EMOZIONI
DA GTA
di E. Mosca
A distanza di quindici anni Alfa Romeo ha rispolverato la mitica
sigla GTA per griffare uno dei suoi modelli di punti, la Giulia. Un
acronimo che evoca nel cuore degli appassionati tanti ricordi e
forti emozioni, perciò riservato a vetture speciali. Abbiamo
chiesto le prime impressioni a Gian Luigi Picchi, pilota ufficiale
Autodelta che con le GTA “vere” ha corso e vinto.
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Nei giorni scorsi, purtroppo solo in modo virtuale data la cancellazione del
Salone di Ginevra per il Coronavirus, FCA ha presentato la versione più estrema
della Giulia, griffata GTA e GTAm. Un acronimo (GTA) che significa “Gran
Turismo Alleggerita”, nato nel 1965 per la versione appunto alleggerita e
potenziata della Giulia Sprint GT 1600, una autentica bomba tecnologica per
l’epoca che è diventata un’icona grazie anche ai tanti successi conquistati nelle
corse, e utilizzato in diverse occasioni in questi 55 anni per griffare le versioni più
sportive di diversi modelli. A partire dalla “sorellina” dell’epoca, la “Junior” 1.3 che
nella sua categoria può vantare un palmarès addirittura superiore, quindi 155,
156 e 147, nel ventennio che va dagli anni Novanta alla prima decade del nuovo
millennio. Ed ora eccoci all’ennesimo richiamo alle nobili origini per cercare di
riaccendere la passione attorno a un marchio blasonato che, in modo incredibile
e doloroso, viene lasciato vivacchiare.
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Un nome una garanzia
Certo nel frattempo è cambiato il mondo, oltre che il modo di fare automobili,
perciò fare un confronto tra le due vetture sarebbe fuori luogo, però dopo avere
visto l’ultima sportiva del Biscione, possiamo dire che pare avere lo stesso DNA,
per bellezza, esclusività e sportività. Infatti, a distanza di mezzo secolo
rappresentano entrambe la versione alleggerita e potenziata della sorella di tutti i
giorni, seppur con valori nettamente differenti: l’”originale” pesava 745 kg invece
di 950 e il suo quattro cilindri 1.6 “pompato” erogava 115 CV, per un rapporto
pesopotenza di 6,4 Kg/CV, mentre l’attuale pesa il doppio ma grazie al motore
V6 2.9 biturbo da 540 CV può vantare un rapporto pesopotenza di soli 2,8 Kg/
CV. Ma se la scheda tecnica dà un vantaggio alla “nuova” GTA, come è logico
che sia, l’”originale” la… doppia come minimo in quanto a valore economico,
perché oggi una Giulia Sprint 1.6 GTA “vera” vale ben oltre i 200.000 euro. E li
vale tutti, perché oltre al valore storico e all’esclusività, la GTA “originale” alla
faccia dell’età resta sempre un’icona di tecnica, eleganza e, pure, genialità
italiana. Ma la storia insegna che basta avere pazienza, perché tutte le Alfa
griffate GTA, complice anche il fatto che sono realizzate in serie limitata, sono
destinate a veder salire la propria valutazione nel tempo.
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Il parere del campione
Intanto, in attesa di poterla provare, magari
insieme, abbiamo chiesto a Gian Luigi Picchi una
prima impressione sulle nuove Giulia GTA e
GTAm. D’altronde chi più di lui è indicato per
esprimere un giudizio sia sotto il profilo
emozionale sia con l’occhio del professionista.
Perchè il campione di Tivoli di GTA “vere” se ne
intende, per averle guidate, sia quella stradale che
aveva in dotazione con la quale ha stabilito
(quando ancora si poteva, ndr.) numerosi “record”
nelle sue scappatelle tra Roma e Novara in
occasione dei test Autodelta a Balocco, sia da
quelle da corsa (1600 e “Junior” 1300) con le quali
in veste di pilota ufficiale ha firmato numerose
vittorie conquistando il titolo Europeo 1971. Ma
anche per averle raccontate, sia a livello sportivo
sia sotto il profilo tecnico, nel suo libro “I miei anni in Autodelta” e nella recente
pubblicazione “Alfa Romeo GTA” alla quale ha collaborato con Vladimir Pajevic.
