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Published by , 2017-03-23 12:04:19

- - 23 marzo Prova

- - 23 marzo Prova

Non Chi Ma Cosa - 12 Autori

2

Questo libro è denominato Vademecum perché non si limita a informare, ma
è anche una guida per agire.

Ecco perché.
QUESTO VADEMECUM
A - Spiega, con parole comprensibili a tutti:
1. Perché Papa Francesco afferma che “questa economia uccide” e crea
disoccupazione;
2. Che per contrastarla occorre un Progetto, attuabile subito, che i Cittadini
possano condividere, senza dividersi o contrapporsi.

B - Contiene un Progetto, condivisibile dal 98% dei Cittadini, che consente di:
1. Dar lavoro a 4 milioni di Persone;
2. Ridurre le imposte;
3. Rilanciare tutto il lavoro: dipendente, autonomo, delle imprese…
4. Rilanciare gli investimenti pubblici;
5. Far sì che il Debito pubblico non sia più un problema;
6. Porre l’Uomo al centro delle Istituzioni;
7. Far tutto ciò, subito, senza violare le norme europee.

C - Suggerisce:
1. Come organizzarsi per convincere (o costringere) la politica ad attuare
Progetti che tutelano i cittadini e non la finanza.

Il Vademecum è diviso in due Parti.
Abbiamo voluto ispirarci alla seguente frase attribuita a Sant’Agostino: (*3)
La speranza ha due figli bellissimi: l’indignazione e la volontà.
L’indignazione, davanti alle cose così come sono; la volontà, per cambiarle.

Quindi:
Nella Prima Parte illustriamo le cose così come sono, PER INDIGNARSI.
Nella Seconda Parte illustriamo cosa possiamo fare, PER CAMBIARLE.

Questo è un libro grezzo, aperto e propositivo;
I lettori possono, quindi, partecipare ad una eventuale stesura finale del Progetto qui
contenuto, con consigli, critiche e suggerimenti con il sito www.fatecasino.it

Il casino, ovviamente, va fatto con strumenti leciti e democratici.

3

INDICE

Parte Prima.
Per capire e indignarsi.

Prefazione del Prof. Domenico De Masi.
Uno dei maggiori sociologi del lavoro dà il suo giudizio su questo Vademecum.
La prefazione - pag. 7.

Dedica - Scopi - Struttura.
Dopo aver consegnato nelle mani di Papa Francesco la bozza di questo lavoro,
gli dedichiamo ora il lavoro finito.
Qui si può sapere, leggendo anche solo due pagine, a cosa serve questo
Vademecum.
La nostra dedica a Papa Francesco - pag. 8

Comincia il Racconto.
Come Papa Francesco ci ha fatto capire che “l’economia che uccide” (quella che
da decenni ci ostiniamo ad attuare) si chiama Neoliberismo e cosa possiamo
fare per cambiarla.
Inizia il racconto - pag. 11.

Le Parole del Papa: L’Economia che “Uccide”.
Il Papa dice: “Questa economia uccide”, afferma che essa ha instaurato una
“tirannia invisibile”, che è sostenuta in modo cieco e grossolano e che i fatti
non hanno mai confermato che essa produce benessere per i popoli.
Riunione n. 1 - pag. 23.

Le parole del Papa ai Politici e alla Chiesa.
Il Papa dice ai politici: “Create lavoro!”
E dice alle Comunità della Chiesa: “Non limitatevi a parlare, ma agite!”
Spieghiamo come possono organizzarsi i cittadini, cattolici e non cattolici, per
agire allo scopo di creare lavoro, ridurre le imposte, ecc.
Riunione n. 2 - pag. 39.

Banca Centrale e Debito Pubblico.
Scopriamo come viene creato il denaro e come arriva nelle nostre tasche.
Scopriamo che il Debito Pubblico è diventato un problema (prima non lo era)
non per le nostre spese pazze, ma perché il sistema economico neoliberista ha
affidato in via esclusiva la sua gestione ai privati (banche e finanza).
Riunione n. 3 - pag. 49.

Banche Commerciali e Finanza Speculativa.
Scopriamo che anche le banche commerciali possono emettere una forma di
denaro ma, non contente di ciò, possono fare ancora di più: violare le regole.
Scopriamo i danni che ci arreca la finanza speculativa alla quale il sistema
neoliberista ha dato “licenza di uccidere”.
Riunione n. 4 - pag. 73.

4

INDICE

Parte Seconda.
Per agire e “cambiare le cose”.

I Mattoni e i Cardini.
Facciamo il punto sui Mattoni, cioè sui concetti che abbiamo illustrato nella
Parte Prima, e che abbiamo utilizzato per costruire l’edificio (il nostro Progetto)
che illustreremo nella Parte Seconda, e sui Cardini sui quali esso si fonda.
Riunione n. 5 - pag. 91.

Il Progetto Lavoro, Casa e Investimenti.
Proponiamo un Progetto “pronto all’uso” attuabile subito (senza modificare i
Trattati UE) per conseguire i seguenti obiettivi:
1. Dar lavoro a oltre 4 milioni di Persone;
2. Ridurre le imposte;
3. Rilanciare il lavoro: dipendente, autonomo, delle imprese…
4. Dare sicurezza ai cittadini.
Riunione n. 6 - pag. 97.

Il Piano Finanziario.
Proponiamo un Piano Finanziario che consente di:
1. Reperire le risorse necessarie per l’attuazione del Progetto;
2. Mettere al sicuro il Debito Pubblico;
3. Consentire all’Italia di farsi promotrice della riforma dell’UE.
Riunione n. 7 - pag. 133.

Europa, giù la Maschera.
Spieghiamo perchè l’UE ha tradito i nobili principi contenuti nei Trattati.
Suggeriamo uno strumento idoneo a costringere l’Unione Europea a dirci quali
sono i suoi veri scopi, per consentirci di decidere se restarvi, abbandonarla o
rifondarla.
Riunione n. 8 - pag. 165.

Istruzioni per l’Uso. Tre passi per colpire l’obiettivo.
Spieghiamo come tutti i soggetti danneggiati da questa economia che “uccide”
possono organizzarsi per convincere (o costringere) la politica ad attuare il
nostro Progetto o qualsiasi altro Progetto che abbia gli stessi scopi.
Riunione n. 9 - pag. 185.

Appendice.
1. Note veloci - pag. 196.
2. Elenco dei libri dai quali sono stati tratti spunti di riflessione - pag. 201.
3. Elenco dei siti dai quali sono stati tratti spunti di riflessione - pag. 204.

5

6

PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Prefazione. Uno dei maggiori sociologi del lavoro dà il suo giudizio su questo Vademecum.

