FORMULA
MONZA
1
LA FORMULA
PER TUTTI
di Gianluca Mazzullo
Il 10 maggio 2020 ricorrono 55 anni dalla disputa della prima gara
di Formula Monza, voluta da Luigi Berte e realizzata da Romolo
Tavoni. Durante ques anni ci sono sta momen di grande
successo e di profonda crisi. Dopo essere stata data per morta è
risorta confermando di essere la serie per monoposto più
economica e spe acolare dell’intero panorama motoris co italiano
e non solo.
2
3
INTERVISTA A ROMOLO TAVONI
di E. Mosca foto Massimo Campi
Come nacque la F. Monza?
“L’idea fu dell’allora direttore dell’AC Milano e
dell’Autodromo di Monza Luigi Bertett, per
incrementare l’attività dell’Autodromo di
Monza. Anche perchè la Sias, per statuto
(Società Incremento Automobilismo e Sport),
doveva fare qualcosa rivolto ai giovani, per
essere anche sede di completamento di
esperienze. Dato che avevo conoscenze di
rette del settore fui incaricato di studiare una
formula adatta ai giovani, che doveva costare Uno degli ingredienti che ne ha decretato la
poco. Chiesi all’ing. Massimino di studiarmi longevità, vero?
un tipo di telaio che, rispettando i parametri di
base, chiunque con un minimo di conoscenze “Certamente. Ma soprattutto il fatto che a
meccaniche avrebbe potuto costruirsi da so differenza delle formule monotipo, che sono
lo. Poi contattai l’ingegner Lampredi, a capo per forza destinate a durare solo qualche
della progettazione dei motori Fiat, spie anno, questa formula coinvolgeva molti tipi di
gandogli quello che volevamo fare. Lui mi figure, giovani ingegneri, studenti, meccanici,
consigliò il motore della 500 Giardiniera, perché dava modo di sperimentare. La F.
perché “sogliola” e quindi con baricentro bas Monza la poteva costruire chiunque, perché
so, accompagnandomi da un preparatore c’erano delle misure fisse per il telaio e dei
(Bosato) che ne stava provando uno al banco pezzi di serie per sospensioni e motore
con qualche cavallo in più dell’originale pur cambio, che si potevano recuperare a poco
mantenendo una buona affidabilità. Quando prezzo dal demolitore. Infatti si arrivò ad
ne parlai a Massimino fece un salto sulla se avere 100 iscritti, una cosa oggi impensabile.
dia, ma poi accettò di realizzare un telaio in Così si sono formati tanti giovani che poi
base a quanto gli avevo chiesto”. sono passati alle categorie superiori: piloti,
ma anche tecnici, meccanici, direttori sportivi,
Come si arrivò a definire la famosa cifra di organizzatori, commissari tecnici e sportivi,
875.000 lire di costo, che poi ha dato anche direttori di gara. Poi abbiamo sempre cercato
la denominazione della categoria? di limitare i costi. Spesso i preparatori
chiedevano maggiore libertà, ma se queste
“I preparatori mi presentarono un preventivo modifiche andavano a incidere in modo
di 1.000.000 di Lire, ma Bertett fu irremovibi importante sui costi non le accettavamo,
le: la monoposto completa doveva costare perché la priorità era l’economicità della
875.000 Lire, Iva compresa! Il primo telaio fu categoria”.
realizzato da due ragazzi ex Maserati che la
voravano per Massimino, mentre la carrozze Oggi sarebbe riproponibile una formula con
ria da Fantuzzi di Modena. Per il motore queste caratteristiche?
ognuno poteva comperarselo dove voleva,
ovviamente con il vincolo dei pezzi di serie a “Certo. A patto che tutti la possano costruire,
catalogo, e siccome il prezzo di 875.000 Lire mettendo dei paletti ben precisi su cosa si
era risicato in molti pensarono bene di procu può e non si può fare, per contenere i costi.
rarselo dagli sfasciacarrozze. Quella fu La base di tutto deve essere un regolamento
un’ottima mossa per contenere i co chiaro e intelligente. Oggi c’è un’inflazione di
sti”.
