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Published by lapazienzadiercolino, 2019-01-14 11:46:37

GIOVANI

GIOVANI

LE PAROLE
DELLA

COSTITUZIONE

…viste dai giovani.





Lavoro a cura della 3^D della scuola media Teresa
Confalonieri di Monza e del prof. William Pioltelli.

Copertina a cura della prof.ssa Linda De Giuseppe e le sue
ragazze.

Supervisione della prof.ssa Maria Grazia Romanini per la
traduzione delle parti in inglese.

Un antropologo affermerebbe tranquillamente che la Costituzione
è un atto culturale, che mostra in sintesi la specifica identità storica
e culturale di una comunità civile e politica.
Vi è antropologicamente un’affinità tra le parole dei testi sacri e
quelle dei testi costituzionali perché entrambe sono parole
fondanti e significanti.
Nel linguaggio antropologico il sacro con coincide con il
confessionale; lo spazio sacro è un luogo dello spazio pubblico che
viene separato da un segno, visibile a tutti perché a tutti ne sia nota
la posizione, quasi a volerne determinare la funzione orientativa.
Lo spazio sacro, con il suo contenuto spesso variabile, determina
poi ogni aspetto pubblico e privato, consapevole o inconsapevole
della vita della comunità, venendo anche a generare e perpetuare
la forma delle relazioni civili e del potere politico, anche tra la
vecchia e la nuova generazione.
Consegnare quindi le parole della nostra Costituzione ai più
giovani, non è un atto opzionale ma dovuto, pena la scomparsa
appunto di un’identità, la nostra e quella della comunità di cui
siamo e facciamo parte.
Infine è opportuno ricordare che la Costituzione rappresenta un
patto, un ponte tra passato e presente, una comune alleanza per il
futuro, nei termini di una comunità di destino. Negarla,
stravolgerla, anche solo nella sua materialità, rappresenta un
abominio e un’offesa profonda all’umanità che Essa ancora oggi
concorre significativamente a plasmare.

Diamo spazio dunque alle parole che plasmano la nostra realtà
sociale e civile in termini di solidarietà, di autonomia, di creatività,
senza mortificarne il senso, sia relegandolo in un passato che non
considera le biografie individuali, sia asservendole a logiche
educative prima e politiche poi che rischiano di essere logiche
faziose e di parte, laddove non siano, pur in maniera mascherata,
probabilmente individualistiche.
Quindi ben vengano i giovani!

Il prof.



SOVRANITÁ

Questa parola ha un’enorme importanza sia nella mia vita che
nella costituzione.
Se non ci fosse questa parola la costituzione, quindi l’Italia,
avrebbe dei seri problemi. Questa parola nella vita di ogni giorno
si manifesta e decide completamente il tuo giorno. Tutti i di’ ha
una grande influenza e ci capita di esserne succubi esempio
banale: noi ai nostri genitori anche se in questo caso loro spesso
fanno di tutto per il nostro bene comunque se in mani “sbagliate”
può creare grossi problemi, per questo motivo nel 1* principio
della legge accanto a “sovranità”, c’è “appartiene al popolo”. In
questo modo, attraverso le elezioni e i referendum, il popolo può
esprimere quello che vuole e che soddisfa di più la nazione
italiana.

Luca Magni - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



PATRIMONIO ARTISTICO

“Patrimonio Artistico” queste due semplici parole descrivono la
nostra penisola da nord a sud e da est a ovest, questo periodo si
estende fin dall’epoca degli Etruschi fino ai giorni nostri.
Il nostro patrimonio artistico corrisponde al 50% del patrimonio
artistico mondiale, questo ci può far capire quanto l’Italia sia ricca
di molteplici forme d’arte; che spaziano dalle costruzioni (castelli,
palazzi, manieri…), alla pittura, alla scultura e alla scienza.
Questa immensa ricchezza artistica che noi abbiamo è un vanto
per tutto il paese e secondo me, oltre a questo, abbiamo diversi
personaggi che hanno contribuito a far diventare l’Italia un museo
a cielo aperto e noi a loro dobbiamo davvero tanto.
Il nostro patrimonio, attira svariate migliaia di turisti culturali
tutto l’anno, che vengono ad ammirare i nostri maestosi
capolavori artistici; e da non sottovalutare la grande presenza di
studiosi e ricercatori negli ultimi anni.
Queste due parole, nella mia vita, significano davvero tanto… per
me l’arte è una cosa meravigliosa, che mi regala sensazioni che
neanche saprei descrivere, è un pezzo della mia vita, forse quello
che amo di più. Molte volte, noi, sottovalutiamo l’importanza
storica che il nostro paese ha avuto e ha ancora perché siamo
talmente abituati a tutto questo, che neanche ce ne rendiamo conto
che stiamo vivendo in mezzo ad un patrimonio artistico che
corrisponde a 219 miliardi di euro.

