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Published by lapazienzadiercolino, 2019-01-14 11:46:37

GIOVANI

GIOVANI

illuminati hanno scritto delle norme su come comportarsi che
ritroviamo nei Codici Civili e Penali e nelle loro modalità di
attuazione di Procedura Civile e Penale.
Tuttavia i nostri atti, il nostro agire sono anche il risultato della
nostra storia. L'atto è anche la nostra storia, quello che abbiamo
fatto, che ha inciso nella nostra storia. L'atto, quindi è un’azione
molto importante nella mia vita, per esempio: scegliere il liceo o
l’università, quale frequentare, a seconda della scelta la tua vita
cambierà, potresti avere un lavoro all' estero avendo fatto il
linguistico o diventare un fisico allo scientifico o un artista avendo
fatto l'artistico. In conclusione questo per me è l'atto, un’azione
volontaria molto importante che ha il potere di cambiare la tua
vita e che siamo noi a scegliere e determinare.

Federico Zaroli - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



ECONOMIA

La parola che ho scelto è “economia”, ed è usata per parlare
dell'organizzazione e dell’utilizzo delle risorse.
Che in questo caso riguarda il nostro paese e le regioni che ne
fanno parte.
Per me l'economia oltre a essere una parola che mi affascina e che
provo sempre piacere quando devo fare delle ricerche su
l'economia di paesi, è anche una parola che credo centri nella mia
esperienza personale.
Avendo origini campane dai miei genitori l'economia per me in
questo caso è minima. Mio nonno ad esempio ha un orto insieme
a un suo amico dove coltivano frutta e verdura tra l'altro qualcosa
viene anche venduta e ogni volta che vado mi diverto ad aiutarlo.
Forse non è per ora proprio economia ma è una delle mie
esperienze.
Avendo anche uno zio in Puglia che ha un negozio di souvenir e
si occupa di turismo, molte volte lo aiuto sia con i suoi souvenir
per il negozio ma anche con tutto ciò che riguarda il turismo
ovvero l'economia che c'è in questa in quella regione. Anche a
scuola devo dire che ho avuto una esperienza “studio”
sull’economia, grazie alle ricerche di paesi e mi piace molto
informarmi sui vari tipi d turismi economia che ci sono in altri
paesi ho appreso molte cose ma continuo a credere che per ora
nonostante sia bello abbia avuto poche esperienze vere
sull’economia ma che comunque che ho scritto poiché le ritengo
valide.

Martina Angrisani - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



INVIOLABILE

La parola inviolabile è una parola che appare molto spesso nei vari
articoli della costituzione italiana, principalmente nel 13° (la
libertà personale è inviolabile), nel 14° (la libertà personale è
inviolabile...), nel 15° (il domicilio è inviolabile…) e nel 16° (la
libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma
di comunicazione sono inviolabili).
Io però mi soffermerò soprattutto sugli articoli 13 e 14. In entrambi
è usata la parola inviolabile, ma io credo che sia usata con una
leggera sfumatura di differenza: nell’articolo 13 si parla della
libertà personale, e perciò dei diritti di ogni persona che vive sul
suolo italiano.
Si dice che è considerato reato se si dovesse andare contro a questa
libertà, possiamo perciò dire che in questo caso la parola
inviolabile sia anche sinonimo di intoccabile, una persona
considerata innocente che non può essere sequestrata o
imprigionata senza un permesso specifico rilasciato dalla legge.
Invece nell’articolo 14 si parla di un luogo reale come la casa in cui
ci sentiamo al sicuro, ed entrare senza permesso è un reato, perciò
tecnicamente questo luogo è inviolabile non perché è impossibile
entrarvici, ma perché se si dovesse entrare all’interno senza
permesso sarebbe un reato.
Se cerchiamo sul dizionario il significato della parola inviolabile
troviamo il significato di una particolare cosa che non si può
violare, che non si deve violare; in questo caso la prima definizione
è il significato denotativo, la seconda è il significato connotativo,
negli articoli della costituzione italiana entrambi gli inviolabili

sono usati secondo il significato connotativo, quindi figurato (non
si deve violare).
Io personalmente non uso spesso questa parola, e se la usa solo in
senso figurato, questo perché penso di avere degli amici che non
sono per niente possessivi rispetto le loro cose, ed io penso di
essere come loro.

