Per celebrare il 15° 101
anniversario del Col-
legio del Mondo
Unito dell’Adriatico
hanno avuto luogo a
Trieste varie manife-
stazioni tra cui una
mostra fotografica
degli studenti allesti-
ta nella Galleria del
Tergesteo e un tor-
neo interscolastico di
pallacanestro.
Nello splendido sce-
nario di piazza del-
l’Unità d’Italia si è
svolto lo spettacolo
finale a cui hanno
preso parte, assieme
agli studenti del Col-
legio, atleti della
Società Ginnastica
Triestina e dei Circoli
sportivi sloveni.
messaggio Duino
del rettore
15 ANNI A TRIESTE
IN ITALIA
NEL MONDO
102 David Sutcliffe alle nostre ultime speranze: si famiglia, analfabeta. Non rac-
rivelò invece una delle motiva- contano la tragedia del giova-
P er comprendere il zioni che portarono alla nasci- ne zairese arrivato a Duino
contesto in cui prese ta del Collegio, in esecuzione con ancora impressi nella
forma l’idea di un Colle- dell’art. 46 del DPR N. 102 del carne i segni delle torture
gio del Mondo Unito in Italia, 6 marzo 1978. subite in prigione.
è necessario tornare con la La relazione scritta nel 1971 da Un altro motivo di orgoglio ci
memoria agli anni ‘70. Gli anni Gianfranco Facco Bonetti, che è dato dalla nostra ubicazione
del terrorismo in Italia persua- per primo, all’interno dell’Am- nel villaggio italo - sloveno di
sero gli osservatori più attenti basciata italiana a Londra “sco- Duino. A differenza degli altri
che essa fosse l’ultimo paese prì” il Collegio dell’Atlantico Collegi, infatti, non disponia-
adatto a ospitare il primo Col- nel Galles, non passò inosser- mo di un campus tutto nostro.
legio del Mondo Unito al di vata sulla scrivania di Corrado Le fotografie della Prima Guer-
fuori dell’area anglosassone. Il Belci: il Collegio aprì nel set- ra Mondiale, le vecchie trincee
terremoto del 1976 in Friuli tembre del 1982, durante il e postazioni che circondano la
sembrava poi aver definitiva- mandato dell’avvocato Antonio Foresteria del Castello, la
mente chiuso ogni prospettiva Comelli come presidente della nostra residenza principale, ci
regione Friuli - Venezia Giulia, ricordano che non siamo qui
di Dario Barnaba come asses- per caso. I recenti avvenimenti
sore regionale all’istruzione e in Iugoslavia, iniziati con la
di Sergio Coloni come assesso- breve guerra in Slovenia, che
re al bilancio. dista solo due chilometri dal
Il più grande successo del Col- Collegio, sono la prova con-
legio, ne sono convinto, è creta che la comprensione tra i
stato di garantire a tutti gli stu- popoli è un obiettivo tutt’altro
denti l’accesso alla scuola tra- che raggiunto.
mite borsa di studio. È proprio E infine, la missione definita
sul fondo per le borse di stu- per noi dal Comitato Interna-
dio che si basano le statistiche zionale dei Collegi del Mondo
sulla straordinaria gamma di Unito: la creazione di legami
nazionalità che sono state rap- culturali fra est e ovest. Siamo
presentate al Collegio dal orgogliosi del ruolo che abbia-
1982. Le statistiche tuttavia mo svolto a favore dell’intro-
non dicono nulla sui validissi- duzione del Baccalaureato
mi studenti che abbiamo Internazionale e dei suoi ideali
accolto, profughi, da paesi nelle scuole dell’Europa Cen-
quali Sudan, Eritrea, Ruanda, trale e Orientale, che ha porta-
Bhutan, Bosnia o Palestina. to fino ad ora alla creazione di
Non raccontano le loro mille ottime scuole BI in Slovenia,
storie, come quella dello stu- Slovacchia e Ungheria, Croazia
dente etiope che per due anni e Polonia. La conferenza tenu-
non poté comunicare con la tasi a Trieste nell’aprile 1995
lo sviluppo
dell’organizzazione
Kurt Hahn fu l’ideatore e sciato dopo cinque giorni grazie 103
il fondatore dei Collegi all’intervento del Primo Ministro
del Mondo Unito. Nato britannico. Fu costretto all’esilio
a Berlino nel 1886 da genitori e scelse l’Inghilterra. Qui conti-
ebrei, Hahn studiò sia in Ger- nuò il suo lavoro fondando in
mania sia in Gran Bretagna. Scozia la “Gordonstoun School”
Durante la Prima Guerra Mon- (1934), il Movimento “Outward
diale lavorò presso il Ministero Bound” (1941) e l’”Award Sche-
degli Esteri tedesco, rimanen- me” del Duca di Edimburgo
do sempre in contatto con (1956). Venne insignito di molti
quanti credevano e lavoravano riconoscimenti onorari tra cui
per la pace. Nel 1920, assieme quelli delle Università di Edim-
al Principe Max di Baden (l’ul- burgo, Gottinga, Tubinga, Berli-
timo Cancelliere imperiale) del no e Milano. Morì nel 1974.
quale era segretario privato, Grazie alle sue idee di pace, tol-
fondò nella Germania meridio- leranza e comprensione interna-
nale la “Salem School”. Nel zionale, progettò, promosse e
1932 si schierò apertamente nel 1962 realizzò in Galles, assie-
contro il nazismo e un anno me a Sir Lawrence Darvall e a
dopo, provocò pubblicamente Desmond Hoare (rettore fonda-
Hitler. Arrestato, venne rila- tore), l’Atlantic College.
Augusto Debove Italia
N Studente al UWC of the Atlantic
1965-1967
N UWC of the Adriatic 1983-1989
N Insegnante di Lettere al Liceo Scienti-
fico Enrico Medi di Senigallia
N Esaminatore-capo di Italiano per il BI
David Wilkinson Gran Bretagna John Plommer Canada
N UWC of the Adriatic 1982-1985 N UWC of the Adriatic 1985-1997
N Primo Rettore del Li Po Chun UWC N Rettore della Asociacion Esculeas
of Hong Kong Lincoln High School of Buenos Aires
N Primo Rettore del Mahindra UWC of
India
David Eddy Nuova Zelanda Andrew Maclehose Gran Bretagna Sarvesh Naidu India
N UWC of the Adriatic 1982-1985 N UWC of the Adriatic 1990-1994 N UWC of the Adriatic 1985-1991
N Rettore del Glendowie College of N Rettore della sezione in lingua ingle- N Rettore del High Range School, Mat-
Auckland, Nuova Zelanda se della International School di tupatti, India
Ginevra
104
dove sono oggi
alcuni ex insegnanti
del collegio
del mondo unito
dell’adriatico
Margaret Shor Stati Uniti
N UWC of the Adriatic 1991-1994
N Rettore dell’American Community
School, Hillingdon, U.K.
Peter Samaranayake Sri Lanka
N UWC of the Adriatic 1988-1996
N Primo Rettore della Hanoi
International School, Vietnam
Paul McDermott Gran Bretagna Marco Dalbosco Italia Walther Hetzer Austria
N UWC of the Adriatic 1993-1995 N Studente al UWC of the Atlantic N UWC of the Adriatic 1985-1991
N Rettore del Waterford KaMhlaba 1972-1974 N Rettore del Secondary School, The
UWC of Southern Africa N UWC of the Adriatic 1988-1992 International School of Brussels
N Insegnante di Lettere al Liceo
Scientifico Albert Einstein di Merano
N Rappresentante del Network al Consi-
glio di Amministrazione del UWC of
the Adriatic
105
VIENNA
1987
STRASBURGO TRENTO
1991 1995
GINEVRA
UDINE
MILANO 1985
1990
PADOVA GORIZIA BUDAPEST
1994 1983 1988
TRIESTE LUBIANA
1989
1982
1996
ROMA
1986
dott. Hilde Hawlicek
ministro
Pubblica Istruzione
Austria
sir Leon Brittan
vice presidente
Commissione Europea
Conferenza in un’aula del Parlamento Europeo, 1991
Demetrio Volcic
106
eventi
speciali
Cerimonia d’apertura dell’anno acca-
demico 1984-85 al Teatro Comunale
“Giuseppe Verdi” di Trieste.
Ospite d’onore e illustre oratore Sua
Altezza Reale il Principe di Galles
presidente del Consiglio Internazio-
nale dei Collegi del Mondo Unito
dal 1978 al 1992.
107
il baccalaureato
internazionale
Il Baccalaureato Internazionale (BI) è un
diploma di scuola media superiore istituito
negli anni ’60 ed è attualmente adottato da
circa 550 scuole di tutto il mondo. Il BI si
distingue per il suo concetto di istruzione
equilibrata, garantita dall’alto livello dei
suoi programmi e dall’integrità e imparzia-
lità dei suoi metodi di valutazione.
Sono molti i paesi che si sono rifatti all’e-
sperienza del BI per introdurre riforme
all’interno dei propri sistemi nazionali di
istruzione.
sviluppo la diffusione del BI nei
del baccalaureato paesi dell’europa centro
internazionale orientale
in italia e nei paesi
dell’est europeo Una delle finalità del Colle- istituire contatti di base con le
gio del Mondo Unito di
Conferenza Intergovernativa sul Duino, fin dalla sua creazione e scuole, i docenti e gli studenti
Baccalaureato Internazionale pro- grazie alla sua collocazione dell’area occidentale
pedeutica alla presentazione del geografica, è stata quella di pro-
Disegno di Legge per il riconosci- muovere i contatti con i Paesi usufruire dell’esperienza di
mento in Italia del B.I. (Trieste, dell’Europa Centrale e Orienta-
26-31 ottobre 1985). le. Uno dei risultati più appari- carattere internazionale del BI
scenti di tali contatti, che si per quanto riguarda programmi
Legge 30/10/86 n. 738 - Riconosci- sono stabiliti a partire dal 1982, scolastici e metodi di valutazione
mento del diploma di è proprio l’interesse che si è
Baccalaureato Internazionale risvegliato negli ex Paesi sociali- permettere agli studenti più
sti nei confronti del BI, la cui
Conferenza sul Baccalaureato adozione viene incontro alle capaci di accedere alle università
Internazionale (B.I.) e la sua seguenti esigenze: europee e nord americane
introduzione nei paesi dell’Europa
centro orientale (Duino 14-15 dotare le proprie scuole di un
maggio 1990)
metro di valutazione standardiz-
Legge 9/1/91 n. 19, art 10, comma zato.
5, (ruolo del Collegio nella promo-
zione dello sviluppo della coopera-
zione culturale e didattica con
l’Austria, i paesi dell’Europa cen-
trale e balcanica nonchè i paesi
dell’ex Comecon)
Conferenza Internazionale
“Cooperazione fra i Paesi dell’Eu-
ropa centrale ed orientale nell’am-
bito dell’istruzione internazionale
a livello pre-universitario” (Trieste
30 marzo - 1 aprile 1995)
108
la scuola
internazionale di musica da camera
del trio di trieste
Sorta nel 1989 per iniziativa 109
del Collegio del Mondo
Unito dell’Adriatico, la Scuola
Superiore Internazionale di
Musica da Camera del Trio di
Trieste propone corsi biennali
di perfezionamento per com-
plessi cameristici (dal duo al
quintetto) formati da giovani
provenienti da tutta Italia non-
ché da molti altri paesi come
Austria, Ecuador, Giappone,
Libano, Montenegro, Olanda,
Singapore, Svizzera, Serbia,
Giappone.
Lo studio compiuto mensil-
mente sotto la guida dei
maestri Dario De Rosa (pia-
noforte), Renato Zanettovich
(violino) e Amedeo Baldovino
(violoncello), rappresenta il
mezzo più efficace per tra-
smettere una preziosa “lettura”
interpretativa.
Gli studenti del Collegio del
Mondo Unito dell'Adriati-
co possono partecipare alle
lezioni del Trio di Trieste come
uditori o, dopo aver sostenuto
un'audizione, come allievi
effettivi. Inoltre i gruppi came-
ristici che frequentano la scuo-
la del Trio offrono periodica-
mente agli studenti del Colle-
gio alcuni saggi-concerti.
collegio del mondo unito dell'adriatico
network degli ex studenti italiani
FONDO DEL
ECCO
CHE COS'È
Il Collegio ed il Network degli ex studenti hanno insieme lanciato il “Fondo del 2000”,
destinato a fruttare borse di studio per i successori delle precedenti generazioni.
È moralmente significativa questa partecipazione degli ex studenti, già entrati nel mondo
produttivo, al sostegno finanziario del Collegio, tenuto conto che gli studenti attualmente
presenti a Duino e gli ex studenti del Network italiano sono più di 1750, numero
destinato a diventare 2200 nel duemila.
Potrebbe crescere così rendita netta
UCWNOIOLTLEREDLGDES
rendita netta
donazioni
una tantum
UWCAD
ex
studenti
Fondo iniziale
Lit. 61.470.572
ANNO 1997 ANNO 1998 ANNO 2000 (o prima !)
110
interventi pubblici
e donatori privati
Il Collegio del Mondo Unito nomici italiani - banche, assicu- La Regione Friuli-Venezia Giu-
dell'Adriatico, per il ricono- razioni, industrie, enti vari - lia, come prevede l'art. 46 del
scimento del suo ruolo apprezzando l'iniziativa del DPR 6 marzo 1978 n. 102, assi-
come iniziativa culturale a Collegio e dei Collegi concor- cura gli investimenti per le
carattere internazionale, ha rono con generosa sensibilità strutture del Collegio del
ottenuto il sostegno pubblico e alla vita dell'Istituzione. Mondo Unito dell'Adriatico.
privato.
Con qualche ricorrente diffi- DEL MDOECNLODL'LOALDEUGRNIIAOITTOICO
coltà sono state consolidate
entrate per oltre 7 miliardi e borse di studio e contributi
mezzo annui, che hanno porta-
to il bilancio del Collegio non i donatori
lontano dal pareggio.
Lo Stato Italiano, con Leggi Ministero degli Affari Esteri Toscana 111
approvate negli anni ottanta e Direzione Generale delle Relazio- Trentino-Alto Adige
novanta, contribuisce in modo Veneto
significativo per favorire la pre- ni Culturali
senza di studenti provenienti Direzione Generale dell’Emigra- Provincia di Trieste
dai Paesi del Centro e dall'Est
d'Europa e dai Paesi in via di zione e Affari Sociali Comitati nazionali
sviluppo. Argentina
Numerose borse di studio sono Regioni italiane Austria e Governo della Stiria
offerte da un gruppo di Regio- Campania Barbados
ni italiane, finora l'Emilia Emilia Romagna Brasile
Romagna, il Friuli-Venezia Giu- Friuli-Venezia Giulia Canada
lia, il Piemonte, la Sardegna, il Lazio Danimarca
Trentino Alto Adige, il Veneto, Lombardia Finlandia
per giovani italiani provenienti Piemonte
dai loro territori, mentre altre Sardegna
Regioni hanno espresso l'inten-
to di assicurare il loro contribu-
to in modo da garantire la più
vasta rappresentanza nel grup-
po degli italiani.
