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La storia di una delle più belle categorie del motorsport, nata nel 1965

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Published by FORMULA JUNIOR, 2023-03-27 06:44:48

dalla formula monza alla formula junior

La storia di una delle più belle categorie del motorsport, nata nel 1965

GIANLUCA MAZZULLO


FOTO RIGATO dalla Formula Monza alla Junior 2


Nel 1965 il campione del mondo di F1 fu Jim Clark, alla guida di una Lotus Climax. Quell’anno vinse anche la 500 miglia di Indianapolis, sempre al volante di una Lotus. Il GP di Monaco fu vinto da Graham Hill, su una BRM mentre la 24 ore di Le Mans andò alla Ferrari 250 LM del North Ame‐ rican Racing Team, pilotata da Masten Gregory e Jochen Rindt. Lyndon Johnson era il Presidente degli Stati Uniti, Leonid Bresnev segretario del PCUS, Charles Degaulle Presidente della Francia, Giuseppe Saragat Presidente della Repubblica Italiana, mentre Aldo Moro era il Presidente del Consiglio. In quell’anno iniziò la guerra in Viet Nam, venne assassi‐ nato Malcolm X, inaugurarono il traforo del Monte Bianco e fu mandato in orbita il primo satellite per le telecomunicazioni. Sempre nel '65 nacquero i Pink Floyd e The Doors … Lo stipendio medio di un operaio italiano era di circa 86.000 £ al mese e la benzina costava circa 120 £ al litro … In questo contesto iniziò la storia della Formula Monza che, negli anni è diventata Formula Panda, Formula Fire, Formula Junior, Formula Class Junior e, infine nuovamente Formula Junior. Nata per volontà di Luigi Bertett e per tramite di Romolo Tavoni, entrambe figure dell’AC Milano, direttamente legata all’Autodromo di Monza, ha consentito a centinaia di giovani e meno giovani di avvicinarsi all’automobilismo, come piloti ma anche come tecnici, meccanici o commissari a costi improponibili per qualsiasi altra categoria. Ad oggi è con la Formula 1 l’unica categoria di monoposto in cui possono competere vetture rea‐ lizzate da differenti costruttori, che possono confrontare varie soluzioni tecniche pur garantendo pre‐ stazioni equivalenti. Non è un caso che un costruttore come Tatuus, secondo solo a Dallara, abbia cominciato realizzando le piccole vetture per il Trofeo Cadetti. Al giorno d’oggi domina la convinzio‐ ne che per garantire gare equilibrate e con costi contenuti sia necessario affidare la realizzazione delle vetture ad un unico costruttore, con il risultato che i costi sono i più alti di sempre e le competi‐ zioni vedono primeggiare le compagini più forti economicamente e con le migliori organizzazioni, com’è normale che sia. Siamo giunti all’assurdo che la FIA ha creato la F4, in cui sono ammessi differenti costruttori ma le cui vetture non competono tra loro. Ogni campionato sceglie quale co‐ struttore abilitare per il proprio campionato. La Formula Junior, nata come Formula 875 Monza, proprio per simboleggiare il suo legame con l’autodromo Brianzolo e per sottolineare la volontà di mantenere costi realmente contenuti è l’antite‐ si della filosofia moderna dell’automobilismo, in cui conta molto più l’apparire dell’essere, in cui senza un bilico e un’ospitality si passa per “poveracci”, dove l’andare in autodromo con la monopo‐ sto su un carrello (per non dire delle staffe impiegate, per anni per trainare le formuline) rappre‐ senta una mancanza di professionalità, quando dovrebbe contare il divertimento e la voglia di sfogare in pista la propria passione, sia che ci si trovi al volante che con una chiave inglese in mano. Forse la Formula Junior rappresenta un mondo che non esiste più, meno mediatico e più ruspante e, proprio per questo non interessa all’autorità sportiva e ai vari “promoters” che hanno un’altra vi‐ sione dell’automobilismo. Personalmente credo che, invece questa sia l’unica categoria che incarni i veri valori del motorismo e che dovrebbe essere supportata come avevano pensato Bertett e Tavoni. Tra alti e bassi è sopravvissuta dal 1965 ad oggi, fornendo costantemente spettacolo in pista. Chiunque abbia avuto modo di provare una monoposto di Formula Junior ha capito immediatamente quanto sia appagate ed impegnativa da pilotare, nonostante la mancanza di alettoni e le basse po‐ tenze, esattamente quello che dovrebbe essere una categoria promozionale. Credo meriti di continua‐ re ad esistere, proprio per questo ho voluto scrivere questo testo che ne ripercorre la sua storia … Gianluca Mazzullo dalla Formula Monza alla Junior 3


