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Book - L'Istinto della passione che guida le scelte

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Published by AEG CORPORATION LTD, 2019-10-04 06:22:29

Luciano Iorio

Book - L'Istinto della passione che guida le scelte

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Luciano Iorio

L’istinto della Passione che guida le scelte

Vi sono ignoti, assurdi segnali............................................................................3
Ferruccio Iorio e un insolito progetto................................................................ 8
Neve, dell’ importanza sua e del genere femminile..........................................12
La mancanza colmata.......................................................................................16
Il bambino che frequentava i Consigli di Amministrazione............................19
La Rambaudi, Ferruccio e Bertu dёl Balmёtt...................................................21
Il bambino Luciano, la memoria, la paga lontana, i nonni............................. 26
La gita, il tornio e il parquet............................................................................. 31
L’elettronica e il Fattore Lingua Italiana......................................................... 34
Vent’anni di lavoro........................................................................................... 38
Qualis pater talis filius: breve storia di uno specchietto retrovisore.............. 46
Luciano, il diciottenne aziendalista.................................................................. 51
Simbiosi Neologismi Metafore .........................................................................52
La complessità delle sfide.................................................................................57
Il destino e il piano inclinato............................................................................61
Continuare la crescita: i figli............................................................................ 63
Uno per tutti, tutti per uno............................................................................... 71
Prima rete d’imprese in Canavese....................................................................79
L’istinto della Passione che guida le scelte...................................................... 83



Vi sono ignoti, assurdi
segnali

Europa, Italia, Piemonte, Canavese, Lessolo.
A metà collina, su verso Alice, la grande casa
bianca, già villa Benta, affaccia sulla pianura
di Ivrea e offre un paesaggio di rara bellez-
za: morbidi rilievi, aspre colline, il castello
di Montalto Dora incastonato e massiccio so-
pra un’altura; si scorge ai piedi della Serra
un tratto del fiume Dora e, in lontananza, il
castello di San Giuseppe arroccato sulla rupe
che sovrasta il lago Sirio.
Gli occhi indugiano su tutto il bello che natu-
ra e uomini hanno creato e costruito.
Poi lo sguardo è attratto e rapito come una
magia dal bastione della Serra Morenica che,
dai 1000metri di Andrate, degrada per oltre
venti chilometri, tracciando un perfetto pia-
no inclinato, fino al lago di Viverone.
Vi sono case che racchiudono e donano
magie…

3



La costruzione di Villa Benta è di sobria, si- Vi sono ignoti segnali, assurdi segnali, mi-
gnorile ed essenziale architettura, ha tre pia- schiati a milioni di sconosciuti o misconosciu-
ni, un porticato e balconi dipinti di giallo, le ti segnali che, non sapendo dare spiegazioni
ringhiere sono in ferro lavorato a mano, di o non volendo dare spiegazioni, consideria-
piacevole e accurata fattura. mo semplicemente come casualità nel grande
mondo indaffarato in cui siamo immersi.
Il terzo piano è una grande, unica mansarda
con luminose finestre. Luciano Iorio nasce il 22 luglio (1968): det-
to così è una semplice sequenza di numeri e
Spiccano, i balconi gialli: è un segno… uno lettere, una data come tante altre, forse però
dei tanti. qualcuno degli episodi passati sono stati se-
gnali che hanno lasciato tracce indelebili nel
Nel giardino che costeggia il viale di ingresso cammino della sua movimentata e a volte
si erge un elegante tasso colonnare, perfetta sorprendente esistenza.
sintesi tra Europa e Giappone: è un segno…
uno dei tanti. Notiamo un’altra bizzarra particolarità: di-
videndo il 22 (giorno della nascita) per 7
E, a proposito di segni e segnali, ecco un pic- (mese della nascita) con arrotondamento alle
colo elenco di fatti che metaforicamente rico- due cifre decimali, salta fuori… 3,14… Iorio
nosceremo nella storia della vita di Luciano Luciano docet.
Iorio.

Gli storici ellenisti assegnano al 22 luglio del
776 a.C. l’inizio delle Olimpiadi, a Olimpia,
nell’isola di Katakolon.

Il 22 luglio del 1894 nella vicina Francia si
corre la prima vera corsa automobilistica al
mondo: la Parigi – Rouen.

Il 22 luglio del 2005 l’atleta russa Yelena
Isinbayeva supera, prima donna al mondo, i
5 metri nel salto con l’asta.

5



Connettori per lavatrici industriali

Torniamo a noi e all’incipit… che ha dato vita a un’azienda dai connotati
appunto squisitamente meccanici… poi è ar-
La prima inaspettata reazione Luciano la rivato Luciano.
provoca, ovviamente ignaro di quel che at-
torno gli succede, già proprio il giorno in cui “Post mutationem resurgo”: parafrasando il
viene al mondo. detto latino “Post fata resurgo” con il quale
si identifica L’Araba Fenice che moriva e ri-
Il giorno della nascita di Luciano, nell’animo sorgeva dalle sue ceneri, l’azienda creata da
del padre Ferruccio si fa strada un’idea, un in- Ferruccio Iorio si trasforma e rinasce, senza
solito progetto: fare in modo che il figlio non per altro mai morire, con il figlio Luciano.
abbia bisogno di cercarsi un posto di lavoro.
Questo non è che un breve incipit, una assai
Beninteso, questo non sta a dire che per concisa sintesi della storia di una famiglia che
Luciano si prospetti un’esistenza senza dover si è legata in stretto rapporto, in simbiosi po-
lavorare (!) ma che il lavoro lo avrebbe trova- tremmo dire, con l’azienda nata dal suo stes-
to nell’ambito della famiglia, perché da quel so ambito e della quale ha condiviso le sue
momento lui, Ferruccio Iorio, aveva deciso, più profonde e variegate forme: dalla nascita
impegnandosi al fine di creare una sua azien- fino ad arrivare, dopo mezzo secolo in ottima
da, il posto di lavoro per suo figlio. salute ai giorni nostri, pronta ad affrontare le
nuove e sempre più mutevoli modernità.
Come prosieguo della vita di Ferruccio non c’è
male e, come inizio della vita di Luciano, il de- Sono stati cinquant’anni di profondi e incre-
stino ha battuto il primo insospettato colpo. dibili mutamenti socio culturali, si sono vis-
sute certezze sgretolate da altre certezze di-
La scintilla che ha acceso la fantasia e la vo- mostratesi poi ugualmente effimere.
glia di fare, in Ferruccio, è scattata in quel
22 luglio del 1968: una Scintilla Meccanica,

8

Ferruccio Iorio
e un insolito progetto

Si sono vissuti cambiamenti impensabili in Cercheremo quindi un percorso in linea con
un lasso di tempo così breve, eppure così lun- l’estro, e la fantasia, delle persone che hanno
go, per chi ha dovuto confrontarsi con realtà dato vita a questa avventura e a quelle che,
in continuo divenire. ancora ai giorni nostri, proseguono e variano
la storia di questa aziendafamiglia.
È in questo scenario che si inserisce la meta-
fora dell’Araba Fenice applicata nei confronti
della storia dell’azienda Jorio e segnatamen-
te con la persona di Luciano.

