VIVERE Monza Como Lecco & Brianza Anno XIX - Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale Regime libero LO/ MI - Euro 3,50 132
Da quest’anno Vivere viene stampato con una macchina CO2 Neutral Cosa significa? Che le emissioni di anidride carbonica necessarie alla fabbricazione della nuova Heidelberg (6 colori con verniciatura) sono state azzerate grazie ad una serie di interventi compensativi. Una nuova macchina da stampa CO2 Neutral per il nostro magazine e la nostra azienda ZeroEmission. Stampato su carta Arena White Smooth Fedrigoni: a parità di spessore un consumo di carta minore. La nostra strada: il futuro sostenibile, a cominciare da questo magazine che stai sfogliando. Zero emissioni, meno consumi, più futuro. GreenPrinting bellavite.it ®
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Copertine d’autore per Vivere: “Segnale 7” 90x90x90cm, ferro verniciato (1969) Per gentile concessione dell’archivio Tino Stefanoni NUM. 132 ESTATE 2023 Storie di impresa Arte&Cultura Gabel Dal 1957 ambasciatore del vero made in Italy Pamar Maniglie che aprono la porta del design Acinque Motore dello sviluppo culturale, sociale e sportivo dei territori Penta Luce proiettata sul futuro Parchi dell’acqua La risposta di BrianzAcque ai cambiamenti climatici di Giulia Pirola Monza I LOVE LEGO, milioni di mattoncini a regola d’arte Giorgio Vicentini Una personale alla Galleria Melesi di Lecco di Prashanth Cattaneo Fotografie di Sabina Melesi 8 12 28 16 24 32 18
4 | Turismo Intervista Rubriche 42 38 40 44 AMAMI Bisogni d’amore, tra intimità e dissacrazione di Giulia Pirola Domenico Flavio Ronzoni Fornace Artistica Riva: dove l’argilla diventa meraviglia di Clementina Coppini Roberto Pozzi Vi racconto le piante del Lario di Rosella Redaelli Volumi a Zero Emissioni Libri nati da una fabbrica di luce Persone e Fatti Vivere con i libri di Rosella Redaelli Ultima fermata di Clementina Coppini 50 52 54 57 64 62 54 42 Estate in Valchiavenna Pietro Sangiorgio In vino (vintage) veritas di Rosella Redaelli 46 Briosco Grazia Varisco al Rossini Art Site Earth Esagoniamoci, inaugurato il murale del Bachelet di Oggiono Da Candoglia a Milano: “La Via del marmo” di Cristina Proserpio – Fare Cultura 34 stampato con modello CX su carta FSC®, con inchiostri vegetali Letture È il tuo giorno speciale: sostieni la ricerca e rendilo indimenticabile. Sostieni la ricerca. Sostieni la vita. Con le bomboniere solidali di Fondazione Umberto Veronesi puoi celebrare i momenti più importanti e farli diventare un’occasione per sostenere la ricerca scientifica sui tumori. Che si tratti di un matrimonio, un battesimo o una prima comunione, un compleanno o una laurea, puoi scegliere tra inviti, scatole porta confetti e bigliettini personalizzabili con il nome e il messaggio che preferisci. Acquista le tue bomboniere solidali su fondazioneveronesi.shop
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ESTATE | | 7 Ci si poteva aspettare che un evento così devastante, qual è stata la pandemia, offrisse l’occasione per una tregua internazionale, ma è del tutto evidente che non è andata così. Ora si teme che anche i fari accesi sull’ambiente e sui temi dell’ecologia possano spegnersi gradualmente. Sarebbe un pericolo assai grave, considerato che la crisi planetaria innescata dai cambiamenti climatici, di cui ci giungono conferme ormai ogni giorno, è una minaccia per la vita di tutti. Qualcuno ha detto: il passato non si può fermare, ma il futuro è ancora tutto da scrivere. I disastri a cui assistiamo troppo di frequente raccontano delle nostre mancanze e dei nostri errori, di come abbiamo gestito male le risorse naturali, senza renderci conto degli immani squilibri che stavamo provocando. La strada che ci attende ora sembra in salita. Per fortuna molti hanno già iniziato a cambiare strategie. L’agenda ONU 2030 ha proposto una serie di obiettivi per tenere insieme i principali indicatori del cammino umano che storicamente sono stati separati: ambiente, economia e rapporti sociali. Certo c’è il rischio segnalato da alcuni osservatori che questi obiettivi restino generici e sfuggenti se non diventeranno oggetto di una politica unitaria. Ma la sfida è proprio questa: tradurli in provvedimenti efficaci e diffusi e verificare giorno per giorno i progressi che si realizzano nella direzione di un mondo migliore. Esistono nel nostro paese e nella nostra regione realtà produttive ad alta innovazione in ogni settore, agricolo e alimentare, energetico e idrico, manifatturiero, dell’edilizia e della mobilità. Sono tutte accomunate dalla scelta di usare con intelligenza le risorse di cui disponiamo, invece di consumarle senza freni. La nostra rivista e il nostro editore saranno sempre al fianco di quanti vorranno condividere la rotta verso una crescita finalmente virtuosa e un futuro più inclusivo, equo e sostenibile per noi e per le generazioni future. V { Michele Mauri } è disponibile online www.viveremag.it
8 | Storie di impresa | Gabel Dalla biancheria da letto in cotone, con cui ha esordito, alle più iconiche collezioni per la tavola, il bagno e il living ispirate ai temi della sostenibilità, la società comasca non ha mai smarrito il filo del proprio destino: garantire alti standard qualitativi costanti nel tempo Gabel, dal 1957 ambasciatore del vero made in Italy Non si capisce la storia di Gabel se non si conoscono le caratteristiche di questa parte della Lombardia. Il comasco è una terra di persone tenaci, pronte ai sacrifici più grandi pur di vedere realizzati i propri sogni. Ed è sede di un distretto tessile famoso in tutto il mondo per fornire i più bei tessuti alle più importanti case di moda. Dunque non poteva che nascere qui un’azienda che fin dal principio ha scelto di gestire direttamente tutte le fasi della produzione: dalla tessitura, alla tintoria, stampa, finissaggio, confezione fino al controllo qualità. Una prerogativa che la contraddistingue nel panorama tessile europeo da sempre. Ancora di più oggi. Andando controcorrente Gabel continua a produrre in Italia, perché considera tale soluzione indispensabile per garantire alti standard qualitativi costanti nel tempo e per poter allo stesso tempo portare avanti i valori di sostenibilità ambientale che da sempre appartengono al marchio. Dalla biancheria da letto in cotone, con cui ha esordito la società fondata nel 1957 da Giuseppe Moltrasio, padre degli attuali soci dell’azienda, al comparto tavolo e cucina fino alle coperte in lana pregiata, tutto il percorso produttivo è attraversato da un comune denominatore: attenzione costante ai dettagli in tutte le fasi, dall’ideazione alla produzione, così come nel post vendita. «L’ambiente già agli inizi era molto competitivo, per distinguerci abbiamo puntato sulla qualità», spiega Michele Moltrasio, Amministratore Delegato e Presidente del Gruppo, che gestisce l’azienda insieme ai fratelli Massimo, responsabile ufficio Stile e Prodotto, e Francesca, che si occupa della Comunicazione e del Marketing Digitale. Michele Moltrasio, AD Gruppo Gabel
ESTATE | | 9 «Produciamo in Italia il 93/94 per cento di ciò che vendiamo, con una forte attenzione al territorio; i nostri stabilimenti infatti sono a Rovellasca (CO) e Buglio in Monte (SO), dove gestiamo direttamente tutte le fasi della filiera a partire dalla tessitura fino alla nobilitazione dei tessuti impegnandoci a rispettare l’ambiente». Il Gruppo Gabel oggi vale 57 milioni (2021) e conta 350 dipendenti e più di 40 punti vendita diretti. Offre un’ampia gamma di prodotti, diversificata per posizionamento, stile e clientela, in grado di soddisfare anche il consumatore più esigente. La crescita è stata costante: nel 1976 ha acquistato VallesusaCasa, specializzata nel comparto tavola e cucina. Vent’anni dopo è stata la volta di Somma1867, famosa soprattutto per le sue coperte in lana pregiata, e nel 2007 di Pretti, leader nella spugna. Intanto il Gruppo Gabel non ha mai smesso di investire nel nostro Paese, aprendo nuovi punti vendita e rinnovando quelli già esistenti.
10 | Storie di impresa | Gabel Uno degli ultimi è quello di Bologna, uno store all’avanguardia, tra il fisico e il digitale. Il marchio ha rivoluzionato anche l’esperienza d’acquisto dei propri clienti, introducendo il servizio “Personal Shopper” per il proprio punto vendita di Nova Milanese, in provincia di Monza e Brianza. Attraverso una semplice videochiamata con uno dei commessi, il cliente sarà guidato virtualmente nell’esplorazione del punto vendita e potrà completare il proprio acquisto stando comodamente a casa. SOSTENIBILI PER VOCAZIONE L’impegno green del Gruppo vanta un lungo e articolato percorso, dimostrazione lampante che qui la sostenibilità non è una moda. Già nella metà degli anni ’70 l’architetto Gregotti realizza il quartier generale di Rovellasca (CO) e successivamente segue la costruzione degli ampliamenti e degli stabilimenti produttivi e logistici di Rovellasca e Buglio in Monte usando tecnologie all’avanguardia: l’edificio utilizza esclusivamente energia verde certificata, proveniente da fonti rinnovabili, depuratori (installati quando ancora per legge non era obbligatorio) e un sistema avanzatissimo di riciclo delle acque. Tutte le nuove proposte per la P/E 2023 Caposaldo della proposta 2023 di Gabel1957 è l’esclusiva collezione Ken Scott: dalla camera da letto alla tavola, alla zona bagno e living, una linea dirompente, fatta di colori vitaminici, energia e originalità. Il brand VallesusaCASA ripropone la “giovane” ma già amatissima collezione Cucinando, mantenendo il gusto stilistico ironico, colorato e giovanile e ampliandone l’offerta di prodotti per tutti i giorni: tovaglie, runner e asciugapiatti in panama con un gusto spiritoso e informale. Dal gusto tradizionale ed essenziale, torna con alcune novità la collezione senza tempo Naturae, punta di diamante del Gruppo Gabel che identifica i valori e le scelte dell’azienda dal punto di vista etico ed ambientale; a cui si affianca la proposta “green”, della collezione Ethos, amatissima dal pubblico e particolarmente sensibile all’impatto ambientale, che anche per questa primavera viene riproposta con alcuni suoi disegni significativi. Somma1867 propone una novità assoluta, la collezione Wonder, fresca e di carattere, perfetta per un pubblico giovane alla ricerca di un raffinato percalle. Oramai iconica la collezione Memoria con le sue amate tinte unite di pregio realizzate in percalle di puro cotone organico certificato GOTS. Grande novità 2023, realizzata negli stabilimenti di Buglio in Monte, che va ad aggiungersi alla proposta in lambswool di Somma, è la nuova coperta dallo stile classico, Life, in tre varianti colore. Somma1867 rinnova anche la collezione Origami, sia per la zona living sia per la zona bagno, con preziose gamme di colori e finiture sartoriali che regalano ai diversi ambienti della casa un tocco sofisticato: novità assoluta, la variante verde salvia dell’iconico Copriletto Living, dallo stile inconfondibile, interamente ideato e realizzato in Italia, in misto lino e cotone, fresco, giovane, funzionale, per un letto rifinito, da copertina.