Filippo Trara - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



DOVERE

La parola dovere, letteralmente, significa dovere morale e
materiale, tutti sono tenuti a rispettare ed onorare, oppure ciò che
è giusto, o, oppure “sentirsi in dovere di fare”. Ci sono tanti tipi di
doveri, ad esempio il dovere di difendere la natura, il dovere di
lavorare per la comunità, il dovere di STUDIARE per la
comunità… Insomma, il cittadino ha diritti, sì, ma anche doveri.
Cosa significa per me? Beh io ho il dovere di studiare, che fa parte
del diritto che ho di andare a scuola. Tutto questo è solo una mia
opinione, quindi non è detto che sia giusto. Di fatti, non studio
legge. Sono alle medie. Ritornando al nostro “discorso”, penso che
il mio (e di ogni altro ragazzo, o ragazza che sia, della mia età)
“dovere” sia quello di, appunto, studiare, e mi sembra un dovere
importante, perché andrò a sostituire le persone, (in questo caso,
nel mio, i giornalisti) che andranno in pensione. Quando sarò un
po’ più “grandicello” (come dice mio padre), il mio dovere sarà
quello (sempre nel mio caso) di informare le persone di quello che
accade, come quello di un architetto sarà quello di progettare le
case e i palazzi. In secondo luogo, scrivo della differenza tra
“dovere” e “obbligo”:
- Dovere: correlato ad un Diritto Assoluto, può essere fatto valere
nei confronti di qualsiasi individuo
- Obbligo: correlato a Diritto Negativo, può essere fatto valere nei
confronti di uno o più individui selezionati.
Sostanzialmente, il dovere viene fatto valere a prescindere da
qualsiasi cosa. È inconfutabile. Poi c’ è anche il dovere giuridico,
che è l’obbligo di osservare un dato comportamento. Per una

spiegazione con più paroloni, Il dovere giuridico è la Situazione
Giuridica Soggettiva del soggetto di diritto che deve tenere un
determinato comportamento imposto dalla norma. Il dovere può
essere positivo, quando il comportamento imposto dalla norma
consiste in un fare o dare, oppure negativo, quando invece
consiste in un non fare; nel primo caso è detto anche comando, nel
secondo divieto (ho scritto queste ultime 3 righe consultando
Wikipedia). Oltre al dovere Giuridico, c’ è quello morale, e uno qui
dice:” Ma non c’ entrano niente la parola “dovere” e la parola
“morale”!”
Infatti il Dovere Morale ha come “referente” la Coscienza. Il
dovere Giuridico si distingue dal Morale per una cosa sola, ovvero
la sanzione nel trasgredire il Dovere Giuridico. E con questo
finisco la mia parte, sperando di aver scritto cose giuste.