In questo caso è una storia un poco partico-
lare, non unica nel suo genere ma certamente
variegata e inusuale il giusto.

Volendo dare una continuità temporale a una
narrazione, di solito è buona cosa iniziare dal
principio, seguendo poi una traccia che dalla
partenza porti alla conclusione: può sembra-
re una cosa scontata, forse banale… troppo
semplice.

Naturalmente, come in tutte le cose, esistono
varianti che fanno la differenza…

9

Carmencita e Caballero, LAVAZZA (per Roberto Sport, calciobalilla)



Aziendafamiglia rappresenta l’unione grafica abitudini di vita, con una visione parecchio di-
di due sostantivi di genere femminile: parti- versa del vivere il quotidiano e la vita stessa.
colare di non secondaria importanza, anzi.
Possono sembrare parole scontate ma la ve-
Mai dimenticare che la stragrande maggio- rità è che, da un dato momento in poi, non
ranza delle aziende è sì declinata al maschile, esiste più nessun tipo di abitudinarietà.
ma va da sé che un cospicuo numero di que-
ste realtà produttive hanno avuto una genesi Si scoprono orari di lavoro giornaliero distri-
che ha coinvolto in modo determinate la par- buiti in uno spazio temporale che si protrag-
te femminile, la donna. gono ben oltre a quelle che sono le classiche
otto ore.
Anche nel caso della primigenia ditta Jorio
spicca, silenziosa e paziente, la figura della Altrettanta sorpresa la riservano le settima-
moglie, Erminia Neve Voiglio che, come ca- ne, diventate improvvisamente lavorative
ratteristica di immediato riconoscimento per tutti i sette giorni, che vuole dire un im-
porta in dote il nome Neve, sicuramente in- pegno e un coinvolgimento, a tempo pieno, di
solito, certamente assai raro. tutte le risorse fisiche e mentali.

Anche questo è un piccolo, insondabile se- Questo per tutta una serie di problematiche
gnale, nell’ottica di un coinvolgimento fami- poste in essere dalla nuova attività e che, va
liare insolito: la sua pazienza è determinante da sé, devono essere gestite senza se e senza
nell’aiutare il marito Ferruccio a creare una ma nell’ambito famigliare: una condizione
loro azienda che, questa è la realtà inconfu- alla quale è impossibile sottrarsi.
tabile nei confronti degli uomini al comando,
vuole dire un cambio totale e immediato delle Può piacere o non piacere però questa è
l’Aziendafamiglia, nelle difficoltà e nelle
soddisfazioni.

12

Neve, dell’ importanza sua
e del genere femminile

Ed è in questo generale contesto che la figu- Studi, ovvero la quintessenza della sezione
ra della donna, qui la moglie Erminia Neve, Ricerca e Sviluppo in seno all’Olivetti.
ha avuto un’importanza determinante: non
apparire ma essere di pragmatico appoggio Iorio Ferruccio lo era, meritevole, e le sue
sempre. capacità anche caratteriali lo portarono, pur
così giovane, a rivestire le funzioni di capore-
Quando Ferruccio, nel 1968 decide di fonda- parto che, va ricordato, è sempre stata la fi-
re l’azienda è un giovanotto di 28 anni ed è, gura tra le più importanti nell’organizzazione
come molti canavesani di quei tempi, dipen- produttiva della grande Azienda Eporediese.
dente Olivetti.
Grazie a questa sua posizione di fattiva ope-
Ha una solida base in quanto a conoscenze ratività in ambito lavorativo, si fa strada poco
tecniche che gli derivano dalla scuola di mec- a poco una sorta di forza interiore tale da
canica, nella sezione specialistica di eccellen- renderlo sempre più consapevole che le sue
za della grande società eporediese: il Centro doti, innate, acquisite e affinate, potrebbero
Formazione Meccanici, il mitico CFM. permettergli un diverso ruolo sul palcosceni-
co del mondo del lavoro.
Ferruccio supera brillantemente prove ed
esami fino a specializzarsi nella prototipa- Un ruolo non più da comprimario ma da
zione di particolari in lamiera, il vero cuore protagonista.
delle macchine prodotte dalla Ing. Olivetti
S.p.A.

Il CFM rappresentava la porta di ingresso che
conduceva, per i più meritevoli, direttamen-
te in un altro settore di eccellenza: il Centro

13

Clips aggancio Bowden

Studio misuratore lineare

A questo punto a Ferruccio manca qualcosa una piccola officina meccanica che sarà l’em-
per dare l’aire al potenziale che sente mano a brione della futura Azienda.
mano crescere dentro di sé, prendendo sem-
pre più forma e sicurezza. L’attività del suo essere artigiano registra,
fino al 1971 un sistema di lavoro soprattut-
Manca qualcosa… più che altro manca to volto al consolidamento, al gettare le basi,
Qualcuno. perché Ferruccio in quello che sta facendo ci
crede… eccome!
Tocca alla signora Erminia Neve Voiglio
provvedere: il 22 luglio del 1968 viene al Dal 1971 al 1973 l’officina lo assorbe, voluta-
mondo Luciano. mente, in un crescendo di lavoro sempre più
impegnativo e importante e quindi decide: si
A quel punto, sebbene ancora all’insaputa di licenzia dall’Olivetti, saluta ed entra a tutti
tutti, non manca più nulla: Luciano è il por- gli effetti nel mondo dell’imprenditoria, im-
tatore della scintilla, il destino ha fatto la sua prenditore lui stesso.
scelta… ha lanciato la sfida.
Stiamo parlando di un principio di attività
E Ferruccio sente che qualcosa cambia, e de- imprenditoriale al netto di qualsivoglia fa-
cide: Erminia Neve approva e condivide. cilitazione, nel senso che Ferruccio non ha
goduto di nessun patrimonio retrodatato, di
A ventotto anni per Ferruccio inizia una nuo- nessun aiuto piovuto da un imprecisato cie-
va vita, un modo assai diverso di intendere il lo: niente che non fosse riconducibile solo
lavoro, cosa che in pratica lo porta a divider- ed esclusivamente alla sua ferrea volontà, a
si, interpretando due ruoli ben distinti. una serietà di comportamento esemplare che
sempre lo ha contraddistinto.
Continua a lavorare in Olivetti con la mede-
sima dedizione e serietà che lo contraddistin- A proposito di modi e stili di vita, vale la
gue ma comincia, a casa propria, ad allestire pena di tirare in ballo Serietà e Fiducia: due

16

La mancanza colmata

sostantivi femminili (ancora) che la dicono reciproco rapporto di Serietà e Fiducia e
lunga su Ferruccio Iorio. quindi non esita a esporgli il problema.

