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Published by Notiziario Marina, 2023-11-28 05:50:55

Notiziario della Marina - Marzo 2023

Notiziario della Marina - Marzo 2023

1 MARINA NOTIZIARIOdella Anno LXIX - Marzo 2023 - € 2,00 Terremoto in Turchia e Siria: il SAN MARCO in soccorso alla popolazione


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 ABBONATI ORA! Notiziario della Marina il mare raccontato dai professionisti NOTIZIARIO DELLA MARINA + supplementi speciali € 20 annui per informazioni e abbonamenti: marina.difesa.it


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N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 di Alessandro Busonero Affezionati lettori, quando si pensa ad una nave della Marina il pensiero più veloce corre a una nave militare color grigio, a un conflitto, a un’azione di difesa. In realtà, molto spesso le navi della Marina sono al servizio delle popolazioni colpite da emergenze umanitarie e da calamità naturali. 6 febbraio, la terra trema in quella parte di mondo che comprende il sud della Turchia e parte del nord della Siria. Due rotture estese per circa 300 km verso nord-est, dalla punta nord-orientale del Mediterraneo. La faglia è stata creata dal primo dei due maggiori terremoti che hanno devastato l’area, il più potente, di magnitudo 7,8. La seconda faglia, lunga 125 km, si è aperta durante il secondo terremoto di magnitudo 7,5, circa nove ore dopo. Il terremoto ha lasciato una scia di distruzione e oltre 52.000 vittime (numero ancora non definitivo) e danni per 34 miliardi di dollari, si legge in un comunicato della Banca Mondiale. Una cifra pari al “4% del Pil della Turchia nel 2021”. Una catastrofe naturale immane. Il Governo italiano e con esso la Difesa si è subito mosso per fornire quell’assistenza umanitaria alle popolazioni colpite dal sisma L’editoriale


3 di cui gli italiani hanno ben viva la memoria per quanto avvenuto in passato sul territorio nazionale. La macchina dei soccorsi si è messa in moto e nel nostro caso ha “mollato gli ormeggi”. La nave anfibia San Marco apre questo numero di marzo con la partenza dal porto di Brindisi il 10 febbraio carica di personale, mezzi e aiuti. Il 14 febbraio, il San Marco ha ormeggiato ad Alessandretta (Turchia) e 3 giorni dopo a Beirut (Libano) dove ha completato lo sbarco degli aiuti umanitari. Dimostrazione di come gli equipaggi e le navi della Marina sono sempre disponibili e al servizio delle popolazioni colpite da emergenze umanitarie e da calamità naturali. L’ammiraglio Massimiliano Lauretti a capo del 3° Reparto “Piani, Operazioni e Strategia Marittima” dello Stato Maggiore Marina in un’intervista ci parla dell’importanza della marittimità per il nostro Paese, un patrimonio di conoscenze che ogni singolo cittadino deve far proprio. Un interessante tema e sguardo verso il futuro - oltre l’orizzonte - su come la sorveglianza marittima avvenga sul molteplice uso dei sensori satellitari. Sfogliando le pagine del Notiziario della Marina ci immergeremo nell’underwater tra le capacità antisommergibile della Marina nelle parole degli specialisti del Reparto Sonar della fregata Anti Submarine Warfare Alpino tra cui l’esperienza di 36 anni di servizio (maggior parte imbarcato) del luogotenente Angelo Vasto, sottufficiale più anziano del Reparto. Ancora tra i fondali marini incontreremo i veicoli autonomi e filoguidati del Comando delle Forze di Contromisure Mine per l’esplorazione dei fondali e il controllo delle infrastrutture subacquee; uno autonomo di ultima generazione (Autonomous Underwater Vehicle, AUV), lo Hugin e il veicolo filoguidato Multipluto (Remotely Operated Vehicle). Infine un salto indietro nella memoria i primi piloti di Marina della Marina quando nell’estate del 1952, il tenente di vascello Anton Vittorio Cottini sarebbe tornato in Patria con il brevetto di pilota appuntato sulla divisa. Buona lettura! Alla via così!


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954 Registrazione Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985 Proprietà: Ministero della Difesa Editore: Difesa Servizi S.p.A. Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Direttore Responsabile Alessandro BUSONERO Redazione Antonello D’AVENIA, Pasquale PRINZIVALLI, Mariarosaria LUMIERO Direzione e Redazione Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione - Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma Direttore: tel. 06.3680.5556 Redazione e abbonamenti: tel. 06.36806318 Mail: [email protected] Partita iva: 02135411003 Come collaborare La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto ad alta risoluzione con didascalie esplicative. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione. © Tutti i diritti sono riservati. Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore. Informazioni e abbonamenti Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: [email protected] con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale ed email). Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli chiuso in redazione: 10 marzo 2023 marina.difesa.it N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 6 12 20 26


5 Sommario 2 L’editoriale di Alessandro Busonero 6 Nave San Marco molla gli ormeggi carica d’aiuti di Marianna Fischione 12 Mare Risorsa Valore di Antonello D’Avenia 16 Sorvegliare il mare dallo spazio di Valerio Mazzarino 20 Il Dominio Subacqueo di Maurizio Poddi 24 Anti-Submarine Warfare: l’addestramento della NATO di Antonello D’Avenia 26 Le capacità antisommergibile della Marina: la fregata Alpino di Antonello D’Avenia 32 Formare i futuri comandanti di Marco Bozzo 36 L’ultimo giorno prima dell’inizio di Gianluigi Angiulli 40 Il Quartier Generale Marina di Roma di Mariarosaria Lumiero 44 Oro, Argento e Bronzo: i colori dello sport marinaresco di Mariarosaria Lumiero 46 Il derby delle stelle(tte) di Daniela Napoli 50 Il mio Open Day in Accademia di Rachele Gemignani 54 I primi piloti di Marina di Marianna Fischione 60 La Storia sale a bordo di Francesco Giudice 62 Dopo 80 anni individuato l’Impavido di Daniele Caroleo 66 La pesca di beneficenza dei cifrari navali inglesi di Gabriele Bagnoli 68 Storia Militare recensione di Marianna Fischione PRIMA DI COPERTINA La nave d’assalto anfibia San Marco naviga con il carico di aiuti umanitari verso le popolazioni colpite dal sisma in Turchia e in Siria. QUARTA DI COPERTINA 8 marzo, Giornata internazionale della donna. Marzo 2023 32 36 46 60


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 EMERGENZA TERREMOTO IN TURCHIA E SIRIA nave SAN MARCO molla gli ormeggi carica d’aiuti


7 di Marianna Fischione


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11 Il campo allestito a Beirut, Siria l17 febbraio, la nave ha ormeggiato a Beirut, dove è stato allestito un campo in grado di ospitare 1000 persone, per poi rientrare, il 22 febbraio, a Taranto. “La Difesa è esempio di sinergia per il bene collettivo”, così il Ministro della Difesa Guido Crosetto L’ospedale italiano allestito ad Antiochia, Turchia Il San Marco è una delle tre navi della classe san Giorgio, attrezzato per imbarcare elicotteri e forze da sbarco. La particolarità di questo tipo di nave, cosiddetta “da sbarco”, è che può trasportare mezzi anfibi in grado di operare sia in acqua, grazie alla capacità di galleggiamento, sia sulla terraferma, poiché dotati di cingolati che permettono di arrivare nell’entroterra. La nave d’assalto anfibio San Marco In un campo da calcio vicino a dove sorgeva l’ospedale di Antiochia distrutto dal terremoto, alle ore 8 del 17 febbraio, in tempi record, è stato completato l’allestimento dell’ospedale da campo della Regione Piemonte Emergency Medical Meam Type 2 (Emt2). Qui hanno subito iniziato a lavorare i 76 componenti del team sanitario della Regione Piemonte; nelle tende del nuovo ospedale da campo sono state accolte centinaia di persone ferite, e nati diversi bambini. Le Forze Armate sono anche questo. (credits: regione.piemonte.it).