Come studenti italiani frequen-
tano i Collegi negli altri Paesi,
così numerose Commissioni
Nazionali di Paesi industrializ-
zati, assicurano la borsa di stu-
dio a loro giovani che scelgono
il Collegio del Mondo Unito
dell'Adriatico ; ed è questo un
altro importante sostegno che
esso riceve.
Infine, non pochi gruppi eco-
Lo yearbook è un
annuario creato dagli studenti per
gli studenti e costituisce un prezio-
so serbatoio di ricordi, dove accan-
to agli eventi ufficiali che hanno
segnato un particolare anno acca-
demico, trovano posto
annotazioni, disegni e
fotografie dei grandi e
piccoli fatti della loro
vita al Collegio. È
insomma il riassunto
sentimentale di ciò
che rende ogni anno
speciale e indimen-
ticabile per il grup-
po di studenti che lo
ha vissuto.
112
la collezione degli
yearbook
113
114
115
XV ANNO ACCADEMICO
con il patrocinio di
Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste
Comune di Trieste, Comune di Duino Aurisina
116
117
118
1989
Viene istituita
all’interno del Collegio del Mondo Unito
dell’Adriatico
la Scuola Superiore Internazionale
di Musica da Camera
del Trio di Trieste
119
120
121
122
1999
Pubblicazione celebrativa
del decimo anniversario della Scuola di Musica.
123
124
125
Tutte le registrazioni qui riportate sono state effettuate dal vivo, durante
gli annuali “Concerti degli allievi“ all’Auditorium del Museo Revoltella di Trieste.
1 - Ludwig van Beethoven (1770-1827) 7’ 06”
Trio in do minore op.1 n.3 per pianoforte, violino e violoncello 9’ 22”
1° tempo: Allegro con brio
2 - Alfredo Casella (1883-1947)
Sicilienne et Burlesque op.23 bis per pianoforte,
violino e violoncello (1917)
Trio Debussy
Antonio Valentino, pf., Piergiorgio Rosso, vl.,
Francesca Gosio, vcl.
registrazione effettuata il 26 novembre 1994
3 - Johannes Brahms (1833-1897) 9’ 11”
Sonata in fa maggiore op.99 per pianoforte e violoncello
1° tempo: Allegro vivace
Duo Bosacchi - Frezzato
Anna D.A.N. Bosacchi, pf., Marco Frezzato, vcl.
registrazione effettuata il 13 marzo 1999
4 - Robert Schumann (1810-1856) 11’ 17”
Quartetto in mi bemolle maggiore op.47 per pianoforte e archi
2° tempo: Scherzo (Molto vivace)
3° tempo: Andante cantabile
Ronchini Piano Quartet
Giacomo Ronchini, pf., Lucia Ronchini, vl.,
Maria Ronchini, vla., Matteo Ronchini, vcl.
registrazione effettuata l’11 maggio 1998
5 - Paul Hindemith (1895-1963) 8’ 25”
Sonata per pianoforte a 4 mani (1938)
2° tempo: Lebhaft
3° tempo: Ruhig bewegt
Duo Acoleo
Anna e Paola Acoleo
registrazione effettuata il 26 maggio 1992
6 - Béla Bartók (1881-1945) 13’ 55”
Sonata n.1 per violino e pianoforte (1921)
1° tempo: Allegro appassionato
Duo Tirindelli - Stevanato
Patrizia Tirindelli, pf., Giacobbe Stevanato, vl.
registrazione effettuata il 29 maggio 1993
7 - Maurice Ravel (1875-1937)
Trio in la per pianoforte, violino e violoncello (1914) 13’ 43”
1° tempo: Modéré
2° tempo: Pantoum (Assez vif)
Trio Johannes
Claudio Voghera, pf., Francesco Manara, vl., Massimo Polidori, vcl.
registrazione effettuata il 15 maggio 1995
126
Trieste, 26 marzo 1990 127
Teatro “Giuseppe Verdi”
Concerto in onore di S.A.R. Carlo d’Inghilterra,
Principe di Galles,
già Presidente dei Collegi del Mondo Unito
Il Trio di Trieste è nella storia
dell’esecuzione musicale il primo trio che si sia costituito ed
abbia mantenuto il carattere di formazione stabile, fin dal
lontano 1933, allorché i suoi componenti avevano appena
dodici anni. Per più di sessant’anni, quindi, con la sola sosti-
tuzione del violoncellista (nel 1961 a Libero Lana è succeduto
Amedeo Baldovino), ha svolto ininterrotta attività in tutti i
paesi del mondo, dall’Europa al Nord e Sud America, dal
Medio ed Estremo Oriente all’Africa e all’Australia.
Ha al suo attivo 3000 concerti, tra i quali vanno ricordati
almeno gli 80 a Milano (30 alla Scala), i 60 a Roma e Firenze,
i 50 a Venezia, i 40 a Vienna, Basilea, Monaco e Perugia; più
di 30 a Torino, Zurigo, Graz, Londra, Buenos Aires, Hannover e
Siena, e così via, lasciando per ultima Trieste, dove il Trio si è
presentato in pubblico per ben 180 volte.
Il Trio di Trieste è stato invitato ai più importanti festival
internazionali ed ha eseguito il “Triplo Concerto” di Beetho-
ven, il “Concerto dell’Albatro” di Ghedini e altre importanti
composizioni con prestigiose orchestre, collaborando con
direttori quali Böhm, van Beinum, Celibidache, Cluytens, Giu-
lini, Gui, Kempe, Kubelik, Rosbaud, Sawallisch, Solti, ecc.
Le opere affrontate in pubblico sono state un'ottantina, con
frequenze incredibili (520 esecuzioni dell’op. 99 di Schubert,
460 del Trio di Ravel, 325 dell’“Arciduca” di Beethoven, ecc.)
Le registrazioni discografiche si sono tradotte in incisioni per
la Deutsche Grammophon Ges., per la Decca e per la Nuova
Era, suggellate da riconoscimenti internazionali quali il
“Grand Prix du Disque” per l’integrale dei trii di Brahms. Altri
importanti premi hanno accompagnato la carriera del Trio di
Trieste dagli anni Cinquanta ad oggi (Microfono d’argento,
Diapason, S.Giusto d’oro, Viotti d’oro, Premio Abbiati della cri-
tica musicale, Maschera d’argento, Quadrivio, Mozarteum
Argentino, ecc.).
De Rosa, Zanettovich e Baldovino sono Accademici di S. Ceci-
lia e recentemente sono stati insigniti del titolo di Grande
Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.
Da qualche anno il Trio ha concluso l’attività concertistica e
notevolmente incrementato l’attività didattica in Italia, con
una presenza costante all’Accademia Chigiana di Siena, alla
Scuola di Musica di Fiesole e alla Scuola Superiore Interna-
zionale di Musica da Camera del Trio di Trieste a Duino.
Nel maggio 1998, a seguito di una grave malattia, è scompar-
so Amedeo Baldovino.
Da sinistra
Fedra Florit
David Sutcliffe
Corrado Belci
Amedeo Baldovino
Dario De Rosa
Renato Zanettovich
Maura Colomban
2
PROMOTORE IL C.M.U.A. Non credo che si ceda alla tentazione dell’enfasi se si afferma Il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico è nato nel 1982: allora
che, con l’avvento della Scuola del Trio di Trieste ed il succes- era uno dei 6 - attualmente sono 10 - Collegi del Mondo Unito
Due ragioni diverse, ma tra loro convergenti, hanno portato il sivo lancio del Concorso Internazionale al Trio stesso dedica- sparsi in tutto il mondo (Galles, Singapore, Swaziland, Canada, Sta-
Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico ad istituire la Scuola to, Trieste abbia acquisito - accanto a Siena, Fiesole, Cremo- ti Uniti, Venezuela, Hong Kong, Norvegia, Duino e, nel 1997, India).
Superiore di musica da camera del Trio di Trieste. na e Roma - il ruolo di punto di riferimento internazionale per Il nostro è stato il primo Collegio aperto in un villaggio, anziché
La prima ragione era in qualche modo attinente alle finalità la musica da camera. Ne fanno fede i concerti degli allievi, di- in un campus isolato. Questa decisione si è basata sulla mia espe-
istituzionali del Collegio, il quale stava ricercando il modo più venuti vere e proprie piccole stagioni concertistiche all’Audi- rienza ventennale all’ Atlantic College, dove circa 360 studenti di
idoneo e completo per affinare l’insegnamento della musica torium del Museo Revoltella, ma anche nel Foyer del Teatro 70 paesi vivono in un castello del sedicesimo secolo e nei terreni
all’interno dei programmi didattici. La seconda ragione era di Rossetti e in altre vivaci realtà culturali triestine. Concerti che, circostanti, castello che per 250 anni fu la dimora della famosa
cogliere l’opportunità, percepita in alcune conversazioni per- di anno in anno, si espandono in regione e all’estero, e che famiglia gallese degli Stradlings (un componente dei quali com-
sonali con Dario De Rosa, Renato Zanettovich e Amedeo Bal- quest’anno, in occasione del decennale, hanno ampliato il missionò il primo dizionario della lingua gallese). Più tardi, negli
dovino, di dar vita ad una Scuola di perfezionamento interna- raggio con la presenza nei Conservatori italiani. anni ‘30, fu la residenza, in stile hollywoodiano, del magnate del-
zionale che finalmente assicurasse a Trieste il patrimonio cul- L’augurio è che la Scuola, nella propria storia, accumuli i fu- la carta stampata Hearst e della sua compagna Maryon Davies.
turale e didattico rappresentato dal celebre Trio di Trieste fi- turi decenni senza fine, rendendo omaggio perenne al Trio di Malgrado la bellezza e le “sfide” offerte dall’ubicazione di questo
no a quel momento accolto a Fiesole, a Siena, in Sud America Trieste, attraverso i complessi che ne saranno degni eredi. Ma castello - soprattutto il Canale di Bristol, la cui marea raggiunge
e Spagna, ma non nella città d’origine. spero sia legittimo anche auspicare che il mondo economico per due volte ogni ventiquattr’ore un’escursione di 13 metri -
Dopo un viaggio compiuto insieme fra i giuliani emigrati in cittadino, regionale e nazionale, sappiano valutare in modo avevo la sensazione che agli studenti mancasse un elemento im-
Australia, chiesi incuriosito ai tre grandi maestri per quale ra- adeguato il livello mondiale del patrimonio culturale che il portante, ossia il contatto con gli abitanti delle zone circostanti.
gione non fosse mai nata una loro “scuola” a Trieste, mentre Trio di Trieste ha lasciato alla città in cui ha avuto origine la sua Nulla ha cambiato questo mio punto di vista nei 17 anni di esi-
il loro insegnamento era richiesto nei più prestigiosi centri ineguagliabile avventura. stenza del Collegio dell’Adriatico: uno degli aspetti fondamenta-
italiani. “Semplicemente perché nessuno ce l’ha mai chiesto”, li è che gli studenti si spostino dalla residenza alla scuola, alla bi-
mi fu risposto. “E se ve lo chiedesse il Collegio”, replicai io, e CORRADO BELCI blioteca, alla mensa o verso altre mete, camminando - più volte
mi sentii rispondere che era una bella idea. al giorno - per le strade di Duino e che inoltre possano, volendo,
Fu in base alla possibile integrazione delle due motivazioni, Presidente Onorario del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico raggiungere facilmente Monfalcone, Trieste o, durante i weekend,
quella di introdurre la grande musica nel Collegio e quella di Udine, Aquileia, Grado, Venezia, Lubiana, ecc..
riportare il Trio di Trieste nella sua città, che nel 1989 il Con- Le ragioni di un incontro o di un connubio spesso dipendono da E’ pertanto perfettamente in linea con le tradizioni di integrazio-
siglio di Amministrazione decise l’istituzione della Scuola Su- circostanze particolari, personali, ovvero talvolta addirittura ne nel territorio di questo nostro giovane Collegio, il fatto che
periore Internazionale di musica da camera del Trio di Trieste, casuali che rischiano di minarne la stabilità. Il sodalizio convinto abbiamo accolto l’opportunità di ospitare la Scuola Superiore In-
con sede nelle ex-scuderie del Castello di Duino. e duraturo che da dieci anni lega il Collegio del Mondo Unito del- ternazionale di musica da camera del Trio di Trieste, Scuola nata
Il dispositivo della delibera fu predisposto dall’avv. Gaspare l'Adriatico al Trio di Trieste e alla sua Scuola di Musica in Duino, nel 1989 e che ha rappresentato per noi da un certo punto di vi-
Pacia, fu proposto congiuntamente dal Presidente e dal Ret- è invece fondato su basi molto solide. sta una sfida, e da un altro un vero privilegio.
tore Sutcliffe e fu approvato unanimemente dal Consiglio. Ci In primo luogo l'eccellenza: non è certo sbagliato dire che il Trio Il movimento dei Collegi del Mondo Unito nel suo insieme guar-
eravamo preoccupati, preventivamente, di interpellare alcune di Trieste è stato per più di sessant'anni una delle vette della da a noi come ad un esempio per quanto riguarda l’apprezza-
fonti per il necessario sostegno: l’allora Ministero per il Turi- musica da camera nel mondo intero e, per parte sua, il Collegio mento dei valori culturali, qui resi più forti (e certo non indebo-
smo e lo Spettacolo e la Regione Friuli-Venezia Giulia. Da tut- tende ad offrire ai suoi studenti il meglio dei servizi educativi che liti) dalla fusione delle diverse culture che convivono in questa
te e due le parti, seppure con l’incertezza propria siano a disposizione, come sanno i nostri molto selezionati allie- zona. La nascita della Scuola, pertanto, ha rappresentato una pie-
dell”ufficiosità” ci sentimmo rispondere che davanti alla fama vi ammessi alla Scuola di Musica. tra miliare non solo nella storia del Collegio dell’Adriatico, ma
del Trio di Trieste l’appoggio sarebbe stato non solo possibile, Altro elemento è l'impegno e l'applicazione allo studio che i Mae- pure dei Collegi del Mondo Unito nella loro globalità.