L’episodio riguarda un acquisto di macchine Pierluigi Marta, con la MAR di Marta, è lui il
utensili e siamo nel 1973 o forse l’anno suc- venditore, lo ascolta e poi dice la sua: “E se-
cessivo, comunque appena dopo la sua uscita condo te questo è un problema? Vieni, scegli
dall’Olivetti: la neonata officina ha bisogno le macchine che ti servono, io ti faccio la fat-
di macchinari, bisogna comprare e per com- tura quietanzata, la banca è contenta, tu sei
prare servono soldi e se di soldi non ce né si contento, e io so che tu mi pagherai”.
va in banca, e lì di sicuro te li danno… forse.
Non servono altre parole.
Infatti la banca i soldi li ha e può darli a
Ferruccio, che per altro ha già fatto una sti- Su questa falsariga continua la storia di que-
ma della spesa, ma c’è un ma: serve la fattu- sta Aziendafamiglia.
ra quietanzata, pagata (sic!) a dimostrazione
dell’avvenuto acquisto. Attorno a un grande tavolo con alle spalle un
caminetto è più facile far correre i pensieri
Non è una bella notizia, considerando so- raccontando del passato, ricordando il passa-
prattutto che la cifra da pagare non è poca to, nel suo essere piacevole o meno piacevole,
roba, però nella vita succede che, se si ha ben presente nell’animo in modi diversi.
seminato, le possibilità di raccogliere buoni
frutti si moltiplicano e danno sorprendenti Ed ecco Luciano raccontare, con una nota di
raccolti. nostalgia in più, quello che accadeva quan-
do, seduto a un altro tavolo e con un’ età as-
Ferruccio è in trattativa con un venditore, sai piccina, cominciava a rendersi conto che
molto noto nella zona, con il quale ha già in qualche modo gli si apriva il mondo dei
fatto piccoli affari e con cui si è creato un “grandi”.

17



Il bambino che frequentava i Consigli di Amministrazione

Il tavolo era semplicemente quello della cuci- Come detto all’inizio, però, questa è una sto-
na, però il desco quotidiano non era solo per ria sovente permeata da usi e costumi per
consumare il pasto… niente nella norma…

Ricorda che la sua età, compresa tra il bam- Quindi abbiamo un Luciano Iorio poco più
bino e il ragazzino, gli permetteva di capire che ragazzino attento a parole e frasi inusuali
ben poco dei molti discorsi tra suo padre per la maggior parte dei suoi coetanei.
Ferruccio e la mamma Neve ma quel poco era
già moltissimo: era ascoltare la vita dei suoi Se questo non vuol dire formare un carattere…
genitori, la vita che stava al di fuori, e che
intuiva non essere così semplice, senza scos-
soni… come loro la facevano sembrare a lui.

La metafora usata da Luciano è un quasi pa-
radosso, ironico e divertente: “praticamente
erano dei CDA mascherati da pasti quotidia-
ni…” e partecipavo a mia insaputa (all’ini-
zio) a circa 700 Consigli Di Amministrazione
all’anno.

Poco alla volta questo ritrovarsi attorno al
tavolo della famiglia riunita acquisirono una
importanza sempre maggiore per Luciano,
anche se ancora in una età che, nella norma,
presenta interessi e curiosità affatto diversi.

19



La Rambaudi, Ferruccio e C’è però qualcun altro che ce l’ha la fresatri-
Bertu dёl Balmёtt ce, addirittura una Rambaudi, come dire la
Rolls Royce in quella specifica tipologia di
Ma non abbandoniamo Ferruccio e il suo es- macchine utensili.
sere in qualche modo un uomo fuori dalla
mischia. Questo signore si chiama Alberto, abita in
Ferruccio Iorio era persona di indole nien- Baio Dora e di mestiere fa, verrebbe da dire,
te affatto indolente, era estroso e testardo il o il venditore di macchine utensili o il fresa-
giusto, o qualcosa in più, aveva una voglia di tore in proprio… e no! troppo facile, troppo
fare che pareva inesauribile, e non gli manca- semplice… banale, non in linea con questa
va una insospettata dose di fantasia. storia.
Si sa che chi si somiglia si piglia o, comun-
que, prima o poi si incontra. Questo signore che si chiama Alberto
Nell’officina di Ferruccio mancava un tipo Novaria, abita sì in Baio Dora e possiede fi-
di macchina utensile che non gli era proprio nanco una Rambaudi, benché il suo mestiere
indispensabile al momento però, nella suo non abbia niente a che vedere con le macchi-
guardare lontano, sapeva che prima o poi di ne utensili, difatti lui è un oste (!) con tanto
una fresatrice, questa era la macchina, ne di nome d’arte: Bertu dёl Balmёtt, proprieta-
avrebbe avuto bisogno. rio della trattoria “Il Balmetto” appunto, e le
Quindi Iorio Ferruccio che era titolare di una sue giornate trascorrono a servire vini ai nu-
azienda meccanica che lavorava ferro, accia- merosi clienti controllando sovente, insieme
io, lamiera… non aveva una fresatrice, perché con loro, che la qualità della merce bevuta sia
al momento non ne aveva bisogno, lui. sempre buona.

