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Published by associazione chiekete, 2021-01-16 10:13:25

Clemente Salsa, Il pittore

Clemente Salsa il pittore

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Clemente Salsa

Il pittore

QUADERNI DEL GALLO

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l collana I Personaggi

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Testi di

Bovio Chiara
Mingozzi Federica
Musetta Giacomo
Zanella Mara

Fotografie di
Berlato Samuele

Realizzazione e impaginazione grafica di
Germin Francesca

Ringraziamenti
Agrandi G. Battista
Bagnati Adele
De Marchi Efrem
Gambaro Don Piero
Gavinelli Gian Michele
Salsa Luigi

e in particolar modo
Salsa Annamaria

In copertina
particolare della Cappella di S.Giorgio
via Cavour angolo via Libertà
Bellinzago Novarese

Stampa
Tipografia Tipo Nova Srl - Novara

Novembre 2002

■ Indice

Prefazione di Giacomo Musetta 3

Clemente Salsa - cenni biografici di Federica Mingozzi

Clemente Salsa a Bellinzago - Bibliografia

Clemente Salsa a Bellinzago di Chiara Bovio

Clemente Salsa nel monferrato e nell'alessandrino di Mara zanetto 37

Appendice 62

■ Prefazione

Nel gennaio di quest'anno 2002 è nata la nostra associazione
"La Contrada del Gallo" con la finalità di promuovere e rivalutare
tutto il patrimonio artistico e culturale bellinzaghese.
Un'ambizione che pensiamo di concretizzare pian piano attraverso la
passione che anima i nostri soci, ma soprattutto con la gente che
ama le nostre tradizioni.
Tra le primissime idee c'era quella di arrivare ai bellinzaghesi con una
pubblicazione che ogni anno diventasse la sintesi delle nostre ricer­
che e del nostro impegno.
Le proposte per iniziare erano davvero tante. Alla fine il nostro entu­
siasmo ci ha portato all'idea di iniziare una collana di quaderni che si
chiamerà "I quaderni del Gallo".
L'intento del primo volume è quello di riscoprire la figura e l'opera di
un nostro concittadino, il pittore Clemente Salsa della famiglia dei
BucTt. Attraverso la sua opera pittorica ha lasciato tracce di sé un po'
;;cr tutto Bellinzago, senza però che nessuno oggi abbia più a ricor­
darlo.

:on queste pagine, affiancate ad un nostro più vivo impegno cioè
quello di recuperare le sue pitture e toglierle al degrado, che ci pre­
sentiamo al lettore.
La nostra speranza è che il nostro impegno possa essere gradito a tutti
quanti hanno a cuore le comuni radici che fanno la storia della nostra
comunità, per poterle così riscoprire insieme.
Dobbiamo i nostri più vivi ringraziamenti a Luigi Salsa, G. Battista
Agrandi e Adele Bagnati, che ci hanno fornito le prime notizie sulla
vita del Salsa. Accompagnandoci aSerravalle Scrivia ci hanno dato
modo di conoscere la figlia del pittore che, con gentilissima cordiali­
tà, ci ha ospitato, ritagliando dai suoi ricordi parte di quei sentimenti
e di quella passione che muovevano la mano e i pennelli dell'artista.
Un grazie anche a Gian Michele Gavinelli che gentilmente ha messo
a disposizione parte delle sue passate ricerche per integrare il nostro
lavoro, a Efrem De Marchi per la ricerca iconografica e a Don Piero
Gambaro che ci ha concesso di consultare l'archivio parrocchiale.

Il presidente
Giacomo Musetta

! Clemente Salsa - cenni biografici

Le poche informazioni che abbiamo su Clemente Salsa le desumiamo
da atti di archivio e dalle notizie gentilmente forniteci dalla figlia del
pittore.
Nell'atto n. 97 dell'anno 1886 leggiamo infatti:

«L'anno dei Signore 1885 il giorno 20 del mese di agosto nella parroc­
chia di S. Clemente Comune di Bellinzago è stato presentato alla
chiesa un fanciullo nato il 19 del mese di Agosto alle ore sette ant.
figlio di Luigi Salsa del fu Clemente nativo di Bellinzago e della
Gavinelli Adele del vivente Giuseppe nativa di Bellinzago, coniugi
Salsa domiciliati in Bellinzago, cui si amministra il Battesimo da me s
toscritto e si imposero i nomi Clemente Giuseppe essendo pad'
Bovio Giuseppe di Giuseppe.