ma doveroso. stri del Trio hanno esemplarmente dimostrato nella loro fortuna- I Maestri tengono corsi di perfezionamento di musica da camera
Da quel momento la Scuola prese il via. Il Collegio riuscì a ta vita ed attività artistica condivisa per tanti anni e cominciata che anche gli studenti più dotati del Collegio possono frequenta-
rendere disponibili alcuni ambienti delle ex scuderie del Ca- con i calzoni corti per giungere all'età adulta avanzata, ma sem- re -previa severa audizione- allorché le loro doti e nozioni musi-
stello in tempo record, tramutandoli in tre stanze insonoriz- pre con quotidiana e vitale ricerca della perfezione: anche le cali consentano un lavoro produttivo, e ciò nonostante questi ra-
zate ed una segreteria: il generoso volontariato di alcune per- nostre ragazze ed i nostri ragazzi sono chiamati ad un grande gazzi non puntino a divenire musicisti di professione. In questi
sone (Claudio Gasparo per la preziosa organizzazione iniziale) impegno di studio e di crescita della loro personalità e non solo in ultimi anni ben dodici studenti del Collegio hanno partecipato
ed una segretaria a tempo parziale (Maura Colomban), fecero un senso individuale, ma anche sociale e comunitario. quali allievi effettivi ai corsi del Trio. Inoltre, due elementi rap-
il resto. Probabilmente non esisteva nessun’altra istituzione Trieste, con la Regione Friuli-Venezia Giulia, ha dato molto al presentano un importante arricchimento per il Collegio: il fatto
così... snella. Collegio internazionale di Duino e meritava di ricevere in con- che gli studenti abbiano la possibilità di frequentare i corsi anche
Ma l’invio, in giro per l’Europa, dei primi bandi di iscrizione traccambio un'istituzione culturale in più, e così è stato grazie in qualità di uditori - stabilendo così un contatto con tre Maestri
con il nome del Trio di Trieste assicurò fin dal primo anno non alla positiva risposta ottenuta all'invito fatto ai maestri Dario De di così alta levatura e disponibilità - ed il fatto che gli allievi ef-
solo il numero utile per formare i 24 complessi all’anno pro- Rosa, Renato Zanettovich e Amedeo Baldovino che hanno porta- fettivi della Scuola del Trio tengano, nel corso dell’anno, lezioni-
postisi, ma anche una qualità di candidati tale da collocare to il nome di Trieste in tutto il mondo e che, oltre ad insegnare in concerto per gli studenti del Collegio.
automaticamente la Scuola tra le istituzioni musicali di inte- altre Scuole di Musica, hanno così potuto avere una cattedra in Il Trio di Trieste ha portato il nome della città ai livelli più alti nel
resse nazionale. Basti pensare che in questi dieci anni hanno una Scuola che è fiera di portare il loro nome. E non vanno cer- mondo musicale ed il Collegio si sente enormemente privilegiato
frequentato la Scuola complessi formati da giovani impegna- tamente dimenticati i contributi che ad essa danno altri illustri nell’esser stato parte della creazione di quella Scuola che, a sua
ti ora come concertisti e docenti (ricordo solo, tra i tanti, il musicisti come Maureen Jones ed Enrico Bronzi. volta, richiama a sé giovani musicisti internazionali di grande va-
Trio Debussy, il Trio Italiano e il Duo Pepicelli), oppure anche Con positiva soddisfazione, pur velata dalla grande tristezza per lore. Si realizza, così, uno degli ideali-base del Collegio: offrire il
divenuti “prime parti” in importanti teatri (penso al Trio la recente perdita di Amedeo Baldovino, vogliamo qui ricordare i proprio apporto culturale e creativo alla comunità in cui vive.
Johannes, ancora attivissimo, che ha tra i suoi componenti primi dieci anni di vita della Scuola del Trio di Trieste, vogliamo
Francesco Manara, primo violino-solista alla Scala); e quanti essere certi e perciò continueremo a lavorare affinchè essa diven- DAVID SUTCLIFFE
anche coloro che, provenienti dall’Austria, dalla Spagna, dalla ga sempre più una realtà indiscussa nel ricco panorama cultura-
Svizzera, dalla Polonia e pure dal Giappone e dall’Argentina, le locale e perchè - se mai ce ne fosse il bisogno - ne sia ricono- Rettore del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico
hanno riportato con sé un “pezzetto” della storia e della cura sciuta la sua acquisita proiezione internazionale, in parte anche
musicale del Trio di Trieste, ma anche del clima di convivenza grazie al Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico che l'ha pro-
serena respirato a Duino. mossa e la ospita.
Lo sviluppo - garantito dal mantenimento degli impegni del
Fondo Unico per lo Spettacolo e della Regione Friuli-Venezia MICHELE ZANETTI
Giulia, nonché la garanzia permanente del Collegio del Mon-
do Unito - ha portato la Scuola a dotarsi, da quattro anni, del- Presidente del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico
la consulenza artistico-organizzativa di Fedra Florit, per inse-
rirsi a tutti gli effetti nel novero delle istituzioni nazionali del
128settore musicale.
3
Da sinistra Nell’ottobre scorso, il mattino successivo ad un impegno con-
Dario De Rosa certistico a Trieste, mi sono trovato alla Scuola del Trio a
Duino, in un giorno luminoso, bellissimo.
Uto Ughi Con Zanettovich e De Rosa è stato un ritrovarsi tra “vecchi”
Renato Zanettovich amici, in mezzo ad alcuni di quei giovani musicisti d’oggi ai
quali vanno attualmente anche le mie attenzioni (per selezio-
(ottobre 1998) nare un gruppo di validi allievi dei Conservatori italiani in
grado da formare un’orchestra).
Tra una Sonata di Franck e una di Shostakovich, mi sono
impegnato a tornare in quel clima caloroso e ricettivo, anche
per ritrovare Renato e Dario, che da ragazzino guardavo con
occhi ammirati ed ai quali ora mi legano episodi d’amicizia e
“incredibili” incontri in punti diversi del mondo.
UTO UGHI
129
4
LA PAROLA A DE ROSA, ZANETTOVICH E JONES Tre domande a
Nel 1989 nasceva la Scuola del Trio di Trieste, una Scuola tut- Concorso e i Seminari estivi ne sono la conferma) e consta- MAUREEN JONES di Fedra Florit
ta per il Trio. Nasceva a Duino, il rifugio incantato di Rilke, ma tando un crescente entusiasmo e una coralità di consensi, è
non solo: luogo di bellezza incomparabile, dove il paesaggio lecito prevedere quegli sviluppi che vengono dai tempi lunghi La prima domanda, a te che hai vissuto negli ultimi quarant’an-
discreto e scontroso del Carso, con le macchie un po’ malin- e che caratterizzano tutta l’attività - anche quella didattica - ni a fianco del Trio di Trieste, non può che riguardare la specifi-
coniche delle ginestre e le foglie che si incendiano l’autun- del Trio di Trieste. cità e le peculiarità della Scuola di Duino. Cos’è che la differen-
no, contrasta con la vasta generosità del mare; dove le cer- Concludo con un ricordo. Una quarantina di anni or sono, zia da altre, pur importanti, scuole di perfezionamento ?
tezze sfumano nel mistero di antiche leggende, come quella quando si sognava insieme, il mio indimenticabile amico Mar- K Mi pare che la differenza stia nel fatto che le persone
della Dama Bianca, come quelle che ricordano i fasti dei prin- cello Mascherini - proprio a Duino, dove si intendeva stabilire coinvolte hanno un’unica concezione musicale, con dei prin-
cipi della Torre e Tasso; dove il tempo, scandito in ritmi inso- la residenza - diceva:”Questo sarà il nostro villaggio d’arte. cipi comuni; De Rosa, Zanettovich e Baldovino sono stati
litamente lenti, pare fermarsi quando la gente, soprattutto nei Qui faremo suonare una campana (diceva proprio così) i cui accomunati dalla stessa radice e da un’esperienza di vita
giorni di festa, si chiude nelle case e un silenzio inquietante cu- rintocchi segneranno successi e affermazioni, nostre e altrui. musicale condivisa a lungo. Nessuna altra scuola parte da una
stodisce ricordi e tradizioni di quel che fu un villaggio di pesca- Qui organizzeremo mostre di pittura e di scultura, e potrà na- via così univoca. Un tale discorso si è riversato poi certo sulle
tori; dove pare che la poesia nasca dal nulla, tanto è nell’aria. scere una Scuola di Musica, la vostra”. tre classi di Duino, anche se magari singolarmente i modi d’in-
Qui dunque - a Duino - il Trio, dopo oltre mezzo secolo di atti- Nessuno sapeva sognare come Mascherini. segnamento si possono differenziare. Ad esempio: a Zanetto-
vità concertistica in tutto il mondo, aveva la possibilità di met- vich interessa puntualizzare anche alcuni elementi tecnico-
tere la propria esperienza a disposizione dei giovani desiderosi DARIO DE ROSA violinistici (che probabilmente reputa molto importanti per il
di avvicinarsi al nobile repertorio della musica da camera. risultato finale), mentre a Bubi piaceva soprattutto parlare
Voleva essere una Scuola di umiltà, una “bottega” dove il me- Dieci anni costituiscono un segmento di vita notevole; invec- della partitura inserendola in un contesto musicale più ampio.
stiere dei musicisti è strumento e garanzia di reciproco rispet- chiando, poi, i decenni si accorciano ! D’altro canto parlare in termini musicali, realizzare un’idea
to e la verifica di una crescita artistica costituisce titolo di or- Fatte queste considerazioni, mi sembra molto vicino il giorno dell’esecuzione cameristica secondo i principi del Trio di Trie-
goglio collettivo. Così voleva essere e così è stato. in cui mi incontrai con Corrado Belci per gettare le basi della ste, ma anche una “comunicazione umana” a più ampio rag-
La Scuola, fin dall’inizio si definì non già di “alto perfeziona- Scuola del Trio di Trieste. gio, è ciò che avviene pure in classe di De Rosa. Dario ed io
mento”, bensì più semplicemente e più realisticamente “su- Se il Trio ha una “sua” scuola, se il Trio può trasmettere a molti condividevamo la classe di “Musica da camera con pianofor-
periore”, in quanto intendeva accogliere musicisti strumenti- giovani l’esperienza accumulata in tanti anni d’attività, lo te” anche alla Scuola di Fiesole ed ho notato come nel tempo
sti, diplomati e diplomandi, di livello tecnicamente avanzato e deve alla sensibilità di Corrado Belci; è però doveroso anche certi rapporti umani si siano stabilizzati e continuino anche
con esperienze cameristiche, senza l’illusione che la fine de- dire che David Sutcliffe, il rettore del Collegio del Mondo oggi. Alcuni allievi ci seguono da anni, sicuramente anche per
gli studi presso un Conservatorio costituisse necessariamente Unito, ha subito compreso l’importanza della proposta ed ha il feeling che, mi pare, si sia creato a livello di comunicazione,
garanzia di maturità interpretativa. poi sempre sostenuto con entusiasmo l’iniziativa: a tutti e due e ciò non significa affatto dipendenza.
E volle essere scuola di princìpi e non di conoscenze nozioni- va la mia gratitudine.
stiche: scuola di formazione per un graduale affrancamento Insegnare mi è sempre piaciuto: è un’esperienza che arricchi- Forse è fiducia in un lavoro che “deve” dare risultati nel tempo.
da pesanti dipendenze didattiche, da quei rapporti che legano sce. Spesso mi rendo conto con quanta maggior chiarezza E quale risultato è più importante del crescere assieme, nei
troppo spesso l’allievo all’insegnante e che si traducono in in- vedo una partitura dopo averla maturata attraverso gli allievi. momenti di gioia e di dolore della vita ! Sono certa che per te
finite frequentazioni immotivate, in anni e anni di “assisten- Molti sono stati i giovani approdati a Duino, purtroppo di Duino, la Scuola ed il Collegio, siano legati a ricordi molteplici
za”. Una scuola, insomma, che insegni a leggere correttamen- alcuni di essi conservo solamente un vago ricordo; una delle e complessi...
te un testo in un’accezione analitica e critica, che insegni a mie manchevolezze è quella di non imparare i loro nomi, tanto K E’ vero. Ho vissuto a Duino, accanto a Bubi, dieci anni di
pensare in termini di discorso musicale sviluppando una logi- che spesso, al momento di comunicar loro direttamente quan- gioia e di momenti difficili. Noi, non avendo casa a Trieste,
ca del fraseggio, che porti infine a verificare i risultati attra- to desidererei venisse realizzato, sono costretto a ricorrere siamo sempre stati ospitati durante gli stages mensili nella
verso un’educazione all’ascolto viva e cosciente. E a tale pro- all’evidenza del ruolo, in base allo strumento suonato. E’ una Foresteria del Collegio, in un piccolo appartamento, dove da
posito va osservato che la coesistenza - e sarebbe meglio di- cosa che mi dispiace e me ne scuso con i tanti giovani che una finestra lo sguardo si apre all’infinito, sul mare: un pano-
re la convivenza - di pianisti e strumentisti ad arco porta a ri- probabilmente avranno interpretato questo mio atteggiamen- rama esaltante in ogni stagione, e con ogni tempo. Sopra abi-
sultati interessanti e suggestivi, frutto di stimoli anche incon- to come una prova di poca confidenza. A mia discolpa posso tano i Sutcliffe e con loro si sono subito instaurati rapporti di
sapevoli: il pianista sviluppa un senso del “legato”, consegue dire che il mio entusiasmo è stato e resta sempre grande: mi buon vicinato, addirittura d’amicizia. Ogni mese era un “ritro-
notevole varietà negli “staccati”, migliora la fluidità del fra- sono prodigato sempre al massimo e con tutti, tentando di dare varsi“ nel senso più completo del termine, ognuno con i pro-
seggio e la cantabilità e - affascinato dal “vibrato” - finisce a chiunque, anche ai meno dotati, la possibilità di realizzare pri problemi e le proprie soddisfazioni. Punti di riferimento e
col realizzare una parentela espressiva con gli altri strumenti un’esecuzione musicale non solo corretta, ma viva e poetica. un clima distensivo, elementi importanti: la Scuola, la Maura,
mediante una pedalizzazione sottilmente ricercata; d’altra Voglio sperare che quanto abbiamo seminato in questi anni il turbinio degli allievi, e poi negli ultimi anni c’eri anche tu, il
parte gli strumentisti ad arco hanno pure da imparare dal possa continuare a dare dei frutti: alle volte anche un antico Concorso ... Poi Bubi ha cominciato a star male... le difficoltà
pianista, non fosse altro che in tema di quella precisione rit- ricordo può agire positivamente e può improvvisamente, se quotidiane dovute al suo stato fisico e agli sbalzi d’umore. Sei
mica suggerita da una scansione estranea alla natura dei loro ripensato con la giusta attenzione, aprire nuovi orizzonti. Per stata tu a proporre che io lo affiancassi anche in classe
mezzi e nella scelta delle “arcate” finalizzata ai fraseggi più quanto riguarda me e i miei colleghi, restiamo a disposizione
chiaramente espressi nella partitura. di chi voglia conoscere un mondo cameristico che si basa su Mi pareva la cosa più naturale, per la tua preziosa esperienza
La Scuola Superiore Internazionale di Musica da Camera di un “credo” e su un’etica ben precisi. Qualcuno forse li definirà cameristica e perché anche lui si sentisse sollevato dalle tante
Duino ha ospitato nei dieci anni della sua esistenza più di cen- ormai “fuori tempo”, comunque in qualche principio bisogna ore d’insegnamento. E poi l’aggravamento finale è successo
to complessi, dal duo al quintetto, la maggior parte per pia- pur credere ! proprio qui, durante lo stage del maggio ‘98. Comunque, tu sei
noforte e archi. Le lezioni si sono svolte con assoluta regola- Un ringraziamento, per finire, a Fedra Florit, che con grande brava, perché sei in grado di guardare avanti... E ora accanto a
rità, distribuite in diciotto incontri, da settembre a maggio, in impegno e intelligenza ha preso in un certo momento le redi- te, in classe, c’è Enrico Bronzi. E’ un po’ banale, e imbarazzante,
sintonia col calendario scolastico del Collegio del Mondo Uni- ni della nostra Scuola, e un elogio a Maura Colomban per il chiederti quanto la situazione, in senso lato, sia cambiata, ma
to dell’Adriatico, al quale la Scuola si appoggia. Alla fine di solerte appoggio. confido nella tua capacità di cogliere le cose nel verso giusto...
ogni anno i complessi migliori si sono presentati in concerti a K Io credo che la Musica serva molto, a tutti i livelli. In nome
Trieste, dove ormai c’è un pubblico che li segue con fiducia e RENATO ZANETTOVICH della Musica è stato un passaggio naturale. Poi sono certa che
affetto, ma anche in altre città italiane, nonché in Austria, questa “coesistenza” assecondi anche un desiderio di Bubi. Da
Slovenia, Croazia e Ucraina. lui io ho imparato molto, per quanto fossimo, in partenza,
Va rilevato che i Patrons della Scuola sono stati, fin dal primo molto diversi: lui così razionale, io assolutamente istintiva. Ho
giorno, Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini, Arturo Benedetti imparato ad approfondire, ad apprezzare alcune cose anche
Michelangeli e Paul Tortelier: quattro grandi amici del Trio, del quotidiano vivere che non mi erano proprie.
quasi protettori benedicenti, garanti, per la loro alta e imma- Tornando a Bronzi bisogna dire che si è inserito con quel misto
colata professionalità. di modestia e di entusiasmo che mi pare perfetto, molto
E il futuro ? Sembra quasi assurdo il parlarne, ma siccome la importante. E’ un giovane con una carica di tensione, a livel-
lo interpretativo, piuttosto rara nei giovani d’oggi, abbastan-
130vita concede sempre un futuro, in un clima fervido di idee (il za carenti di nerbo. Lui spinge gli allievi, con un “atteggia-
mento” strumentale ed espressivo, sulla strada giusta. Insom-
ma, li carica, ferma restando quella finezza nel modo d’inten-
dere la lettura della partitura che caratterizza il Trio di Parma
e che Bronzi, Rabaglia e Miodini hanno appreso in modo for-
midabile dal Trio di Trieste.