ESTATE | | 11 Nel 1999, Gabel1957 sostiene le Oasi WWF Italia e lo fa concretamente attraverso Naturae, una delle collezioni più iconiche e celebri del brand, realizzata da oltre 20 anni esclusivamente con fibre naturali e sostenuta dalla volontà di utilizzare cotone non trattato per creare il minor impatto sull’ambiente possibile. Per valorizzare ulteriormente tale impegno, il Gruppo Gabel si è impegnato a diminuire drasticamente il consumo di plastica per la realizzazione del packaging: nel 2018 ne sono state consumate 95,3 tonnellate, nel 2019 il consumo è diminuito dell’11% arrivando a 85,1 tonnellate, per raggiungere 30 tonnellate nel 2020, per una diminuzione sensibile del 65% circa. Tutto ciò grazie a nuovi packaging: il prodotto finito oggi viene avvolto in un tessuto e chiuso con un semplice cordino di spago o di tessuto “riciclato”, impreziosito da un’etichetta in carta in cui si racconta della certificazione e inserito in una busta 100% plastic free. Il 2019 è stata una tappa fondamentale per l’azienda: fra gli avvenimenti più importanti, la stipula e l’adozione di un Codice Etico interno molto innovativo, redatto a garanzia e riconferma dei valori aziendali. A fine anno è arrivato il riconoscimento della prestigiosa STeP by OEKO-TEX® (Sustainable Textile Production), una certificazione ambientale per stabilimenti tessili ecologici finora ottenuto da pochissime realtà italiane. A inizio 2020 invece è stata la volta della certificazione GOTS, la più importante a livello internazionale, per la produzione sostenibile di prodotti tessili realizzati con fibre naturali da agricoltura biologica. Il rispetto per la natura si esprime infine in due collezioni iconiche: Memoria di Somma1867, che è capace di coniugare valori di sostenibilità ambientale e sociale senza rinunciare all’amore per il bello ed il ben fatto, ed Ethos di Gabel1957, che grazie a una scelta “consapevole” dei filari e a un packaging totalmente naturale conferma la mission dell’azienda, i propri valori e le proprie scelte sostenibili intraprese da decenni. © riproduzione riservata
Attraverso le sue articolate collezioni e i molteplici linguaggi progettuali abbracciati negli anni, rigorosamente sotto il segno della qualità e della bellezza, questa azienda di Renate è diventata leader nella produzione di maniglie e accessori per mobili Pamar: maniglie che aprono la porta del design La storia di Pamar ha inizio negli anni ’50 a Renate, un paese nel cuore della Brianza destinato a diventare uno dei poli più evoluti nel settore della minuteria metallica e della componentistica per mobili. Suo artefice è Angelo Redaelli, uomo dinamico, intraprendente, come è nello spirito di questa terra, che debutta nel campo delle maniglie per mobili. Un oggetto all’apparenza semplice, che passava di mano in mano quasi senza che nessuno se ne accorgesse, al punto che a volte era raccolto in sacchi nei retrobottega dei ferramenta. Invece, proprio grazie a questo piccolo componente, Pamar decolla, si sviluppa e assume in breve la dimensione e l’impronta di un’industria. Una volta consolidato il successo in l’Italia, l’espansione procede su scala internazionale, grazie al sostanziale contributo dei figli di Angelo: Fabio, Marco e Silvia. A quel punto l’azienda intraprende una nuova avventura, abbandonando quasi del tutto le collezioni neoclassiche e avvicinandosi al mondo del design moderno minimalista. Marco Redaelli comprende che la maniglia è un oggetto che ha bisogno di un nuovo stile in linea con i tempi che si stanno rapidamente evolvendo. In poche 12 | Storie di impresa | Pamar Foto di R. Fazel
ESTATE | | 13 parole: devono adattarsi alle incalzanti tendenze dell’arredamento. Non è più sufficiente rendere la vita di ogni giorno più facile e comoda, anche la maniglia deve trasformarsi in un particolare sempre più glamour oltre che funzionale. Fatta propria questa filosofia operativa, Marco porta all’interno dell’azienda familiare il proprio amore per il design. Le forme neo-barocche si trasformano in linee moderne e compatte, in collaborazione con le future icone moderne del product design. Nei primi anni Duemila nasce la collezione di maniglie per porte scorrevoli, essenziale trasversale nelle molteplici finiture, firmata dall’architetto Pinuccio Borgonovo. Nel 2006 viene lanciata la Collezione Autore con protagonisti Rodolfo Dordoni e James Irvine. Grazie a quest’ultimo Pamar di avvicina all’universo più eclettico del design milanese, dove incontra George Sowden. È con lui che il marchio sviluppa il progetto Porcelain. Negli anni recenti viene stretta una collaborazione con Simone Micheli, che firma pezzi unici nella forma e nel design, dalla fattura complessa, oggetti post-moderni che strizzano l’occhio al futuro. Così Pamar è diventata l’emblema di un’impresa versatile, legata da una parte alla tradizione familiare e radicata sul territorio, dall’altra capace di adeguarsi ai cambiamenti del mercato, dei tempi e alle esigenze di clienti provenienti da tutto il mondo. Un’ampia scelta Una selezione di oltre quattrocento diverse tipologie di maniglie, a ponte, a barra, incasso, pomoli e ciondoli, interpretate con estetiche molteplici e con una grande varietà di finiture. Tutte dal design rigoroso, progettate per un uso flessibile e trasversale e proposte in diversi materiali: zama, alluminio, ottone, legno, plastica, vetro, cuoio e ceramica.
14 | Storie di impresa | Pamar L’AZIENDA OGGI Due unità ad avanzata tecnologia consentono di gestire l’intero processo produttivo a Renate: stampaggio, pulitura, verniciatura, assemblaggio dei componenti, finitura. Il tutto in uno spazio rispettoso dell’uomo e dell’ambiente, dove è presente anche un impianto di depurazione delle acque e dell’aria, tra i primi ad essere istallato nel territorio. Nel suo processo di crescita Pamar impiega energie e risorse per garantire un livello di eccellenza alla sua produzione. Tale impegno si traduce in un’evoluzione continua del prodotto e della maniera di realizzarlo: impianti all’avanguardia, tecnologie sofisticate, controllo meticoloso di tutte le fasi. Un’azienda dinamica, dunque, capace di soddisfare puntualmente qualsiasi richiesta del mercato, contribuendo alla diffusione del made in Italy nel mondo. Non a caso oggi Pamar è riconosciuta a livello internazionale come uno dei marchi di riferimento per la produzione di maniglie, pomoli ed accessori per mobili. Oggi l’azienda si offre ai suoi prestigiosi clienti, tutti leader del settore mobiliero nazionali e internazionali, come un partner pienamente affidabile, in grado di fornire con competenza e serietà non solo prodotti ma pure un servizio su misura: dallo sviluppo del progetto alla sua ingegnerizzazione e realizzazione seriale. QUALITÀ, INNOVAZIONE ED EFFICIENZA L’intero processo produttivo è realizzato all’interno delle due fabbriche renatesi per mezzo di impianti tra i più avanzati al mondo. Ogni fase di lavorazione è soggetta a un rigoroso controllo e con lo stesso scrupolo viene esaminata ogni singola maniglia finita: perché la qualità per Una collezione rivoluzionaria La collezione Pamar Autore ha aperto un nuovo capitolo nella storia della maniglia per mobili, che è diventa così dettaglio innovativo degli interni. A progettare sono stati chiamati designer di fama internazionale come Rodolfo Dordoni, James Irvine e Bjorn Dahlstrom, che hanno contributo all’evoluzione di questo oggetto, proponendo forme inedite e un nuovo uso dei materiali tradizionali.