Sac. Luigi Meazz

In tale documento non è specificato se questi foss^
figlio primogenito dei coniugi Salsa, ma l'imposizione c
nome Clemente, già del nonno paterno, farebbe pr
pendere in tal senso. La sua famiglia era composta de
otto fratelli, quattro maschi e quattro femmine, di questi
un fratello e una sorella emigrarono in Argentina.
La passione artistica dovette divampare ben presto; le
opere che ci ha lasciato sono numerose e poliedriche con temi spes­
so di matrice sacra, come testimoniato da ciò che è rimasto.
In realtà i suoi inizi furono di tutt’altra natura, visto che il primo lavoro
fu un ritratto su tela eseguito a Firenze nel 1908. In questa città, infatti,
svolse il servizio militare ed ebbe l'occasione di frequentare una scuo­
la di pittura, affinando la sua arte.
Nel 1914 iniziò a collaborare con Rodolfo Gambini (1855-1928), pitto­
re milanese a cui si devono, tra l'altro, le decorazioni pittoriche della
Chiesa Parrocchiale, della Chiesetta di S. Maria in Bellinzago e Chiesa
di S. Rocco.
Quest artista fu molto attivo nel periodo a cavallo fra la fine del 1800
e gli inizi del 1900, soprattutto nelle zone dell'Alessandrino, della
Lombardia e della Liguria; moltissime sono le testimonianze ancora

4

visibili del suo operato, a cui collaborarono anche i figli.

Tornando al Salsa ritroviamo un'altra interessante notazione nell'atto
citato:

«Coniugato con Alice Angela il 27 XI 1919 nella Parrocchia di
Serravalle Scrivia».

La foto che pubblichiamo, per gentile concessione della figlia, li ritrae
durante una licenza invernale. L'aspetto dei due fidanzati è serioso e
compassato, come usuale nei ritratti ufficiali, ma lo stato d'animo
della coppia viene svelato dalla nota
manoscritta dal pittore sul retro della ,
cartolina: Gennaio 1916 - "io e la moro- i
sa mentre godevo la prima licenza ì'

vernale a Serravalle". Sono i duri ■■
api del primo conflitto mondiale e il | f

■atrimonio si deve rimandare, tanto
: j che il nostro serve la Patria, come L !
.•stimoniato dalla divisa militare,
■opo il matrimonio, coronato dalla
lascito delle due figlie Adelia ed
Annamaria, la coppia si trasferì a
Serravalle Scrivia; qui l'attività del pitto­
re proseguì intensa e ce ne possiamo
facilmente rendere conto scorrendo
l’elenco delle opere in appendice.
Era molto conosciuto nella zona
dell'alessandrino dove viveva e talvolta i suoi compaesani si permet­
tevano di interferire nel suo lavoro; ad un contadino che gli si rivolse
facendogli notare che aveva sbagliato a dipingere la zampa di un
cavallo nella Parrocchia di Cuquello, rispose, senza indugio: "Un asino
non può giudicare un cavallo".
La sua operosità ebbe termine solo con la morte, avvenuta il
21 gennaio 1979 a Serravalle Scrivia, alla veneranda età di 93 anni.

Federica Mingozzi

5

Clemente Salsa a Bellinzago
Bibliografia

- AA. VV„ Badia di Dulzago, contadini, signori e santi: storia di un’ab­
bazia, 1991.

- AA.VV., Percorsi, storia e documenti artistici del novar - n°14 -
Bellinzago Novarese, 1998, Provincia di Novara.

- AA.VV., Uomini e Terra, vicende di tre comunità tra Ticino e >ppio,
1989, Amministrazione comunale di Bellinzago Novarese.

- Fiori F„ Bartolomeo Vandoni, pittore oleggese ( 1603-167c er un
repertorio delle opere, 1989, estratto da Bollettino Sto. della
Provincia di Novara.

- Fiori F. e Mongiat E. (a cura di ), Affreschi nel novarese, Italia Nostra,
Provincia di Novara.

- Gavazzali Tornea M.L., Novara e la sua terra nei secoli XI e XII - storia,
documenti e architettura, Silvana Editoriale, Milano, 1980.

- Gavinelli G.M. (a cura di), Bellinzago Novarese.

- Giorgi R„ Santi, coll. Dizionario dell'Arte, Electa, Milano, 2002.

- Musetta G„ Il Rosso dei Mastini di Bellinzago, Tipografia S. Gaudenzio,
Novara, 2001.

6

■ Clemente Salsa a Bellinzago

Le opere di Clemente Salsa a Bellinzago sono numerose e piene di sor­
prese. Nello scoprire mano a mano le sue opere ho potuto riscontrare
come il pittore fosse un ottimo artista del restauro e un bravissimo imita­
tore di stili.
Un suo primo lavoro, molto acerbo, mi è stato segnalato in un cortile.
L'opera, che rappresenta una sacra famiglia, è molto ridipinta e oggi è
di difficile lettura come creazione del nostro artista, ma ringrazio le per­
sone gentili che me lo hanno segnalato e anche gli altri ottimi collabo­
ratori che si sono prestati e che hanno reso possibile la ricerca dell'im­
menso materiale sul pittore.
Il lavoro rimastoci si può racchiudere in due fasi distinte. Una prima fase
che va dal 1939 al 1942, dove lo troviamo ad operare in S. Maria, Regina
Pacis e S. Rocco; affresca e restaura le cappelle di S. Grato, S. Giorgio,