Dal 1989 ad oggi hanno frequentato la Scuola del Trio di Trie- 5
ste 291 strumentisti, raggruppati in 138 formazioni. La fre-
quenza è mensile, da settembre a maggio, ed ogni complesso
- previa audizione - viene ad avere due lezioni al mese, in
giornate consecutive, seguendo un criterio di rotazione tra le
tre classi; il che porta ad un contatto continuo con l’espe-
rienza di chi, nonostante la matrice interpretativa comune,
può dare consigli e suggerimenti personali, innanzitutto sul
versante interpretativo cameristico, ma anche legati allo spe-
cifico strumentale del singolo allievo.
Lo studio compiuto mensilmente sotto la guida dei Maestri
rappresenta il mezzo più efficace per trasmettere una prezio-
sa lettura interpretativa d’impronta tipicamente italiana e
mitteleuropea.
I corsi hanno durata biennale e permettono di ottenere un
Diploma di Frequenza e, previo esame, un Diploma di Merito.
I giovani, provenienti da tutt’Italia, dai Paesi confinanti, ma
anche dal Canada, Libano, Polonia, Argentina, Corea e Giap-
pone, entrano in contatto, a Duino, con una linea interpreta-
tiva unica in Italia, e pure con un criterio di vita e di lavoro
che si basa sull’autocritica, sull’ascolto e sull’affinamento
inteso come fusione strumentale.
Da sinistra
Norbert Brainin
Maureen Jones
Amedeo Baldovino
al termine di un concerto (1991)
131
6
I dieci anni dalla fondazione della Scuola del Trio di Trieste, AMICI DI IERI E DI OGGI Con il Trio di Trieste ho da sempre un rapporto di affetto, legato
a molti ricordi che risalgono ai tempi dell’infanzia, quando subi-
presso il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico di Duino, La fortuna di aver avuto nella cattedra di musica da camera to dopo la guerra andavo ad ascoltare i loro concerti alla Società
della Scuola di Musica di Fiesole, fin dalla fondazione, la pre- del Quartetto allora provvisoriamente ospitata nella sala dell’U-
inducono a riflessioni contraddittorie: se da una parte ci si senza del Trio di Trieste ci ha portato ad altezze didattiche niversità Cattolica, e poi all’epoca dei miei studi a Vienna, nel
delle quali siamo ancora orgogliosi. Di queste magistrali lezio- 1956-58.(...) Il Trio di Trieste - allora giovanissimo - era già fa-
deve rallegrare perché circostanze e persone giuste (in primis ni hanno goduto formazioni cameristiche che poi sono assur- moso e già presentava quella coerenza morale e perfezione in-
te a livelli internazionali: il risultato più sensazionale si è terpretativa che lo hanno contrassegnato lungo tutto l’arco del-
l’on.Belci e il rettore Sutcliffe) hanno reinserito il Trio nel avuto con il Trio di Parma, che dopo la vittoria al Concorso la sua attività fino ai nostri giorni.
internazionale “V.Gui” di Firenze è balzato alle vette del con-
panorama culturale triestino, dall’altra bisogna amaramente certismo mondiale.
Ascoltare le lezioni degli amici del Trio di Trieste è stato per
meditare sul fatto che una città a rischio, tra guerra e dopo chiunque - compreso il sottoscritto - uno straordinario arric-
chimento: era come assistere ad un autentico miracolo, l’es-
guerra, di appannamento o cancellazione della propria fisio- senza della musica trasferita ai giovani come una missione
insieme artistica e umana. Si venivano così a scoprire i segre-
nomia e delle proprie specificità ha a suo tempo senza batter ti di quello straordinario modo di penetrare nelle pagine dei
capolavori: un modo fatto di tecnica altissima e insieme di
ciglio accettato la diaspora di maestri (e intendo anche inse- ineguagliabile intelligenza musicale. Trasferire agli allievi la
lezione interpretativa del Trio significava farli partecipi della
gnanti) come De Rosa e Zanettovich. storia dell’interpretazione, un’interpretazione arrivata alle (gennaio 1982) CLAUDIO ABBADO
vette dell’eccellenza assoluta.
Non parlo solo del loro prestigio strumentale: De Rosa, Zanet- Nel lavoro qui, alla Scuola di Musica di Fiesole, il Trio ha ope-
rato sempre coerentemente con il proprio modo d’intendere la
tovich e (non possiamo dimenticarlo) Libero Lana erano nel- musica, offrendo e pretendendo il massimo, anche dai ragaz-
zi, spesso culturalmente disarmati, dei Corsi di Qualificazione
l’immediato dopoguerra, un nuovissimo e sicurissimo punto di per Orchestra. Corsi questi che si sono posti come una via
nuova della nostra Scuola per dare ai giovani musicisti di
riferimento artistico.Giovanissimi si erano conquistati l’ammi- tutt’Italia la grande lezione della musica da camera, quale
viatico straordinario per il far musica insieme.
razione dell’Europa e l’affetto dei triestini; i viaggi cui la fama Una vera e propria strada maestra per le giovani generazioni,
quindi. Purtroppo per noi, Trieste - nella bella “collocazione”
li costringeva li avevano resi più aperti, più consapevoli sia duinese - ha richiamato a sé il Trio, offrendo a De Rosa, Zanet-
tovich e Baldovino l’opportunità di fondare una Scuola all’in-
artisticamente che umanamente. Avevano incontrato non solo terno del Collegio del Mondo Unito; così noi abbiamo perso,
con profondissimo dispiacere, gli amici fraterni del Trio.
Benedetti Michelangeli, Giulini, Ghedini e Gavazzeni, ma si Mi sia permesso anche ricordare la stupenda esperienza fatta
con gli amici Dario, Renato e Bubi che, dopo la scissione del
erano anche confrontati con Rosbaud, con Furtwängler: ave- Quartetto Italiano, hanno voluto mi unissi a loro nelle pagine
del grande repertorio dei quartetti con pianoforte. Quanta
vano insomma, malgrado le difficoltà della guerra e della gratitudine devo loro per le indimenticabili emozioni con
Brahms e Schumann!
pace, rinnovato, ampliandole, le tradizioni del Quartetto Hel-
PIERO FARULLI
ler, del Quartetto Triestino, di Angelo Kessissoglù; in più erano
musicisti produttori di cultura musicale, di idee sulla e per la
musica. Che Trieste sia, e soprattutto sia stata, molto fiorente
e ricettiva in questo campo, mi pare innegabile, ma molti
musicisti triestini - ad eccezione di Franco Gulli, viaggiatore
per ottimismo e per allegria, oltre che per necessità - hanno
preferito, dopo il ‘45, alle fatiche delle tournée e all’applauso
del pubblico internazionale, il più comodo consenso dei propri
concittadini, ascoltatori o allievi che fossero, il che ha com-
portato il pericolo, spesso ma non sempre evitato, di una pro-
gressiva acquiescenza alla routine.
Come dicevamo non era proprio il caso del Trio. C’è chi suo-
nerebbe semplicemente perché ha talento (Arrigo Serato,
magnifico violoncellista bolognese insegnava e trasmetteva la
propria musicalità principalmente con l’esempio, lo stesso
avveniva - ne son testimone in quanto allievo - col fascino di
Angelo Kessissoglù); c’è chi crede di suonar bene perché ha il
dono (e il tormento) dell’analisi ma quando si tratta di passa-
re all’esecuzione, e cioè all’assemblaggio dei pezzi accurata-
mente smontati non ne azzecca una che sia una (e Dio sa
quanti sono, in questo secolo di analisti rigidi come alberi dis-
seccati); ma ci sono, e son pochissimi, quelli che suonano
bene perché usano contemporaneamente e inestricabilmente
istinto e ragione, cultura e sensibilità, filologia ed estro. Que-
sti pochissimi suonano benissimo e insegnano altrettanto
bene: io ho assistito a parecchie lezioni del Trio, in particola-
re di De Rosa e ricordo smontaggi così accaniti da sfiorare la
maniacalità e rimontaggi talmente accurati da rendere invisi-
bili le giunture (era divertente seguire tutti e tre e confronta-
re i rispettivi stili: gentilissimo e vagamente ironico De Rosa,
di professionale chiarezza e sicurezza Zanettovich, Baldovino
un po’ incline a giocare con l’emotività dell’allievo, per stimo-
larlo al massimo).
La musica eseguita o insegnata dal Trio ha e ha avuto la forza
e l’assolutezza della creazione artistica, ma per uno strano (o
forse ovvio?) gioco di rimandi questa loro arte mi sembra
interrogare e interrogarsi come se al fondo essa si fosse posta
principalmente la soluzione di un problema morale. Se ciò è (...) I primi incontri con loro, nelle mie perdute stagioni trie-
stine. Il “timbro” di Trieste, che ti circuitava con suggestioni
vero, il Trio si è inserito, coscientemente o meno, nel solco quasi fisiche (...), quando appunto il “timbro” triestino mi si
svelava in un’acustica non somigliante ad altre... Mentre cre-
della grande tradizione letteraria triestina: De Rosa e Zanet- scevano le fortune del Trio mi si arricchivano gli incontri nella
Città. (...) nei tre “ragazzi” l’etnia culturale ebbe determina-
tovich, fatte salve le variabili generazionali, mi sembrano della zione primaria. E l’aggancio è continuato, nella fermezza e
nella durata. (...) Basti dire che l’analisi sui testi della lettera-
razza degli Slataper e degli Stuparich, insomma dei triestini tura specifica e la maturità furono tanto alte e compiute, sin
dai primi anni, da rendere l’atto esecutivo un atto di vita.
“vociani“ (è un caso che ambedue lavorino anche a Firenze?), Interpretazione come vita, come vita nello spirito e realtà
sonora coordinata, organizzata. (...)
tornati a Trieste purtroppo solo nella tarda maturità. Poiché
però i musicisti triestini talvolta sono longevi (quest’anno si
devono festeggiare, oltre agli 80 anni di De Rosa, anche i 90
di Luigi Toffolo e i 100 di Vito Levi), teniamoli stretti fin che
abbiano forza e voglia di insegnare, in modo che a suo tempo
possano riferirsi a questa ricorrenza dicendo: ”i nostri primi
dieci anni“. GIORGIO VIDUSSO (ottobre 1992) GIANANDREA GAVAZZENI
132
7
Dario De Rosa Renato Zanettovich
e Alicia de Larrocha con Piero Farulli
Da sinistra Dario De Rosa
Renato Zanettovich e Giorgio Vidusso
Carlo Maria Giulini
Dario De Rosa
(maggio 1998 - III Concorso “Premio Trio di Trieste”)
133
8
COMMENTI CRITICI non c’è rischio di standardizzazione, ognuno di loro è auten- l’impressione della libertà, suono espressivo, evocatore, ma
ticamente se stesso, pur avendo assorbito una rigorosa lezio- sempre con il riserbo di chi dice e lascia intendere di non aver
“Paola Biondi e Deborah Brunialti: un duo pianistico che ne che non esitiamo a definire di “etica” più che di “estetica” ancora detto tutto; ma il Trio Johannes si trova oggi in quel
funziona. L’accordo perfetto delle intenzioni espressive e l’e- musicale” punto felicissimo in cui sta dimenticando tutte le belle cose
leganza delle scelte dinamiche, evidenziate nelle pagine di che ha imparato e comincia a volare solo. Seducente il suono
Brahms, Debussy, Lambert e Rachmaninov, hanno suscitato (S. Cimarosti, “Il Piccolo”, 1993) di Polidori, mentre l’interiorità, la cautela brahmsiana, è par-
l’entusiasmo del pubblico. (...) accomunate da affinità musica- ticolarmente congeniale a Manara.”
li e “fisiche” di partecipazione emotiva al suono, pare conser- “Ciò che colpisce innanzitutto è il suono del violino: sempre
vino un’allegria contagiosa nell’accostarsi alla tastiera, ed una elegante, morbido, naturalissimo(...). Insomma il suono che si (G. Pestelli, “La Stampa”, 1995)
semplicità (sostenuta da un lavoro puntiglioso) che è certa- sogna (e desidera) pensando al violino. E non appare dunque
mente utile per non sciupare la freschezza dei brani affronta- iperbolico collocare Francesco Manara tra quei pochissimi “Al Concorso “Premio Trio di Trieste” il terzo gradino sul podio
ti, restituendone le seducenti sfumature espressive.” violinisti in grado d’emozionare di continuo con la sola purez- e il Premio speciale Cata Monti se li sono conquistati Anna e
za del suono. (...)il Duo Voghera-Manara è la palese dimo- Paola Acoleo, un quattro mani di consumata eleganza e af-
(G.De Martino, “Il Secolo XIX”, 1990) strazione di come due personalità diverse, per approccio allo fiatamento, capace nella Sonata di Hindemith di raffinatezze
strumento e natura, possano lavorare assieme per tanti anni e mozartiane: non una sbavatura di pedale, non un accordo
“Il violinista Francesco Manara e il pianista Claudio Voghera giungere a risultati cameristicamente soddisfacenti (...) l’inte- timbricamente mal rifinito, non una linea fraseggiata senza
hanno chiuso la rassegna “Haydn-Fest” a Holzhausenschlös- sa è inattaccabile, le idee chiarissime.” consapevolezza.”