ESTATE | | 15 Pamar non vuole essere solo una parola da sbandierare ai quattro venti, bensì un risultato concreto. Un’attenzione del tutto particolare viene inoltre rivolta alle possibili finiture delle maniglie, che sono sottoposte a prove severissime come l’immersione in “nebbia salina”, la resistenza ai solventi, il controllo micron di spessore. Questi test sono compiuti in collaborazione con laboratori certificati, riconosciuti a livello europeo. Se molte sono le energie e le risorse dedicate per avere una fabbrica costantemente all’avanguardia, altrettante sono quelle impiegate per la sicurezza di coloro che nella fabbrica lavorano. Perché in Pamar l’uomo è la prima risorsa da tutelare e far progredire, per garantire la qualità d’impresa in ogni suo aspetto e in ogni momento. © riproduzione riservata Ricerca e sperimentazione Pamar ha fatto di ricerca e sperimentazione un tratto caratteristico della sua storia, così come il design è considerato un elemento fondamentale di distinzione e di costruzione della propria identità. Miscelando questi ingredienti con sapienza, l’azienda di Renate ha saputo creare nuove maniglie, dotate di un carattere spiccato e di un segno sufficiente per non passare inosservate, in cui emergono le personalità ed i linguaggi dei diversi progettisti, sempre propositivi e anticipatori di tendenza. Foto di R. Fazel
16 | Acinque “Il nostro impegno verso i territori in cui operiamo è da sempre uno degli elementi fondanti la mission aziendale del gruppo Acinque. Il nostro gruppo è infatti espressione della scelta dei territori di Lecco, Como, Sondrio, Varese e Monza di aggregarsi, coinvolgendo un partner industriale, per portare valore attraverso servizi e infrastrutture legate al mondo dell’energia. Allo stesso modo siamo impegnati per sostenere le energie vive del mondo del sociale, della cultura e dello sport nelle loro attività più significative.” Ad affermarlo è Marco Canzi, presidente del gruppo Acinque, multiutility del nord-ovest della Lombardia, spiegando in questo modo il costante impegno di questa importante realtà che opera nell’ambito dei servizi tecnologici e dell’energia a favore dello sviluppo integrale delle comunità territoriali in cui opera. Una scelta che si traduce anche nella valorizzazione, attraverso la pratica della sponsorizzazione, di eventi e nel supporto alle istituzioni e al tessuto di associazioni che le promuovono. “Questo impegno – continua Giuseppe Borgonovo, presidente di Acinque Energia, società operativa nella vendita di gas naturale ed energia elettrica e di servizi collegati – è parte integrante del nostro modo di essere impresa: all’attenzione al mercato coniughiamo infatti un’attenzione particolare al territorio e a quanto di positivo esso esprime, nell’ambito della promozione culturale, del sostegno ai più deboli e dell’affiancamento alle realtà sportive, sia in ambito professionale che amatoriale. È una sorta di circolo virtuoso che alimentiamo, testimoniando anche così la nostra unicità rispetto ai competitor: una unicità che il territorio ci riconosce.” In ambito provinciale lecchese, questo impegno è particolarmente ampio e articolato e conta su una tradizione estremamente consolidata, che abbraccia l’intera provincia: “Se a Monza, Como, Varese e Sondrio la focalizzazione è indirizzata alle iniziative che si muovono nei comuni capoluogo, a Lecco lo sguardo si allarga all’intero territorio provinciale” spiega ancora Canzi. “Affianchiamo moltissime realtà sportive, soprattutto amatoriali, che praticano le più differenti discipline – continua Borgonovo – e abbiamo una partnership ormai decennale con Acinque motore dello sviluppo culturale, sociale e sportivo dei territori Un impegno che si affianca a quello per portare valore attraverso servizi e infrastrutture legate al mondo dell’energia Giuseppe Borgonovo, presidente di Acinque Energia Marco Canzi, presidente del gruppo Acinque
ESTATE | | 17 il Centro Sportivo Italiano, di cui apprezziamo l’attività a tutto campo verso l’educazione allo sport in ambito giovanile. Poi, ovviamente, leghiamo il nostro brand alle realtà di punta: dal Calcio Lecco alla Pallavolo A. Picco, dal Lecco Calcio a 5 al Rugby Lecco.” Particolarmente significativo è l’impegno a sostegno delle iniziative culturali: “Crediamo che la cultura sia una risorsa da valorizzare: la pandemia ce l’ha dimostrato, anche la mente e l’anima hanno bisogno di essere costantemente rigenerate” afferma Marco Canzi. Così, anche quest’anno, per il secondo anno consecutivo, Acinque è partner – insieme a Lario Reti Holding e Fondazione Comunitaria del Lecchese – del fondo “Arti dal vivo”: “Abbiamo voluto fare rete e unire le risorse per sostenere i progetti delle realtà che promuovono spettacoli ed eventi che uniscono la valorizzazione del territorio all’attività artistica, nel teatro, nella danza, nella musica. – spiega Borgonovo – Sono le categorie che maggiormente sono state colpite dagli effetti della pandemia e, attraverso questo fondo, in due anni abbiamo sostenuto progetti per quasi 400 mila euro”. E poi vi sono i grandi appuntamenti culturali: “Siamo main partner della sei mesi di eventi con cui il Comune di Lecco celebra i 150 anni della scomparsa di Alessandro Manzoni, del Festival Jazz, della stagione teatrale, della rassegna Lecco Città dei Promessi Sposi, del Festival Treccani della Lingua Italiana, della Settimana della Sostenibilità, del Premio al Romanzo Storico e alla Carriera di Assocultura, dell’evento Capolavoro per Lecco, della rassegna Leggermente. Tutte iniziative che, oltre a regalare occasioni di approfondimento culturale alla comunità locale, contribuiscono a promuoverne l’immagine al di fuori dei confini territoriali, accrescendone l’attrattività”. Infine vi è il grande capitolo del sociale: “Siamo vicini a molte realtà di volontariato per sostenerne l’impegno a favore dei più deboli. – conclude Canzi – È questo un ambito in cui operiamo attraverso la concessione di contributi liberali, con uno sguardo ad ampio raggio”. © riproduzione riservata
18 | Storie di impresa | Penta Marchio del Gruppo Auralis, polo industriale guidato da Andrea Citterio, del quale fanno parte anche Castaldi e Arredoluce, è l’azienda specializzata nell’illuminazione di design che da oltre quarant’anni traduce il pensiero dei più rinomati creativi in oggetti belli e funzionali Penta, luce proiettata sul futuro Nata nel 1975 a Cabiate, in quella parte della Brianza che oggi costituisce il cuore del design district, Penta ha esordito producendo e commercializzando cinque linee di complementi fondamentali per la decorazione della casa, caratterizzate da una forte impronta di originalità. Negli anni l’azienda ha poi scelto strategicamente di specializzarsi in uno dei campi originari: l’illuminazione. Restando fedele all’obiettivo di offrire prodotti di eccellente qualità, dall’aspetto accattivante e chiaramente riconoscibile, si è guadagnata sul campo fama e riconoscimenti. Eleganza, funzionalità e geniale accostamento dei materiali utilizzati si sono intrecciati con un’estrema specializzazione della produzione e un interscambio continuo di know-how con tecnici e designer. Se a tutto questo si aggiunge un severo controllo qualitativo, è facile comprendere i motivi per cui oggi Penta è considerata tra i marchi leader di settore. Nel 2014 l’azienda è acquisita da Andrea Citterio e diviene parte di un ambizioso progetto riorganizzativo che la porta a diventare Gruppo Mamì wall-ceiling - Penta Hail - Penta
ESTATE | | 19 in breve tempo. Dal 2017, difatti, vengono acquisite e fondate tre nuove società: Castaldi per l’illuminazione tecnica indoor e outdoor, Penta Bespoke per l’illuminazione made-tomeasure e Arredoluce che propone le riedizioni dei pezzi storici disegnati dai grandi Maestri del design nazionale. Penta, Castaldi e Arredouluce, tre aziende italiane, ognuna eccellente nel proprio settore, unite da una mission comune: soddisfare le richieste del mondo dell’illuminazione in ogni sua forma. Tutto in un unico Gruppo: Auralis. ESTETICA E FUNZIONALITÀ, SOLUZIONI A 360° Oggi, l’illuminotecnica gode di un momento di grande attenzione e Auralis ha colto appieno e in anticipo questa tendenza. L’illuminazione richiede ormai progetti a sé stanti all’interno del piano generale di arredamento e il team interno di tecnici e progettisti è capace di offrire soluzioni a 360° e “chiavi in mano”. Non a caso sempre più architetti si rivolgono a questo marchio per chiedere uno studio della parte illuminotecnica. Seppure cresciuta rapidamente in pochi anni, la realtà produttiva mantiene l’impronta imprenditoriale tipica delle imprese italiane del design. Gestione diretta, passione, investimenti nel campo dell’innovazione e valorizzazione delle caratteristiche di ciascuna delle tre controllate definiscono oggigiorno Auralis. Il polo industriale vanta un fatturato consolidato che si aggira intorno ai 20 milioni di euro. Inoltre l’ammissione di Auralis in Elite, il private market del Gruppo Borsa Italiana oggi parte di Euronext, è propedeutica al progetto di quotazione in Piazza Affari nell’arco dei prossimi tre anni. Sotto la capogruppo, Penta, Castaldi e Arredoluce restano tre società indipendenti, ognuna con la propria identità, segmento di mercato, manager di riferimento, ma in una logica di sinergie sono state ridisegnate e raggruppate le funzioni relative al centro Ricerca & Sviluppo e all’ufficio tecnico, che tra l’altro conta un’alta presenza femminile, con l’obiettivo di rendere permeabili i confini fra le aziende. Kobu - Castaldi Runa - Penta Exa - Penta Bilancia sospensione Arredoluce
20 | Storie di impresa | Penta Nuove collezioni Penta 2023 HAIL, design by Bartoli Design. Nata dall’evoluzione delle collezioni Wonder e Storm, è una lampada a sospensione con luce direzionale verso il basso. Con la sua forma minima ed equilibrata può essere utilizzata singolarmente oppure ripetuta in libere configurazioni multiple. GEMS, design by Francesca Lanzavecchia. Creazioni monomateriche in vetro, le lampade che compongono la famiglia Gems confermano il know-how di Penta, basato su ricerca tecnologica e innovazione formale. Il sistema di illuminazione si compone di sei elementi fra loro combinabili: tre paralumi di diametri crescenti calzati su un corpo luminoso provvisto di una sfera e un tubo. I vari accostamenti, potenzialmente infiniti, sono selezionati e curati direttamente dalla designer, creando pattern preziosi dalle delicate iridescenze e cangianti bagliori, diffusi grazie a un caleidoscopio di colori tenui e sfumati. EXA, design by Giuseppe Maurizio Scutellà. Da un modulo estruso a pianta esagonale nasce Exa, il sistema per l’illuminazione che rende omaggio agli studi di Pitagora. Considerato dal grande matematico come figura geometrica perfetta e simbolo della vita, il poligono a sei lati si ritrova in alcune straordinarie costruzioni della natura, come gli alveari delle api. Alla magia di questi mondi si ispira la lampada che può essere utilizzata singolarmente o in infinite composizioni di elementi per formare sospensioni lineari o lampadari. SUNSET, design by Debiasi Sandri. Minimalismo e poesia si rincorrono e si intrecciano in questa collezione di lampade: la linea dell’orizzonte in cui si tuffa il sole al tramonto disegna l’oggetto luminoso con un tratto netto che sembra suggerire il confine tra luce e ombra. Realizzata in due dimensioni a partire da una forma cilindrica, la plafoniera in vetro nasconde dietro alla lunetta verniciata la componente tecnica della lampada. MAMÌ WALL/CEILING, design by Umberto Asnago. La fortunata collezione di lampade Mamì continua ad affascinare con i suoi diffusori ovali. Nasce una nuova versione a parete o a soffitto in cui l’elemento in vetro diventa protagonista assoluto. Il progetto non si arricchisce solo nelle proposte, ma si rinnova anche dal punto di vista tecnico, grazie a un motore luminoso che consente di diffondere la luce in modo perfettamente omogeneo. Hail - Penta Gems - Penta