. Stefano e S. Clemente e lavora presso privati come in via S. Stefano,
i via S. Maria o sul mulino della riseria della Badia per eseguire i dipinti,
■x voto e di buon auspicio, di cui le nostre campagne e i nostri paesi
■no pieni. La seconda fase, che risale agli anni 1950-1952, inizia quan­
to viene chiamato dalla consulta della Chiesa di S. Anna per il restauro
della compatronale, ma di questo periodo oltre ad un ex voto, sito in via
S. Maria, non abbiamo altro.
Interessante è notare l'attento esame di temi religiosi che l'artista affron­
ta, mutando stile a seconda delle esigenze, variando tecniche e com­
posizioni a seconda del soggetto o del lavoro eseguito.
La figlia lo ricorda mentre sulla sua bicicletta percorreva la strada, oggi
trafficata dalle molte automobili, da Serravalle Scrivia, dove abitava
con la moglie e le due figlie, a Bellinzago. Quando tornava nel suo
paese natale, vi alloggiava per poco o tanto tempo, in base all'impe­
gno lavorativo; in uno stesso periodo riusciva ad affrescare e eseguire
soggetti diversi e in luoghi altrettanto diversi.
Con le sue opere siamo riusciti a conservare preziosi documenti artistici
e storici che forse sarebbero andati perduti; a noi adesso tocca solo sal­
vaguardare il suo lavoro e trasmettere agli altri la passione che lui aveva
per i pennelli e i colori.

Chiara Bovio

7

SIMBOLI MARIANI
Affresco
Chiesa di S. Maria
1939

La chiesa viene citata, come edificio rurale dedicato a S. Maria
nelle visite pastorali del 1585 e descritta accanto alla cappella di
S. Grato. Nelle visite pastorali del 1628 a cura del Vescovo Taverna
la cappella di S. Maria era scomparsa1. Quindi non sappiamo se
I attuale edificio fosse ubicato nello stesso punto di quello antico;
ritroviamo però citato, a partire dal 1713, un oratorio dedicato a
S.. Maria2, ancora ricordato nel 1860 nell'inventario dei beni immo­
bili del Comune di Bellinzago3.
Per la decorazione interna della chiesa possiamo risalire a Rodolfo
Gambini attraverso un documento4 che riconduce al 1909 l'ese­
cuzione della volta con al centro il Padre Eterno con gli angeli e le
nuvolette, nel 1939 il suo allievo Clemente Salsa lavorò sul restauro
affrescando di sua mano i quattro pennacchi della volta con
quattro simboli mariani: un mazzo di rose, l'ulivo, la palma e un
mazzo di gigli.

Andenna G., ‘Problemi e situazioni di Storia ecclesiastica dopo il concilio di Trento",
in AA. VV. (a cura di). Uomini e Terra. 1989. Amministrazione di Bellinzago Novarese, p. 115.

Gavinelli G. M. (a cura di), Bellinzago Novarese, pag. 62.
Inventario dei Beni Immobili appartenenti al Comune di Bellinzago. Edilizi. 12 ottobre 1860.
Archivio Storico Bellinzago. terza serie, faldone 22.
4 Lettera privata: Giovanni Vandoni e Clemente Salsa. 24 agosto 1939. firmato e datato,
archivio privato.

8

9

MADONNA DELLA GUARDIA
Dipinto a secco
Via Libertà
1939

Il dipinto viene ricondotto dalla tradizione orale a Clemente Salsa,

pi ore che eseguì dei piccoli restauri e ridipinse su un affresco pre­
cedente.

Testimonianza è anche la cronaca locale del luglio 19395 in cui si

dC1| a di "'un bel Quadro..." opera di Clemente Salsa e benedet-

° ° domenìca 23 del mese di luglio con la "...Madonna della

Guardia posto a protezione sul frontale della casa Barbero
Valentino..."

Infatti la Vergine posta in piedi con il figlio in grembo potrebbe risa-
lire ad un <af"fresco precedente, databile al XIX secolo. Solo i fiori

fdroelnlat cornice Possono essere della mano del Salsa. Infatti con-

kt

con « u°n qUellì della “Madonna di Fatima" e della "Madonna

am ino e S. Giulio" presenti sul mulino alla Badia di Dulzago.