Parte Prima.
Per capire e indignarsi.

La Prefazione del Prof. Domenico De Masi
Uno dei maggiori sociologi del lavoro dà il suo giudizio su questo Vademecum.

Questo vademecum è prezioso sia per il metodo che per il contenuto.
Il metodo implica una lunga meditazione corale sulla disoccupazione, cioè su
uno dei massimi problemi del nostro tempo.
Il contenuto, a differenza di tante altre proposte che si accontentano di
attenuare gli effetti della disoccupazione senza eliminarla radicalmente, mira
dritto a una coraggiosa soluzione completa e ne indica le tappe.

Questa ammirevole impresa culturale si avvale della forza vitale che le
deriva dal paradigma adottato: quello della Chiesa di Papa Francesco.
Viviamo in un totale disorientamento provocato dal fatto che il sistema
postindustriale, a differenza di tutti quelli che l’hanno preceduto, è nato senza
alcun modello di riferimento. L’Atene di Pericle si formò in base alle idee di
Protagora; il Sacro Romano Impero in base ai dettami del Vangelo e dei Padri
della Chiesa; gli Stati dell’Europa seicentesca sulla predicazione di Lutero e di
Calvino; gli Stati Liberali dell’Ottocento sulle dottrine di Smith e di
Montesquieu; l’Italia di Cavour sulle proposte di Cattaneo, Gioberti e Mazzini;
la Russia Sovietica sulla filosofia di Engels e di Marx.
La nostra società postindustriale, invece, non ha un modello di riferimento in
base al quale stabilire cosa è vero e cosa è falso, cosa è bello e cosa è brutto,
cosa è buono e cosa è cattivo, cosa è vivo e cosa è morto. Papa Francesco e la
società che egli vagheggia rappresenta un’eccezione in questo mare di
incertezze dove nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa dove vuole
andare.
Il suo paradigma, accettato o rifiutato che sia, comunque è coerente, compatto,
conchiuso. E questa coerenza lo porta a rifiutare drasticamente l’approccio
neo-liberale, la prevalenza dell’economia sulla politica e della finanza
sull’economia, la perversa distribuzione della ricchezza, del lavoro, del potere,
del sapere, delle opportunità e delle tutele.

In Italia i disoccupati sono più di 3 milioni; in Europa sono più di 26 milioni;
nel mondo sono più di 197 milioni, cioè quanto la popolazione dell’Italia,
dell’Inghilterra, della Francia e del Belgio messe insieme. Questo vademecum
coraggioso azzarda una soluzione drastica e pone i governi di fronte a scelte
drastiche, che non lasciano spazio alla furbizia e all’ignoranza.

www.domenicodemasi.it

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PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
La nostra dedica a Papa Francesco.

La nostra dedica a Papa Francesco,
gli Scopi e la Struttura del Vademecum.

Carissimo Papa Francesco,

siamo quel gruppo di donne e uomini di buona volontà, cattolici e non
cattolici, che durante l’Udienza del 4 marzo 2015 ha fatto consegnare nelle Sue
mani la bozza di questo lavoro.
Il lavoro è finalmente completato e lo dedichiamo a Lei, perché siamo stati
colpiti dalle parole che Lei ha scritto nella Evangelii Gaudium.

− Questa economia uccide.
− Il denaro deve servire e non governare.
− Non possiamo più confidare nelle forze cieche e nella mano invisibile del

mercato.
− È indispensabile che i governanti e il potere finanziario alzino lo sguardo…

e facciano in modo che ci sia un lavoro degno… per tutti i cittadini.
Lei ha anche invitato le Comunità della Chiesa

− A non limitarsi a parlare di temi sociali o a criticare i Governi, ma ad
attivarsi, agire e cooperare, evitando riunioni infeconde e discorsi vuoti.

Abbiamo raccolto il suo invito e ci siamo riuniti, insieme ad alcuni aderenti a
movimenti cattolici e non cattolici, per leggere e commentare i temi economici
trattati nella sua Esortazione e metterci al lavoro per cooperare.
Il risultato è stato splendido da un lato, ma disastroso dall’altro.
È stato splendido, perché ci siamo accorti, con gioia, che il messaggio
contenuto nelle Sue parole permeava con forza anche i cuori dei non cattolici.
È stato però anche disastroso, perché la maggior parte dei presenti, pur
leggendo con estrema attenzione la Evangelii Gaudium, non comprendeva i
temi economici da Lei trattati.

Cosa potevamo fare per far comprendere A TUTTI il Suo messaggio?
I partecipanti alla riunione ci hanno dato un consiglio; e noi lo abbiamo
seguito. Ecco cosa abbiamo fatto:
abbiamo lavorato in gruppo per oltre un anno a un Volumetto, la cui lettura
può rendere le Sue parole in tema di economia comprensibili A TUTTI, anche a
chi non ha competenza in materia, affinché tutti siano messi nelle condizioni
di capire, che è condizione indispensabile per poter poi operare.

Il Volumetto spiega con chiarezza, utilizzando anche dialoghi ed esempi,
come opera oggi la finanza e come incide sull’economia reale e sulle nostre vite.
Abbiamo anche cercato di spiegare come il messaggio che Lei ci ha trasmesso
nell’Esortazione possa contribuire a “cambiare le cose”.
Lei ha anche invitato i giovani ad attivarsi, lanciando loro un’esortazione tanto
forte quanto irrituale:

“GIOVANI, FATE CASINO E ORGANIZZATELO BENE” (*1)

Ci siamo quindi chiesti: chi deve fare “casino”?
Devono farlo solo i giovani senza lavoro o anche i loro genitori e nonni,
preoccupati per il futuro di figli e nipoti?

8

PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
La nostra dedica a Papa Francesco.

E i disoccupati? E i pensionati? Devono anch’essi fare casino?
La risposta è stata SÌ, devono farlo tutti.
Ai giovani, però, spetta il maggior impegno, perché a loro appartiene il futuro.

Ma per scendere in campo e fare “casino” non basta protestare, occorre
agire in modo costruttivo e proporre soluzioni concrete.
È inutile dire “questo non va bene”, se non si propone un’alternativa
percorribile, che abbia gambe solide (vale a dire coerenza logica e risorse
finanziarie disponibili). E poiché Lei ha detto: progettate e cooperate, abbiamo
accolto la sua esortazione e, cooperando, abbiamo creato un Progetto che ha
gambe solide, perché consente di reperire le risorse finanziarie per attuarlo
senza aumentare le imposte e senza gravare sui conti pubblici.

