ALBERTO
PONNO
RACCO NTA
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LA MIA "BOYLE"
Il pittore da corsa Alberto Ponno racconta come realizzò,
con la sua tecnica airbrush a mano libera e in modo
piuttosto rocambolesco, per il Gruppo FerrariMaserati il
disegno qui rappresentato della 8CTF "Boyle Special", poi
riprodotto in cartoline pubblicitarie e gigantografie per
l'esposizione a Laguna Seca e Pebble Beach.
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Sono passate poche ore dal momento in alcuni tra i più no preparatori del Biscio‐
cui abbiamo postato l'anteprima dell'ar ‐ ne e, infine, negli ul mi trent'anni, tra i
colo (questa l'apertura) che ricorda la migliori ar s fotorealis con la tecnica
fantas ca doppie a della Masera 8CTF airbrush a livello mondiale, tanto da gua‐
nelle edizioni 1939 e 1940 della 500 Miglia dagnarsi nel 2004 il "Vargas Award". "Na'
di Indianapolis, con la bella foto d'apertura specie de Oscar", come dice lui nel suo
che ritrae la monoposto modenese nella "slang", assegnato ogni anno ai cinque mi‐
livrea "Boyle Special" color amaranto con gliori aerografis al mondo dalla rivista top
cui corse nel ca no dell'Indiana, ed ecco di se ore "Airbrush Ac on".
che mi arriva la telefonata dell'amico
Alberto Ponno. Molto noto nell'ambiente “Eugè, finalmente riesco a vederla per be‐
per essere stato prima tecnico presso il ne a colori! La “Boyle”. La mi ca “Boyle”.
Reparto Esperienze motori in Alfa Romeo, Mmmmmmm, ci somiglia poco alla mia” (il
quindi pilota di GTA e collaboratore di disegno pubblicato nelle due preceden
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pagine di apertura). Cioè? Albè, come ci anche la par colare tecnica con la quale
chiamiamo normalmente tra noi, mi bu a realizza opere che a prima vista vengono
lì una storia condita da vari aneddo che individuate senza dubbio come fotografie,
riguardano quella macchina che aveva per la precisione e dovizia di par colari,
incrociato, almeno sulla carta, circa una mentre in realtà sono realizzate a mano li‐
ven na di anni fa. Che sulle prime gli ave‐ bera con l’aerografo. Per rendervi conto di
va creato qualche gra acapo, poi qualche persona di quanto abbiamo appena de‐
patema e infine grandi soddisfazioni. Una scri o vi consigliamo di andare a visitare il
storia troppo bella per restare patrimonio sito web www.albertoponno.com oppure
di pochi in mi e non essere messa a la pagina Facebook Alberto Ponno Official.
disposizione dei tan appassiona . Un
invito che Ponno ha amichevolmente
acce ato di buon grado, illustrandoci
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so, sto male , ho mal di schiena e non
ho voglia di parlare”. “Ah, mi dispia‐
ce, la capisco, ogni tanto ne soffro
anch’io. Va bene, non la disturbo, la
richiamo tra qualche giorno” …. se
vabbè! “Vabbè, a risen rci”. Me o
giù e mi rime o in posizione fetale.
Nel dormiveglia penso ancora: sto
demente è qualcuno che sa che io
disegno le macchine, mah! Sono
ancora nel dormiveglia e….risuona il
telefono. Mi allungo di nuovo e sono
veramente incazzato. “ Pronto!!!”
“Ciao Alberto sono…. ( un mio carissi‐
mo amico, compagno di collegio, che
lavorava in Ferrari come Dire ore del
Museo di Maranello) ha chiamato
Antonio?” Per la cronaca, Antonio
era… Ghini.
Linea Rossa
Di seguito il racconto di Alberto
Ponno, che naturalmente ho voluto
lasciare in quello che io chiamo il suo
“slang” parlato e scri o, perché cre‐
do sia ancora più coinvolgente e
iden fica vo del personaggio.
