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Published by , 2017-03-23 12:04:19

- - 23 marzo Prova

- - 23 marzo Prova

PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 7 - Il Piano Finanziario.

Non sarà neanche necessario ricorrere ai mercati finanziari e regalare loro
questo rendimento del 5%; se l’acquisto viene effettuato dalla costituenda
Banca di Proprietà Pubblica, di cui parleremo fra poco, i soldi degli interessi
rimarrebbero a casa nostra e pagheremmo solo un modesto interesse alla BCE.
Ma statene certi; è prevedibile che lo Stato non dovrà più fare ricorso ai mercati.

Mi pare di capire che questa vostra proposta si fonda sullo stesso principio sul
quale si fondano le banche: è così?

Sì, proprio così. Il principio è lo stesso.
Le banche si fondano su un presupposto logico e una regola consolidata,
che è la seguente: non succederà mai che i risparmiatori, tutti insieme e nello
stesso preciso momento, vadano a ritirare i loro soldi.
Se ciò avvenisse, tutte le banche fallirebbero.
Lo strumento qui proposto si fonda sullo stesso principio: non succederà
mai che tutti coloro che detengono Eurocertificati vorranno, tutti insieme e
nello stesso preciso momento, denominarli in Euro.
E comunque, anche se ciò avvenisse, lo Stato non fallirebbe, ma avrebbe un
bel guadagno; sarebbe “una manna” che cade dal cielo.

Perché se tutti, contemporaneamente, volessero denominare in Euro i loro
Eurocertificati lo Stato non potrebbe fallire, come invece succederebbe a una
banca?

Perché fra lo Stato e una banca c’è una gran bella differenza.
Eccola.
− Se tutti quelli che hanno depositato i loro soldi in una banca vanno a

ritirarli contemporaneamente, la banca fallisce.
− Se tutti quelli che hanno denominato i loro Euro in Eurocertificati si

presentano a ritirarli contemporaneamente, lo Stato non ha problemi;
anzi, guadagna, incassando l’imposta.

IL PUNTO. 7.19

L'Italia non ha mai corso il rischio di fallire e non lo
corre neanche oggi. Per il futuro occorre vigilare e
agire.

Ma uno Stato può fallire?
Dipende.
In generale.
Se uno Stato ha contratto il debito sotto la sua legge e ha la sovranità
monetaria, la risposta è no; e quando ciò avviene è una scelta politica
(ripudio del debito). Se invece uno Stato si è indebitato in moneta estera, che
non può controllare, allora può anche fallire.
Per la zona euro.
Uno Stato può riprendersi la sua sovranità monetaria (anche se l’ha ceduta),
pagare tutti i creditori e non fallire, solo se i suoi debiti sono stati contratti
sotto la sua legge (come ha fatto l’Italia) e non sotto una legge straniera
(come è stata costretta a fare la Grecia).
Si veda a tal proposito ciò che abbiamo detto alla fine della Riunione n. 3 a
proposito della LEX MONETAE.
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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 7 - Il Piano Finanziario.

Allora l’Italia non può fallire?
Proprio così. L'Italia oggi - ma solo oggi - non può fallire.
Lo abbiamo spiegato alla fine della Riunione n. 3.
L’Italia, infatti, se vuole, può riprendersi, legittimamente, la sua sovranità
monetaria perché il suo Debito è stato emesso prevalentemente sotto la legge
italiana.
Ma se l’Italia, in futuro sarà costretta a indebitarsi sotto legge straniera,
potrà fallire.
Per il futuro, quindi, occorre vigilare e, soprattutto, agire.
NOTA.
Ovviamente, se si esce dall’Euro tornando alla situazione ante Divorzio o se
si adottano gli Eurocertificati, l’Italia non potrà mai fallire, né oggi né in
futuro.

Io ho comprato azioni di una società. Cosa devo fare per non pagare questa
imposta?

Nulla. Avrai sempre il diritto di percepire i tuoi dividendi o di vendere le tue
azioni.
Quando percepirai i tuoi dividendi o venderai le tue azioni, potrai scegliere
liberamente se farti pagare in Euro o in Eurocertificati.

IL PUNTO. 7.20

La libera circolazione dei capitali? È garantita!

Questo Piano finanziario non viola il principio della libera

circolazione dei capitali, sancito dalle norme UE, rende solo
più conveniente tenere i propri soldi in Italia.

Scusate, l’Europa mi garantisce la libertà di circolazione dei capitali, quindi io
potrei fare questo: portare i miei soldi all’estero, mantenere il mio conto in Euro e
non pagare l’imposta?

Eh, no.
Se sei un contribuente italiano soggetto alla legge italiana, dovrai pagare
l’imposta, anche se porti i soldi all’estero o li investi in titoli esteri.
Ma c’è di più.
Se detieni all’estero somme importanti e vuoi fare il furbo, potresti esser
costretto a pagare un’imposta in misura più elevata rispetto a quella prevista
per chi tiene i suoi soldi in Italia.
Lo prevedono i Trattati europei.
Se vuoi fare il furbo, devi lasciare l’Italia e stabilirti definitivamente all’estero
come fanno, con una scelta non certo apprezzabile, alcuni grandi gruppi
(che però corrono il rischio di dover instaurare contenziosi con l’Agenzia
delle Entrate).
Vuoi (e puoi) farlo? Fallo pure!

I Trattati europei consentono di tassare in modo più elevato chi tiene i suoi soldi
fuori dal suo Stato?

Sì, ecco la norma: è il comma 1 lettera a) dell’art 65 TFUE.
“Le disposizioni dell’articolo 63 (N.d.R. libera circolazione dei capitali) non
pregiudicano il diritto degli Stati membri:

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Riunione n. 7 - Il Piano Finanziario.

a) di applicare le pertinenti disposizioni della loro legislazione tributaria in cui
si opera una distinzione tra i contribuenti che non si trovano nella medesima
situazione per quanto riguarda il loro luogo di residenza o il luogo di
collocamento del loro capitale;”

Quindi, lo Stato potrebbe tassare i capitali che io tengo all’estero in misura tale
da “convincermi” a riportarli in Italia?

Sì, certo. E potrebbe anche tassare in misura più elevata i titoli di società o
Stati esteri che tu detieni, perché anch’essi sono capitale, ai sensi dell’art.
65 TFUE.

E se io non dichiaro che tengo soldi all’estero?
Commetti un reato.

E lo Stato ha gli strumenti per scoprirmi o per bloccare il trasferimento dei miei
soldi all’estero?

Sì, li ha; e può utilizzarli subito, senza attendere i risultati di laboriose
trattative e stipule di accordi bilaterali con altri Stati.
Eccoli.
Per scoprirti:
può utilizzare le norme contenute nella Convenzione penale sulla
corruzione, ratificata con l. 28.06.2012 n. 110, che consente di censire i
capitali italiani all’estero, anche in Paesi che erano paradisi fiscali
inaccessibili (si veda, in particolare, l’art.21.b che obbliga gli Stati firmatari
a dare informazioni). (*38)
Per bloccarti:
può utilizzare le norme contenute nell’articolo 65 del TFUE sopra citato che,
oltre a quanto abbiamo detto prima, consente anche di impedire i
trasferimenti di capitali all’estero per motivi di ordine pubblico.