ESTATE | | 21 UN MONDO DI LUCE E BELLEZZA Oltre all’headquarter di Meda, il cui centro produttivo ha un ruolo di rilievo nell’occupazione del territorio in cui è inserito, il Gruppo Auralis è attivo nell’area di Varese e in Veneto con la produzione di sistemi d’illuminazione outdoor e indoor. Le attività di ricerca e sviluppo, di progettazione e quelle di industrializzazione sono esclusivamente italiane, mentre la rete retail si sviluppa in 95 Paesi grazie anche alle filiali di Miami e di Singapore che, con i loro magazzini gestiti da personale diretto, riforniscono le regioni geograficamente più lontane dalla casa madre. Le sedi di UK, Francia e Germania, invece, sono attive nei mercati europei. A confermare il valore dell’italianità del Gruppo è stata l’apertura nel 2022 di un nuovo showroom a Milano il cui progetto è stato affidato allo studio Migliore+Servetto. «Con Auralis abbiamo disegnato una realtà industriale indiscutibilmente unica, perché verticale e completa che definisce una nuova era del settore illuminotecnico», commenta Andrea Citterio, CEO di Auralis. «Seppure guidati da una forte propensione all’innovazione tecnologica, cerchiamo costantemente di valorizzare l’estetica delle nostre collezioni: vogliamo mettere la nostra esperienza al servizio della bellezza e di chi ne fa ogni giorno, come noi, la propria missione. Dalla luce tutto ha inizio; con la luce l’uomo scandisce il suo tempo e trasforma il suo spazio. Il nostro Gruppo vuole sostenere questa innata attitudine degli individui nel ricercare la bellezza, nel costruire meraviglie, senza porsi limiti, se non quello della propria immaginazione». © riproduzione riservata Exa - Penta Bilancia terra Arredoluce Sunset Penta
22 | Pubbliredazionale Sessanta anni di attività e tre generazioni che si sono passate il testimone: la storia di Costruzioni Edili Sangiorgio è andata di pari passo con quella della storia (soprattutto urbana) italiana, dagli anni del boom economico ai giorni nostri. Case singole, villette, condomini: costruire case per le persone significa mettere insieme tante esigenze diverse. La più importante è quella di chi ci andrà a vivere (come siamo cambiati in sessanta anni!), ma di pari passo vanno norme edilizie, sensibilità architettonica, integrazione col contesto e (sempre di più negli ultimi anni) una gestione intelligente dei consumi energetici. Sangiorgio lavora da decenni nelle province di Lecco, Como e Monza. Si occupa di costruzioni edilizie residenziali ex novo, seguendo criteri specifici del committente e con un progetto che tiene conto delle regole di risparmio energetico e di rispetto del contesto residenziale. Le sensibilità di chi commissiona la costruzione della propria casa possono essere molto diverse, e così è importante essere in grado di proporre progetti personalizzabili, complessi dal punto di vista architettonico, del design, ma anche della sicurezza e del comfort. Non solo costruzioni nuove: edilizia civile per Sangiorgio significa anche sistemare aree esterne e urbane e ristrutturare ambienti interni ed esterni. Estetica, funzionalità, sicurezza e comfort sono i criteri imprescindibili di ogni progetto. Residenza chiavi in mano: cosa significa? Costruzioni Edili Sangiorgio segue il committente dall’idea di partenza (che sia un edificio da costruire da zero o uno stabile da rinnovare), definisce il progetto architettonico, verifica la fattibilità, si occupa di individuare materiali, soluzioni innovative… e poi segue in cantiere i lavori passo dopo passo. Sì, perché tra un progetto su carta e la realtà di un cantiere il passaggio di informazioni non è sempre così scontato. Bisogna essere sul campo per individuare problemi inaspettati, verificare migliorie, garantire i giusti tempi di lavorazione. La cantierizzazione Sangiorgio significa coordinare ogni fase del progetto, dall’inizio alla fine. COSTRUZIONI EDILI SANGIORGIO Costruire case intorno alle persone Villa Albina
ESTATE | | 23 I nostri lavori VILLA ALBINA Riqualificazione e dialogo col paesaggio. Una villa nel verde di Missagliola (Missaglia) è stata l’occasione per riqualificare e ampliare una struttura già esistente. La costruzione di un nuovo padiglione, completo di palestra, spa e sala giochi ha permesso di garantire nuovi spazi funzionali all’abitazione. La piscina esterna è l’elemento di congiunzione tra il vecchio ed il nuovo volume. VILLA B+B Abitare sostenibile. Una nuova villa immersa nel verde delle colline brianzole ha permesso a Sangiorgio di realizzare un edificio totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico. Partendo dalla fase progettuale per arrivare alla sua edificazione, la villa indipendente porta un’impronta moderna nell’uso degli spazi interni ed esterni, nei materiali e nell’uso delle tecnologie, con impianto fotovoltaico, pompa di calore e domotica di ultima generazione. www.coedsangiorgio.it Villa Albina Villa B+B Villa B+B
24 | Storie di impresa | Parchi dell’acqua La risposta di BrianzAcque ai cambiamenti climatici Di primo acchito ci si potrebbe chiedere: cosa c’entra il cambiamento climatico con la riqualificazione di un terreno comunale? Abituati a pensare alla sfida del clima come a un grande tema del Pianeta, ci si immagina che le soluzioni debbano allo stesso modo essere applicate su scala globale. La verità è che, accanto a decisioni condivise tra Stati (che necessariamente devono essere prese), la cura del territorio si frammenta in una miriade di micro-interventi: azioni mirate cucite sulle necessità di uno specifico luogo. La cronaca delle ultime settimane ci ha raccontato il dramma dell’Emilia Romagna. L’Italia è da sempre un paese con un alto rischio idrogeologico: un territorio fragile, complesso, dove le amministrazioni locali devono spesso fare i conti con l’eredità di un’urbanizzazione che non sempre si è curata del contesto ambientale. A questo si somma una situazione climatica sotto gli occhi di tutti: prolungati periodi di siccità che si alternano a precipatazioni intense concentrate in pochi giorni. La Lombardia, terra ricca di acqua, è tra le Opere sostenibli per valorizzare acqua e natura, rinverdire le superfici e garantire la difesa idraulica del territorio. È un piano di ampio respiro quello di BrianzAcque, società pubblica che gestisce il servizio idrico di Monza e Brianza, che mira a rendere i territori sempre più sicuri e fruibili per la comunità di Giulia Pirola
ESTATE | | 25 regioni italiane maggiormente esposte al rischio di frane e alluvioni. Studiare il territorio (comune per comune), individuare i fattori di rischio, trovare soluzioni di contenimento: è il percorso obbligato da compiere sistematicamente per prevenire o almeno contenere le emergenze. Ed è qui che entra in gioco il lavoro di BrianzAcque. La società pubblica brianzola si è impegnata nella realizzazione di diverse infrastrutture su tutto il suo territorio di competenza, che vengono classificate secondo colore (grigie o verdi). Tra le infrastrutture grigie rientrano i bacini artificali sotterranei (le cosiddette vasche volano, che incamerano le acque di pioggia in eccesso per poi rilasciarle una volta cessata la precipitazione), mentre le infrastrutture verdi si presentano come aree riqualificate, che uniscono agli interventi per regolare il ciclo dell’acqua la presenza di vegetazione, elementi di arredo urbano e servizi foto sopra e sotto: Parco dell’Acqua di Arcore con bacino in piena
26 | Storie di impresa | Parchi dell’acqua per la comunità quali aree giochi, piste ciclopedonali, orti e tanto altro. Tra le infrastrutture verdi rientrano i Parchi dell’Acqua, un progetto avviato nel 2021 da BrianzAcque e che ha interessato diversi comuni del vimercatese, ovvero Arcore, Bernareggio, Carnate e Aicurzio. La scelta di questi siti ha unito la presenza di problemi idrogeologici da gestire alla disponibilità contestuale di aree verdi da riqualificare. Enrico Boerci, Presidente e AD BrianzAcque, afferma: “In un contesto territoriale tra i più urbanizzati d’Italia qual è la Provincia di Monza e Brianza, i Parchi dell’Acqua sono opere pubbliche perfettamente sostenibili, che testimoniano il nostro impegno per far fronte alle sfide dei fenomeni estremi prodotti dai cambiamenti climatici, una delle principali emergenze di questi tempi. Si tratta di un format progettuale nuovo, di Premio come miglior Bilancio sostenibile Il Premio Bilancio di Sostenibilità viene promosso ogni anno da Corriere della Sera, Buone Notizie e NeXT Nuova Economia per tutti. Riconosce il merito delle aziende che si impegnano nella redazione del proprio Bilancio di Sostenibilità, ovvero “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate” (Libro verde della Commissione Europea, 2001). L’edizione 2023 ha visto la vittoria di BrianzAcque, nella categoria grandi imprese, con ottimo punteggio complessivo e migliore performance sul versante ambientale. Il Bilancio, in linea col suo contenuto, è stato stampato in maniera sostenibile da Bellavite NonSoloCarta, ovvero è uno ZeroEmissionProduct®: le emissioni di Gas a effetto Serra prodotte per la sua realizzazione sono state azzerate grazie ad una serie di interventi compensativi. BrianzAcque si è avvalsa inoltre della collaborazione di Bellavite NonSoloCarta anche per la realizzazione della cartellonistica collegata al Parco dell’Acqua di Arcore. Il valore sociale di questi siti risiede anche nella capacità di comunicare alla comunità il loro valore. Per questo durante il cantiere una segnaletica apposita spiegava i lavori in corso. A parco ultimato è stato invece allestito un insieme di pannelli informativi, per illustrare caratteristiche, pericoli e peculiarità del sito. Parco dell’Acqua di Bernareggio
ESTATE | | 27 © riproduzione riservata un mix di soluzioni integrate in cui la regimazione delle acque si coniuga con la riqualificazione dei luoghi e con la valorizzazione dell’ambiente e del tessuto sociale a beneficio e protezione dei territori e delle comunità”. È con Arcore che BrianzAcque ha inaugurato nel 2021 il prototipo di Parco dell’Acqua. Sorge in una posizione strategica, con lo scopo di raccogliere le acque piovane (la cui sovrabbondanza aveva causato, nel 2015, un allagamento del centro cittadino situato più a valle). L’invaso è stato concepito per trasformarsi a seconda delle precipitazioni: in periodo di secca è un pendio sul quale camminare, mentre in caso di pioggia si trasfroma in un piccolo lago. Intorno al bacino sorgono percorsi pedonali e ciclabili, aree pic-nic, giochi per i più piccoli e orti comuni. Quella che era un’area periferica è diventata così un luogo frequentato, di ritrovo. Il Comune ha deciso di intitolare il parco a Falcone e Borsellino, svelando una targa dedicata lo scorso 23 maggio, Giornata della Legalità, nonché anniversario della strage di Capaci. Il 2022 è stata la volta del secondo Parco dell’Acqua realizzato tra Bernareggio e Carnate: anche in questo caso si trattava di un’area soggetta ad allagamenti e problemi di deflusso delle acque. La riqualificazione ha consentito la creazione di una zona umida permanente, al centro di un grande invaso naturale di 24 mila metri cubi, piantumato con specie di vegetazione igrofila in grado di accogliere e accumulare acqua, per poi disperderla lentamente. Intorno sentieri, panche e tavoli in legno sono destinati ai visitatori. Protezione della biodiversità e fruibilità per il pubblico trovano così il loro equilibrio. Tra Sulbiate e Aicurzio è in costruzione la più grande delle tre opere “gemelle”, ovvero un parco di 52mila mq che comprenderà un bacino per la regimazione delle acque, un biolago, giochi d’acqua, aree di sosta, percorsi ciclopedonali e tanto verde. Se i primi due parchi sono stati realizzati unendo i finanziamenti di Regione Lombardia e le risorse di BrianzAcque, questo terzo progetto (da 6 milioni di euro) verrà sostenuto interamente da BrianzAcque, riutilizzando i proventi delle bollette del sistema idrico integrato versati dagli utenti. Un esempio virtuoso di economia circolare: quanto versato dai cittadini torna loro come risorsa fruibile. Parco dell’Acqua di Arcore con bacino in secca