4
categorie monomarca, ognuna con pochi motore di largo utilizzo che chiunque
iscritti così sono tutti campioni, mentre la potrebbe acquistare. Quindi chiederei a un
selezione dei piloti in F. Monza avveniva su tecnico di disegnarmi un telaio in tubi fis
100 iscritti a gara, che dovevano lottare nelle sandomi le quote, come fece Massimino,
batterie per guadagnarsi il diritto di andare in e su quelle basi chiunque potrebbe poi co
finale”. struirsi la propria monoposto. Infine, ma
gari io sono rimasto fermo al secolo
In concreto, lei come farebbe? scorso, ma sono convinto che una formula
di questo tipo debba essere meccanica,
“Farei un giro da alcuni demolitori senza influenza elettronica e aerodinami‐
chiedendogli quanto potrebbe costare un ca”.
5
L’IDEA anno aveva sos tuito la Formula Ju‐
nior. Tavoni pensò ad una monoposto
Nel 1964 Romolo Tavoni, ex dire ore con telaio tubolare spinta dal popola‐
spor vo della Ferrari (“epurato” nel rissimo motore bicilindrico della FIAT
1961 assieme a tu o lo staff della 500, la ve ura più diffusa dell’epoca.
squadra corse) venne assunto come La scelta cadde sul motore della
dire ore dell’ufficio spor vo dell’Au‐ versione “giardiniera” in quanto
tomobil Club di Milano, presieduto concepito per funzionare in posizione
da Luigi Berte . Quest’ul mo lo orizzontale, rendendone così più age‐
coinvolse nel proge o di creare una vole l’installazione nel telaio di una
nuova serie di compe zioni, riservate monoposto, o enendo un miglior ba‐
a monoposto dal costo estrema‐ ricentro. Dato che il motore era
mente contenuto per consen re la raffreddato ad aria non erano neces‐
crescita di nuove leve nel motorismo sari radiatori e canalizzazioni. Anche
nazionale in grado di alimentare la per la trasmissione la scelta cadde su
nuova Formula 3 che proprio in quel quella a 4 rappor della 500 che es‐
6
sendo longitudinale era ideale per effe uata la presentazione ufficiale
essere montata in linea nel telaio. Si con il pilota di F.1 Giancarlo Baghe
decise, infine per collocare il motore che effe uò alcuni giri dimostra vi.
posteriormente a sbalzo, rendendo Nel presentare la nuova categoria
così le ve ure estremamente sovra‐ Berte annunciò che si sarebbe chia‐
sterzan ed impegna ve da pilotare mata “FORMULA 875 MONZA” indi‐
e, di conseguenza maggiormente cando in quella cifra il costo di
forma ve. Il primo telaio venne pro‐ 875.000 £ imposto per l’acquisto
ge ato dal famoso ingegner Massi‐ della ve ura. A tolo esemplifica vo
mino che u lizzò per le sospensioni quella cifra corrisponde a un po’ me‐
tu elemen deriva dalla produzio‐ no di 10.000,00 € odierni. Vennero
ne FIAT con il chiaro intento di rende‐ previs sistemi per favorire la preno‐
re il più economico e agevole tazione delle ve ure con addiri ura
possibili il reperimento dei ricambi. un contributo di 250.000 £ da parte
Vennero realizza tre telai e, in occa‐ della CSAI e la possibilità di rateizzare
sione del GP d’Italia del 1964 venne il pagamento. Le prime ve ure
7
vennero realizzate dalla Manicardi e costo, al solo scopo di impra chirsi.
Messori di Modena mentre le Avendo deciso di disputare le prove
carrozzerie furono realizzate dalla della nuova formula in gare no urne
Fantuzzi, sempre di Modena. infrase manali, il tracciato venne
Nel corso del 1964 vennero conse‐ dotato di un incredibile (per l'epoca)
gnate le prime ve ure e l’Autodromo sistema d’illuminazione realizzato
di Monza concesse la possibilità di gi‐ dalla Philips.
rare sul tracciato “Junior” (realizzato
nel 1963) illimitatamente senza alcun
8
IL TROFEO CADETTI stru ori erano CRM, Thiele, Ambive‐
ri, Bianchi, Oleari e Amilcar.