Il Volumetto, quindi, contiene anche un Progetto, ispirato dalle Sue parole,
che le Comunità della Chiesa, da Lei chiamate all’azione, possono contribuire a
realizzare.
Il Progetto consente di creare lavoro che, come Lei ha detto, “unge l’uomo di
dignità”. (*5)
Nel Progetto abbiamo tentato di coniugare, come Lei ha detto, “la flessibilità del
mercato con le necessità di stabilità e certezza delle prospettive lavorative,
indispensabili per lo sviluppo umano dei lavoratori” (*5).
Il Volumetto, di cui è presente anche una versione digitale disponibile on line
gratuitamente, si rivolge anche a tutti coloro che hanno a cuore i Diritti
dell’Uomo, indipendentemente dalla loro fede politica o religiosa, che possono,
se vogliono, unirsi alle Comunità della Chiesa per promuovere il ritorno a
un’economia al servizio dell’Uomo e non della finanza.

Carissimo Papa Francesco, concludiamo la nostra dedica.
Abbiamo lavorato, come Lei invita a fare, con umiltà e con disinteresse (*2).
Crediamo di aver dato applicazione alla sua Esortazione ma, se non ci siamo
riusciti, ci perdoni. Questo Volumetto è frutto di un lavoro posto in essere
soltanto per amore e per solidarietà.
Nessuno degli autori, infatti, ha ambizioni di visibilità o di qualsiasi altro tipo;
ne è prova anche l’utilizzo di uno pseudonimo per la sua pubblicazione e la
sua disponibilità gratuita on line.

Le dedichiamo questo Volumetto per ringraziarla della Sua testimonianza di
vita che tocca il cuore di tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non
credenti, e le assicuriamo che quelli che fra noi sono cattolici, accogliendo il
suo invito, pregano regolarmente per lei.

9

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PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Comincia il Racconto.

Comincia il nostro racconto.

● Qui raccontiamo, in forma di Diario, i particolari della vicenda che ha
dato vita a questo Vademecum e illustriamo come il suo contenuto può
essere utilizzato per “cambiare le cose”.

20 dicembre 2013

IL PUNTO. 0.1

Scopro che il Papa dice “QUESTA ECONOMIA UCCIDE” e

mi chiedo: È forse “questa economia” che non mi consente di trovare un
lavoro e sta uccidendo anche me, le mie speranze, il mio futuro?

Mi presento: mi chiamo Diego e sono il narratore di questa storia, che ha
coinvolto non soltanto me, ma altre undici persone.
Vi racconterò come, partendo dalle parole del Papa contenute nell’Esortazione
Apostolica Evangelii Gaudium - “questa economia uccide” -, abbiamo scoperto
un mondo a noi sconosciuto che ci ha indotto a scrivere questo Vademecum.

Comincio il racconto.
Sono trascorsi ormai quattro anni dalla mia laurea. Un giorno indimenticabile:
pieno di speranze, certo, ma soprattutto foriero di incertezze, nonostante il 110
e lode ottenuto mi facesse ben sperare. Sapevo che non sarebbe stato facile
trovare lavoro.
Infatti, dopo quattro anni, non l’ho ancora trovato.
Ancora oggi sono alla ricerca di un lavoro.
Dopo tanti anni di studio vorrei finalmente avere una mia indipendenza
economica, metter su famiglia, avere dei figli, costruirmi un futuro.
E, invece, vivo sulle spalle dei miei genitori che, a loro volta, vivono con
amarezza questa situazione, perché sanno che se dovessero venir meno
all’improvviso (ad es. in un incidente stradale), io non avrei di che vivere.
Quando penso a queste cose, mi assale un’angoscia incontrollabile e non ho
voglia di trascorrere un altro pomeriggio in casa a studiare e a inviare il mio
curriculum a centinaia di aziende che non mi risponderanno o a cercar concorsi
non vengono banditi e che non so se mai vincerò. Una passeggiata per le vie
del centro mi sembra un’ottima alternativa. Il mio animo ha bisogno di trovare
pace. L’angoscia ormai è diventata la mia compagna abituale.
Angoscia!
Angoscia, sempre angoscia, tutti i giorni angoscia.
Non ne posso più.
Decido di andare in libreria. Voglio leggere qualcosa di diverso dai miei libri di
studio. Guardo fra gli scaffali e m’imbatto in una recente Esortazione
Apostolica di Papa Francesco: Evangelii Gaudium.
Ne sono attratto. La sfoglio lentamente, con delicatezza.
I miei occhi finiscono su una frase che mi colpisce:
“Questa economia uccide”.
La prima reazione che suscita in me la frase è chiedermi: è forse “questa
economia” che non mi consente di trovare un lavoro e sta uccidendo me, le mie
speranze, il mio futuro? Mi sembra importante capire. Torno a casa con
l’Evangelii Gaudium in mano. Arrivo e, subito, comincio a leggere.

11

PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Comincia il Racconto.

22 dicembre 2013

IL PUNTO. 0.2

L’economia che uccide è quella che oggi domina in Europa?
Pare si chiami NEOLIBERISMO. Non conoscevo questo termine.

Cosa significa?

Divoro le oltre 200 pagine dell’Esortazione Apostolica in un batter d’occhio.
Io sono un cattolico fervente e tutti i temi trattati nell’Esortazione mi hanno
coinvolto. Non ho ben compreso, però, i temi economici.
Papa Francesco dice: “Questa economia uccide”. Ma che vuol dire?
Qual è questa economia?
Faccio una rapida ricerca su Internet e credo di capire che l’economia che
“uccide” è il cosiddetto “Neoliberismo”, cui si ispirano le Istituzioni europee.
Mi sembra di capire che, con il Neoliberismo, l’Unione Europea ha tradito i
nobili fini per i quali era stata creata. Però non ne sono sicuro.
Mi chiedo: ma allora il Papa è contrario all’Unione Europea?
Certamente No. Egli auspica la collaborazione fra i popoli.
Le parole del Papa sono forti e dirompenti. Sento la necessità di comprenderle
meglio. Mi sembra, infatti, che il Papa indichi una strada da seguire per
giungere a un’economia che non uccida, un’economia nella quale si metta al
primo posto l’Uomo e non la Finanza, il Diritto al lavoro e non i Mercati.
Se lo dice il Papa, forse si può fare. Papa Francesco non è solo il Capo della
Chiesa Cattolica, ma è anche un Capo di Stato ed è circondato da cervelli di
primissimo ordine che lo assistono, anche in tema di economia: non può certo
dire sciocchezze. Io ho una cultura umanistica, amo il greco e il latino.
Forse non capisco i temi economici perché non ho studiato economia?
Ma l’economia non dovrebbe essere comprensibile a tutti?
L’economia, infatti, domina le nostre vite e determina il nostro futuro.
Tutti dovremmo poter capire.
- Perché io non capisco?
- È colpa mia?
- È colpa della scuola?
- È colpa dei media?
- Cosa posso fare per capire?
Ho deciso cosa fare per capirci qualcosa. Mi è venuta un’idea: ho un amico
giurista, si chiama Giuseppe e frequenta la mia stessa parrocchia. Gli chiederò
di aiutarmi a capire. Gli dirò che il Papa ha esortato tutte le Comunità della
Chiesa a cooperare. Decido, quindi, di estrarre dall’esortazione i brani in cui il
Papa parla di economia, di stamparle e di consegnarle a Giuseppe. Lui è avanti
negli anni, ha vissuto tempi che io non conosco perché non ero ancora nato e
ha insegnato diritto all’Università. Sono certo che mi spiegherà tutto.

