I RALLY
NEL DNA
di E. Mosca
Da tranquilla berlina media di tutti i giorni a reginetta dei rally.
La Opel Ascona può essere considerata tra le migliori
stradiste di tutti i tempi. Grazie alle sue doti di affidabilità e
sicurezza nella guida ha convinto quasi quattro milioni di
automobilisti, poi a conferma della bontà del progetto ha fatto
da base per una vettura di successo anche nei rally, fino alla
conquista del Mondiale Piloti con la Ascona 400 guidata dal
campionissimo Rohrl.
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Esattamente cinquant’anni fa Opel tornava nel segmento delle berline di classe
media, abbandonato una dozzina di anni prima con l’uscita di produzione della
Kadett più “elegante” venduta con il nome di Olympia. La Ascona rappresentava
la berlina sportiva con sbalzi ridotti, maneggevole e divertente da guidare, che si
collocava tra la Kadett e la Rekord delle quali riprendeva molte componenti:
dalla prima gran parte degli organi meccanici, dalla seconda il motore ridotto a
1.584 cc in versione normale da 68 CV e S da 80 CV, ai quali si affiancava un
quattro cilindri di 1.897 cc da 90 CV. La gamma fu ampliata nel 1971 con le
versioni Ascona 1.9 S e SR, quest’ultima con motori 1.6 da 80 CV e 1.9 da 90
CV, e per i motori più potenti fu disponibile una trasmissione automatica a tre
rapporti. Nel marzo 1972 la gamma motori, tutti monoalbero, fu completata da un
più economico 1.2 da 60 CV. Le sospensioni anteriori indipendenti avevano
ammortizzatori telescopici e molle elicoidali, mentre l’asse posteriore rigido era
dotato di due bracci longitudinali e barra Panhard. Alle versioni con carrozzeria
berlina 2 e 4 porte, base e lusso, fu affiancata una elegante station wagon
Voyage, con finiture esterne tipo legno, proposta anche in versione “lifestyle” 2
porte con tutta una serie di accessori per il tempo libero.
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Seconda serie anche diesel
Forte dei risultati positivi ottenuti
con la prima serie, venduta in quasi
700.000 esemplari grazie
all’affidabilità e comportamento
sicuro su strada, nella seconda
metà del 1975 fu lanciata la Ascona
B, più che altro una evoluzione
estetica, con un frontale modificato
e carrozzeria allungata di 20 cm a
vantaggio dell’abitabilità interna.
Novità anche per i motori, con un
1.2 di accesso da 60 cv e la
versione top 2.0 da 100 CV, ma
soprattutto con l’ingresso della
motorizzazione Diesel 2.100 da 58 CV.
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Trazione anteriore dalla terza serie
La più grande novità che caratterizzò la terza serie fu l’introduzione della
trazione anteriore, e con questa l’adozione dello schema McPherson per le
sospensioni anteriori, mentre al posteriore restò l’assale rigido pur se rinnovato.
La diversa disposizione degli organi meccanici consentì anche di aumentare il
passo, da 2.518 a 2.574 mm, senza variare le dimensioni esterne. I motori
benzina di 1.300 e 1.600 cc si confermarono ideali per la tipologia di vettura,
tuttavia fu successivamente introdotta anche una versione top 1.800 cc ad
iniezione da 115 CV, la prima Opel a montare un catalizzatore, e un Diesel 1.600
da 54 CV. Per dare un’idea del successo di questo modello, basti dire che ne
furono prodotti in totale poco meno di 4 milioni di esemplari.
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Protagonista nei rally
Mentre era ancora in
gestazione, sulla base della
seconda serie SR il reparto
sportivo Opel allestì alcune
vetture per i rally, dato che
nonostante i successi che
stava raccogliendo la Kadett
nei rally a Russelsheim erano
consapevoli che per
primeggiare a livello assoluto
fosse necessaria una vettura
più potente. Infatti, Walter
Rohrl e Jochen Berger al
volante di una Ascona iscritta
dall’Opel Euro Handler Team
conquistarono il titolo
Europeo vincendo sei delle otto gare in calendario. L’anno successivo, proprio
mentre stava per essere lanciata sul mercato l’AsconaB, Rohrl e Berger vinsero
il Rally Acropoli mettendo a segno la prima vittoria Opel nel Mondiale Rally.
Galvanizzati da quel successo, nel 1976 il reparto corse di Russelsheim
cominciò a sviluppare una “superAscona”, a trazione posteriore, da costruire in
soli 400 esemplari necessari per ottenere l’omologazione per le competizioni.
Per questo programma la Casa tedesca si avvalse della consulenza tecnica
della Cosworth, che sulla base del quattro cilindri della Rekord Diesel realizzò un
bialbero a 16 valvole di 2.410 cc, con doppi carburatori Weber 48 DCOE, che
erogava 240 CV. Al debutto, nel Rally di MonteCarlo 1980, l’Opel Ascona 400
ottenne un quarto posto con Andres Kullang, che vinse la gara successiva in
Svezia. Con l’evoluzione di questa vettura, Walter Rohrl e Christian Geisdoerfer
conquistarono il titolo Mondiale Piloti nel 1982.
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