Nel 1965, all’avvio del primo campio‐ Il 10 maggio 1965 si disputò la prima
nato della nuova formula, denomi‐ gara della nuova serie, con due ba e‐
nato “Trofeo Cade F. 875 Monza”, rie ed una finale. Le due ba erie
vennero realizzate oltre 70 ve ure, vennero vinte da Walter Frodi e Mau‐
ripar te tra vari costru ori che co‐ rizio Montagnani che vinse anche la
struirono le monoposto a par re dai finale, diventando così il primo vinci‐
proge del ing. Massimino. I co‐ tore di una gara del “Cade ”. Monta‐
9
gnani fu anche il primo “Cade o” Ad ogni gara si registravano presenze
della storia, vincendo il primo di oltre 80 ve ure (arrivando persino
campionato. a 100) costringendo ad aumentare il
Nel corso degli anni ci fu un con nuo numero di ba erie per determinare
crescere delle partecipazioni. Per vo‐ lo schieramento della finale.
lontà di Berte e Tavoni il proge o di Dal 1966 si cominciarono a disputare
Massimino non venne registrato in anche gare al di fuori di Monza con la
modo da consen rne il libero u lizzo creazione di un Trofeo Nazionale F.
da parte di chiunque. Un vero caso di 875 Monza che comprendeva anche
“Open source” ante li eram, questo gare in salita.
portò ad un proliferare di ve ure Il primo trofeo fu patrocinato dalla
realizzate dire amente da vari piccoli compagnia petrolifera Shell ma dalla
costru ori che, nel rispe o delle re‐ seconda edizione si raggiunse un
gole tecniche, si sbizzarrirono nella accordo con Agip che portò alla de‐
proge azione. nominazione di “Trofeo Cade Agip”.
10
Successivamente il Trofeo venne in ‐ giornata di sabato. Per gli appassio‐
tolato al mi co Presidente dell’Agip na le F. Monza erano le “Petarelle”
Enrico Ma ei. per via del suono del bicilindrico FIAT.
Per anni lo schieramento di partenza La formula con il propulsore bici‐
venne definito in base ad un lindrico, sempre più elaborato, prose‐
sorteggio, così che le prove servisse‐ guì sino al 1982, con campioni del
ro solo a ricercare il miglior asse o calibro di Ga o, Spreafico, Ragaiolo,
possibile e come allenamento. Cavallini, Maestri, Maccarone,
Franco Guffan succede e a Monta‐ Schia ed un giovane Riccardo Cale‐
gnani come campione 1966 con la se‐ gari, senza dimen care la presenza di
rie che vide le corse disputarsi pilo come i fratelli Benusiglio, Euge‐
prevalentemente il giovedì sera per nio Mosca, Giorgio Francia, Lella
poi passare al più classico formato di Lombardi ed un certo Michele Albo‐
gara “diurna” per lo più nella reto.
11
LA FORMULA PANDA
All’inizio degli anni 80 la con nua
evoluzione nella preparazione dei
propulsori e la difficoltà nel reperire i
ricambi per un motore non più in
produzione da tempo, unito al desi‐
derio da parte dei pilo di poter
disporre di ve ure più prestazionali
fece sorgere la necessità di pensare
ad un’evoluzione della categoria. Si
decise di passare al motore FIAT 4 ci‐
lindri di 903 cm3 della FIAT Panda 45
(e anche della 127 e della Auto‐
bianchi A112) abbinato ad un cambio
della FIAT 126 (longitudinale),
sempre a 4 rappor . Si definì l’u ‐
lizzo di ruote più grandi con pneu‐
ma ci di po slick, freni a disco e
vennero concesse maggiori libertà a
livello di geometria delle sospensio‐
ni, mantenendo l’obbligo di u lizzare
dei montan di derivazione di serie
della FIAT. Rimase l’interdizione
dell’u lizzo di ali ed ale oni. Ovvia‐
mente con questo cambiamento fu
necessario realizzare dei nuovi telai
ada alle nuove specifiche. La nuova
12
categoria assunse la denominazione ca il propulsore ad aste e bilancieri
di “Formula Panda”. passò dai 45 CV originali ad oltre 80
Nel 1983 venne disputata la prima CV con regimi molto eleva , presta‐
stagione con le nuove ve ure, zioni notevoli ma a scapito dell’affi‐
contemporaneamente per due anni dabilità.