23 dicembre 2013

IL PUNTO. 0.3 cos’è il

Vedrò se qualcuno può aiutarmi a capire
Neoliberismo e se è vero che “uccide”.

Estraggo i brani che parlano di economia e chiedo spiegazioni.

12

PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Comincia il Racconto.

LE PAROLE DEL PAPA
ESTRATTE DALLA EVANGELII GAUDIUM (*4)

Qui Papa Francesco condanna questa economia che uccide
e constata che il suo fallimento è confermato dai fatti.

Questa economia uccide.
Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano
ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa…
Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono
escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si
considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può
usare e poi gettare…
Evangelii Gaudium par. 53.

In questo contesto, alcuni ancora difendono le teorie della “ricaduta favorevole”,
che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato,
riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo.
Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia
grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e
nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante.
Evangelii Gaudium par. 54.

Una delle cause di questa situazione si trova nella relazione che abbiamo
stabilito con il denaro, poiché accettiamo pacificamente il suo predomino su di
noi e sulle nostre società. La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare
che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del
primato dell’essere umano!
Evangelii Gaudium par. 55.

(…) Tale squilibrio procede d a ideologie che difendono l’autonomia assoluta
dei mercati e la speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli
Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune. Si instaura una nuova
tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone, in modo unilaterale e implacabile,
le sue leggi e le sue regole. Inoltre, il debito e i suoi interessi allontanano i Paesi
dalle possibilità praticabili della loro economia e i cittadini dal loro reale potere
d’acquisto.
Evangelii Gaudium par. 56.

Qui Papa Francesco esorta a far ritorno ad un’economia
che serva all’Uomo e non alla finanza.

Il denaro deve servire e non governare! (…)
Vi esorto alla solidarietà disinteressata e ad un ritorno dell’economia e della
finanza ad un’etica in favore dell’essere umano.
Evangelii Gaudium par. 58.

Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando
all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e

13

PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Comincia il Racconto.

aggredendo le cause strutturali della sua inequità, non si risolveranno i problemi
del mondo e in definitiva nessun problema.
Evangelii Gaudium par. 202.

La dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che
dovrebbero strutturare tutta la politica economica, ma a volte sembrano
appendici aggiunte dall’esterno per completare un discorso politico senza
prospettive né programmi di vero sviluppo integrale.
Evangelii Gaudium par. 203.

Non possiamo più confidare nelle forze cieche e nella mano invisibile del
mercato.
Evangelii Gaudium par. 204.

Qui Papa Francesco dice ai politici:
Alzate lo sguardo! Create lavoro!

È indispensabile che i governanti e il potere finanziario alzino lo sguardo e
amplino le loro prospettive, che facciano in modo che ci sia un lavoro degno,
istruzione e assistenza sanitaria per tutti i cittadini.
Evangelii Gaudium par. 205.

Qui Papa Francesco dice alle Comunità della Chiesa:
Non limitatevi a criticare i governi, ma agite.

Qualsiasi comunità della Chiesa, nella misura in cui pretenda di stare tranquilla
senza occuparsi creativamente e cooperare con efficacia affinché i poveri vivano
con dignità e per l’inclusione di tutti, correrà anche il rischio della dissoluzione,
benché parli di temi sociali o critichi i governi.
Facilmente finirà per essere sommersa dalla mondanità spirituale, dissimulata
con pratiche religiose, con riunioni infeconde o con discorsi vuoti.
Evangelii Gaudium par. 207.

27 dicembre 2013 - Ora siamo in due

IL PUNTO. 0.4

Scopro che il Neoliberismo è un sistema economico che ha

cominciato a prevalere negli anni ’80 e ’90, che prima c’era un’economia
chiamata “keynesiana” e che allora con uno stipendio medio/basso si
riusciva a vivere decorosamente, mentre oggi non si arriva a fine mese.

Oggi ho incontrato Giuseppe, il mio amico giurista, per avere la risposta alle
mie domande. Giuseppe mi spiega che quando lui era giovane (quindi, non un
secolo fa, ma pochi decenni fa), prevaleva un’altra economia sempre
capitalistica, chiamata “keynesiana”. Lui è anziano, ha vissuto personalmente
quegli anni e ne ha un ricordo nitido. Mi dice che, negli anni ’80 e ’90 e,
soprattutto, prima dell’entrata nell’euro, con uno stipendio medio/basso si
viveva decorosamente, mentre oggi non si arriva a fine mese. Ma Giuseppe non
è stato in grado di spiegarmi se oggi, allo stato attuale delle “cose”, si può
attuare un’economia diversa dal Neoliberismo.

14

























PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

Il modello keynesiano ha dato buoni risultati?
Sì. Quella del NEW DEAL fu la pietra miliare di un tipo di politica economica
che sarebbe stata ripresa e ampliata dopo la guerra, creando un benessere
più diffuso rispetto a oggi che tutti quelli che hanno vissuto quei tempi
ricordano nitidamente.

Perché il modello keynesiano, che produceva benessere, fu abbandonato e, a
partire dagli anni '80, cominciò a prevalere il Neoliberismo?

Il modello liberista, che era miseramente crollato nel 1929, fu “riesumato” a
partire dagli anni '80, si diede un gradevole prefisso (neo), divenne
Neoliberismo e soppiantò il modello keynesiano.
L’approccio neoliberista si diffuse pian piano in modo globale durante gli
anni '80 e '90 del secolo scorso: in Gran Bretagna con Margaret Thatcher,
negli Stati Uniti con l’avvento della presidenza di Ronald Reagan.
Le istituzioni furono completamente indottrinate dalle tesi neoliberiste
(abilmente propinate da chi aveva interesse a promuoverle) e il Neoliberismo
si propagò a scapito delle politiche keynesiane, che furono progressivamente
abbandonate. I neoliberisti, negli anni ’80 e ’90, “convinsero” gli Stati ad
abbandonare il modello keynesiano, senza che i cittadini ne comprendessero
le conseguenze. In Italia tali mutamenti avvennero all’insaputa dei cittadini,
che non furono mai informati delle conseguenze che su di loro avrebbe avuto
la politica economica neoliberista.