Si potrebbe fare di più per “stanare” i grandi evasori?
Sì, ecco un esempio. Si potrebbe instaurare l’obbligo di inviare all’Autorità
anticorruzione un’autocertificazione in cui il contribuente dichiara che non
possiede all’estero, direttamente o indirettamente, beni che superano ad es. i
10.000 Euro. Un’autocertificazione che in futuro risultasse non veritiera
potrebbe comportare la confisca dei beni, anche in capo agli eredi. Di
conseguenza, poiché è ormai certo che prima o poi tutti i conti segreti verranno
scoperti, chi li detiene e ha figli o eredi, avrebbe interesse a regolarizzare
subito la sua posizione e a non trasferire ai figli beni sempre confiscabili.
Si pensi, ad esempio, alle demolizioni di immobili non sanabili operate
anche dopo 50 anni a danno dei nipoti di chi li aveva costruiti anche quando
l’autore dell’abuso è morto.
Se si fa per le case, si può fare anche per i capitali.

Perché l’autocertificazione dovrebbe essere inviata all’Autorità anticorruzione e
non alla Agenzia delle Entrate?

Per utilizzare le norme contenute nella Convenzione penale sulla corruzione,
(l’abbiamo citata prima) che obbliga a dare le informazioni richieste anche
quegli Stati che tutelano rigidamente il segreto bancario, ma hanno
sottoscritto la Convenzione.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 7 - Il Piano Finanziario.

Sarebbe complicato richiedere ai contribuenti questa autocertificazione?
No. Si chiede l’autocertificazione agli anziani residenti nelle case di riposo
per esentarli dal canone TV e non la si può chiedere per sapere chi ha soldi
all’estero? Molti problemi che sembrano complessi hanno soluzioni a portata
di mano, basta volerle applicare.
Ma non parliamo di questa autocertificazione: è solo un’idea e non rientra
nel nostro Piano Finanziario.

Se si approva questo Piano finanziario, cosa succederà ai Fondi pensione e alle
Assicurazioni, che, in genere, investono in Titoli di Stato?

Niente di diverso: saranno trattati come tutti gli altri contribuenti.

Ma se non verranno più emessi Titoli di Stato, cosa compreranno?
Fondi pensione e Assicurazioni non comprano soltanto Titoli di Stato;
potrebbero potenziare i loro investimenti nell’economia reale.
Norme italiane (di recente approvazione) e norme europee (da tempo) li
“spingono” a investire in tal senso. Potrebbero comunque depositare i loro
Eurocertificati in banca per trarne un interesse.

Quindi, ad Assicurazioni e Fondi pensione non mancano certo opportunità di
investimento?

Sì, proprio così. Gli investitori istituzionali potranno investire come meglio
credono; è però essenziale che le loro disponibilità non siano utilizzate per
alimentare la finanza speculativa, anche perché questo si tradurrebbe in un
danno per gli assicurati e i pensionandi (che sarebbero costretti a pagare più
tasse se si costringe lo Stato a indebitarsi per pagare interessi sul Debito).

Certo, se si attuasse questo Piano, l’Italia farebbe un impressionante balzo in
avanti: ma si potrà convincere la politica a muoversi in tal senso?

Dipende dai cittadini, se sapranno unirsi per costringerla a farlo.
Noi possiamo limitarci a spiegare perché la finanza deve servire, e non
governare, e possiamo proporre soluzioni per fare in modo che ciò avvenga
in modo conforme alle leggi.
L’azione, dice Papa Francesco, spetta alle Comunità della Chiesa; ma,
aggiungiamo noi, spetta a tutti i cittadini che hanno a cuore il futuro dei
propri figli. Ricordate: se non si contrasta il Neoliberismo, esso si
impadronirà, oltre che del nostro lavoro e dei nostri beni (come sta già
facendo), anche delle nostre vite.

IL PUNTO. 7.21

Una Banca Commerciale pubblica? Utilissima, anche per

risparmiare sugli interessi che paghiamo per il Debito Pubblico.
Ma dovrà essere di proprietà dei cittadini e non dello Stato.

Scusate, nella Riunione n. 3 si era parlato di una Banca Commerciale pubblica.
Possiamo riprendere il discorso?

Certo, dite pure.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 7 - Il Piano Finanziario.

Perché non si crea anche una Banca Commerciale di proprietà pubblica che
possa anche acquistare Titoli del Debito Pubblico?

Bravi, lo abbiamo preannunciato e stavamo per dirvelo.
È indispensabile farla subito, indipendentemente dalla - o in aggiunta alla -
approvazione del nostro piano finanziario.
Potremmo evitare di corrispondere, da subito, ingiustificati compensi alle
Banche Commerciali private.

Quali sono gli ingiustificati compensi che lo Stato corrisponde alle Banche
Commerciali, consentendo loro di guadagnare sui Titoli del Debito Pubblico
senza rischi e senza far nulla?

Non lo ricordate? Ne abbiamo parlato nella Riunione n. 3.

Potete ricordarcelo, anche a beneficio di chi non ha partecipato a quella
riunione?

Ricordiamo quanto abbiamo detto nella Riunione n.3.
La Banca commerciale X prende in prestito il denaro dalla BCE al tasso
dell’1% e poi lo presta allo Stato a un tasso del 3% guadagnando il 2%.
Costituire una Banca Commerciale pubblica consentirebbe allo Stato
italiano di risparmiare un bel po’ di soldi sugli interessi del Debito Pubblico,
pur lasciando intatti i meccanismi su cui si fonda l’Euro e il ruolo della
BCE. Ma purtroppo l’Italia non ha una Banca Commerciale pubblica (la
Germania, invece ce l’ha).

E perché non si crea una Banca Commerciale pubblica?
È ciò che proponiamo di fare. Proponiamo di creare una Banca Commerciale
pubblica, denominata BANCA DEGLI ITALIANI.
E proponiamo che questa banca sia di proprietà dei cittadini e non di
proprietà dello Stato.

Come faranno i cittadini ad essere proprietari della BANCA DEGLI ITALIANI?
Semplice; utilizzando lo stesso metodo che abbiamo suggerito per la “Ong
Lavoro, Casa e Investimenti”: ogni cittadino sarà proprietario di un’azione
della Banca degli Italiani e disporrà di un voto (non delegabile) da esercitarsi
anche telematicamente, ai sensi delle leggi vigenti.
Proponiamo le relative norme nei commi 19 – 21.
Leggete le norme e fate le vostre domande.

ART. 2 PIANO FINANZIARIO. Commi 19 - 21.
DOMANDE E COMMENTI

Si parla tanto di “spending review”: ma allora, fare una banca pubblica, non
sarebbe la prima e più redditizia revisione della spesa da fare?