vennero disputate anche gare per la Pur non riscontrando le clamorose
vecchia F. Monza in modo da partecipazioni dell’epoca delle bici‐
consen re una transizione meno do‐ lindriche anche le gare di F. Panda fu‐
lorosa. Si con nuarono a disputare rono un grande successo, con molte
gare sul tracciato Junior (dotato di decine di partecipan . Da segnalare
varian ar ficiali) e anche sul circuito la presenza di Stefano Modena e
stradale oltre a disputarsi gare su Max Papis che iniziò la sua carriera
altri autodromi nazionali. automobilis ca con le monoposto di
Le nuove ve ure erano sicuramente Moschella per poi sviluppare una no‐
più prestazionali e misero in luce tevole carriera che lo vide in F1,
nuovi costru ori quali Ermolli, Corsi‐ Indycar e IMSA. Delle ve ure di F.
ni, Tatuus, CRS, ADM e tan altri. Panda opportunamente ada ate
Il primo Cade o di F. Panda fu Luca vennero u lizzate in Germania per la
Melgra , alla guida di una Tatuus “Formula Koenig” in cui esordì Mi‐
realizzata dal pilota‐costru ore chael Schumacher ed in Spagna, con
Sandonà che, da allora ha fa o molta la F. SEAT in cui corse anche Pedro De
strada nel motorsport sino a diventa‐ la Rosa.
re con Dallara un riferimento a livello I problemi nascevano dall’affidabilità
mondiale. Melgra vinse anche nel dei propulsori così esaspera oltre al
1985 e 1986 mentre nel 1984 pri‐ fa o che il vecchio FIAT 903 era
meggiò Adriano Quartero e nel 1987 ormai fuori produzione e questo
Bruno O ni. avrebbe portato a problemi di reperi‐
Con le libertà regolamentari dell’epo‐ bilità dei ricambi.
13
ARRIVA LA FORMULA FIRE
Romolo Tavoni si convinse della
necessità di un ulteriore cambia‐
mento e pensò di sos tuire il motore
con il nuovo propulsore FIAT “Fire”4
cilindri di 1000 cc realizzato per la
nuova Panda (e per la Lancia Y10).
Oltre ad essere un motore molto più
moderno era dotato di monoalbero
con asse a camme in testa con 2
valvole per cilindro ed era, po‐
tenzialmente molto più robusto ri‐
spe o al “903”. Oltretu o venne
deciso, a livello regolamentare di
concedere meno libertà di elabora‐
zione. In teoria avrebbe dovuto rima‐
nere quasi di serie e, quindi
sviluppare poco più dei 45 cavalli di
origine. In realtà in poco tempo le
prestazioni crebbero notevolmente.
14
15
Questa idea di Tavoni inizialmente ramento aumentò, arrivando a dispu‐
non fu accolta molto posi vamente tare delle gare valide a tu gli effe .
dato che costringeva tu a sos tuire La stagione 1988 vide Fabrizio Be ni
il motore ed ada are il telaio per la vincere il Trofeo Cade con la F.
sua installazione. Essendo un motore Panda e Marco Spiga vincere il Trofeo
nuovo era anche molto difficile tro‐ FISA di F. Fire. Per tre anni si disputa‐
varne dai demolitori e questo obbli‐ rono i due campiona separa per le
gava ad acquistarlo dai ricambis con vecchie Panda e le nuove Fire. Il 1990
un notevole aggravio di cos . Tavoni vide Enrico Alber vincere sia il tro‐
tenne duro e nel 1988 venne is tuito feo Cade che il nazionale con la
il “Trofeo FISA F. Fire” che affiancò il Elleenne preparata da Mascheroni.