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 Mare RISORSA di Antonello D’Avenia Intervista al contrammiraglio Massimiliano Lauretti, capo del Terzo Reparto dello Stato Maggiore Marina “Piani, Operazioni e Strategia Marittima” Valore I l mare è sempre più il centro di gravità su cui si concentrano le attenzioni dei principali Paesi mondiali. I motivi sono chiari: le principali risorse minerarie e fossili che alimentano le economie statali si trovano in mare, i trasporti di merce avvengono lungo le principali arterie marittime collegando continenti diversi e diverse culture, mentre i cavi digitali scorrono di fianco a gasdotti e oleodotti lungo le dorsali marine subacquee. L’importanza del potere marittimo non è mai stata così inequivocabile ed evidente. La crisi ucraina ha determinato una vera e propria cesura delle garanzie esistenti fino a prima dello scoppio di questo conflitto, determinando, con i suoi effetti sul mare, la diffusione di minacce alle “food security”, la sicurezza della disponibilità di alimenti, ed “energy security”, la sicurezza della continuità dei flussi energetici, attraverso l’impedimento del commercio marittimo di tali beni primari con il blocco navale dei porti di imbarco. Nasce dunque la questione della sicurezza delle vie di comunicazione marittime, sulla superficie dei mari, ma anche nella dimensione subacquea. Effetti di conflitti armati e crisi, aumento della presenza in mare di flotte militari, pirateria marittima, attacchi terroristici, attività illecite di tipo convenzionale o ibrido sono le minacce contro le quali la Marina Militare è chiamata ad essere sempre pronta e vigile per intervenire tempestivamente se necessario, al fine di garantire sicurezza e stabilità. Gli equipaggi delle navi, dei sottomarini e dei velivoli insieme agli assetti unmanned della Marina diventano attori principali in uno scenario marittimo molto ampio, caratterizzato da competizione strategica, ma anche collaborazione nell’ambito delle alleanze internazionali.


13 Abbiamo incontrato il contrammiraglio Massimiliano Lauretti, capo del Terzo Reparto dello Stato Maggiore Marina “Piani, Operazioni e Strategia Marittima” e gli abbiamo posto alcune domande per comprendere nei dettagli quella dimensione marittima e subacquea che più di ogni altra, descrivono questo secolo, che non a caso è chiamato “Blue century”. Perché la risorsa più importante per l’Italia è il Mediterraneo? Guardando il planisfero possiamo comprendere bene come il Mediterraneo, questo piccolo spazio marittimo che occupa solo l’1% di tutta la superficie dei mari e degli oceani del mondo, sia così rilevante per l’Italia, per l’Europa e per l’umanità intera, essendo attraversato dal 20% del traffico marittimo mondiale e dal 65% di quello energetico diretto in Europa. Il Mediterraneo è da sempre il punto di incontro e di interconnessione di tre continenti: Europa, Asia e Africa, ma ha assunto oggi una sempre più marcata rilevanza geostrategica anche nella sua accezione di Medio-oceano ovvero mare di collegamento tra l’area dell’Atlantico e l’area dell’Indo-Pacifico: due spazi geopolitici di estrema attualità e di estremo interesse, che il Mediterraneo unisce. Il Mediterraneo è dunque un mare che unisce terre e continenti, ma anche un mare che collega gli oceani, oggigiorno pervaso anche da un’importante presenza di navi militari e sottomarini che non si registrava sin dai tempi della Guerra Fredda, dovuta, come noto, alle conseguenze del conflitto armato in corso in Ucraina. L’Italia è una “media potenza regionale a forte connotazione marittima”, un’accezione connessa principalmente con un’economia di trasformazione, che importa cioè materie prime e semilavorati per esportare i prodotti finiti «made in Italy», che rende il Paese fortemente dipendente dai traffici marittimi e dalla possibilità di libero accesso alle linee di comunicazione marittima. L’Italia ha quindi un ruolo e una responsabilità - conseguente - che le sono assegnate in primis dalla sua geografia, che la vede protesa con i suoi circa 8500 km di costa al centro del Mar Mediterraneo, dove lo Stretto di Sicilia rappresenta lo snodo delle principali rotte marittime che connettono le due aree oceaniche orientali e occidentali: ciò ne fa un choke point (“collo di bottiglia”), un punto di passaggio obbligato, dall’elevato valore strategico. Da un punto di vista navale-militare perché il mare acquista valore? L’80% della popolazione mondiale vive entro 200 km dalla costa, quindi è raggiungibile dal mare. Da un punto di vista navale, il mare consente di influenzare dinamiche geopolitiche rimanendo negli spazi marittimi internazionali, e di supportare gli strumenti del potere nazionale, come ad esempio quello diplomatico, economico, oltre che militare. In sintesi, dal mare e sul mare, lo strumento navale può proiettare capacità, dove serve e quando serve, anche per portare aiuti. Un altro fattore fondamentale è la difesa delle vie di comunicazione. Il 90% del traffico mondiale transita sui mari. Noi italiani, in particolare, abbiamo una flotta commerciale straordinaria e abbiamo il dovere di proteggerla per salvaguardare quelle vie di comunicazione marittime dalle quali la nostra economia dipende. Voglio portare l’attenzione su due fattori: sicurezza e stabilità. La necessità di sicurezza vuol dire


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 proteggere gli spazi marittimi in modo da poter contrastare le attività illecite svolte in mare, come ad esempio la pirateria che impedisce l’utilizzo di queste vie di comunicazione. E poi, il problema della stabilità. Oggi, infatti, abbiamo un’area di tensione in mar Nero a causa della crisi ucraina che impedisce il libero uso di quella via. L’impegno per un uso libero, sicuro e sostenibile del mare è quindi un fattore abilitante di ogni altra attività socio - economica. Infatti, in un contesto di globalizzazione, in cui fenomeni e problematiche locali si riverberano a livello regionale e oltre, l’interesse nazionale si estende oltre il bacino Mediterraneo per includere quei Paesi e quelle aree geografiche limitrofe le cui situazioni riverberano


15 sul nostro Paese e sulle alleanze di cui esso fa parte, l’Alleanza Atlantica e l’Unione Europea. Tale dimensione strategica, non ancorabile a vincoli geografici rigidamente stabiliti è il «Mediterraneo Allargato». È in quest’area che la Marina Militare è prevalentemente presente con le proprie navi, sottomarini e aeromobili e il proprio personale dislocato a terra; un complesso di assetti pre-posizionati secondo uno specifico Schema di Manovra, dinamico e flessibile. Si tratta di un continuum operativo marittimo caratterizzato tanto dalla dislocazione delle unità navali, quanto dalle funzioni da esse assolte spaziando dagli impieghi ad alta intensità e in caso di emergenza, a quelli di straordinaria necessità e urgenza, alle “funzioni di guardia costiera”, al supporto inter-dicasteriale, inter-agenzia e al terzo settore. Non solo il mare in superficie è rilevante, ma anche la profondità degli abissi. Perché la dimensione subacquea è diventata centrale per la nostra sicurezza? Nel mondo subacqueo abbiamo una grande densità di interessi. La tecnologia ci sta dando la possibilità di affacciarci su fondali ancora inesplorati. Nasce, quindi, la questione dell’utilizzo libero, sicuro e sostenibile dei fondali, delle risorse che vi risiedono in termini minerari, ma non solo, anche delle infrastrutture strategiche di interesse nazionale. Sui fondali infatti, oltre le risorse energetiche come le condotte di gas, transitano e corrono anche le connessioni digitali, internet per intenderci. Si crea, dunque, una necessità di sorveglianza, sopra e sotto la superficie dei mari, che vuol dire difesa degli interessi vitali nazionali “subacquei”. Ciò apre nuove prospettive di sviluppo scientifico, tecnologico, normativo e operativo, in una vera e propria nuova dimensione fisica, ancora largamente inesplorata. Operare e garantire la nostra difesa quindi è inevitabile, e bisogna farlo insieme effettuando un approccio sinergico alle problematiche, dove ognuno, sulla base delle proprie competenze e delle proprie capacità, apporta quanto meglio può. Come si svolge un’attenta azione di sorveglianza? Effettuare un’attenta azione di sorveglianza significa sapere quello che c’è in mare e quindi avere una quanto più ampia e completa “conoscenza” di quella che è la situazione marittima (maritime situational awareness). I sensori e i sistemi fissi e mobili della Marina e quelli delle Marine e delle altre Istituzioni con cui cooperiamo, raccolgono informazioni che confluiscono presso la Centrale Operativa Multidominio Marina (COMM) sita a Roma, presso il Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), dove viene compilato e validato il quadro unico della situazione, disponibile anche a favore tutti gli operatori in mare. Per chi opera, “sapere” - oggi si parla di dimensione cognitiva - è necessario ma non sufficiente: bisogna essere in mare, pronti e preparati ad intervenire. Tra le varie attività che stiamo svolgendo, voglio puntare l’attenzione sull’operazione Mediterraneo Sicuro, un’evoluzione di quella che era l’operazione Mare Sicuro, ampliandone l’area di operazioni fino a ricomprendere quasi tutto il Mediterraneo. L’obbiettivo è “essere dove serve, quando serve” per intercettare le minacce lontano dai nostri confini, prima che esse si riverberino sul nostro territorio, e garantire una cornice di stabilità e di sicurezza attraverso un’azione coordinata e condivisa con i nostri alleati. Mare Mediterraneo. L’incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi naviga in linea di fila con la nave rifornitrice Vulcano.


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 Sorvegliare il MARE dallo SPAZIO di Valerio Mazzarino Per monitorare il mare si interroga lo spazio. E’ questa l’intuizione dell’approccio innovativo e multidominio della Marina nell’effettuare la sorveglianza marittima basata sul molteplice uso di sensori satellitari.