Eleonora Scarsi - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



DIFESA

Mi sono chiesta come io abbia imparato a difendermi nel corso
della mia crescita. Mi sono altresì chiesta, da cosa io avessi dovuto
e/o debba difendermi. Nel provare a recuperare i miei ricordi, il
mio concetto di difesa, è senza dubbio legato alla tutela che i miei
genitori hanno avuto nei miei confronti.
Ho imparato a difendermi perché qualcuno ha difeso me.
Qualcuno che mi ha ritenuto indifeso e debole per quella
situazione, ma soprattutto qualcuno che mi ha voluto e vuole
bene. Io ho imparato a difendermi sulla base del valore che una
persona deve avere.
Difendermi da cosa? Generalmente da qualcosa che ritenevo e
ritengo ingiusto.
Normalmente da gesti prepotenti, prevaricatori. Da parole dette
volgarmente, da sguardi minacciosi. Da incuranti di in-difesi,
appunto. La piattaforma della difesa è il valore che ogni individuo
possiede. Non c’è differenza nel valore della vita. E la prima difesa
è proprio la tutela di tale valore.
E non perché esistano leggi universali che regolano tale tutela,
bensì perché la libertà e la dignità devono essere salvaguardate e
custodite preziosamente. La legge viene dopo. Prima si impara la
difesa, sin da piccoli. Si impara ad amare se stessi perché si ha
valore. Si impara l’autostima, il bello di chi si è. La difesa è la
naturale conseguenza di una valida autostima.

Ludovica Rosati - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



IL DIRITTO

Il diritto è ciò che molte persone ai giorni d’oggi manca. Il diritto
è quello che soprattutto alle donne manca. “Le donne non hanno
il diritto di guidare”, “le donne non hanno il diritto di uscire”, “le
donne non hanno il diritto di fare questo, di fare quello,” ecc.…
Perché sto facendo degli esempi così?
Beh, diciamo che sono l’esempio più concreto. Sapete cos’è
successo poco tempo fa? Il 16 gennaio a Gedda, in Arabia Saudita,
c’è stata la finale di Supercoppa Italiana. Come sapete, in Arabia
Saudita (e non solo) le donne non hanno il diritto di fare molte
cose, soprattutto di andare ad eventi importanti e a delle feste.
Questa volta però, hanno avuto il diritto di andare allo stadio. Però
non con il loro marito. Le donne avevano un posto riservato
esclusivamente per loro e i bambini negli ultimi posti in alto allo
stadio, mentre gli uomini stavano dove volevano. Questa
decisione ha causato molti problemi, persino in Italia.
Io di politica non me ne intendo molto, ma sinceramente non farei
mai una cosa del genere. È una decisione ingiusta, perché siamo
tutti uguali. Le donne non sono diverse dall’uomo. “Le donne
devono stare a casa a pulire”, “Le donne devono educare i
bambini” ….
Ma perché una donna deve subire tutto questo? Perché deve fare
tutto quello che dice l’uomo?!
Spero vivamente che prima o poi queste “leggi” riguardo alle
donne spariranno, anche perché secondo me è da ignoranti

credere e darci “retta”. In realtà non possono essere definite leggi.
Non possono essere in atto, sarebbe da ignoranti.