La maggior parte degli avventori è gente del
posto, soprattutto dipendenti Olivetti, che tra
una bagna cauda e un bicchier di vino prin-
cipiano col raccontare di lavoro, di macchine
da scrivere, di macchine per fare le macchi-
ne, arrivando poi a parlare di donne e delle
loro gonne, di quello che celano le gonne del-
le donne e di quell’ultimo tango, ballato sulla

21

mattonella “senza muovere un passo perché Che a un certo punto finisce, complice i clien-
pensavo fosse un lento… e lei pure”. ti del ristorante che non accennano a dimi-
nuire, anzi sono in aumento, e poi si sa: un
Ed è forse in questi frangenti che scatta la bel gioco dura poco.
fantasia dormiente di Bertu dёl Balmёtt: a un
certo punto della sua vita da oste, complice i E qui entra in ballo Ferruccio, amico di Bertu,
racconti dei suoi amiciclienti, sente crescere che saputo del graduale disinteresse dell’o-
irrefrenabile il desiderio di una fresatrice! ste a proposito della fresatrice, si propone di
acquistarla.
Detto fatto, va da Marta e la compra, fa spa-
zio in garage e la mette lì, forse. Affare fatto? Sì certo, ma con tempi e metodi
imposti da Bertu che improvvisamente ha un
La cosa però non è così semplice: il garage ritorno di fiamma per la Rambaudi e vuole
non può ospitare un siffatto arnese o, meglio, addirittura vedere dove verrà messa(!) ma
potrebbe ma per non modificare l’acquisita non solo, vuole anche il permesso di andar-
e conclamata Serenità Familiare, Bertu pen- sela a vedere… ogni tanto.
sa bene di rivolgersi extra domus, cercando
un locale adatto, in Baio Dora o dintorni, e In ogni modo affare fatto, la fresatrice vie-
lo trova. ne portata nell’officina Iorio e qui la piccola
saga ha un prosieguo insolitamente umoristi-
E pazienza se ci vogliono dieci minuti a piedi, co: Bertu, per motivi di lavoro non può assi-
tempo che si riduce di molto avendo a dispo- stere alla messa in funzione della macchina
sizione una bicicletta. ma Ferruccio lo tranquillizza “guarda, faccio
proprio solo una piccola prova stasera e poi
Ecco quindi che l’oste ha trovato il suo hob- domattina per i primi lavori ti chiamo”
by, come diciamo adesso: nei momenti liberi
inforca la bicicletta, arriva davanti alla Sua Le cose vanno un po’ diversamente, perché
Fresatrice e la mette in moto, fa avanzare i Ferruccio non ha tenuto conto dell’alta tec-
carrelli, il mandrino prende a girare, effettua nologia, per i tempi, della Rambaudi.
spostamenti come dovesse lavorare, solo che
tutto è assolutamente fatto senza pezzi da Una volta che la macchina utensile viene mes-
fresare, senza spargimento di trucioli, tutto è sa in moto ed espleta le sue funzioni, arriva
finzione, divertimento, un bel gioco. poi il momento di spegnerla, di fermare il

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motore, ovviamente, ovviamente anche no… E continua a cercare e provare.
difatti appena Ferruccio preme il tasto “stop”
il motore continua tranquillamente a girare Risultato: zero, il motore continua tranquil-
rifiutando ostinatamente di fermarsi, nono- lamente a girare.
stante lui provi e riprovi a pigiare il tasto.
Dopo una buona mezz’ora di tentativi
Iorio Ferruccio però non è tipo da fermarsi Ferruccio si arrende.
davanti a un pulsante, sia pure un pulsante
Rambaudi, e quindi parte immediata la ri- Bisogna trovare una soluzione, che può es-
cognizione sulle varie ed eventuali modalità sere solamente una: telefonare a Bertu dёl
di spegnimento, che potrebbero essere leve, Balmёtt anche se è quasi mezzanotte del sa-
levette, tasti più o meno grandi, variamente bato sera.
colorati e posizionati in posti più o meno fa-
cilmente individuabili e accessibili. Parte la telefonata e dall’altra parte del filo
gli risponde un oste talmente indaffarato e
Risultato: zero, e comincia a pensare che, disinteressato che gli risponde “non ti muo-
forse, un paio di domande sul come fermare vere da lì che vengo giù io, salto in macchina
il motore avrebbe potuto farle, ma tant’è, ora e in un amen sono da te”.
la situazione è questa e va dignitosamente
affrontata. Alberto Novaria ci mette un minuto per spie-
gare a Iorio Ferruccio il dilemma: la leva
Ferruccio ispeziona nuovamente con cura la giusta è, guarda un po’, proprio l’unica sulla
macchina, ritornando su tasti pulsanti e leve quale Ferruccio non avrebbe scommesso un
più o meno grandi, scartando nessuna tipo- centesimo, tanto da scartarla senza esitazio-
logia, tranne la leva posta in alto a sinistra ne alcuna, cioè quella in alto a sinistra: Bertu
e sporgente dalla testata nella quale sono alza la mano, impugna delicatamente la leva,
alloggiate le cinghie trapezoidali, quelle che la tira a sé e il motore si ferma.
trasmettono il moto e le varie velocità dal
motore al mandrino porta utensili. Tempo totale tra spiegazione e soluzione del
problema un minuto e mezzo… poi tutti e due
Quella lì non può avere a che fare con l’ar- ci mettono un paio di ore per assaggiare sa-
resto del motore, quella lì serve di sicuro a lame e vino che Bertu si è portato appresso.
variare la velocità, che diamine.

23



Attrezzo assemblaggio manuale semigusci defibrillatore

Iorio Luciano aveva sei anni all’epoca di que- deciso di entrare licenziandosi dall’Olivetti;
sto accadimento, la dovizia dei particolari è questo fa sì che la famiglia abbia, paradossal-
frutto dei racconti di mamma e papà, però mente, più tempo per stare insieme facendo
lui si ricorda molto bene quando la fresatrice coincidere in qualche modo orari di scuola e
fece il suo ingresso nell’officina, ricorda una lavoro.
grande macchina grigia che sembrava assai
pesante. Va da sé che, data la situazione, parlare di
lavoro a tavola durante pranzo e cena è qua-
È stato il primo episodio “aziendale” fissato si d’obbligo, visto che l’azienda è formata da
nella memoria, il primo di tanti. marito e moglie, e che tutto avviene nella
stessa casa in cui vive la famiglia.
Niente succede per caso: questa singolare
simbiosi tra Luciano e la sua azienda, che Luciano frequenta tre anni di scuola media
tuttora continua e lo contraddistingue, come e contemporaneamente circa 700 riunioni
vedremo, ha avuto origine in età insospetta- familiari annue: sfido qualsivoglia dirigente
bilmente tenera tale da produrre effetti così d’azienda, in tre anni, a seguire anche solo
duraturi e vistosi. lontanamente un tale numero di Consigli di
Amministrazione durante l’anno solare.
La datazione dei primi CDA, di cui abbiamo
accennato all’inizio, si colloca attorno ai suoi Va detto che il CDA era di natura variegata,
dieci anni, età in cui Luciano ha appena finito perché certamente si parlava di lavoro, ma
le elementari e inizia a frequentare le scuole anche di scuola e di nonni, e di tante cose che
medie di Lessolo. creano in Luciano un amalgama con la realtà
famigliare.
I genitori sono impegnati a mandare avanti
l’azienda, nella quale anche mamma Neve ha Luciano pensa a quei momenti:

