I 30 ANNI
DELLA “EVO II”
di E. Mosca
Compie 30 anni la 190 E 2.516 EVO II, un’auto molto importante
nella storia Mercedes.
La prima super sportiva della Stella, nata come base per la
vettura DTM, che diede il via al filone delle “high performance”
della Casa tedesca. L’ultima sviluppata internamente prima di
cedere il testimone alla AMG.
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Trent’anni fa, nel marzo 1990 al Salone dell’Automobile di Ginevra, debuttava la
MercedesBenz 190 E 2.516 Evolution II, lo stato più evoluto e potente della
prima “Baby Benz” high performance della Stella. La “EVO II”, come venne
immediatamente ribattezzata dagli appassionati, colpì subito i loro cuori perché
già al primo colpo d’occhio, con le linee muscolose e l’imponente alettone
posteriore che richiamava direttamente il mondo del motorsport, non lasciava
dubbi sul suo DNA.
Supercar esclusiva
D’altronde la compatta sportiva ad alte prestazioni della Stella era la versione
“street legal” dell’omonima vettura da corsa DTM, realizzata in soli 502
esemplari necessari per l’omologazione sportiva, rifiniti in metallo blunero. Una
vera supercar, esclusiva anche nel prezzo, perché la 190 E 2.5 EVO II costava
130.000.000 di Lire, tre volte tanto la 190 E 1.8 che aveva meno della metà dei
cavalli (109), nata per conquistare un target molto più giovane di clientela
rispetto a quello tradizionale della Stella.
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Aerodinamica estrema
L’alettone posteriore, che rendeva
immediatamente riconoscibile la “EVO II” fu
sviluppato dall’ingegnere aerodinamico
Rudiger Faul, del centro sviluppo Mercedes
a Sindelfingen, insieme al professor
Richard Lapple dell’Università di Stoccarda,
per ottimizzare la deportanza stabilizzatrice
sull’asse posteriore (fino a 57,1 kg). L’ala
infatti aveva un lembo retrattile sulla
traversa superiore e nella parte posteriore
inferiore poteva essere inclinata, mentre lo
spoiler anteriore poteva essere regolato
longitudinalmente in due posizioni, fino ad
ottenere una deportanza di 21,2 kg.
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Cuore generoso
Anche il “cuore”, il quattro cilindri M 102
superquadro, era stato ulteriormente
sviluppato rispetto alla versione EVO I, con
una corsa più corta (82,2 mm) e un
alesaggio maggiore (97,3 mm), catena di
distribuzione Duplex, bielle più leggere e
quattro contrappesi all’albero motore
invece di otto, per un risultato finale di 235
cv a 7.700 giri/min. A completare il
pacchetto sportivo, ulteriori irrigidimenti al
telaio e ruote di diametro maggiore (17”)
proprio in vista dell’impiego nel DTM. Per
l’impiego sportivo nel DTM il quattro cilindri
M 102 è stato ulteriormente evoluto dal reparto sviluppo Mercedes, l’ultimo prima
che questo compito venisse assunto da AMG, fino ad erogare una potenza di
373 CV.
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Successi a raffica
La EVO II DTM mantenne le aspettative in ambito sportivo, debuttando in gara il
16 giugno 1990 sul Nordschleife del Nurburgring. La prima vittoria, firmata da
Kurt Thiim, arrivò il 5 agosto 1990 sul tracciato di Diepholz, mentre Klaus Ludwig
nel 1992 vinse il titolo DTM davanti a Thiim e Schneider, in una stagione in cui la
EVO II vinse 16 delle 24 gare in calendario.
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