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N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 P er monitorare il mare si interroga lo spazio. E’ questa l’intuizione dell’approccio innovativo e multidominio della Marina Militare nell’effettuare la sorveglianza marittima basata sul molteplice uso di sensori satellitari. L’obiettivo è quello di potenziare la “Maritime Situational Awareness” prodotta e diffusa con la piattaforma proprietaria SMART FENIX , affiancandovi questa inedita capacità operativa. Ma come si attua la sorveglianza marittima satellitare? Si tratta di acquisire dati satellitari di tipo radar, elettrottico, AIS, radio frequenze (Radio Frequency - RF) e sequenze di radiometri per immagini a infrarossi visibili (Visible Infrared Imaging Radiometer Suite - VIIRS), provenienti da diverse costellazioni commerciali di osservazione della terra. Tutti questi dati vengono correlati con quelli AIS del traffico marittimo e di open source, al fine di evidenziare eventuali comportamenti anomali. Un salto di qualità importante, frutto di una collaborazione tra la Forza Armata e la Società e-GEOS, impiegando la piattaforma SEonSE (Smart Eye on the SEas) attraverso tre fasi: a partire da una prima sperimentazione nel Mediterraneo centrale a supporto della Rete Radar Costiera (RRC) della Marina Militare, tra il 19 giugno e il 1° luglio 2021, ad un secondo impiego sperimentale nel golfo di Guinea, fra il 3 e il 17 novembre 2021, durante l’operazione Gabinia in supporto all’unità navale rischierata per antipirateria a tutela degli interessi nazionali, fino al “banco di prova” nel corso dell’esercitazione “Mare Aperto 22-2”, dal 3 al 28 ottobre 2022, valendosi delle procedure innovative sviluppate nel corso delle succitate sperimentazioni. Grazie all’intuizione di impiegare più sensori appartenenti a diverse costellazioni satellitari, durante le fasi sperimentali, il tempo tra acquisizioni satellitari successive è stato ridotto fino a 2 ore. Un impiego innovativo che ha consentito di aumentare il “raggio di scoperta” di una nave, fino a tracciare dinamicamente un mercantile lungo la sua rotta, procedura denominata “multisensor target tracking”. Il satellite, poiché può acquisire in qualsiasi zona del globo terrestre diventa, di fatto, “il sensore dei sensori”: la nave non è più costretta a percorrere miglia e miglia, ma può richiedere l’acquisizione di dati satellitari portando a termine una sorveglianza che, altrimenti, richiederebbe un sforzo maggiore. Quest’ulteriore procedura innovativa è stata denominata “rapid tasking data driven”. Tramite l’accesso ai data base dei satelliti, è stato inoltre possibile effettuare l’analisi dei diversi dati nel tempo e, quindi, la ricostruzione degli eventi ex post. Un’altra nuova procedura alla quale è stato dato il


nickname di “Cold case”. Durante l’esercitazione “Mare Aperto”, la piattaforma è stata impiegata, per la prima volta, per il supporto tattico alle operazioni navali. A bordo della portaerei Cavour, flagship della Marina, è stata attivata a livello sperimentale una “Cellula spazio”, collaborando, gomito a gomito, con gli studenti di ingegneria aerospaziale dell’Università La Sapienza di Roma e del Politecnico di Milano imbarcati, per approfondire i limiti della tecnologia e quelli organizzativo-aziendali dei provider che gestiscono le costellazioni satellitari. E’ stato possibile appurare che il tempo è il fattore critico. Infatti, rispetto al “tempo di sensing”, ovvero l’istante esatto in cui viene fatta l’acquisizione satellitare, bisogna considerare, in fase di pianificazione, il “tempo di tasking”, ovvero l’orario entro il quale sottomettere l’ordine di acquisizione. Un vincolo, questo, molto stringente, da tenere in considerazione insieme al “tempo di delivery”, necessario per l’elaborazione dei dati e alla loro effettiva disponibilità. Da questi tempi dipen- 1 SMART (Service oriented info-structure for MARitime Traffic tracking) nell’ultima versione FENIX, è la piattaforma web sviluppata dalla Marina militare per compilare, gestire e diffondere una robusta e coerente MSA nazionale. E’ caratterizzata da diversi servizi e tool, come una GIS (Graphic Interface System) per la rappresentazione delle tracce, una chat room per lo scambio messaggi e documenti, fino agli Smart Agent che sono routine che consentono al sistema di evidenziare specifiche anomalie (es. AIS data duplication, Meridian/Parallel crossing control, ecc.). 2 e-GEOS, società italiana leader nei servizi e nelle applicazioni di geoinformazione, è distributore esclusivo per la componente commerciale dei dati Cosmo-SkyMed, la più grande e avanzata costellazione di satelliti radar ad alta risoluzione fondata dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero della difesa. E’ una partecipata dell’Agenzia Spaziale Italiana (per il 20%) e della Telespazio (per l’80%). 3 COS (Comando delle Operazioni Spaziali) è stato costituito presso il Comando Opede l’utilità del prodotto finito che può essere elevatissima o addirittura nulla, quando lo scenario è suscettibile a continui cambiamenti, come in presenza di navi militari. Pertanto, la sorveglianza marittima satellitare si conferma efficace su aree ampie con tempistiche estese: è ideale per il cosiddetto “tempo zero”, caratteristico delle situazioni statiche. La Cellula spazio “embrionale” ha altresì partecipato, durante l’ultima settimana della Mare Aperto, all’esercitazione interforze “Space Insider 2022-2” organizzata dal Comando rativo di Vertice Interforze il 29 maggio 2020 per assolvere alle funzioni di coordinamento, supporto ed integrazione nelle operazioni spaziali, interfacciandosi operativamente con i Centri spaziali interforze e con le Cellule spazio delle singole Forze armate. 4 I Centri spaziali interforze sono attualmente il Centro Interforze di Gestione e Controllo SICRAL (CIGC-SICRAL), il Centro Interforze di Telerilevamento Satellitare (CITS) ed il Centro Space Situational Awareness (C-SSA) di Poggio Renatico. delle Operazioni Spaziali (COS) senza dispiegamento di forze, con il solo scambio di messaggistica, per testare le procedure per la gestione dei flussi operativi e comunicativi tra il COS, i Centri spaziali interforze e le Cellule spazio delle singole Forze Armate. Si è trattato di un’osservazione specifica sulle modalità in cui le nuove minacce provenienti dal dominio spazio possono compromettere operazioni militari, attività che ha messo ulteriormente in luce il bisogno di personale esperto di sistemi Space based, in grado di usare le piattaforme e gestire le procedure operative standard (POS) di settore. In ultima analisi, oltre ai vantaggi perseguiti in fatto di efficientamento delle operazioni e risparmio dei costi ad esse correlati, l’utilizzo sperimentale dei sistemi satellitari ha chiarito l’urgenza di padroneggiare anche il dominio spazio insieme agli altri tradizionali domini militari, in un’ottica multidimensionale e multidominio, dalla quale non si può più prescindere. In buona sostanza, si va tutti nella stessa direzione, ma la Marina Militare si è mossa “in avanti e in anticipo” forte di una naturale connotazione marcatamente multidominio.


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 Il veicolo filoguidato denominato “Multipluto” può essere utilizzato su fondali di oltre 2000 m. Il veicolo unmanned consente la localizzazione, il riconoscimento e la manipolazione di oggetti subacquei tramite un braccio meccanico. Il veicolo è trasportabile e può essere imbarcato su tutti i cacciamine.