Come fece il Neoliberismo negli anni '80 a insinuarsi “di nascosto” nelle nostre
istituzioni? Non si fece una legge?

No, non ci fu una legge.
Non scendiamo ora nei dettagli; le prime due riunioni hanno solo lo scopo di
dare una sintetica informazione sugli argomenti trattati dal Papa.
Vi annunciamo, però, che quando nelle prossime riunioni vi diremo come ciò
è accaduto, vi indignerete, come ci siamo indignati noi quando l’abbiamo
scoperto.

IL PUNTO. 1.4

Il modello keynesiano fu abbandonato e, a partire dagli

anni '80, cominciò a prevalere il Neoliberismo che trionfò
definitivamente dagli anni ’90 in poi.

Quali furono le conseguenze del prevalere del Neoliberismo?
Le conseguenze dell’abbandono delle teorie keynesiane furono le seguenti.
− (S)Vendita di imprese e di beni pubblici (facendo leva sugli scandali e le
inefficienze del pubblico).
− Tagli alla spesa sociale.
− Completa anarchia dei mercati e della finanza.
− Aumento delle imposte, volte a “saziare la fame” dei mercati finanziari.
− Classificazione del lavoro come “merce” e non più come diritto dell’Uomo.
− Compressione e stagnazione delle retribuzioni.

Bene, fin qui abbiamo capito: il Papa condanna il Neoliberismo. Ma indica anche
una via da seguire?

Il Papa propone di mettere il lavoro al centro della politica economica.
27

PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

Ci si potrebbe chiedere:
il modello keynesiano propone di investire per creare lavoro; torniamo ad
applicarlo e risolviamo il problema?
La risposta da dare, purtroppo, è negativa.
Oggi un semplice ritorno al modello keynesiano non sarebbe sufficiente.
Oggi non basterebbe investire, ad esempio, in opere pubbliche.
Oggi gli investimenti sono necessari, ma non sufficienti per garantire a tutti
un lavoro. Oggi il mondo è cambiato e occorrono altre soluzioni.

Perché le spese per gli investimenti sono necessarie, ma oggi non sono
sufficienti?

Rispondiamo con un esempio.
Quando scriveva Keynes, negli anni ’30, per realizzare una galleria era
necessario impiegare, poniamo, centinaia di uomini; oggi basta utilizzare
una scavatrice, chiamata “talpa”, che fa lo stesso lavoro con l’utilizzo di
pochissima manodopera. E se, invece di guardare al passato, guardiamo al
futuro, le cose peggiorano.
Sappiate che è in avanzata fase di sperimentazione un’enorme stampante
3D, che consentirà di costruire un edificio in pochi giorni con un
insignificante impiego di manodopera.
Oggi gli investimenti sono certo necessari, ma non sono sufficienti.
Gli investimenti servono ma, se si vuole dar lavoro a tutti, oggi non bastano.

IL PUNTO. 1.5

Oggi non basta tornare al modello keynesiano.
Occorre un Neoumanesimo “Istituzionale”.

Al Neoliberismo occorre contrapporre UN “NEOUMANESIMO”, che
non abbia solo un contenuto letterario o artistico, ma CHE
INONDI LE ISTITUZIONI, modellandole sui bisogni dell’Uomo,
primo fra tutti, il diritto al lavoro.
Un Neoumanesimo che ponga l’Uomo al centro delle Istituzioni,
come attore e non come spettatore o, peggio, come suddito.
Bisogna mettere l’Uomo al primo posto e porre finanza e mercati al
suo servizio.
Se si mette l’Uomo al primo posto, lo vedremo, tutto cambia.

Come si possono integrare oggi le politiche keynesiane e utilizzarle adattandole
ai nostri tempi?

Occorre individuare strumenti innovativi che consentano di dare lavoro a
tutti. Bisogna investire non solo sulle opere, ma soprattutto sugli uomini.
L’uomo deve essere l’obiettivo primario.
Lo vedremo nella seconda parte del Vademecum, quando vi illustreremo il
nostro Progetto che si fonda su un Neoumanesimo Istituzionale.

Dove si trovano i soldi per il vostro Progetto di Neoumanesimo Istituzionale?
L’Unione Europea non si opporrà a nuove spese?

Il nostro Progetto non prevede di aumentare la spesa pubblica, non crea né
debito né deficit e l’Unione Europea non potrà opporsi. Abbiate pazienza, ne
parleremo dopo.

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PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

Occorre prima parlare di alcuni argomenti di economia e finanza, la cui
conoscenza è essenziale per comprendere ciò che avviene oggi e per
comprendere il Progetto che vi illustreremo.

Papa Francesco (E.G. 53) dice:
Come conseguenza di questa “economia che uccide”, i popoli sono senza lavoro
e si considera l’essere umano come un bene di consumo.

Cosa significa?
Significa che il Neoliberismo nega la centralità del lavoro, di tutto il lavoro:
− del lavoro autonomo,
− del lavoro dipendente,
− del lavoro imprenditoriale di piccoli e medi imprenditori, ecc.
Il Neoliberismo crea disoccupazione e spinge verso il basso le retribuzioni di
tutti quelli che vivono di lavoro.
Il lavoro diventa una merce, l’uomo diventa uno strumento “usa e getta”, un
oggetto senza anima, senza diritti e senza dignità; quando non serve più, lo
si abbandona.
Non si può investire per contrastare la disoccupazione e si afferma che la
finanza, lasciata libera da ogni regola, creerà “magicamente” benessere.
Tutto ciò non è mai avvenuto, anzi; questa teoria, come abbiamo già detto e
come vedremo, è stata smentita dai fatti.

IL PUNTO. 1.6

Il Neoliberismo crea disoccupazione e spinge verso
il basso i diritti e le retribuzioni di chi vive di lavoro e non

di finanza.
La finanza presta a chi lavora quello stesso denaro che gli ha
sottratto spingendo verso il basso la sua retribuzione.

Scusate, non ho capito una cosa: se il Neoliberismo spinge verso il basso le
retribuzioni di chi lavora, chi acquisterà i beni prodotti dalle imprese?

