STORIA DI UNA GIULIA GT,
DAL FIENILE ALLA PISTA
PARTE 2 MOTORE di E. Mosca
QUOTA 100
Ripercorriamo la preparazione, in versione Gr. 2, del motore della
Giulia GT della nostra storia, eseguito da Leonardo Mattia con la
collaborazione di un tecnico ex Alfa Romeo ed i consigli di alcuni
specialisti nella preparazione dei motori del Biscione. L’obbiettivo
fissato per questa prima fase è stato raggiunto.
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Magari leggendo il titolo ai più potrebbe venire in mente che stiamo parlando di
pensione. Invece parliamo di cavalli, motore. Già perché fin dagli anni Sessanta,
periodo in cui il motore Alfa Romeo 1600 (per precisione 1.570 cc, codice
AR00514) fu montato sulla Giulia e sulla versione GT, l’obbiettivo di ogni bravo
preparatore che metteva le mani su questo bialbero del Biscione era quello di
riuscire a superare i 100 CV/litro, che per un millesei significano 160 CV. Come
detto nel servizio di presentazione del progetto “Storia di una Giulia, dal fienile
alla pista”, tutto è partito proprio dall’idea di preparare un motore GT 1600 da
corsa in versione Gruppo 2, una sorta di sfidacollaborazione nata dall’incontro
su Facebook tra Leonardo Mattia e un tecnico che in quegli anni aveva lavorato
al reparto esperienze motori della casa di Arese. La curiosità è che data la
distanza abitativa tra i due, gran parte della fase progettuale si è svolta
telefonicamente. Tanto che volendo parafrasare la nota pubblicità potremmo dire
che una telefonata magari non ti allunga la vita ma, nello specifico, ti aumenta i
cavalli.
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I consigli dell’esperto
Il momento decisivo, però, è
segnato dall’incontro con lo
specialista Santino Balduzzi. Il
regolamento tecnico Gr. 2 fissa
precise specifiche per diverse parti
meccaniche del motore che
devono restare originali. Tra
queste le bielle, che possono
essere sottoposte a diverse
lavorazioni, alleggerimento e
bilanciatura, e trattamenti, come la
pallinatura, ma non sostituite con
altre di nuova generazione. Del
tipo ad H per intenderci. Il
preparatore lodigiano assicura a
Leonardo Mattia che le bielle originali Alfa Romeo sono le migliori, oltre che
perfettamente in grado di resistere alle sollecitazioni di un motore da corsa.
Consigliando allo stesso tempo di trovarne di nuove da lavorare. Questo si può
considerare un buon punto di partenza, che sgombra il campo su dubbi in
materia. E qui arriva anche una botta di c… fortuna, che non guasta mai: “Leo”
trova un motore GT 1600 praticamente nuovo, che perciò non richiede neppure
tutti i lavori di rettifica necessari per la revisione di un motore giunto al limite di
chilometraggio. Naturalmente il motore viene completamente smontato, per
verificare tutti i particolari e pulire tutti i passaggi di olio e acqua per evitare che
residui e incrostazioni formatesi durante la lunga inattività possano poi muoversi
al riavvio del motore creando occlusioni tali da causare problemi ai circuiti di
lubrificazione o raffreddamento.
Questione di… testa
Fissato questo importante punto
di partenza, è stato fatto uno
studio volto a ottenere il massimo
rendimento termico del motore in
termini di potenza, effettuando
scelte tecniche ben precise, come
puntare ad ottenere un rapporto di
compressione di 11,8:1 e adottare
alberi a camme di nuova
generazione, con profili
denominati “punta stretta” e
fasatura molto spinta (318 gradi di
lavoro). Inoltre vengono stabilite
quote e tipologia di materiale e
forme riguardanti le valvole, con profilo a “tulipano”, sedi, guide, molle e
bicchierini, tutte appositamente realizzate. Quindi una testata “manichino” viene
inviata presso una rettifica specializzata per lavorare i condotti, su una macchina
rettificatrice a 5 assi a controllo numerico, in base alle indicazioni fornite dalla
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coppia di tecnici. Nello specifico si lavora
solo sulla parte che riguarda il primo cilindro,
quindi la testata con le modifiche apportate
viene provata su un apposito banco
“Superflow”, una apparecchiatura in grado di
verificare la fluidodinamica e quantificare il
riempimento volumetrico della camera di
scoppio. Il test dà esiti positivi confermando
la correttezza degli studi fin qui effettuati. Con
la testata completamente lavorata, e
utilizzando come riscontro un pistone
“modello Chiapparini” da 78,75 mm, si
eseguono tutta una serie di premontaggi per
definire, in base alle tolleranze rilevate, le
quote da inviare al costruttore di pistoni, la
Pistal Racing, per realizzare la serie di
quattro pistoni speciali.