Sì certo, è essenziale farla; il risparmio di spesa sarebbe imponente.
E dovrebbe esser fatta al più presto poiché:
− È perfettamente lecita;
− Comporterebbe un enorme risparmio di spesa per gli interessi;
− Non farla potrebbe esser considerato un atto omissivo, volto a

continuare a elargire denaro pubblico alle Banche Commerciali private;
− Potrebbe acquistare i crediti delle banche in difficoltà, facendo

guadagnare i cittadini e non la finanza privata. (Ricordiamo che la
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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 7 - Il Piano Finanziario.

società che venti anni fa acquistò i crediti deteriorati del Banco di Napoli
ha avuto, nel tempo, un bel guadagno).

E con quali strumenti sarà finanziata questa banca pubblica?
Con gli stessi strumenti che utilizzano gli altri Stati per finanziare le loro
banche pubbliche.

Un’obiezione; ma noi non abbiamo già banche pubbliche: la Banca d’Italia e la
Cassa Depositi e Prestiti?

Eh, no! Siete male informati.
La Banca d’Italia (che la legge e la Cassazione definiscono Istituto di diritto
pubblico) appartiene ormai per il 95% circa ai privati; e, peraltro, non può
fare ciò che fanno le Banche Commerciali.
La Cassa Depositi e Prestiti è di proprietà pubblica per l’80% e non opera
come una banca Commerciale (in passato si era proposto di farla operare in
tal senso, utilizzando gli sportelli di Poste Italiane, ma poi non se ne è fatto
nulla; peraltro, nel frattempo, le Poste sono state privatizzate).
Come vedete, il privato è sempre presente, in maggioranza o in minoranza,
in istituzioni che sono definite “pubbliche” e, il più delle volte, ne detta la
linea operativa.
La linea operativa della Banca degli Italiani, che noi proponiamo di istituire,
sarà invece dettata da dirigenti eletti dai cittadini, che risponderanno ai
cittadini e non alla politica.

IL PUNTO. 7.22

I cittadini sono in grado di capire?

Molti cittadini non si interessano della “cosa pubblica” perché
sono convinti che qualunque partito votino non cambia nulla.
Ma se capiscono che possono incidere, si interessano, eccome!

Ma i cittadini saranno in grado di capire?
Ma che dite?
Siete diventati neoliberisti?
Solo alcuni burocrati europei si spingono a dire che le decisioni devono
essere prese da pochi soggetti, “al riparo” dai processi elettorali.
La stragrande maggioranza dei cittadini oggi è in grado di capire e decidere.
E per quei cittadini che non capiscono, questa legge risulterà utilissima,
perché farà comprendere che devono occuparsi di questi problemi, con lo
stesso impegno con cui si occupano delle loro faccende private (lavoro, tasse,
pensioni, tenore di vita, ecc.).
E quando si inizierà a comprendere che il proprio voto conta davvero, e
non è una delega in bianco, anche i più pigri si “sveglieranno” e capiranno.

Perché è importante che i cittadini comprendano come si crea il denaro?
Perché, con il Neoliberismo, chi decide come creare e usare il denaro è più
potente del Parlamento e del governo; è bene che tutti capiscano come e da
chi oggi viene creato e usato il denaro, e come invece lo si potrebbe creare e
usare.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 7 - Il Piano Finanziario.

E cosa succederà quando i cittadini capiranno come si crea e come si presta il
denaro?

Cambierà tutto, non solo in Italia, ma anche in Europa.

Tutto quello che avete fin qui proposto, si può fare subito, senza attendere la
modifica dei Trattati europei e senza uscire dall’Euro?

Sì, certo; lo abbiamo ripetuto più volte:
− Tutto ciò che abbiamo detto fin qui, l’Italia può farlo da sola.
− Per la modifica dei Trattati l’Italia deve convincere altri Paesi.

La modifica dei Trattati è, quindi, un argomento che va affrontato a parte,
perché richiede il coinvolgimento degli altri Paesi che aderiscono all’UE.

Avete qualche idea per la modifica dei Trattati europei?
Ne parleremo nella prossima Riunione n.8. (EUROPA GIÙ LA MASCHERA).

Fine della Riunione n. 7

DOPO LA RIUNIONE
Alla fine della riunione, uno dei partecipanti ci ha fatto la seguente
domanda.

Ci avete detto che non proponete di uscire dall’Euro, ma che il vostro Piano ci
tornerà utile se in futuro decideremo di uscirne. Potete spiegarci il perché?

Lo spieghiamo
I piani di uscita dall’Euro che circolano fra gli addetti ai lavori prevedono
due tipi di uscita.
Un’uscita “morbida” e un’uscita “drastica”.
− L’uscita morbida:

È un’uscita preannunciata; si corre il rischio di creare fughe di capitali
all’estero (alcuni speculatori avrebbero il tempo di trasferire all’estero i
loro capitali e poi farli rientrare guadagnando sulla probabile
svalutazione della moneta italiana).
− L’uscita drastica:
È quella che avviene all’improvviso, nottetempo; rischia di creare
scompiglio materiale e psicologico.
Il nostro Piano elimina gli svantaggi legati ai due tipi di uscita (quella
morbida e quella drastica) e consente, se si vorrà, di uscire dall’Euro senza
che possano verificarsi fughe di capitali e senza creare scompiglio materiale
e psicologico.
Se l’Italia decidesse di uscire dall’Euro dopo aver adottato il nostro Piano,
tutti i meccanismi finanziari continuerebbero a funzionare regolarmente; gli
Eurocertificati potrebbero solo cambiare il loro nome prendendone uno
diverso (Lira, per far contenti i nostalgici, o qualsiasi altro nuovo nome).

Un’ultima domanda: se usciremo dall’Euro, che fine faranno tutti gli Euro che
abbiamo depositato in Tesoreria dello Stato?

Costituiranno sempre uno strumento di difesa, un’enorme riserva valutaria
che potremmo trasformare in dollari o altre valute.
Ma non parliamo di uscita dall’Euro. Non è nostra intenzione proporla e il
nostro PIANO FINANZIARIO non la prevede.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 7 - Il Piano Finanziario.

Andate anche a rivedere ciò che abbiamo detto alla fine della Riunione n. 3
parlando di uscita dall’euro.

Il vostro Piano Finanziario prevede di reperire ca. 76 miliardi: si può fare
affidamento su questa cifra?

Sì, certo.
La nostra previsione è fondata su dati concreti; partiamo da una base certa
di oltre 66 miliardi (che è la spesa che abbiamo sostenuto l’anno scorso per
gli interessi sul Debito) alla quale si potranno aggiungere altre somme (ad
esempio, quelle provenienti dal maggior gettito Iva, quelle già stanziate per
gli ammortizzatori sociali, per la formazione, ecc.).
Ma c’è di più.
Nel 2017 la BCE smetterà di acquistare i Titoli del Debito Pubblico e gli
interessi (lo dice il Tesoro nelle linee guida per l’anno in corso) torneranno a
superare il 4% annuo.
Facciamo un conto approssimativo di quanto risparmieremmo annualmente
adottando questo Piano Finanziario e quanto invece spenderemmo se non lo
adottassimo.
Ecco il conto.

