OPERAMOBILE
di E. Mosca
La carrozzeria di un’auto come la tela sulla quale riprodurre
un’opera tra le più famose di Vincent Van Gogh: “Notte stellata”.
L’idea, un po’ folle un po’ artistica, è venuta a un ingegnere
inglese che l’ha realizzata insieme ad alcuni studenti dell’istituto
d’arte di Birmingham. E dopo avere visto la commistione tra
queste due tipologie di arte, l’appellativo ci è venuto spontaneo.
Ora questa auto si trova in Italia.
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Spesso quando ci riferiamo ad automobili d’epoca le definiamo degli oggetti
d’arte e, nella maggior parte dei casi, siamo certi di non esagerare. Perché ogni
automobile, dall’utilitaria che a fatica può raggiungere qualche migliaia di euro di
valutazione alla fuoriserie battuta nelle aste a colpi di milioni di euro, oltre che un
esercizio stilistico e tecnico e alla propria storia, rappresenta davvero un pezzo
di storia industriale, sociale e di costume di un determinato periodo e, magari, di
una nazione. Basti pensare al fenomeno Fiat 500, più volte definita “la vettura
che mise in moto gli italiani”. Perché al di là degli slogan è stato veramente così:
la piccola utilitaria torinese ha consentito a migliaia di italiani, la cosiddetta
“massa”, di potersi muovere in autonomia, favorendo l’aggregazione tra persone
anche molto distanti tra loro. Oltre che l’industria del turismo. Ma fatta questa
premessa generale, mai come in questo caso specifico ci viene automatico
parlare di opera d’arte. Anzi, dell’incontro tra due opere d’arte. Perché la Triumph
GT6 + protagonista di questo servizio, che già di per sé rappresenterebbe un
“pezzo” interessante, riproduce esattamente uno dei dipinti più noti e discussi
nella storia dell’arte: la “Notte stellata” di… tale Vincent Van Gogh.
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La preferita
Per contrastare il successo ottenuto
dalla MG B GT, nel 1966 la Triumph
Motor Company decise di realizzare
una coupè fastback partendo dal
proprio modello di successo Spitfire. Il
disegno fu affidato a Giovanni
Michelotti, anche se gran parte della
carrozzeria, tetto a parte ovviamente,
restava la medesima. Lo stesso dicasi
per la meccanica, almeno a grandi
linee. Perché la volontà di distinguersi
dalla concorrenza porto la Triumph a
sostituire il quattro cilindri (di 1.1 o 1.3
litri) che equipaggiava la Spitfire con un sei cilindri in linea. Però come spesso
capita il diavolo fa le pentole e non i coperchi, infatti i vertici della casa inglese
invece di puntare sul più moderno 2.0 litri della berlina inspiegabilmente
optarono per il più vetusto 2.0 litri della Vitesse alimentato con due carburatori
Stromberg, che non erogava più di 95 cv. Una potenza non esplosiva, ma tale,
considerato il peso della nuova vettura di 864 kg, da mettere in crisi l’assetto
della piccola GT. Una cattiva fama che soprattutto negli USA rappresentò un
freno alle potenziali vendite. Perciò nel 1969 i tecnici Triumph misero in cantiere
la versione MKII, conosciuta in America come GT6 +. La nuova vettura vantava
una sospensione posteriore completamente riprogettata, con nuovi
ammortizzatori montati anche all’anteriore. Inoltre, per rispondere alle sempre
più stringenti normative USA in materia di sicurezza, fu modificata la parte
anteriore. Gli interventi migliorativi riguardarono anche il motore, con una nuova
testata, albero a camme e collettori che contribuirono ad incrementare la
potenza massima a 104 cv, consentendo alla GT6 + di raggiungere una velocità
massima di 172 km/h. Anche gli allestimenti interni erano più curati, oltre ad una
ventilazione migliorata e nuova strumentazione. La Triumph GT6 + come quella
del nostro servizio, proveniente dagli USA, è rimasta la versione preferita dagli
amanti di questo modello, perché la successiva versione MKIII introdotta dopo il
1970 non riuscì altrettanto bene a livello stilistico, soprattutto nella parte
posteriore che non si integra così bene con il resto della vettura.
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Opera misteriosa
Il dipinto denominato
“Notte stellata” può esse
re considerato l’opera più
famosa di Vincent Van
Gogh. L’artista olandese,
vissuto dal 1853 al 1890,
nella sua breve ma
intensa attività, dato che
iniziò a dipingere a
trent’anni e morì a soli
trentasette dopo averne
vissuti diversi soffrendo di
frequenti disturbi mentali,
realizzò ben 864 tele e
più di mille disegni, che
rappresentano l’inizio
della sua espressione.
Tanto geniale quanto incompreso nella sua epoca, Van Gogh ha profondamente
influenzato l’arte del XX secolo. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, pae
saggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi e rappresentazioni di campi di
grano e girasoli. La sua formazione iniziale prese spunto dal realismo paesaggi
stico, ma successivamente l’artista viaggiò spesso tra l’Aja, Londra e Parigi, do
ve si trasferì nel 1886 scoprendo gli impressionisti. Da qui la svolta, completata
con il suo trasferimento nel sud della Francia: nella fase iniziale della sua attività
artistica, infatti, la sua tavolozza quasi esclusivamente colori cupi, ma da quel
momento in poi i suoi lavori furono influenzati dalla forte luce del sole tipica di
quelle zone. “Notte stellata” trasmette immediatamente il suo stile unico e negli
anni ha ispirato poesie, romanzi e canzoni, come la nota “Starry, starry night” di
Don McLean. Ed ora, come possiamo vedere, anche la livrea di un’automobile.