21 Il Dominio Subacqueo L’impiego congiunto dei veicoli autonomi e filoguidati del Comando delle Forze di Contromisure Mine per l’esplorazione dei fondali marini e il controllo delle infrastrutture subacquee di Maurizio Poddi


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23 Nell’ambito del processo di ammodernamento della Squadra Navale e dell’incremento delle capacità dei suoi mezzi la Marina Militare ha posto l’attenzione negli ultimi anni sullo studio, acquisizione e impiego di veicoli autonomi o a guida remota unmanned per assolvere compiti di monitoraggio, controllo e sorveglianza dei fondali marini. In questo contesto, il cacciamine Vieste (classe Lerici) è stato il primo a essere equipaggiato con due veicoli, uno autonomo di ultima generazione (Autonomous Underwater Vehicle, AUV), lo HUGIN e il veicolo filoguidato MULTIPLUTO (Remotely Operated Vehicle). Grazie alla dotazione dei due veicoli, il cacciamine Vieste ha conseguito un importante miglioramento delle capacità di ricerca subacquea, permettendo al Comando delle Forze di Contromisure Mine (MARICODRAG), dal quale dipende, di estendere le quote, ovvero le profondità marine, dove è in grado di svolgere ricerca, localizzazione e identificazione di oggetti subacquei. Difatti, MARICODRAG è, ad oggi, il comando operativo in grado di svolgere queste operazioni sino a 3000 metri, coprendo potenzialmente circa l’80% del Mediterraneo. L’impiego congiunto dei due assetti, in una nuova concezione di ricerca subacquea per la Marina, ha fornito sin da subito risultati di spessore, soprattutto nell’ambito delle attività duali-complementari in collaborazione con altri enti e dicasteri. Il Multipluto, inoltre, grazie alle sue ridotte dimensioni e alla facilità di trasporto, è stato impiegato anche su cacciamine diversi dal Vieste, al fine di ottenere il duplice risultato di sfruttare le sue potenzialità sul cacciamine su cui è imbarcato e, allo stesso tempo, di addestrare gli equipaggi all’impiego di un veicolo diverso da quelli imbarcati sulle navi. Nell’Operazione Fondali Sicuri, dove MARICODRAG fornisce in maniera continuativa un cacciamine al Comando Tattico dell’Operazione Mediterraneo Sicuro, il Multipluto è stato impiegato sia dai cacciamine Numana che Alghero per l’identificazione su alti fondali dei contatti subacquei vicini ai gasdotti. La combinazione delle capacità dei due veicoli è risultata efficace nell’ottica dell’impiego operativo per i cacciamine. All’attività standard di contromisure mine, svolta negli anni attraverso la ricerca subacquea con il sonar di cui sono equipaggiati, si sta affiancando gradualmente una politica di impiego di veicoli autonomi, subacquei e di superficie, che seguono la filosofia del “men out of the minefield”, con l’uomo fuori dal campo minato grazie all’impiego di veicoli che in maniera autonoma svolgono la missione precedentemente pianificata. Questo sviluppo tecnologico arricchisce le capacità operative di cui dispone la Marina Militare, rendendo i suoi assetti sempre più versatili e riconfigurabili sulla base delle missioni da svolgere. A sinistra dettagli dei veicoli filoguidati in dotazione al Comando delle Forze di Contromisure Mine (Maricodrag): lo Hugin 1000 che può operare fino a 3000 metri e il Multipluto. Di quest’ultimo, nella foto in basso a sinistra è visibile il braccio con cui si possono manipolare oggetti subacquei. In alto, in primo piano gli operatori alle consolle di guida remota del Multipluto, sullo sfondo l’operatore che visualizza la post analysis mission condotta dal veicolo autonomo Hugin.


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 Anti-Submarine Warfare: Dynamic Manta: La Marina si addestra con la fregata ASW Carlo Margottini (F592), la fregata Carabiniere (F593), un sommergibile e due elicotteri della Stazione Elicotteri di Catania. di Antonello D’Avenia l’addestramento della NATO


25 Quando i sommergibili comparvero nella storia, alla vigilia della Prima guerra mondiale, fecero sin da subito comprendere la loro pericolosità per essere un potente deterrente e per essere in grado di cambiare gli equilibri e le sorti di un conflitto. Infatti, un solo mezzo subacqueo ben armato, grazie alla sua invisibilità, può creare danni irreparabili tra le fila avversarie. Per fare un esempio della storia recente, nel 1982, durante il conflitto delle Falkland/Malvinas tra Gran Bretagna e Argentina, a essere decisivo fu l’affondamento dell’incrociatore argentino General Belgrano ad opera del sottomarino nucleare britannico Conqueror. Per questo motivo, allo sviluppo tecnologico dei sommergibili è seguito di pari passo lo sviluppo di tecniche di contrasto alla minaccia subacquea. Anti-Submarine Warfare (ASW) è il termine inglese usato sia nella NATO che in Marina per inglobare le tattiche utilizzate per neutralizzare i mezzi che navigano negli abissi. La NATO svolge periodicamente esercitazioni per implementare metodi e procedure per migliorare la sinergia, l’interoperabilità e l’interscambiabilità tra le unità militari alleate che spiccano per le loro caratteristiche ASW. Queste potrebbero essere utilizzate poi in contesti operativi per proteggere e difendere portaerei o altre navi militari dalla minaccia subacquea rappresentata dai Paesi non alleati. A questo riguardo, si è svolta tra il 27 febbraio e il 10 marzo, l’attività addestrativa denominata Dynamic Manta, una delle più importanti e complesse esercitazioni antisommergibile della NATO. Pianificata dal Comando Marittimo Alleato (NATO Allied Maritime Command – MARCOM sito a Northwood, Londra) è stata condotta al largo delle coste orientali e meridionali della Sicilia e dello Ionio. L’esercitazione è periodica e giunta quest’anno al suo decennale, poiché la prima edizione della DYMA è del 2013. Quest’anno, sono stati cinque i sommergibili impiegati, appartenenti alle Marine di Italia, Stati Uniti, Grecia e Turchia; i battelli hanno operato sotto il controllo del Comando Sommergibili dell’Alleanza Atlantica (NATO Submarine Command – COMSUBNATO sito a Northwood, Londra). Sono stati impiegati anche velivoli da pattugliamento marittimo (Maritime Patrol Aircraft – MPA) di Canada, Francia, Germania, Grecia, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. Il tutto sotto il comando del rear admiral (US Navy) Michael S. Sciretta, Comandante del Secondo Gruppo Navale permanente della NATO (Standing NATO Maritime Group 2 – SNMG 2). La Marina Militare ha preso parte all’esercitazione con la fregata in versione ASW Carlo Margottini (F592), la fregata Carabiniere (F593), un sommergibile e due elicotteri di base presso la Stazione Elicotteri di Catania. Inoltre, l’Italia ha fornito il supporto logistico della base navale di Augusta (Siracusa) e della base aerea di Sigonella a Catania.


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 Delle otto fregate europee multimissione (FREMM), il Bergamini, il Rizzo, il Martinengo e il Marceglia hanno configurazione General Purpose, mentre il Fasan, il Margottini, il Carabiniere e l’Alpino hanno configurazione Anti-Submarine Warfare


27 Le capacità antisommergibile della Marina: la fregata ALPINO di Antonello D’Avenia S ono otto le Fregate Europee Multi Missione (FREMM) classe “Bergamini” in dotazione alla Marina Militare. Di queste, quattro fregate sono definite General Purpose (GP), ovvero con massima flessibilità d’impiego e di partecipazione ad operazioni aeronavali nazionali e internazionali, mentre le altre quattro hanno spiccate caratteristiche anti-sommergibile (ASW - Anti Submarine Warfare), dedicate in particolar modo alla scoperta ed eventuale contrasto di sottomarini appartenenti a Paesi non Alleati. Tra le due versioni vi sono soprattutto differenze nella tipologia di armamento e mezzi imbarcati. La versione GP è dotata a poppa di una slitta retrattile per il rilascio rapido e il recupero di un RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat - battello gonfiabile a chiglia rigida) Andiamo sul ponte di coperta della fregata Alpino e chiediamo ai PROTAGONISTI di bordo alcuni dettagli riguardo la lotta antisommergibile da 11 metri in uso al COMSUBIN (Comando Subacquei e Incursori), mentre la versione ASW ospita nello stesso spazio il VDS (Variable Depth Sonar - sonar a profondità variabile) composto da un sonar attivo a bassa frequenza rimorchiato a profondità variabile (TB – towed body) e un sonar passivo: una cortina trainata multifunzione (TA – Towed Array) con funzioni di scoperta sommergibili e difesa antisiluro, integrata con il sistema di lancio contromisure. Tale sistema è altresì integrato con il sonar attivo posto nel bulbo a prora. Inoltre, tali fregate sono dotate di sonar multibeam ad alta frequenza (PES - Panoramic Echo Sounder) per batigrafia fondale, sulla verticale dell’Unità, sino a 2.000 metri, con capacità di discriminazione di oggetti di medie dimensioni.