Cade disputato con le F. Panda. La Dal 1991 il Trofeo Cade fu riservato
prima gara della nuova categoria solo alle monoposto spinte dal pro‐
avrebbe potuto anche essere l’ul ‐ pulsore Fire 1000. Dal 1986 venne
ma, dato che si allinearono solo in is tuito anche una classifica per pre‐
due (su 5 iscri ). Tavoni la fece miare il miglior pilota “under 23”. Il
svolgere comunque con Roberto Pes‐ primo a vincere fu Luca Melgra .
sina che concluse primo. L’os nazio‐ Il primo cade o dell’era Fire fu
ne di Tavoni venne premiata e a Gianfranco Giacomini con Massimo
par re dalle gare successive lo schie‐ Abergo primo nella “Under 23”.
16
Dal 1995 la categoria cambiò nome in pulsori, sempre meno di serie e, so‐
Formula Junior Monza pur rima‐ pra u o un clima di sospe o con
nendo a livello di norme tecniche con nui reclami e contro reclami che
iden ca alla Formula Fire. portarono molte gare a terminare a
In questo periodo si misero in luce pi‐ no e fonda per la necessità di
lo come Elio Pi aluga, Alessandro smontaggio e verifica dei propulsori
Aghemio, Riccardo Rovini, Alain Ma‐ “sospe ” fu indice di una certa crisi
gro Malosso, Davide Uboldi, Massimi‐ che portò nel 2003 alla scelta da
liano Russomando, Alessandro parte dell’Autodromo di Monza di
Marelli. Un fisiologico calo delle pre‐ passare ad un regime di fornitura
senze, con un costante aumento dei unica dei motori, affidando la
cos per la preparazione dei pro‐ ges one alla Autoalberta che realizzò
17
dei motori Fire di 1200 cc dota di con nuarono a ridursi stagione dopo
sigilli che ne rendevano (quasi) stagione. In quegli anni si misero in
impossibile qualsiasi manipolazione. luce le ve ure realizzate da Reggiani,
Questo portò ad un aumento dei oltre alle Corsini, Fadini, Covir e, tra i
cos per i mol pilo amatoriali che pilo emersero i nomi da Marco
erano abitua a effe uare pochissimi Viscon , Stefano Turche o, Mirko
interven e sos tuzioni dei motori Barle a, Simone Ga o, Paolo
costre a noleggiare i motori dal Collivadino e Maurizio Giordano.
fornitore unico. Dall’altro canto
coloro che erano usi a ricorrere a
motori estremamente performan si
trovarono ad avere le stesse unità
motrici di tu gli altri.
Le gare in pista con nuarono ad
essere estremamente comba ute e
spe acolari ma gli schieramen
18
CAMBIA TUTTO cambio sequenziale. Una vera
rivoluzione ma anche il tradimento di
La stagione 2010 vide schieramen uno spirito che vedeva nella Formula
di una quindicina di ve ure e, in Monza una delle pochissime
aprile l’Autodromo comunicò categorie a livello mondiale in cui era
l’intenzione di creare una nuova possibile schierare una ve ura
categoria per la stagione 2011, in realizzata in proprio (come in F. Ford
sos tuzione della Formula Junior con o in … F1). Questa decisione
criteri totalmente differen rispe o dell’organizzatore, effe uata senza
al passato. L’idea era di realizzare avere consultato i partecipan al
una nuova monoposto, con telaio in Trofeo, non fu presa bene dal popolo
fibre composite, uguale per tu , della Junior.
dotato di appendici alari ed un Venne cos tuita un’associazione
motore 4 cilindri di 1200 cc da 110 composta dai costru ori, teams e
CV, di derivazione motociclis ca con pilo della categoria, l’Associazione
19
Formula Junior, presieduta ini‐ mente concorrenziali con quella
zialmente da Pino Marabo o e poi ideata dall’Autodromo. Chi scrive si
da Francesco Terra. L’associazione occupò di realizzare un sito internet
intendeva tutelare gli interessi dei per cercare di dare una copertura
personaggi coinvol , poco propensi alle azioni dei membri dell’associa‐
ad un cambiamento così dras co, in zione e fornire classifiche, foto e re‐
un’epoca di crisi economica e con la socon delle gare. In occasione del
presenza di altre formule estrema‐ GP d’Italia venne presentata uffi‐
20
cialmente la nuova monoposto, Monza e con nuare a correre con le
sempre senza coinvolgere nessuno vecchie F. Junior, gestendo dire a‐
della F. Junior. Vennero comunica mente un campionato. Si decise
anche i cos di base che, com’era anche di tornare ad u lizzare i pro‐
prevedibile non erano al ssimi ma di pulsori di preparazione libera,
sicuro non bassi. A fine stagione cercando di limitare comunque i co‐
l'associazione prese la decisione di s .