Francesco Gambaro - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



CHIESA

La parola Chiesa (con la “c” maiuscola) deriva dal termine greco
ἐκκλησία, e indica una società religiosa.
Nel passato la Chiesa ha esercitato un potere religioso, ma anche
politico.
I cristiani hanno adottato il termine Ecclesia per indicare sia le loro
riunioni religiose e la società dei fedeli sia il luogo in cui quelle si
celebrano (edificio).
Esistono tanti tipi di chiese legate a diversi tipi di culti: chiesa
anglicana, ortodossa, cattolica…
Io professo la Religione Cattolica e, fin da piccolo, ho sempre
frequentato la Chiesa Cattolica in cui ho seguito e seguo ancora
oggi il mio percorso spirituale.
La Costituzione della Repubblica Italiana afferma nell’ articolo 7:
“Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine,
indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti
Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti,
non richiedono procedimento di revisione costituzionale. “
Il “cristianesimo” è la religione più diffusa in Italia.
Tuttavia, lo Stato Italiano è uno stato laico, cioè fondato sul
principio dell’assoluta uguaglianza di tutte le confessioni religiose
di fronte alle leggi.
Esso garantisce completa libertà di coscienza e di culto: si può
scegliere in chi credere o scegliere di non credere a niente (cioè
essere atei) oppure scegliere di non scegliere (essere agnostici).
Personalmente credo che sia importante credere in qualcosa e sia
importante garantire la libertà di culto, frequentare la chiesa che
uno desidera rispettando sempre l’altro.

Per me il dialogo tra Chiese diverse è necessario per garantire un
buon rapporto tra culture religiose differenti.

Leonardo Pantè - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



VIOLENZA

Come dice l’ultimo pezzo dell’articolo 13 della Costituzione
Italiana: “È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone
comunque sottoposte a restrizioni di libertà.”
Con il termine violenza si intende un atto volontario, esercitato da
un soggetto su un altro, in modo da determinarlo ad agire contro
la sua volontà. Una forza "che vìola", ciò che oltrepassa il limite di
intenzione altrui. Con violenza, non si intende solo violenza fisica,
ma violenza psicologica e verbale. Ma la violenza non è solo
questo, violenza sono anche le guerre, gli abusi e le violenze
domestiche.
Un esempio concreto di violenza nella vita di noi studenti sono il
bullismo e il cyberbullismo, soprattutto nelle scuole e nelle attività
di gruppo. Insulti, video, violenza verbale e fisica e messaggi
anonimi possono danneggiare la sanità fisica e mentale delle
vittime di questi abusi. Tante volte le persone, per il troppo dolore
e le minacce ricevute, ma anche perché si è troppo piccoli per
riuscire a evitare tutte le brutte cose che si possono ignorare, non
ce la fanno e pongono fine alle proprie vite. A scuola abbiamo
lavorato su due recite che parlavano di bullismo/cyberbullismo e
uguaglianza e le abbiamo trasferite in dei contesti surreali.
Abbiamo parlato di come un video può venire diffuso in fretta e
di come può portare a far soffrire così tanto una persona. Di come
una piccola differenza può sorgere agli occhi delle alte persone
così grande. Perché fare questo a un essere umano? A una vita così
giovane che avrebbe da vivere una vita intera?

Non so cosa si provi ad essere trattata così male, non voglio
saperlo e nessuno dovrebbe essere a conoscenza di come ci si
debba sentire. Spero che si trovino delle soluzioni per questo tipo
di cose perché bisogna aiutare queste persone e far finire questi
abusi fatti da persone giovani su persone giovani, persone non
ancora mature per capire la gravità della situazione.

Alice Ballabio - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



FAMIGLIA

Personalmente per me la famiglia è la cosa che nonostante i
problemi, litigi, incomprensioni non si spezzerà mai.

-Forse famiglia erano quelle persone che sono venute in cerca di te quando ti eri
perduto. (Viky Wakefield)

Questa frase mi ricorda un po’ la mia storia. Sin da piccola mi
smarrii subito, ma per mia fortuna quattro mani, dinanzi a me, mi
presero e mi portarono nel paradiso. Loro erano la mia salvezza,
ma non solo mia, anche per mia sorella. La storia del mio passato
non fu una delle migliori ma neanche una delle peggiori, poteva
andare meglio ma poteva andare peggio, ma il destino ha voluto
così. Forse perché mi riservava un futuro migliore.

-Non scegli i tuoi famigliari. Sono il dono più grande per te, come tu sei per loro.

