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Published by Adriano Santoni, 2018-03-29 08:55:21

Storia della Famiglia

Storia della Famiglia

Sara & Luca
vi presentiamo
la vostra famiglia



Cari Sara e Luca,

vi starete chiedendo, come mai ho voluto raccontarvi questa storia, che è
dei vostri avi ma anche vostra.

È molto semplice:
Gli alberi non possono crescere senza prima aver piantato bene le radici.

Quello che vi dirò è parte di voi, e lo sarà sempre.
Tenetelo caro.

Tutto è iniziato molto tempo fa.

Vi vogliamo bene, mamma e papà

Benvenuti nella Sicilia di fine ‘800, quando ancora non era parte del Regno d’Italia, ma terra profondamente
agricola dove si faticava parecchio per vivere.
I tre quarti della Sicilia erano nelle mani di poche famiglie nobili e la terra non produceva abbastanza per
sfamare la popolazione. C’erano poche industrie e servizi come la ferrovia avanzavano a rilento.
Vi parliamo quindi di un mondo completamente diverso da quello che conoscete oggi ed è qui che nascono
e vivono i vostri trisavoli paterni, ovvero i nonni di vostro nonno Duccio.

Rosa e Salvatore - Trisavoli

Siamo in una piccola cittadina che si trova su un monte tra gli 850
e i 1200 metri. Da qui si vedono monti boscosi e mare, con le isole
Eolie sullo sfondo. Durante l’inverno il paese si copre di neve ed è
ancora più incantevole se pensiamo che si trova in Sicilia.
Ora immaginate Rosa e Salvatore, nati e cresciuti lì, che siconosco-
no, si piacciono e si sposano e danno alla luce ben otto figli.
Una vita di sacrifici, la loro, e di duro lavoro, in un luogo con pochissi-
mi servizi, senza industrie e dove l’unica risorsa era la terra. Infatti,
Salvatore faceva il soprastante dei possedimenti di un nobile dell’e-
poca. Si occupava di sorvegliare e dirigere tutti i lavori e in assenza
del padrone ne faceva le veci. Rosa invece badava alla casa e agli
otto figli. Pensare oggi a una famiglia con otto bocche da sfamare
non è certo facile.​Provate quindi a immaginare cosa doveva signi-
ficare a quell’epoca, in un posto tanto bello ma anche isolato, a 146
chilometri da Messina e a 114 da Palermo, senza mezzi se non il
cavallo o il mulo. E poi mettere insieme il pranzo con la cena, come si dice. Impresa non certo facile con la
terra che non bastava per sfamare tutti.
Eppure, Rosa e Salvatore con santa pazienza, benevoli e benvoluti da tutti ce l’hanno fatta con 459 lire
l’anno, due rotoli di pane, un litro di vino al giorno e un cacio al mese.
Riusciremmo noi a farceli bastare un cacio al mese, due rotoli di pane e pochi Euro?
Me lo chiedo ogni volta che ripenso alla loro vita...

... Facciamoci prendere per mano dal nonno, che mi ha raccontato dei vostri trisavoli Lucia e Pietro. Come

per la famiglia di vostra madre, facciamo un salto indietro di due secoli, in luoghi avvolti dalla nebbia e

dall’umidità. Luoghi dove regnava la cultura contadina, come nel piccolo paesino della Sicilia che abbiamo

appena lasciato. Si lavorava nei campi e si campava dei raccolti. Si viveva al ritmo della natura, e gli unici

rumori o suoni che rompevano il silenzio erano quelli delle campane, lo schiamazzare dei bambini, lo scal-

piccio degli zoccoli dei cavalli e il loro nitrire, il rumore delle ruote di carri e carretti trainati, il muggito delle

mucche e il crocchiare delle galline.

Di Lucia si sa poco e niente. Resta la foto che vedete del matrimonio e che trasmette un senso di dignità

profonda. Guardate la vostra trisavola com’è vestita e com’è curata la sua pettinatura. La immagino nel

momento dello scatto, in posa di tre quarti come appare, forse perché usava così o magari per timidezza o

addirittura perché a quei tempi il senso del pudore era talmente alto che uno sguardo diretto poteva signifi-

care sentirsi messi a​nudo o mancare di rispetto.

Di Lucia, vostro nonno custodisce solo questa fotografia e il ricordo che lei morì prima che potesse cono-

scerla. Invece del trisavolo Pietro, con quei baffi a punta, gli occhialini sottili e

Trisavola Lucia l’espressione seria, di persona che sa il fatto suo, distinta e integerri-
ma, con quel colletto inamidato e rigido poi, nonno conserva

bei ricordi e uno brutto, che lo ha segnato un po’.

Nonno, quando era piccolo, visse con Pietro per un periodo, in una

grande casa. Erano tempi in cui le famiglie stavano insieme per tanto

tempo, in spazi concepiti in modo totalmente diverso da quelli cui

siamo abituati oggi. Si viveva tutti insieme, anche ai figli ormai adul-

ti, addirittura quando questi formavano a loro volta una famiglia. La

cultura era quella, era una consuetudine condividere e sostenersi a

vicenda, mentre oggi molti figli stanno con i genitori tanto tempo solo

per necessità o difficoltà. Ehm... proseguiamo.

Nonno conserva ricordi stupendi di quel periodo, anche perché era

molto affezionato a Pietro, tanto da portargli la cena in camera tutte

le sere. ​La vita sa essere però crudele, non di rado, e quando aveva

otto anni vostro nonno trovò Pietro privo di vita, nel suo letto. Una

sera, mentre tutto felice gli portava la cena a letto e per lui niente più

sarebbe stato come prima...

In questo stralcio sono stati utilizzati nomi di fantasia e immagini pubbliche a titolo esemplificativo.
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