- Se si approva questo Piano: da zero a qualche miliardo.
- Se non si approva questo Piano: oltre 80 miliardi.

Questo Piano Finanziario

È UNA SECONDA ZATTERA SALVAGENTE

Questo Piano Finanziario costituisce un’altra “zattera salvagente” come quello
sull’occupazione che ci avete illustrato nella precedete Riunione n. 6?

Sì, ha la stessa funzione.
Anche questo Piano si muove entro il limiti in cui ci hanno relegato i Trattati
internazionali che si ispirano al Neoliberismo; (se violasse i Trattati non
sarebbe immediatamente attuabile).
Però consente alla politica (che nuota in acque vorticose anche in tema di
Debito, di euro, ecc.) non solo di mettere al sicuro il Debito e di reperire
ingenti risorse finanziarie, ma anche di mettere i piedi su una zattera
salvagente e di valutare con calma da che parte andare.

Nota.
Anche questo Piano Finanziario obbedisce a due esigenze:
- la ricerca di un equilibrio,
- l’immediata applicabilità.
Trovare soluzioni equilibrate e attuabili subito, è essenziale.
Anche questo Piano si ispira alla “scienza dei limiti” (essere consapevoli dei
propri limiti e confrontarsi sempre con chi è più capace di noi).
Se qualcuno, quindi, vuol contribuire a perfezionarlo o ha una soluzione più
equilibrata che l’Italia può attuare subito e da sola (senza nulla chiedere
all’UE) può intervenire sul sito www.fatecasino.it

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 8 - Europa, giù la Maschera.

Riunione n. 8.
Europa, giù la Maschera.

AVVERTENZA N. 1
Qui parliamo di Unione Europea, non perché ciò serva all’attuazione del
nostro Progetto (per la cui attuazione NON SERVE l’assenso dell’UE) ma
perché i partecipanti alle riunioni ci hanno chiesto di farlo, e per chiarirci le
idee su ciò che sta succedendo e su come potremmo reagire.

AVVERTENZA N. 2
Noi condividiamo il sogno di un’Unione Europea democratica e solidale.
Tutto ciò che scoprirete in questa riunione, quindi, ha lo scopo di farvi
comprendere perché questa UE ha tradito i nobili ideali cui doveva ispirarsi
e cosa possiamo fare per cambiarla. E capiremo anche perché, se non
riusciamo a cambiarla, dobbiamo abbandonarla e costruirne una nuova.

Qui illustriamo, sempre con parole comprensibili a tutti:

1. Cosa l’Unione Europea, nei preamboli ai Trattati, dice di voler fare e
cosa invece fa realmente.

2. Come l’Italia può costringere l’Unione Europea a dirci quali sono i
suoi veri scopi e cosa vuol fare delle nostre vite, per consentirci di
decidere se restarvi, rifondarla o abbandonarla.

3. Come tutelare i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione
in attesa della indispensabile modifica dei Trattati europei.

Prima che inizi la riunione prepariamo la solita scaletta, in vari punti.
1. Oggi parleremo del problema Europa.

Eh sì, si tratta di un bel problema, perché all’interno del nome “Europa” (o,
più correttamente, Unione Europea che è cosa diversa) si celano distinte e
complesse realtà, buone e cattive, all’interno delle quali è difficile districarsi.
Ma andiamo per ordine e cominciamo dalle norme giuridiche.
2. Il diritto dell’UE è costituito da un “groviglio” di norme incomprensibili ai
cittadini e, spesso, anche ai professionisti del diritto (giudici, avvocati,
consulenti). Viene da chiedersi se la scarsa intelligibilità delle norme
europee è dovuta all’incapacità dei redattori che le hanno scritte, o se
renderle incomprensibili è stata una precisa scelta politica alla quale i
redattori hanno dovuto dare esecuzione.
3. Un dato è sicuro: l’incomprensibilità delle norme è utile a chi governa.
L’attuale Presidente delle Commissione Europea, Juncker, come riporta Der
Spiegel (*39) ha, in passato, affermato:

“Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un
po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché
la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato
deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”.

165



































PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 8 - Europa, giù la Maschera.

Perché se queste istituzioni non hanno i soldi che servono per gli indennizzi,
quelli che mancano deve metterli lo Stato?

Per un principio giuridico consolidato: se il delegato sbaglia, e non ha i soldi
per pagare, deve pagare il delegante.
Di conseguenza lo Stato, che ha delegato ad altre istituzioni i suoi compiti,
deve indennizzare integralmente i risparmiatori, perché è suo preciso obbligo
giuridico. Il governo può imporre, ad es. alla Banca d’Italia, di indennizzare i
risparmiatori e, se la Banca d’Italia non ha tutti i soldi che servono, quelli
che mancano li deve mettere lo Stato nella sua qualità di delegante. Ma la
Banca d’Italia è molto “ricca” e potrà pagare. (*57) Questo decreto avrebbe
un importante effetto non solo per il passato, ma anche per il futuro. Infatti,
toccata nel portafoglio (che al 95% circa appartiene ai privati) la Banca
d’Italia, in futuro, vigilerà con maggiore attenzione su ciò che fanno le
banche e curerà che i risparmiatori siano correttamente informati. E poiché
il supremo garante del sistema bancario è la BCE, potrà esser chiamata
anch’essa a rispondere. E, in questo caso, non ci sarà alcun problema
perché la BCE, lo sappiamo, può creare dal nulla tutto il denaro che vuole.

Queste norme sul bail in sono in contrasto con la nostra Costituzione?
Certo, e prima o poi la Corte Costituzionale dovrà intervenire. La Corte
Costituzionale austriaca è già intervenuta per garantire i risparmiatori, e ha
dichiarato illegittimo il provvedimento del governo che aveva salvato una
banca con i soldi dei risparmiatori. (c.d. bail in) (*44).
Ma c’è di più.
Queste norme sono in contrasto anche con la Convenzione europea per la
salvaguardia dei diritti dell’uomo (C.E.D.U.) di cui abbiamo parlato prima, a
proposito di “Sentinella dei Diritti dell’uomo” (*43).

Perché le norme sul bail in sono in contrasto anche con la C.E.D.U.?
Perché la CEDU afferma che nessuno può esser privato di un bene che
abbia un contenuto patrimoniale (quindi anche depositi e obbligazioni), se
non per causa di pubblica utilità e con un giusto indennizzo.
Diamo per scontato che ci sia la causa di pubblica utilità (il salvataggio del
sistema bancario); ma nel bail in manca il giusto indennizzo!
Si può quindi prevedere che, se i risparmiatori spogliati dei loro beni senza
indennizzo, si rivolgeranno alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, questa
condannerà l’Italia per aver adottato il bail in.
Quindi, potrebbe verificarsi la seguente situazione:
− La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (che è la “sentinella” del
Neoliberismo) condanna l’Italia se non applica il bail in.
− La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (che è la “sentinella” dei Diritti
dell’Uomo) condanna l’Italia se applica il bail in perché è un esproprio
senza indennizzo (*43).

