COMANDI
PERSONALIZZATI
di E. Mosca
Foto Bonoragency‐Mosca
I tecnici BMW Motorsport hanno approntato una M4 DTM con comandi
speciali per consen re ad Alessandro Zanardi di correre nel round tricolore
di Misano. Vediamo di cosa si tra a.
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Incredibile Zanardi. Sempre in cerca
di nuove sfide. E questa non è per
nulla semplice, perché il campione
bolognese, appena terminato il
mondiale hand‐bike dove purtroppo
ha perso la maglia iridata, ha scelto di
debu are nel DTM in occasione del
round italiano corso a Misano. Una
categoria tra le più compe ve a
livello internazionale, sia per le
prestazioni delle macchine, in pra ca
degli auten ci proto pi, sia per il
livello dei pilo presen , tu super
professionis ingaggia dalle tre Case
presen : BMW, Mercedes e Audi. Parliamo di campioni molto esper della categoria e
pienamente affiata con la propria macchina, mentre il pilota bolognese ha dovuto
imparare tu o in due giorni di test a Vallelunga e nelle prove libere di Misano, oltre
tu o disturbate dalla pioggia. A questo si aggiunga che i tecnici BMW hanno dovuto
studiare e me ere a punto i sistemi e comandi speciali per consen re a Zanardi di
pilotare la M4 DTM. Peraltro guidando in modo completamente nuovo rispe o al
passato, quando aveva sempre u lizzato le protesi delle gambe. Insomma, una sfida
all’ennesima potenza. Che Zanardi ha affrontato con la solita serenità e al tempo stesso,
anche se dall’esterno potrebbe non sembrare per il tradizionale humor con cui
“condisce” le sue dichiarazioni, la tradizionale pignoleria e grinta. Un impegno premiato
con lo splendido quinto posto in gara 2, certamente favorito dalla strategia azzeccata ma
strappato con i den e o enuto in condizioni di pista davvero difficili. In una parola,
grande! E noi abbiamo approfi ato della corsa romagnola per conoscere nei de agli
com’è fa a la BMW M4 DTM, in generale e in par colare quella u lizzata da Alessandro
Zanardi.
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Proto pi traves
E’ sufficiente un semplice colpo
d’occhio, da vicino, per realizzare che
una ve ura DTM, a parte le
sembianze esterne, ha ben poco a
che spar re con il modello di ve ura
stradale che “replica”. In realtà si
tra a di veri e propri proto pi
carrozza , con un livello di
sofis cazione tecnologica molto alto
ma senza le diavolerie ele roniche
che limitano di fa o l’apporto del
pilota e fanno lievitare i cos
all’inverosimile. Proprio per limitare i
cos , il regolamento tecnico impone
alle tre Case impegnate nella serie
l’u lizzo di diverse componen comuni. A par re dal telaio, composto da una vasca
inferiore in composito “legata” nella parte superiore da una gabbia in tubi fissata in sei
pun , con stru ure di assorbimento d’urto integrate, anteriori, laterali e posteriori. Il
telaio è rives to da una carrozzeria, anch’essa in composito che contribuisce a
contenere il peso totale della ve ura con pilota a bordo in 1.031 kg, che richiama un
modello di ve ura stradale scelto dalla Casa. Nello specifico la M4, le cui linee sono
riprese nella parte superiore, a parte i passaruota generosamente allarga fino al limite
regolamentare, fino al mozzo ruota, so o il quale vi sono ampie modifiche per
incrementare il carico aerodinamico. Che peraltro da questa stagione è stato
limitato.
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Cos calmiera
Oltre al telaio, per contenere i cos il regolamento tecnico impone l’u lizzo di altre
parte comuni: impianto frenante, peraltro con l’u lizzo di massimo tre set di dischi e
nove set di pas glie a ve ura per l’intera stagione, alcuni elemen delle sospensioni,
cambio e differenziale, cerchi, spli er, fondo estra ore e ala posteriore. Anche i motori
sono con ngenta , per un massimo di o o a stagione per le sei ve ure schierate dal
Costru ore, così come sono o o i set di pneuma ci per weekend di gara.