Non posso dire la mia esperienza personale riguardo a questo
tema, anche perché ho solo 13 anni e mezzo. Però sono sicuro che
è sbagliato trattare le donne in un certo modo. Per chi dovesse
pensarla in modo contrario provate a fare una cosa: mettetevi nei
panni nelle donne. State a casa voi a pulire, state voi a casa quando
ci sono delle feste. Vi divertite? Non credo…

Andrea De Luca - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



GIUSTIZIA

La giustizia è l’ordine dei rapporti umani che ha la funzione di
riconoscere se il comportamento di una o più persone sia corretto
o no nei confronti della legge.
Naturalmente per determinare questo bisogna possedere un
codice in cui siano classificate le azioni considerate ingiuste in una
certa comunità.
Esistono vari modi con cui fare giustizia (carceri, arresti
domiciliari) ma, per me, uno di questi non è sicuramente
l’omicidio della persona considerata colpevole.
Il fatto di uccidere per un comportamento grave è un’idea senza
fondamento; non si può pensare che solo perché ha fatto uno o più
errori nella propria vita una persona debba essere giustiziata
mediante la pena di morte.
Eppure i paesi che ancora oggi possiedono, nella loro legislazione,
questo tipo di punizione sono molteplici, per esempio: Cina, India,
Giappone e USA sono alcuni di questi.
Infine penso che la giustizia sia la possibilità data ad alcune
persone di cambiare, di ammettere i propri errori e cercare di non
commetterli nuovamente; questo, secondo me, non può essere
fatto togliendo la vita a uomini e donne che, come ogni essere
umano, hanno la facoltà e la possibilità di cambiare strada per le
loro vite.

Filippo Faralli - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



EGUAGLIANZA

Questo articolo stabilisce il principio di uguaglianza di ogni
persona senza distinzioni di sesso, razza (etnia), religione, lingua
e condizioni personali, nello stesso tempo esso obbliga lo Stato a
garantire pari rispetto, onestà e correttezza verso chiunque.
Lo stato continua però ancora a distinguere gli uomini dalle donne
e ad essere maschilista, ad esempio: c’è mai stato un presidente
donna?... Oppure perché pagano più gli uomini rispetto alle
donne?... Le donne potrebbero anche rimanere in gravidanza e
perdere dei mesi di lavoro, ma non si può mica vietare a una
donna di mettere al mondo un bambino perché se l’avessero
imposto a tua madre ora tu non esisteresti.
Dio o qualsiasi divinità voi crediate ha messo al mondo una sola
“specie” d’uomo ed essa aveva la pelle scura e poi col passare del
tempo si è spostata in altri continenti ,ha emigrato per migliorare
la propria vita, per scappare dalle guerre e d’agenti atmosferici
come terremoti, eruzioni o tsunami; anche se abbandonare la
propria terra significa rinunciare a varie cose come ad esempio alle
proprie aspirazioni professionali: ci sono degli emigrati che nel
loro paese avevano una laurea e poi si sono ritrovati a vendere
kebab, in oltre magari hanno dovuto lasciare i loro amici o
famigliari; quindi secondo me prima di giudicare uno che fa un
lavoro del genere, bisognerebbe pensarci su più volte.
L’uomo, però, viaggia anche per la curiosità di poter scoprire
nuovi posti e lo continuerà a fare.

Non devono essere distinti i senzatetto, quelli che hanno una
carnagione diversa dalla nostra e nemmeno i disabili come in una
classe non va discriminato nessun alunno anche se è o troppo
vivace o timido, se studia o no e tanto meno bullizzarlo con frasi
crudeli.
Per come la vedo io poi dire che noi siamo tutti uguali è come dire
che siamo tutti diversi ma dobbiamo capire che la “diversità” non
è per niente affatto una cosa negativa, anzi è una ricchezza: ciò che
è importante è conoscere l’altro, capire ciò che lo rende diverso e
rispettarlo in tutto e per tutto.

Giorgia Piazza - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



TUTELA

La tutela è una forma di protezione verso i minori, i più deboli, gli
anziani, gli immigrati, i poveri, i socialmente instabili e i malati
psichiatrici, ma anche dei beni culturali, dell’ambiente, dei diritti
fondamentali, della salute, della privacy….
Nella vita di tutti i giorni si sente spesso parlare della tutela dei
minorenni esercitata dal tribunale dei minori, che prende
decisioni in accordo con la famiglia e osservando sia i diritti del
minore sia il bene della società. Infatti il giudice può decretare
diverse sentenze in questo ambito: quando i genitori si separano,
il giudice decide a chi assegnare la custodia del figlio: oppure
quando il ragazzo si trova in una situazione difficile (ha commesso
un reato o una violazione del regolamento scolastico, ha fatto uso
di sostanze proibite che danno dipendenza), il giudice può
decidere di far vivere il minore per un certo periodo di tempo in
una casa-famiglia e seguire un percorso di disintossicazione e di
riabilitazione e poi reinserirlo nella comunità in cui viveva. Questa
autorità giuridica ha l’importante funzione di rieducare il minore
per interesse personale e comune, facilitando la vita del singolo
individuo e della comunità.