Saranno acquistati costringendo a indebitarsi chi ha la necessità di
comprarli.
La finanza presterà a chi lavora quello stesso denaro che gli è stato sottratto,
spingendo verso il basso la sua retribuzione.
Il cerchio si chiude, come vedremo, sempre a favore della finanza, che
esproprierà i beni di chi è stato costretto a indebitarsi.
Il problema del debito privato non è certo meno grave del problema del
Debito Pubblico.

Papa Francesco (E.G. 54) dice:
In questo contesto, alcuni ancora difendono le teorie della ricaduta favorevole.

Cosa afferma questa teoria?
La teoria neoliberista della “Ricaduta Favorevole” sostiene questo:
se si lasciano i mercati e la finanza liberi di fare ciò che vogliono, questa
libertà genererà in modo “automatico” una ricaduta favorevole sull’economia,
genererà occupazione e creerà un generale miglioramento delle condizioni di
vita di tutti i cittadini.
Questa teoria è uno dei cardini dell’economia neoliberista cui si ispira l’UE.

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PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

Papa Francesco (E.G. 54) dice:
La teoria della “ricaduta favorevole” non è mai stata confermata dai fatti.

Perché lo dice?
La risposta è sotto gli occhi di tutti.
La politica economica neoliberista, ispirata alla teoria della "ricaduta
favorevole", ha generato povertà, disoccupazione, chiusura d’imprese,
suicidi, riduzione delle retribuzioni di tutti i lavoratori (autonomi e
dipendenti), oppressione fiscale, fallimenti di piccole e medie imprese ecc.
Quindi: la teoria neoliberista della ricaduta favorevole non è mai stata
confermata dai fatti.
Lo dice il Papa, ma possiamo constatarlo anche noi guardandoci intorno.
E i fatti valgono più delle parole, delle promesse e delle teorie.

IL PUNTO. 1.7

L’economia viene definita “scienza”, ma non lo è. Il

modo migliore per capire se un modello di politica economica
funziona, è verificare il maggiore o minore benessere che produce
per i cittadini.

Ma l’economia non è una scienza esatta come la fisica e la matematica?
No, non lo è. Nonostante gli economisti facciano ampio ricorso a grafici e
formule nei loro scritti e nelle loro previsioni, l’economia non è affatto una
scienza esatta.
Gli errori che gli economisti neoliberisti hanno commesso in passato, in
particolare negli ultimi anni, smentiscono ogni parvenza di “scientificità” che
essi pretendono di attribuire alle loro previsioni. La scienza è ben altra cosa.
Un esempio:
se io lascio cadere un oggetto dalle mie mani, posso prevedere che finirà a
terra? Certamente, perché la scienza ci ha insegnato che esiste la forza di
gravità; ma se io affermo che lasciando liberi mercati e finanza migliorerà il
benessere dei cittadini, posso avere la stessa certezza? Ovviamente no.
Quindi: se io voglio migliorare il benessere dei cittadini, devo
occuparmi direttamente dei cittadini e non attendere che le mie teorie
(scientifiche?) producano gli effetti che io penso che esse dovrebbero
produrre.

Noi pensavamo che l’economia fosse una scienza!
Anche noi lo pensavamo prima di cominciare a studiare. Un libro ci ha
colpito in modo particolare e vogliamo citarlo, non solo nelle note ma nel
testo, anche per ricordare il suo autore, già membro del Consiglio Generale
della Banca di Francia, recentemente scomparso in un attentato terroristico.
Ecco il titolo. Lettera aperta ai Guru dell’Economia che ci prendono per
imbecilli, (Maris Bernard, Ponte alle Grazie 2000).
L’economia ha fondamenta politico/filosofiche, non scientifiche.
E anche molti economisti hanno ormai capito che formule e previsioni non
servono a nulla. (*59).
Di conseguenza, quando nei dibattiti televisivi si invita un economista,
sarebbe opportuno precisare a quale linea di pensiero fa riferimento e
invitare anche un economista appartenente a un’altra scuola di pensiero.
Come si fa con gli esponenti di diversi partiti o movimenti politici.
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PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

Per capire se un’economia di un sistema democratico funziona, si deve verificare
il maggiore o minore benessere che essa produce per i cittadini?

Sì, proprio così. Se il benessere aumenta, quella teoria economica è buona.
Se il benessere diminuisce, come oggi avviene, invece è cattiva.
L’albero si riconosce dai frutti (*6).

Perchè i Governi non prendono atto che il Neoliberismo è fallito e non cambiano
rotta?

Alcuni sostengono, come vedremo, che i frutti velenosi del Neoliberismo non
sono il prodotto di un errore degli economisti neoliberisti che hanno ispirato
i governanti, ma fanno parte di un “preciso disegno” volto a sottrarre poteri e
ricchezza ai cittadini per darli alla finanza e alle multinazionali.
A noi non importa capire se chi ci ha imposto il Neoliberismo era in buona o
malafede; peraltro, sarebbe difficile saperlo con certezza.
A noi interessa solo che il Neoliberismo cessi immediatamente di produrre i
suoi frutti velenosi.
E questo si può fare.
Occorre solo che i cittadini comprendano e si uniscano, mettendo
provvisoriamente da parte gli argomenti sui quali si dividono.

Papa Francesco (E.G. 54) dice:
Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia
grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e
nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante.

Ma chi detiene il potere economico?
I detentori del potere economico sono i grandi gruppi finanziari.
Ci si chiederà:
ma il potere economico non è detenuto dai governi eletti dal popolo?
La risposta è: no, non è così.
Col Neoliberismo, le oligarchie economico-finanziarie sono in grado di imporre
agli Stati le politiche economiche da perseguire, di dare “ordini” ai governi e
di farli cadere se non obbediscono.
E, dice il Papa, chi crede nella loro “bontà” è un ingenuo.

Come può la finanza condizionare le scelte di un governo?
Continuate a leggere: lo scoprirete nelle prossime Riunioni n. 3 e n. 4.

Se cambia il Governo, cambiano le cose?
NO. I governi (di destra o di sinistra) che si sono alternati alla guida del
Paese negli ultimi decenni sono sempre stati “prigionieri” del neoliberismo.
Se non cambia la politica economica, nulla potrà cambiare.
Solo i cittadini possono organizzarsi per “costringere” i Governi a liberarsi
dalla prigionia del Neoliberismo.
Vedremo come nelle prossime riunioni.

Papa Francesco (E.G. 55) dice:
Una delle cause di questa situazione si trova nella relazione che abbiamo
stabilito con il denaro.

Qual è la relazione che abbiamo con il denaro?
Non è una relazione di sudditanza, come spesso si crede, ma è invece una
relazione di ignoranza.