Ma è un manicomio!
Sì, è un manicomio. Così non può certo continuare; impazziremo tutti.
Le leggi dovrebbero dare certezze ai cittadini, non togliergliele.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 8 - Europa, giù la Maschera.

Dicono, in TV, che queste norme sul bail in sono state fatte perché i cittadini non
volevano che si salvassero le banche con i soldi pubblici. È così?

No, non è così. I cittadini non si lamentavano per il salvataggio delle banche
con i soldi pubblici; i cittadini non sono scemi e capiscono che, senza il
salvataggio, perderebbero i loro risparmi.
I cittadini si lamentavano di ben altro, e cioè che le banche venissero salvate
regalando loro - senza alcuna condizione - i soldi pubblici e lasciandole
poi in mano ai privati, come se nulla fosse avvenuto.
Anche il Papa (si veda la Riunione n. 4) ha condannato i salvataggi delle
banche operati dagli Stati, senza imporre loro alcuna condizione.

Bisogna quindi che i cittadini abbiano garanzie?
Si, ma non solo in tema di risparmio. Bisogna ridare ai cittadini quelle
certezze di cui il Neoliberismo li ha oggi privati.

Noi, semplici cittadini, cosa possiamo fare?
Dovete capire che il vostro futuro e quello dei vostri figli è nelle vostre mani.
Dovete abbandonare il disinteresse, l’apatia e l’astensione da ogni attività
politica e impegnarvi affinché le cose cambino. Ne avete il potere, dipende
solo da voi.
FATELO.
Avete in mano uno strumento potentissimo: la sovranità popolare che si
esercita CON IL VOTO. Fate sapere a tutte le forze politiche oggi presenti in
Parlamento che lo userete contro chi favorisce il Neoliberismo, affinché
capiscano e agiscano. E, se nulla cambia, alle prossime elezioni USATELO.

Finiamo qui, con queste parole del Papa, le nostre riunioni per capire come
contrastare il Neoliberismo, l’economia “che uccide”?

Sì, noi abbiamo accolto l’Esortazione che Papa Francesco ci ha rivolto nella
Evangelii Gaudium e crediamo di aver svolto con diligenza i compiti che ci
eravamo assegnati.
Ora tocca a voi organizzarvi e agire.
Auguri di buon lavoro e … buona fortuna.

Ci darete qualche consiglio su come possiamo organizzarci per fare casino?
Sì.
Parleremo degli strumenti organizzativi che potete utilizzare e consiglieremo
di utilizzare soprattutto internet.
Lo faremo nell’ultima Riunione, la n. 9, ISTRUZIONI PER L’USO - 3 PASSI
PER COLPIRE L’OBIETTIVO.

Fine della Riunione n. 8

184

PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

Riunione n. 9.
Istruzioni per l’uso.

Tre Passi per colpire l’obiettivo.

Qui illustriamo:

1. Gli obiettivi (in sintesi) che si possono raggiungere con l’approvazione
del nostro Progetto di Legge.

2. Come organizzarsi e agire per convincere (o costringere) la politica a
dare attuazione al nostro Progetto o a qualsiasi altro Progetto che
abbia gli stessi scopi.

3. I Tre Passi da compiere per raggiungere l’obiettivo.

Introduzione alla Riunione n. 9.
Ed eccoci giunti all’ultima riunione.
Tiriamo le somme. In questo Vademecum vi abbiamo illustrato il nostro
Progetto di Legge che, pur muovendosi all’interno del sistema neoliberista (per
cambiar sistema occorrerebbe modificare i Trattati europei), consente di
reperire, senza aumentare le imposte, senza creare deficit e senza uscire
dall’euro, ca. 76 miliardi annui per conseguire i seguenti obiettivi.

Obiettivo 1 - Occupazione e rilancio dell’economia.
1. Dar lavoro, subito, a oltre 4 milioni di Persone;
2. Far crescere il numero dei clienti dei lavoratori autonomi e delle piccole

e medie imprese;
3. Rilanciare i consumi e, quindi, l’economia;
4. Incrementare la vigilanza sul territorio per dare maggior sicurezza a

cittadini e imprese;
5. Velocizzare la giustizia potenziando gli uffici ausiliari;
6. Contribuire alla lotta contro la corruzione;
7. Promuovere la ricerca;
8. Dar linfa ai conti pubblici e rivedere il sistema pensionistico.

Obiettivo 2 - Riduzione delle imposte.
9. Eliminare IMU e TASI, non solo sulla prima casa, ma su TUTTI gli

immobili e, in prospettiva, eliminare anche le imposte sui trasferimenti
(iva, registro, ecc.);
10. Elevare di oltre 1.700 miliardi il valore del patrimonio immobiliare degli
italiani, rendendo più ricchi i cittadini e più affidabile il Paese;
11. Trasformare gli immobili in “capitale circolante” per creare ulteriore
lavoro.

Obiettivo 3 - Sicurezza e altri investimenti.
12. Mettere in sicurezza il territorio e la viabilità;
13. Mettere in sicurezza e valorizzare il patrimonio pubblico;
14. Realizzare abitazioni da destinare ai meno abbienti;
15. Promuovere il turismo;
16. Promuovere i nostri prodotti all’estero;
17. Favorire il consumo di prodotti italiani senza violare le norme UE;

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

18. Contribuire alla soluzione del problema “migranti”;
19. Fare molto altro ancora, come illustrato nelle precedenti riunioni.

Obiettivo 4 - Debito pubblico.
20. Mettere al riparo il nostro Debito Pubblico dall’aggressione della

finanza, rendendo inoffensive le “armi” di cui essa dispone.

Obiettivo 5 - Contrastare la finanza.
21. Impedire (pur rimanendo nell’euro) che la finanza dia ordini al governo.

Obiettivo 6 - Una UE riformata.
22. Permettere all’Italia di farsi promotrice di una “rifondazione europea”,

senza dover temere “ritorsioni” da parte dei mercati finanziari.

COMINCIA LA RIUNIONE n. 9
Parliamo delle ISTRUZIONI PER L’USO e rispondiamo alle domande.

Oggi parliamo delle Istruzioni per l’Uso di questo Vademecum?
Sì. Ma prima di cominciare questa Riunione, vi invitiamo a rileggere ciò che
abbiamo detto nella Riunione n. 2 - LE PAROLE DEL PAPA AI POLITICI E
ALLA CHIESA.

Perché dobbiamo rileggere la Riunione n. 2?
Perché vi ricorderà il motivo per cui TUTTI i soggetti danneggiati dal
neoliberismo devono unirsi, altrimenti NULLA potrà cambiare.

Allora facciamo una pausa di 10 minuti e andiamo a rivedere il contenuto della
Riunione n. 2?

Sì, facciamo una pausa.

10 MINUTI DOPO

Bene, abbiamo riletto il contenuto della Riunione n. 2; possiamo cominciare con
le domande?

Sì, fate pure le domande.

