La vendetta di Elard. Ladri di corpi vol. 3, Alberto Bertoni
Non sentii nessun rumore, almeno all'inizio. Quello che mi svegliò fu una mano premuta con forza sulla bocca. Cercai di levarmela di dosso e in quel preciso momento una lama mi trafisse il cuore. Ricordo il dolore acuto e la sensazione di caldo per il sangue lungo il fianco. Lui estrasse la lama dal mio petto e mi colpì nuovamente. Lo fece molte volte, ma solo la prima fu veramente dolorosa, percepii le altre come in un sogno, mentre la mia coscienza abbandonava quel corpo esanime che tentava invano di gridare al mondo il suo dolore, mentre una mano sulla bocca glielo impediva. Ci fu un lungo attimo di incoscienza poi ripresi i sensi. Ero disorientato e scosso. Ci misi un po' per capire dove fossi, poi mi guardai attorno, lasciando che i miei occhi si abituassero all'oscurità. Mi sentivo le mani calde e bagnate, le guardai. In una stringevo un coltello, l'altra era premuta sulla bocca di un uomo ormai morto. L'odore di sangue riempiva la stanza.
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