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Progetto “Percorsi alla ricerca della Bellezza”
GLI ALUNNI DELLA CLASSE 1F
A.S. 2018/2019

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Published by progetti.digitali, 2019-09-27 17:52:01

LA BELLEZZA DELL' AMICIZIA NEL MONDO MEDIEVALE

Progetto “Percorsi alla ricerca della Bellezza”
GLI ALUNNI DELLA CLASSE 1F
A.S. 2018/2019

LA BELLEZZA DELL' AMICIZIA

NEL MONDO

MEDIEVALE



Istituto Comprensivo San Benedetto Centro Curzi

Progetto “Percorsi alla ricerca della Bellezza”
LA BELLEZZA DELL' AMICIZIA
NEL MONDO MEDIEVALE

GLI ALUNNI DELLA
CLASSE 1F

A.S. 2018/2019

INTRODUZIONE

Amicizia è creare legami decisi e duraturi che non si sciolgono di fronte alle
prime difficoltà. Essa è animata dall' affetto reciproco, dalla disponibilità a
condividere problemi, scelte. Il bello dell' amicizia è il rapporto con qualcuno
che non ti deve voler bene per forza, ma che cerca la tua compagnia perché sta
bene con te.
Nella nostra vita gli esempi sono numerosi: studiare insieme, giocare insieme,
parlarsi a fondo ed entrare in confidenza, aiutarsi nel momenti di difficoltà.
E' necessario anche un impegno nei confronti degli amici, sopportare i difetti
che ognuno di noi ha, ricordando che il primo bisogno di ciascuno consiste
nell' essere accolto.
L' amicizia è un sentimento antico come la storia. Numerosi sono gli esempi di
scrittori, filosofi, poeti che in ogni epoca hanno dedicato opere a questo nobile
sentimento.
Tra le storie di amicizia più celebri che abbiamo conosciuto quest' anno vi è
quella tra Achille e Patroclo, narrata da Omero nell' Iliade, e quella tra Eurialo e
Niso, giovani eroi pronti al sacrificio delle proprie vite in nome dell' amicizia,
raccontata nell' Eneide di Virgilio.
Anche noi abbiamo ci siamo divertiti a scrivere storie di amicizia molto
originali, perché sono ambientate nel periodo storico che abbiamo studiato
durante l' anno, Il Medioevo.
Dopo aver approfondito la conoscenza dell' epoca storica, abbiamo creato
ritratti di alcuni personaggi significativi e abbiamo provato ad immaginare
come si svolgeva la loro vita quotidiana, che tipo di relazioni sociali
coltivavano e quali problemi quotidiani dovevano affrontare.
Successivamente abbiamo scritto storie di amicizia che legano questi
personaggi per mettere in evidenza la bellezza dell' amicizia nel mondo
medievale, un bene prezioso e indissolubile, che richiede impegno, generosità,
condivisione e sacrificio di sé, anche tra personaggi apparentemente molto
diversi tra loro.

BUONA LETTURA A TUTTI!

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UN' AMICIZIA INASPETTATA

Il contadino Guiscardo, all’ età di trentaquattro anni, stanco di
lavorare per il suo padrone Pino Salimbeni perché non lo pagava
abbastanza, scappò dalla villa insieme alle sue figlie.
Vagando per il regno i tre giunsero presso una tenuta in campagna.
La villa era molto sfarzosa e quindi decisero di chiedere alle guardie
all’ ingresso se lì cercassero dei servi per lavorare nei campi. Gli
risposero di seguirli e li condussero dalla padrona della villa.
Arrivarono in una stanza ampia e piena di mosaici bizantini.
Elisabetta, la dama proprietaria della dimora, appena vide Guiscardo
e lo sentì parlare riuscì a capire che uomo fosse: apprezzava il lavoro,
accontentava le sue figlie cercando di renderle il più possibile felici e
cercava di non far sentire loro la mancanza della madre, morta a
causa di un male oscuro. Decise di assumerlo.
Elisabetta diede loro una stanza per trascorrere la notte e per
incominciare a lavorare la mattina seguente.
Guiscardo lavorava nella villa di Elisabetta ormai da un anno. Lei era
una dama molto ricca gentile con i servi perché era stata povera per
tutta l’ infanzia fino a che non aveva incontrato suo marito, morto in
battaglia. Notò che Guiscardo, anche se arrivato da poco, era più
ingegnoso nelle tecniche agricole. Osservandolo molto mentre
lavorava decise di conoscerlo meglio ie lo invitò a cena. Guiscardo
accettò e si presentò al convivio. Parlarono per ore raccontandosi le
proprie esperienze personali. I servi scoprendo che stava nascendo
un’ amicizia tra Elisabetta e Guiscardo, per gelosia, minacciarono
Elisabetta di non sottostare più ai suoi ordini. Lei non li ascoltò e
continuò a coltivare in segreto l’ amicizia con l’ uomo senza che gli
altri servi lo sapessero.
Finalmente aveva trovato qualcuno di cui poteva fidarsi anche nei
periodi di assenza. Guiscardo divenne infatti amministratore della
tenuta e essa divenne in breve la più prospera del regno.

