STORIA DI UNA GIULIA GT,
DAL FIENILE ALLA PISTA
di E. Mosca
Grazie ad un gruppo di appassionati, una Giulia GT ridotta
praticamente ad un rudere torna a vivere e si trasforma in una
splendida vettura da corsa che debutterà a breve nell’Alfa Revival
Cup sulla pista di casa: Vallelunga. Quella che sembrava una
pazza idea, infatti, sta per diventare realtà grazie a Leonardo
Mattia, un appassionato romano figlio d’arte che nel garage
officina casalingo con l’aiuto di alcuni amici ha realizzato il bolide
Gr. 5, e a Marco Vita, presidente del Club Alfisti Romani, che ha
appoggiato l’operazione. A pilotare la vettura l’ex pilota Autodelta
e plurititolato tricolore ed europeo Gian Luigi Picchi, con il quale
noi di Motorstyle, nella persona di chi scrive, avremo il privilegio
di dividere l’abitacolo.
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Al cuore non si comanda. E quando c’è la passione, spesso, scatta anche la
competizione. Un mix che può diventare una miscela speciale, una sorta di “V
Power” che ti dà una marcia in più e ti consente di superare qualsiasi ostacolo,
anche quelli in apparenza insormontabili, pur di raggiungere un obbiettivo che ai
più può apparire un sogno. Questa in estrema sintesi potrebbe essere l’essenza
dell’affascinante storia che vi andremo a raccontare nelle prossime settimane,
perché a nostro avviso merita di essere suddivisa in vari capitoli per essere illu
strata al meglio. Una storia che a noi ha “preso” subito, quindi abbiamo voluto
saperne di più parlando direttamente con i protagonisti e, tra una chiacchierata e
l’altra, siamo stati coinvolti. Con immenso piacere, ovvia
mente.
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Figlio d’arte
Partiamo dall’inizio. Leonardo Mattia è
un appassionato romano di auto
d’epoca, con una certa predilezione
per le Alfa Romeo. “Leo”, per gli amici,
è figlio d’arte e da suo padre Agostino
(nella foto con Cristiano Del Balzo:
“Gero”), motorista alla De Sanctis
quando il Costruttore romano era al
top tra le monoposto di F. 850 e F. 3,
pare proprio avere ereditato l’innata
capacità di eseguire qualsiasi tipo di
lavoro sulle automobili, tanto che dopo
avere seguito alcuni dei suoi lavori mi
è venuto da pensare che la prima
parola che abbia pronunciato non sia
stata mamma, ma biella, e che il suo
biberon sia stato riempito con una
buona percentuale di benzina. Scherzi
a parte, io che da anni illustro restauri, non ho potuto fare a meno di chiedergli
come mai non faccia questo di mestiere. Infatti, nonostante “Leo” nella vita
faccia altro, segnatamente il tranviere, nel garage di casa trasformato in officina
realizza restauri completi di automobili. Ha cominciato tirando a nuovo la sua
Alfa Romeo GT (in foto nel garageofficina) e, visto il risultato, da allora la voce si
è sparsa ed i “clienti” (leggi amici, appassionati) fanno la fila.
Incontro... fatale
Alcuni anni fa, nei tanti scambi di opinione tra alfisti
su Facebook, “Leo” si imbatte in un appassionato
che oltre ad avere corso con le GTA negli anni ‘70
all’epoca aveva lavorato come tecnico in Alfa
Romeo all’ufficio esperienze motori e
successivamente collaborato con alcuni tra i più
quotati preparatori di vetture del Biscione. Al suo
occhio clinico non sfugge la qualità dei lavori
eseguiti dall’appassionato romano e man mano che
la corrispondenza diventa più fitta gli lancia una
sfidaproposta: hai mai preparato un motore da
corsa? Se ti fa piacere ti posso dare qualche dritta.
Detto fatto: manco a farlo apposta Leonardo Mattia
si trova per le mani un bialbero 1.6, perciò il progetto
può partire. Però i due si trovano ad oltre 600 km di
distanza, dato che l’altro appassionato vive in
provincia di Milano, perciò la collaborazione tecnica avviene via cavo. Ore e ore
di telefonate, messaggi e mail per scambiarsi considerazioni, calcoli e schizzi, e
nell’arco di un anno il motore preparato viene pronto e messo al banco prova di
uno specialista come Monguzzi, dove mostra subito un ottimo potenziale, in
linea con i motori Autodelta dell’epoca.
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Una bella sorpresa
A chiudere il cerchio arriva una
telefonata nella quale il papà
comunica a “Leo” che un caro amico, il
Dr. Gobbi, ha deciso di regalargli una
GT 1.3 del 1972 parcheggiata da anni
sotto una tettoia. La macchina è
completa di tutta la parte meccanica,
ma la scocca appare decisamente
compromessa dagli anni passati
all’addiaccio, tale da consigliare al
massimo il recupero di alcune parti
meccaniche come ricambio. Questo
ad una persona “normale”, ma un
integralista praticante della fede alfista vede tutto sotto una luce diversa, perciò
ecco materializzarsi la folle ma affascinante idea: realizzare una macchina da
corsa per Gian Luigi Picchi, gloria
dell’automobilismo romano e nazionale
negli anni Settanta, plurititolato con le
ruote scoperte (Campione Italiano F.