28 | Arte&Cultura | Monza Alla Villa Reale di Monza impazza la mostra sui mattoncini colorati più famosi al mondo. Un’esperienza imperdibile per i bambini, per le famiglie ma anche per i tantissimi adulti che continuano ad apprezzare un mondo all’insegna del gioco e del divertimento I LOVE LEGO, milioni di mattoncini a regola d’arte Tra spettacolari scenari minuziosamente riprodotti e ambienti realizzati in decine di metri quadrati con oltre mezzo milione dei mattoncini più famosi del mondo, nel Belvedere della Reggia fino al 16 settembre 2023 è possibile divertirsi con I LOVE LEGO, mostra promossa dal Consorzio Reggia di Monza e prodotta e organizzata da Piuma e Arthemisia col patrocinio del Comune di Monza. Vi attendono castelli ispirati alle epiche battaglie medievali, città contemporanee con i loro svettanti grattacieli, aree ricreative e stazioni ferroviarie e tante, tante riproduzioni, fedeli e fantasiose al tempo stesso. Non manca naturalmente la Villa Reale ricostruita in scala con 60 mila pezzi da Marco Montrasio, 63 anni, monzese. Gli ci sono voluti 45 mesi e tanta pazienza per riprodurre il capolavoro neoclassico ideato da Giuseppe Piermarini: due metri di lunghezza e un metro e ottanta centimetri di profondità, è curata in ogni dettaglio, dalle balaustre delle scalinate alle cancellate d’ingresso, dalla fontana nella corte centrale ai timpani delle finestre. «Questa mostra», spiega il sindaco Paolo Pilotto, Presidente del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, «si rivolge in particolare alle famiglie, con un’attenzione non secondaria a moltissimi appassionati, giovani e adulti, fornendo un’occasione particolare per visitare un bene
ESTATE | | 29 storico che per i bambini può risultare così anche più interessante e accessibile. Oltre al fascino del ‘gioco di costruzioni’, per tutti i visitatori le forme artistiche e tecniche riprodotte con i famosi “mattoncini” rappresentano una possibilità di esperienza creativa e di conoscenza». I DIORAMI Winter Village è un villaggio invernale realizzato con circa 62.000 pezzi, risultato di un lavoro di studio e costruzione durato cinque anni. Il villaggio è stato pensato con l’idea di creare dei “moduli” agganciabili tra loro, permettendo così di farlo crescere anno dopo anno. In questo modo si è riuscito a renderlo sempre più ricco di edifici, scene e dettagli che ricreano l’incantevole atmosfera natalizia di un villaggio invernale di montagna. Oggi è composto da 42 moduli e 230 personaggi, molti dei quali insoliti o famosi che non c’entrano nulla con un villaggio natalizio ma che contribuiscono ad arricchirlo e a renderlo unico. Il grande diorama City coi suoi circa 160.000 pezzi è la massima espressione del tema cittadino rappresentato da costruzioni uniche e irripetibili, realizzate interamente con mattoncini originali e utilizzando sia tecniche di costruzione tradizionali sia tecniche anticonvenzionali. La collezione è arricchita costantemente da nuove opere. L’assetto urbano viene definito usando software CAD: si delineano così i quartieri del centro storico, i moderni grattacieli, la stazione e le tratte ferroviarie, zone verdi e aree ricreative. Tra le opere esposte spicca il Museo di Scienze Naturali con la sua architettura ottocentesca che racchiude le più importanti specie del mondo animale. Operazione Nakam ricostruisce, attraverso circa 160.000 pezzi, lo scenario di un avvenimento storico avvenuto nel 1945 in Friuli: la rivincita di una brigata antinazista. La cura dei dettagli e la passione con la quale è stato realizzato sono il punto di forza di questa opera che non conosce precedenti. Ideato e progettato nel 2019 da uno dei più grandi collezionisti al mondo di set e pezzi
30 |Arte&Cultura | Monza originali della serie anni ’80 Lego® Classic Space, il grande diorama Spazio riproduce, con circa 50.000 pezzi, un insediamento minerario lunare. In questo futuristico scenario l’uomo si avvale dell’aiuto di astronavi, droidi e macchinari per la ricerca di nuove risorse. Di tutt’altra atmosfera è la riproduzione di un villaggio Tirolese in circa 90.000 pezzi. Non si ispira a nessun paese in particolare anche se alcuni edifici sono parziali riproduzioni di edifici realmente esistenti delle zone dell’Alto Adige. Progettato senza l’ausilio di strumenti CAD, ha richiesto due anni di per la sua realizzazione per via della difficolta del reperimento dei pezzi. Il grande diorama Castello nasce nel 2021 dalla voglia di ricreare scenari medievali. Si evolve di anno in anno con l’aggiunta di nuove zone e costruzioni. A Monza, coi suoi circa 250.000 pezzi, riproduce i laghi e le foreste attraversate dai cavalieri, il castello del re della casata del Leone d’Oro e i sentieri che attraversano la foresta. A contorno di questi fantastici scenari si sviluppano le fattorie dove i contadini lavorano instancabili. Treni, vagoni, binari e magazzini sono infine protagonisti del Grande scalo merci, composto da 15.000 pezzi e impreziosito dalla grande stazione centrale che regola il traffico dei passeggeri e dei convogli. Ricco di dettagli riporta fedelmente le attività quotidiane di carico e scarico delle merci in transito. I love Lego Belvedere - Villa Reale di Monza, Viale Brianza, 1 - Monza (MB) Fino al 16 settembre 2023 Mostra prodotta e organizzata da Piuma, Arthemisia, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza con il Patrocinio di Comune di Monza Orari apertura: Sabato, domenica e festivi 10.30 – 18.30. (Ultimo ingresso 17.30). Chiuso dal lunedì al venerdì. Biglietti di ingresso: Intero € 12,00. Ridotto € 10,00 bambini dai 6 ai 14 anni, fino a due adulti che accompagnano un bambino. Biglietti Villa + Mostra: Intero € 17,00. Ridotto € 15,00 www.reggiadimonza.it
ESTATE | | 31 COSTRUZIONI E NON SOLO Attraverso una “caccia al personaggio”, tra grattacieli e palazzi, astronavi e cavalieri, il visitatore è invitato a cercare personaggi celebri e non nascosti all’interno delle installazioni, da Harry Potter a Dart Fener. E per dimostrare che i moduli più famosi del mondo sono in grado di creare arte a 360°, in mostra al Belvedere della Reggia ci sono anche le tele di Stefano Bolcato, rivisitazioni in versione ‘omini LEGO’ delle più grandi e famose tele e capolavori della storia dell’arte, dalla Gioconda a Frida Kahlo; ma anche le vignette/installazioni comiche del collettivo LEGOlize, autori nel 2016 dell’omonima pagina umoristica che oggi conta oltre 2 milioni di followers sui social, dove la comicità diventa arte. Quella di Monza è la più ampia mostra tra quelle finora presentate in giro per l’Europa, che hanno registrato oltre 500 mila visitatori. Da una sala all’altra del Belvedere ci si sposta nello spazio e nel tempo. E per qualche ora si torna a sognare. © riproduzione riservata
32 | Arte & Cultura | Galleria Melesi GIORGIO VICENTINI Una personale alla Galleria Melesi di Lecco di Prashanth Cattaneo, fotografie di Sabina Melesi Nel libro di Sandro Dorna Che cos’è l’arte? 822 definizioni di qualcosa d’indefinibile (Allemandi Editore, 2002), si trova un pensiero di Gillo Dorfles che è utile per accostarsi al lavoro di Giorgio Vicentini. Le parole del noto critico d’arte e filosofo sono queste: “L’arte non sta nelle cose in sé ma in quello che l’osservatore, lo spettatore mette nelle cose”. Può sembrare un po’ forte, per alcuni può essere forse un’idea parziale di ciò che sia l’arte, tuttavia chi conosce Vicentini, chi l’ha incontrato ad una sua mostra, chi ha visto anche solo una sua opera, può affermare con certezza che è così. Vicentini cerca un dialogo con tutti, si nutre di scambi, di emozioni, di abbracci veri. Le sue opere chiedono sempre – con delicatezza – partecipazione, condivisione, relazione. Dal 6 giugno al 30 settembre 2023, la Galleria Melesi di Lecco ospita per la prima volta una personale di Vicentini. AREE, il titolo scelto dall’artista, presenta diciassette opere di Giorgio Vicentini, classe 1951, nato a Varese, da sempre cittadino di Induno Olona dove vive con la moglie – e dove con frequenza gli fanno visita i figli e i nipoti – in una casa di altri tempi immersa in uno splendido giardino che accoglie il suo studio tra le piante e i fiori. Qui si respira l’essenza del suo mestiere, ci sono i lavori del passato uniti alle sue nuove ricerche. Il suo studio è un laboratorio e insieme un pensatoio dove incontra gli amici, i colleghi artisti e sviluppa i suoi percorsi espressivi. Vicentini, come dice la presentazione sul suo sito personale, ha iniziato la sua ricerca in ambito concettuale per poi scegliere un linguaggio autonomo basato sul colore.
ESTATE | | 33 GIORGIO VICENTINI Una personale alla Galleria Melesi di Lecco © riproduzione riservata “Le mie ragioni”, 2022 cm 34,5 x 34 Ed è proprio così. Non può essere collocato in una corrente precisa, non può essere semplicemente definito concettuale, il suo linguaggio è frutto di una ricerca costante sulle potenzialità e possibilità estetiche e semantiche del colore. Ciò che appare semplice è assai complesso. La sua pittura è estensione del colore unito al materiale e alla forma della superficie che non sono solo supporto, ma sono in qualche modo piattaforma di pensiero dove ciò che converge diventa poesia. Anche grazie a chi ne fruisce. Sabina Melesi, che ha incontrato recentemente per la prima volta Vicentini conoscendone già il suo lavoro, ha voluto dedicargli una nuova mostra nel suo spazio lecchese che da oltre trent’anni presenta le opere di artisti internazionali e italiani, molti dei quali sono diventati poi parte della storia dell’arte contemporanea. I lavori in Galleria sono del 2021 e 2022, alcuni sono inediti, altri sono già stati presentati dall’artista in personali e collettive. Melesi ha selezionato queste opere con grande attenzione in perfetta continuità con la sua ricerca sul contemporaneo e sempre fedele al suo gusto con la coerenza che la contraddistingue. Nella profonda convinzione che l’arte sia relazione e che lo spettatore contribuisca a darne significato, AREE si concluderà con un finissage in programma il 30 settembre 2023 con l’evento ORACOLOR, durante il quale gli adulti che lo desidereranno (previa iscrizione contattando la Galleria Melesi) dialogheranno con Vicentini attraverso un’esperienza con il colore dell’acquerello. Sarà una preziosa occasione per vivere insieme la dimensione ludica e filosofica dell’arte intesa – scriveva Bruno Munari in Verbale Scritto (Corraini Edizioni, 2008) – come “ricerca continua / assimilazione delle esperienze passate / aggiunta di nuove / nella forma / nel contenuto / nella tecnica / nei mezzi”.