I PRIMI ANNI (IMMAGINI DA INTERNET) dalla Formula Monza alla Junior 4


Nel 1964 Luigi Bertett, presidente dell’AC Mi‐ lano commissionò a Romolo Tavoni, ex di‐ rettore sportivo di Ferrari e ATS, quindi responsabile dell’Ufficio Sportivo dell’AC Mila‐ no, di ideare una categoria di monoposto da corsa che potesse servire come serie formati‐ va per giovani piloti da traghettare verso la più impegnativa e costosa F3, subentrata alla Formula Junior. L’idea era di creare una monoposto a basso costo, utilizzando componenti di grande serie, facilmente reperibili. Per il propulsore venne scelto il motore bicilindrico della FIAT 500 “giardiniera” che, essendo stato realizzato per essere installato in posizione “coricata” era ideale in termini di baricentro ed essendo raffreddato ad aria, la vettura non necessitava di radiatori, semplificandone la realizzazione e la manutenzione. Anche il cambio ed il differenziale furono presi dalla 500 “giardinie‐ ra”, così come le sospensioni. Il gruppo pro‐ pulsore fu montato posteriormente a sbalzo rendendo le vetture sovrasterzanti e, quindi impegnative da pilotare, nonostante la bassa potenza. L’ingegner Massimino, uno dei più grandi pro‐ gettisti dell’epoca, realizzo il primo telaio tu‐ bolare di cui vennero realizzati tre prototipi che furono esposti all’Autodromo di Monza e in occasione del GP di Formula 1. Giancarlo Baghetti, pilota di F1, effettuò dei giri dimo‐ strativi davanti alla stampa. Luigi Bertett decise di chiamare la nuova cate‐ goria “Formula 875 Monza”, con l’intento di fissare in modo chiaro il costo stabilito per questa vettura che doveva essere di 875.000 Lire. L’AC Milano si occupò della realizzazione dei primi esemplari delle vetture e scelse di non registrarne il disegno in modo che chiunque potesse realizzare autonomamente una co‐ pia. Chi desiderava competere in Formula 875 Monza doveva fare richiesta all’AC Milano e versare un acconto di 200.000 £. La CSAI (l’ente sportivo nazionale dipendente da ACI) avrebbe versato un contributo di 250.000 £ e fornito delle agevolazioni per la rateizzazione dalla Formula Monza alla Junior 5