non seguire l’idea dell’Autodromo di
21
IL TROFEO AUTOGESTITO parte la realizzazione di pochi
esemplari di ve ure e vari interven
Nel 2011 l’Autodromo di Monza fece tecnici, tra cui la sos tuzione del mo‐
scendere in pista la nuova monopo‐ tore di derivazione BMW con un Re‐
sto, denominata FM2k11, in occasio‐ nault 1400, la nuova serie non
ne delle premiazioni del 46° Trofeo decollò mai e il 46° Trofeo Cade fu,
Cade . Con Dindo Capello alla guida di fa o l’ul mo disputato.
la nuova monoposto effe uò alcuni Parallelamente l’Associazione Formu‐
giri ma poi la situazione non andò la Junior organizzò un primo trofeo
nella direzione sperata perché a che non poteva contare su Monza,
22
23
stante i rappor poco cordiali che si La stagione 2012 vede un migliora‐
erano instaura e che vide la disputa mento in termini di partecipan con
di 6 gare, quasi tu e con il formato una lunga lo a tra Giordano e De Ca‐
della doppia gara su vari autodromi stro con quest’ul mo che prevalse
italiani Da segnalare che, prima alla fine, portando il primo tolo alla
dell’avvio del Trofeo, per una combi‐ Covir. Le tre stagioni successive vide‐
nazione fortuita divenne possibile ro il dominio di Marco Viscon che
disputare una corsa, extra campio‐ dopo avere vinto nel Campionato
nato, sul tracciato di Imola, come ga‐ italiano Proto pi era tornato alla
ra di contorno della gara di GP2 Asia. Junior con il fidato Santo S lo.
Fu un esordio entusiasmante con ga‐ Vennero disputate gare a Francia‐
re spe acolari so o gli occhi stupi corta, Imola, Varano, Rijeka e si
del personale GP2 che non si tornò persino a Monza. Purtroppo,
aspe ava di vedere gare così belle lo spe acolo in pista non era suffi‐
con quelle piccole monoposto. ciente per far decollare la categoria,
La prima stagione in ges one auto‐ nonostante i notevoli sforzi di Terra
noma vide la vi oria di Riccardo Ca‐ che era impegnato a trovare le solu‐
legari, già Cade o nel 1975. zioni per poter aumentare il numero
La presenza media era di una dozzina dei partecipan . La situazione, al
di ve ure a gara, non molto ma contrario andò con nuamente a
nemmeno molto distante dai numeri peggiorare con le presenze in con ‐
dell’ul ma stagione del Cade . Le nua diminuzione. La stagione 2016
gare furono, come sempre molto non venne disputata e sembrò che la
spe acolari, dimostrando che la parola fine, per questa meravigliosa
categoria era ancora vitale. serie fosse stata scri a.