Il passo rispecchia quello che è successo nella mia vita. Io e mia
sorella aspettavamo con ansia qualcuno che venisse a prenderci e
portarci in un luogo dove potevamo essere amati e viceversa. E fu
così, una coppia, da un paese molto lontano, era giunta
appositamente per incontrarci. All’inizio avevo un po’ paura ma
quando la mamma iniziò ad abbracciarmi in un lampo quelle
paure che offuscavano la mia mente svanirono come polvere.

-Chiamatela clan, chiamatela rete sociale, chiamatela tribù, chiamatela famiglia.
Comunque la chiamiate, chiunque siate, ne avete bisogno.

Chiunque siamo, in qualunque modo la chiamiamo, l’uomo ha
bisogno di una famiglia dove può essere accolto a braccia aperte.

Secondo me la famiglia è l’unico luogo dove una persona si può
rifugiare. A volte può essere doloroso quando capita di perdere i
propri famigliari ma sono tanti i momenti felici e indimenticabili.

- C’erano due donne che non si erano mai conosciute. Una non la ricordi, l’altra la
chiami mamma. La prima ti ha dato la vita, la seconda ti ha insegnato a viverla. La
prima ti ha creato il bisogno d’amore, la seconda era lì per soddisfarlo. Una ti ha
dato la nazionalità, l’altra il nome. Una il seme della crescita, l’altra uno scopo. Una
ti ha creato emozioni, l’altra ha calmato le tue paure. Una ha visto il tuo primo
sorriso, l’altra ha asciugato le tue lacrime. Una ti ha lasciato, era tutto quello che
poteva fare. L’altra pregava per un bambino e il destino l’ha condotta a te. E ora mi
chiedi la perenne domanda: eredità o ambiente, da chi sono plasmato? Da nessuno
dei due. Solo da due diversi amori.

Non ho nessun ricordo della mia famiglia d’ origine ma son certa
che la mamma di pancia è stata contenta di avermi partorita. Lei
non era in grado di mantenermi, così mi portò all’ orfanotrofio
dove potevano curarmi e farmi crescere. Dall’ altra parte del
mondo una persona stava per diventare madre per la prima volta
nella sua vita.

Un’ ultima domanda annebbia la mia mente, cosa vuol dire
famiglia per me? Beh, non saprei esprimere con esattezza il vero
significato della parola ma una cosa è certa, per me ora è
indispensabile. Durante i primi quattro anni delle elementari la
mia vita era spensierata ma quando iniziai a realizzare che loro
non erano veramente i miei genitori incominciai a dubitare di me.
Ero alla loro altezza? Ma pian piano cominciai a comprendere che
loro erano i miei genitori di cuore, quelli che amavo.

Camilla Plantamura - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



LIMITE

Che cos’è realmente un limite? Un confine necessario, o
un’imposizione che siamo obbligati a rispettare, una barriera
protettiva che talvolta può andare ad intralciare la nostra libertà?
La parola “limite” può assumere diversi significati, secondo il
contesto e l’esperienza personale. Ogni persona ha un’idea, una
concezione del limite unica e differente dal resto del mondo,
dovuta al suo passato, alla sua cultura, al suo modo di essere, ma
soprattutto alle idee con cui è stato educato.
“A tutto c’è un limite”, quante volte ho sentito queste parole sulla
bocca dei miei genitori, dei miei professori, o di qualsiasi adulto
che cercasse di insegnarmi questa lezione di vita, ma non ne ho
mai veramente capito il significato, ho cercato di interpretarla a
modo mio, secondo appunto la mia visone di quello che è un
limite. Ho sempre visto il limite come qualcosa di necessario, di
indispensabile, qualcosa che nonostante a volte possa parere
fastidioso, è fondamentale nella mia vita, io ne ho bisogno, tutti ne
hanno bisogno. È molto difficile per me immaginare qualcosa che
non abbia un limite, un confine, una barriera, e anche se mi sforzo,
la mia mente si perde in un groviglio di pensieri confusi che non
riuscirò mai a concludere.
Nell’articolo 1 della costituzione italiana, il limite viene inteso
come una condizione necessaria per stare bene con gli altri, come
una regola che deve essere rispettata, la sovranità del popolo è una

cosa corretta e strettamente necessaria, ma entro i limiti e sotto i

concetti espressi dalla costituzione.