26

Il bambino Luciano,
la memoria,

la paga lontana, i nonni

“Mi è ancora adesso difficile da spiegare… loro pareva non esistere la normale suddivi-
ricordo bene le poche parole di mio padre, sione nel sistema fatto di giorni, settimane
parlare poco era la sua natura, e quelle di mesi… o meglio, esistevano le divisioni ma il
mia madre che invece qualcosa in più dice- lavoro trasformava tutto il tempo in un con-
va, ma non si facevano fiumi di parole, direi tinuo divenire al cui interno erano sparite le
piuttosto un canale con argini ben delinea- fermate, e anche le pause.
ti nei quali l’acqua vi scorreva senza grandi
intoppi. Erano tempi in cui il lunedì era uguale al
giovedì o al sabato, e la domenica non face-
Notavo che non esisteva differenza, nei com- va differenza, tolto il fatto che in questi due
portamenti dei miei genitori, tra l’inizio della giorni non si effettuavano consegne ai clienti
settimana e il suo prosieguo e, benché loro ma il lavoro, la produzione, la costruzione di
lavorassero e io mi limitassi a frequentare la pezzi continuava perché poi seguiva un altro
scuola, mi sembrava non fossero mai stanchi. giorno, e poi un altro e poi ancora un altro,
e questi giorni altro non erano che clienti da
Mi ricordo che il venerdì mi gustavo già il sa- servire, in momenti diversi, ma senza soste.
bato, giorno che era scolastico solo per metà
ma soprattutto era la vigilia della domenica, Di certo era un modo poco riposante di af-
che voleva dire niente scuola ma riposo tra frontare la vita ma io non mi accorgevo dei
le mura di casa e circondato dall’affetto dei loro di momenti di stanchezza, che a volte
nonni. erano più che momenti…

Dico nonni perché cominciavo ad accorger- Ferruccio e Neve non mi hanno fatto pesa-
mi che mio padre e mia madre non avevano re mai alcunché, anzi ero circondato da un
praticamente nessuna giornata di riposo, per affetto che potrei definire insolito, fatto di

27

sguardi, di attenzioni volte più al concreto, e L’avvenimento veniva spiegato in termini
che adesso apprezzo e capisco in misura ben adeguati un paio di giorni prima inserendo
maggiore di allora”. nei discorsi del CDA l’argomento soldi e paga.

Ricorda con una sorta di tenerezza quando, “E dovevano andare lontano a prendere la
circa una volta al mese i suoi andavano a paga, e sarebbero arrivati tardi, però la sera
prendere la paga, che tradotto voleva dire io rimanevo con i nonni ed ero il bambino più
che era sabato e quella sera lì loro sarebbero felice del mondo perché mi sentivo protetto
andati a ballare. da tutti e anche perché cominciavo a capire il
valore dei soldi, della paga… se dovevano an-
dare così lontano. Credo che questo piccolo
sotterfugio i miei genitori lo abbiano sempre
vissuto con un poco di malinconia”.

All’epoca di questi fatti Luciano aveva circa una
dozzina di anni, e viveva insieme a tutto il nu-
cleo famigliare, officina compresa, nella stessa
grande casa dei nonni paterni Alda e Guido.

Erano una coppia ben assortita, i nonni:
Guido gran lavoratore, con interessi anche
verso la comunità, tipo la nascente Società
Operaia e altro ancora, era sempre in mo-
vimento, sempre alla ricerca di qualcosa di
nuovo e inusuale.

Alda anche era una gran lavoratrice ma con
interessi anche nel mondo dell’arte, dell’e-
stetica, della cultura: era una formidabile au-
todidatta, ed era stata molto brava a scuola,
frequentando addirittura la sesta elementa-
re, che per quei tempi e per una donna poi,
era gran cosa.

28

Alda si occupava delle relazioni con i molti Il mondo contadino, nelle case di quei tempi,
parenti emigrati lontano in tempi meno fe- era quello dove si allevavano i maiali, i polli e
lici, intrattenendo rapporti epistolari con le i conigli perché servivano al nutrimento quo-
varie famiglie che poco alla volta si erano tidiano, era il mondo che aveva una stalla con
sparse tra l’America del Nord e il Canada. le mucche per il latte e i formaggi.

“Santa donna - dice Luciano - mia nonna Il bambino Luciano assisteva all’uccisione
Alda era sempre in attesa che il marito tor- del maiale, con tutto quel che comporta, e poi
nasse, arrivasse dai suoi giri insieme con il seguiva la trasformazione delle sue carni in
figlio Ferruccio”. tutte le varianti dell’improvvisata, ma argu-
ta, salumeria contadina.
Per altro Guido, l’uomo sempre in movimen-
to, non guidava (!) non aveva la patente, e a Detto così sembra, e lo è, il riassunto di un’e-
chi toccava scarrozzarlo ora da una parte ora sperienza di un bambino al fianco del non-
dall’altra? Ovviamente il figlio Ferruccio, il no… ma vi sono delle importanti, fondamen-
quale ricorderà molte volte al figlio Luciano tali sfumature: il contatto reale e vissuto con
di come la passione di suo padre per il fare, il cibo, i suoi odori, e i suoi sapori primigeni
e fare distante da casa e senza patente, sia oramai sconosciuti, il contatto delle origini
costato ben due automobili, che natural- di quello che mangiamo.
mente erano non già di Guido ma sue, sue di
Ferruccio! Il latte appena munto ha un odore e un sapo-
re neanche lontanamente simile alla sostanza
Con gli occhi un poco velati Luciano mi guar- bianca che siamo abituati a consumare, così
da e con voce piana e commossa lo sento dire come troppe cose che mangiamo hanno una
“Alda e Guido sarebbero molto contenti di genesi il più delle volte sconosciuta e non
questo libro” sempre piacevole: abbiamo perso la cogni-
zione delle origini e forse ricordarlo ai nostri
Nonno Guido, aggiunge Luciano, lo introdus- figli, senza enfasi ma senza infingimenti, po-
se anche nella cruda realtà contadina, quel- trebbe non essere tempo sprecato.
la che, a quei tempi, non prevedeva nessun
rifornimento al supermercato per la carne,
dove ora la acquistiamo dentro asettici con-
tenitori di plastica.