850 e F. 3) e coperte (Campione
Europeo Turismo) come pilota ufficiale
Autodelta, conosciuto ad un ritrovo tra
componenti della prestigiosa De
Sanctis con la quale Picchi vinse il
titolo di F. 850.
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Pronti via!
Leonardo Mattia ne parla con
Marco Vita (nella foto con Picchi
durante la presentazione), titolare
della “Cavallino Car Service” e
presidente del Club Alfisti Romani,
che si sintonizza all’istante sulla
stessa lunghezza d’onda e
assicura il suo supporto. Una
stretta di mano e il progetto “La
strada verso un sogno”,
presentato agli appassionati del
Club nel corso di una coinvolgente
serata con la presenza del
campione di Tivoli, diventa realtà. Dall’estate 2017 “Leo” si getta a capofitto nel
“salvataggio” e successiva ricostruzione e trasformazione di quello che era un
rudere in una macchina da corsa, in configurazione Gr. 5. Una scelta dettata
dalla necessità di compensare la minore potenza del motore 1.6 con un peso
inferiore, freni e ruote di dimensioni maggiori e, in generale, una maggiore libertà
di preparazione di vari particolari, tra cui assetto e trasmissione, dato che il
target è la classifica assoluta. Da allora “Leo” ha dedicato ogni minuto del tempo
disponibile a questo progetto, aiutato in officina dall’amico Antonio Parisi (a
sinistra nella foto, con Picchi e Mattia), consultandosi con vari specialisti nella
preparazione delle Alfa Romeo e di accessori, ai quali ha fatto realizzare vari
particolari, per quanto riguarda le varie aree: oltre a motore e scocca, assetto,
freni e trasmissione. Nel frattempo Vladimir Pajevic (secondo da sinistra nella
foto, a fianco di Mattia, Picchi al centro e Andrea Vitullo, dirigente del Club),
pittore di fama internazionale a sua volta pilota GTAm negli anni ‘70 e profondo
conoscitore delle GTAm e GTA di cui ha recentemente realizzato un volume
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molto completo, ha disegnato la livrea della vettura,
che vi sveleremo successivamente insieme a tutti gli
altri particolari, dei quali andremo nello specifico, in
una serie di capitoli che pubblicheremo con cadenza
settimanale in una sorta di cronistoria che ci
accompagnerà verso la presentazione della macchina,
prevista per gli inizi di marzo, a seguire con i primi test
in pista e quindi fino al debutto in gara previsto il 19
aprile a Vallelunga in occasione della seconda prova
dell’Alfa Revival Cup. Un racconto che vi suggeriamo
di seguire con attenzione, perché noi che abbiamo
potuto vedere in anticipo i lavori eseguiti da Leonardo
Mattia possiamo assicurare di essere rimasti colpiti
dalla professionalità e meticolosità evidenziati dal
“tecnicoappassionato” romano nel pensare e
realizzare ogni particolare.
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Il sogno diventa realtà
Qualità che hanno colpito lo
stesso Picchi, che negli anni ha
mantenuto l’approccio tipico dei
piloti professionisti, tanto che
nell’ultima occasione in cui è stato,
parole sue, “convocato” da “Leo”
per definire le esatte dimensioni
della pedaliera, si è detto certo
che quella vettura che Leonardo
aveva battezzato con il nomignolo
di “Speranza” si sia ormai
trasformata in una splendida
realtà. Una realtà che noi non
vediamo l’ora di toccare con
mano, perché il bello, per quanto
ci riguarda, è che siamo stati direttamente coinvolti in questo progetto con l’invito
a dividere con Gian Luigi Picchi l’abitacolo di questa Alfa Romeo GT 1.6 Gr. 5
nella gara d’esordio. Una fiducia che ovviamente ci riempie di orgoglio, sia
perché saremo chiamati (nella persona di chi scrive) a rappresentare in pista tutti
gli appassionati del club romano e finalizzare i grandi sforzi profusi da Leonardo
Mattia e tutti coloro che hanno collaborato a questo affascinante progetto, sia
perché avremo la grande opportunità di dividere il volante con un autentico
campione e persona estremamente gradevole e interessante, che naturalmente
vi presenteremo a breve con una approfondita intervista. Infatti da parte nostra
faremo il possibile per farvi vivere in modo più diretto possibile questa bella
storia, dai lavori di preparazione
in officina fino ai primi giri di pista
e quindi in gara. Una bella quanto
incredibile storia, che poi sarà
anche raccolta in un libro dove a
narrarla sarà proprio Lei,
“Speranza”, perché come ama
ricordare Gian Luigi Picchi e noi
concordiamo, questa macchina, la
vostra, la nostra, tutte quelle che
abbiamo posseduto o utilizzato
sono le depositarie del nostro
vissuto, dei ricordi più o meno
belli, e siamo certi che hanno
un’anima!!!
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