Angelo dello parrocchia". in Angelo dello Domenica. Luglio 1939 - XVII. n°l 4.
10

11

CAPPELLA DI S. GIORGIO E IL DRAGO
Affresco
Via Cavour angolo via Libertà

1939

Già a partire dal 1347 si hanno testimonianze di un antico oratorio6
dedicato a S. Giorgio ai confini di Oleggio, ma nel 1618, con le visite
pastorali del Vescovo Taverna, l'edificio venne segnalato in un catti­
vo stato di conservazione e in poco tempo scomparve7.
Quindi l’attuale pilone votivo può essere un ricordo dell’oratorio la cui
ubicazione però non corrisponde aH'originale.
Nella mappatura del catasto Teresiano del 1723® non esiste alcun edifi­
cio dove ora ha sede la cappellina di S. Giorgio, anzi nel luogo trovia­
mo solo campi. Ma intorno al 1900, grazie al diario di casa De Paoli, si è
potuto scoprire che il 19 novembre 1900 venne “trasportata e bene­
detta la cappella di S. Giorgio"9 e si può ipotizzare che la cappella fu
decorata da Rodolfo Gambini, pittore milanese che in quel periodo si
trovava in paese per decorare e affrescare la chiesa di S. Anna10.
Attualmente possiamo notare la firma del Salsa ormai quasi illeggibile in
basso a destra del dipinto. Questo testimonia che il pittore ha lavorato
sul pilone e in aiuto ci viene il notiziario locale "Angelo della parrocchia
del 1939 dove si scrive: "...il nuovo affresco del Santo, opera espressiva
e piacevole del pittore bellinzaghese Clemente Salsa”".
Il santo, in posa classica, mostra tutta la sua forza e la sua abilità men­
tre uccide il male, impersonificato dal drago che viene rappresenta­
to in un angolo e schiacciato dal bene.
Il pilone presenta anche varie decorazioni di finto marmo sul resto
della superficie e due figure presenti sulle lesene esterne.
La cura d'esecuzione tipica del Gambini e del suo allievo fa notare
l'importanza che tale cappella doveva avere per la popolazione.

6 Di Giovanni M.. "Gli edifici di culto del XI e XII secolo . in Novara e
Tomeo M. L. (a cura di). Silvana Editoriale. Milano, 1980. Pd9- L-nritio di Trento",

114.

8 Archivio storico comunale. . in4

’ Memorie. Fatti succeduti dal 1862 al 1907. archivio privato, pag.

10 Registro della consulta, 1950. Archivio Parrocchiale Bellinzago. no]4

11 “Angelo della parrocchia", in Angelo della Domenica. Lug1

12

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13

CAPPELLA DI S. GRATO
Affresco su muro (ora scomparso)
Via Libertà
Datato 1940 e firmato (in basso a destra)

Il Vescovo Spedano nel 158512 descrive la cappella votiva circon­
data da cancelli di legno, con l'altare spoglio accanto alla chie­
sa di S. Maria. Dieci anni dopo la cappella assume la forma di
chiesa, sulla cui facciata si apriva una porta'3.
Dal console Frettino nel 1708, già citato dal Gavinelli14, la chiesa di
S. Grato fu fatta chiudere con un recinto e nel 1825, essendo in
corso di sistemazione la strada, l'oratorio fu ridotto in edicola15.
Nell'ottobre del 1901 la cappella fu spostata di nuovo e l'anno
successivo nel giugno del 1902 fu abbellita e ridipinta l'immagine
di S. Grato già esistente. In occasione della festa del santo, il 7 set­
tembre dello stesso anno, la cappella fu benedetta16.
Probabilmente il dipinto col tempo si rovinò e si deteriorò, quindi la
cappella viene rinnovata nel 1940 da Clemente Salsa. L'articolo
sulla stampa locale citava: “...Il comitato rionale ha disposto per il
rinnovo della cappelletto ormai smunta e consumata dagli anni.
Il nostro pittore Clemente Salsa con agilità di tinte e maestria d'in­
venzione mutò l'antico soggetto in quello caratteristico che dipin­
ge il Santo in atto di scongiurare il castigo della tempesta..."'7.
Attualmente la cappella non esiste più perché fu distrutta intorno
agli anni settanta del XX secolo e al suo posto ora vi è: “...cap­
pella che ricorda S. Grato ora distrutta e sostituita da un mostro
giacente...", cioè la statua del santo eseguita in ferro come cita il
Salsa nel retro di una sua fotografia della cappella'8.

12 Andenna G„ "Problemi e situazioni di storia ecclesiastica dopo il concilio di Trento”,
in AA. VV. (a cura di). Uomini e Terra. 1989. Amministrazione di Bellinzogo Novarese, p. 115.
13 Idem, pag, 115.
14 Gavinelli G. M. (a cura di), Bellinzago Novarese, pag. 62.
15 Idem, pag. 62.
16 Memorie. Fatti succeduti dal 1862 al 1907. archivio privato, pag. 106.
17 "Angelo della parrocchia”, in Angelo della Domenica, Settembre 1940 - XVIII. n°18.
18 Fotografia di S. Grato, archivio fotografico privato.