schen. (...) ottimo l’affiatamento in Haydn e poi la giusta via
di mezzo tra riserbo classico, equilibrato, e armonia romanti- (F. Florit, “Il Piccolo”, 1994) (S. Cimarosti, “Il Piccolo”, 1996)
ca, più esuberante, nella Sonata K 378 di Mozart. (...) Lucida
la sovranità tecnica e la cultura musicale, che trasparivano “Signori... un trionfo, quello del Trio Debussy, che ha suonato “...L’attenzione del pubblico è stata catturata fin dal primo
dall’energia e dalla perfetta articolazione nella Sonata in do per l’Unione Musicale facendo musica come poche volte si ha istante, in un excursus di sfumature dinamiche, di colori e di
minore di Beethoven” l’occasione di ascoltare. (...) si muovono tra Schubert, Haydn e sorprese stilistiche avvicinate con magia dal Duo pianistico
Schumann con una proprietà stilistica assoluta e lo fanno Rocca - Marchetti, (...) così attento alle timbriche strumenta-
(“Frankfurter Allgemeine Zeitung”, 1992) senza sporcare le loro esecuzioni con patine di “déjá vu”, lo li da dar l’impressione di un’intera orchestra. Schubert, Ravel,
fanno rilanciando continuamente il loro gioco con una fre- Viozzi, Brahms, Busoni e Casella hanno creato un tale calore
“Nell’insegnamento musicale esiste il pericolo che un maestro schezza e un modo così brillante d’intendere l’interpretazione nel pubblico da far richiedere, tra l’entusiasmo, ben tre fuori-
dalla forte personalità plagi i propri allievi, produca burattini che è impossibile trattenere gli applausi”. programma”
numerati che suonano alla “sua maniera”. A margine dei con-
certi di fine corso ‘93, questo si può senz’altro dire: con gli al- (N.Campogrande, “La Repubblica”, 1994) (A. Schröder-Limmer, “Wolfsburger Nachrichten”, 1997)
lievi della Scuola Superiore Internazionale del Trio di Trieste
Il Trio Debussy suscita fortissima simpatia per la maturità del- “Ma l’approccio del Trio Estense alla pagina, la spericolatezza
134 l’accordo e l’esattezza stilistica(...) e forse ancor più per la di certi passaggi, la facilità e la naturalezza del fraseggio, il
gioia manifestata nel suonare assieme, che è sempre il com- gusto delle sonorità cariche, l’alternarsi logico nelle esposi-
bustibile più prezioso per la carriera di un complesso. (...)Del zioni e nei momenti solistici, prendendo l’abbrivio da una
Trio Dumky di Dvorvák (...) hanno dato un’esecuzione di anima semplice cellula melodica o da un piccolo inciso, ci sono par-
e calore, regolata sul tono intimo, sulle penombre, ma pronta si di un’evidenza rara, e ci hanno talora fatto pensare alla su-
ad accendersi nelle impennate liriche e zingaresche (...). L’u- prema stagione del Trio di Trieste.”
nità del gruppo è tanto più bella perché sembra venuta su da
temperamenti diversi ... (S. Garbato, “Il Resto del Carlino”, 1997)
(G.Pestelli, “La Stampa”, 1994) “Nonostante la strada in salita il Trio Debussy non ha limiti
(...), perché di suo mette una straordinaria passione e la capa-
“Poco più che trentenni i fratelli Angelo e Francesco Pepicel- cità di accostarsi alla pagina con quella marcia in più che fa
li si ripresentano a Trieste con un consistente curriculum grande l’artigianato: l’amore. (...) sono tornati alla Società dei
(...).Le lezioni del Trio di Trieste, frequentate nel ‘90 a Duino e Concerti - quali vincitori del “Premio Trio di Trieste“ 1997 -
a Fiesole, hanno lasciato una chiara traccia nell’equilibrio dei con Haydn, Martin e Schubert e, fra applausi scroscianti, con
rapporti tra pianoforte e violoncello, nella consapevolezza un movimento di Debussy quale bis. Al pianoforte Antonio Va-
unitaria degli intenti del fraseggio e soprattutto nell’atteggia- lentino è impeccabile: (...) crea uno stato liquido per gli archi,
mento che allarga le maglie della partitura per esaltarne i par- lo staccato è amabile, mai prepotente, fonte di ispirazione
ticolari, anche armonici (e pensiamo ad alcuni rilievi della ma- ideale per i partner, dalla voce contenuta ma incisiva (...).
no sinistra del pianista), spesso sottovalutati.” Hanno divertito con il Trio di Martin e commosso con quello
in mi bemolle di Schubert.“
(F.Florit, “Il Piccolo”, 1994)
(C. Gherbitz, “Il Piccolo”, 1998)
“Il violinista Ara Malikian e il pianista Igor Cognolato colla-
borano ormai da sei anni, costituendo di fatto un Duo che si “...la confidenza e la scioltezza con cui il Trio Johannes ese-
segnala per le scelte interpretative. (...)Nella “Sonata in re gue, splendidamente davvero, il Trio di Ravel. Ciascuno ci met-
maggiore” di Schubert (...) si abbandonano a soluzioni espres- te del suo: il magnifico tema con cui inizia il terzo movimen-
sive di cangiante sottigliezza. Non vi è alcuna tentazione re- to, la Passacaille, entra austero e inquietante al pianoforte,
torica, tutto è pronunciato a fior di labbro, con calibratissime quindi si ammorbidisce al violoncello e raggiunge una perfet-
accensioni liriche. (...) Brahms ci consegna una gamma musi- ta fusione di dolcezza e severità al violino. Ma una sola è la
cale di preziosa intensità, resa con viva partecipazione da Ma- cura dei particolari timbrici, che in Ravel non sono mai detta-
likian e Cognolato, dialogando con esaltante e spontanea im- gli, una è l’intenzione stilistica nel restituire con il massimo di
mediatezza”. spontaneità il grande respiro di questo lavoro, con tratti di in-
solita passione per il riserbo raveliano.”
(M. Merigo,”Il Gazzettino”, 1995)
(E. Napolitano, “La Repubblica”, 1998)
“Le pianiste Anna e Paola Acoleo hanno dimostrato di aver
fatto passi in avanti,(...) ci ha colpito subito la loro freschezza “Strumentalmente dotati, i Ronchini sono composti ma ani-
e originalità, oltre ad un modo assolutamente spontaneo di mati da quel fuoco interiore che, unito alla serietà d’intenti,
porgere la musica all’ascoltatore. (...) ritmi serrati, impressi al- concede a pochi privilegiati di ampliare gli orizzonti in vista di
la Rapsodia ungherese n.2 di Liszt (...) e alla comunicativa pa- nuovi traguardi. Se nella disciplina cameristica è superfluo
gina di Gershwin, condotta nitidamente, oscillante tra il pate- porre l’accento sulle individualità, per quattro fratelli diventa
tico e l’iridescente” inopportuno (...). Da apprezzarsi, soprattutto in relazione all’e-
strema difficoltà del messaggio brahmsiano nell’op.60, la ri-
(G. Villani “L’Arena”, 1995) nuncia alla facile esuberanza e la ricerca di equilibri più sot-
tili.”
“L’impronta stilistica del Trio di Trieste sui tre ragazzi del Trio
Johannes si fa sentire: culto del fraseggio esatto, dando però (C. Gherbitz, “Il Piccolo”, 1998)
ALCUNI DEI PREMI PREMIO TRIO DI TRIESTE di Trieste 9
3° Premio 1996: Duo Acoleo
conseguiti negli ultimi anni CONCOURS INTERNATIONAL D’EXÉCUTION MUSICALE di Ginevra 1° Premio 1997: Trio Debussy
a concorsi internazionali e nazionali 1° Premio: Francesco Manara 2° Premio 1998: Trio Johannes
dagli allievi della Scuola
GRAND PRIX DE DUO di Losanna INT. CH. MUSIC COMPETITION di Osaka
Amedeo Baldovino 1° Premio: Duo Voghera-Manara 2° Premio: Trio Johannes
durante una lezione con il Duo Bertagnin-Bovina (1990)
PABLO DE SARASATE di Pamplona SELEZIONE A.R.A.M. di Roma
1° Premio: Ara Malikian Duo Acoleo
Duo Marchetti-Rocca
R. LIPIZER di Gorizia Trio Estense
3° Premio: Ara Malikian
SELEZIONE NAZ. GIOVENTÙ MUSICALE - Italia
CIUDAD DE FERROL Spagna Trio Estense
3° Premio: Michele Bolla
CARLO SOLIVA di Casale Monferrato
VITTORIO GUI di Firenze 1° Premio: Duo Brancaleon-Bernard
1° Premio: Trio Italiano 1° Premio: Duo Zuccotto-Carusi
2° Premio: Trio Debussy 3° Premio: Duo Acoleo
3° Premio: Duo Pepicelli 3° Premio: Duo Rocca-Marchetti
INTERNAZIONALE DI CALTANISSETTA - Caltanissetta CITTA’ DI SAVONA - Savona
2° Premio: Duo Pepicelli 1° Premio: Quartetto R. Strauss
2° Premio: Trio Alma 1° Premio: Trio Debussy
ORPHEUS PREIS di Anversa F. SCHUBERT di Moncalieri
1° Premio: Quartetto R. Strauss 1° Premio: Duo Acoleo
3° Premio: Duo Brancaleon-Bernard
G.B. VIOTTI di Vercelli
3° Premio: Trio Debussy ACQUI TERME - Acqui Terme
1° Premio: Trio Estense 1° Premio: Duo Zuccotto-Carusi
PINEROLO CITTÀ DELLA CAVALLERIA - Pinerolo RICCARDO ZANDONAI di Rovereto
1° Premio: Trio Rachmaninov 1° Premio: Duo Zuccotto-Carusi
1° Premio: Quadro Veneto
SANDRO FUGA di Torino
2° Premio: Trio Alma
2° Premio: Duo Falloni-Cuscito
135
10
ELENCO FORMAZIONI in ordine cronologico di presenza
QUARTETTO CON PIANOFORTE TRIO D’ARCHI DUO PIANOFORTE E VIOLONCELLO DUO PIANOFORTE A 4 MANI
Quartetto “R. Strauss” (TO) Trio d’archi di Venezia (PD - TV - VI) Amato-Scalfi (PI - MI) Salierno-Maurizzi (BO)
Falci-Perlini-Carollo-Sartori (VR - VI) Pellegrini-Bogni-Pagella (VA - AL) Lucignano-Schon (TS - PD) Biondi-Brunialti (GE)
Zonta-Vigolo-Prelaz-Favento (TS) Yamaguchi-Bronzi (Giappone )-(PR) Waldbrunner-Scattarregia (GO)
Quadro Veneto (TV - RO) DUO PIANOFORTE E VIOLINO Zandonai-Agostini (BZ) Pavarani-Nardi (PR - SP)
Ronchini Piano Quartet (MI) Duo Pepicelli (TR) Ricci-Coco (SI)
Quartetto Mahler (VI) Arbizzi-Menozzi (MO) Turicchia-Baroni (GO - BO) Duo Acoleo (TV)
Bertagnin-Bovina (VR) Sollini-Ferretti (AP - AN) Duo Trevisan (UD)
TRIO CON PIANOFORTE Borsetto-Dalsass (TV) Leone-Bogni (MI - VA) Bet-Bastanzetti (TV)
Dal Cin-Lot (TV) Torzullo-Drosolini (TS) Marchetti-Rocca (BG - BS)
Trio Clara Haskil (BA) Rossi-De Maio (VI) Brandani-Scarpelli (LT - ROMA) Maresca-Rivoltini (NO)
Trio Pitagora (MI - TS) Sorrentino-Di Crosta (NA) Alajbeg-Crnogorac (Croazia) Sgura-Soranzio (UD - GO)
Beltrami-Grassano-Sola Beltrami (AL) Toppan-Saccon (PN - TV) Ribeiro Peniche Rosa-Agostini (Portogallo)-(TS) Kovac-Tomat (Montenegro) - (GO)
Trio Franchini (PD) Bardini-Zampolli (MN) Coccia-Bergamelli (AQ - BG) Saponara-Cher (UD)
Trio Italiano (PD - TV) Berto-Valmarana (VE) Kovac-Ikonomu (Montenegro - Austria) Duo Fukui (Giappone)
Torlontano-Griffith Jones-Fabiani (AP) Duo Casadei (TV) Fabbro-Urli (UD) Milakovic-Pinto (Jugoslavia)
Trio Florestano (VE - VI) Zanesco-Ronconi (VI) Bianchi-Airoldi (NO) Amisano-Cristani (NO - MN)
Relli-Cagnetta-Garofano (FI - MI) Voghera-Manara (TO) Cremonte-Pigato (PV - MI) Biondi-Mari (MI)
Trio Debussy (TO) Capanni-Sommati (FI - LI) Bosacchi-Frezzato (PR - RE) Núñez-Colombo (Argentina)
Trio Arduini (VR) Ferrazzi-Schrott (TO - MI) Damaschi-Pigato (MI) Pezzetta-Hristova (UD) - (Bulgaria)
Trio Schubert (RI) Menin-Gianna (TS - MI)
Trio Julius (TS) Tirindelli-Stevanato (TV - VE) DUO PIANOFORTE E VIOLA Totale formazioni: 138
Bonetti-Ivicevic-Drosolini (TS) Tunici-Moretta (VA - IM)
Comisso-Cabrio-Borgo (UD - TV) Duo Sciarretta (TS) Furfaro-Prelaz (BO - TS)
Trio Lutoslawski (Polonia) Torzullo-Vigolo (TS) Torzullo-Goina (TS)
Feola-Riccardi-Tessari (MI) Zuccotto-Bruschetti (VR - TN) Crinò-Goina (TS)
Trio Johannes (TO) Park-Tessari (Corea) - (MI) Montali-Cavuoto (FO)
Joseph Haydn Trio Eisenstadt (Austria) Signorato-Zambon (TV) Hagen-Jen-Chieh Yeh (Canada)
Morelli-Piccini-Tritto (UD - VE) Cognolato-Malikian (VE)-(Libano) Marcuglia-Zanni (VE - TV)
Trio Les Adieux (UD) Duo di Torino (TO) Pares-Jen-Chieh Yeh (Venezuela) - (Canada)
Trio Rachmaninov (TS - PT) Porcelli-Belli (CO - TS)
Trio Paul Klee (MI - CO - BG) Zanatta-Cavuoto (FO) DUO PIANOFORTE E CLARINETTO
Trio Alma (MI) Scaioli-Mastalli (BG - CO)
Trio Estense (MO) Raduano-Santi (TO) Zuccotto-Carusi (VR)
Guidetti-Nigro-Sorrentino (BO - NA) Fagone-Raduano (TO) Morelli-Lestuzzi (UD)
Trio Fauve (UD - VE - BG) Guidetti-Nigro (BO - NA) Brancaleon-Bernard (TO)
Giovane Trio di Bolzano (BZ) Kovac-Louwerse (Montenegro)-(Olanda) Panza-Carusi (BO - VR)
Trio Hemiolia (MI) Cannavale-Ruta (NA) Franceschini-Sinigaglia (TE - PG)
Trio Rilke (NO - VR) Sivilotti-Grandi (UD - TS)
Polimanti-Tentoni (ROMA) DUO PIANOFORTE E FLAUTO
TRIO PIANOFORTE - VIOLONCELLO - CLARINETTO Carini-Alarcon (TS) - (Spagna)
Palmas-Sperandio (CR - PN) Franceschini-Porcile (TS)
Orvieto-Teodoro-Teodoro (VE) Ambrosini-Dentesani (UD) Furfaro-Amendola (BO)
Maresca-Jurkowska (NO)-(Polonia) Tognina-Hechler (Svizzera)
TRIO PIANOFORTE - VIOLINO - CLARINETTO Pares Pojan-Alarcon (Venezuela)-(Spagna) Tognina-Zehnder (Svizzera)
Hagen-Rodriguez (Canada)-(Spagna) Bulfon-Ruggieri (UD - CN)
Aramtrio (VI) Marrai-Papandrea (BO - ROMA)
Salucci-Zanocco (UD - TV)
Falloni-Cuscito (BS) (aggiornato al maggio 1999)
Balducci-Micucci (BA)
136
Trio Debussy 11
I tre anni di studio, dal ‘90 al ‘93, con il Trio di Trieste nella
splendida Scuola di Duino hanno rappresentato un momento
fondamentale di crescita non solo musicale.