La tutela degli anziani svolge un ruolo importante nella vita della
comunità. Infatti gli anziani conservano la storia della comunità e
come noi hanno il diritto ad avere assistenza ed opportunità forse
anche maggiori rispetto a noi. Gli enti locali hanno il ruolo di farli
sentire al centro della vita comune, rendendoli partecipi di eventi
ed incontri, edificando infrastrutture fruibili da loro e

promulgando leggi che, seguendo l’esempio della Cina,
introducano anche in Italia la “pietà filiale “a norma di legge.
Infatti anche figli e nipoti ricoprono un ruolo fondamentale nella
partecipazione alla comunità da parte degli anziani. Anche
l’avvicinamento alle nuove tecnologie deve essere supportato e
incentivato per favorire la loro l’inclusione nella società moderna
e digitale.

La tutela dei beni culturali consiste nella conservazione e
ripristino di monumenti, opere d’arte, libri ed edifici presenti sul
nostro territorio. La conservazione dei beni culturali ricopre un
ruolo di primaria importanza nella promozione del turismo locale
e nella preservazione dell’enorme bacino culturale che la nostra
penisola conserva e di cui siamo giustamente orgogliosi. Da
questo orgoglio deriva però anche una grande responsabilità.
Tutti noi siamo tenuti, nel nostro piccolo, a contribuire
attivamente alla conservazione dei monumenti locali con piccole
spese atte a lavori di restauro per ripristinare i numerosi beni che
versano in cattive condizioni e che negli anni passati non sono stati
presi in considerazione. Dal canto loro, anche gli enti locali
devono partecipare attivamente incentivando attività che abbiano
un riscontro concreto sui beni culturali italiani e gestire
oculatamente i fondi per svolgere restauri e ricostruzioni nelle
zone che sono state scosse da catastrofi naturali come terremoti ed
alluvioni.

La tutela dei dati personali è una sfida imposta dall’avvento delle
nuove tecnologie digitali che offrono possibilità maggiori, ma che
ci espongono a rischi proporzionalmente maggiori. Infatti mentre

navighiamo su Internet ci esponiamo ad hacker e “pirati
informatici “che sono in grado di rubarci dati ed informazioni
personali che ci appartengono. Per difenderci da questi rischi
concreti esistono corsi che ci introducono ai segreti
dell’informatica e che ci rendono consci dei pericoli in cui
possiamo incappare utilizzando Internet. Inoltre la Polizia Postale
ha spostato il suo raggio d’azione dalla corrispondenza cartacea,
ormai quasi superata, a tutto ciò che riguarda la sicurezza
informatica. Anche le grandi multinazionali, i servizi on-line e
tutti i siti internet che visitiamo quotidianamente hanno accesso ai
nostri dati personali, e conseguentemente sono sottoposti a severi
regolamenti che impediscono loro di utilizzarli a scopo di lucro,
tutelando il nostro diritto alla privacy.

Giorgio Sciffo - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



PENA DI MORTE

Come si può punire un assassino uccidendo? Questa sanzione è
stata eliminata in molte parti del mondo ma in alcuni paesi, quali
Bielorussia, Cina, India, Stati Uniti d’America e Giappone è ancora
in vigore. Viene applicata ai cittadini colpevoli di omicidio, alto
tradimento, in alcuni casi traffico di droga, stupro e rapina e
addirittura incesto e omosessualità`. A parer mio, questa
esecuzione è insensata e ingiusta. Il diritto di vivere, per quanto
un individuo possa aver fatto un’azione sbagliata, deve essere
garantito a tutti. Inoltre ritengo che applicare la pena di morte alle
persone omosessuali sia più che scorretto perché` nessuno ha il
potere e il diritto di vietare a qualcuno di amare. Come ho studiato
con i miei compagni l’anno passato Cesare Beccaria fu il primo a
trattare questo argomento. Il granducato di Toscana fu il primo
stato al mondo ad eliminare la pena di morte grazie al nuovo
codice penale firmato da Pietro Leopoldo di Lorena. Parliamo del
1786, tantissimi anni fa! Grazie all’opera “Dei delitti e delle pene”
Cesare Beccaria riuscì ad immettere nelle menti della gente di
quell’epoca l’idea che la pena di morte non fosse la giusta
soluzione a certi crimini. Nel periodo illuminista in cui visse
questo illustre pensatore molte idee nuove cominciarono a nascere
tra gli uomini essendo essi come illuminati dalla luce della
ragione.

«Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà,
che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per
allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio».

La frase qui sopra, tratta dall’opera di Beccaria, rispecchia ciò che
penso di questa pena: è lo stato il primo a compiere un grave
crimine per punirne uno grave allo stesso livello. Come ho potuto
osservare in questi anni, i metodi per sancire questa pena di morte
furono e sono differenti: dalla crocifissione in epoca romana, alla
ghigliottina durante il periodo della rivoluzione francese e alla
sedia elettrica utilizzata negli Stati Uniti d’America.
Il boia era ed è la figura che infligge la pena di morte mediante la
sedia elettrica.
A far partire la scarica elettrica è più di uno, in modo che non si
sappia chi abbia realmente dato “il colpo mortale” e non si senta
“sulla coscienza” la morte.
A questo punto non ha senso eseguirla poiché è meglio che il
criminale viva la sua vita riflettendo su ciò che ha fatto, magari
pentendosene, e in caso contrario vivendo per sempre immerso
nel rimorso e nei sensi di colpa.
Troviamo questa parola nell’articolo 27 della Costituzione
italiana.
I padri e le madri costituenti hanno eliminato la pena di morte
dalla nostra costituzione e l’hanno resa non eseguibile nella nostra
repubblica democratica.
«La responsabilità penale è personale. L'imputato non è
considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non
possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e
devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa
la pena di morte».

Ilaria Santangelo - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



LIBERTÀ

Libertà è forse una delle più belle parole che troviamo all’interno
della nostra Costituzione.
Il concetto di libertà è un concetto che deve essere valido e
garantito per tutti. La libertà non fa distinzioni in base al genere,
al colore della pelle, alle proprie origini, al credo religioso e alle
opinioni politiche.
Ognuno deve avere la propria libertà ed essa deve essere uguale
per tutti perché, come diceva Martin Luther King: “Fino a che tutti
non sono liberi, nessuno è libero”.
Come recita l’art. 13 della Costituzione italiana: “La libertà
personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o
perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà
personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei
soli casi e modi previsti dalla legge “.
All’interno di una collettività quindi la libertà individuale deve
essere esercitata nel rispetto di quella altrui; una citazione sempre
di Martin Luther King, dalla quale tutti dovremmo trarre
insegnamento, è: “La mia libertà finisce dove comincia la vostra.”
Attualmente l’Italia è un Paese libero grazie alle conquiste
raggiunte dopo varie lotte e ribellioni messe in atto dai nostri
predecessori. In altri stati del mondo, invece, le persone mettono
a rischio la propria vita combattendo per ottenere la loro libertà e
ciò ci permette di capire l’enorme valore che una parola così corta
può avere per l’umanità.

La parola “Libertà” nella mia vita significa molto: mi concede di
esprimermi, di dire la mia opinione pubblicamente, ma
soprattutto mi permette di essere me stessa e sono certa che
continuerà a rimanere così perché la libertà è un bene inestimabile
che nessuno di noi vorrebbe mai perdere.

Irene Gianferrara - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



SICUREZZA

La sicurezza è intesa sotto grandi campi esempio la sicurezza sul
lavoro o la sicurezza informatica.
con “sicurezza sul lavoro” si intendono tutte le misure che
vengono messe in atto per rendere sicuri i posti di lavoro, per
evitare i rischi che possono essere connessi a ogni attività
lavorativa, per ridurre o eliminare il rischio di infortuni, di
incidenti o di malattie.
come sicurezza informatica (cyber security) si intende strategie da
applicare affinché i sistemi informatici siano sicuri.
La sicurezza dei sistemi informatici deve garantire la disponibilità
e l’integrità dei dati.
Per riconoscere se un sistema informatico è protetto si individuano
rischi minacce e vulnerabilità affinché non possa essere soggetto
ad attacchi informatici.
La cyber security anderebbe progettata sin dalla nascita del sistema
informatico. Spesso si crede che gli attacchi informatici colpiscano
solo chi non ha alcuna competenza informatica.
La verità è che gli attacchi informatici possono colpire la maggior
parte dei soggetti e inoltre, ad azione avvenuta, non è facile
ripristinare la situazione iniziale.
Per questo la prevenzione è l’elemento più importante quando si
parla di sicurezza informatica e può far risparmiare parecchie
risorse.