24
25
LA RINASCITA Formula Junior, che si ba é perché la
categoria potesse avere una nuova
Al termine di quello stesso anno vita. Andrea Tose che aveva preso
alcuni pilo parteciparono con le lo‐ parte a queste prime gare UISP con
ro monoposto di Formula Junior a una Reggiani di F. Junior si prese cari‐
delle compe zioni organizzate so o co dell’organizzazione di un campio‐
l’egida della UISP. Con tasse d’iscri‐ nato riservato a queste monoposto,
zione decisamente più basse rispe o nell’ambito della Formula X Italian
a quelle delle gare CSAI, così come il Series. Purtroppo, Baglioni morì
costo per la licenza, divenne possibi‐ quello stesso anno non potendo ve‐
le portare nuovamente in pista le dere realizzarsi quello che era il suo
monoposto della Formula Junior. In sogno. Nel 2017 venne disputato un
questa fase si dis nse Alberto Baglio‐ primo trofeo, in ambito UISP, con 6
ni, che aveva calcato le piste, nelle gare doppie, che videro una quindici‐
ul me edizioni del Cade e poi nelle na di pilo a gara. La stagione fu
gare organizzate dall’Associazione vinta da Paolo Collivadino con la Dy‐
26
wa‐Riponi. Il 2018 vide ancora la dall’ambito UISP a quello ASI che, di
disputa di 6 gare doppie, con uno fa o segna il ritorno del riconosci‐
schieramento medio di 15 pilo a ga‐ mento della categoria da parte di ACI
ra, cosa che per l’epoca era un asso‐ Sport e questo, pur mantenendo i
luto successo. La classifica finale vide cos in modo estremamente conte‐
ancora un successo di Paolo Colliva‐ nuto consente di pensare ad un futu‐
dino sempre con la Dywa‐Riponi. Il ro più che posi vo, tanto che,
2019 è stato l’anno della svolta con la pandemia a parte, la stagione 2020
presentazione della monoposto con prevede il tanto a eso ritorno a
propulsione ele rica e con la disputa Monza e una probabile presenza di
di una stagione, sempre composta di mol ssimi pilo . Segnando una vera
6 appuntamen , che hanno visto la rinascita di quella che è stata la cate‐
presenza di un numero superiore ai goria pensata da Berte e Tavoni, in
20 pilo a gara e, sopra u o, verso perfe a con nuità con le loro
fine stagione, il passaggio di tu a idee.
l’organizzazione della Formula X
27
Nel 2015, in occasione dei 50 anni di storia della Formula Monza e del Trofeo Cadetti,
furono radunate a Monza cinque monoposto che rappresentavano l’evoluzione tecnica
della categoria. Di seguito riproponiamo uno stralcio di quel servizio, così come
l’intervista a Romolo Tavoni, di Eugenio Mosca con le bellissime foto di Massimo Campi
che illustrano le caratteristiche tecniche delle varie monoposto.
28
29
Repetto Formula 875 Monza
Repetto fu uno dei primi Costruttori a realizzare un proprio
telaio di F. Monza. Mantenendo la disposizione tradiziona
le del motore a sbalzo, ha realizzato un telaio semplice,
con due longheroni laterali composti da due tubi uniti da
una parte in lamiera, e funzionale che con poche modifi
che è rimasto competitivo negli anni, soprattutto nelle ga
re disputate sul tracciato Junior di Monza dove faceva
della scorrevolezza il suo punto di forza. La vettura del
nostro servizio (#21) è datata 1969, con una carrozzeria
arrotondata mentre altre versioni successive si presenta
vano più squadrate e con il muso più profilato, è stata
conservata come all’epoca, aggiornata da Aldo Grassano
solamente nelle dotazioni di sicurezza per disputare le ga
re in salita per autostoriche.
Caratteristiche tecniche : motore bicilindrico orizzontale
da 500 cc, preparazione piuttosto libera lavorando
materiali di serie, tranne pistoni, cv 25 a 7.300 giri/min.