Chi deve fare “casino”?
Il Papa ha invitato i giovani a fare casino e le Comunità della Chiesa a non
limitarsi a parlare, ma ad agire.
Noi aggiungiamo che devono fare casino, non solo i giovani, ma anche gli
adulti e i vecchi (i padri e i nonni che hanno a cuore il futuro di figli e nipoti),
e devono fare casino tutti i cittadini danneggiati dal Neoliberismo, l’economia
che “uccide”.

Perché devono fare “casino” soprattutto i giovani?
Ecco perché.
− Hanno più tempo disponibile, perché non sono vessati dalle incombenze
quotidiane imposte dal lavoro, dal fisco e dalla burocrazia.
− A loro appartiene il futuro.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

− Hanno la mente fresca e sgombra dai dogmi che, ormai da decenni, il
Neoliberismo propina agli adulti che seguono i dibattiti politici.

Come si deve fare “casino”?
Pacificamente, solo con la forza delle idee e con l’utilizzo della più grande
arma che i cittadini hanno a disposizione: IL VOTO.

IL PUNTO. 9.1

ATTENZIONE.

Non si deve dar vita a un partito politico per

“presentarsi” alle elezioni.

Si deve solo stimolare partiti e movimenti politici, senza

distinzione fra destra e sinistra, a unirsi provvisoriamente, per
contrastare il Neoliberismo e sostenere massicciamente, alle
elezioni quelle forze politiche che assumono questo impegno.

Dove si deve fare “casino”?
Cominciate (in Italia) rivolgendovi ai sindaci, ai sacerdoti, ai parlamentari, e a
tutti gli uomini politici. Poi speriamo che anche i cittadini di altri Paesi siano
coinvolti nel contrasto al Neoliberismo.

Quando si deve fare “casino”?
Subito, non c’è tempo da perdere; si potrà cercare di intervenire sulla classe
politica che oggi governa e, se non si ottengono risultati, alle prossime
elezioni politiche la si potrà sostituire.

Perché si deve fare “casino”?
Perché questa economia “uccide”: lo ha detto il Papa, ma ormai lo hanno
capito (quasi) tutti i cittadini.

Cosa si può fare per far “casino” in modo efficace?
Occorre unirsi e coordinarsi, con in mano un Progetto immediatamente
attuabile, completo di copertura finanziaria.

Perché per fare “casino” ci vuole un Progetto, immediatamente attuabile,
completo di copertura finanziaria?

Perché per agire in modo costruttivo occorre proporre soluzioni concrete e
attuabili. È inutile dire questo non va bene se non si propone un’alternativa
percorribile e che abbia gambe solide (vale a dire coerenza logica e risorse
finanziarie disponibili).
Si devono presentare proposte concrete di atti normativi, completi di
copertura finanziaria e norme giuridiche immediatamente approvabili.
Altrimenti saranno solo promesse e inutili chiacchiere.
In tal modo, chi governa dovrà spiegare ai cittadini perché non li approva e
non potrà dire: “non ci sono i soldi” oppure “l’Europa non ce lo consente”.

Il vostro Progetto è l’unico attuabile?
No di certo. Lo abbiamo detto e lo ripeteremo.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

Qualsiasi altro Progetto va bene, purché consenta di raggiungere gli stessi
obiettivi, senza arrecare nessun danno a nessun cittadino.

Il vostro è un Progetto di destra o di sinistra?
Il nostro Progetto può essere sostenuto da chi è di “destra”, di “sinistra” o di
“centro perché favorisce l’Uomo e contrasta la finanza.
E la tutela dei diritti dell’Uomo non è né di destra né di sinistra.
Il nostro Progetto, infatti, contiene proposte che possono essere condivise da
TUTTI i cittadini, di qualsiasi fede politica, (tranne, ovviamente da quel 2% di
cittadini che vivono di finanza o ne tutelano gli interessi).
Perciò, vi preghiamo, non parlate di destra e di sinistra; in questo momento,
occorrono soluzioni che uniscano, non che dividano.

Perché in questo momento non si deve parlare di destra e sinistra?
Lo abbiamo spiegato nella Riunione n. 2; l’avete riletta?
Se cittadini di destra e di sinistra restano divisi e non convergono, SIA PUR
PROVVISORIAMENTE, per attuare un Progetto che contrasti la finanza e crei
lavoro, nulla potrà cambiare.

IL PUNTO. 9.2

Solo i cittadini possono, col loro voto, cambiare le
cose. È inutile dividersi fra destra e sinistra; bisogna
dividersi fra chi vuol contrastare il Neoliberismo e
chi non vuole farlo.

Perché, sia che governi il Centrodestra, sia che governi il Centrosinistra, la
politica economica non cambia?

Perché entrambi questi schieramenti sono dominati dal (o si sono ispirati al)
Neoliberismo. In 30 anni si sono alternate al governo diverse forze politiche,
ma la finanza neoliberista ha continuato a governare le nostre vite.
Solo i cittadini possono, col loro voto, cambiare le cose, ma per far questo
devono unirsi, sia pur provvisoriamente, per questo obiettivo comune.
Ciò che proponiamo noi non è né di destra né di sinistra, e può essere
accolto da tutti.

Perché ciò che proponete voi non è né di destra né di sinistra e può essere
accolto da tutti?

Esaminate qui alcuni dei principali obiettivi del nostro Progetto.
E rispondete voi stessi.

− Contrastare la disoccupazione, è di destra o di sinistra?
− Ridurre le imposte, è di destra o di sinistra?
− Dare sicurezza ai cittadini, è di destra o di sinistra?
− Liberare l'Italia dalla schiavitù del Debito, è di destra o di sinistra?
− Tutelare i prodotti italiani, è di destra o di sinistra?
− Proteggere i risparmi dei cittadini, è di destra o di sinistra?

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

IL PUNTO. 9.3

Avete dato la vostra risposta?
Queste cose non sono né di destra né di sinistra!

Tutti i politici (di destra, di centro e di sinistra) dicono che bisogna
farle. Quindi: TUTTE le forze politiche che vogliono (coi fatti e non
a parole) contrastare il predominio della finanza possono,
provvisoriamente, unirsi per questo scopo comune.

Per fare queste cose, quindi, non occorre essere di destra o di sinistra?
Certo. Tutte le forze politiche, a gran voce, dicono che vorrebbero far queste
cose, ma che non possono farle perché non ci sono i soldi.
Quindi: se un Progetto spiega, nei dettagli, come trovare i soldi (senza
sottrarli a nessun altro semplice cittadino o imprenditore) chi mai potrebbe
opporsi? Potrebbe opporsi solo chi vive di finanza o ne serve gli interessi!
Il nostro Progetto si fonda sul seguente principio:
la finanza deve servire l’uomo, non governarlo.
Chi potrebbe non esser d’accordo su questo principio?

E per gli altri temi sui quali oggi si dividono destra e sinistra, un esempio: i temi
eticamente sensibili, cosa si farà?