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Guida “personalizzata”
Contrariamente a quanto fa o in
precedenza, nel WTCC e GT dove lo stesso
pilota bolognese aveva insis to per
frenare con la protesi della gamba, in
questa occasione i tecnici di Monaco
d’accordo con il pilota hanno realizzato dei
sistemi che perme essero di pilotare solo
con l’ausilio delle mani. Una scelta che
Zanardi spiega così: “al momento del mio
rientro alle gare le ve ure WTCC erano
dotate di cambio con leva manuale, perciò
la mano destra mi serviva per cambiare ed
è stato abbastanza scontato ado are quel
sistema. Poi durante la mia partecipazione
alla 24 Ore di Spa 2014 mi sono reso conto che con quel sistema non ce la facevo
fisicamente a tenere sulla distanza, infa feci solo un doppio s nt, perciò questa scelta
si è rivelata decisamente migliore. Così è vero che devo u lizzare parecchia forza per
frenare con la leva, ma fisicamente sono preparato per quello e inoltre senza le protesi
accuso molto meno affa camento derivante dal calore che c’è nell’abitacolo”. Gli
interven maggiori hanno riguardato l’applicazione di una speciale leva per frenare con
rela ve pompe e ripar tore di frenata, sul tunnel centrale, e l’adozione di una frizione
centrifuga in luogo di quella idraulica tradizionale. Per rendere meno fa cosa la
manovra di frenata il diametro dei cilindre delle pompe è stato rido o, in modo tale
da richiedere una forza di spinta minore: 70 kg in luogo dei tradizionali 100‐120 kg.
Inoltre, lo studio ergonomico dell’impugnatura della leva, oltre alla forza centrifuga che
in fase di frenata aiuta la spinta, contribuiscono a limitare la fa ca. Come per le altre
ve ure DTM c’è un freno di stazionamento, u lizzato per le partenze da fermo, che può
essere azionato sia premendo il tasto sul volante sia meccanicamente tramite la leva.
Infine, siccome normalmente la manovra di scalata si effe ua nella fase di frenata,
quindi con la mano destra impegnata ad azionare la leva del freno, nella parte alta
frontale della leva c’è un tasto che consente la scalata. L’altra modifica importante
riguarda la frizione centrifuga completamente automa ca, che apre e chiude
automa camente ad un determinato regime di giri del motore. Va de o che sulle
ve ure DTM la frizione si u lizza solo per par re e nel momento in cui ci si ferma.
Naturalmente la definizione dei regimi di rotazione appropria per l’azionamento della
frizione ha richiesto un me coloso lavoro di messa a punto. Obbie vo evidentemente
raggiunto, dato che nelle prove effe uate
i tempi di partenza sono risulta simili a
quelli o enu con la frizione tradizionale,
così come non ha dato i temu problemi
in caso di pista bagnata, che avrebbe
potuto favorire un eccessivo calo di giri
motore oppure un iniziale bloccaggio delle
ruote con conseguente stacco della
frizione. Per il resto, il volante riprende
quello già u lizzato da Zanardi sulle
ve ure GT, con un anello circolare
completo dietro la corona per accelerare,
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il cui movimento è controllato dagli stessi sensori del pedale dell’acceleratore standard,
quindi è stato applicato il tasto di azionamento del DRS e disa va i pomelli di
comando di ABS e Trac on control che, a differenza delle Gt3, non sono presen sulle
ve ure DTM.
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Aerodinamica limitata
Per la stagione 2018 c’è stata una limitazione dell’aerodinamica che ha comportato la
diminuzione del carico di circa un terzo rispe o all’anno scorso. A vantaggio dello
spe acolo, dato che i pilo possono me erci più del loro nella guida e hanno maggiori
possibilità di sorpasso. Le limitazioni hanno riguardato l’u lizzo di un solo “flick” (piccolo
flap) anteriore per lato, peraltro di dimensioni inferiori ai preceden , e la semplificazioni
dei canali laterali so o le por ere. Per il resto, le dimensioni dello spli er anteriore
sono comuni, ma ogni Costru ore può ada arne la conformazione ed i canali Venturi
inferiori. I tecnici di Monaco sono intervenu realizzando un ampio scalino centrale da
cui partono i canali Venturi che indirizzano il flusso d’aria sia alle pance laterali sia al
fondo estra ore posteriore. Anche l’ala posteriore è comune, regolabile a profilo singolo
con un flap superiore mobile con funzione DRS (Drag Reduc on System), azionabile dal
pilota (solo con gap inferiore al secondo rispe o alla ve ura che segue) per un massimo
di 36 volte a gara, che ritorna automa camente in posizione al rilascio dell’acceleratore.
