LA MACCHINA DEI RECORD
di E. Mosca
Data quasi per spacciata fino a metà stagione,
l’Audi RS5 si è rifa a con gli interessi nel girone
di ritorno tanto da stabilire con Rast il record di
sei vi orie consecu ve, fino a sfiorare il bis del
tolo.
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Non dire ga o se non ce l’hai nel sacco. Questo adagio, rievocato dal “Trap” in una delle
sue mi che citazioni, calza a pennello alla stagione 2018 dello squadrone Mercedes nel
DTM. Fino al round tricolore di Misano, infa , le ve ure della “Stella” avevano
le eralmente dominato la scena, con l’unica incognita che al massimo riguardava chi del
pilo “stella ” avrebbe trionfato alla fine. Invece, dopo un primo mido segnale in
Riviera, con la piazza d’onore di Frijns, la seconda parte di stagione ha riservato la
sorpresa della resurrezione e, conseguente, rimonta Audi. In par colare di uno dei pilo
degli “anelli”, il già campione 2017 Renè Rast, si è messo a viaggiare alla grande
stabilendo il record di sei vi orie consecu ve vedendo sfumare il bis tolato per soli
qua ro pun nei confron di Gary Paffe . Un inevitabile amaro in bocca che aumenta
ancora di più se pensiamo che il tedesco ha totalizzato se e vi orie stagionali contro le
sole due del rivale inglese che si è laureato campione 2018.
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Rincorsa record
Purtroppo, come ci hanno spiegato
dire amente a Misano l’esperto
Mike Rockenfeller e il giovane Niko
Muller, Audi nella prima parte di
stagione ha pagato un ritardo di
messa a punto generale. In parte
dovuto ai cambiamen
regolamentari che da questa
stagione hanno limitato
l’aerodinamica, con una
diminuzione di circa un terzo del
carico disponibile in precedenza che
ha reso le ve ure più difficili da
guidare, in parte dovuto alla ricerca
delle giuste regolazioni delle
sospensioni posteriori, con
modifiche che nel box Audi hanno tenuto gelosamente nascoste, idonee anche per
o enere una trazione o male. Un difficile inizio di stagione sancito dai miseri 23 pun
conquista nelle prime nove gare, poi un primo mido segnale con la vi oria in gara 2 a
Zandvoort messa a segno da Rast. Un ulteriore segnale di ripresa è arrivato a Misano,
con la piazza d’onore di Frijns, ma la vera svolta c’è stata dalla gara successiva a
Hockenheim. Qui i tecnici del Team Rosberg hanno finalmente trovato il bandolo della
matassa me endo in condizioni Rast di guidare come voleva la sua RS5 e lui ha fa o la
sua parte iniziando una entusiasmante rincorsa suggellata dal record di sei vi orie
successive e dall’en plein del Nurburgring con doppia pole e vi oria in gara, cosa mai
riuscita a nessuno nella storia del DTM con l’a uale format.
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Aerodinamica limitata
Le limitazioni all’aerodinamica introdo e quest’anno riguardano l’u lizzo di un solo
“flick” (piccolo flap) per lato all’anteriore e l’eliminazione di tu e le para e presen nei
canali laterali pos so o le por ere. Lo spli er, uguale per tu come dimensioni e
forme generali nella parte superiore, è modificato nella parte inferiore centrale, con un
leggero scalino, dalla quale partono due canali Venturi che convogliano il flusso verso
l’estra ore posteriore. Anche l’ala posteriore è uguale per tu come disegno e
dimensioni, mentre c’è la possibilità di spostarsi entro una determinata area per il
fissaggio, in modo tale da o mizzarne il lavoro a secondo del flusso d’aria proveniente
dalla carrozzeria. Questa ricalca le linee del modello scelto dalla Casa, nello specifico
RS5, nella parte superiore fino al mozzo ruota, mentre nella parte inferiore è
abbondantemente modificata per fare posto ai canali laterali aerodinamici, così come
sono ampiamente allarga i parafanghi fino alla dimensione massima. Tornando all’ala
posteriore, questa è
composta da un profilo
singolo principale,
regolabile, e da un flap
mobile superiore con
funzione DRS (Drag
Reduc on System), ripreso
dalla F. 1 per agevolare i
sorpassi, che il pilota può
azionare per un massimo
di 36 volte durante l’intera
gara a pa o di avere un
gap inferiore a 1” dalla
macchina che precede nel
momento in cui transita
sul traguardo nel giro in
cui si vuole effe uare
l’operazione. Il flap torna
automa camente nella
posizione originale appena il pilota rilascia l’acceleratore oppure aziona il pedale del
freno. Sul fronte aerodinamico c’è un grosso studio anche per quanto riguarda la
fluidodinamica interna al cofano motore e passaruota, sia per o mizzare il
raffreddamento di motore e freni sia per limitare l’effe o portante ed i vor ci. La grossa
bocca centrale, sopra lo spli er, è divisa in qua ro par : ai due la l’ingresso per l’aria
che va ai radiatori sdoppia , con conseguen aperture sul cofano per lo sfogo dell’aria,
quindi nella parte inferiore centrale vi sono le prese d’aria per i freni mentre la bocca
nella parte superiore alimenta le due prese dinamiche dell’aspirazione. I dischi freno
sono completamente carena con apposi “cestelli”che chiudono sia la parte
posteriore, dove si trovano i doppi convogliatori per l’aria di raffreddamento, sia quella
anteriore, per o mizzare raffreddamento e aerodinamica. A inizio stagione le
componen aerodinamiche vengono omologate, così come quelle meccaniche, quindi
non è più possibile apportare modifiche significa ve.