29



La gita, il tornio e il parquet

Un altro episodio è vivo nella mente di Luciano rimane affascinato dai movimenti
Luciano, e riguarda anch’esso il periodo delle ininterrotti di quell’uomo che diventa parte
scuole medie, nello specifico la gita scolasti- della macchina e di quella materia che viene
ca a Castellamonte. a poco a poco trasformata.

Castellamonte, centro canavesano della ter- E quando la sera arriva a casa non trova di
racotta e della ceramica, era meta assai fre- meglio che disegnare, e in modo abbastanza
quentata dagli studenti di allora, portati in dettagliato, la strana macchina che ha visto:
visita presso gli artigiani che producono ma- e non trova di meglio che disegnarla sul par-
nufatti usando, anche, uno speciale tornio. quet della sua camera da letto!

Ed è proprio questa macchina a colpire la Mamma Neve non la prende bene, va meglio
fantasia del dodicenne Luciano, soprattutto invece dalla parte del papà che, dopo la pri-
per la serie di movimenti sincronizzati cui il ma perplessa reazione decide addirittura di
tornitore è obbligato per ottenere il risultato costruirlo, il tornio, partendo dal disegno che
finale: rotazione più o meno veloce del man- Luciano ha buttato giù sul pavimento (!)
drino verticale, utilizzando i piedi, combinati
con i movimenti delle mani per dare forma Se ancora serviva qualche indizio sul futuro
all’impasto che diventerà oggetto. di Luciano Iorio, questo fatto è un bel tassel-
lo nel dossier Cosa Farò Da Grande.

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DMG MORI

Primo

Simone

Intanto il tempo si porta avanti e Luciano,
terminato il triennio della scuola media, si
prepara per l’avventura delle superiori che
lo vedranno studente a Ivrea come Perito
Informatico.

La scelta di questa branca di studi tecnici è
dovuta a diversi fattori, tra i quali il non tra-
scurabile dato di fatto che le materie umani-
stiche avevano per lui un interesse pratica-
mente pari a zero, difatti negli anni di scuola
media ebbe voti poche volte oltre la sufficien-
za, mentre invece era molto interessato e at-
tratto dalle materie scientifiche, con predile-
zione elettrica ed elettronica, dove otteneva
risultati diametralmente all’opposto.

Quindi Luciano si iscrive all’ITIS di Ivrea e
da lì inizia una nuova fase della sua vita.

Va detto che l’effetto “FLI”, acronimo di
Fattore Lingua Italiana, lo segue anche a
Ivrea dove si rende protagonista di memo-
rabili prestazioni con due coetanei: assieme
formeranno un trio inseparabile e, questi tre

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L’elettronica e il Fattore Lingua Italiana

novelli liceali sbalordiranno i loro professori modo di vivere che Luciano ha condiviso fino
di italiano, ottenendo voti strabilianti e riu- a quindici anni di età.
scendo financo a raggiungere, in un compito
in classe, un bel 12… in tre! Poi la svolta, perché ITIS vuole dire Ivrea
che in confronto a Lessolo è una città e ha
Il contraltare, esattamente come durante le un modo di vivere differente, non migliore o
scuole medie, sono gli ottimi, sorprendenti peggiore ma differente, diverso nei rapporti
risultati nelle materie tecniche, cosa di cui interpersonali: Ivrea è una meta per molte
avremo agio di parlare in modo specifico più persone, gente che va che viene che commer-
avanti. cia, lavora, un piccolo mondo che porta, ap-
punto, a confrontarsi anche con usi e costumi
Per Luciano ITIS significa innanzitutto la un poco diversi da quali era abituato.
scoperta di realtà nuove, e non solo nell’am-
bito scolastico ma, forse in misura maggiore, Gli studenti, a differenza di prima, arrivano
in quello che si intende con la locuzione “rap- anche da decine di chilometri di distanza, e
porti sociali”. appresso si portano modi di vivere simili ai
suoi ma non uguali… c’è differenza ed è pro-
Passare cinque anni di elementari e tre delle prio in questa differenza che Luciano sente la
medie vivendoli tutti a Lessolo, nel suo pae- voglia di crescere, di confrontarsi, di scam-
se di origine, ha voluto dire frequentare più biare esperienze, di cominciare a vivere il
o meno anche a scuola le medesime persone mondo.
del quotidiano, le stesse persone che si co-
noscevano già da piccoli e con le quali si è
cresciuti: questo non è né negativo né posi-
tivo, è un modo di vivere e, nello specifico, il

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Tastiera con bocchetta per carta prepagata

Leva rinvio serratura automobilistica

Prima di iniziare il capitolo ITIS portiamo- AUTOVOX, leader, a quei tempi, di un pro-
ci a considerare i primi 20 anni dell’azienda dotto nel settore auto che ai giorni nostri fa
Iorio Ferruccio, nei quali si inserisce anche sorridere: l’autoradio.
il periodo in cui Luciano studia e consegue il
diploma da Perito Informatico. Per quello che allora era un accessorio au-
tomobilistico importante servono, oltre alla
1968/1978 parte elettrica ed elettronica molti piccoli
particolari in lamiera per il fissaggio e l’a-
I primi dieci anni vedono l’azienda nasce- dattamento sul cruscotto dell’automobile:
re, consolidarsi, arrivano alcuni dipendenti un lavoro che sembra studiato su misura
insieme al fondatore e alla moglie Neve; la per l’azienda Iorio Ferruccio e quindi si ini-
connotazione tecnica è esclusivamente mec- zia il progetto, che però non viene portato a
canica, con una caratteristica in più, difat- termine.
ti Ferruccio ha voluto chiamarla Officina
Meccanica Prototipale, azienda unica nel suo “Ma – dice Luciano ricordando le parole di
genere. suo padre – è stata una esperienza importan-
te che mi ha insegnato molto e ha contribuito
Buona parte del lavoro proviene da commes- a farmi capire di più tante cose che credevo
se Olivetti, e Ferruccio sa che deve avere altri fossero in un modo e invece sono in un altro”.
sbocchi, serve avere altra clientela, è neces-
sario mettere in atto una diversificazione e Nel frattempo il mondo del lavoro offre, a
quindi bisogna darsi da fare. chi le cerca, altre opportunità e Ferruccio è
pronto a cominciare una prima diversifica-
Insieme con tre tecnici del settore mecca- zione affacciandosi timidamente al settore
nico prende vita uno studio per la società