dell’importo restante. I telai tubolari vennero realizzati a Modena da Manicardi & Messori mentre le carrozzerie fu‐ rono realizzate, sempre a Modena, da Fantuzzi. Per agevolare gli aspiranti piloti l’Au‐ todromo di Monza concesse la possibilità di effettuare delle prove gratuitamente in modo da prepararsi per l’impiego agonistico delle nuove vetture. In quel primo anno non si svolsero gare ufficiali. Nel 1965 venne istituito il primo “Trofeo Ca‐ detti”, riservato alle monoposto di Formula 875 Monza. Le prenotazioni furono di ben 72 vetture, realizzate da varie officine (tra cui 38 CRM, 22 Plastic Thiele, 4 Ambiveri, 2 Bianchi e Amilcar, 1 Oleari). Per lo svolgimento delle ga‐ re si scelse di usare il nuovo tracciato “junior”, realizzato nel 1963 e dotato di un impianto d’illuminazione in grado di far svolgere le gare in notturna. Bertett decise di far disputare le gare il giovedì sera per non distrarre i giovani dai propri divertimenti nei fine settimana. Nel maggio del 1965 si disputò la prima gara ufficiale del Trofeo Cadetti, con il contributo della società Shell che fornì dei buoni benzi‐ na. Due batterie di 15 giri, con 20 vetture ed una gara finale. Sempre per volere di Bertett lo schieramento di partenza venne deciso in base ad un sorteggio, caratteristica che continuò per molti anni successivi, in modo da non dover svolgere delle qualificazioni e riservare i turni prima delle gare unicamente a scopo di alle‐ namento e preparazione. La volontà di Bertett e Tavoni, supportati dall’AC Milano e, in definitiva anche dall’ACI, di agevolare i giovani desiderosi di cimentarsi nell’automobilismo fu un evento quasi unico nella storia del motorismo italiano. Negli anni successivi CSAI promosse categorie formative quali la Formula Italia a cui fece seguito la Formula FIAT Abarth e poi la Formula Alfa Bo‐ xer ma l’impegno dimostrato con la creazione della Formula Monza non ha mai più avuto un vero seguito e, paragonato all’atteggiamento attuale delle autorità sportive sembra quasi incredibile. La volontà di promuovere l’auto‐ mobilismo non riguardò solo i piloti. Alla scuola della Formula Monza si formarono de‐ dalla Formula Monza alla Junior 6


FOTO DI CERUTTI dalla Formula Monza alla Junior 7


dalla Formula Monza alla Junior MICHELE ALBORETO FABRIZIO VISCARDI RENATO BENUSIGLIO 8


cine di tecnici. Preparatori, piccoli costruttori, team manager nonché commissari di percorso. Maurizio Montagnani, alla guida di una CRM prepa‐ rata da Oleari e Gibertini fu il primo vincitore del Tro‐ feo Cadetti. Dal 1965 Agip subentrò a Shell. In aggiunta al Trofeo Cadetti venne anche costituito un Trofeo Nazionale con gare su altri circuiti oltre a Monza, tra cui alcune corse in salita. Franco Guffanti fu il secondo “Cadetto” mentre Montagnani primeggiò nel Nazionale. Da allora la categoria conobbe un successo costante con un notevole incremento di presenze, tanto da do‐ ver ricorre a 4 batterie di qualificazione per la gara finale con alcune gare in cui si presentarono 100 vetture al via. Col tempo andarono aumentando i piccoli costruttori con realizzazioni estremamente originali e interessanti. Le gare, disputate in notturna, decenni prima che la Formula 1 riprendesse questo formato, attiravano molti spettatori con gare spettacolari in un clima di assoluta sportività. Per anni la Formula Monza é stata la più economica e divertente porta d'ingresso all'automobilismo. Michele Alboreto, Lella Lombardi, Giorgio Francia sono solo alcuni dei nomi di piloti che hanno iniziato con le "petarelle", come venivano chiamate le piccole monoposto bicilindriche. dalla Formula Monza alla Junior CERUTTI 9


dalla Formula Monza alla Junior ANGELO SONVICO MICHELE ALBORETO SU VARGIU' 10


dalla Formula Monza alla Junior CAZZANIGA 11


dalla Formula Monza alla Junior ALBERTO BELLAI SU FZ 12


dalla Formula Monza alla Junior CORRADO VARALLI SU REPETTO FOTO DI GRUPPO (CERUTTI) 13


CORRADO VARALLI SU REPETTO dalla Formula Monza alla Junior 14


LUCA CARLUCCIO dalla Formula Monza alla Junior LA SPETTACOLARE SOFIA ASSIMMETRICA 15