34 | Arte&Cultura | Briosco L’artista, che fin dai primi anni Sessanta ha esplorato le più avanzate potenzialità cinetico-percettive, ha condiviso gli appunti di una vita con la curatrice Francesca Guerisoli e la famiglia Rossini. Ne è nata questa piccola ma preziosa mostra visitabile fino al 29 luglio Grazia Varisco al Rossini Art Site In pausa di attività espositiva dopo la personale “Percorsi contemporanei 1957-2022” a Palazzo Reale di Milano, Grazia Varisco raccoglie in quel di Briosco (MB), al Rossini Art Site, le idee, gli appunti e i pensieri sparsi da anni. “Pausa”, evento inaugurato da un incontro con l’artista, espone cinque sue opere e si inserisce nel ciclo annuale “Gli Amici di Alberto Rossini”, giunto alla sua ottava edizione, dedicata al collezionista scomparso nel 2015 e agli artisti con cui condivise progettualità e intrattenne vivaci rapporti di amicizia. Il titolo viene da “Pausa_Vuoto a rendere”, libro di pensieri pubblicato propria in questa occasione, con introduzione di Elisabetta Longari ed edito da Colophonarte. L’evento affronta alcuni nodi focali del percorso creativo di Grazia Varisco e al contempo porta alla luce il rapporto intrattenuto con Alberto Rossini che, nei primi anni del nuovo millennio, la incaricò di realizzare diverse opere per il parco di sculture adagiato tra i colli briantei, nel cuore verde del parco della Valle del Lambro, e le fornì soluzioni tecniche che l’industria offriva per la realizzazione di nuovi lavori. La collezione Rossini conta oggi quattro opere di Grazia Varisco, due delle quali sono state recentemente restaurate e sono collocate all’aperto. Tra queste, un esemplare che fa parte di una tra le serie più care all’artista, quella degli Gnomoni. Realizzati nel 2007, gli Gnomoni al parco Rossini sono composti da tre elementi in metallo verniciato di diversi colori che divengono un tutt’uno con lo spazio geometrico disegnato nell’aria e con la proiezione delle ombre che generano. Anche Duetto al quadrato (lamiere di metallo verniciato) ha trovato la sua collocazione definitiva all’interno del parco Rossini, dove è esposto dal 2012 e reso girevole come pensato dall’artista insieme ad Alberto Rossini. «Alla fine degli anni Ottanta», sono parole della Varisco, «ho concentrato la mia attenzione sull’essenza del fenomeno della piega di un foglio che da piano, superficie inerte, diventa elemento tridimensionale eretto, che occupa, o meglio, ospita lo spazio. Se la piega è ortogonale l’equilibrio è facile e tutto finisce qui. Ma se la piega è inclinata? Accosto due fogli identici per formato e inclinazione della piega, quasi a provare un appoggio solidale. Il Duetto mette in atto l’ambiguità percettiva dando risalto alla ‘precarietà’ suggerita dalla lama di vuoto fra i due elementi. Il Duetto al quadrato così raddoppiato si propone di variare la visione dei colori primari alternativamente in luce e ombra naturali, sulle superfici dei quattro elementi di
ESTATE | | 35 Immersi nella natura Il Rossini Art Site si configura come un viaggio nella storia della scultura italiana dal secondo dopoguerra ad oggi. Il nucleo principale delle opere installate nel parco è costituito dai lavori dei maestri che hanno maggiormente segnato l’evoluzione dell’astrattismo italiano come Turcato, Cascella, Consagra, Melotti, Munari, Pomodoro e, appunto, Varisco. Molte di queste opere sono state realizzate site specific su commissione di Alberto Rossini. All’interno dell’area ci sono inoltre una struttura ricettiva, che consente il pernottamento, e il ristorante LEAR Gourmet&Relais, destinazione perfetta per una pausa all’insegna del buon gusto e dell’arte. © riproduzione riservata altezza in proporzioni diverse». La mostra comprende anche alcune opere allestite al piano nobile del padiglione James Wines: Silenzi, 2007 (alluminio verniciato) e Quadri Comunicanti Filo Rosso, 2008 (ferro verniciato e filo), Passante (2000-2022). I Silenzi hanno una genesi che viene da un incontro casuale: quello dell’artista con i passepartout che il suo corniciaio aveva messo da parte: «Dal corniciaio tanti passepartout sovrapposti... tanti vuoti muti, variabili, estensibili, incolmabili per i miei “sovrumani” silenzi». Realizzati in alluminio verniciato, conservano la dimensione formale della cornice ma diventano essi stessi protagonisti, rovesciano il vuoto sul pieno, il soggetto e l’oggetto, la figura e lo sfondo. Anche in questo caso, Varisco agisce con rigore formale imprimendo una leggerezza alla forma e giocando con il contenuto, che la porterà poi ai Quadri Comunicanti. La provvisorietà, la precarietà, la condizione di bilico contenuta in questa opera non trova soluzione nemmeno nell’allineamento rettilineo impresso dall’allestimento. Varisco porta in scena un “divertimento percettivo” che mette a confronto casualità e regola. Infine, Passante, una piccola scultura del 2000, la cui versione più grande, qui in mostra, è stata realizzata nel 2022 per la personale a Palazzo Reale. Grazia Varisco | Pausa a cura di Francesca Guerisoli Fino al 30 luglio 2023 Rossini Art Site Via Col del Frejus, 3 - Briosco [email protected] Tel: 0362 827761 / 335 5378472 www.rossiniartsite.com
36 | Pubbliredazionale La passione di Sergio Longoni per il ciclismo è storica e risale agli anni ’90, quando il nome Longoni era sulle maglie dei più importanti team professionistici. Per la stagione 2023, DF Sport Specialist e Bicimania hanno deciso di fare un ritorno al ciclismo professionistico come sponsor del Team corratec – Selle Italia, dimostrando ancora una volta impegno e passione per questo sport. Le due ruote tornano ad essere protagoniste grazie alla sponsorizzazione di questo giovane e promettente team che quest’anno è entrato a far parte delle squadre Professional, guadagnandosi la possibilità di prendere parte per la prima volta al Giro d’Italia. Il Team corratec, formazione nata nel 2022, ha sede a Montecatini Terme ed ha grandi ambizioni per la stagione. La squadra si è presentata al Giro d’Italia con otto corridori. Valerio Conti, 30 anni, 7 partecipazioni al Giro d’Italia, è il corridore più esperto del team; Nicolas Dalla Valle, 25 anni, è un velocista in crescita con un’ottima propensione al lavoro di squadra; Stefano Gandin, 27 anni, da due anni al Team corratec - Selle Italia, corridore abile ad entrare nelle fughe e con un buono spunto veloce; Alessandro Iacchi, 23 anni, nonostante la giovane età è uno dei corridori di maggiore esperienza DF SPORT SPECIALIST e BICIMANIA a fianco del TEAM CORRATEC - SELLE ITALIA per la stagione 2023 Un felice e gradito ritorno nel mondo del ciclismo professionistico per DF Sport Specialist e Bicimania a fianco del Team corratec – Selle Italia. di Cristina Guarnaschelli
ESTATE | | 37 del team; Alexander Konychev, 24 anni, grande promessa del ciclismo italiano che sta provando a ritagliarsi uno spazio tra i professionisti; Charlie Quarterman, 24 anni, ex Campione Nazionale a cronometro tra gli Under 23, è l’uomo delle fughe; Veljko Stojnic, 24 anni, ha recentemente colto un 6° posto in Austria che dà morale visto il dislivello della corsa; Karel Vacek, 22 anni, è il corridore più giovane della squadra. “È una grande emozione ritornare nel mondo del ciclismo professionistico con il Team corratec – Selle Italia” ha affermato Sergio Longoni, presidente DF Sport Specialist e Bicimania. “Siamo lieti di poter accompagnare la squadra nel corso della stagione e siamo convinti che non mancheranno importanti e prestigiosi risultati che daranno lustro anche i nostri brand”. “Siamo molto contenti ed orgogliosi di poter portare il nome di DF Sport Specialist e Bicimania sulle nostre maglie e di poter segnare il ritorno nel panorama del ciclismo professionistico di Sergio Longoni” ha affermato Serge Parsani, team manager. “Inoltre spero che in questa stagione riusciremo a ricambiare la fiducia dataci da Sergio Longoni e di poterlo ringraziare al nostro meglio”. Oggi DF Sport Specialist, con i suoi 14 negozi, è un punto di riferimento per tutti gli appassionati di attività indoor e outdoor, mentre Bicimania, con i suoi 4 punti vendita, focalizza la sua specializzazione nel mondo della bicicletta. www.df-sportspecialist.it Sergio Longoni saluta il team prima della partenza della tappa Seregno (MB)-Bergamo (BG). In foto, oltre ai corridori, Francesco Frassi (Sport Director), al centro Serge Parsani (Team Manager) e in primo piano Fabiana Luperini (Sport Director).