Martina Acciarri e Claudia Mansaku

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Elisabetta

Elisabetta è una dama molto ricca e gentile. Vive nel periodo

della dominazione anglosassone in una grande villa in campagna
vicino Londra.
È magra ed è di statura media. Ha bei capelli castani, corti e mossi, gli
occhi sono verdi, la bocca carnosa, il collo è stretto e corto. Indossa
un abito molto particolare con delle maniche larghe ben decorate, e
si orna con dei braccialetti decorati d' oro.
Sua sorella si chiama Ginevra e vive in Inghilterra come lei.
Elisabetta ha perso il marito all’età di 31 anni perché è morto per una
malattia che si stava diffondendo all’epoca. È molto disperata fino a
quando non arriva a corte un contadino di nome Guiscardo. Una
volta che il contadino si è presentato ai servi che vivono nel palazzo,
va a conoscere anche la padrona Elisabetta. Appena presentati i due
iniziano a piacersi, ma Elisabetta pensando che l’amore non sia
corrisposto decide di allontanare Guiscardo. Grazie a sua sorella
riesce a scoprire che anche lui la ama e con la scusa di farlo tornare a
palazzo gli rivela i suoi sentimenti.

Martina Acciarri

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Guiscardo il contadino

Guiscardo è un contadino, è molto povero, ha due figlie e vive

con loro nel suo manso. La casa ha quattro stanze molto strette, la
più piccola è il magazzino dove ci sono tutte le riserve di cibo
ammucchiate tra loro. Qui la figlia maggiore, che per la maggior
parte delle volte prepara da mangiare, quasi non riesce ad entrare. La
moglie di Guiscardo è morta per un male oscuro.
Da quando ha perso l' amore è molto triste, pensa solo al lavoro e a
rendere felici le figlie.
Solitamente indossa dei pantaloni di straccio e una veste tutta
rattoppata. La sua corporatura è esile ed è molto alto. Non ha i
capelli perché il suo padrone rasa tutti i suoi servi.
Guiscardo all' età di trentaquattro anni, stanco di lavorare con il suo
padrone perché lo maltratta decide di fuggire e trova accoglienza
presso la villa della vedova Elisabetta. Qui dopo aver conosciuto tutti
i servi della dama si innamora della padrona. Purtroppo però capisce
che l' amore non può essere ricambiato in quanto appartengono a
due ambienti sociali diversi. In realtà anche Elisabetta si innamora di
lui e tra loro nasce l' amore.

Claudia Mansaku

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VIAGGIO AL NORD

Durante la terza crociata morì Federico Barbarossa, perciò il suo
esercito si disperse. Una piccola parte era comandata dai soldati Luigi
e Caio, due amici di infanzia, che in breve si ritrovano a decidere il da
farsi. Luigi e Caio proposero di intraprendere un viaggio verso le terre
del nord, gran parte dell’ esercito però sosteneva che era troppo
rischioso. Così l’ esercito si divise in due parti: una che voleva partire
e un’ altra che voleva tornare in patria, guidata da Alessandro, un
altro amico di Caio e Luigi. I soldati si riunirono per decidere cosa
fare. Caio esclamò: - Perché non volete partire? Alessandro rispose: -
Sarei pazzo a rischiare la pelle in questo modo! Intervenne Luigi: -
Alessandro, una volta tornato in patria troverai solo gente ingrata,
pronta a dirti che abbiamo fallito in questa crociata, tanto vale
allontanarsi dalla nostra patria. A Quel punto Alessandro affermò: -
Non voglio comunque venire! A malincuore vi lascerò andare a
vivere le vostre stupide avventure senza senso! Io e gran parte dell’
esercito torniamo in patria. Il giorno dopo accadde proprio quello
che si erano detti i capi.
Luigi, Caio e la piccola parte dell’ esercito che era restata con loro
partirono verso il nord, camminarono per chilometri e chilometri,
fino a ritrovarsi davanti un’ enorme distesa d’ acqua, l’ attuale Mar
Nero. L’ esercito non aveva altra scelta che rubare delle barche per
attraversare il mare, e così fecero. Una volta arrivati dall’ altra parte
ripresero il viaggio ma all’ improvviso vennero aggrediti dai briganti
che cercarono di derubare l’ esercito; molti vennero uccisi da questi
briganti. Ad un certo punto un malvivente colpì con la spada Caio.
Luigi scansò Caio si fece trafiggere al suo posto. Per fortuna la spada
non colpì Luigi in un punto vitale quindi riuscì a sopravvivere.
Una volta sconfitti tutti i briganti Caio cercò di medicare Luigi con un
medicamento ricavato dalle piante, come gli aveva insegnato un
monaco. Ogni notte che passava Caio piangeva pensando di perdere
l’ amico che non era del tutto guarito. Allora Luigi lo rassicurava
dicendogli che sarebbe andato tutto per il meglio. E così avvenne. Per
mesi e mesi non accadde nulla di troppo eclatante, quindi il viaggio
continuò come previsto, fino a quando non arrivarono nell’ attuale
Finlandia e lì incontrarono i temutissimi “uomini del nord”, che non