14

3

15

CAPPELLA DI S. STEFANO
Affresco
Via Bornago
Datato 1940 e firmato (in basso a destra)

La cappella è ricordata nelle visite pastorali del 1585 come edificio
sacro e cappella rurale1’. È posta sulla via Bomago, su un appez­
zamento di terra che anticipa la chiesa della Madonna della
Neve. L'edificio nel corso degli anni ha subito una serie di modifi­
che e nel 1940 “...è risorta a nuova visione..." per opera del pitto­
re Clemente Salsa, come ricorda il parroco nel notiziario locale20.
L'edicola molto piccola e protetta da una grata in ferro battuto
presenta un abside semicircolare dove troviamo la Madonna in
trono contornata da una teoria di santi. Attraverso l’analisi icono­
logica è possibile riconoscere, da sinistra verso destra, i seguenti
santi: S. Rocco, con la piaga nella gamba e il cane che gli porta
la pagnotta; S. Francesco d'Assisi che indossa il saio francescano
e porta al cuore la croce di Cristo; S. Giuseppe con in mano il
bastone fiorito; al centro la Vergine con in grembo il Bambino nel­
l'atto di benedire e il globo, simbolo del mondo, in mano; S.
Stefano che porta in mano i simboli del suo martirio: la palma e la
pietra con cui fu lapidato; S. Giovanni Battista vestito con le pelli e
il cartiglio: “Ecce agnus dei" ed infine S. Michele Arcangelo rap­
presentato con le ali, l'armatura, la spada e lo scudo.
Al di sopra della Vergine angeli che sorreggono una corona e un
cartiglio “Ave Maria Grafia Piena". Il resto della cappella è deco­
rato con elementi floreali realizzati con la tecnica a mascherina.

19 Andenna G„ "Problemi e situazioni di storia ecclesiastica dopo il concilio di Trento".
in AA. VV. (a cura di). Uomini e Terra, 1989, Amministrazione di Bellinzago Novarese, pag. 113.
20 "Angelo della parrocchia", in Angelo della Domenica. Novara, 11 Agosto 1940 - XVII, n°29.

16

17

MADONNA CON BAMBINO, S. GOTTARDO E S. GIOVANNI BOSCO
Dipinto a secco (ora scomparsa)
Facciata cappella Regina Pacis
1940

L’opera, elencata nella ricerca sugli affreschi nel novarese2', viene datata
in un arco di tempo tra il 1940 e il 1964. E' possibile far risalire il dipinto ad
una data certa, il 194022, grazie ai resoconti del bilancio della cappella,
che riportano anche la data dell'inaugurazione23.
La chiesetta era originariamente una stalla di proprietà privata che
venne acquistata dai devoti delle case accanto intitolandola alla
“Regina della pace", come buon auspicio contro la guerra che prose­
guiva. Venne assegnata al pittore Clemente Salsa l'esecuzione dell'affre­
sco di facciata come si riscontra anche nel notiziario parrocchiale del
tempo, datato 1940 : "...La bella madonnina della Pace, opera accurata
del nostro Clemente Salsa, sarà d'ora innanzi la celeste Patrona del
Rione..."24.
L’impostazione dell'opera, come risulta dalle fotografie d'archivio25, era
classica e statica riprendendo l'esempio delle pale d’altare del XVI secolo.
La scelta dei santi, cadde su S. Gottardo, che era già anticamente ono­
rato in una cappella distrutta26 e S. Giovanni Bosco, il santo molto amato e
venerato a cui è dedicato l'oratorio maschile. La cornice di stile barocco
è ornata da putti che sorreggono una scritta: "Regina Pacis, ora prò

nobis", e contrasta con il dipinto più statico e meno elaborato.
A causa del cattivo stato di conservazione della cornice e del dipinto,
che stava perdendo il suo colore originario, il consiglio del rione fece
richiesta nel 198627 alla Sovrintendenza dei Beni Artistici del Piemonte.
Avuti i permessi nel settembre del 198628 iniziarono i lavori di demolizione,

a partire dal 19872’, dell'affresco e della sua cornice.

21 Fiori F. e Mongiat E. (a cura di). Affreschi nel novarese. Italia Nostra. Provincia di Novara.
P°g. 70-75.
22 Registro delle entrate e delle spese Chiesa Regina Pacis 1940-1973. anno 1940.

Idem, anno 1940.
25 “Angelo della parrocchia", in Angelo della Domenica. Dicembre 1940 - XIX. n°24.

Archivio fotografico Biblioteca Comunale “Carlo Calcaterra", Bellinzago Novarese e
archivio fotografico privato.
27 “Angelo della parrocchia", in Angelo delta Domenica, Dicembre 1940 - XIX. n°24.
28 Registro delle entrate e delle spese Chiesa Regina Pacis 1973-2002. anno 1986.
29 idem, anno 1986.

idem, anno 1987.