ANTONELLO MINEO CORRADO VARALLI dalla Formula Monza alla Junior 16


EUGENIO MOSCA SU SANTANDREA dalla Formula Monza alla Junior 17


dalla Formula Monza alla Junior LUCA CARLUCCIO 18


dalla Formula Monza alla Junior 19


La Formula Monza, denominazione subentrata a quella originale, corse sino al 1984 anche se, a partire dal 1983 venne sosti‐ tuita dalla nuova Formula Panda. La difficoltà nel reperire i ricambi per il pro‐ pulsore bicilindrico e per le varie componenti derivate dalla “giardinera” spinsero l’orga‐ nizzazione a definire una nuova formula. La nuova categoria, pur mantenendo gli stessi concetti alla base della Formula Monza preve‐ deva l’impiego del propulsore FIAT 4 cilindri di 903 cm3 utilizzato dai modelli 127 e dalla nuova Panda 45, montato in posizione centra‐ le, accoppiato alla trasmissione del modello Panda 30, dotato di 4 rapporti, montato in po‐ sizione longitudinale. Rispetto alla categoria precedente, oltre alla notevole differenza in termini di potenza, venne concesso l’utilizzo di sospensioni autocostruite e di freni a disco. Anche le ruote erano decisamente più grandi con un notevole incremento delle prestazioni. Di fatto la Formula Panda era una vera mono‐ posto da corsa, con potenze vicine ai 90 CV. Il primo vincitore del Trofeo Cadetti di F. Panda fu Luca Melgrati alla guida di una Tatuus, piccolo costruttore, secondo lo stile dell’epoca che, negli anni crebbe sino a di‐ ventare una delle più belle realtà italiane nel mondo. Pur confermandosi una categoria va‐ lidissima, l’aumento dei costi comportò una decisa riduzione delle presenze rispetto all’era della F. Monza. Se nei primi due anni della Formula Panda vennero disputate anche gare riservate alla vecchia “Monza” a partire dal 1985 le gare fu‐ rono riservate unicamente alla nuova catego‐ ria. Dal 1984 venne istituito anche un Trofeo Nazionale (quello riservato alla F. Monza venne disputato sino al 1973) con Adriano Quartero vincitore sia del Trofeo Cadetti che di quello Nazionale. Dal 1986 venne istituito anche un trofeo ri‐ servato ai piloti under 23. In quell’anno Luca Melgrati vinse il Trofeo Cadetti, quello under 23 ed il Trofeo Nazionale mentre Egidio Ma‐ donini vinse la categoria over 23. La validità della categoria fu confermata dal fatto che, oltre a disputare le gare del Trofeo dalla Formula Monza alla Junior LA PRIMA F. PANDA DI SANTANDREA 20


dalla Formula Monza alla Junior LA PRIMA F. PANDA DI SANTANDREA 21


dalla Formula Monza alla Junior PAOLO LUNGHI SU ERMOLLI GIANLUCA MAZZULLO SU SG2 22


Cadetti e del Trofeo Nazionale, venne creata la “Formula Uno” con corse disputate a Vallelunga e, soprattutto vennero impiegati i telai Tatuus per la Formula Koenigg (in cui esordì Michael Schumacher) in Germania e per la Formula Marbella, in Spagna in cui esordì Pedro De la Rosa. dalla Formula Monza alla Junior EUGENIO MOSCA SU CRS TIZIANO CARONNI 23


dalla Formula Monza alla Junior PEDRO DE LA ROSA SU TATUUS F. MARBELLA MAURO ARMANINI SU COVIR 24


MICHAEL SCHUMACHER SU TATUUS F. KOENIG dalla Formula Monza alla Junior GIANLUCA MAZZULLO SU CRS AFFIANCATO DA UNA ADM 25


dalla Formula Monza alla Junior 26


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dalla Formula Monza alla Junior 29