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 Lorenzo, Lei è molto giovane (28 anni), ma grazie al suo percorso professionale ha già molta esperienza e dispone di mezzi tecnologici all’avanguardia. Ci spiega come si conduce un’azione ASW? La lotta ASW ha, nel suo complesso, lo scopo di impedire al nemico l’efficace impiego dei propri sottomarini. Nello specifico, il contrasto a tale minaccia si articola principalmente nelle fasi di ricerca, scoperta, identificazione e tracciamento per giungere, infine, ad un eventuale attacco. La condotta di un’azione ASW, vista la peculiare silenziosità dei battelli e la capacità di rimanere occulti, si svolge ad ampio raggio tramite l’impiego di un nutrito numero di assetti aeronavali che assicurano una difesa quanto più robusta e stratificata possibile: la pluralità di questi concorre a tale obiettivo con navi, elicotteri, aerei da pattugliamento marittimo e, in talune situazioni, sommergibili alleati. Alla mia figura di Capo Reparto Sonar viene richiesto di coordinare tale dispiegamento di forze, sfruttare le specificità degli assetti alleati ed assicurare la difesa della nostra formazione navale. capo reparto SONAR tenente di vascello Lorenzo Remiddi


29 tenente di vascello Alessio Raffaele Rizzo capo reparto TECNICO OPERAZIONI Alessio, ci spiega qual è il suo incarico a bordo e in maniera semplice ci illustra i vantaggi della tecnologia ASW? Le FREMM, specie quelle con capacità ASW, rappresentano lo stato dell’arte ed avanguardia tecnologica in termini di sistemi di scoperta della minaccia subacquea: l’impiego combinato di VDS, sonar attivo posto nel bulbo di prora e PES, abbinato alla peculiare silenziosità dell’apparato propulsivo, permettono infatti di garantire capacità di scoperta senza precedenti. Alla mia figura di Capo Reparto Tecnico Operazioni è, dunque, assegnato il compito di assicurare la piena efficienza di tali sistemi di combattimento, supportando l’azione tattica dell’Unità e rendere efficaci tecniche e procedure di contrasto alla minaccia subacquea poste in essere dal Reparto Sonar.


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 luogotenente Angelo Vasto sottufficiale più anziano del reparto SONAR capitano di fregata Angelo Bancale comandante della fregata Alpino Angelo, Lei è a capo di quella che qualche anno fa veniva definita STAS (Stazione Antisommergibile) e oggi è il sottufficiale con più esperienza nel Reparto Sonar di bordo (36 anni di servizio). Come ha visto progredire negli anni la tecnologia? Sino a che distanza si riesce a scoprire un sommergibile? Ricorda una “caccia anti sommergibile” particolare? Il confronto tra i sistemi sonar imbarcati sulle prime navi su cui ho prestato servizio rispetto alle capacità attuali delle FREMM ASW è incredibile: un grande passo in avanti che si è reso necessario per contrastare il forte sviluppo tecnologico dei sommergibili a propulsione sia nucleare che convenzionale. Guardando alla distanza a cui si può scoprire un sommergibile, le navi della Marina Militare sono passate da distanze di scoperta di circa 15 chilometri agli odierni 60-80 chilometri, sancendo un netto salto generazionale. Proprio tali elevate capacità di scoperta in profondità mi hanno sorpreso in una delle prime esercitazioni ASW condotte da Nave Alpino in ambito NATO, riuscendo a scoprire e tracciare un sommergibile ad una distanza persino superiore agli 80 chilometri: un dato davvero formidabile e un ricordo indelebile. Comandante, a bordo è molto importante il lavoro di squadra e il concetto di team. Ci dica tre parole per definire le caratteristiche dei marinai che compongono il reparto Sonar. Professionisti, perseveranti, versatili. L’estrema complessità degli scenari operativi e addestrativi in cui le FREMM ASW sono chiamate ad operare, richiede agli operatori ASW tre caratteristiche irrinunciabili: professionalità, perseveranza e versatilità. Ogni membro dell’equipaggio di nave Alpino, e tra questi del Reparto Sonar, deve pertanto prenderne coscienza, coltivarle ed acquisirle rapidamente. Senza di ciò, infatti, la profondità ed importanza strategica dei sistemi ASW imbarcati, raison d’être dell’Alpino, perderebbero di significato. Mi riferisco allo studio incessante delle minacce subacquee e dei sistemi di nuova generazione impiegati dai Paesi non alleati, all’incessante e diuturno zelo nella ricerca, scoperta, identificazione e tracciamento degli assetti che popolano il mondo sottomarino, all’essenziale capacità di adattamento alle sfide che provengono dagli abissi: queste in breve, le caratteristiche che devono possedere le donne e gli uomini del Reparto Sonar, che ho l’onore di Comandare, per il fine ultimo di tutelare gli interessi nazionali e dell’Alleanza Atlantica.


31 Nave Alpino è in scorta ASW al Carrier Strike Group10 della portaerei statunitense George H.W. Bush. Le capacità antisommergibile della fregata Alpino si rivelano molto utili in contesti di interoperabilità e interscambiabilità con i nostri alleati.


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33 La Scuola di COMANDO NAVALE di Marco Bozzo formare i futuri comandanti


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 L ’Italia è un Paese di eccellenze e di tradizioni. Le stesse che ritroviamo nelle nostra Marina Militare. Esiste infatti un’istituzione che, nel solco della tradizione marinaresca, quattro volte l’anno ha il compito di formare e abilitare i futuri comandanti delle navi della Marina: la Scuola di Comando navale. Arrivata alla sua 297ª edizione dal dopoguerra, la Scuola Comando fondata nel 1926, nel tempo si è evoluta ed è stata ospitata in varie basi della Marina, fino alla sua attuale sede ad Augusta sotto l’insegna della Quarta Divisione Navale. Questa storica istituzione ha l’onore e l’onere di formare i tenenti di vascello alla conduzione della manovra e alla gestione a tutto tondo di una nave militare e conferire loro l’attestato di Comandante, necessario per poter assumere il tanto agognato primo Comando navale. La Scuola, infatti, non è solamente un tirocinio di manovra e formazione marinaresca, essa è anche e soprattutto un’istituzione che fornisce le competenze essenziali per espletare la funzione del Comando a 360°, creando la forma mentis necessaria negli ufficiali frequentatori. Ufficiali che da lì a pochi mesi saranno responsabili di personale e mezzi della Marina. Nessun’altra Marina occidentale possiede questo tipo di organizzazione, e per questo si può parlare di un’eccellenza tutta italiana che ormai da 97 anni forma i comandanti della Marina Militare. Se è vero che un buon Comandante deve essere un buon manovratore, è anche vero che questa eccellenza e tradizione non vuole solo fornire le competenze per diventare un buon conduttore di mezzi, ma assicurare il bagaglio di conoscenze ed esperienze e l’affinamento di qualità e capacità che contribuiscono a sviluppare l’attitudine al Comando e alla conduzione degli equipaggi, qualità imprescindibili per un buon leader. I frequentatori delle Scuola Comando infatti non sono chiamati solamente a manovrare le navi, ma anche a dimostrare la loro attitudine e stile di Comando organizzando, a turno, il proprio “staff” a bordo, sviluppando conferenze e attività parallele per entrare nella mentalità del Titolare di una nave militare. A questo sforzo partecipano più di 300 persone della Forza Armata che per 5 settimane sono impegnati nelle diverse fasi della sessione a bordo delle navi di stanza ad Augusta. Tra queste persone abbiamo raccolto le testimonianze di due colleghi che operano a bordo delle navi impiegate nel TIR.MA (Tirocinio di Manovra), ovvero la prima fase della Scuola Comando. A bordo della Moto Cisterna Costiera Favignana È per me motivo di orgoglio poter partecipare e contribuire con la mia esperienza a questo momento formativo ricco di tradizione e di arte marinaresca. Un’arte antica e allo stesso tempo moderna, che si rinnova ogni giorno e che fa parte di ogni marinaio Giuseppe Lisa, secondo capo scelto, nostromo di nave Favignana “ “


35 abbiamo incontrato il comune di 2ª classe Rocco Scarcella, addetto alla Componente Marinaresca, che ci ha raccontato la sua esperienza: “Sono entrato in Marina quest’anno, sono originario di Trapani, ho 20 anni appena compiuti e a bordo svolgo come nocchiere, l’incarico di addetto alla Componente Marinaresca. In qualità di timoniere il mio compito è condurre la nave in base agli ordini di barra e di rotta che vengono impartiti durante la navigazione e le manovre. Inoltre, durante la Scuola Comando, partecipo e do una mano ai miei colleghi nelle manovre marinaresche come l’ormeggio - alla fonda - e gli ormeggi in banchina con nave affiancata e di punta. È un’esperienza molto particolare, e alla mia giovane età ho la possibilità di vedere le attività marinaresche in uso in Marina e di farmi un’idea delle specializzazioni e dei diversi ruoli che in futuro potrei svolgere. Amo il mare e vorrei continuare a servire il mio Paese diventando un giorno Nostromo”. Abbiamo scambiato qualche battuta anche con il nostromo di nave Favignana: “Sono il secondo capo scelto Giuseppe Lisa, il nostromo di nave Favignana, e da 28 anni presto servizio in Marina, di cui ben 26 a bordo. Ad Augusta ho visto oltre 50 sessioni di Scuole Comando e posso dire che è sempre emozionante e bello vedere i tenenti di vascello che si addestrano alla manovra e alle attività marinaresche. In poche settimane, infatti, seguendo da vicino le manovre, mi sono reso conto di quanto crescano giorno dopo giorno e diventino sempre più sicuri nella conduzione delle manovre in particolare e della nave in generale, assomigliando sempre di più ai Comandanti che siamo abituati a conoscere. È per me motivo di orgoglio poter partecipare e contribuire con la mia esperienza a questo momento formativo ricco di tradizione e di arte marinaresca. Un’arte antica e allo stesso tempo moderna, che si rinnova ogni giorno e che fa parte di ogni marinaio”.