18

19

AFFRESCHI INTERNI
Affresco
Chiesa S. Anna
1940-1950

La chiesa venne edificata nel XVII secolo e primi fatti storici riferiti
alla edificazione, come cita il Gavinelli, indicano che: "...nova-
mente per la Comunità di Belinzagho edificata et fondata per il
Rev. Prete Gaudenzio Bovio fq. Laurentii hab. In Belinzagho...’,3°, il
cui ritratto lo ritroviamo nell'ancona dell’altare opera del pittore
Bartolomeo Vandoni di Oleggio, datata 16393'.
La decorazione che si nota tuttora sulle pareti e sulla volta è com­
posta da affreschi a cura del pittore Rodolfo Gambini che lavorò
nella compatronale nel 1900, come ricordato nel cartiglio sorretto
dagli angeli sulla volta e nel documento sul restauro della chiesa
del 1950: “...Affreschi e decorazioni, il pittore Salsa Clemente, già
allievo del Cav. Cambino che nel 1900 decorò la Chiesa, provvi­
de a rifare gli affreschi distrutti dal tempo, a ritoccare a tempera
quelli svaniti, a rifare gli stucchi, a rifare le pareti a finto
marmo..."32.
Dal documento è chiaro quando Clemente Salsa eseguì i lavori di
“restauro”, ma già dieci anni prima, cioè nel 1940 lavorò nella
chiesa, non per operare sugli affreschi ma per "pulire” la pala d'al­
tare dipinta dal già citato Vandoni. Così il parroco sottolinea il
lavoro nel notiziario locale: "... Tutto questo appare ora chiaro
all'occhio dei fedeli in seguito alla accurata pulizia del quadro
fatta dal pittore Clemente Salsa, nostro concittadino..."33.

30 Gavinelli G. M. (a cura di), "La Chiesa compatronale di Sant’Anna", in AA. VV., Percorsi, storia e
documenti artistici del novarese - n°!4 - Bellinzago Novarese, 1988, Provincia di Novara, pag. 42.
3lfiori F. (a cura di). Bartolomeo Vandoni. pittore oleggese 11603-1676?! - per un repertorio delle
opere. 1989, estratto da Bollettino Storico della Provincia di Novara.
32 Documento pro-restauro della compatronale, Anno Santo, 1950, Registro della Consulta.
Archivio Parrocchiale. Bellinzago Novarese.
33 “Angelo della parrocchia", in Angelo della Domenica. Maggio 1940 - XVIII. n°10.

20

Affresco sulla facciata esterna della chiesa rappresentante la Madonna Assunta in cielo ese­
guito dal pittore Rodolfo Gambini e restaurato da Clemente Salsa.

21

I

CAPPELLA DI S. CLEMENTE
Dipinto a secco (ora scomparso)
Via Circonvallazione angolo via D. Minzoni
Anni quaranta XX secolo

La cappella viene ricordata nella pubblicazione "Il Rosso dei
Mastini''34 come già presente nel 1778 e segnalata attigua al
“Fossalone". Nel 1887 fu fatta "restaurare" e ridipingere per conto
del Comune di Bellinzago35. L'ipotesi che posso asserire sull'artista
che se ne occupò e che fu, con molta probabilità, un certo
Annibaie Longhetti, pittore valsesiano, che già nello stesso anno fu
chiamato ad affrescare la cappella del Crocifisso di proprietà
Frattini36 e come conferma è anche testimoniato dalla citazione
che compare sul retro della foto della cappella che scattò
Clemente Salsa che rivela: "Bellissima cappella distrutta a
Bellinzago Novarese dipinta bravissmo pittore. L’antica cappella
era dipinta dal pittore Longhetti autore del Crocifisso di Boca dei
Frattini (Clementon)”37. Il lavoro fu terminato l’anno successivo, il
1888, e il 6 maggio fu benedetta durante la processione della
Croce di S. Anna38.
La cappellina di S. Clemente fu demolita intorno agli anni trenta
del XX secolo per poi essere ricostruita e ridipinta da Clemente
Salsa3’.
Dalle fotografie di repertorio40 è possibile riconoscere i due santi e
la Vergine, che riprendono un'impostazione classica. Alle spalle
della scena principale è possibile scorgere le vestigio di un edifi­
cio, si può ipotizzare che siano i resti dell'antico castello che viene
citato all'interno del romanzo di Carlo Calcaterra "La Marchesina
di Bellinzago"41.

34 Musetta G. (a cura di). "Il Rosso dei Mastini di Bellinzago". Tipografia S. Gaudenzio, Novara.
Dicembre 2001. pag. 8-9.
35 Memorie. Fatti succeduti dal 1862 al 1907. archivio privato, pag. 73.
36 Registro dell’oratorio del SS. Crocifisso di Boca. Patronato Famiglia Frattini Giuseppe Negoziante.
archivio privato, anno 1887.
37 Fotografia della cappella di S. Clemente, archivio privato.
38 Memorie. Fatti succeduti dal 1862 al 1907, archivio privato, pag. 74.
39 Documento di nota sui lavori fatti da Clemente Salsa, archivio privato.
40 Fotografia della cappello di S. Clemente, archivio fotografico privato.
41 Per ulteriori informazioni riguardo il castello e la storia della marchesina rimando al libro Carlo
Calcaterra, La marchesina di Bellinzago, edito dalla Biblioteca di Bellinzago, 2001.