Inoltre Picchi ha pure avuto modo di pilotare, sia in pista che su strada, la Giulia
“Quadrifoglio Verde” dalla quale è stata evoluta la GTA.
“Mi sono emozionato – ammette Picchi , perché è bella aggressiva e trasmette
al primo colpo d’occhio la sensazione di macchina performante e da corsa. Infatti
anche l’alettone posteriore, che potrebbe sembrare eccessivo, secondo me
contribuisce a completare questa immagine. E credo che anche tecnicamente
mantenga le promesse. Io ho guidato la “Quadrifoglio Verde” sia in pista, a
Varano, che su strada e mi è davvero piaciuta molto, perché con 510 cv ha
prestazioni molto elevate ma al tempo stesso, grazie anche ai dispositivi
elettronici, è una macchina che può utilizzare anche un utente “normale”, a patto
che abbia un po’ di dimestichezza con la velocità e non si impressioni per
l’accelerazione. Come qualcuno che ho portato a spasso, che è letteralmente
rimasto senza fiato aggiunge sghignazzando . Perciò posso immaginare come
sia questa, con 30 Cv in più e certamente qualche evoluzione telaistica”.
Insomma si merita questa mitica
sigla?
“Direi di si. E il fatto stesso che gli
abbiano assegnato i nomi GTAe
GTAm la dice lunga sulla volontà
di recuperare la tradizione del
marchio. Un tesoro che sarebbe
un peccato non valorizzare. Infatti
Marchionne l’aveva intuito, prima
riportando il Quadrifoglio sulla
Ferrari e quindi promuovendo il
ritorno del Biscione in F. 1 con la
Sauber. Spero che in FCA
proseguano su questa strada e
che questa non sia un’operazione
fine a se stessa, ma abbia una
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continuità. Fino al naturale punto di arrivo, come ho scritto nel mio libro dove a
parlare è direttamente una GTA impegnata sulla pista di Monza, che passando
sul traguardo dice: sono diventata leggenda ed entrata nel cuore di tutti gli
appassionati cultori della Fabbrica che mi ha generato ed ora ha generato la mia
nipotina, a cui spero di passare il testimone nel mondo delle corse!”
Un augurio al quale, ovviamente, ci uniamo!
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Come sono fatte
E allora vediamo com’è fatta questa
evoluzione della Giulia Quadrifoglio
Verde. Per onorare l’acronimo GTA,
che sta per “Gran Turismo Alleggerita”,
il peso della nuova Alfa Romeo Giulia
GTA è sceso di 100 kg rispetto alla già
sprintosa sorella “Quadrifoglio Verde”,
arrivando a quota 1.520 kg, e dal 2.9
V6 biturbo sono stati spremuti altri 30
CV, portando la “mandria” sotto al
cofano a quota 540, per un rapporto
pesopotenza di 2,8 kgCV, per uno
scatto 0100 in soli 3,6 secondi. Come ha sottolineato Gian Luigi Picchi, la GTA
non passa certo inosservata grazie ad una indubbia personalità sportiva. A
cominciare dal frontale con l’inconfondibile scudetto che si va ad incastonare
nell’elaborato paraurti in carbonio, così come il tetto e il cofano, proseguendo
con le spalle muscolose evidenziate dai passaruota maggiorati che alloggiano
cerchi da 20” con fissaggio monodado, un chiaro richiamo al mondo racing, fino
all’estrattore posteriore con l’uscita centrale dello scarico in titanio Akrapovic.
Immagine ma anche tanta sostanza. Oltre al generoso “cuore”, carreggiate
allargate di 5 cm e tarature specifiche per molle e ammortizzatori. Ancora più
estrema la versione GTAm, caratterizzata dalla vistosa ala posteriore ma anche
da altri particolari di estrazione racing, come i vetri posteriori e lunotto in lexan,
l’abitacolo con solo i due sedili anteriori, con cinture a cinque punti, mentre al
posto del divano posteriore vi sono due vani per i caschi e il rollbar, rivestimenti
in Alcantara e maniglie di apertura sostituite da nastri.
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