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 L ’Italia è un Paese di eccellenze e di tradizioni. Le stesse che ritroviamo nelle nostra Marina Militare. Esiste infatti un’istituzione che, nel solco della tradizione marinaresca, quattro volte l’anno ha il compito di formare e abilitare i futuri comandanti delle navi della Marina: la Scuola di Comando Navale. Arrivata alla sua 297ª edizione dal dopoguerra, la Scuola Comando è stata fondata nel 1926 e nel tempo si è evoluta ed è stata ospitata in varie basi della Marina, fino alla sua attuale sede ad Augusta sotto l’insegna della Quarta Divisione Navale. Questa storica istituzione ha l’onore e l’onere di formare i tenenti di vascello alla conduzione della manovra e alla gestione a tutto tondo di una nave militare e conferire loro l’attestato di Comandante, necessario per poter assumere il tanto agognato primo Comando Navale. La Scuola, infatti, non è solamente un tirocinio di manovra e formazione marinaresca, essa è anche e soprattutto un’istituzione che fornisce le competenze essenziali per espletare la funzione del Comando a 360°, creando la forma mentis necessaria negli ufficiali frequentatori. Ufficiali che da lì a pochi mesi saranno responsabili di personale e mezzi della Marina. Nessun’altra Marina occidentale possiede questo tipo di organizzazione, e per questo si può parlare di un’eccellenza tutta italiana che ormai da 97 anni forma i comandanti della Marina Militare. Se è vero che un buon Comandante deve essere un buon manovratore, è anche vero che questa eccellenza e tradizione non vuole solo fornire le competenze per diventare un buon conduttore di mezzi, ma assicurare il bagaglio di conoscenze ed esperienze e l’affinamento di qualità e capacità che contribuiscano a sviluppare l’attitudine al Comando e alla conduzione degli equipaggi, qualità imprescindibili per un buon leader. I frequentatori delle Scuola Comando infatti non sono chiamati solamente a manovrare le navi, ma anche a dimostrare la loro attitudine e stile di comando organizzando, a turno, il proprio “staff” a bordo, sviluppando conferenze e attività parallele per entrare nella mentalità del Titolare di una nave militare. A questo sforzo partecipano in tutto più di 300 persone, con uomini e donne della Forza Armata che per 5 settimane sono impegnati nelle varie fasi della sessione a bordo delle navi di stanza ad Augusta. Tra queste persone abbiamo raccolto le testimonianze di due colleghi che operano a bordo delle navi impiegate nel TIR.MA (Tirocinio di Manovra), ovvero la prima fase della Scuola Comando. A bordo della Moto Cisterna Costiera FavignaÈ per me motivo di orgoglio poter partecipare e contribuire con la mia esperienza a questo momento formativo ricco di tradizione e di arte marinaresca. Un’arte antica e allo stesso tempo moderna, che si rinnova ogni giorno e che fa parte di ogni marinaio Giuseppe Lisa, secondo capo scelto, nostromo di nave Favignana “


37 na abbiamo incontrato il comune di 2ª classe Rocco Scarcella, addetto alla Componente Marinaresca, che ci ha raccontato la sua esperienza: “Sono entrato in Marina quest’anno, sono originario di Trapani, ho 20 anni appena compiuti e a bordo svolgo come nocchiere, l’incarico di addetto alla Componente Marinaresca. In qualità di timoniere il mio compito è condurre la nave in base agli ordini di barra e di rotta che vengono impartiti durante la navigazione e le manovre. Inoltre, durante la Scuola Comando, partecipo e do una mano ai miei colleghi nelle manovre marinaresche come l’ormeggio - alla fonda - e gli ormeggi in banchina con nave affiancata e - di punta -. È un’esperienza molto particolare, e alla mia giovane età ho la possibilità di vedere le attività marinaresche in uso in Marina e di farmi un’idea delle specializzazioni e dei diversi ruoli che in futuro potrei svolgere. Amo il mare e vorrei continuare al servire il mio Paese diventando un giorno un nostromo della Marina”. Abbiamo scambiato qualche battuta anche con il nostromo di nave Favignana: “Sono il secondo capo scelto Giuseppe Lisa, il nostromo di nave Favignana, e da 28 anni presto servizio in Marina, di cui ben 26 a bordo. Ad Augusta ho visto oltre 50 sessioni di Scuole Comando e posso dire che è sempre emozionante e bello vedere i tenenti di vascello che si addestrano alla manovra e alle attività marinaresche. In poche settimane, infatti, seguendo da vicino tutte le manovre, mi sono reso conto di quanto crescano giorno dopo giorno e diventino sempre più sicuri nella conduzione delle manovre in particolare e della nave in generale, assomigliando sempre di più ai Comandanti che siamo abituati a conoscere. È per me motivo di orgoglio poter partecipare e contribuire con la mia esperienza a questo momento formativo ricco di tradizione e di arte marinaresca. Un’arte antica e allo stesso tempo moderna, che si rinnova ogni giorno e che fa parte di ogni marinaio”. L’ultimo giorno prima dell’inizio “ Il mondo subacqueo è un ambiente da difendere e sorvegliare poiché ospita gasdotti, oleodotti, cavi di trasmissione dati e internet fondamentali per garantire il nostro benessere ” contrammiraglio Massimiliano Rossi, Comandante di Comsubin di Gianluigi Angiulli


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 Attendo con ansia il suono della sveglia, manca poco più di un’ora alle sei di mattina, penso e ripenso a tutto quello che ho vissuto in questo incredibile anno di formazione del Corso Ordinario Palombari, che tra qualche ora mi permetterà di diventare un operatore specialistico della Marina Militare. Sono qui insieme ai miei fratelli in attesa che questo straordinario giorno inizi, perché oggi potrò finalmente stringere tra le mie mani il basco blu, e consegnarlo al Direttore del corso per poi essere investito formalmente del titolo di Palombaro di Marina. Ci saranno anche i miei genitori che, orgogliosi, mi hanno supportato in questa scelta, ammirato giorno dopo giorno ogni mio progresso e sostenuto nei momenti difficili, e devo dire che ce ne sono stati davvero molti. Questo corso non è una passeggiata, difatti sin dai primi momenti è stato impegnativo, e di conseguenza molto selettivo, gli istruttori ci hanno portato a superare le nostre paure, i nostri limiti facendoci diventare sempre più consapevoli delle nostre capacità. Il mare si sa è un ambiente ostile all’uomo, per questo il mestiere del palombaro richiede attitudine, volontà e capacità nell’affrontare le innumerevoli difficoltà che si celano già dai primi metri sottola superficie, non comuni agli altri


39 10 febbraio. Le Grazie, La Spezia. Cerimonia di imbascamento (Consegna Brevetti) di 3 nuovi palombari alla presenza del Sottosegretatio alla Difesa dott. Matteo Perego di Cremnago e del Sottocapo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio di squadra Giuseppe Berutti Bergotto. lavori. Molti hanno dovuto rinunciare, ma questo è inevitabile perché nel mare non si può improvvisare. Gli istruttori nel loro meticoloso lavoro diventano per l’allievo l’unico riferimento e sono loro che hanno saputo guidare e consigliare ognuno di noi. Ricordo durante le prime immersioni con lo scafandro tradizionale il mio ripetere incessante tutti i movimenti che nel briefing pre-immersione ci erano stati forniti, ma come era pronosticabile ho sbagliato quasi tutto gonfiando la muta come un pallone. Lì per lì ho pensato che appena sganciato l’elmo dello scafandro mi avrebbero comunicato che il mio percorso sarebbe finito in quel momento, invece capo Verde insieme a tutto il team degli istruttori mi ha rasserenato, spiegandomi che può capitare a tutti di sbagliare, ma che avrei dovuto capire cosa e come rimediare nella prossima immersione di questo lungo anno. Ho affrontato ogni giorno con la determinazione e consapevolezza di cosa stessi facendo, e oggi diventerò un palombaro di Marina ma non riesco a credere di esserci realmente riuscito. Il piazzale silenzioso, il personale schierato, le autorità in tribuna rende questa cerimonia storica un rito quasi liturgico, ordini scanditi con precisione pronunciati dallo speaker tuonano tra le mura, e mentre pronuncia il mio nome il cuore sobbalza e urlo con tutte le mie forze “comandi!” correndo verso la massima autorità per ritirare il mio e solo mio basco blu! Ho cercato con la coda dell’occhio mentre entravamo in piazzale la mia famiglia, chissà che emozioni stanno provando proprio adesso che afferro il basco dalle mani del Sottosegretario alla Difesa. Mentre lo guardo con fierezza mi congedo con il saluto militare e dirigo verso il mio secondo padre, il capo istruttore Davide Verde, un uomo saggio. Correndo, incrocio il suo sguardo marziale, mi fermo e gli passo il basco affinchè me lo posi sulla testa. Non posso descrivere questo istante, il carico emozionale è estremo e ripeto a me stesso “ce l’hai fatta!“, saluto il Capo congedandomi per poi entrare nelle file del GOS (Gruppo Operativo Subacquei). Finalmente riesco ad incrociare lo sguardo dei miei genitori, sono molto emozionati e questo rende tutto più magico. La cerimonia volge al termine, le autorità stanno sfilando, ma per noi manca ancora un importante tassello prima di poter festeggiare: prendere parte alla fotografia di rito che spetta solo ai brevettati insieme all’Ammiraglio Comandante del Comsubin, agli istruttori e alle autorità. Ecco lo scatto e il flash del fotografo che immortala, sintetizza e consegna alla storia della Marina questo lungo anno di corso! Da oggi potrò anche io dire “non si volta chi a stella e fiso”, il motto dei Palombari.