22

23

I

S. ROCCO
Dipinto a secco
Chiesa di S. Rocco - Lunetta del portale
Anni quaranta XX secolo

La chiesa, già citata dall'Andenna, nelle visite pastorali del 1585
era vista e descritta come nuova e di recente costruzione, circon­
data da cancelli di legno e chiusa da porte. Fu costruita come ex
voto dal Comune di Bellinzago e vi aveva sede la Confraternita di
S. Rocco42. Nel 1867 e nel 1884, come cita il Gavinelli, la chiesa fu
adibita a lazzaretto43.
Testimonianze orali ci testimoniano che negli anni quaranta del
novecento la lunetta fu dipinta dal Salsa. Il dipinto è sicuramente
in migliore condizione di conservazione rispetto a quello presente
sul portale della chiesa di S. Giulio44.
La figura del santo è conservata intera e mostra il personaggio
seduto che indica la ferita, simbolo della sua penitenza, alle sue
spalle si apre un paesaggio su cui non si sono potuti trovare riferi­
menti specifici, con ogni probabilità, come in tutti i suoi lavori, il pit­
tore si è rifatto alla natura che lo circondava.

Ar.der.na G., "Problemi e situazioni di storia ecclesiastica dopo il concilio di Trento”,
r. AA. //. (a cura di). Uomini e Terra. 1989, Amministrazione di Bellinzago Novarese, pag. 117.

Gc/r e ' G. M. (a cura di). Bellinzago Novarese, pag. 63.
44 vedi pag. 28.

24

25

MADONNA CON BAMBINO E S. GIULIO
Affresco
Badia di Dulzago - mulino
1941

L'opera viene citata nella ricerca sugli affreschi del novarese-'5 e
viene attribuito al XVIII secolo.
Attraverso uno studio approfondito dell'opera e facendomi aiutare
dalla tradizione orale, in modo particolare chiacchierando con i
proprietari del mulino, sono potuta risalire all'esatta data dell'ese­
cuzione del dipinto, che in periodo recente è stato restaurato da
Elisabetta Fizzotti.
Clemente Salsa lo affrescò nel 1941, il suo stile trova riscontro
anche nella presenza di un bozzetto, di proprietà della famiglia
titolare del mulino. Il bozzetto in questione non era quello che fu
prescelto dalla famiglia per l'esecuzione del dipinto, bensì il
secondo esempio che il pittore sottopose all'esame dei suoi com­
mittenti. Un confronto ancora più netto si ha grazie alla presenza
di quegli elementi che caratterizzano lo stile del pittore, come i
piccoli fiorellini presenti già in altri dipinti a lui attribuiti, la costruzio­
ne del viso della Vergine e gli angioletti che sembrano ricalcare
quelli presenti sul dipinto di S. Benedetto da Norcia46.
A tale data è da far risalire anche il S. Giulio sulla lunetta della
chiesa ed una Madonna di Lourdes presente sulla facciata del
ristorante a Cavagliano. Attualmente quest'ultimo affresco è poco
riconoscibile come opera del Salsa, visto la presenza di una firma
in basso a sinistra "G. C. Magistretti 1973”. Questo fa pensare che
l'affresco originario di Clemente Salsa fosse scomparso e che fu
commissionato a Gian Carlo Magistretti un'altra opera nel 1973,
forse ricalcando lo schema dell'opera precedente.

45 Fiori F. e Mongiat E.(a cura di ), Affreschi nel novarese. Italia Nostra, Provincia di Novara, pag. 74.
46 Vedi pag. 30.

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S. GIULIO
Dipinto a secco
Chiesa di S. Giulio - Lunetta del portale
Badia di Dulzago
1941

Segnalato nel libro riguardante la Badia di Dulzago47, in cui non si
danno attribuzioni certe al dipinto, oggi l'affresco è riconoscibile
solo per il viso del santo e viene ricondotto dalla tradizione orale
locale al Salsa, che lo affrescò nel 1941, Il lavoro venne eseguito
nello stesso periodo in cui lavorò per i proprietari del mulino, sito
nella frazione Badia di Dulzago48.
Tuttora è poco riconoscibile e non ritroviamo la firma del pittore,
ma attraverso l'analisi stilistica del volto lo possiamo confrontare
col volto di S. Rocco presente sulla lunetta della chiesa omonima4’
e coi lineamenti dei volti degli altri personaggi del Salsa, come
nella cappella di S. Clemente o nell'affresco di S. Benedetto, poten­
do così attribuire la paternità del dipinto al pittore bellinzaghese.

47 Portaluppi F„ Rilievi architettonici dei complessi ecclesiastici e rurali, in AA. VV„ Badia di
Dulzago. contadini, signori e santi: storia di un'abbazia. 1991, pag. 217.
48 Vedi pag. 26.
49 Vedi pag. 24.