A volte mi chiedo, come sarebbe la mia vita, la vita di tutti gli

italiani, se non ci fossero i limiti della costituzione, se si vivesse

nell’anarchia totale. Ammetto che poter fare quello che voglio,

senza proibizioni e senza vincoli, è un’idea parecchio allettante,

chi non ha mai sognato di non avere ostacoli, di non avere freni,

di poter andare veloce quanto vuole, fregandosene delle

conseguenze? Ma i freni sono necessari, se non si vuole andare a

sbattere. E

io, nel mio piccolo, preferisco non concedermi delle libertà che mi

potrebbero fare piacere, ma nuocere agli altri.

Carla Innamorati - III D – Scuola media Teresa Confalonieri (Monza)



ARTICOLO 21

Ognuno è libero di pensare e di esprimere il proprio pensiero, ma
rispettando i sentimenti e le emozioni degli altri. In un gruppo di
amici, in famiglia e nella comunità in generale, tutti devono essere
liberi di vestirsi a modo loro, di professare la propria religione, di
avere i propri usi e costumi, di vivere il proprio orientamento
sessuale e di non essere obbligati a seguire la massa. È vero che
ognuno può esprimere la propria opinione, ma non si deve
arrivare al cyberbullismo, quindi rispettando sempre la privacy
altrui. Il proprio parere può non essere positivo nei confronti di
tutti, ma non bisogna mai ricorrere alla violenza e alla tortura, sia
verbale che fisica, come dice il detto “Uccide più la lingua della
spada”. Anche il bullismo e la “presa in giro” (N.d.R. derisione)
sono esempi di violenza. La libertà di pensiero include anche il
diritto di essere informati su tutti i fatti che accadono ed essere
consapevoli di ciò che succede nel resto del mondo, perché
l’informazione è fondamentale per esercitare la propria
partecipazione.
Il diritto ad essere informati correttamente da giornali, telegiornali
e blog sulle notizie di fatti reali e non sulle bufale e le fakenews
non è opzionale. Purtroppo capita spesso che l’articolo 21 non sia
applicato per ciò che riguarda gli stranieri anche con cittadinanza
italiana. Durante il Fascismo non c’era questa libertà e l’averla
introdotta ha permesso alla società civile di crescere
contrariamente a come accade in paesi come la Birmania (N.d.R.
Myanmar) e la Corea del Nord. Questi principi potrebbero essere
dimenticati e si tornerebbe al punto di partenza.

Anche in Occidente a volte forse si è superato il limite come nel
caso della satira di Charlie Hebdo, nonostante la Costituzione
francese abbia al riguardo un orientamento diverso rispetto a
quella italiana. In conclusione la libertà di pensiero e di
espressione è un diritto imprescindibile e fondamentale nella
definizione delle leggi e per la tutela dell’identità di una nazione
ma ci sono dei limiti necessari.
Tali principi devono essere applicati anche nei gruppi di ragazzi
per crescere come ragazzi che incarnino tali valori e siano capaci
di rispettare tutti a prescindere.

Gli studenti adottano la Costituzione.

LA COSTITUZIONE DI CLASSE

Art. 1
La classe è una micro società ordinatamente democratica fondata
sullo studio e sulla socializzazione. La sovranità viene esercitata
da tutti i suoi membri secondo i ruoli dettati dalla legge, dal
regolamento scolastico, dal regolamento di classe, ove esistente,
dall’età e dalle attitudini individuali.

Art. 2
La vita della classe si nutre del personale contributo e impegno di
ogni suo membro e si esprime quale importante e specifica
alleanza per la buona crescita di tutti.