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 le 1971, è nato il Quartier Generale Marina Santa Rosa (QGM), oggi retto dal capitano di vascello Giuseppe Radicchio, che dal primo novembre 1972 ha iniziato a ospitare CINCNAV (Comando in Capo della Squadra Navale costituitosi il 15 gennaio 1952 nella sede di Taranto) trasferito anche per assorbire le funzioni del già presente COMEDCENT (Comando NATO del Mediterraneo Centrale). Nel gennaio 2012, è stato inauguI l comprensorio militare di Santa Rosa ha origine nel 1939, quando Monsignor Antonio D’Antoni donò alla Regia Marina un terreno di circa 160 ettari, noto all’epoca come Tenuta Mazzalupo, ponendo un’unica condizione: intitolare l’area a sua madre Rosa. Da qui l’origine del nome “Santa Rosa” che ha caratterizzato l’istituzione del Centro Radiotelegrafico della Marina Militare durante la Seconda guerra mondiale, nato dall’unione tra i Centri di comunicazione di San Paolo e Sant’Alessandro. Il primo febbraio del 1943 questa base divenne il sedime militare più importante della Forza Armata, consentendo al neo-costituito ente Supermarina di esercitare le funzioni di Comando, Controllo e Comunicazioni durante il periodo bellico, sotto la guida dell’allora Sottocapo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Luigi Sansonetti. Quasi trent’anni dopo, il primo apriQuartier Generale Marina di Mariarosaria Lumiero di Roma


41 Intervista a Giuseppe Radicchio, capitano di vascello, comandante del QGM di Roma rato il nuovo edificio noto come Centro Operativo della Marina Militare (COMM) in cui sono ospitati lo staff di CINCNAV e le cinque centrali operative che consentono al Comandante in Capo (ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis) di esercitare il controllo delle operazioni. Il personale impiegato presso il QGM ammonta a circa 100 individui tra militari e civili. Tra le principali competenze ci sono: l’organizzazione, la sorveglianza e la difesa del comprensorio; la sicurezza delle infrastrutture e delle installazioni avvalendosi del supporto di MARIGENIMIL Roma; la gestione degli alloggi interni; l’organizzazione dei servizi di carattere generale; la gestione, quale “autoreparto secondario”, degli automezzi destinati ad assolvere i servizi tecnici e di supporto. ll QGM riveste un ruolo importante per il personale della Squadra Navale, quali le azioni di supporto al benessere del personale fatte di recente? Quali i prossimi progetti? Garantiamo la piena funzionalità dell’intera area operativa e delle sistemazioni alloggiative del comprensorio di Santa Rosa. Il nostro impegno è rivolto a tutti gli enti presenti: non solo CINCNAV e il Centro Operativo Multidominio Marina Militare, ma anche agli altri Comandi Complessi Operativi di specialità. Con i nostri servizi rendiamo possibile lo svolgimento delle attività che interessano l’area operativa ogni giorno, ma i nostri sforzi sono molto orientati al benessere del personale, a cui teniamo: per i circa 800 militari e i 30 civili che lavorano qui, assicuriamo disponibilità alloggiative collettive e vitto, confezionato e servito presso la mensa che è aperta per la seconda colazione e il pranzo sette giorni su sette; indirizziamo i nostri sforzi al mantenimento in efficienza di impianti e strutture che, nel loro complesso, ampliano l’offerta ricreativa e consentono l’attività fisica. Recentemente sono state portate


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 a termine, a tal proposito, diverse progettualità - il rinnovo del campo di “calcio a 11”, del suo impianto di irrigazione, il potenziamento della palestra per la quale sono stati acquisiti nuovi macchinari - e altre sono in itinere o allo studio; nel prossimo futuro verrà, infatti, rispristinato il campo da calcetto e sarà costruito un campo da padel. Questa nostra attenzione al personale non riguarda solo coloro che prestano servizio nel comprensorio, ma cerca anche di creare opportunità aggregative per i famigliari; in tal senso, ci sono ulteriori iniziative tese a migliorare la fruibilità degli spazi verdi comuni che si aggiungono alla possibilità di effettuare un corso di scherma. Comandante, il Quartier Generale della Marina Santa Rosa è un importante polo di Comando ma le sue mura trasudano storia. Quali sono gli eventi più caratteristici che si possono rivivere varcando la soglia del QGM? I circa 158 ettari del presidio Marina Militare di Roma Santa Rosa sono ormai parte integrante delle vicende che arricchiscono il bagaglio di valori e tradizioni della Forza Armata. Nel tempo, all’interno del comprensorio operativo, è stata allestita una Sala Storica, dedicata alla figura del maggiore ingegnere del Corpo Tecnico della Regia Marina Alfeo Brandimarte. Ma è soprattutto percorrendone le strade interne, che conducono alle tre vallate – cosiddette ‘dei daini’, ‘dei cannoni’ e ‘dei serpenti’ – che si percepisce e in un certo senso rivive la sua storia. Il comprensorio è rimasto poi attivo negli anni anche grazie al capitano La Marca e al sergente Bianchi, che hanno disinnescato 24 ordigni posizionati dai tedeschi nel 1944 durante la loro ritirata. L’esplosivo presente in galleria, in caso di detonazione, avrebbe provocato la completa distruzione delle infrastrutture esistenti e gravi conseguenze in una vasta zona. Dal dopoguerra ai giorni nostri i Comandi supportati dal QGM hanno cambiato diverse volte denominazione, ma a fattor comune, il comprensorio di Santa Rosa, è sempre stato una punto di riferimento della Marina per la pianificazione e la condotta delle operazioni. A proposito di storia, una chiesa all’interno del comprensorio è stata di recente dedicata a Santa Barbara, la protettrice dei marinai. Cosa rappresenta per il personale in servizio questo luogo di culto? Giovedì 26 gennaio 2023 l’Ordinario Militare per l’Italia Monsignor Santo Marcianò ha officiato i santi misteri e il rito liturgico di dedicazione della Cappella allestita all’interno del comprensorio operativo a Santa Barbara. Un momento molto sentito in cui la comunità cristiana del presidio di Santa Nella pagina precedente: in basso a destra, la Centrale Operativa Multidominio Marina di Cincnav; al centro, le infrastrutture del QGM, infermeria, mensa circolo unico, palazzina Difesa, Maricrypto, impianti sportivi, corpo di guardia; in alto a destra, parco antenne e area ritrovamento reperti archeologici.