38 | Arte&Cultura | Earth Esagoniamoci, inaugurato il murale del Bachelet di Oggiono Lo scorso 20 maggio l’Istituto Bachelet ha svelato al pubblico il murale realizzato dagli studenti sotto la direzione artistica di Camilla Falsini e il coordinamento di Massimo Gianquitto, CEO di Level Office Landscape. Si chiama Esagoniamoci e rappresenta sei valori fondamentali per i giovani studenti dell’istituto di Oggiono: crescita, energia, equilibrio, fiducia, sogno e uguaglianza. Parte del programma “Earth: Arte nelle scuole”, il progetto ha l’obiettivo di divulgare l’arte contemporanea negli istituti scolastici, coinvolgendo gli artisti e pensando alla partecipazione degli studenti. Iniziato nel 2019 con ISS Viganò e Agnesi di Merate, e la collaborazione con il collettivo milanese Orticanoodles, Earth è proseguito nel 2021 con l’ISS Greppi di Monticello Brianza e l’artista Etnik (Alessandro Battista) con la realizzazione di un grande murale all’ingresso del complesso scolastico. Quello del Bachelet di quest’anno ha invece riqualificato un muro ancora più impegnativo, non soltanto per le dimensioni. “È stato un grande lavoro che gli studenti hanno deciso di portare a termine, insieme ai professori, non per interesse personale, ma a beneficio di tutta la scuola” racconta Massimo Gianquitto, ideatore del progetto. “I dipinti murali che abbiamo realizzato nelle scuole sono rivolti principalmente alle nuove generazioni e agli studenti che le frequentano, nella convinzione che l’arte possa accrescere la sensibilità, l’idea di Bellezza e di rispetto per la sua fragilità” spiega il CEO di Level Office Landscape. A progettare i sei diversi soggetti dell’opera del Bachelet insieme agli studenti è stata l’artista romana Camilla Falsini. Il suo lavoro è caratterizzato da linee nette, forme stilizzate e minimali e colori forti e va dall’illustrazione editoriale alle grandi pitture murali, da oggetti di design a libri. È stato possibile seguire le fasi di avanzamento del progetto attraverso il canale Instagram Art IS (@progetto_art_is), grazie al supporto di TConnetto, che ha affiancato gli studenti e le studentesse in tutte le fasi di lavoro e creato uno storytelling dedicato Il progetto Earth del Bachelet di Oggiono è stato sostenuto da Rotary Club di Merate e Rotary Club Lecco Le Grigne, IISS Bachelet, Maxi Sport, Acinque Energia, Senesi Giardini, Tsunamiclub, Fondo Comunità di Oggiono, con il coordinamento di Massimo Gianquitto, socio del Rotary Club Merate. Con Bellavite Editore, alla scoperta del mondo in quota. Tutta “L’alta editoria” di montagna a portata di click! www.bellavite.it EDITORE www.bellavite.it CLUB ALPINO ITALIANO RAP POR TO ATTI DELL’ANNO VITÀ 2021 SULL’ ADV vivere montagna giugno 22.qxp_Layout 1 13/06/22 10:04 Pagina 1
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“1179. I Milanesi iniziarono il naviglio di Gaggiano e fu fatto per merito dei Torriani…” Così le Memoriae Mediolanenses narrano la nascita del Naviglio Grande. Mille anni di storia di un canale che non solo permetteva l’irrigazione dei campi, ma anche costituiva una importante via di comunicazione tra il Lago Maggiore e Milano. 1386. Viene posata la prima pietra del Duomo di Milano. Un’opera voluta dall’Arcivescovo Antonio da Saluzzo e dal primo Duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, per dare alla città la più grande e bella cattedrale che il mondo avesse mai visto. E quale materiale avrebbe reso maggior lustro alla nascente costruzione, se non lo splendido e luminoso marmo rosa delle cave di Candoglia? Fu così che la storia delle cave di Candoglia, località nella bassa valle del Toce, quella del Naviglio Grande e quella del Duomo di Milano si legarono in maniera indissolubile. I blocchi di marmo venivano estratti dalla Cava Madre (cosa che ancora oggi avviene!), trasferiti a valle e da qui partivano alla volta di Milano, in un viaggio che avveniva completamente attraverso vie d’acqua: sul Verbano, lungo il Ticino, infine lungo il Naviglio Grande. I materiali giungevano fino a poche decine di metri dal cantiere del Duomo, in quella che oggi è via Laghetto, detta così proprio per l’esistenza di una conca d’acqua dove i marmi venivano scaricati. Milano città d’acqua, dunque, almeno fino a un secolo fa. L’ultimo barcone carico di merci (il trasporto dei marmi per il Duomo già avveniva per altre vie) giunse in Darsena dal lago Maggiore nel marzo del 1979. La diga del Panperduto. Splendido esempio di ingegneria idraulica. Da qui partono il Canale industriale e il Canale Villoresi Candoglia, monumento in marmo rosa. La Cava Madre si trova sulla montagna retrostante Da Candoglia a Milano “La Via Del Marmo” Di Cristina Proserpio 40 |Fare cultura | La via del marmo di Cristina Proserpio – Fare Cultura
ESTATE | | 41 È indubbio che la storia del Duomo di Milano e del sistema dei navigli rappresenti un importante pezzo di storia per la città e per l’intera Lombardia. Per questo sono in partenza alcuni importanti progetti di valorizzazione. Il primo è la candidatura del “Sistema Duomo” (Cave di Candoglia, vie d’acqua, Museo del Duomo, Duomo) come Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il percorso per il riconoscimento UNESCO è stato intrapreso da Regione Lombardia insieme alla Veneranda Fabbrica del Duomo e mira al riconoscimento ufficiale dell’unicità e del valore di questo patrimonio materiale e immateriale. Il secondo progetto è la creazione di un itinerario culturale e turistico che racconti l’affascinante storia della costruzione del Duomo e del territorio che storicamente veniva attraversato dai blocchi di marmo. “La Via del Marmo – dalle cave di Candoglia al Duomo di Milano” è il nome dell’itinerario, sviluppato da Fare Cultura per la Città Metropolitana di Milano, Ente che da anni ha focalizzato la propria attenzione sul turismo lento e sul tema dei cammini. Il viaggio dalle cave di Candoglia al Duomo di Milano è un’esperienza straordinaria, che permette di godere della bellezza di luoghi molto diversi tra loro e di riscoprire storie e curiosità custodite dalle comunità locali lungo il percorso. Un viaggio lungo il quale si incontrano diverse specificità del territorio: ambiente, natura, paesaggio, chiese, ville, palazzi, monumenti (non dimentichiamo il monumentale San Carlone ad Arona), archeologia industriale, ingegneria idraulica (centrali idroelettriche, chiuse, sbarramenti, dighe, canali, …), musei, centri storici e un immenso patrimonio immateriale tutto da riscoprire. Il tutto in “modalità green”: l’itinerario è interamente percorribile senza l’utilizzo dell’automobile. Gli oltre 100 chilometri di distanza tra Candoglia e Milano possono essere percorsi a piedi, in bicicletta, in barca, a cavallo, in treno. “La Via del Marmo” è un progetto corale, che coinvolge Enti, Associazioni, aziende, comunità locali, uniti per riscoprire, valorizzare, raccontare una storia lunga oltre 635 anni. Il San Carlone di Arona. San Carlo è uno dei personaggi emblematici del territorio tra il Verbano e Milano © riproduzione riservata Il Naviglio Grande a Milano
42 | Turismo Come sempre valli e cime del chiavennasco si preparano ad accogliere gli amanti della montagna, che con la bella stagione arrivano numerosi. Ad attenderli sentieri e rifugi ormai storici, accanto a nuove iniziative alla riscoperta delle tradizioni. Estate in Valchiavenna MADESIMO Immersa nel verde e baciata dal sole, circondata da cime oltre i 3000 metri e costellata di laghi alpini, Madesimo è il luogo ideale dove trascorrere le vacanze estive. Sono infinite le possibilità di godersi la montagna a piedi, su due ruote e anche in sella a un cavallo. Madesimo offre inoltre l’opportunità di praticare anche altre attività sportive, tra cui il golf e la pesca. Irrinunciabile la visita al Giardino Alpino Valcava, dove godere appieno della bellezza incontaminata delle fioriture e scoprire le proprietà benefiche delle erbe spontanee, così come è impossibile non assaggiare i prodotti tipici locali, che a quest’altitudine si dice abbiano un sapore ancor più genuino. Respirare a pieni polmoni l’aria profumata di bosco è possibile a tutte le età: la passeggiata lungo il fiume, adatta anche ai passeggini, permette di raggiungere il fondo valle dal centro di Madesimo, da qui possiamo raggiungere gli Andossi o il campo da golf. Un’altra passeggiata per tutti è la discesa verso Pianazzo sui vecchi tornanti, per ammirare la cascata del Catino e quella del Pianazzo con salto di 180 metri, o ancora salire all’Alpe Motta nel bosco di larici e pini. Un’escursione più impegnativa è quella al lago d’Emet a 2145 metri: lo si può raggiungere percorrendo il sentiero da Madesimo oppure da Montespluga. Qui si trova il rifugio Bertacchi. L’alpe Angeloga, dove si trova il rifugio Chiavenna, è raggiungibile da Madesimo passando per Alpe Motta, oppure da Fraciscio. Da non dimenticare la Via Spluga, l’itinerario storico per eccellenza della valle, a cavallo tra Italia e Svizzera, ed i numerosi laghetti alpini e gli alpeggi. Escursioni che necessitano di una minima preparazione ed attrezzatura tecnica, per affrontare al meglio la salita su questi pendii alpini. Il rifugio Bertacchi è dotato di un dispositivo salvavita DAE, donato al CAI in memoria di Luigi Veronelli.
ESTATE | | 43 “SPLUGA CELTICA” A CAMPODOLCINO L’estate 2023 comincia a Campodolcino con la nuova edizione di “Spluga Celtica”, l’unico che in Valle Spluga celebra la cultura e la musica dei Celti. Per due giorni, sabato 24 e domenica 25 giugno, il paese della Valle Spluga tornerà ad essere Tarvessedum, ovvero “carro del toro”, il nome gallico con il quale era conosciuto da chi attraversava le Alpi. Insieme rievocazione storica e festa popolare, “Spluga Celtica” si svolgerà in zona Acquamerla, in un contesto naturalistico particolarmente bello, un evento in grado di coinvolgere pubblici diversi e persone di ogni età. Dalle ore 10.00 di sabato e per tutta la giornata di domenica si susseguiranno le più diverse iniziative. Si potranno trovare oggetti curiosi, assaggiare ippocrasso, idromele e birra artigianale, oltre a un’ampia varietà di gastronomia. Si potrà assistere alle esibizioni di cavalli, spettacoli col fuoco, danze celtiche e partecipare ai laboratori per conoscere l’arte e la cultura dei Celti, assistere all’incontro tra persone appassionate di storia antica, oltreché assistere allo spettacolo del bardo. La musica sarà la grande protagonista del festival, con esibizioni itineranti e concerti a partire dalle 19.00 di sabato. Organizzato dal Comune di Campodolcino e dai Viking Soldiers con il Consorzio per la Promozione Turistica della Valchiavenna e la collaborazione del Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo. Il festival è sostenuto dalla Comunità Montana della Valchiavenna e dal Bim. Infopoint: [email protected], 0343 50611, www.splugaceltica.it; pagine social Facebook e Instagram. © riproduzione riservata Presso il rifugio Chiavenna verrà inaugurato il prossimo 30 luglio il posizionamento di un defibrillatore, donato dalla famiglia Maranesi per tramite del Lions Club Brianza Colli.