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Vent’anni di lavoro

dell’automobile, Automotive si direbbe ai La costruzione è un fabbricato a due piani,
giorni nostri. con al pianterreno le macchine più pesanti e
al primo piano soprattutto la… luce: vale a
Grazie a questi nuovi prodotti, in aggiunta a dire un grande spazio, senza alcun pilastro a
quelli già in essere, l’officina comincia a far- sostegno del tetto e, anche, con i quattro lati
si stretta, è necessario più spazio e quindi le che sono praticamente una finestra unica.
scelte sono solo due: affittare o costruire.
Succede però che la luce voluta e portata da
Veramente le scelte potrebbero essere due, Ferruccio nella nuova officina rischia di es-
ma in verità è una e solo una e lo è sempre sere offuscata, se non spenta, a causa della
stata, nel solco del carattere indipendente di ristrutturazione improvvisamente decisa a
Ferruccio. Ivrea dalla Olivetti: il sostantivo ristruttu-
razione annovera tra i suoi significati anche
Si iniziano quindi i progetti per lo stabile che “sostanziale modifica organizzativa di quella
verrà costruito poco distante dalla attuale esistente”.
abitazione, sul terreno della grande casa da
poco acquistata: la malconcia già villa Benta. Quando capitano cose di questo genere, il
più delle volte non si tiene conto di un in-
Sul finire del 1977 prende il via la costruzione dotto che nella fattispecie, va da sé, oltre che
che ancora adesso ospita, con qualche modi- fornitore è anche dipendente dell’azienda in
fica, l’Aziendafamiglia. ristrutturazione.

Meno di un anno dopo la nuova sede è pronta In ogni modo la Olivetti S.p.A. riduce pesan-
ad accogliere macchine e lavoratori che in- temente le ordinazioni all’indotto canavesa-
tanto sono saliti a cinque, oltre ai proprietari no diminuendole in certi casi fino al 70%
Neve e Ferruccio.

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È un gran brutto momento, un vero inaspet- diversificazione che va cercando di mettere
tato colpo basso. in atto nella sua azienda.

Iorio Ferruccio si sente precipitato in una Iorio Ferruccio e Audisio Vittorio si cono-
situazione a dire poco complicata: lavoro ri- scono e nasce una reciproca stima che dà
dotto a livello di mera sopravvivenza e con frutti immediati, infatti tra il 1977 e il 1978
spese extra riguardanti il nuovo capannone, la Gammastamp affida a Iorio lavori che, se
un futuro che improvvisamente diventa buio non portano grande fatturato, sono di sicu-
e fonte di grande preoccupazione. ro portatori di grande complessità perché,
dirà poi Audisio “è fondamentale sapere se la
Va detto però che a volte il diavolo non è così fama che ti ha preceduto è vera e, se è così,
brutto come lo si dipinge. qui troverai sempre le porte aperte”.

Gli ingegneri che in Olivetti conoscono e la- Ferruccio lavora bene, come nel suo stile, la
vorano insieme con Ferruccio, sanno bene sua fama non è usurpata, e inoltre trasmette
che l’Officina Meccanica Prototipale di anche ad Audisio, oltre alla conclamata va-
Lessolo sia un’azienda seria oltreché tecnica- lenza tecnica, le sue due caratteristiche pecu-
mente molto preparata ma, soprattutto, san- liari che sono Serietà e Fiducia.
no che si è guadagnata la stima sul campo,
dove le parole mediamente stanno a zero e Serietà e Fiducia è il binomio che ancora una
conta solo il lavoro fatto bene e consegnato volta fa la differenza.
nei tempi richiesti.
Serietà vuole che Ferruccio esponga ad
A fronte di tutto questo Iorio Ferruccio viene Audisio le sue preoccupazioni riguardanti il
messo in contatto con la Gammastamp, una momento negativo in cui si trova, e lo fa sen-
grande azienda di Bianzè fondata da Vittorio za giri di parole o esagerazioni: un discorso
Audisio, ora Cavaliere del Lavoro e persona franco, di e tra gente che lavora.
cui sembra nessun ostacolo possa resistere.
Fiducia vuole che Vittorio Audisio e la sua
La Gammastamp opera prevalentemente nel Gammastamp diano vita a una collabora-
settore Automotive, quindi per Ferruccio zione con L’Officina Meccanica Prototipale
sarebbe un’opportunità anche in vista della togliendo dalle secche, nell’immediato,
Ferruccio e la sua Azienda, ma continuando

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poi un proficuo e intenso percorso di lavoro Cominciano ad affacciarsi sia l’elettronica
che è diventato anche un rapporto duraturo, che l’informatica, a corredo e a servizio delle
profondo e di reciproca stima. aziende meccaniche: a rimanere sorpresi di
questi cambiamenti tecnologici sono prima
La diversificazione sia della clientela, sia del- di tutti i titolari, i fondatori delle loro stesse
la tipologia di lavoro è diventata reale, si è aziende.
fatta concreta.
Sono loro che si trovano tra le mani un pre-
Iorio Ferruccio comincia a farsi conoscere in sente sempre più in divenire, forse troppo, e
ambiti diversi dai quali era abituato, tutto a che diventa, più sovente di quel che si cre-
vantaggio di una crescita tecnica e tecnologi- da, non facile né da capire né da maneggiare
ca, oltre a un aumento di lavoro, cosa questa, correttamente.
che pareva in qualche modo compromessa.
Iorio Ferruccio non fa eccezione dal momen-
Il primo decennio non si poteva concludere to che la sua azienda è ben strutturata e lavo-
in modo migliore. ra bene, si sta ingrandendo, acquisisce ordini
da clienti diversi, è in movimento fin dalla
1978/1988 fondazione verso il futuro, quindi tutto bene,
tutto va per il meglio… ma come sovente suc-
I due secondi lustri iniziano con il passo che cede c’è un ma.
ha contraddistinto il finale dei primi dieci
anni, vale a dire molto lavoro, molto impe- Ferruccio è senza dubbio alcuno un valido
gno, molta attenzione al mondo che sta al di tecnico e un altrettanto valido progettista
fuori dell’azienda: un mondo che si evolve, meccanico però, forse inconsciamente, sem-
secondo il pensiero di Ferruccio, a velocità bra ignorare le nuove tecnologie o forse sem-
esageratamente veloce, e non è solo una que- plicemente, visto che le cose vanno bene così,
stione di usi e costumi ma sempre più si evi- non vede un impellente motivo di cambiare.
denzia una crescita tecnologica in ogni ambi-
to lavorativo e sociale che abbatte le barriere Ebbene, le cose non stanno così.
spazio/tempo, o per lo meno le riduce in un
modo che ha dello stupefacente. Durante le sue visite ai vari clienti, Ferruccio
si rende conto che il vento sta cambiando.