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volevano intrusi nel loro territorio. Tutti i soldati del piccolo esercito
di Caio e Luigi si travestirono fingendo di essere degli uomini del
nord. Il loro piano funzionò per qualche settimana, ma ad un certo
punto vennero smascherati traditi dal fatto che parlavano una lingua
differente, e vennero rinchiusi in prigione.
Luigi piangeva disperato e l’ amico Caio cercava di consolarlo
dicendogli: -Ti ricordi quando eri ferito? Io mi disperavo per te e tu
mi venivi a consolare rassicurandomi che sarebbe andato tutto per il
meglio. Ecco, anche questa volta andrà così. A quel punto Luigi smise
di piangere ed esclamò: -Ho un’ idea! Quando qualcuno entrerà a
darci da bere noi lo attaccheremo e fuggiremo. E così fecero.
Dopo essere fuggiti continuarono a vagare. Dopo mesi arrivarono alla
fine della penisola scandinava, nella parte che dà sul Mare del Nord.
Lì decisero di fermarsi per qualche mese, per riprendere le forze.
Fortunatamente una piccola comunità di pescatori li accolse in
modo pacifico e amichevole. I due amici trascorsero questo periodo
felicemente e quando decisero di tornare in patria non
dimenticarono mai l’ ospitalità ricevuta dalla piccola comunità del
Nord.
I due cavalieri vennero però di nuovo attaccati dai nemici e furono
uccisi.
I soldati sopravvissuti all' attacco riuscirono a tornare in patria e una
volta giunti, gli amici di Caio e Luigi costruirono un monumento in
loro onore.
Il loro amico. Alessandro si recava spesso presso la loro tomba e
cominciò a pensare che forse sarebbe stato meglio vivere una vita
breve come la loro ma intensa e soprattutto al fianco dei suoi più cari
amici, piuttosto che vivere una vita lunga ma piena di solitudine.
Alessandro un giorno si lasciò cadere in ginocchio e scoppiò in
lacrime ricordando Caio e Luigi.
Edoardo Zagaglia e Pierluigi Petrone

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Caio

Caio è un nobile spagnolo che ha preso parte alla seconda

crociata. Con il suo compagno d’armi Luigi, intraprenderà un viaggio
nel Nord Europa.
Caio è un ragazzo alto con una corporatura robusta . Ha il viso
incorniciato da un caschetto castano, uno sguardo profondo con
occhi marroni ,le orecchie a punta e un naso a patata . Le sue
guance sono paffute e colorite.
Ha un carattere aperto e solare ed è sempre pronto a fare amicizia
grazie alla sua simpatia. Per questo motivo ha molti amici come Luigi
e Federico Barbarossa (re di Germania). Si contraddistingue anche
per il suo altruismo e coraggio . In battaglia è un prode guerriero ed è
temuto dai suoi nemici per la sua abilità nel maneggiare le armi. In
battaglia indossa un' armatura di maglia metallica con delle
protezioni sulle braccia e sulle gambe . Al centro del petto spicca la
croce rossa , colore che contraddistingue i cavalieri spagnoli, che
simboleggia l’impegno del cavaliere per la difesa della religione
cristiana contro gli infedeli. A protezione della sua persona indossa
uno scudo e una lancia.

Edoardo Zagaglia

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Il cavaliere Luigi

Luigi è un cavaliere che ha preso parte alla terza crociata,

quella dei re. Dopo la morte del suo capo Federico Barbarossa Luigi, il
suo migliore amico Caio e l’esercito di Federico intraprenderanno un
viaggio.
Luigi è un cavaliere di corporatura grande, ha gli occhi verdi, le
labbra sottili, un naso normale e dei capelli corti e castani.
Questo cavaliere è molto simpatico e amichevole con gli altri anche
se in battaglia è spietato e uccide i nemici senza pietà. Luigi non
manca certo di difetti: a volte non si rende conto del pericolo e si
getta in situazioni molto pericolose per lui e i suoi amici.
Pierluigi Petrone

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LA STORIA DI FILIPPO AUGUSTO

Carlo Magno, primo imperatore del Sacro Romano impero, aveva un
aspetto bonario e gioviale, capelli folti bianchi, collo grosso e corto e
ventre prominente. Il sovrano infatti era robusto perché gli piaceva
moltissimo mangiare grandi quantità di carni. Questa era l' epoca
dell' arrosto e il re non riusciva a fare a meno di carni allo spiedo,
nemmeno quando gli venne sconsigliato dai medici perché malato di
gotta.
Il re era molto orgoglioso di essere un franco e si vestiva come la sua
gente. Portava biancheria di lino, braghe, una camicia e una corta
tunica e d' inverno un farsetto in pelle di lontra. Solo durante le
cerimonie ufficiali metteva la corona e si vestiva come gli imperatori
romani.
Carlo Magno apprezzava i bagni di vapore e si allenava nuotando.
Invitava ai bagni i nobili, gli amici e le guardie del corpo. Il suo
rapporto con la corte era fin troppo confidenziale per un imperatore,
ma lui aveva bisogno di essere circondato da molte persone.
Un giorno, alle porte delle terme, rimase colpito da un episodio. Vi
era un mendicante vestito di luridi stracci e magrissimo che chiedeva
l' elemosina. Molti passanti non lo degnavano neanche di uno
sguardo, fin quando si fermò davanti a lui un cavaliere ben vestito.
Quest' uomo gli fece molte domande e poi cacciò dal suo mantello