44 | Storie | Pietro Sangiorgio Al terzo anno di liceo i genitori lo hanno spedito a lavorare in un albergo in Val D’Aosta. È stata un’illuminazione. Pietro Sangiorgio, meratese, oggi miglior sommelier di Lombardia, ha scoperto il mondo dell’hôtellerie e dell’enologia e ne ha fatto una professione In vino (vintage) veritas di Rosella Redaelli Ancora per qualche mese Pietro Sangiorgio, 28 anni, potrà fregiarsi del titolo di miglior Sommelier di Lombardia. Lo ha conquistato l’estate scorsa al Westing Palace Hotel di Milano durante il concorso promosso dall’associazione Italiana Sommeliers. Come si conquista un titolo così prestigioso? Il concorso è diviso in due fasi: prima una prova scritta con 50 domande sui vini lombardi, il territorio, migliaia di etichette da imparare a memoria. Poi un testo scritto per raccontare un vino. Mi è capitato lo “Sforzato 5 stelle” di Nino Negri in Valtellina. Infine una prova pratica: due calici da degustare bendati e poi descriverli. Una volta superata questa fase si accede alla semifinale che si gioca a quattro e in cui è richiesto anche di proporre abbinamenti di vino, sakè e birra su un menù da cinque portate. La finale si svolge davanti al pubblico, anche in questo caso c’è la degustazione alla cieca, si valuta l’eleganza del gesto perché la decantazione del vino ha una sua ritualità. Infine, ho dovuto raccontare tre vini italiani cercando di dire al meglio tutto quello che sapevo. La parlantina mi sembra non ti faccia difetto… Al liceo amavo la poesia, ma non ero uno studente modello. Per questo i miei mi hanno spedito a lavorare un’estate in un albergo e io ho scoperto che la bellezza che trovavo nei versi potevo trovarla anche nel cibo, nella ricerca di cure verso l’ospite. Avevo 16 anni, non avevo nessuna conoscenza di vini, se non per il fatto che in famiglia c’è sempre stato del buon vino a tavola. A 18 anni, dopo la maturità, ho preso una decisione di pancia e mi sono iscritto ad Enologia, spiazzando tutti i miei professori. La svolta è stato un viaggio in Francia con un gruppo di produttori, è lì che ho scoperto il fascino del tempo sul vino e il mondo del collezionismo. Al secondo anno sono stato chiamato da Bolaffi a Torino per le aste dei vini di pregio. Cosa hai imparato? A distinguere le grandi bottiglie dai falsi. Ci sono etichette con errori grossolani che arrivano sul mercato cinese. Il più copiato è il Sassicaia. Però
ESTATE | | 45 ci sono anche grandi falsari capaci di spiazzare i più importanti intenditori. Comprare una bottiglia può essere un investimento? È stato l’oggetto della mia tesi di laurea, ho trattato il tema dell’investimento finanziario in vino sul mercato italiano. In realtà ai miei clienti dico sempre che bisogna comprare il vino perché lo si vuole bere, gli orologi perché piacciono. Certo, ci si può guadagnare, ma non deve essere lo scopo primario del collezionista. Ci parli della tua società? Si chiama “Dives Milano”, l’aggettivo latino indica chi è ricco di pienezza spirituale. Trattiamo bottiglie da collezione, distillati, ma anche orologi di lusso e gioielli insieme al mio socio Marco Boscolo. Stiamo anche iniziando ad occuparci di abiti vintage per alcune griffe selezionate. Chi sono i vostri clienti? Molti italiani del nostro territorio che possono venire a trovarci nella nostra sede di Sesto San Giovanni, ma abbiamo richieste dal Nord Europa, dai Paesi Bassi, dall’Asia e dalla Cina. Cerchiamo sempre il contatto diretto con il collezionista. Si narra che Berlusconi abbia una grande cantina… Vero, ma non faccio i nomi dei clienti e posso dire che in Brianza ci sono grandi cantine e grandi collezionisti. La bottiglia più costosa che hai bevuto? Un Romanée Conti del 2016 Gran Cru, viene venduta tra i 15 e i 20 mila euro. La più importante che ho venduto è invece un Rum Skeldon del 1973 valutata 40 mila euro. C’è chi compra una bottiglia proprio solo per un’annata da ricordare? Sì, ma bisogna imparare a bere un vino vintage per poterlo apprezzare. Come giudichi il vino della Brianza? Ci sono nuovi produttori che cercano di innovare, ma resta un vino di accompagnamento, c’è una produzione molto piccola. Italia-Francia chi è più bravo? I francesi hanno una storia di valorizzazione lunga 200 anni, noi abbiamo la ricchezza di una estrema diversificazione. Anche una piccola terra può creare qualcosa di unico. Abbiamo saputo valorizzare bene le Langhe e la Toscana, ma ora c’è grande fermento nella bergamasca. Due bottiglie italiane che il mondo ci invidia? Il Barolo monfortino riserva di Giacomo Conterno e il Brunello di Montalcino di Gianfranco Soldera. Si tratta di bottiglie da oltre 1000 euro l’una. Come scovi le bottiglie da proporre ai tuoi clienti? Faccio continuamente ricerca tra i piccoli produttori oppure mi capita di trattare con eredi di grandi collezionisti. È un po’ come quando ci si trova davanti ad una biblioteca di libri rari, si trovano bottiglie di 20 o 30 anni che sono delle vere chicche. E i prezzi? Non tratto bottiglie da sei euro, ma cerco sempre di avere delle proposte sul vino nuovo che possano essere alla portata di tutti. © riproduzione riservata
46 | Libri nati da una fabbrica di luce DALLA FORESTA AL BOSCO. La lignite del Valdarno e la centrale di Santa Barbara Parte prima: la foresta sommersa di Michele Mauri, Giovanni Mura, Mario Donadoni (2023) Tutto comincia da un giacimento di lignite nel cuore della Toscana, che si è formato circa tre milioni di anni fa da una foresta rigogliosa sommersa da un lago. Quando l’uomo capisce come usare la lignite come combustibile comincia una nuova epopea nel Valdarno Superiore. Negli anni Cinquanta del Novecento quel bacino minerario permette la costruzione della centrale termoelettrica di Santa Barbara. Tutt’ora in attività, una sensibilità nuova impone ora di fare pace con la terra e ricreare il bosco. I volumi di Fabbrica di Luce sono stati realizzati presso Bellavite NonSoloCarta: stampati secondo la filosofia GreenPrinting® volta alla salvaguardia dell’ambiente attraverso l’uso di materiali a basso impatto ambientale, questi libri recano il logo ZeroEmissionProduct®, ovvero Bellavite NSC ha azzerato totalmente le emissioni di Gas a effetto Serra prodotte direttamente o indirettamente per la loro realizzazione. Letture | Volumi a Zero Emissioni Fabbrica di Luce è un progetto, un incontro di personalità e passioni diverse, una casa editrice. Sfugge a una definizione precisa. Il punto di partenza è il lavoro di Mario Donadoni, fotografo e grafico, che ha raccolto immagini, esperienze, progetti visivi e pubblicazioni editoriali. Un percorso artistico e documentario che si muove tra due poli, fra il fascino degli elementi naturali e quello dell’opera umana. Intorno a questa dicotomia il lavoro di Donadoni ha coinvolto professionalità diverse (autori, archivisti, professionisti del suono e dell’immagine). Si è sviluppato così un progetto culturale, Fabbrica di Luce appunto, che coniuga immagini e narrazione storica, divulga la bellezza del paesaggio trasformato dall’ingegno e dal lavoro umano. IL RACCONTO DELLE CENTRALI ENEL ED ENEL GREEN POWER Uno dei progetti più impegnativi portati avanti da Fabbrica di Luce è la realizzazione di una serie di volumi commisionati da Enel, multinazionale dell’energia. Dal 2015 ad oggi sono stati dieci i titoli pubblicati: ciascun libro racconta un pezzo di storia industriale (e non solo) italiana, attraverso la costruzione delle grandi centrali idroelettriche (Lombardia, Lazio, e Veneto) e termoelettriche (Toscana), le interazioni coi territori che le ospitano e le storie di chi le ha progettate, costruite e chi tutt’ora le mantiene in attività. “Dalla foresta al bosco. La lignite del Valdarno e la centrale di Santa Barbara”, “Le luci del Cordevole” e “Acque Orobiche” sono gli ultimi tre titoli della collana, pubblicati tra il 2022 e il 2023.
ESTATE | | 47 LE LUCI DEL CORDEVOLE. Dal Fedaia a Quero: una storia idroelettrica di Cristian Bonomi, Mario Donadoni, Giovanni Mura (2022) Dalla Marmolada alla pianura agricola del Veneto centrale: storia di torrenti, dighe e centrali (Cordevole, Fedaia e Querosono). Questo “organismo idroelettrico” (fatto di bacini, vene d’acqua e turbine) progettato durante il secondo conflitto mondiale, in attività dal dopoguerra, vive di energia e architettura per un’efficiente bellezza. L’ADDA CHE UNISCE. Storia di traghetti, passerelle e ponti fra Trezzo e Capriate Rino Tinelli (2022) Dai ponti ai traghetti ai passaggi che nei secoli hanno avvicinato le sponde di Trezzo e Capriate: un amarcord tra foto e storia a firma di Rino Tinelli, storico locale. Si comincia dalla pietra del ponte di Bernabò Visconti, poi il legno di traghetti, ponti, chiatte e passerelle, punti di passaggio negli anni dell’industria nascente. E il ferro, gli anni dello sviluppo, delle automobili, delle grandi infrastrutture. Storia di un fiume, vissuto un tempo come confine tra due stati avversari, e poi valicato in nome dello sviluppo economico, sociale, culturale”. Il fascino dell’Adda Vuoi per vicinanza biografica, vuoi per affinità di elementi, Fabbrica di Luce ha raccontato spesso storie di acqua e fiumi, e tra questi un posto particolare spetta all’Adda. ACQUE OROBICHE. Storia idroelettrica delle valli Brembana e Seriana di Vincenzo Sala, Giovanni Mura, Mario Donadoni (2022) Due valli, Seriana e Brembana, vicine eppure assai diverse. Se la prima ha vissuto un’industrializzazione antica a radicata che l’ha portata a contemplare presto la produzione idroelettrica, la seconda ha scontato a lungo un’economia più tradizionale e una conformazione naturale più ostile a un certo tipo di modernità. Eppure, entrambe le valli hanno portato avanti la loro avventura idroelettrica. Questa edizione ripercorre una storia ultrasecolare tra le valli orobiche per ricostruire lo sviluppo dei siti idroelettrici rilevati da Enel nella prima metà degli anni Sessanta del Novecento.
48 | Pubbliredazionale “Ora ogni campo è rivestito d’erba, e ogni albero di foglie. Ora i boschi mostrano i loro fiori, e l’anno assume il suo aspetto più bello”. Virgilio Una delle forme del Made in Italy più conosciute al mondo è quella dei giardini all’italiana, una forma d’arte particolarmente sviluppata nel nostro paese, un vero talento italiano. Ogni realizzazione nasce da un progetto studiato nei minimi dettagli; per avere uno spazio verde che si distingua bisogna porre attenzione ad ogni minimo dettaglio: dalla progettazione, lasciandosi consigliare anche nella scelta delle piante, perché l’aspetto visivo non basta, alla scelta dei materiali e dei prodotti. Ad esempio, per la realizzazione del vialetto che conduce all’entrata dell’abitazione, vi sono molteplici possibilità: vi sottoponiamo un vialetto creato con lastre di Luserna (una roccia metamorfica scistosa appartenente al gruppo degli gneiss). La peculiarità della pietra di Luserna, oltre alla sua duttilità, è rappresentata dalle incredibili colorazioni frutto di molteplici venature cromatiche dovute a minerali quali quarzo, ferro e calcio in concentrazioni variabili. Normalmente stiamo attenti al “sopra” del nostro giardino, ma è un apparato radicale sano e ben esteso a garantire la sopravvivenza di esemplari