STORIE
DA
CORSA
1
Per vincere una corsa tutto deve essere preparato e funzionare alla
perfezione: la vettura, la squadra, la strategia di gara e, quando in
macchina c’è un equipaggio, il perfetto affiatamento e la
comunicazione tra pilota e copilota, soprattutto su un lungo
percorso stradale. Nella 1000 Miglia del 1955, vinta a tempo record
da Moss e Jenkinson, furono importanti anche un roadbook e un
sistema di comunicazione delle note particolari.
2
LE INDICAZIONI
PER LA VITTORIA
Di Eugenio Mosca – Foto by Mercedes
3
Nel Museo Mercedes di Stoccarda quando si tra a di gare non in circui‐
sono espos 160 veicoli e un totale di to e con lungo chilometraggio, e
1.500 ogge nelle varie esposizioni fornire le necessarie indicazioni sulle
permanen a tema. Alcuni di ques , insidie del tracciato in modo tale da
denomina “33 Extras”, sono par co‐ “visualizzarle” potendo tenere
larmente significa vi perché contri‐ l’andatura più elevata e, sopra u o,
buiscono a raccontare la storia delle evitare errori di interpretazione che
persone legata alla mobilità e della potrebbero causare una uscita di
cultura motoris ca a raverso de agli strada.
spesso sorprenden . Quindi, de agli che possono fare la
Tra ques un par colare roadbook, differenza. Come nel caso della Mille
strumento essenziale u lizzato dal Miglia del 1955, vinta a tempo di re‐
navigatore per “guidare” il pilota sul cord (10 h.7’.48”, alla media di 157,6
corre o percorso di gara, sopra u o km/h) dall’equipaggio composto dal
4
campionissimo S rling Moss e dal
giornalista Denis Jenkinson,
improvvisatosi navigatore per quella
gara, a bordo della Mercedes‐Benz
300 SLR (W169) #722, che stava a
indicare l’orario di partenza dell’equi‐
paggio dalla pedana di Brescia: le 7 e
22 della ma na.
5
Note blindate vor ci del vento e, ancora peggio,
dalla eventuale pioggia che avrebbe
Naturalmente non si tra ava di un potuto cancellare o rendere poco
roadbook convenzionale, cioè del leggibili i segni trascri .
classico “quaderno delle note” da Un’idea che peraltro non rappre‐
sfogliare, ma di un rotolo di carta sentava una novità assoluta, in
lungo 5,5 mt arrotolato, così da po‐ quanto già u lizzata nel 1920 dalla
terlo far scorrere man mano che si pilota ceca Elisabeth Junek, conside‐
avanzava sul percorso, e contenuto in rata una vera pioniera dell’approccio
una scatola di alluminio con del plexi‐ anali co a questo po di gare.
glass nella parte superiore. Moss e Jenkinson perfezionarono il
Questo perché, dato che la Mercedes sistema di comunicazione delle note
W169 era aperta, Jenkinson aveva in modo me coloso tramite diverse
previsto possibili problemi causa dai sessioni di prove in Italia, lungo i
6
1600 km del percorso della 1000 Mi‐
glia, selezionando accuratamente le
informazioni che il navigatore doveva
comunicare al pilota, così da evi‐
denziare nel modo più rapido e
completo possibile il tracciato in
corrispondenza dei chilometri.
Queste note furono poi trascri e sul
rotolo carteceo inserito nell’apposito
contenitore in alluminio, in grado di
proteggerlo dal vento e dalla
eventuale pioggia.
7
Classe e genialità
Non solo, proprio per le difficoltà di correre la gara su una
ve ura aperta, quindi la rumorosità del motore e del
vento, l’equipaggio britannico dopo aver provato anche la
comunicazione tramite microfono, naturalmente non para‐
gonabile con l’affidabilità dei moderni sistemi di comunica‐
zione tramite interfono, optarono per un codice manuale
che consisteva in 15 segnali defini . Sistema che evidente‐
mente ha funzionato, data la vi oria conquistata a tempo
di record rimasto imba uto.
8
9
[email protected]
www.facebook.com/motorstyletvchannel
h ps://www.instagram.com/motor_style_tv/
realizzato da : Gianluca Mazzu o
10