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una scarsella e gli diede cinque monete d' oro. Carlo Magno sapeva
che i cavalieri erano molto ambiziosi, così lo invitò ai bagni perché
gli voleva assolutamente parlare.
Il cavaliere rivelò a Carlo di essere figlio di un re. Era muscoloso e
aveva dei capelli biondi e lisci ed era molto generoso. Carlo Magno
decise di proporre al cavaliere di diventare la sua guardia del corpo.
Il generoso uomo, dopo il consenso del padre, fu onorato e dopo un
po' iniziò a prepararsi per la cerimonia dell' omaggio, in cui re Carlo
rendeva ufficiale il rapporto di fedeltà con i suoi collaboratori.
Durante il giuramento Carlo Magno posò la spada sul capo del
cavaliere, che era in ginocchio di fronte a lui. Unì le mani e le sue tra
quelle del re in segno di fedeltà. poi il re pronunciò le parole che
consacravano il cavaliere una guardia.
Infine Carlo gli consegnò l' armatura, una croce, e lo chiamò Filippo
Augusto. Venne nominato così perché Filippo significava "amico dei
cavalli", e Augusto perché il suo animo era nobile come quello di un
sovrano.

Marco De Angelis e Nicolò Lambertelli

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Filippo

Il mio cavaliere si chiama Filippo, è figlio del re, è alto, biondo

con gli occhi neri, le sue labbra sono carnose ma non troppo e la sua
corporatura è robusta, infatti ha un fisico muscoloso.
Possiede un cuore d'oro, è sensibile, gentile, umile ma sa anche
essere divertente.
Ha vinto molte battaglie, infatti è uno dei cavalieri migliori del regno.
Vive nel castello insieme a suo padre, il re, e con la servitù. Anche se
è il figlio del re è molto umile e aiuta sempre le persone in difficoltà
che vivono nel suo regno. La madre è morta quando era piccolo e
per lui la donna che si occupa delle faccende domestiche è come una
madre.

Marco De Angelis

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Carlo Magno

Carlo Magno, primo imperatore del Sacro Romano Impero dal

768 al 814 , ha un aspetto bonario e gioviale. Lo storico Eginardo lo
descrive con folti capelli bianchi e occhi molto grandi e vivaci.
Indica anche due difetti di Carlo: il collo grosso e corto ed il ventre
prominente. Il sovrano infatti è robusto perché gli piace moltissimo
mangiare grandi quantità di carni. Questa è l’epoca dell’arrosto e il re
non riesce a fare a meno di carni allo spiedo, nemmeno quando gli
viene sconsigliato dai medici perché malato di gotta. Odia però
l’ubriachezza tanto che bandisce dalle tavole gli alcolici, tranne nelle
feste solenni o in particolari occasioni.
Carlo è un igienista convinto e emana il “Capitulare de villis “ con il
quale impone regole precise per il benessere della comunità. Elenca
una serie di norme per le fattorie che riguardano l’aratura, la semina,

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la vendemmia, la manutenzione delle stalle, la cura dei vivai e la
pulizia . Inoltre impone la vendita dei prodotti in eccesso e, dalla
quota guadagnata, si deve garantire pasti sani e abbondanti ad ogni
famiglia di lavoratori.
Carlo è molto orgoglioso di essere un franco e si veste come la sua
gente: porta biancheria di lino, brache, una camicia e una corta
tunica. D'inverno si copre con un farsetto di pelli di lontra o di
martora. Solo durante le cerimonie ufficiali mette la corona e si veste
come gli imperatori romani.
Carlo Magno apprezza i bagni di vapore delle terme e si allena
nuotando. Invita ai bagni i nobili e gli amici e talvolta anche le
guardie del corpo. Il suo rapporto con la corte è fin troppo
confidenziale per un imperatore, ma lui ha bisogno di uomini che gli
stanno sempre vicino, delle sue figlie, dei suoi fidati, ma anche
dell’umile gente.
Per Carlo Magno è molto importante potersi fidare completamente
dei suoi collaboratori, così come dei suoi guerrieri. Per questo sente
il bisogno di rendere ufficiale il rapporto di fedeltà attraverso una
cerimonia pubblica detta “omaggio”. Chi presta l'omaggio si impegna

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a restare fedele al suo sovrano per tutta la vita e a combattere da quel
momento in poi per lui. Durante la cerimonia si inginocchia e mette
le mani giunte in quelle di Carlo che gli consegna così la sua forza e
poi pronuncia un giuramento solenne toccando i Vangeli.
Si può notare che Carlo è un uomo di grande spirito e per questo è
molto stimolato da Alcuino da York, monaco anglosassone e primo
filosofo del regno. Grazie ad Alcuino il re diventa molto consapevole
della sua autorità e dei suoi mezzi, tanto che si interessa anche di arti
lontane dalle sue competenze come l’astronomia e l’oniromanzia,
pratica religiosa per l’interpretazione dei sogni.
Carlo Magno parla la sua lingua, il “teotisco”, che assomiglia al
tedesco, conosce benissimo il latino e capisce anche il greco, ma
non sa scrivere. Tiene a letto sotto i guanciali tavole e fogli di
pergamena per abituare la mano e, quando ha tempo libero, prova a
scrivere le lettere ma, come scrive Eginardo, “intraprende questa
fatica troppo tardi e ne ricava poco".