Veronica Borra - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



MINORANZE LINGUISTICHE

In Italia esistono molte minoranze linguistiche a causa di vicende
storiche che hanno portato la formazione di comunità minoritarie,
diverse per lingue e tradizioni culturali.
L’art. 6 della Costituzione ha permesso di tutelare le minoranze
evitando che scomparissero.
Questo è particolarmente importante perché attraverso una lingua
le persone esprimono anche l’appartenenza ad una determinata
cultura.
L’articolo 6 riconosce il “diritto alla differenza”.
Io penso che sia giusto che lo Stato tuteli le diversità e consenta
anche a chi ha una lingua minoritaria, ha diverse tradizioni
culturali o una diversa religione, di convivere con la maggioranza.
Penso che una democrazia debba tutelare le scelte personali e
consentire di poterle esercitare anche se condivise da pochi.
È vero che lo Stato deve porre dei limiti per garantire una
convivenza sicura e pacifica tra i cittadini, ma ognuno deve potersi
esprimere secondo i propri valori ed esercitare le proprie scelte, se
non danneggiano gli altri.
Il pluralismo dà la possibilità di imparare nuove culture, imparare
a parlare nuove lingue, potersi confrontare con idee diverse, poter
scegliere cosa è meglio per sé e non essere tutti uguali.
Tutte le volte che mi è capitato di confrontarmi con culture
diverse, questo confronto mi ha arricchito molto.

Viola Tassini - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



PACE

Mia cugina mi fa spesso questa domanda: “Se avessi a
disposizione tre desideri, che cosa chiederesti?” Questa è una delle
poche cose di cui sono sicura, come primo desiderio chiederei la
pace nel mondo. Oggi siamo abituati a ragionare che la pace sia
un valore garantito per tutti i Paesi del mondo, ma in realtà non è
così. Anche la stessa Europa durante il 1900 fu devastata dalle due
guerre mondiali e successivamente dalla Guerra fredda, e
tutt’oggi purtroppo molti Paesi del mondo, in Europa, in Medio
Oriente, in Asia, in Africa e in America Latina, in tutto 70 dai dati
del 2018, soffrono ancora questa situazione, tenendosi ognuno per
sé il proprio desiderio: la pace.
“L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati,
alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce
le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” Dall’Articolo
11 della nostra Costituzione si impara una lezione molto
importante: la pace come elemento contro la guerra, come vero
strumento di difesa e di civiltà.
Come molti Paesi del mondo, anche l’Italia fu coinvolta quindi
nelle due guerre mondiali, e dal 1948, con la Costituzione italiana,
ripudia la guerra e si impegna, come dovrebbero fare tutti gli altri
Stati, a mantenere la pace e la collaborazione fra le Nazioni.

Dal 1981 le Nazioni Unite hanno infatti proclamato il 21 settembre
giornata internazionale della pace, nella quale ogni anno si
invitano i Paesi di tutto il mondo a dedicare una giornata alla pace
e alla non-violenza e a cessare le ostilità almeno per questa
ricorrenza. Ma il cammino per la pace ha avuto origine
precedentemente.
“La civiltà moderna ha posto come proprio fondamento il
principio della libertà, secondo il quale l'uomo non deve essere un
mero strumento altrui, ma un autonomo centro di vita.” Questo è
l’incipit del manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita,
scritto dai giovani intellettuali Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi,
tra il 1941 e il 1944, durante il periodo di confino nell’isola di
Ventotene e considerato uno dei cardini fondanti dell’Unione
Europea. Questo è l’insegnamento che i miei compagni e io
abbiamo appreso l’anno passato, studiando le radici dell’Unione
Europea: dei giovani intellettuali relegati al confino in una piccola
isola del Mar Tirreno, trasformata in carcere, hanno avuto la
lungimiranza di poter sognare la realizzazione di un’Europa, e
forse di un mondo, di libertà, di collaborazione e, soprattutto, di
pace.
Fin da piccola mia madre mi racconta del mio bisnonno, che aveva
combattuto durante la seconda guerra mondiale perché era
vissuto in un mondo che riconosceva la guerra come modalità di
confronto in cui si era abituati “a rispondere sempre di sì ad ogni
comando che venisse dall’esterno”, per poi realizzare l’infinita
bellezza della libertà e della pace al fine di “non essere più,
insomma, uomini privi di una vita interiore attiva e cosciente”
(Franco Catalano, 4 gennaio 1942).