L’atmosfera accogliente e familiare della Scuola, nella quale si
svolgevano le intense e appassionate lezioni dei Maestri, fa da
cornice ai nostri ricordi, che sono tantissimi. Questi rivisitano
le tappe di un percorso didattico che parte dal lavoro metico-
loso e quasi artigianale di lettura del segno musicale e culmi-
na nel prezioso concetto di “libertà nell’ordine”; concetto che
continua ad essere il punto di riferimento ideale per il nostro
lavoro quotidiano.
Antonio Valentino, Piergiorgio Rosso, Francesca Gosio
Duo pianistico Acoleo
Duino è... la Musica e tutto ciò che Essa insegna: passione,
disciplina, allegria, perseveranza, riflessione, fantasia ...
insomma: Vita!
Anna e Paola Acoleo
Ronchini Piano Quartet
La “scuola” del Trio di Trieste, ovvero la sapienza e l’arte di
infondere con entusiasmo e freschezza il linguaggio della
musica da camera. Siamo onorati di beneficiare del loro inse-
gnamento.
Giacomo, Lucia, Maria e Matteo Ronchini
Duo pianistico Rocca - Marchetti
Frequentare la Scuola del Trio di Trieste in questi anni ha rap-
presentato per noi scoprire il senso più profondo di ciò che
facciamo, trovare in un angolo di paradiso la ragione del
nostro amore per la musica.
Paola Rocca e Luca Marchetti 137
12
I CONCERTI 1996 1998
4 concerti a Trieste all’Auditorium del Museo Revoltella 6 concerti a Trieste all’Auditorium del Museo Revoltella
1990 1 concerto per la Gioventù Musicale d’Italia di Trieste 3 concerti a Trieste nel Foyer del Politeama Rossetti
5 concerti a Trieste nella Basilica di San Silvestro 4 concerti inseriti nel Festival Internazionale “Mediterra- 12 concerti a Trieste per realtà musicali diverse
1 concerto a Trieste per il Circolo della Cultura e delle Arti 2 concerti per l’Università Popolare di Trieste (a Fiume e Pirano)
1 concerto a Monfalcone per la Stagione musicale del Tea- neo” di Monfalcone 3 concerti al Conservatorio di Udine
2 concerti a Rovigo per l’Associazione Veneta Amici della 5 concerti a Gorizia (Agimus, Associazione “R. Lipizer”, Slovenski
tro Comunale
Musica Center za Glasbeno Vzgojo)
1991 2 concerti in Austria (a Deutschlandsberg e al Conservato- 1 concerto a Grado “Musica a 4 stelle”
6 concerti a Trieste nella Basilica di San Silvestro 1 concerto a S.Giovanni di Duino “Note del Timavo”
rio di Klagenfurt) 1 concerto a Kiev per la Conferenza Regionale dei Collegi del
1992 2 concerti per l’Università Popolare di Trieste (a Pirano e
6 concerti a Trieste all’Auditorium del Museo Revoltella Mondo Unito per l’Europa Centro-Orientale
1 concerto a Zagabria (Croazia), organizzato con l’Istituto Isola d’Istria). 1 concerto a Pordenone per la Fondazione “P. Tallon”
1 concerto a Milano per Musica Oggi - “Serata Ives”
Italiano di Cultura 1997
1 concerto inserito nel Festival Internazionale “Danubio”, 5 concerti a Trieste all’Auditorium del Museo Revoltella 1999
3 concerti a Trieste per “Spazio Rossetti” 4 concerti a Trieste all’Auditorium del Museo Revoltella
organizzato dal Teatro Comunale di Monfalcone. 3 concerti a Udine (Fondazione CRUP)
4 concerti a Ravello per la Rassegna estiva “Giovani e (in collaborazione con il Comune di Trieste)
1993 3 concerti a Trieste nel Foyer del Politeama Rossetti
5 concerti a Trieste all’Auditorium del Museo Revoltella Romantici” 6 concerti per i Conservatori italiani (Firenze, Vicenza, Trento,
1 concerto a Maribor (Slovenia) nella Sala Comunale. 1 concerto per l’Università Popolare di Trieste (a Fiume)
1 concerto per la Società Umanitaria di Milano Castelfranco Veneto, Udine, Genova)
1994 1 concerto per la XIV IASP World Conference in collabora- 1 concerto a Villa Manin di Passariano per “Maninmusica”
6 concerti a Trieste all’Auditorium del Museo Revoltella. 1 concerto a Pordenone “Percorsi cameristici”- Propordenone
zione con l’Area di Ricerca di Trieste. 1 concerto al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano.
1995
5 concerti a Trieste all’Auditorium del Museo Revoltella (aggiornato al maggio 1999)
2 concerti al Circolo Ufficiali di Trieste
1 concerto a Dubrovnik (Croazia) in collaborazione con l’I-
stituto Italiano di Cultura di Zagabria
1 concerto a Pola (Croazia), al Teatro Istriano
2 concerti a Padova all’Auditorium “Pollini”, in collaborazio-
ne con gli Amici della Musica di Padova.
138
13
Trio Italiano (formazione del 1990)
Poter incontrare il Trio di Trieste alla Scuola di Duino, dopo
che per anni avevamo imparato dai loro dischi e da quelli del
Quartetto Italiano ad amare i capolavori della musica da
camera, era naturalmente il massimo che ci potessimo augu-
rare, come trio, nel nostro percorso formativo. Quello che lì
abbiamo appreso è entrato a far parte, per così dire, del nostro
DNA musicale: il seme di una grande tradizione che pensiamo
di condividere, pur nelle giuste e necessarie differenze di scel-
te e di percorsi musicali, con tutte le formazioni che fanno
musica in trio oggi in Italia
Giovanni Battista Rigon, Sonig Tchakerian, Teodora Campagnaro
Trio Estense
I corsi di perfezionamento del Trio tenuti alla Scuola di musi-
ca da camera del Trio di Trieste sono stati per noi davvero
unici e irripetibili. I tre Maestri ci hanno seguito con vera pas-
sione e intensità, sia umana che musicale. Hanno trasmesso in
noi la carica emotiva e interpretativa necessarie per intra-
prendere la carriera professionale.
Luca Saltini, Marco e Enrico Ferri
Duo Pepicelli
L’esperienza didattica con il Trio di Trieste ha rappresentato
per noi il radicamento di un grande e insostituibile insegna-
mento: la ricerca infinita del senso di ogni composizione, di
ogni frase, di ogni segno, ricerca volta al raggiungimento -
non certo definitivo - di un modo convincente di dare vita alla
musica, tramite un’umiltà che sola consente di provare a
penetrare nell’animo dell’autore.
Angelo e Francesco Pepicelli
Trio Johannes
Passano gli anni, ma non potremo mai dimenticare la “civiltà
musicale” che solo il Trio di Trieste poteva insegnarci, e che
serbiamo come un dono prezioso.
Claudio Voghera, Francesco Manara, Massimo Polidori 139
14
A PROPOSITO DI..... da ogni interpretazione, spingendolo a tradurre alcuni rilievi tema del 1°tempo dell’op. 97 di Beethoven, n.d.r.) che definiva
con grande libertà, una nobile libertà che si affidava con fidu- il lato cavalleresco, particolari che definendo l’incisività
Frasi di Dario De Rosa, colte qua e là cia alla sua natura comunicativa. Nelle esecuzioni teneva abi- rimettevano in discussione tutto un tempo di un’opera,
nell’intervista inserita nel libro tualmente tempi lenti e ci incoraggiava a seguirlo in quella lasciando spazio ad una nuova lettura della partitura.
“Il Trio di Trieste -Sessant’anni di musica insieme“ (F. Florit - EDT, 1992) sorta di esasperata tensione. Non era facile resistere a tali (...)Devo riconoscere che da Michelangeli ho imparato a con-
suggestioni ! Comunque le nostre esecuzioni (di Brahms, spe- durre un’analisi critica sulla pedalizzazione cercando soluzio-
DI FEDRA FLORIT cialmente) erano tra quelle che più ammirava. Sua è l’idea ni nel contesto (grafico) della scrittura. Sono convinto, ad
dell’”attacca” alla fine dell’Adagio dell’op.8: “Non bisogna esempio, che nella musica impressionista - ma non solo in
dare al pubblico la possibilità di distrarsi”, diceva. Ed aveva quella - i segni di legatura si riferiscano sì al fraseggio, ma
ragione. possano pure significare precisi avvertimenti per l’uso dei
pedali.
A proposito di Maureen Jones
e della penetrazione dell’anima schubertiana A proposito della carriera concertistica del Trio...
nel repertorio a quattro mani...
Un lungo viaggio, vissuto con passione, orgoglio e umiltà.
Con Maureen è facile suonare. Ci troviamo talmente d’accor-
A proposito di un grande maestro, Wilhelm Furtwängler, e do che già “in lettura” impostiamo le cose in maniera univo-
della modestia... ca. E questo vale non solo per Schubert. Maureen “canta”, lei
Vienna, febbraio ‘44. Brahms: Trio op.8 sì sa cantare sul pianoforte, ha una sensibilità straordinaria,
(esecuzione privata, dopo cena, n.d.r. ) una naturale propensione a cogliere l’essenza espressiva del
discorso. Inoltre la sua esperienza cameristica è eccezionale,
Furtwängler trovò che i tempi erano un po’ veloci. Bisogna si presta a pochissimi paragoni al mondo.
convenire che allora l'impostazione era nettamente più bril-
lante rispetto ai ripensamenti successivi. Al termine della A proposito di Arturo Benedetti Michelangeli...
nostra esecuzione, che non mancò di lodare, il maestro si mise
al pianoforte e con estrema semplicità eseguì il primo tema... Il più grande pianista del nostro tempo. Nessuno ha dimostra-
in un modo talmente creativo da lasciarci incantati. Continuò to di conoscere il pianoforte come lui. Si può dire che ha
suonando e cantando lo sviluppo del tema nel lunghissimo inventato un altro modo di suonare, ha creato un’estetica del-
“crescendo” - sempre con sonorità ricca e pastosa - fino all’e- l’esecuzione assoluta, fuori dal tempo, continuando a cercare,
sposizione della seconda idea, più semplice di come la pensa- affinare, approfondire, “lavorare”, come diceva lui; in tal senso
vamo e senza fronzoli; poi passò allo Scherzo e lo impostò con la sua lezione morale è esemplare. (...) E’ naturale, quindi, che
grande tranquillità, dando al successivo Trio l’andamento di il privilegio di poterlo considerare amico mi abbia indotto
un valzer amabile. Suonava veramente benissimo! sempre, quando ho potuto, a stargli vicino, per cercar d’impa-
Dopo una breve pausa, ci chiese se volevamo suonare ancora. rare.
Proponemmo il Trio “Dumky” di Dvorák e lui, dopo aver pen- Ci si vedeva quasi quotidianamente (al Conservatorio di Bol-
sato un attimo, con candore commentò: “Dumky, non conosco !” zano, fine anni ‘40, ndr.). E siccome lui studiava di notte, noi
avevamo la possibilità di fruire della sua stanza - e del suo
(...) alla fine della serata, dopo aver espresso giudizi positivi pianoforte - nelle ore in cui splendeva il sole... (...) fu allora
nei nostri riguardi, accompagnandoci alla porta disse, per che cercai di capire da vicino il miracolo della trasparenza e
nulla imbarazzato:”Ci stavo ancora pensando al tempo dello dell’equilibrio sonoro che Michelangeli riusciva a conquistare
Scherzo di Brahms: forse avete ragione voi, va più mosso. Io previo un lavoro durissimo. (...)
ho una concezione orchestrale del tempo” Veniva spesso a sentirci durante le prove e si può senz’altro
Una lezione d’umiltà incredibile ! dire che sia stato rivelatore di alcune situazioni musicali alle
quali non eravamo ancora aperti, o sulle quali nutrivamo
A proposito di Brahms e di Enrico Mainardi incertezze. Penso subito al secondo tema del primo tempo
grande violoncellista di formazione tedesca, dell’op.97 di Beethoven (...) La forza di persuasione in lui era
collaboratore abituale di Furtwängler irresistibile, ma non si manifestava mai con insistenza di ter-
(conosciuto dal Trio a Berlino, n.d.r. ) mini, bensì direttamente sul fatto “musicale”. (...) l’esaltazione
di ritmo e colore, (...) uno “staccato” pulsante (riferito al 2°
...La sua concezione brahmsiana seguiva la stessa linea inter-
pretativa di Furtwängler, con un innesto però di compiaci-
mento per il particolare. Una cavalleresca eleganza traspariva
140
Arturo Benedetti Michelangeli 1947
con Dario De Rosa Il Trio di Trieste
(1949) con Libero Lana
1965
Il Trio di Trieste
con Amedeo Baldovino
141
16
IL PREMIO TRIO DI TRIESTE
osvuveorno are assieme
secondo i principi del Trio
L’idea di dar vita ad un Concorso dedicato dalla città di Trie- Se ci si sofferma a pensare solo per un attimo - tanto per fare
ste al Trio di Trieste nasce non solo dalla stima e dall’affetto un esempio eclatante - al fatto che il Trio di Trieste ha ese-
che mi uniscono a coloro che furono i maestri di tanti “fieso- guito in pubblico - e quindi quante altre ore di studio vanno
lani” (dalla nuova “forma mentis” cameristica) e neppure aggiunte! - il Trio op.99 di Schubert per più di 500 volte,
“solo” per mantenere viva una lezione interpretativa così “provando” ex-novo e trovando comunque degli stimoli inter-
importante come quella del Trio. Accanto a ciò, la considera- pretativi nuovi, non si può che dedurre quanto il rapporto
zione non meno importante che Trieste, dalla nascita del Con- “lavoro-ricerca critica-libertà nell’esecuzione” abbia la possi-
corso in poi, avrebbe potuto rendersi conto, proprio anche bilità di porsi come un atto creativo continuo. E’ quella crea-
attraverso il lavoro dei concorrenti, di quanto si debba lavora- tività che all’uomo non potrà mai esser tolta, anche dalla
re nell’isolamento di una sala-prove per cogliere successi macchina più sofisticata.
internazionali appaganti e per portare alle vette del concerti- Chi ha sentito recentemente alla Società dei Concerti di Trie-
smo il nome di una città un tempo “musicalissima”. E tutto ciò ste il Duo Triendl - Berg (vincitore del Concorso ‘98) me ne
con il pericolo che poi non resti traccia in quelle generazioni darà atto: ha comunicato un’emozione continua, l’emozione
che il Trio di Trieste non avranno più modo di ascoltare nei della semplicità, della naturalezza, della bellezza del suono,
teatri del mondo. della varietà e dello slancio interpretativo, nonostante l’atto
E così, nel dilagante impero dell’apparire, tra le generazioni sia ovviamente costruito sopra un bagaglio di lavoro ferreo.
del computer e dell’“usa e getta” (dove tutto si consuma in un Mi sembrano questi motivi più che validi per guardare avanti,
batter d’occhio), un momento di riflessione (e di ricordo) potrà concentrandosi sul successo (raccolto non solo a Trieste dal-
esser rinverdito - pensavo - dal lavoro di cesello operato da l’iniziativa-Concorso “Premio Trio di Trieste”), e per superare le
quei giovani che (provenienti da svariati punti del mondo e tante difficoltà che un paese sempre meno sensibile alla cul-
forse mai stati in contatto con il Trio) si propongano un atteg- tura musicale quotidianamente ci propone.
giamento creativo affine, rivolto ai più alti ideali cameristici.