Nicolò Lambertelli

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DALL' AMICIZIA NASCE UNA
GRANDE FAMIGLIA

Alberto, uno speziale che vive a Como con la sua famiglia, si deve
recare a Perugia per acquistare delle spezie provenienti dall' India.
Purtroppo è crollato un ponte e deve cambiare strada, e sceglie
quella più breve, che passa per Bergamo. Attraversando la città
scorge una finestra di una casa da cui è affacciato un uomo che
sembra malato. Alberto si avvicina alla casa, bussa alla porta ed è
accolto. Osserva l' uomo e deduce che ha la febbre alta, quindi si
mette subito all' opera e fa preparare alla moglie un infuso di aglio,
cipolla, peperoncino e chiodi di garofano, per fargli alzare le difese
immunitarie.
In seguito fa cucinare una minestra di pollo per fargli tornare le forze.
Di sera lo speziale riparte verso Perugia, visto che il contadino si sente
meglio ma quando sta per uscire di casa Alberto chiede il nome all'
uomo. Il malato risponde di chiamarsi Elio.
Il medico arriva a destinazione e, finalmente, compra le spezie dall'

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India.
Durante il viaggio di ritorno vuole controllare che il suo amico Elio
stia meglio, e infatti è guarito. Il contadino Elio si sente in debito con
lui quindi decide di coltivare le spezie per l' amico, perché i campi di
Alberto non sono abbastanza fertili.
Da questo momento iniziano a lavorare insieme e lo speziale divide a
metà il suo guadagno con il contadino.
Con in passare del tempo i due amici diventano ricchi e il figlio del
contadino e la figlia dello spaziale si sposano e grazie a questa unione
le famiglie resteranno per sempre legate e amiche.

Federico Strozzieri e Leon Nasuti

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Alberto

Alberto è uno speziale. Vive a Como insieme alla sua famiglia.

La sua casa si trova in cima ad una bassa collina ed infatti, intorno
alla sua casa ci sono delle grandi distese coltivate per ricavare spezie.
Vive in una casa dove al primo piano si trova una stalla che tiene
calda la casa. Si sale al secondo piano con una scala a chiocciola e lì
si trovano la camera da letto e la zona pranzo. Alberto è alto e
magro. Ha uno sguardo minaccioso anche se non lo è. I suoi occhi, i
capelli e la barba sono neri come la pece, inoltre ha anche un naso a
patata. È introverso infatti fa difficoltà a fare amicizie, solo quando si
sente a suo agio inizia un rapporto. È una persona molto
responsabile ed altruista, infatti il suo lavoro consiste nel portare
aiuto alle persone malate per farle guarire.

Federico Strozzieri

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Il contadino Elio

Il mio personaggio si chiama Elio, vive a Bergamo ed è un

contadino. Vive nella zona a sud perché questa città confina con la
Pianura Padana e lui, essendo un contadino, la può coltivare.
Vivendo in pianura, ha molto spazio ma la sua casa è minuta, visto
che è povero. L’abitazione ha un solo piano e tre stanze: una è la
camera da letto dove dorme con sua moglie e i suoi dodici figli,
l’altra è la stalla che serve, oltre che a tenere gli animali (muli e
mucche), anche a riscaldare la casa.
Elio, ogni giorno, va a pulire gli escrementi e a dare da mangiare ai
bovini. L’ultima stanza della casa è una zona pranzo piccola con
qualche sedia e un tavolo di legno.
Il suo pasto consiste in un piatto di verdure perché vicino casa ci
sono dei campi arati e pronti per essere coltivati.
Elio è molto alto, snello e carino. La sua pelle è bianca, un po’
pallida. I suoi occhi tendono al verde chiaro e il suo naso e la bocca
sono grandi; per questo, da piccolo, veniva preso un po’ in giro. Lui
veste con abiti semplici: una tunica fino alle ginocchia, degli stivali di
pelle ed un cappello di paglia fatto con le sue mani. Elio è un tipo
molto socievole e amichevole, gentile e generoso. A volte con il carro
e le merci va in città, nella piazza per vendere o anche comprare.
Quando si reca lì, ogni tanto incontra un suo amico, Matteo, ma, non
avendolo più visto da parecchio tempo, si è dimenticato di lui ed è
successa la stessa cosa a Matteo. Nel tempo libero Elio coltiva i campi,
controlla la stalla e, se c’è bisogno, si fa aiutare da sua moglie a dai
suoi figli a raccogliere la paglia con il forcone o a pulire.
La sua vita non è bellissima, ma Elio è felice così.