Saranno affrontati quando i cittadini e le forze politiche, raggiunti gli
obiettivi sopra elencati, torneranno a riallinearsi ognuna sulle loro
tradizionali posizioni.
Ma prima occorre rimettere la finanza al suo posto, là dove stava prima del
prevalere del Neoliberismo.

Io parlo a nome di un gruppo che vuole passare subito all’azione; ci date un
consiglio?

Sì. Nella precedente riunione vi abbiamo suggerito di utilizzare internet; noi
abbiamo attivato un sito che consente di leggere gratuitamente questo
Vademecum: www.fatecasino.it
Se volete, ve lo mettiamo a disposizione.
Volete utilizzarlo, o preferite attivare un sito con un nome diverso?

Grazie, accettiamo: utilizzeremo il sito www.fatecasino.it
Avete consigli da darci?

Sì. Una raccomandazione.
È importante che sul sito si trattino solo argomenti che:

− abbiano l’unico scopo di contrastare il Neoliberismo (sul quale i cittadini
possono unirsi) e

− non abbiano nessun altro scopo (sul quale i cittadini possano dividersi).
Chiarite subito che non volete dar vita a un nuovo movimento o partito
politico, ma volete invece contrastare il Neoliberismo per creare lavoro e
tutelare i diritti dei cittadini.
Diventate tutti, voi e i vostri amici, PROMOTORI DEI BISOGNI DELL’UOMO.

Devono attivarsi solo i giovani o anche gli adulti e gli anziani?
TUTTI i cittadini che vogliono contrastare il Neoliberismo possono (e devono)
attivarsi.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

Potete fare un elenco delle persone che hanno interesse a fare “casino” per
contrastare il Neoliberismo?

Sì; lo abbiamo già fatto nelle precedenti riunioni, ma per vostra comodità lo
riportiamo qui.

1. Disoccupati, Sottoccupati, Cassintegrati, ecc. che non hanno idonei
mezzi di sussistenza.

2. Piccole e medie imprese, che non vendono più, non hanno più credito e
sono vessate dal fisco.

3. Lavoratori autonomi, che perdono i loro clienti.
4. Lavoratori dipendenti che, pur avendo un lavoro, subiscono comunque

gli effetti della crisi.
5. Proprietari di terreni e fabbricati, schiacciati dalla patrimoniale.
6. Pensionati, le cui pensioni non crescono più.
7. Cittadini “ricchi” ma non “ricchissimi” che, se non si attivano, saranno

presto impoveriti.
8. Cittadini i cui risparmi sono già stati (o rischiano di essere) azzerati dal

fallimento delle banche.
9. Studenti, che non sanno se potranno avere un futuro lavorativo

dignitoso.
10. Tutti coloro che protestano per i problemi di singoli settori (scuola,

sanità, trasporti, pensioni e persino per le buche nelle strade), ma non
sanno ancora che le politiche neoliberiste concorrono a creare questi
problemi.
11. Chi crede nella democrazia e non nell’oligarchia.
12. E, soprattutto, TUTTI i giovani, il cui futuro diviene sempre più incerto.

Come possono agire i PROMOTORI DEI BISOGNI DELL’UOMO?
I Promotori possono agire in due modi, fisicamente oppure on line.
Fisicamente - faccia a faccia.
Possono organizzarsi in strutture locali, riunirsi e operare per passare
all’azione.
Oppure:
Virtualmente - on line.
Utilizzando i social. (Facebook, Twitter, WhatsApp, ecc.) e tramite il sito
www.fatecasino.it

E poi, cosa possiamo fare per impegnarci attivamente e passare all’azione?
Ecco qui una serie di suggerimenti su cosa si può fare.

1. Pubblicizzate il sito, in modo che tutti i vostri amici e conoscenti
possano leggere gratuitamente questo Vademecum.
Chi desidera avere la versione cartacea, potrà richiederlo in libreria o
acquistarlo on line (su IBS Libri, Amazon, ecc.).
Invitate a consultare il sito forze politiche, associazioni, Comunità della
Chiesa, studiosi, giornalisti, sindaci, sacerdoti ecc.

2. Coinvolgete i professionisti, specie gli avvocati, che possono utilizzare gli
strumenti giuridici che esistono per opporsi al Neoliberismo con ottimi
risultati (come è già avvenuto, in Italia e in altri Paesi).

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

3. Coinvolgete soprattutto i semplici cittadini, siano essi aderenti o
simpatizzanti di una qualsiasi forza politica o persone disilluse che non
vanno più a votare.

4. Coinvolgete anche forze politiche non presenti in Parlamento che
vogliono contrastare il neoliberismo.

5. Informate della vostra iniziativa il maggior numero di persone possibile
anche tramite le Associazioni di ogni tipo:
- Associazioni sindacali;
- Associazioni professionali;
- Associazioni di categoria;
- Associazioni di consumatori;
- Associazioni ambientaliste;
- Associazioni di assistenza e beneficenza;
- Associazioni di ogni altro genere che vogliono tutelare i cittadini.

6.Utilizzate i social (Facebook, Twitter, WhatsApp, ecc.), fate però sempre
riferimento al sito www.fatecasino.it per tenervi informati su eventuali
novità e per dare il vostro contributo.

7.Organizzate riunioni fra amici per discutere del loro futuro (se si tratta di
giovani) o del futuro di figli e nipoti (se si tratta di genitori e nonni).

8.Recatevi dai sindaci del vostro Comune di residenza per far presente
l’utilità di sostenere questa iniziativa (dar lavoro ai suoi concittadini,
mettere in sicurezza il territorio) e stimolateli a contattare altri sindaci,
per far fronte comune e convincere i parlamentari ad approvare questa
legge, subito.

9.Se siete cattolici, organizzate in parrocchia incontri per discutere il
contenuto di questo Vademecum.

10. Se non siete cattolici, recatevi comunque nelle parrocchie per informare i
sacerdoti e coloro che frequentano le Chiese di ciò che ha detto il Papa
per far fronte comune contro l’economia che “uccide”.

11. Se aderite a movimenti cattolici, promuovete la discussione di questi temi
all’interno del movimento.

12. Se aderite a una qualsiasi associazione (culturale, di consumatori,
sindacale ecc.), promuovete all’interno della vostra associazione la
conoscenza e il dibattito sul contenuto di questo Vademecum.

13. Fate ogni altra cosa che viene in mente per diffondere la conoscenza delle
problematiche qui trattate.

Potete consigliarci i Passi da compiere?
Sì. Ricordate, anzitutto, che le “armi” da utilizzare devono essere due:
− UN PROGETTO, utile a tutti e attuabile subito
(il nostro o qualsiasi altro Progetto che abbia gli stessi scopi);
− IL VOTO.
Una sola arma, senza l’altra, non serve a nulla.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

A quali forze politiche possiamo rivolgerci per chiedere il sostegno al Progetto?
Lo abbiamo detto nella Riunione n. 2, ma lo ripetiamo: a tutte le forze
politiche che vogliono difendere la nostra Costituzione.

