proposte di vita buo-
na; volevamo connettere l’esperienza
del centro giovanile con la vita quoti-
diana, non una esperienza fuori dalla
vita concreta, non un tempo organiz-
zato da altri ma un tempo di progetta-
zione, un tempo di amicizia, di appren-
dimento. Un luogo aperto ai giovani
della “normalità” piuttosto che tarato
solo sul disagio più estremo L’ultima
sfida si doveva organizzare uno spazio
di qualità, con buone attrezzature, un
luogo ben fatto e ben tenuto, una sala
lettura, un sala per gli audiovisivi,
computer, bacheche per i messaggi.
L’esperienza partì con entusiasmo
e tante speranze. Gli intoppi successi-
vi furono tanti: l’impossibilità a gesti-
re una struttura aperta tutti i giorni
fino a sera con il solo volontariato,
problemi di rumorosità e disturbo pro-
vocata dalla musica e dal bar. E una
sottovalutazione, come accade nei no-
stri ambienti per troppa generosità
degli aspetti economici e gestionali. Il
gruppo di animatori di adulti si assot-
tigliò nel tempo e costrinse la fonda-
zione a rivedere il progetto e a ridi-
mensionarlo nelle sue prospettive. Che
rimangono ancora attuali e profetiche.
Nuove proposte pastorali ed
educative, ma differenziate dalla pri-
ma, sono in atto all’oratorio, sotto la
guida di don Massimo Dotti, per con-
tattare i cosiddetti “lontani”, tutti colo-
ro che dopo la cresima hanno abban-
donato la comunità cristiana (Progetto
Kairos).
E’ doveroso ogni tentativo d’approc-
cio. La missione della Chiesa non si
ferma, per offrire ai “perduti” la possi-
bilità del “ritrovamento”, di un rinno-
vato, gioioso, incontro con Cristo.
142 I fatti e gli eventi
L’UNITALSI
tra i giovani
Accoglienza e collaborazione
L’Unitalsi solo indirettamente s’interessa di gioventù
e di educazione.
E’ nata per i malati, per assisterli, per portarli in
pellegrinaggio ai santuari mariani, per donare loro
motivi di speranza, per coinvolgerli in momenti di
spiritualità e capire il valore cristiano della sofferenza.
Ma l’associazione si è mostrata un’occasione stra-
ordinaria per offrire alla gioventù dell’oratorio valori
integrativi del progetto educativo.
Non disponendo di propri locali, l’Unitalsi fu ac-
colta per le sue attività, manifestazioni ordinarie e stra-
ordinarie, nei locali dell’oratorio. Riunioni del perso-
nale, incontri di catechesi, feste per ammalati, anziani
ed impediti, collaborazioni religiose con la partecipa-
zione del Vescovo, e tutto questo per oltre trent’anni.
L’ospitalità divenne ben presto collaborazione. Il
mondo della sofferenza, così lontano e disatteso dai
giovani, divenne motivo di attenzione e presto di col-
laborazione, prima occasionale, poi di partecipazione
attiva nel servizio a malati e disabili.
Nel 1968 partirono i primi scout in pellegrinaggio
a Lourdes, inseriti nel personale di assistenza e fu
un’esperienza che lasciò il segno, che stimolò altri ad
impegnarsi nella stessa attività straordinaria e gratifi-
cante. Esperienza che di fatto si è realizzata, di anno
in anno in modo sempre più accentuato, per la presen-
za di tanti amici in difficoltà, in cammino con noi.
Tanti scoprirono come la sofferenza vista da lonta-
no sia diversa da quella volontariamente condivisa.
E così i pellegrinaggi si arricchirono di momenti
eccezionalmente significativi ed educativi. A Lourdes
questo vivere e camminare insieme con chi soffre si
fece stupore e concretezza, fatica e tenerezza, dolore
ma anche felicità.
I fatti e gli eventi 143
Momenti eccezionalmente
significativi ed educativi
Sono cose difficili da raccontare, bisogna viverle.
Chi si fece più attento, confessò di essere andato in
pellegrinaggio un po’ per curiosità o per fare una sol-
lecitata straordinaria esperienza di servizio; ma poi,
sorprendentemente, scoprì che lì bisognava andare a
cercare “con gli occhi e con il cuore” Qualcuno che
si manifestava in modo inaspettato, nel volto dei pic-
coli, degli ultimi, dei sofferenti: “Qualcuno” che dava
un senso compiuto alla propria vita e al servizio per
gli altri.
Le prime esperienze di Lourdes, risalenti agli anni
Settanta, furono in questo senso deludenti, come pos-
sono essere deludenti ora, per chi il pellegrinaggio non
lo ha pensato, programmato, compreso nel suo signi-
ficato più vero.
Si considerava una Buona Azione “in grande”, espri-
mente una solidarietà straordinaria, a spingere
carrozzelle, a ripiegare centinaia e centinaia di coper-
te.
Il tempo della preghiera sembrava per gli altri, quelli
che non potevano lavorare o non avevano altro da
fare.
Veniva a mancare la ricerca dell’incontro personale
con Dio.
Ma si finì per capire che il tempo più prezioso era
quello donato alla contemplazione, all’Eucaristia ado-
rata, alle soste intime e struggenti davanti alla Grotta
per chiedere a Maria il dono della pace interiore, del-
l’affidamento al suo Figlio.