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Lui sa benissimo che al progresso ci si deve Dopo quello che potremmo definire l’inizio
adeguare, sa che gli serve nuova tecnologia, del cambiamento, nel giro di un paio di anni
la stessa che sta vedendo comparire poco alla è la volta di un centro di lavoro prodotto dalla
volta nel mondo del lavoro che lui frequenta. società Cernotto, poi la prima C.B.FERRARI
macchine senza dubbio all’avanguardia…
Ma per fare il primo passo questa volta “spaziali” per i tempi.
Ferruccio ha bisogno di qualcosa che gli dia
un consistente aiuto, una spinta, proprio a lui Appena dopo, ma pur sempre in un lasso
che le spinte di solito le ha sempre date: ne di tempo breve, viste le premesse, la Iorio
ha bisogno per continuare la trasformazione Ferruccio fa un ulteriore salto di qualità,
tecnologica nella sua azienda, quel salto in questa volta informatico, dotandosi del miti-
avanti ormai non più prorogabile anche nel co Olivetti P6060, il primo personal compu-
settore dei supporti elettronico/informatici. ter al mondo ad avere integrate, oltre a spe-
cifiche tecniche di assoluta avanguardia, la
Il qualcosa si materializza in qualcuno ed è stampante e l’unità per il floppy disc: un vero
ancora una volta Vittorio Audisio che, duran- Fiore all’Occhiello, per concludere questi pri-
te un incontro di lavoro in Gammastamp gli mi venti anni dell’Aziendafamiglia.
dice, laconico come d’abitudine e senza giri
di parole: “Ferruccio, ti serve un fax”. Tutto questo andare verso la moderna tec-
nologia è supportato da personale giovane
Ferruccio ha pensato a questo “fax” durante e preparato assunto in azienda ma, anche,
tutto il tragitto da Bianzè a Lessolo e quando dalle prime avvisaglie di una mente fresca
arriva in ditta ha già deciso, si informa, ne di studi in arrivo: il figlio Luciano, studen-
parla con i giovani dipendenti e acquista la te di informatica all’ITIS, proprio nell’Ivrea
sua prima nuova tecnologia. Olivettiana.

Fatto il primo passo ne segue subito un al- Va detto che Luciano ha sempre visto l’Azien-
tro, assai più consistente, sotto forma di una dafamiglia come una continuazione del suo
macchina utensile con parecchi sofisticati e essere, del suo corpo, lui si sentiva parte di
avanzati contenuti tecnologici: l’Elettroero- quell’avventura, fin dall’inizio, era lui stesso
sione a Filo. Aziendafamiglia, pur con le differenze e le sfu-
mature imposte dallo scorrere della sua età.

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“Se mi chiedi quando sono entrato in azienda,
non ho dubbi a risponderti: il 22luglio1968!”
La premessa serve come chiave di lettura nel-
la decisione di Ferruccio che, fatto salvo che
il figlio Luciano deve diplomarsi in informa-
tica, lo assume come coadiuvante in azienda
a partire esattamente dal primo giorno di
frequentazione all’ITIS ma “Se avesse potu-
to mi avrebbe assunto appena nato…” dice
Luciano.

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Pinza formattazione carte di credito

Gruppo maniglia strumentata

Ovviamente Luciano è ben contento e, al- dove si ballava, si conoscevano le ragazze, si
trettanto ovviamente, comincia da subito a stringevano amicizie, si cominciava a socia-
suddividere il tempo di studio e il tempo del- lizzare insomma.
la pratica in percentuali variabili ma tali da
consentirgli di apprendere sia da una parte E ognuno aveva il suo metodo, il suo modo
che dall’altra: difatti si diplomerà a pieni voti di fare, di parlare, di ballare o di non ballare.
nei canonici cinque anni di studio.
Nella frazione di Azeglio detta Pobbia, la fe-
Anche nel percorso da studente, Luciano in- sta Patronale era un richiamo per molti gio-
tegra teoria e pratica come se fosse questa la vani e giovanissimi e tra questi il neo paten-
vera missione: fondere studio e lavoro, subli- tato Luciano che arriva portando da Rivarolo
mare (nobilitare) le conoscenze apprese tra- la sua morosa e un paio di amici tra cui uno
sportandole in seno al suo futuro, rappresen- dei due componenti il trio dei fenomeni ma-
tato sempre più dall’Aziendafamiglia. tematici dell’ITIS.

Qualis pater, talis filius: di certo Ferruccio Quel ballo a palchetto è la prima “sala da bal-
trasmette al figlio Luciano l’inesauribile vo- lo” che vede Luciano insieme con Elena, di
glia di fare, l’inesauribile pragmatica voglia due anni più giovane, destinata a condivider-
di guardare avanti, al futuro, marcando le ne il percorso di vita, cosa che avverrà dodici
opere sempre in divenire. anni e quattro automobili dopo.

E le premesse sono ben significative, diciamo Lessolo e Rivarolo e balli a palchetto, fiere
evocative… paesane, non dimenticando il lavoro, obbli-
gano Luciano a spostamenti kilometrici as-
Ai tempi in cui Luciano comincia la scuola sai rilevanti, né più e né meno come capitò a
superiore, le sagre paesane avevano come
fulcro del divertimento il Ballo a Palchetto, nonno Guido…

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Il tutto stando seduti attorno a un tavolino,
circondati da gente rumorosamente in festa
e dedita a vorticose danze, compresa Elena,
morosa di Luciano.
Festa Balli e Disegno Tecnico e Matematica…
Il progetto venne abbozzato su di un ballo a
palchetto e la settimana successiva prese for-
ma nell’Officina Meccanica Prototipale.
Detto così può sembrare una cosa da nien-
te, un progetto tecnico forse non semplice
ma fattibile: in realtà Luciano deve attingere
nello scibile matematico appreso all’ITIS che
permette loro di utilizzare financo le patch
bilineari di Coons e le curve di Bezier.
Ogni aggiunta sarebbe superflua, se non si
fosse di fronte letteralmente a una ben de-
finita simbiosi tra Luciano, diciottenne, e la
sua Aziendafamiglia.
E qui si era al secondo anno di scuola.

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