Eppure nonostante l’indubbia notorietà di questa opera, si conosce ben poco di
quali sentimenti nutrisse Van Gogh rispetto alla stessa, che contrariamente a
quanto avveniva per altre sue opere menzionò pochissimo nella fitta corri
spondenza che aveva con il fratello Theo. L’opera fu dipinta nel 1889, mentre
l’artista si trovava ricoverato presso una casa di cura a SaintRèmy in preda a
violenti attacchi della sua malattia che rendevano il suo comportamento asai
imprevedibile. Infatti, diversamente da molte altre sue opere, “Notte stellata” non
venne dipinta all’aria aperta, come solitamente amava fare guardando i soggetti,
ma a memoria. Negli anni molti critici d’arte hanno provato a interpretare le moti
vazioni che ispirarono questa particolare opera, stilisticamente simile a un’altra
opera altrettanto nota e d’impatto di Van Gogh: “Campo di grano con corvi”.
Forse, cercando di interpretare le spirali del tumultuoso cielo notturno si può
percepire il forte disagio che stava vivendo il pittore, fatto sta che il quadro tra
smette già al primo sguardo un forte impatto emotivo. E possiamo assicurare
che non è da meno “spalmato” su un’automobile. .
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Ispirato dalla passione
Ci sono invece note le motivazioni che hanno spinto un tranquillo ingegnere
inglese a realizzare, o meglio a far realizzare la sua idea, quella che abbiamo
definito una “operamobile” dato che si tratta del frutto del connubio tra due
passioni e commistione tra due opere d’arte. Paul Hemmet, ingegnere
termoelettrico insegnante presso un istituto di Birmingham che al suo interno
comprende anche una scuola d’arte, è da sempre appassionato di auto sportive
e in giovane età possedeva una scattante Triumph GT6 + alla quale era molto
legato. Poi, necessità logistico… famigliari avevano “costretto” il povero Paul a
sostituire l’amata GT6 + con una tranquilla berlina da passeggio. Ma a distanza
di oltre trent’anni, galeotto fu l’incontro durante un viaggio in USA con una GT6 +
che giaceva in stato di abbandono. Tanto bastò a risvegliare la mai sopita
passione e mosso a compassione Paul non potè fare altro che portarsi a casa la
“poveretta” per offrirle un sicuro riparo. Da buon appassionato, e ingegnere,
Mister Hemmet si mise di buona lena per rinfrescare l’aspetto a quella simpatica
vecchietta e restituirle lo sprint dei giorni migliori. Proprio durante la terapia, con
la scocca grezza pronta per la verniciatura ecco scaturire l’idea artistica,
propiziata dalla visita nel suo garage di alcuni studenti del corso d’arte.
Naturalmente la scelta dell’opera da riprodurre sulla carrozzeria della GT6 + non
poteva che essere rivolta ad un soggetto in grado di scatenare forti emozioni, ma
che allo stesso tempo si prestasse ad essere adattata alle sinuose curve della
coupè inglese mantenendo la rappresentatività del soggetto. Dopo varie prove
eseguite con un computer in grado di sviluppare un disegno tridimensionale, la
scelta cadde su “Notte stellata”. E dopo avere visto il risultato finale non
possiamo che essere concordi con quella scelta. Il gruppo di artisti… da garage
ha steso sulla carrozzeria grezza uno strato di fondo epossidico, carteggiato con
carta abrasiva a grana grossa per riprodurre sulla superficie della lamiera una
sorta di effetto tela. Quindi, seguendo esattamente lo sviluppo del disegno
elaborato dal computer, tutta la superficie è stata dipinta a mano, utilizzando
vernice per automobili. Al termine, verificata la correttezza della riproduzione e
lasciato il giusto tempo di essicazione e cristallizzazione della vernice, il “dipinto”
è stato coperto con uno strato di trasparente protettivo opaco..
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Arrivo in Italia
Ai giorni nostri è sempre più raro, ma a volte può capitare che giunga notizia del
ritrovamento in un mercatino di un’opera d’arte sconosciuta attribuita a tale arti
sta, oppure, restando in tema automobilistico, del ritrovamento nel classico fieni
le di un “pezzo” importante o semplicemente raro. Nello specifico, forse sarà
segno dei tempi, ma questo “ritrovamento” è avvenuto in rete, su Ebay, dove un
appassionato piemontese stava navigando alla ricerca di una Triumph GT6 +
con guida a sinistra. Conclusa la trattativa la macchina è stata recuperata e
portata in Italia. Sulle prime l’intenzione dell’appassionato piemontese era quella
di riportare la vettura nelle condizioni originali, ma dopo aver visto dal vivo que
sta “operamobile” le sue certezze hanno cominciato a vacillare. Lo stesso è
successo a noi. Perciò la scelta si presenta ardua. Purché non provi ad
appenderla al muro.
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