Leon Nasuti

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L' AMICIZIA FA LA FORZA

Scott ed Andrew erano due fratelli. Scott era un cavaliere coraggioso
che nella vita aveva affrontato molte battaglie. Era un uomo alto e
muscoloso e fin da piccolo si era preparato per diventare un forte e
valoroso guerriero.
Andrew era alto un metro e ottantotto e aveva bei muscoli e capelli
neri.
La loro infanzia non era stata molto felice perché avevano subito la
perdita dei loro cari genitori. Infatti per due anni di seguito rimasero
chiusi in casa per il dispiacere.
A ventun anni però ci fu una svolta nella loro vita: riuscirono a
diventare cavalieri grazie all' aiuto di un nobile parente. Fu in parte
una bella cosa e in parte no perché ad Andrew andò bene mentre a
Scott andò male. Andrew in battaglia vinse sempre, mentre Scott
perse molte battaglie e per questo motivo Andrew divenne il
cavaliere più importante. Il fratello infuriato e geloso andò a vivere
presso uno zio, un signore nel regno di Camelot. Da questo
momento in poi quando andavano in guerra non si aiutavano più.
Un giorno durante un conflitto importante Scott fu ferito gravemente
e scappò dal campo di battaglia per rifugiarsi in campagna.
Fortunatamente in quel luogo vi era un contadino che stava
coltivando delle erbe medicinali. L'uomo corse subito in suo aiuto.
Dopo aver medicato il cavaliere con erbe e protetto le ferite con delle
fasce di lino il contadino ospitò i due fratelli a casa sua. Qui Scott e

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Andrew conobbero le due figlie di Pino il contadino, Esmeralda e
Sofia, e se ne innamorarono subito. Andrew si innamorò di
Esmeralda, Scott di Sofia.
Esmeralda era più bassa di Andrew e aveva un bel fisico, i capelli
castani e lunghi. Sofia era un po' più robusta, con i capelli biondo
platino. Tra i quattro ragazzi nacque un' amicizia bellissima e in
seguito l' amore, infatti si sposarono. Il matrimonio si svolse nel
castello dello zio, dall' alto a guardarli c' erano i genitori delle ragazze.
La cerimonia e la festa di nozze furono bellissime; più tardi i due
cavalieri presero con sé le due fanciulle e decisero di costruire una
grande casa per le due famiglie, dove vissero insieme alla famiglia del
contadino.
Ora Andrew e Scott hanno trent' anni, Andrew ha tre figli, due
maschi e una femmina; Scott ne ha du . Il loro motto è "l'amicizia
crea una famiglia".

Andrea Caucci, Leonardo Collini e Alessandro Portelli

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Andrew

Andrew ha 30 anni e insieme a suo fratello Scott sono nella

cavalleria dall' età di 21 anni. Lui è alto un metro e ottantotto, ha i
capelli neri ed è molto muscoloso. Andrew indossa sempre l' elmo di
ferro in testa, dice che è un portafortuna poiché grazie ad esso vinse
un duello molto importante, che lo rese più valoroso di suo fratello.
Vive insieme ai suoi nonni mentre suo fratello con gli zii, poiché
hanno avuto una brutta perdita, la morte prematura dei loro cari
genitori. Loro non vivono insieme poiché sono in contrasto perché
Andrew è il cavaliere più valoroso.
Quando Andrew va in guerra indossa sempre il suo elmo di ferro,
una cotta di maglia, cioè una specie tunica metallica, dei guanti di
ferro e infine la spada e lo scudo con sopra inciso il suo nome.
Andrea Caucci

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Contadino Pino

Pino è un contadino che da piccolo non ha avuto una bella

infanzia infatti appena nato gli è morta la madre perché a quei tempi
c' erano molte possibilità di morire dopo un parto. Trascorre tutto il
tempo della sua vita con suo padre che come lui è un contadino e da
subito il padre gli insegna il mestiere. Poco tempo dopo l' orto è
diventato il migliore della città e ci guadagnano soldi.
Da un piccolo bambino diventa un uomo bellissimo, con i capelli
biondi, occhi azzurri, e la pelle chiara. È alto e né cicciottello né
magro ma è forzuto e muscoloso.
Pino vive con sua moglie e il bambino, prende esempio da suo padre
e inizia a far lavorare suo figlio e così la sua famiglia detiene il
primato del miglior orto.
Pino non prende solo esempio dal padre ma ha anche un buon
carattere: è un uomo umile, generoso, gentile verso il prossimo, non
si arrabbia mai perché è molto paziente ma è nello stesso tempo
severo con suo figlio, perché vuole che diventi una brava persona
come lui.