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PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

Non sappiamo, infatti, da chi è creato il denaro e come e perché arriva nelle
nostre tasche.

IL PUNTO. 1.8

La relazione che abbiamo col denaro non è di
sudditanza, ma è di ignoranza. Comprendere come il

Neoliberismo ha cambiato il modo in cui il denaro viene creato e
distribuito è essenziale. Lo spiegheremo nelle Riunioni n.3 e n.4.

Il Papa dice che accettiamo “pacificamente” il predominio della finanza sulle
nostre società. Ci esorta a prendere le armi?

Ovviamente no. Il Papa non ci invita certo a non essere pacifici e a prendere
le armi.
“Pacificamente”, in questo caso, vuol dire che tutti noi diamo per scontato
che nulla si può fare per cambiare le cose. Mettiamo a riposo le nostre
coscienze e facciamo dormire le nostre intelligenze, senza chiederci come
possiamo reagire al predominio del denaro (o, meglio, di chi lo crea).
Di conseguenza, chi crea il denaro e lo indirizza dove più gli conviene può
imporre le sue regole ai Governi; e i cittadini non reagiscono, o per scarsa
informazione o per pigrizia mentale.

Papa Francesco (E.G. par. 55) dice:
La crisi ha alla sua base la negazione del primato dell’essere umano.

Perché?
Perché il Neoliberismo privilegia la finanza rispetto all’uomo.
Vedremo in seguito che, se si investe invece sull’Uomo, l’economia del Paese
ne trae beneficio.

IL PUNTO. 1.9

Il Neoliberismo nega agli Stati il diritto/dovere di
impedire che mercati e finanza operino in contrasto
con il bene comune.

Lo dice il Papa, ma ormai lo abbiamo capito tutti.
La conseguenza?
La finanza spadroneggia, comprime i nostri diritti, causa danni e
non paga mai per i suoi errori.

Papa Francesco (E.G. par. 56) dice:
Tale squilibrio procede d a ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei
mercati e la speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli
Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune.

Perché le ideologie neoliberiste negano agli Stati il diritto/dovere di vigilare sulla
speculazione finanziaria?

Perché, secondo i neoliberisti, i mercati e la speculazione finanziaria, lasciati
liberi di fare ciò che vogliono, realizzano automaticamente il bene comune.
Gli Stati (e quindi, i cittadini) non devono “immischiarsi” nelle loro faccende
private.

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PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

È questo il dogma del Neoliberismo: mercati e finanza, liberi da ogni
controllo degli Stati (che, dice il Papa, hanno il compito di tutelare il bene
comune), ci fornirebbero il benessere necessario e risolverebbero i nostri
problemi.
Vi risulta che ciò sia mai accaduto?
Guardatevi intorno!
E guardatevi in tasca!

IL PUNTO. 1.10

Il Neoliberismo attua una tirannia invisibile, più

pericolosa della tirannia visibile.

Papa Francesco (E.G. par. 56) dice:
Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone, in modo
unilaterale e implacabile, le sue leggi e le sue regole.

Cos’è questa Tirannia invisibile e virtuale?
Lo spieghiamo subito. Oggi le oligarchie finanziarie possono, semplicemente
premendo un pulsante, creare o muovere enormi quantità di denaro con fini,
motivazioni e risultati che i cittadini non comprendono o non condividono; e
possono persino dare ordini ai governi.
Ai cittadini si dice: queste sono le “regole” e bisogna rispettarle.
Nessuno può opporsi.
E la tirannia virtuale è più pericolosa di quella reale.
Ecco perché:

− LA TIRANNIA REALE (ad es. una dittatura) è facilmente riconoscibile e il
popolo può comprenderla e contrastarla;

− LA TIRANNIA VIRTUALE si cela dietro regole astratte e incomprensibili
che i popoli non possono capire e contrastare.

Papa Francesco (E.G. par. 56) dice:
Il debito e i suoi interessi allontanano i Paesi dalle possibilità praticabili della
loro economia e i cittadini dal loro reale potere d’acquisto.

Perché il Debito è un problema?
Perché la gestione del debito pubblico è stata affidata, in modo esclusivo, ai
mercati che, con i loro ricatti, condizionano le scelte degli Stati.
E se i cittadini protestano per i sacrifici imposti, si risponde:
"I mercati ci guardano"; ma i cittadini non hanno mai “eletto” i mercati a
supremi regolatori delle loro vite.
Sono stati i mercati ad assumersi questo ruolo grazie al Neoliberismo, senza
che i cittadini capissero ciò che stava avvenendo.
Il Neoliberismo ha sottratto agli Stati il controllo del Debito e lo ha affidato ai
privati.

Papa Francesco (E.G.58) dice:
Il denaro deve servire e non governare!

Siamo governati dal denaro?
In questa “economia che uccide” siamo governati da chi crea il denaro e non
dai nostri rappresentanti democraticamente eletti.

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PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

Questa affermazione del Papa non ha un contenuto soltanto etico, ma ha
anche un forte contenuto economico-politico.
Ecco perché:
in un Paese democratico, la creazione del denaro deve esser utilizzata per far
crescere il benessere degli uomini. Oggi invece, con il Neoliberismo, avviene
l’esatto contrario: l’uomo deve fare sacrifici insostenibili e “genuflettersi” a
chi crea il denaro.

Ma chi crea il denaro?
Il denaro non è più ancorato all’oro e quindi la sua emissione è svincolata da
qualsiasi bene fisico che uno Stato possiede.
Il denaro oggi, in particolare nella zona euro, è creato da istituzioni che
appartengono anche a soggetti privati.
Questo è un punto essenziale e non possiamo parlarne ora; ne parleremo
nella Riunione n. 3. Lo abbiamo detto: nelle prime due riunioni (questa e la
prossima n. 2) ci limiteremo a illustrare le parole del Papa e daremo solo
una sommaria spiegazione.

Papa Francesco (E.G. 58) dice:
Vi esorto a un “ritorno” dell’economia e della finanza a un’etica in favore
dell’essere umano.

Perché parla di “ritorno? C’era, in passato, un’economia diversa?
Sì. Lo abbiamo già detto. Fino, agli anni '80, esisteva un’economia che dava
buoni frutti. Era l’economia keynesiana, di cui abbiamo parlato.
Poi è arrivato il Neoliberismo e tutto è cambiato (in peggio per l’Uomo e in
meglio per la finanza).

Papa Francesco (E.G. 202) dice:
Se non si rinuncia all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione
finanziaria, non si potrà risolvere nessun problema.