Art. 3
La vita di classe esige impegno, rispetto, partecipazione attiva e
cura reciproca. Ne fanno parte gli studenti, i professori e tutti gli
adulti che temporaneamente sono legati da un’alleanza formativa.
Ogni individuo imposta i suoi rapporti con gli altri secondo
correttezza, cordialità, rispetto, cura, trasparenza e onesta. Ogni
membro deve avere la possibilità di esprimere la propria positiva
personalità senza per questo sentirsi giudicato e discriminato.

Art. 4
Tutti devono essere attivamente inclusi nel rispetto della loro
identità e personalità.

Art. 5
Nella classe si possono creare gruppi senza che questo ne
comprometta, anche temporaneamente, l’unità e la serenità.

Art. 6
Ogni studente è libero di approfondire anche autonomamente le
conoscenze disciplinari, senza che questo sminuisca coloro che
non lo fanno.

Art. 7
Nella classe vengono rispettate e valorizzate le differenze
individuali e di gruppo, siano esse tra i maschi e le femmine o
anche quando riguardano le convinzioni personali o una
condizione politica, religiosa, economica, culturale o affettiva. La
valorizzazione delle differenze non deve essere strumentalizzata
per dividere la classe o creare fazioni ma deve essere occasione e
opportunità di crescita e unità.

Art. 8
È vietato arrivare al successo personale e formativo mediante atti
disonesti o non trasparenti.

Art. 9
Tutti sono tenuti a rispettare le consegne assegnate nei tempi
previsti. Il rispetto è dovuto e garantito agli adulti e ai compagni.
Tutti i materiali, personali e comuni devono essere custoditi e
utilizzati con cura.

Art. 10
La necessaria serenità della classe è responsabilità personale di
ogni membro.

Art. 11
Le decisioni della classe, ove non sia diversamente previsto dalle
varie fonti normative, vengono prese a maggioranza semplice o
qualificata a seconda della complessità degli argomenti, previo
dibattito. Su alcune specifiche materie, come previsto dalla legge
e dalla consuetudine e in virtù del suo stato di adulto, ogni
professore esercita le sue specifiche e insindacabili prerogative.

OUR CONSTITUTION

Art. 1
A class is a democratic microsociety founded on studying and
socializing. Sovereignty is exercised by all its members in the
forms and within the limits assigned by the law, the school
regulation, the class regulation (if present), age and individual
skills.

Art. 2
A class needs the personal commitment of every member and
represents an important and peculiar agreement for a positive
development

Art. 3
A class needs respect and active participation of students,
professors and all adults to obtain an educational aim.
Relationships are based on kindness, honesty and loyalty. Every
member has the oppurtunity to express his personality without
occurring into discrimination by the others.

Art. 4
Everybody's rights should be recognised with respect for identity
and personality.

Art. 5
Groups are allowed but this shouldn't damage, permanently or
temporarily, unity and positive social solidarity.

Art. 6
Every student is free to develop his knowledge in every subject,
without diminishing respect for the students who don't do that.

Art. 7
In the class all differences must be respected: between a single
student and a group, between boys and girls, about personal
opinions, political, religious, economic or cultural conditions.
These differences shouldn't be used to create opposing groups in
the class but, on the contrary, should be an opportunity for
development and unity.

Art. 8
It's prohibited to aim at personal success using dishonesty and
cheating.

Art. 9
Everybody must respect tasks and times assigned. Respect is due
to adults and classmates. Material, either individual or in
common, must be kept and used properly.

Art. 10
Establishing positive relationships in the class is a responsibility
of every member.

Art. 11
Decisions, if not taken according to the law, must be taken by the
majority or qualifying majority of students, after a debate.
On some peculiar matters every professor can perform his/her
function that contributes to the progress of students taking his/her
final and incontestable decision.

Pro manuscripto






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