Leonardo Collini

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Scott

Scott è un cavaliere coraggioso che nella vita ha affrontato

molte battaglie. È un uomo alto e muscoloso E sin dall' età di otto
anni si è preparato per diventare un forte e valoroso guerriero .
Ha perso i suoi genitori quando era piccolo, per questo è andato a
vivere da uno zio, signore del castello di Camelot. Qui ha imparato
ad usare le armi e, già a tredici anni, è diventato un bravo scudiero.
Oltre ad imparare a leggere e a scrivere, Scott è diventato bravissimo
nel cavalcare e nelle tattiche di combattimento.
All’età di ventuno anni è arrivato finalmente il giorno più bello della
sua vita, l’investitura.
Scott viene svegliato al mattino presto dai servi, lavato e vestito con
una tunica bianca, un mantello rosso e una veste nera e viene portato
davanti al suo Signore. Qui avviene la cerimonia dell’investitura a
cavaliere, davanti a tutti gli abitanti del castello.
Ora Scott ha circa trent’anni ma ricorda ancora con emozione quel
giorno come pure la sua prima armatura cioè una specie di tunica
fatta di anelli di ferro collegati fra loro.
Negli anni seguenti l’armatura è diventata sempre più completa fino
a coprire tutto il corpo con una maglia metallica.
Ma l’ornamento di cui Scott è andato sempre fiero è il suo elmo,
grandioso e sormontato da un elegante cimiero.
Durante le battaglie inoltre Scott utilizza sempre il suo fedele scudo e
dei guanti molto resistenti.

Alessandro Portelli

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UN' AMICIZIA CASUALE

C' erano una volta due giovani che nel Medioevo si sarebbero
incontrati e tra loro sarebbe nata una grande amicizia e un' epica
avventura......
Il primo eroe era un giovane cavaliere chiamato Riccardo, un
giovane bello e forte, che ogni tanto donava ai poveri e odiava i
ricchi.
L'altro era un mugnaio che aveva perso i genitori. Si chiamava Peppe
e pensava a lavorare per guadagnarsi da vivere.
Un giorno Riccardo fu incaricato di scortare un mugnaio fino al
mulino per evitare assalti dei briganti. Lì conobbe Peppe che, rispetto
ad altri suoi colleghi, si dava molto da fare e guadagnava meno. Quel
giorno arrivò al mulino un nobile che iniziò a maltrattarlo, così
Riccardo sguainò la spada e lo fece scappare. Subito dopo il cavaliere
chiese a Peppe di seguirlo e di andare a vivere da lui.
-Avrai una vita migliore! Esclamò Riccardo.
-Grazie, sei la prima persona che posso considerare amico. Rispose
Peppe.
Passarono le giornate e ormai il mugnaio si era stabilito nella casa del
guerriero.
Proprio a quei tempi si era stanziato in quel paese Brando, un nobile
molto sanguinario che uccideva senza scrupoli i poveri. Egli entrò
subito in contrasto con Riccardo. I due un giorno si incontrarono ed
iniziarono a litigare. Brando mandò i suoi scagnozzi a combattere

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contro Riccardo. Peppe si accorse che Brando aveva anche rapito sua
moglie Ermengarda.
Così Peppe e Riccardo, i due buoni amici, partirono alla volta del
castello e pian piano riuscirono a trovare Ermengarda, ma in quel
momento la porta si spalancò e da questa uscì Brando
completamente armato e subito iniziò un aspro combattimento. Ma
Riccardo fu colpito ad una gamba con un colpo di spada e stanco si
accasciò a terra. Il malvagio nobile cominciò a deriderlo
preparandosi a pugnalarlo al cuore. Proprio in quel momento lo
salvò il suo amico Peppe che trafisse il prepotente.
I tre scapparono verso casa e continuarono a condurre la loro vita,
ma non si dimenticarono mai, negli anni a venire di quella
bruttissima avventura.
Giovanni De Blasio e Lorenzo Gagliardi

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Peppe il mugnaio

Peppe era un ragazzo molto studioso e gentile ma soprattutto

parsimonioso. La sua famiglia era benestante perché suo padre era il
proprietario della macelleria del paese.
Giuseppe non poteva chiedere di più: andava a scuola, giocava con i
suoi amici, ma la maggior parte della giornata la passava a studiare!!
Insomma, tutto andava bene fino alla morte del padre, l’uomo che
provvedeva al sostentamento della sua famiglia. Fu così che la sua
famiglia si impoverì sempre più e, per il ragazzo, arrivò il momento
di usare i propri risparmi per il cibo e per le medicine che servivano
alla madre ogni giorno sempre più ammalata … Non si poté evitare
neanche la morte della madre.
Per diversi mesi Peppe trascorse la sua vita a piangere e a dormire
per strada, al freddo, fino al giorno in cui capì che era inutile
piangersi addosso e che si doveva tirare su le maniche e darsi da fare.
Così, con il tempo e con la fatica, aprì un panificio e finalmente, con
il lavoro e l’indipendenza economica, tornò ad essere felice.
Lui, Peppe, era il robusto esempio del paese con la caratteristica di
indossare sempre quelle insolite bretelline. Per non parlare del suo
buffo viso con le folte sopracciglia, il naso a patata e le labbra
carnose. Poiché mangiava molto pane, Peppe era discretamente
grasso.