IL PUNTO. 2.11

Quelle forze politiche che, superando pregiudizi, odi e rancori reciproci

si uniranno provvisoriamente per creare lavoro,

dimostreranno che hanno a cuore i cittadini e la Costituzione.

Ciò fatto, potranno tornare a dividersi.

Se non si uniscono, nulla potrà cambiare.

Potete suggerirci i Passi da compiere.
Sì, certo: ecco qui di seguito i nostri consigli.

ECCO QUI DI SEGUITO,
IN 3 PASSI, I NOSTRI CONSIGLI.

PRIMO PASSO

Da fare SUBITO.
Tutti i politici dicono che vorrebbero contrastare la disoccupazione, ridurre le
imposte, investire per la sicurezza, ma non possono farlo perché incontrano
questi due ostacoli:

- Perché “non ci sono i soldi”
- Perché “l’Europa non ce lo consente”.
Bene.
Date ai politici la possibilità di dimostrare che è vero che vogliono fare quel che
dicono di voler fare.
Munitevi di un Progetto di Legge (il nostro o qualsiasi altro Progetto che abbia
gli stessi scopi) che consenta, senza violare i Trattati, di:
- Creare 4 milioni di posti di lavoro;
- Ridurre le imposte e mettere in sicurezza il Debito Pubblico;
- Investire sul territorio.

POI
Prendete contatto con i parlamentari di ogni colore politico (se avete contattato
i sindaci o altri uomini politici, chiedete il loro supporto) e invitateli ad
approvare il Progetto che avrete scelto di sostenere (il nostro o qualsiasi altro
Progetto che abbia gli stessi scopi).
Spiegate che il Progetto supera i due ostacoli che essi incontrano nel loro
intento di contrastare la disoccupazione e di ridurre le imposte.

Chiedete ai parlamentari di legare i loro nomi all’approvazione di un Progetto
che tutela i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione (dimostrando che
hanno a cuore l’Uomo e non la finanza) e di approvare il Progetto, anche con
maggioranze occasionali, non omogenee e trasversali.

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

SECONDO PASSO

Da fare QUANDO SI CAPISCE che in questo Parlamento non c’è la possibilità di
approvare il Progetto e si dovrà quindi guardare alla prossima legislatura.

Se in questo Parlamento non si riesce a raggiungere l’obiettivo, invitate quelle
forze politiche che si sono mostrate contrarie al Neoliberismo a presentarsi alle
prossime elezioni unite in una

LISTA (O COALIZIONE) PROVVISORIA DI SCOPO
che si ispiri alla difesa della Costituzione

e che si proponga di approvare un Progetto (il nostro o qualsiasi altro Progetto)
redatto con la forma del Testo di Legge, che crea occupazione e contrasta la
finanza, senza occuparsi di temi divisivi.
In questa lista (o coalizione) provvisoria potrebbero unirsi forze di destra, di
centro e di sinistra che vogliono coi fatti (e non a parole) contrastare le
politiche neoliberiste.

POI
Se alcune forze politiche riusciranno a unirsi in un’unica Lista (o Coalizione)
quando si andrà al voto, si dovrà sostenere massicciamente questa LISTA
(O COALIZIONE) PROVVISORIA DI SCOPO (se si è cattolici, attivandosi in
particolare nelle Comunità della Chiesa).

Se invece le forze politiche non riusciranno a unirsi in un’unica Lista (o
Coalizione) si dovrà procedere con il terzo passo.

TERZO E ULTIMO PASSO

Da fare QUANDO CI SARANNO LE ELEZIONI per il prossimo Parlamento.

Se non si riesce a convincere nessuna forza politica a organizzare una LISTA (O
COALIZIONE) PROVVISORIA DI SCOPO occorrerà intervenire sui singoli partiti
e movimenti che si accingono a scegliere il loro candidato premier invitando i
candidati a prendere il preciso impegno di contrastare i neoliberismo.

POI
Quando ci saranno le elezioni, si dovrà:
mobilitarsi con tutti i mezzi disponibili (se si è cattolici, attivandosi in
particolare nelle Comunità della Chiesa) per sostenere massicciamente
SOLO QUELLA FORZA POLITICA che ha presentato agli elettori un Progetto,
con la forma del Testo di Legge, che abbia almeno questi due scopi:

- Creare lavoro (che, dice il Papa, unge l’uomo di dignità). (*5)
- Liberare lo Stato (e quindi i cittadini) dal giogo del Debito e della finanza.
Non si dovrà, quindi, guardare al partito o movimento (destra, sinistra, ecc.)
ma solo all’impegno che viene assunto.

Fine della Riunione n. 9

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PARTE SECONDA - PER AGIRE E CAMBIARE.
Riunione n. 9 - Istruzioni per l’uso. Tre Passi per colpire l’obiettivo.

DOPO LA RIUNIONE
Alla fine della riunione, i partecipanti ci hanno fatto le seguenti domande.

Sarà utile compiere questi Tre Passi?
La presa di coscienza da parte dei cittadini della necessità di contrastare il
neoliberismo e di difendere la Costituzione potrà incidere in modo
determinante. Ecco perché: è prevedibile che alle prossime elezioni le forze
politiche dovranno contendersi il primato sul filo del rasoio, prevalendo l’una
sull’altra per pochi voti. Il voto di coloro che vogliono contrastare il
neoliberismo potrebbe essere decisivo.

Cosa dovrebbe fare una forza politica quando chiede il voto agli elettori?
Dovrebbe, a nostro avviso, pubblicare un volumetto che illustri, con la forma
della bozza di Testo di Legge (completo di copertura finanziaria) e non di
semplice programma, le cose più significative che vuol fare se andrà al
governo. Solo così i cittadini potrebbero esser sicuri che i candidati, una
volta eletti, non cambieranno le carte in tavola (salvo dimostrare che sono
inaffidabili e, quindi, indegni di essere rieletti).

Il Progetto contenuto in questo Vademecum può essere utilizzato dalle forze
politiche che si presentano alle elezioni?

Sì, lo abbiamo detto.
Gli autori di questo Vademecum non intendono utilizzarlo per acquisire
visibilità (è pubblicato con uno pseudonimo) o per far quattrini (è diffuso
gratuitamente on line) e non se ne considerano proprietari.
Quindi.
Chi condivide il Progetto qui contenuto potrà liberamente appropriarsene,
farlo suo, illustrarlo e sostenerlo.

I cittadini hanno un’arma più potente di quella della finanza:

IL VOTO.

Se si uniscono (sia pur provvisoriamente) possono cambiare le cose.

Questo Vademecum può esserci utile?
Con questo Vademecum vi abbiamo messo a disposizione uno strumento
informativo e organizzativo. Utilizzatelo!

E, soprattutto voi, GIOVANI, seguite i suggerimenti di Papa Francesco
che qui vi ricordiamo:

“SUPERATE L’APATIA”.
“Vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una
Italia migliore”.
“Per favore, NON GUARDATE DAL BALCONE LA VITA, ma impegnatevi,
immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico”. (*2)

FATE CASINO! (*1)

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