Io soffro di mal di schiena, eeeeh lo
so, non è una bella apertura eh eh
eh. Nn giorno di quelli bru , in cui te
ne stai sul divano in posizione fetale
per sen re meno il dolore. Suona il
cordless. Ve li ricordate i cordless? Eh
eh eh, mi muovo appena, allungo il
braccio e… “pronto!”, bofonchio.
“Buongiorno sono Antonio Ghini
della Ferrari, il sig Ponno?” Ora, la
maggior parte di voi magari non sa
chi era Antonio Ghini, ma ve lo dico
io: era il capo Comunicazione della
Ferrari. D’impeto lo vorrei
mannaffanc…o. Chi sarà sto cre no?
Penso. Penso anche che dev’essere
uno che conosco, per farmi uno
scherzo parlando di Ferrari, così
tergiverso. “Guarda, oggi non è il ca‐
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Corsa contro il tempo
Fu così che iniziò una fantas ca avventura. A fine anni ‘90 il
Gruppo Ferrari‐Masera doveva presentare la nuova Mase‐
ra 3200 coupé. La prima dopo il periodo sfortunato della
ges one de Tommaso, quindi doveva essere un nuovo
esordio per segnare la rinascita della casa del tridente. Ci
sarebbe stato il salone di Parigi , di Torino, il Motor Show di
Bologna e la presentazione in America, a Laguna Seca, in
occasione del concorso di eleganza di Pebble Beach in Cali‐
fornia. Io avrei avuto l’incarico di fare alcune tavole che
avrebbero accompagnato la presentazione della nuova
macchina. Tempo molto limitato. Se e tavole. Ragazzi, era
il sogno della mia vita, lavorare per la Ferrari! E anche di
rimpinguare le mie tasche perennemente vuote. Vi confes‐
so che ero anche molto agitato. Io lavoravo con tempi bibli‐
ci, ma in questo caso dovevo correre, proprio come una
Ferrari.
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Livrea… personalizzata aveva buona parte del posteriore e
alcuni altri par colari non
Una delle macchine che dove completamente colora . Passò così.
disegnare, un po' alla cieca dato che Per fortuna l'idea piacque a
l’unica documentazione che mi Montezemolo. Così anche di questa
diedero era una vecchia foto in fu stampata una bellissima cartolina
bianco e nero, era proprio la che insieme alle altre sei che
Masera 8CTF “Boyle Special”. Intuii ritraevano i miei disegni
solo che il tubo di scarico doveva completarono una raccolta inserita in
essere con quelle sfumature bluastre una busta di cartoncino blu con il
sul tubo di scarico che spesso si logo del Tridente, pregiato omaggio
vedevano anche nelle moto con gli per gli ospi della conven on di
scarichi croma . Per questo mi recai Laguna Seca, dove nel padiglione
da un amico "motocicle aio per Masera sopra le ve ure esposte
farmi un'idea. Ma se e tavole erano campeggiavano anche delle
tante, e così, questa e un'altra… non gigantografie delle stampe delle mie
riuscii a completarle. La “Boyle” tavole.
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La tecnica
Io uso l’aerografo che è una piccola pistola a spruzzo,
grande come una penna, dal quale esce vernice polve‐
rizzata a 1,5 bar. Usando il dito come regolatore di uscita,
con un buon aerografo, si riesce perfino a scrivere. Giusto
per rendere l’idea. Ecco come riesco a fare tu o il disegno:
le linee ed i cerchi completamente a mano libera, come
avessi in mano un pennello. In pra ca uso un pennello solo,
al quale posso cambiare il colore. Proie o una diaposi va
su un foglio di carta, in questo caso la dia era in bianco e
nero, e seguendo la traccia della dia, disegno a mano libera
in apnea, tu o il disegno a colori. Non vado oltre nelle spie‐
gazioni perché il po di lavoro è molto complicato e tecnico
e, oltre ad annoiarvi, dovrei scrivere un tra ato sulle diffi‐
coltà e l’enorme lentezza del lavoro, che per alcuni sogge
richiede diversi mesi. Credo di avere reso l’idea.
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