Nel 1988, a fronte del crescere di problemi legati al propulsore di 903 cc soggetto a frequenti rotture per via delle preparazioni esasperate e con ricambi sempre più difficili da reperire, Romolo Tavoni si decise a creare una nuova categoria, denominata Formula Fire. Tecnicamente identica alla Formula Panda ma utilizzante il nuovo propulsore FIAT Fire 1000, molto più robusto del Panda e, soprattutto con una regolamentazione che ne limitava la preparazione a tutto vantaggio dell’affidabilità. Inizialmente questa decisione venne osteggiata dai teams che partecipavano al Trofeo Cadetti, tanto che la prima gara di F. Fire vide al via solo due vettu‐ re. Solo la determinazione di Tavoni portò a far svolgere comunque quella ga‐ ra che segnò l’inizio del nuovo corso. Dal 1988 al 1990 il Trofeo Cadetti continuò ad essere riservato alla Formula Panda mentre le F. Fire disputarono il Trofeo FISA con un progressivo cresce‐ re del numero di partecipanti, a conferma della corretta intuizione di Tavo‐ ni. Dal 1991 il Trofeo Cadetti fu riservato alle monoposto spinte dal propulsore Fire. Il primo vincitore fu Gianfranco Giacomini con Massimo Abergo vincito‐ re della classe under 23. Con il pensionamento di Romolo Tavoni la gestione della categoria passò al nuovo Direttore dell'Autodromo, Daniele Galbiati che proseguì ottimamente l'opera del fondatore. dalla Formula Monza alla Junior ALBERTO BELLAI SU TATUUS 30


dalla Formula Monza alla Junior PILOTI 1992 GIANLUCA MAZZULLO SU CRS 31


dalla Formula Monza alla Junior SANDRO CORSINI SU CORSINI LUCA STREULI 32


PILOTI 1993 dalla Formula Monza alla Junior 33


Nel 1995 la categoria cambiò denominazione diventando Formula Junior Monza. Elio Pittaluga vinse il Trofeo Cadetti ed il Trofeo AICA mentre Davide Uboldi vinse il trofeo Under 25 (in sostituzione di quello under 23). Pur in presenza di regole più stringenti in termini di elaborazione, nel corso degli anni si dovette assistere a molte polemiche legate a presunte irregolarità, con molte gare concluse in parco chiuso, ben oltre la bandiera a scacchi con squalifiche e ricorsi. Per il 2003 l’Autodromo di Monza decise di sostituire i motori Fire 1000 con la versione 1200, piombato, affidando la fornitura ad un unico soggetto che fu individuato in Autoalberta. Questa decisione comportò un drastico cambiamento. Se le principali polemiche legate alle possibili irregolarità tecniche furono superate rimasero perplessità in merito alla reale equivalenza dei vari propulsori noleggiati da Autoalberta. In aggiunta a questo molti piloti, abituati a partecipare in modo saltuario alle gare si trovarono a dover far fronte alla necessità di noleggiare il propulsore per ogni gara, con relativi costi di montaggio e smontaggio e questo contribuì ad un’ulteriore riduzione dei partecipanti alla serie. Il primo vincitore del Trofeo Cadetti della nuova era fu Stefano Turchetto per la categoria under 25 e Alessandro Marelli per quella assoluta. L’anno successivo Alessandro Marelli si confermò campione assoluto mentre la classifica under 25 fu vinta dal giovane Marco Visconti che si confermò campione anche nel 2005, 2007 e 2009, vincendo anche l’assoluto nel 2007. Se le gare in pista erano combattute come sempre, le presenze subirono un lento ma costante calo. dalla Formula Monza alla Junior MAZZULLO SU COVIR 34


dalla Formula Monza alla Junior IL TEAM OMBRA PILOTI 2002 35


dalla Formula Monza alla Junior 36


dalla Formula Monza alla Junior 37


dalla Formula Monza alla Junior FRANCESCO TERRA SU REGGIANI PIPPO BIANCHI SULLA CORSINI DI GB BERTOCCHI 38


dalla Formula Monza alla Junior MATTEO BENUSIGLIO SU LOCATELLI GIANLUCA MAZZULLO SU COVIR 39