Perché lo dice?
Perché la finanza, se viene ancora lasciata libera dal controllo degli Stati (e
quindi, dei cittadini), non si occuperà certo di noi tutti, ma farà solo i suoi
interessi e colpirà sempre più in lungo, sempre più in largo e sempre più in
alto.

Papa Francesco (E.G. 203) dice:
La dignità di ogni persona umana deve strutturare la politica economica.

Cosa significa?
Il Papa lo afferma per dare applicazione ai principi cristiani.
E noi aggiungiamo: “Per applicare la Costituzione italiana”, che prevede una
politica economica fondata non sulla finanza, ma sul lavoro e sulla tutela dei
beni che il lavoro produce come, ad esempio, il risparmio e la casa.
E aggiungiamo: anche per motivi economici.
Non si può, infatti, sperare che le aziende assumano (se non hanno
commesse) perché i lavoratori hanno bassi salari e scarse tutele, o che la
gente acquisti qualcosa (se non ha soldi) e si rivolga a un professionista o a
un artigiano perché i loro servizi costano di meno. Se invece il lavoro è
retribuito come si conviene alla dignità dell’essere umano e si contrasta la
disoccupazione, l’intero sistema economico ne trarrà beneficio.

34

PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

IL PUNTO. 1.11

Il modello neoliberista è in contrasto con la
Costituzione italiana.

Allora, il modello neoliberista non è in contrasto solo con il Vangelo, ma è in
contrasto anche con la Costituzione italiana?

Sì. Il modello Neoliberista è in contrasto anche con i diritti fondamentali
sanciti dalla Costituzione e con i principi cui deve ispirarsi uno Stato
democratico. Ne parleremo nella Riunione n. 8.

Papa Francesco (E.G. 203) dice:
Il richiamo alla dignità e al bene comune sembrano appendici aggiunte a un
discorso politico senza prospettive.

Perché i discorsi politici sono senza prospettive?
Perché i discorsi politici illustrano riforme (già fatte o ancora da fare) che, ci
dicono, creeranno in futuro lavoro e daranno dignità alle persone.
Sembrano clausole di stile che vengono aggiunte in modo automatico a ogni
discorso politico, come si fa con i distinti saluti alla fine di una lettera.
Occorrerebbe, invece, un programma concreto che assicuri, subito, un reale
benessere a tutti.

IL PUNTO. 1.12

Quando udite la parola “riforme” drizzate le
orecchie e aguzzate l’ingegno.

Le parole riforme e cambiamento sono semplici contenitori:
bisogna capire bene cosa c’è dentro.

Ma stiamo facendo le “riforme”! Saranno utili o no?
Quando udite RIFORME E CAMBIAMENTO drizzate le orecchie e aguzzate
l’ingegno; chiedetevi sempre.
- Chi ce le “consiglia”?
- A chi sono utili?
- A quale politica economica si ispirano?
Se le riforme si muovono nel solco tracciato dal Neoliberismo, sappiate che
non sono utili ai cittadini: lo hanno dimostrato i fatti.

E le famose “riforme strutturali” che l’Europa continua a chiederci, si muovono
sempre all’interno del Neoliberismo?

Sì, certo. Anzi, hanno lo scopo di rendere il neoliberismo ancora più forte e
stringente. Ricordate le riforme che la BCE “ci consigliò” di fare nella lettera
inviata al Governo italiano nell’agosto del 2011? (*7) (Tagli alle pensioni,
nuove imposte ecc.). Le abbiamo fatte; e cosa è successo?
Le nostre condizioni sono migliorate?
Il Debito pubblico è diminuito?
L’occupazione è aumentata?
NO. È solo avvenuto che il neoliberismo si è rafforzato a scapito dei cittadini.
Queste riforme hanno arricchito la finanza e impoverito i cittadini.

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PARTE PRIMA - PER CAPIRE E INDIGNARSI.
Riunione n. 1 - Le parole del Papa: L’economia che “uccide”.

Quali sono stati i risultati delle “riforme” neoliberiste che l’UE ha imposto
all’Italia nel 2011?

Ecco i risultati delle “riforme” sul Debito pubblico e sulla spesa pubblica.
Prima delle riforme.
Debito: 1.907 miliardi (a fine 2011) (*8)
Spesa: 804 miliardi (nel 2011) (*9)
Dopo le riforme.
Debito: 2.211 miliardi (a ottobre del 2015) (*10)
Spesa: 826 miliardi (nel 2014) (*11)

Di questi notevoli aumenti della spesa e del Debito Pubblico, prodotti dalle
“riforme”, ha beneficiato l’occupazione?

Certo che no.
Se l’aumento del Debito Pubblico e della spesa avesse avuto come risultato
la riduzione della disoccupazione, poco male. Ma, ovviamente, non è stato
così. Ecco i dati ISTAT sulla disoccupazione, che vogliamo darvi in numeri e
non in percentuale, per sottolineare che dietro un numero c’è una Persona,
con la sua vita, la sua famiglia, i suoi figli, i suoi problemi.
Prima delle riforme.
Disoccupati: 1.961.784 (nel 2011). (*12)
Dopo le riforme.
Disoccupati: 3.162.638 (nel 2015). (*12)
Le Riforme che ci ha imposto l’UE hanno portato i disoccupati a un livello
storico.
E i dati sulla disoccupazione giovanile sono ancora più drammatici.
Oggi il numero dei disoccupati è in calo, ma non basta.
Si ricordi, peraltro, che è aumentato il numero degli inattivi (cioè di coloro
che non cercano più un lavoro).
Durante la crisi l’albero neoliberista ha prodotto frutti velenosi; ciò non
avvenne, invece, per la crisi del 1929, che fu superata grazie alle politiche
keynesiane. Le riforme che ci ha imposto l’UE prescrivendoci una “cura
neoliberista”, non avevano certo lo scopo di creare occupazione e di
migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Lo dimostrano i frutti che esse
hanno prodotto.

Quindi la “cura” che ci hanno imposto nel 2011 non aveva lo scopo di creare
occupazione e di migliorare le nostre condizioni di vita?

No. Con la cura neoliberista:
− La disoccupazione è aumentata.
− Il debito pubblico è aumentato.
− La spesa pubblica è aumentata.
− Le pensioni sono state tagliate.
− L’età pensionabile è stata innalzata.
Vi abbiamo riportato sopra i dati ufficiali.

Con la cura neoliberista, sono aumentati il Debito, la spesa pubblica e la
disoccupazione?

Sì, lo abbiamo dimostrato, numeri alla mano.
− Il Debito Pubblico è aumentato di oltre 300 miliardi.
− La spesa pubblica è aumentata di oltre 20 miliardi.
− I disoccupati hanno raggiunto un livello storico: 3.162.638.

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