Molto curata anche la fluidodinamica interna al cofano motore, per evitare effe di
portanza, e passaruota. L’ampia bocca anteriore alimenta il raffreddamento dei radiatori
sdoppia e dei freni anteriori, mentre dai “reni” centrali arriva aria ai due condo che
la convogliano al cassoncino d’aspirazione. Per evacuare l’aria calda vi sono due
aperture sul cofano motore. Dischi freni e montan sono carena con apposi cestelli
che favoriscono il raffreddamento ed evitano fas diosi vor ci. A inizio stagione le
componen aerodinamiche e meccaniche vengono omologate e successivamente non è
più possibile effe uare modifiche significa ve.
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Sospensioni, quasi, libere
Dallo scorso anno anche per le sospensioni sono sta
introdo elemen comuni, come le barre an rollio
regolabili su qua ro posizioni. Questo, unitamente alla
conformazione della scocca ed ai pun di a acco delle
sospensioni posteriori sul cambio, pur con una certa
libertà di movimento, ha determinato la scelta comune
dello schema push‐rod sui due assi. Tu avia l’ampia
possibilità di regolazione, come angoli di camber e
convergenza oltre all’altezza da terra, consente di
o mizzare le geometrie sia in funzione del tracciato su cui
si corre sia delle cara eris che del pilota. Altro elemento
comune sono gli ammor zzatori Mul ma c, piazza in
posizione orizzontale ai la delle testate motore
all’anteriore e sul cambio al posteriore, regolabili a qua ro
vie, in estensione e compressione alle basse e alte velocità,
con un terzo elemento che controlla l’affondamento della ve ura. Infine, un ulteriore
elemento determinante per rifinire la messa a punto è la pressione degli pneuma ci
Hankook (300/680‐18 anteriori e 320/710‐18 posteriori, su cerchi rispe vamente di
12x18” e 13x18”), molto sensibili alla variazione di temperatura dell’asfalto. L’impianto
frenante della AP Racing, anch’esso comune, è composto da doppie pompe racing, con
ripar tore di frenata, dischi in carbonio da 380 mm all’anteriore e 340 mm al posteriore,
rispe vamente accoppia a pinze monoblocco a 6 e 4 pompan . In caso di
surriscaldamento, l’impianto dispone di un sistema di raffreddamento supplementare a
liquido per le pinze anteriori, azionabile dal pilota per un massimo di due volte a gara.
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Potenza e affidabilità
Anche alla voce motori il regolamento me e dei pale
ben precisi entro i quali i tecnici possono muoversi:
archite ura V8 di 90°, cubatura massima 4.0 litri, qua ro
valvole per cilindro, albero a gomi pia o, valore
massimo della corsa 75 mm, bride da 29 mm ai due
cassoncini di aspirazione. Insomma, ai motoris non
rimane che lavorare di fino sui de agli meccanici, mentre
hanno maggiore libertà di programmazione della
centralina ele ronica Bosch, dovendo però fare i con
con la strozzatura all’aspirazione. Nonostante ques limi ,
i tecnici sono riusci a spremere dal V8 bavarese circa 500
cv a 7.800 giri/min, con una coppia di 515 Nm. Il cambio,
altro elemento comune, è un sequenziale ZF a sei rappor
con comando manuale, con scala di rappor unica ma sei
differen possibilità di rapporto variando la coppia conica.
Il differenziale autobloccante è di po meccanico, con
regolazione del precarico. Quindi, come de o, non c’è alcun po di controllo
ele ronico, tu o è nelle mani solo del pilota. E non per modo di dire nel caso di
Zanardi.
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