Penso infatti che la pace, come conseguenza della libertà, nasca
dentro ognuno di noi come valore insostituibile ogni giorno della
nostra vita; è un sacrificio quotidiano che si può perseguire
partendo da se stessi e coltivando la propria pace interiore fin
dalle più piccole cose per diventare portatori di pace,
proteggendola e diffondendola in tutto ciò che c’è intorno a noi, in
tutte le persone, in tutte le Nazioni, fino a raggiungere il mondo
intero. Questo è mio desiderio.

Margherita Puleo - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



PARI DIGNITÀ SOCIALE

Pari dignità sociale, queste tre parole rappresentano il risultato,
non ancora totale, di anni e anni di lotta per raggiungere
l’uguaglianza tra gli esseri umani. La cosiddetta pari dignità
sociale vale sia per il cittadino che per lo straniero.
Come appunto dicevo questa dignità sociale non è ancora del tutto
eguale tra le persone nel mondo. Se si pensa all’uguaglianza tra
uomo e donna per esempio (citata negli articoli 3, 37 e 51 della
costituzione). Nella storia ci sono stati grandissimi sviluppi a
riguardo ma non si può ancora affermare che ci sia una piena
eguaglianza sociale tra i due sessi. Ci basta pensare ad una cosa
banale e quotidiana come lo sport, nella società di oggi ancora si
pensa che alcuni sport siano “da uomini” o “da donne” e
personalmente credo che sia insensato ed ingiusto dire alle
persone cosa dovrebbero o non dovrebbero fare o, dal mio punto
di vista ancor peggio, chi dovrebbero o non dovrebbero amare.
Perché si, l’uguaglianza tra uomo e donna non è l’unica al mondo
che si cerca di raggiungere totalmente, nel 2019 le persone
vengono ancora discriminate o addirittura penalizzate a causa del
loro orientamento sessuale.
Le persone con un orientamento sessuale diverso da quello etero
vengono discriminate da una categoria di persone chiamate
omofobici. Se analizziamo il termine omofobia notiamo che è
presente la parola “fobia” ovvero paura, perché in fondo è questo
che porta alla discriminazione: la paura del diverso.

Ma purtroppo, queste non sono le uniche situazioni
discriminatorie nella nostra società. Quando si parla di paura del
diverso, viene molto trattato l’argomento del razzismo ovvero una
tendenza nel pensare che una persona sia superiore o inferiore ad
un’altra a causa del paese di provenienza o della religione che
professa. Ma come diceva il grande scienziato Albert Einstein “Io
appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”. E, a parer
mio, è così che dovrebbe essere il pensiero unanime della nostra
società: ognuno è libero di essere, fare, amare ciò e chi vuole, senza
la paura del giudizio degli altri.

Asia Ruta - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



LA BANDIERA

La parola bandiera deriva da banda (colorata) cioè striscia dipinta.
La bandiera come l’inno è un esempio per simboleggiare la
nazione.
Ogni bandiera ha una storia e un significato per esempio la
bandiera dell’Italia è un tricolore composto da tre bande verticali
di uguali dimensioni.
Partendo dall’asta i colori sono: verde, bianco e rosso.
Il 7 gennaio la stessa bandiera è protagonista della Giornata
Nazionale della Bandiera. Come altre bandiere, anche l’italiana si
ispira alla bandiera francese introdotta con la rivoluzione del 1789.
Quando l’armata di Napoleone attraversò l’Italia, a partire dal
marzo 1796, bandiere di foggia tricolore vennero adottate tanto
dalle varie neonate repubbliche giacobine, quanto dai reparti
militari che affiancavano l’esercito francese.
Il tricolore italiano nasce ufficialmente il 7 gennaio 1797 a Reggio
Emilia come bandiera della Repubblica Cispadana, proposto da
Giuseppe Compagnoni.
Il colore nazionale dell’Italia è invece l’azzurro (derivato dal blu
di casa Savoia, a sua volta frutto di una antica dedica alla
Madonna), il quale campeggia parallelamente alla bandiera in
eventi militari, sportivi ed istituzionali.
La bandiera italiana ha due significati, uno romantico, in questo
caso il verde rappresenta le pianure dell’Italia, il bianco
rappresenta le nevi delle Alpi e degli Appennini e il rosso il sangue
versato dai nostri compatrioti per l’unione della nostra terra.