43 Rosa si è riunita in comunione d’intenti per accompagnare in preghiera questa particolare funzione religiosa, il cui significato è stato solennizzato dalle reliquie di Santa Barbara e di Santa Rosa – coronamento della tenace opera di ricerca del cappellano militare Don Mauro Nazzareno Medaglini – deposte nello spazio a loro riservato nell’altare all’atto della dedicazione. Il comprensorio di Santa Rosa aveva già da tempo una sua Chiesa nell’area alloggiativa, ma pur tra loro attigue, le aeree alloggiativa e operativa sono – per ovvie ragioni – non collegate direttamente da un varco interno, bensì attraverso il transito dalla viabilità esterna. Si sentiva pertanto, forte, il bisogno di rendere disponibile ai tanti che gravitano giornalmente nell’area operativa anche un punto di riferimento spirituale facilmente fruibile, un’oasi a cui sostare per una pausa di intimità e riflessione. Non a caso, per la sua realizzazione è stata scelta un’ubicazione baricentrica, nell’ambito di un edificio simbolo: la Palazzina che noi amiamo chiamare ‘Patria e Onore’ per il motto che vi campeggia sulla facciata e che rappresenta una delle costruzioni storiche risalenti alla fondazione di Santa Rosa. Risale a poche settimane fa una straordinaria scoperta archeologica: resti fossili di un animale preistorico. Chi l’ha scoperto? Quali sono state le sensazioni provate a seguito di questo rinvenimento eccezionale La vastità di questo comprensorio e la sua sostanziale condizione di area vergine in cui l’antropizzazione è molto limitata e attenta, sono foriere di interessanti sorprese. Già negli anni 2000, a seguito di alcuni scavi per il posizionamento di una nuova antenna, sono stati ritrovati i resti di antiche tombe etrusche e di una Villa Rustica Romana di costruzione stimata tra il VI secolo a.C e il IV secolo d.C. Proprio nelle ultime settimane è stato, invece, certificato dalla Soprintendenza Speciale Archeologica delle Arti e Paesaggio di Roma il ritrovamento di un reperto preistorico del Pleistocene medio, circa 500.000 anni fa: una sezione della zanna di un proboscidato (ancora posizionata sulla parete argillosa di una delle vallate) e un frammento di elemento scheletrico post-craniale (che ci stiamo attrezzando affinché possa in seguito essere esposta nella Sala Storica “Alfeo Brandimarte”). La scoperta è avvenuta da parte del Vice Comandante, capitano di fregata Mauro Felice Ciccolella, accompagnato dal sottocapo aiutante Alessandro Di Gloria, conduttore delle Unità Cinofile assegnate alla Base. A prima vista riconducibile a un pezzo di tronco di albero, la parte di osso trovatogli vicino ci ha spinto ad approfondire e svolgere delle ricerche intuendo l’eccezionalità del ritrovamento: una emozione unica. A sinistra, Mauro Felice Ciccolella capitano fregata, Vicecomandante del QGM. A seguire, foto di gruppo insieme all’ Ordinario Militare per l’Italia Monsignor Santo Marcianò e al Comandante in Capo della Squadra Navale ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis; In alto: piazzale d’atterragio per elicotteri all’interno del QGM e la palestra con gli istruttori militari.


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 Un 2022 ricco di successi per il Gruppo Sportivo della Marina Militare che, dopo le olimpiadi di Tokyo 2020, ha conquistato ben 50 medaglie a livello internazionale nelle discipline: tuffi, nuoto, canoa fluviale, canottaggio, nuoto sincronizzato, tiro a segno e vela olimpica. Il frutto di collaborazioni che, negli anni, la Forza Armata e le Federazioni Sportive italiane hanno instaurato e coltivato al fine di tagliare il quale si consolidano i valori che sono alla base del processo formativo: senso di appartenenza, lealtà, coraggio, leadership e spirito di sacrificio. Ad aprire la cerimonia, al cui termine sono stati consegnati anche dei riconoscimenti, il Presidente del G.S.M.M., capitano di vascello Fabio Livraghi, che ha evidenziato i risultati ottenuti del 2022. “Questi successi sono stati possibili grazie all’impegno di atleti, Marina e Federazioni lavorando, insieme, per lo stesso fine” - ha esordito dopo i saluti istituzionali il traguardi sempre più ambiziosi. È il 27 febbraio 2023 e nella biblioteca di Palazzo Marina, il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Enrico Credendino, ha voluto ringraziare il Gruppo Sportivo della Marina Militare (G.S.M.M.) e il Centro Velico di Altura di Napoli per gli obiettivi raggiunti, sottolineando “I duri allenamenti, la costanza nell’impegno, i sacrifici sono solo alcuni degli elementi che hanno permesso di ottenere i vostri eccellenti risultati sportivi”. Ha, inoltre, evidenziato l’importante connubio sport – Marina Militare, attraverso Oro i COLORI dello sport marinaresco di Mariarosaria Lumiero Argento Bronzo:


45 Presenti una folta rappresentanza degli atleti e i Presidenti Francesco Ettorre (Federazione Italiana Vela), Giuseppe Abbagnale (Federazione Italiana Canottaggio), Luciano Buonfiglio (Federazione Italiana Canoa), Luciano Rossi (Federazione Italiana Tiro a Volo) e Costantino Vespasiano (Federazione Italiana Tiro a Segno). Linda Cerruti, nazionale di nuoto sincronizzato, e Giacomo Ferrari, vela classe 470, hanno affermato, a nome di tutti gli atleti presenti, che la Marina Militare è la base fondamentale che permette loro di allenarsi, potendo concentrare tutte le comandante Livraghi – “la Marina Militare ha realizzato il record di medaglie vinte in campo nazionale e internazionale ed inoltre, voglio aggiungere un ulteriore traguardo risalente a ieri (26 febbraio n.d.r.). Le ragazze del nuoto artistico hanno vinto, per la prima volta, il campionato italiano con una squadra formata unicamente da atlete della Marina. Ora ci aspetta un anno cruciale per le qualifiche alle olimpiadi di Parigi 2024 – conclude Livraghi – e noi faremo di tutto per farci trovare preparati a questo importante appuntamento”. energie per il raggiungimento degli obiettivi più ambiziosi. Nel corso dell’evento, a tal proposito, sono stati presentati i progetti futuri presso Mariremo (Centro Sportivo Remiero) Sabaudia, ovvero l’apertura di tre cantieri fruibili sia dal personale della Marina che delle Federazioni sportive. Inoltre, un accento è stato posto anche sulle sezioni giovanili della Marina e gli arruolamenti, affinché lo sport e la Marina Militare siano un solido connubio per la diffusione della cultura sportiva, oltre quella marittima.


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47 Al Modigliani Forum di Livorno, insieme in campo per la solidarietà Il DERBY delle stelle(tte) di Daniela Napoli


N O T I Z I A R I O D E L L A M A R I N A - M A R Z O 2 0 2 3 S arà che Livorno è una città di mare. Sarà che Livorno dal 1881 accoglie sul suo territorio l’Accademia Navale. Sarà che le genti di mare per definizione non lasciano mai nessuno indietro. Sarà per quanto già detto e - di certo - per molto altro ancora che quando la solidarietà chiama, la risposta, da quelle parti, è sempre la stessa: Noi ci siamo! E così anche quest’anno, come negli ultimi dieci anni, l’Accademia Navale ha organizzato un grande evento per supportare le attività realizzate dalla rete solidale “In Cammino con Noi”, formata dalle associazioni “Volare senz’ali”, “Autismo Livorno”, “Associazioni Italiana Persone Down Livorno”. Il 3 marzo al Modigliani Forum, si è giocato “Il derby delle stelle(tte)”, un incontro amichevole di basket disputato tra le due squadre locali “Libertas Livorno 1947” e “Pielle Livorno” che militano nel campionato nazionale di serie B e che per l’occasione hanno “adottato” nelle loro fila gli atleti provenienti dalle Accademie militari di Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. Una manifestazione di musica, sport e spettacolo, patrocinata dal comune di Livorno e sponsorizzata da MBDA, i cui proventi dei quasi cinquemila biglietti venduti sono stati devoluti alla rete “In cammino con Noi”, per permettere alle associazioni di continuare il loro impegno nei confronti dei bambini e dei ragazzi affetti da disabilità che frequentano i loro centri, sempre assistiti da personale qualificato. Le emozioni nel corso della serata non sono tardate ad arrivare, ad iniziare dalla dimostrazione in campo della squadra di basket della Toscana Disabili Sport (TDS), per continuare con l’intrattenimento musicale ad come lo spirito di squadra e la solidarietà sono “scesi in campo” a dimostrazione di come l’Accademia Navale si impegna nel sociale a supporto delle fasce più deboli e vulnerabili della nostra società. Un risultato tangibile a conferma delle molteplici collaborazioni dell’Istituto con le organizzazioni di utilità sociale basate sul territorio livornese. I nostri cadetti sono stati i protagonisti dell’evento sportivo di beneficienza prendendone parte con spirito d’iniziativa e determinazione dove a vincere è stata la solidarietà. Una sinergia di valori etico-morali che da sempre costituiscono i pilastri formativi dell’Accademia Navale. Spirito di squadra, lealtà, sacrificio, coraggio, rispetto. Questi valori sono d’ispirazione ieri come oggi. Come si fa a tramandarli? Dedizione, disciplina, spirito di squadra: sono solo alcuni dei sani valori promossi e condivisi in Accademia Navale. Un bagaglio valoriale che appartiene non solo agli Ufficiali di Marina, ma più in generale alla società civile e democratica. Una società che al giorno d’oggi è in continua evoluzione ed è sempre più predisposta al cambiamento. Abbiamo incontrato il contrammi- raglio Lorenzano di Renzo, Coman- dante dell’Accademia Navale Ammiraglio, l’Accademia Navale è da molti anni al fianco della rete solidale “In cammino con Noi”. Le iniziative come “Il derby delle Stelle(tte)” rappresentano un momento di aggregazione positivo per la formazione dei cadetti. Come è stata vissuta questa esperienza? Il Derby delle Stelle(tte) ha rappresentato per gli allievi un’occasione unica di crescita umana e professionale; valori fondamentali


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