Riconoscere e premiare un lavoro serio: a questo mira il Con- FEDRA FLORIT
corso Internazionale per complessi da camera con pianoforte
“Premio Trio di Trieste”, promosso dall’Associazione Chamber Edizione 1996
Music e accolto tra le iniziative del Comune di Trieste.
Una dicitura lunga per definire un ambito ben preciso, quello 1° premio: non assegnato
del repertorio suonato dal Trio di Trieste con altri illustri Mae- 2° premio: ex-aequo
stri (primo fra tutti Piero Farulli), e quindi strettamente lega- Duo Briatico-Ridolfi (Argentina - cat. A)
to al rapporto pianoforte-archi. Dal Duo al Quintetto, un set- 3° premio: Duo Ciomei-Agosti (Italia - cat. C)
tore circoscritto che differenzia questo Concorso da tanti altri, Duo Acoleo (Italia - cat. G)
per proporsi - forse utopicamente - di segnalare attraverso il
lavoro sereno di giurie selezionate con attenzione (proprio Edizione 1997
affinché vengano di anno in anno affascinate da questa
“ricerca”), complessi eccellenti secondo l’ottica interpretativa 1° premio: Trio Debussy (Italia - cat. D)
del Trio di Trieste. 2° premio: Duo Wagschal-Couturier (Francia - cat. C)
Cosa significa far musica da camera sul modello del Trio di 3° premio: Duo Barbini-Provenzani (Italia - cat. C)
Trieste? Significa innanzitutto proporsi formazioni stabili,
lavoro quotidiano, analisi della partitura, controllo e verifica Edizione 1998
dei risultati in prova e durante le esecuzioni pubbliche; signi-
fica approfondimento delle intenzioni compositive e lettura 1° premio: Duo Triendl-Berg (Germania - cat. A)
onesta, con la partitura in mano, lontana da forzature per rag- 2° premio: Trio Johannes (Italia - cat. D)
giungere l’effetto, lettura aperta ad una analisi critica conti- 3° premio: Duo Panta Rhei (Israele - cat. C)
nua, personale e stimolata dall’“input” di ogni singolo compo-
nente del complesso; significa scelte stilistiche in rapporto Edizione 1999
all’autore, conoscenza del periodo storico e del repertorio spe-
cifico, attenzione ai segni in partitura, ai colori e al fraseggio, 1° premio: Duo Almonte-Tsunoda (Australia-Giappone - cat. A)
attenzione al particolare in funzione del tutto, significa cura 2° premio: ex-aequo
del suono ed equilibrio nei rapporti sonori tra le parti, signifi- Duo Arosio-Cusano (Italia - cat. A)
ca fusione e trasparenza, ma anche slancio. 3° premio: Duo Lang (Svizzera - cat. A)
Ciò si traduce in un lavoro particolarmente raffinato per il Duo Majnaric-Itoi (Croazia-Giappone - cat. A)
pianista, che spesso ha, soprattutto nel repertorio più nobile e
classico, il ruolo portante. Il pianista-camerista deve impara-
re a stimolare la propria attenzione in rapporto agli archi, cer-
tamente avvantaggiati nel campo del “legato” (l’arco ha in
natura maggiori possibilità rispetto alla martelliera del pia-
noforte), ma anche nella varietà dello “staccato”, due elemen-
ti, questi, basilari per raggiungere la fusione del gruppo.
“Suonare assieme” significa mirare ad un risultato che ha
bisogno di tempo e che col tempo, e la crescita, continua
142ancora a mirare verso più alte mete, ancor più coerenti, ancor
più stimolanti.
17
Premio Trio di Trieste 1997 Premio Trio di Trieste 1998 Premio Trio di Trieste 1999
Trio Debussy (Italia) Duo Triendl-Berg (Germania) Duo Almonte-Tsunoda (Australia-Giappone)
Premiazione al III concorso “Premio Trio di Trieste”
Da sinistra
Duo Triendl-Berg, Renato Zanettovich,
Roberto Damiani (vicesindaco
e assessore alla cultura del Comune di Trieste),
Fedra Florit e Dario De Rosa
(31 maggio 1998)
143
18
ALTRE INIZIATIVE DELLA SCUOLA
I SEMINARI ESTIVI DENTRO LA MUSICA TRIO DI PARMA
I Seminari estivi costituiscono un’iniziativa che, avviatasi Correva l’anno 1989, quando l’on. Corrado Belci, allora presi- Alberto Miodini pianoforte
timidamente nell’estate 1996, ha assunto, dopo quattro anni, dente del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, d’accordo Ivan Rabaglia violino
una fisionomia ben precisa. Le lezioni si svolgono - tranne rari con il rettore David Sutcliffe e dietro suggerimento di Renato Enrico Bronzi violoncello
casi - nei mesi di luglio e agosto e per cinque giorni consecu- Zanettovich, mi invitarono a visitare il Collegio a Duino.
tivi, trovano attuazione grazie ad un sostegno particolare da In quel momento mi fu proposto di “inventare” un ciclo di Il Trio di Parma si è costituito al Conservatorio di Parma, dove
parte del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, nel momen- lezioni-concerto per gli studenti (provenienti da tutto il i suoi componenti si sono diplomati con il massimo dei voti,
to in cui anche le sistemazioni logistiche sono maggiormente mondo), ma aperto anche alla popolazione di Duino e Trieste. lode e menzione d’onore. In seguito il Trio si è perfezionato
disponibili, in quanto non utilizzate dagli studenti. Così ebbe inizio una serie di incontri a cui fu dato il titolo di con il Trio di Trieste presso l’Accademia Musicale Chigiana di
I Seminari sono sostanzialmente delle masterclass con due “Dentro la musica”. Si trattava di una sorta d’Analisi Musicale Siena (ottenendo il Diploma d’Onore) e alla Scuola di Musica
valenze: da un lato, brevi interventi, quasi dei contatti preli- rivolta sia ad un pubblico competente che neofita. di Fiesole. Nel 1991 ha vinto il premio “Città di Arco” e nel
minari, per aprire nuove prospettive con artisti di chiara fama Gli incontri, dopo i primi anni, vennero spostati a Trieste. Trop- 1992 la selezione nazionale indetta dall’A.R.A.M. di Roma.
ospitati per la prima volta nella nostra sede, e, su da altro ver- po lungo sarebbe enumerare la mole di opere prese in esame Sono poi seguiti riconoscimenti di grande prestigio, con il
sante, “occasioni” per approfondire di anno in anno alcuni in questi dieci anni; basterà ricordare: Il Flauto Magico di Primo Premio al Concorso “V. Gui” di Firenze ed il Secondo
repertori che la Scuola negli stages invernali non tratta. Mozart, I Maestri Cantori di Wagner, Orfeo di Gluck, Tristano Premio al Concorso ARD di Monaco di Baviera e al Concorso
L’estate ‘96 ha visto la presenza - incentrata sul repertorio e Isotta di Wagner, Rigoletto di Verdi, Cenerentola di Rossini, di Musica da Camera di Melbourne.
solistico mozartiano - del violinista Franco Gulli, che affian- il ciclo “Il concerto per pianoforte e orchestra dall’Ottocento Nel 1994 la critica musicale italiana ha assegnato al Trio di
cava i maestri del Trio di Trieste impegnati in brevi interventi ai primi del Novecento”, Mendelssohn e Goethe, il commento Parma il “Premio Abbiati”, quale miglior complesso di musica
di cinque giorni consecutivi su ben precisi temi. alla Nona Sinfonia di Beethoven, e poi quartetti per archi, da camera.
Nel ‘97 accanto a De Rosa, Zanettovich, Baldovino e Jones, si sinfonie, opere sinfonico-corali e un ciclo dedicato ai Lieder. Il Trio è stato ripetutamente ospite delle maggiori istituzioni
è inserita la presenza del Trio di Parma, quale complesso di ex La calda partecipazione e l’efficiente collaborazione di tutti musicali italiane, tra cui l’Accademia Nazionale di S. Cecilia di
allievi particolarmente vicini al Trio di Trieste e demandati dai coloro che ho avuto vicino (Corrado Belci, Claudio Gasparo, Roma, la Società del Quartetto di Milano, gli Amici della
maestri a raccoglierne il testimone. Accanto a loro i nomi del Maura Colomban e, ultimamente, Fedra Florit) hanno reso Musica di Firenze, l’Unione Musicale di Torino, ecc. e all’este-
pianista Alexander Lonquich e del clarinettista Giuseppe Gar- questo mio impegno gradevole e gratificante, facendomi ro ha suonato alla Wigmore Hall di Londra, alla Musikhalle di
barino, quest’ultimo in veste di concertatore di complessi da conoscere ed amare Trieste e la tradizionale cordialità dei suoi Amburgo, al Museo Chopin di Varsavia, a Dublino, Dresda,
camera allargati, con fiati e voce. abitanti. Reims, Melbourne, New York, Washington. Ha collaborato con
L’estate successiva si è aperta con il successo d’attenzione importanti musicisti quali V. Delman, C. Melles, P. Vernikov, e
conquistato dal pianista brasiliano Arnaldo Cohen - al centro A. RICCARDO LUCIANI B. Giuranna. Inoltre ha effettuato registrazioni per la RAI, per
di un nutrito numeri di partecipanti - ed ha visto l’impegno la WDR, per la NDR, per Radio Bremen, per la Bayerische
doppio del Trio di Parma, attivo nella doppia veste cameristi- Rundfunk in Germania e per la ABC-Classic in Australia. Ha
ca e prettamente strumentale, il che ha ampliato anche la inciso i trii con pianoforte di Brahms, per l’Unicef, e tiene corsi
fascia d’ età delle presenze alla Scuola Superiore di Duino. di perfezionamento in importanti accademie italiane. Dal set-
Dall’estate 1999 i maestri del Trio hanno deciso di lasciare il tembre scorso Enrico Bronzi è subentrato all’indimenticabile
campo agli “ospiti”. Così abbiamo “in cartellone”: l’estroverso Amedeo Baldovino alla Scuola del Trio di Trieste di Duino,
pianista franco-canadese François-Joël Thiollier, il violoncelli- dove il Trio di Parma già da tre anni è presente nei Seminari
sta Franco Rossi (dell’indimenticabile Quartetto Italiano) per Estivi.
una lunga tranche sul quartetto d’archi e, per finire - dopo la Invitato da Claudio Abbado, nel settembre 1998 il Trio di
rinnovata presenza del Trio di Parma - il notissimo soprano Parma ha debuttato con successo a Berlino, con un concerto
bulgaro Raina Kabaivanska, per il primo intervento della Scuo- alle Berliner Festwochen e nel novembre successivo è tornato
la sul repertorio vocale. negli Stati Uniti in tournée, con concerti anche a New York, al
Tanti “stimoli” per mantenere viva l’attenzione e per offrire un Lincoln Center e a Washington.
aiuto in più alle nuove generazioni di musicisti sensibili all’ap-
profondimento di qualità.
(F. F.)
144
Dentro la Musica 145
A. Riccardo Luciani
Seminari Estivi 1998
Arnaldo Cohen
(con l’allieva Roberta Torzullo)
Il Trio di Parma
Iniziammo l’attività del Trio di Parma nel 1990, ancora stu-
denti in conservatorio. Negli anni immediatamente preceden-
ti avevamo già avuto modo di entrare in contatto con il Trio
di Trieste. Si rivelò subito per noi un incontro straordinario sul
piano musicale ed umano, ancor meglio si può dire che fu l’in-
contro rivelatore di una “cultura”. Se è vero che la maggior
parte dei modelli musicali (e non solo) che oggi come allora ci
vengono proposti sono connessi alla figura del “fenomeno”
(che grazie al talento può estemporaneamente produrre qual-
siasi cosa), gli insegnamenti fondamentali del Trio riguardava-
no, invece, la coerenza, l’educazione, la lettura viva del testo,
la maturazione nella continuità dell’impegno. Ed ancora: la
caratterizzazione musicale, la proprietà d’espressione, la
costruzione formale, perfino l’ironia.
Oggi il nostro impegno di docenti presso la Scuola di Duino
non ci impedisce di coltivare un sano spirito da “studenti”,
perché la dimensione del “lavoro” in musica (nello studio e
nell’insegnamento) è l’unico antidoto che conosciamo contro
il male più diffuso: la genericità. Non diremo mai grazie abba-
stanza al Trio di Trieste (e a Maureen Jones!) per questa pic-
cola certezza e soprattutto per i piccoli dubbi che lo studio
quotidiano ci regala.
Alberto Miodini, Ivan Rabaglia, Enrico Bronzi
20
Non è facile definire il magistero del Trio di Trieste. Eppure la le- LA SCUOLA Quando nel 1989 mi venne chiesta dall’on. Belci la disponibi-
zione di De Rosa, Zanettovich e Baldovino può emergere anche da E IL COLLEGIO DEL MONDO UNITO lità ad occuparmi degli aspetti organizzativi e promozionali,
un’intervista giornalistica. Tanto da scompigliare le abitudini del l’idea della Scuola Internazionale del Trio di Trieste stava
cronista. prendendo corpo ed occorreva entrare nella fase esecutiva.