COLLEONI SU OMBRA L'IN CIDENTE DI A N D REA C A RPA NI BENVISSUTO dalla Formula Monza alla Junior 40


COLLEONI SU OMBRA dalla Formula Monza alla Junior 41


dalla Formula Monza alla Junior PAOLO SCIALPI SU ESSEPI 42


dalla Formula Monza alla Junior 43


dalla Formula Monza alla Junior CLAUDIO BIFFI SU COVIR GIANBATTISTA BERTOCCHI SU CORSINI GRUPPO PILOTI 2005 44


dalla Formula Monza alla Junior GIANBATTISTA BERTOCCHI SU CORSINI 45


ALBERTO BAGLIONI SU ABR dalla Formula Monza alla Junior 46


PAOLO COLLIVADINO E LUCA DEL MISSIER SPETTACOLARE ARRIVO A MONZA CON GIORDANO, LUGLI E COLLIVADINO DA WWW.MOTORIDACORSA.IT dalla Formula Monza alla Junior 47


dalla Formula Monza alla Junior MARCO VISCONTI PRECEDE SIMONE GATTO A VARANO 48


dalla Formula Monza alla Junior 49


Al termine della stagione 2010, vinta da Mau‐ rizio Giordano con Mirko Barletta campione under 25, l’organizzazione annunciò una vera rivoluzione. In occasione del GP d’Italia venne presentata la nuova FM2k11, sigla che identi‐ ficava la nuova Formula Monza del 2011 (2k11) con un telaio monotipo in fibra di carbonio (realizzato da NovaReggiani), appendici alari, un propulsore di derivazione motociclistica (BMW 1200 cc) e cambio se‐ quenziale. La nuova vettura rappresentava un taglio netto con la filosofia nata dalla Formula Monza. Se l’idea di Bertett e Tavoni aveva consentito la nascita di tanti piccoli costruttori la scelta di un mono fornitore per il telaio ed il motore significava l’allinearsi alla tendenza in atto in tutte le categorie del motorsport. Nel prendere questa decisione l’organizzatore non si confrontò con i vari teams e piccoli co‐ struttori che si trovarono spiazzati. La maggior parte, per non dire la totalità dei partecipanti del Cadetti 2010 si oppose alla nuova catego‐ ria. La loro associazione si trovò a dover deci‐ dere come reagire. Di fronte alla determinazione di Galbiati di procedere con l’avvio della nuova formula (senza nemmeno prevedere la possibilità di far correre le vecchie vetture in una serie di contorno co‐ m’era avvenuto con il passaggio alla F. Panda e poi alla F. Fire) le opzioni furono solo di ade‐ rire al nuovo formato o proseguire senza il supporto dell’Autodromo di Monza e fu que‐ sta la scelta operata, sotto la guida del pilota e imprenditore Francesco Terra. Il 2011 segnò la fine del Trofeo Cadetti. Le nuove vetture, di fatto non corsero mai confermando quanto fosse disutibile la deci‐ sione presa. Contemporaneamente le “vecchie” junior disputarono il primo Trofeo Formula Junior, gestito dall’associazione di categoria. Il primo vincitore della nuova gestione, che prevedeva gare in vari autodromi italiani , fu Riccardo Calegari, già campione di F. Monza nel 1975. Al volante della Silva preparata da Diesse corse si impose davanti a Scialpi e Barletta che assieme a Visconti rappresenta‐ vano i migliori piloti del Cadetti. dalla Formula Monza alla Junior PRESENTAZIONE FM2K11 A MONZA IL PODIO DI IMOLA CON DE CASTRO, BENIN E DEL MISSIER 50


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