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Par comuni
Anche Audi, come gli altri due
compe tor Mercedes e BMW, per
regolamento u lizza sulla RS5 molte
par comuni, in modo tale da
contenere i cos . A par re dal telaio
con guscio inferiore in composito, con
stru ure di assorbimento d’urto
integrate anteriori, posteriori e
laterali, e gabbia di sicurezza tubolare
superiore, per un totale di soli 132 kg.
Altre componen comuni, oltre alle
par aerodinamiche, sono l’impianto
frenante, i cerchi (ATS da 12x18”
all’anteriore e 13x18” al posteriore) e
la trasmissione. Oltre agli pneuma ci Hankook: slick 300/680‐18 anteriori, 320/710‐18
posteriori. Sempre per limitare i cos , molte di queste componen sono pure
con ngentate. Tra queste gli pneuma ci, o o set per l’intero weekend calcolando che in
gara si deve obbligatoriamente effe uare un pit stop con cambio gomme in cui possono
operare al massimo nove meccanici con una sola pistola per lato, mentre sono solo tre
set di dischi freno disponibili per l’intera stagione e nove set di pas glie. Da questa
stagione anche alcuni par colari delle sospensioni sono comuni, come le barre an rollio
regolabili su qua ro posizioni, mentre per le molle vige l’obbligo di u lizzare solo molle
elicoidali in linea. Anche i motori, pur non essendo una componente comune, sono
limita a o o in totale per le sei ve ure schierate dal Costru ore.
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Libertà “condizionata”
In linea teorica per le sospensioni vige una
certa libertà regolamentare, in realtà
l’u lizzo di una scocca dalla conformazione
uguale per tu e del cambio posizionato al
posteriore, al quale ancorare le sospensioni,
ha determinato una scelta degli schemi
comune ai tre Costru ori, con doppi
triangoli e ammor zzatori orizzontali
aziona da un puntone push‐rod
all’anteriore e mul link sempre con
ammor zzatori orizzontali aziona dal push
al posteriore. Naturalmente ogni
Costru ore ha cercato di o mizzare la
geometria piazzando i pun di a acco nella
posizione considerata migliore, sopra u o
nella parte posteriore per o enere anche la
migliore trazione. Infa Audi non ci ha
consen to di curiosare troppo sul
retrotreno e men che meno sca are
fotografie. Inoltre, a fare la differenza
contribuiscono l’ampia gamma di
regolazioni possibili, sia per quanto riguarda
angoli di camber, convergenza, incidenza e
altezza da terra della ve ura, sia intervenendo sulla taratura degli ammor zzatori
Mul ma c (altro elemento comune), regolabili a qua ro vie in estensione e
compressione alle alte e basse velocità, sia sulla regolazione delle barre an rollio, su
qua ro pun , e sulla pressione degli pneuma ci, pur dovendo restare nel range fissato
da Hankook, elemento determinante perché per rendere al meglio gli pneuma ci
devono operare entro una “finestra” di temperatura ben definita. Infine, il pilota può
ada are a suo piacimento il feeling con lo sterzo regolando la servoassistenza ele rica.
L’impianto frenante AP Racing è composto da doppie pompe con ripar tore di frenata
sui due assi ma senza ABS, da dischi in carbonio auto ven la da 380 mm all’anteriore e
340 mm al posteriore, accoppia rispe vamente a pinze monoblocco a sei e qua ro
pompan . L’impianto dispone anche di un sistema di raffreddamento supplementare a
liquido per le pinze anteriori, che in caso di surriscaldamento il pilota può azionare al
massimo per due volte nell’arco della gara.
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Potenza e affidabilità
Per i motori vale un po’ lo stesso discorso fa o per le sospensioni. Infa , anche in
questo caso il regolamento fissa dei pale ben precisi entro i quali i tecnici possono
muoversi: archite ura V8 di 90°, cilindrata massima 4.0 litri, qua ro valvole per cilindro,
albero a gomi pia o, valore massimo della corsa 75 mm, bride da 29 mm ai due
cassoncini di aspirazione. Con ques limi ben defini ai tecnici non rimane altro da fare
che lavorare sui de agli, oltre alla mappatura della centralina di ges one ele ronica
Bosch, cercando di o mizzare il tu o, dovendo tenere presente anche l’ulteriore
vincolo del numero massimo di o o unità disponibili per l’intera stagione. Quindi è
basilare o enere il miglior compromesso tra performance e affidabilità, oltre che
guidabilità. I tecnici Audi hanno spremuto dal V8 di Ingolstadt circa 500 cv a 7.500 giri/
min e 515 Nm di coppia. Il cambio è un sequenziale ZF a 6 rappor con comando
manuale tramite i paddle al volante e cut‐off che consente di passare al rapporto
superiore senza rilascio dell’acceleratore e u lizzo della frizione, azionata solamente per
par re e al momento di arrestarsi. Per le partenze in gara, invece, il pilota u lizza la
leve a della frizione posta dietro la corona del volante. La scala di rapportatura del
cambio è unica, mentre vi sono sei opzioni di rapportatura tramite differen
accoppiamen della coppia conica. Il differenziale autobloccante è di po meccanico,
con regolazione del precarico. Uno dei mo vi che contribuiscono al successo della
categoria DTM è la mancanza di ogni po di ausilio ele ronico, quindi il pilota si trova a
ges re in completa autonomia una ve ura potente ed estremamente veloce, con ovvia
gra ficazione del proprio talento e vantaggio dello spe acolo.
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