Giovanni De Blasio

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Riccardo, il cavaliere dal cuore d’oro

Riccardo è un cavaliere al servizio del re di Normandia e la sua

città natale è Rouen. Riccardo ha il soprannome di “Cavaliere dal
cuore d’oro” perché ruba ai ricchi per donare ai poveri.
E’ un giovane ragazzo di ventitré anni, di carnagione chiara e in
contrasto ha dei capelli corti, molto scuri di color nero corvino e i
suoi occhi sono azzurri come l’acqua delle sorgenti che si trovano
sulle vette più alte delle Alpi. Le sopracciglia sono attaccate agli
occhi. Inoltre possiede un naso a patata ed un bel fisico scolpito e
ben muscoloso. Il suo carattere è incandescente ed esplosivo, lui odia
i ricchi spesso prepotenti e arroganti con i più deboli, perché gli
hanno ucciso sua madre Francesca, una donna buona e caritatevole.
Infatti lui si batte per le classi più povere e dimostra una grande lealtà
verso i suoi amici e affronta ogni sfida con coraggio e senza paura.
Grazie a queste sue doti conquista l’amore della sua amata
Ermengarda, una ragazza molto bella di origini nobili e vivono
insieme nell’impero franco d’Occidente, aiutando i più bisognosi.

Lorenzo Gagliardi

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LE CLASSI SOCIALI NON HANNO IMPORTANZA

Un giorno, al giovane cavaliere Loris, proveniente dall' Inghilterra,
comunicarono che doveva partecipare ad una guerra sanguinosa
contro l' esercito scozzese. Lui, vivendo con la nonna ne parlò con
lei. La donna lo incoraggiò a partire ma non nascose al ragazzo la sua
paura per ciò che potesse succedergli. Loris le rispose che non
doveva preoccuparsi di ciò che sarebbe successo, sarebbe andato
tutto bene. Lasciò la nonna ed andò ad allenarsi prima della partenza,
prevista per il giorno seguente.
Il giorno dopo partì con il suo esercito per la Scozia e appena varcato
il confine del regno si trovarono davanti un paesino di campagna,
dove videro campi coltivati e qualche abitazione. Subito l' esercito di
Loris partì all' attacco ed ebbe inizio la guerra. Alcune persone
vennero rapite per portarle in patria dopo la guerra come schiave.

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Tra esse c'era una giovane contadina, Giovanna. Loris la portò con sé
presso la sua abitazione per farla lavorare come sua serva.
Felice di essere tornato abbracciò sua nonna e le presentò Giovanna;
le offrì del cibo, dell' acqua e un posto in cui dormire.
Vivendo nella stessa casa divennero amici e grazie a Loris Giovanna
ebbe una vita più felice. Qualche anno dopo l' amicizia si trasformò
in un sentimento più profondo e i due giovani si sposarono, ebbero
dei figli ed iniziarono una nuova vita insieme.
Giorgia D'angelo e Valentina Castelli

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Loris il cavaliere

Loris è un cavaliere e vive con sua nonna in Inghilterra. Lui è

robusto ed alto, le gambe sono muscolose, il viso è ovale. Ha capelli
corti, castani, gli occhi luminosi, un naso dritto e labbra carnose.
Loris è un ragazzo coraggioso ma anche un po’ testardo. Purtroppo
non ha più una famiglia perché i suoi genitori sono morti in guerra.
Perciò ha raggiunto sua nonna in Inghilterra.
Loris è gentile e generoso con chi è educato nei suoi confronti,
mentre con chi gli manca di rispetto è spietato.
Il lavoro per lui è molto importante e gli permette di avere le cose
utili e necessarie della vita.
Quando va in guerra è imbattibile soprattutto perché è riuscito a
creare una squadra di soldati affiatati, agili e forti. Vincere con lui è
impossibile.

Giorgia D'angelo

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Giovanna

Giovanna è una ragazza che fa la contadina. Vive con la sua

famiglia in un paesino di campagna.
Lei è magra, di statura media, ha un viso abbastanza tondo e ha i
capelli castani, lunghi, lisci e morbidi. I suoi occhi sono azzurri, furbi,
sereni e curiosi.
Giovanna è una ragazza semplice, molto socievole, ha un buon
approccio con gli altri e rispetta sempre tutti gli ordini che le
vengono dati senza alcun ritardo.
La sua famiglia dà a lei l'incarico di vendere alcuni ortaggi raccolti
nei campi perché, essendo una persona che ha un buon rapporto
con gli altri, riesce a vendere molto.
Valentina Castelli

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I DUE CAVALIERI

I due cavalieri, Luca e Lancillotto sono amici. Un bel giorno il re di
Spagna ordina loro di andare in battaglia per difendere il suo regno.
Così si allenano per diversi giorni diventando sempre più forti.
Quando arriva il giorno della battaglia Luca riesce a uccidere tanti
nemici mentre Lancillotto viene gravemente ferito alla spalla con una
freccia. Luca vedendo Lancillotto ferito lo prende e lo porta in salvo.
Passati diversi mesi Lancillotto si rimette in sesto e quando vede Luca
molto più forte gli chiede perché si fosse allenato senza di lui. Luca gli
risponde: -Non voglio vedere amici e cavalieri cadere in battaglia.
I due si abbracciarono e continuarono ad allenarsi insieme.
Dopo alcuni giorni Luca e Lancillotto tornarono in battaglia
conquistando il regno nemico.
Una volta vinto, tutto il popolo festeggiò con un grande banchetto.

Edoardo Cognigni e Rohit Cardelli

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