Per donare la propria tenerezza
e il proprio impegno
Ogni anno c’è sempre qualcuno che continua ad
andare pellegrino, ma con preparazione e con la con-
sapevolezza di ciò che è primario.
Per potenziare la propria fede e per donare, con
semplicità ed umiltà ai fratelli, ogni fibra della propria
tenerezza e del proprio impegno.
144 I fatti e gli eventi
I “Foulards Blancs”
Il pellegrinaggio offrì inoltre agli scout l’occasione La vita dei Foulard Bianchi è ispirata alla Carta
per conoscere i “Foulards Blancs”, comunità aderente della Comunità italiana Notre Dame di Lourdes, che
alla Communauté Notre Dame de France fondata dagli stabilisce i principi fondamentali e le norme che
scout di Francia nel 1926. regolamentano l’ammissione e l’appartenenza dei
Foulard Bianchi alla Comunità stessa.
E’ una comunità di servizio rivolta agli ammalati e
ai giovani per una interpretazione autentica e reale del I primi scout del gruppo Carpi 1° a farne parte fin
Messaggio di Lourdes. dal 1970 furono Ruggero Canulli, Franco Pantaloni,
Glauco Coccapani e Daniele Forti, ai quali si aggiun-
sero altri, come novizi, negli anni seguenti.
Purtroppo l’adesione non ha avuto la continuità che
si sperava. L’impegno a partecipare ogni anno ad un
pellegrinaggio a Lourdes, come prescrivono le regole
della Comunità, fu considerato impegnativo per gli
spazi da trovare nei propri impegni di studio o di la-
voro, per il costo dei viaggi e della permanenza al-
l’estero per alcuni giorni, totalmente a carico degli
stessi partecipanti.
Ciò non ha comunque impedito altre esperienze sal-
tuarie, individuali e di gruppo, secondo la disponibilità
delle persone, come la realizzazione da parte del Grup-
po scout di campi di spiritualità di route in sostituzio-
ne alle tradizionali attività estive.
Collaborazione
e comunione ecclesiale
All’oratorio la collaborazione continuava tutto l’an-
no secondo le necessità e le richieste dei responsabili,
e il coordinamento fu sempre facile, favorito dalla
presenza del sacerdote che era contemporaneamente
Direttore dell’oratorio e assistente dell’Unitalsi.
Esperienza di collaborazione e di servizio che si
dimostrò opportuna e valida per favorire la comunione
ecclesiale nel rapporto tra movimenti e associazioni,
la reciproca stima, il perseguimento, per strade diver-
se, del servizio alla Chiesa, nella fede fattivamente e
coerentemente vissuta.
Foto sopra a sinistra: Daniele Forti, Glauco Coccapani,
Franco Pantaleoni, Ruggero Canulli.
Foto sotto: Fulvio Ferrarini assiste... e sempre con allegria!
I fatti e gli eventi 145
Il Vescovo Mons. Tinti
dopo la Messa pasquale
per gli ammalati
Una Via Crucis a Chiampo (VI)
Festa per gli anziani
all’Oratorio cittadino
146 I fatti e gli eventi
Lamberto Lugli, Luca Melegari, Mario Lugli, Giorgio Coccapani, Stefano Discosti a Lourdes
Lourdes - settembre 2006
Giovani della Sottosezione
Unitalsi di Carpi
davanti alla
Basilica del Rosario,
dopo il servizio
agli ammalati.
Da sinistra:
Claudio Pizzi,
Sauro Bassoli,
Andrea Melis.
147
Carlo Medici
in servizio alla grotta
148 I fatti e gli eventi
della salvezza, il tempo in cui Dio interviene nella
storia dell’uomo, le dà ordine e la riempie di grazia,
PROGETTO un tempo quindi da cogliere, poiché capace di dare
senso all’esistenza. Pensiamo allora al nostro tempo e
KAIROS a quello dei tanti giovani che vivono nella nostra città
e diocesi: c’è un tempo da vivere come occasione
La vita dell’oratorio preziosa e irripetibile per crescere, un tempo da sco-
non si ferma prire e annunciare come ‘quello giusto’ per indirizzare
la propria vita, un tempo nel quale incontrarsi e acco-
di don Massimo Dotti gliersi, un tempo in cui camminare assieme e costruire
relazioni profonde, nelle quali trovare qualcuno dispo-
sto a sostenerti e accompagnarti lungo la strada. Da
questi piccoli, grandi spunti prende vita il “Progetto
Kairòs”: da qui ci si è sforzati di partire e verso questi
stessi orizzonti si cerca di andare, nella convinzione
che la realtà di oggi, e a maggior ragione la realtà
Il termine greco ‘kairòs’ significa letteralmente giovanile, ne abbia fortemente bisogno, perché il tem-
“Tempo”. Non esattamente il tempo inteso come lo po non sia percepito solo come lo scorrere delle ore,
scorrere dei minuti e dei secondi, ma un tempo pieno ma ogni momento sia propizio per vivere in modo
di significato, caratterizzato qualitativamente. Sarebbe significativo la propria esistenza alla luce della Spe-
più corretto parlare di “tempo giusto”, “tempo di gra- ranza cristiana. Ripercorrere il cammino svolto in questi
zia”, “tempo opportuno”. Il termine nel Nuovo Testa- anni è un riconoscere la grande mole di ‘tempo’, di
mento sta a significare che questo tempo è il tempo occasioni colte o create, ad opera di tanti educatori e
volontari che si sono alternati per permettere all’Ora-