carburatore Dell’Orto moncorpo 2832 con flangia
all’aspirazione da 35mm. Pneumatici stradali Pirelli
Cinturato CN34 125x13 ant e 135x13 post. Peso 375 kg
con pilota a bordo. Questa monta lo scarico originale
libero, mentre negli anni ’70 divenne obbligatorio montare
un silenziatore derivato dal terminale della Fiat 128
Sport
30
31
Santandrea Formula 875 Monza
Questa rappresenta una delle ultime evoluzione sul tema F. Monza. Sfruttando
un “buco” regolamentare Renzo Santandrea, nel 1975, pensò di ruotare di 180°
il gruppo motore cambio, invertendo ovviamente anche la coppia conica, per
ottenere una distribuzione ottimale dei pesi, che soprattutto sui tracciati più
guidati fece la differenza. Il costruttore milanese in realtà non fu il primo in
32
assoluto a sperimentare tale soluzione, ma certamente fu tra quelli che
interpretarono al meglio il concetto realizzando anche una tra le più raffinate
monoposto di F. Monza. Tra le particolarità, avendo ruotato il cambio il
movimento della leva per la selezione delle marce avveniva al contrario del
normale schema ad H. La vettura del nostro servizio (#055) è l’ultima realizzata
da Santandrea, ci ha corso nel 1980 Pippo Bianchi e nel 1981 Carlo Chiriotti,
completamente revisionata e riportata allo stato originale (anche nella classica
colorazione biancorossa con cui veniva consegnata) da Massimo Pollini, che ha
iniziato la sua carriera di tecnico lavorando nell’officina del Costruttore milanese
proprio nel periodo della F. Monza.
33
34
Reggiani Formula Panda
Questa monoposto, realizzata da
Reggiani nel 1986, rappresenta
una via di mezzo dell’evoluzione
della formula, con soluzioni
meccaniche in linea con la
tecnologia dell’epoca, come
mostrano le sospensioni a
bilanciere, ma una veste
aerodinamica meno curata di
quanto ci ha poi abituato il
tecnico emiliano. La vettura è
stata acquistata da Gianbattista
Girola che ha disputato alcune
gare nel 1988, poi a seguito del
passaggio regolamentare al
motore Fire è rimasta
inutilizzata.
Caratteristiche tecniche: motore
Fiat 903 cc, preparazione libera
mantenendo materiali di serie.
Carburatore monocorpo Weber
32 mm, potenza max circa 80 cv.
Peso 380 kg senza pilota.
Pneumatici Slick Pirelli 145515
13 ant. 16053513 post.
35
Essepi Formula Fire/Junior
La Essepi incarna in pieno la filo
sofia della categoria che prevede
la possibilità di costruirsi la
macchina e prepararsi i motori in
proprio. Anche la doppia denomi
nazione della formula che abbia
mo messo nella sigla ha una sua
realtà. Infatti, dopo aver corso con
una F. Panda usata, dato il
cambio regolamentare Paolo
Scialpi e il papà Giuseppe, inge
gnere meccanico, preferiscono
costruirsi una monoposto nuova
che risponde alle proprie
convinzioni tecniche invece di
aggiornare la precedente vettura.
Nasce così nel 1995 il progetto
della Essepi 01 che però prende
forma ed è omologata nel 1997
con l’adozione del motore Fire
1000 cc preparato in versione Gr.
N, sul quale sostituendo l’albero a
camme originale con quello della
Panda 4x4 si ottenevano 56 cv in
più portando il totale a circa 60 cv
a 7.000 giri/min. La prima evolu
zione importante avviene nel
2003, in funzione degli pneumatici
Yokohama “ognitempo” in luogo
degli slick, con la modifica della
sospensione posteriore. Conti
nuamente evoluta, anche per
adeguarsi agli step regolamentari,
la Essepi ìa corso nella F. Junior,
con motore Fire 1.200 cc che,
grazie alla liberalizzazione di alcu
ni particolari, è arrivato a erogare
circa 86 cv a 6.800 giri. Con un
miglioramento dei tempi sul giro
da 2” a 4” a seconda dei tracciati
rispetto a quando si correva con il
motore monogestione.
36
37
Reggiani Formula Junior
Questa monoposto, realizzata nel 2002 da Reggiani, rappresenta lo stato
dell’arte della F. Junior, essendo una delle vetture numericamente più presenti e
38
vincenti nella categoria. Nello specifico, la vettura acquistata da Giorgio Berto
nel 2012, oltre ovviamente alla sostituzione del motore, sempre Fire 1.200 cc ma
di preparazione libera invece che monogestione, con un incremento di potenza
che arriva a sfiorare i 90 cv a 7.000 giri/min, ha subito negli anni solo leggeri
affinamenti. La vettura è dotata di cambio con scatola esterna della Panda 30
ma ingranaggeria interna Bacci con quattro rapporti a innesti frontali.
39