Il manuale dell’«astuto pennivendolo» recita: quando si trascrive Ovviamente accettai, lusingato dal poter lavorare a contatto
un’intervista occorre distillare dalla registrazione parole e pen- con quei grandi Maestri che sinora avevo solo ascoltato, ma
sieri, tagliarli e innestarli, confezionare il tutto rendendolo viva- mai conosciuto personalmente.
ce e ritmicamente scattante. E invece, alle prese con il Trio di La disponibilità finanziaria non era ancora compiutamente
Trieste, ecco naufragare le regole del mestiere. Non occorre im- garantita ed occorreva lavorare in economia. I ricordi di quei
pastare e modellare le dichiarazioni. Il nastro può starsene zitto. giorni vanno, quindi, dalla ricerca d’indirizzi specifici a cui
Le idee, le frasi, i sottintesi, si ripresentano alla memoria, sempli- inviare locandine e bandi (magistrale opera dello Studio Bat-
ci e convincenti. Forti come radici. Quasi il fascino antico di una tistella), all’imbustazione del materiale, all’apposizione delle
trasmissione orale della saggezza. etichette.
Ma non finisce qui. Come riprodurre il dialogo e l’accordo a tre La risposta fu, sin dall’inizio, delle più lusinghiere: resta quale
voci? Ci vorrebbe un po’ di contrappunto: disporre le parti con testimonianza l’alto numero dei partecipanti alla prima audi-
eleganza, tradurre nella scrittura la polifonia dei pensieri e delle zione, in base alla quale vennero poi selezionati gli effettivi
emozioni, applicare alla prosa le cinque specie del venerato Fux. partecipanti. Le tre aule e l’ufficio odoravano ancora di fresco
Utopia. Al lettore non resta che immaginare come gli sguardi tra quando iniziarono le lezioni, e un problema non semplice da
De Rosa, Zanettovich e Baldovino riescano a siglare un’intesa non risolvere fu subito quello di contemperare le esigenze d’orario
priva di divergenze (in merito a più d’una questione, ognuno di degli allievi con la disponibilità dei Maestri e con un’equili-
loro è ben piantato nelle proprie convinzioni) ma aggrappata ad brata rotazione delle formazioni nelle tre classi.
un’unica fede artistica. L’atmosfera - grazie anche alla pazienza e alla capacità di
Nell’oasi duinese del «Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico», in venir incontro alle esigenze di tutti di Maura Colomban - è
una delle aule della «Scuola Superiore Internazionale di Musica stata molto calda sin dalla prima accoglienza: oserei dire un
da camera», l’ora di conversazione con il Trio vola leggera: le do- clima familiare, nel senso migliore del termine.
mande gettate in campo vengono raccolte già prima di essere E poi c’erano i concerti degli allievi: il loro allestimento nella
concluse e lanciate in molte direzioni. Baldovino discute con Basilica di San Silvestro, il curare la documentazione delle
slancio schumanniano. Zanettovich traccia sottolineature in pun- esecuzioni di cui la Scuola conserva le registrazioni, il predi-
ta di penna. De Rosa riflette e chiosa con calma. sporre i programmi di sala. Infine, i corsi di “introduzione al
Gli argomenti? Tutti fondamentali. Alcune considerazioni fanno linguaggio musicale” del prof. Riccardo Luciani, che ha conta-
riferimento all’esperienza esecutiva (l’utilità della filologia oppu- giato tutti con il suo modo di condurci “Dentro la musica”.
re la capacità che una partitura ha di maturare sotto le mani del- Del periodo passato alla Scuola ho molti ricordi vivi e gratifi-
l’interprete nel corso degli anni, rivelandosi nuova e diversa), al- canti: mi piace ricordare, in particolare, l’avventura del viag-
tre si indirizzano alla pratica didattica (il segreto sta nell’inse- gio a Zagabria (nel 1992) alla guida del pulmino del Collegio,
gnare a «leggere» quello che sta scritto sulla pagina, a fraseggia- per il primo concerto all’estero affidato al giovane Trio Debus-
re dando senso al discorso, a realizzare fedelmente le indicazioni sy, un concerto organizzato dal Consolato d’Italia (in occasio-
dell’autore). ne della festa della Repubblica Italiana) e dove gli invitati
E dietro al tavolo delle giurie internazionali, come si comportano sono stati letteralmente calamitati dalle note del Trio op.65 di
i componenti del Trio? Anche in questo caso, al di là dei metodi Dvorvák, nell’interpretazione di tre concertisti tanto giovani
personali di valutazione (prendere appunti oppure dare dei voti), quanto determinati.
la risposta risuona in consonanza: «basta ascoltare e ricordare», e
la «molla» scatta quando, alle eliminatorie di un concorso, resta CLAUDIO GASPARO
la voglia di risentire alcuni esecutori.
I difetti che infastidiscono di più in un concorrente? Zanettovich
non ha dubbi: le increspature ritmiche e...l’intonazione. Anche se
oramai - dice Baldovino - il livello di preparazione dei parteci-
panti è orientato verso una meravigliosa ma superficiale efficien-
za tecnica. Ovvero verso un atletico standard mondiale.
Quella del Trio di Trieste è una scuola basata sull’etica interpre-
tativa, sulla devozione al testo, sulla purezza dell’intimo dialoga-
re strumentale. Ma se in un concorso si presentassero personalità
in qualche maniera eretiche, molto distanti da tale «concezione
del mondo», quale sarebbe la reazione? C’è sempre - afferma De
Rosa - il «rischio» di rimanere stregati da un talento straordina-
rio anche se diverso da noi stessi, dal nostro modo di sentire...
(da un'intervista del maggio 1996)
SERGIO CIMAROSTI
146
Alcuni degli studenti del Collegio del Mondo Unito 21
dell'Adriatico hanno avuto, in questi dieci anni, l'occa-
sione di frequentare la Scuola del Trio di Trieste. Per Duo Pares-Alarcon Da sinistra
tutti loro è stata un'esperienza rivelatrice, nutrita d'ar- (maggio 1998) Claudio Gasparo, Corrado Belci,
te e d'umanità. Renato Zanettovich e Maura Colomban
Accedere in giovane età alla "bottega" del Trio signifi-
ca entrare in contatto con un mestiere altissimo, vota- Uto Ughi e David Sutcliffe
to alla semplicità e alla purezza, significa assimilare (ottobre 1998)
una lezione che equilibra forze centrifughe: rispetto
del testo e volontà ricreatrice, eleganza e brulicante
fantasia.
In qualità di responsabile dell'attività musicale del
Collegio ho visto crescere negli studenti-allievi del Trio
una rinnovata sensibilità per la musica da camera,
un'attenzione per il dialogo strumentale come testi-
monianza di ideale civiltà. Non è forse il saper ascol-
tare principio irrinunciabile di convivenza?
Così ragazzi come il violinista spagnolo Carlos Alarcon,
il pianista venezuelano Luis Pares e il violista canade-
se Donald Jen, sono usciti dalla "Scuola" rafforzati,
maturati, trasformati. Hanno imparato a "cercare".
Che cosa? La magnifica illusione del legato pianistico,
la pedalizzazione dettata dalla sensibilità prospettica,
la felicità dell'arcata che respira con la frase, l'eviden-
za di un accento, il chiaroscuro di un "forte-piano", lo
slancio di un inciso ritmico, l'intesa affettuosa tra
strumenti.
Ma l'ammonimento paterno dei Maestri è dolcemente
severo: l'interpretazione è opera di mediazione e di
lettura, la musica va rispettata, va colta con spirito di
servizio.
Alla Scuola del Trio il mito dell'originalità, la presun-
zione dell'io virtuosistico cadono, sgretolandosi sotto
gli occhi d'una neoclassica bellezza.
(S.C.)
Torino, ottobre 1998
concerto del Duo Jones-De Rosa
in occasione dell’apertura dell’Anno Accademico
del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico
147
22
pianoforte Guidetti Massimo Trevisan Filippo Perlini Silvano Pigato Matteo Totale strumentisti 291
Hagen Andreas Thomas * Trevisan Teresa Piccini Enrico Polidori Massimo di cui:
Acoleo Anna Hristova Nella Tunici Giuseppina Raduano Cora Robino Marco
Acoleo Paola Jonata Roberto Turicchia Patricia Riccardi Laura Rojac Corrado 142 pianisti
Alajberg Zarija Kosik Harald Valentino Antonio Righele Gianrico Ronchini Matteo 75 violinisti
Amato Francesca Kovac Biljana * Voghera Claudio Rodriguez Irene * Rotondi Livia 51 violoncellisti
Ambrosini Andrea Kovac Ana * Waldbrunner Luisa Ronchini Lucia Sartori Marco 12 violisti
Amisano Stefania Lavini Cristina Yamaguchi Eiko Ronconi Enrica Scalfi Jacopo 6 clarinettisti
Annese Angela Leone Fulvia Zanatta Cristina Rosso Piergiorgio Scarpelli Matteo 5 flautisti
Arbizzi Alberto Lucignano Elisabetta Zandonai Maxia Ruta Alberto Maria Schiavelli Marcella
Arduini Elena Makowska Katarzyna Zanesco Stefania Sacco Piercarlo Schon Daniele * (aggiornato al maggio 1999)
Balducci Filippo Marchetti Luca Zicari Stefano Saccon Christian Sola Beltrami Elisabetta
Balocco Tatiana Marcuglia Caterina Zonta Beatrice Santi Giuliana Sorrentino Raffaele
Bardini Davide Maresca Loredana Zuccotto Elena Schrott Thomas Teodoro Carlo
Bastanzetti Francesca Mari Alice Sciarretta Franca Tessari Federica
Beltrami Roberto Marrai Cristina violino Serradimigni Grazia Trevisiol Pietro
Bertagnin Monica Maurizzi Pierpaolo Sommati Pier Domenico Tritto Vito
Berto Marica Menin Fabrizio Alarcon Carlos * Sossai Dino Urli Chiara
Bet Tiziana Milakovic Biljana Arduini Paolo Sperandio Fabio
Bianchi Massimo Montali Alessandra Belli Furio Stevanato Giacobbe viola
Biondi Maria Paola Morelli Anna Belli Massimo Tchakerian Sonig
Biondi Barbara Nardi Stefania Bergamin Paolo Tentoni Tiziana Bascetta Emanuela
Bocchese Elisabetta Núñez Maria Bovina Giorgio Vagnarelli Stefano Bracci Rita
Boischio Alberto Orvieto Aldo Bruschetti Maura Valmarana Maurizio Carollo Fabio
Bolla Michele Palmas Cristina Brzoza Katarzyna Vigolo Elia Cavuoto Thomas
Bonetti Stefano Panza Giuliana Buccarella Giulia Zambon Carlo Goina Maurizio
Borsetto Lucia Pares Pojan Luis Alberto * Cabrio Giuseppe Zampolli Stefania Pagella Daniele
Bosacchi Anna Dang Anh Nga Park Sohyoung Cagnetta Michelangelo Zanocco Giampiero Prelaz Davide
Brancaleon Luca Pavarani Ilaria Casadei Laura Righetto Davide Matteo
Brandani Barbara Pepicelli Angelo Cavuoto Simona violoncello Ronchini Maria
Brunialti Deborah Pezzetta Giovanna Comisso Francesco Jen-Chieh Yeh Donald *
Bulfon Stefano Pinto Emilija Crisanaz Federico Agostini Francesca Zaltron Davide
Cannavale Antonello Piran Pierluigi Cuscito Laura Airoldi Sara Zanni Massimo
Capanni Young Soon Polimanti Enrico Maria Dalsass Luca Arduini Stefano
Caputo Carlo Porcelli Federico De Maio Roberto Balduin Nazareno clarinetto
Carini Giuliana Raduano Fulvio Dentesani Valentino Baroni Nicola
Casadei Carla Relli Rita Di Crosta Giorgio Bergamelli Andrea Bernard Pier Luigi
Cher Paolo Ribeiro Peniche Rosa Leonor Donà Renato Bogni Daniele Carusi Elena
Coccia Massimo Ricci Eleonora Ferri Marco Borgo Elena Guiotto Francesco
Coco Simona Rigon Giovanni Battista Franchini Stefania Bronzi Enrico Lestuzzi Nevio
Cognolato Igor Rivoltini Marco Fregonese Nicola Buccarella Giovanna Sinigaglia Emanuela
Colombo Sebastiàn Rocca Paola Furini Stefano Campagnaro Teodora Teodoro Davide
Comisso Angelo Ronchini Giacomo Gianna Giorgia Crnogorac Dalibor
Cremonte Paolo Rossi Elena Giordanino Francesca Dalsass Marco flauto
Crinò Erika Salierno Maria Cristina Gradwohl Bernd Drosolini Fulvio
Cristani Claudio Saltini Luca Grandi Laura Fabiani Livio Amendola Andrea
Dal Cin Grazia Rita Salucci Valentina Grassano Antonella Favento Massimo Hechler Riccarda
Dal Santo Diego Saponara Patricia Griffith-Jones Joanna Ferretti Marco Porcile Daniele
Damaschi Raffaella Scaioli Antonio Infanti Nicola Ferri Enrico Ruggieri Eugenia
De Natale Claudia Scattarregia Luisa Ivicevic Rossella Ferri Marco Zehnder Kaspar
Fabbro Luca Sciarretta Lara Jurkowska Agnieszka Franchini Raffaele
Fagone Stellario Sgura Maria Cristina Lot Michele Francini Jacopo * Studenti del Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico
Falci Fabio Signorato Erika Luowerse Lisa * Frezzato Marco
Falloni Matteo Sivilotti Valter Malikian Ara Garofano Gabriele
Feola Angela Sollini Marco Manara Francesco Gosio Francesca
Ferrati Massimiliano Soranzio Laura Mastalli Antonio Gradwohl Harnes
Ferrazzi Alberto Sorrentino Pia Menozzi Carlo Grion Mara
Franceschini Silvia Teo Yee Leng * Mercik Teresa Ikonomu Ellena *
Franceschini Irene Terekiev Victoria Messinis Luisa Makowski Miroslav
Franchini Cecilia Tirindelli Patrizia Micucci Leonardo Mancuso Serena
Fukui Chizu Tognina Rachele Moretta Antonio Mayr Matthias
Fukui Chiho Tomat Flavia * Nigro Roberto Olilla Anna *
Furfaro Maria Romana Toppan Marina Papandrea Elisa Palermo Diego
Garbin Giulio Torlontano Giovanni Pellegrini Andrea Pepicelli Francesco
Gilardi Paolo Torzullo Roberta
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Marzo 1999, davanti alla Scuola 23
da sinistra: Marino Vocci (sindaco di Duino)
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Michele Zanetti
Roberto Damiani
Enrico Bronzi
Renato Zanettovich
Dario De Rosa
David Sutcliffe
Giovanni Romani
Fedra Florit
Marzo 1992
Renato Zanettovich
con Viktor Pikaizen
all’aeroporto di Ronchi dei Legionari
Aprile 1998, 1994
l’ultima immagine di Amedeo Baldovino Il Trio di Trieste
alla Scuola del Trio di Trieste nel giardino della Scuola
Marino Vocci
Michele Zanetti
Roberto Damiani
con Fedra Florit,
mentre esaminano il progetto
di questa pubblicazione
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