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Dieta bilanciata
Nel frattempo su indicazione
di un altro specialista nella
preparazione di motori,
Corrado Monguzzi, vengono
adottate le canne cilindro in
ghisa lamellare. Quindi “Leo”
passa alla lavorazione più
delicata che riguarda la parte
bassa del motore: la
bilanciatura delle bielle. Un
lavoro certosino, perché si
tratta di bilanciare, togliendo
materiale e utilizzando per
verifica dei tradizionali
bilancini forniti da un altro
specialista sulle Alfa (Roberto
Restelli), le masse alternate con le masse rotatorie della biella: 2/3 di fusto con il
piede di biella e 1/3 di fusto con la testa di biella. Infine, tutte le quattro bielle
devono avere un peso esattamente uguale, con la tolleranza massima di 1 gr. A
lavorazione terminata, e dopo le attente verifiche, le bielle
sono state sottoposte a trattamento di pallinatura. Oltre alla
pulizia, generale e di tutti i passaggi, il monoblocco è stato
sottoposto a barenatura per verificare il perfetto allineamento
dei punti di “appoggio”, così com’è stato verificato
l’allineamento dell’albero motore, nuovo, e dell’insieme. I
bulloni di biella originali sono stati sostituiti con altri passanti
della ARP, mentre le bronzine sono rimaste quelle originali.
Infine, volano e pacco frizione alleggeriti, di nuova
costruzione, sono stati bilanciati insieme all’albero motore. I
carburatori sono i doppio corpo Weber DCOE 152 G, mentre i
collettori di scarico sono realizzati direttamente da Leonardo
Mattia con un accurato lavoro per ottenere l’andamento conico
come sui motori GTA.
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Missione compiuta!
A completamento del lavoro di preparazione del
motore, sono stati adeguati i circuiti di
raffreddamento e lubrificazione, determinanti per
garantire il funzionamento in condizioni ottimali dello
stesso e, quindi, della resa. La pompa acqua rimane
originale, mentre è stato adottato un nuovo radiatore
con massa maggiorata e in alluminio, così da
ottimizzare il raffreddamento del liquido e garantire
temperature di esercizio ideali. La pompa dell’olio
originale è stata lavorata in alcune parti per
recuperare pressione e aumentare la portata del
lubrificante, dato che è stato aggiunto un radiatore di
raffreddamento posto nella parte anteriore a fianco
del radiatore acqua. Terminato l’assemblaggio, il
motore è stato montato sul banco prova dell’officina
di Franco e Corrado Monguzzi (nella foto). Dopo
cinque ore di rodaggio gli specialisti cremonesi
hanno eseguito tutta una serie di prove di
carburazione in relazione anche alle curve di
anticipo ad ombrello, e “frenato” il bialbero 1600,
che ha erogato 164 CV a 7.564 giri/min con una
coppia di 23 Kgm a 6.000 giri/min. Ma più che le
cifre, a rendere soddisfatto Leonardo Mattia e tutti
coloro che hanno collaborato al progetto è stato il
commento dell’esperto Corrado Monguzzi, che ha
definito il millesei made in Roma “uno dei migliori
motori che ha avuto modo di provare al banco”.
Naturalmente tutto è suscettibile di miglioramento,
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ma parliamo di una fase successiva di affinamento che richiederebbe la
realizzazione di ulteriori particolari modificati da testare e di ore da passare al
banco prova per ottimizzare il tutto e dare al motore il “carattere” più idoneo
all’utilizzo che se ne vuole fare. Una evoluzione che, peraltro, richiederebbe un
ulteriore impegno economico e di tempo, anche per le necessarie verifiche in
pista. Ma il tempo stringe: il conto alla rovescia segna meno di due mesi dalla
data fissata per il debutto in gara a Vallelunga e bisogna ancora effettuare i test
in pista della vettura completa, quindi per questa prima fase riguardante la
preparazione del motore il team romano può giustamente gridare: missione
compiuta!
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