L’altro significato si riferisce alle virtù teologali e in questo caso il
verde simboleggia la speranza, il bianco la fede e il rosso la carità.
Tutta la speranza della nostra vita come nazione esce dalle pieghe
ondeggianti di questa bandiera.

Stefania Micu - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



PENSIERO

Oggi viviamo in una società dove giornali o/e tv vengono
arricchite di news e anche pensieri di gente conosciuta in tutto il
mondo.
Non sempre però le persone concordano con i pensieri altrui:
molti insultano quella determinata persona e poi cercano di
convincerlo a cambiare idea.
Molti non si accorgono che andando avanti così non si fa altro che
peggiorare solo le cose.
Come si può insultare una persona solo perché ha espresso un suo
pensiero? Mi domando sempre questa domanda ma senza una
precisa risposta.
Secondo me ognuno può dire quello che vuole senza essere
influenzato da qualcun altro e tanto meno essere insultato.
Nessuno può giudicare una persona soltanto per un pensiero.
La società non deve essere un segno/simbolo di odio ma bensì di
libertà.

Cristina Beja - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



RICERCA SCIENTIFICA

La ricerca scientifica è una delle cose più importanti che un uomo
possa fare perché la ricerca ha come scopo quello finale di aiutare
le persone che stanno male.
Il processo per aiutare le persone malate è molto lungo,
inizialmente si studia la malattia, cosa la forma e cosa provoca
nell’uomo, finito questo studio, si inizia a cercare una cura, o
almeno qualcosa che possa far stare meglio l’individuo affetto da
quella malattia, dopo aver individuato qualcosa si iniziano a fare
i test su dei topi da laboratorio infetti dalla stessa malattia, poi sui
cani e sui primati, come ultimo step nell’uomo.
Se si vede un miglioramento o la totale guarigione, si testa su altri
umani, fino alla vendita del farmaco. Ovviamente questo processo
richiede anni e anni di duro lavoro, ma se il farmaco funziona sarà
tutto ripagato.
Ma ci vogliono anche tantissimi soldi che i ricercatori non hanno,
e quindi si richiedono dei fondi allo stato, come Telethon oppure
vincendo dei soldi messi in palio dallo stato. Per noi ragazzi la
figura del ricercatore, scienziato in generale ci attira molto perché
il nostro futuro sarà basato soprattutto sulla scienza e quindi è
normale che vogliamo aspirare a essere coloro che un domani
forse cambieranno/miglioreranno il mondo in cui oggi viviamo.

Lorenzo Broccoli - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



ATTO

Il termine “atto” deriva dal latino actus-us e da agere che significa
“spingere, agire”. Indica un'azione, un comportamento di un certo
tipo che può essere oggetto di giudizio. In giurisprudenza si
riferisce ad un particolare fatto giuridico il cui accadimento è
voluto dall'uomo quindi un'azione che produce effetti giuridici.
Nella prassi comune invece viene utilizzato per denotare un
documento che contiene un atto.
Più generalmente può essere inteso come la manifestazione di un
sentimento, accompagnato da un atteggiamento del corpo e del
viso per cui ad eventi esterni che capitano nella nostra vita noi
diamo una risposta personale che attraverso un atto produce
risultati effettivi.
Per me l'atto è un gesto, un’azione che compiamo
volontariamente, per esempio compiere l'atto di fare i compiti, di
dormire, compiere l'atto di prendersi o assumersi le proprie
responsabilità (come prendere una nota per non aver fatto i
compiti:). In tutte queste situazioni siamo consapevoli di quello
che facciamo e dobbiamo essere responsabili perché il nostro agire
avviene in un contesto sociale.
Per questo nei nostri atti, gesti, comportamenti vi è da parte nostra
una certa “libertà” sull'obiettivo da compiere però dobbiamo
anche capire bene se quello che stiamo facendo è giusto e corretto
o se stiamo esagerando. Ecco perché il nostro agire deve essere
responsabile, perché solo un agire responsabile evita di procurare
danni a cose e persone dell'ambiente che ci circonda. Legislatori


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