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*'

29

S. BENEDETTO DA NORCIA
Dipinto a secco
Via S. Stefano
Datato 1942 e firmato (in basso a destra)

Il dipinto rappresenta S. Benedetto da Norcia con i suoi classici
attributi: l'abito da abate, il libro delle regole in mano, il bastone e
il corvo.
Alle sue spalle troviamo uno sfondo architettonico dove si intuisce
la facciata di una chiesa con la struttura a capanna, che presen­
ta una serie di archetti, tipici delle chiese romaniche del X secolo
e un piccolo campanile. Davanti alla chiesa un portico che pren­
de tutta la larghezza del dipinto, con gli archi a tutto sesto sorretti
da coppie di colonne. Probabilmente il pittore per rendere vivo e
contestualizzato il santo lo ha voluto rappresentare all'interno di
un chiostro conventuale, tipico degli ordini benedettini che lui
fondò nel VI secolo d. C.
Al centro di questo giardino ha posto una colonna obelisco con al
di sopra una statua classica, forse per bilanciare la struttura com­
positiva del dipinto e non per un preciso scopo storico.
Clemente Salsa dipinge S. Benedetto nel 1942, come testimoniato
dalla datazione. Il dipinto devozionale serviva per proteggere gli
abitanti della casa, come d'abitudine nelle campagne novaresi.
La pittura fluida e precisa, che si intuisce sul volto del santo e dei
cherubini, è contrapposta allo sfondo con un'architettura molto
studiata e proporzionata, avvicinata da un paesaggio creato per
macchie e volumi.

30

c ‘'.«ETTO
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MADONNA DI FATIMA
Dipinto a secco
Via S. Maria
Datato 1952 e firmato (in basso a destra)

Il dipinto che compare in via S. Maria 67 rappresenta la Madonna
di Fatima con i tre pastorelli e viene già citato nella catalogazio­
ne degli “Affreschi del novarese" svolta nel 1990.50
Datato e firmato da Clemente Salsa nel 1952, l'affresco venne
eseguito per ricordare il “piccolo Francesco"morto il 17 maggio
1952, come viene citato dall’iscrizione sul dipinto.
Il pittore utilizza uno schema classico, in cui la Madonna in pre­
ghiera con il rosario in mano guarda assorta i tre giovani fanciulli
che le porgono devozione, con i volti ben studiati e proporzionati
che rendono il dipinto pulito e chiaro.
La cornice che contorna la scena è simile a quella dell'affresco
"Madonna con Bambino e S. Giulio”presente sulla parete del muli­
no alla frazione Badia di Dulzago. Il pittore riprende le forme foglia­
te della cornice ed i fiori al di fuori del pavimento, dipinti con brevi
tocchi di colore.
Il colore, soprattutto nello sfondo e nei fiori, è dato con leggeri toc­
chi per evidenziare la massa e le forme senza soffermarsi sul parti­
colare. Le figure invece sono nitide e pulite e il particolare è evi­
denziato con maestria, come nella decorazione della veste della
Vergine.

50 Fiori F. e Mongiat E. (a cura di). Affreschi nel novarese. Italia Nostra. Provincia di Novara, pag. 74.

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DISCESA DELLO SPITIRO SANTO
Dipinto a secco (ora scomparso)
Vicolo Apostolo

Il dipinto, oggi scomparso, si collocava all’interno del vicolo
Apostolo.
Per tradizione orale è stato attribuito a Clemente Salsa.
Dalle foto51 è possibile intuire che la composizione adottata dal
pittore è classica e senza innovazione, con ogni probabilità era
racchiuso da una cornice di stile settecentesco simile alle altre,
con la presenza di una decorazione floreale al di fuori di essa.

51 Archivio fotografico Biblioteca Comunale “Carlo Calcatene", Bellinzago Novarese.
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I

*

35





■ Clemente Salsa nel monferrato e nell’alessandrino

L'attività artistica di Clemente Salsa in questa zona del Piemonte
è estremamente ampia.
Nelle pagine successive ho tentato di delineare la sua attività pit­
torica attraverso alcuni esempi estrapolati dalla sua vasta produ­
zione artistica ed attraverso l'analisi delle decorazioni da lui ese­
guite per le chiese parrocchiali di Persi, Rocchetta Ligure,
Vergogni e Borghetto Borderà.
Ampio spazio è poi stato dedicato alle opere ancora inedite del­
l'artista, tra le quali "Ritratto di vecchio", primo dipinto da lui ese­
guito nel 1908 e "Cesto di fiori”, l’ultimo lavoro realizzato poco
prima della morte avvenuta nel 1979.
Tra questi due lavori, fondamentali per la storia del suo excursus
artistico, si inseriscono una serie di disegni di piccole dimensioni,
("Le quattro stagioni”, "Festa contadina”, "Le mondine”), eseguiti
con estrema delicatezza nel tratto e nella realizzazione delle sfu­
mature.
Questi, però, si discostano dalla sua tradizionale pittura incentrata,
in particolare, su soggetti di carattere religioso per i quali predilige
forme energiche basate su panneggi voluminosi e su pose plasti­
che. Le composizioni, basate su un rigido schema geometrico, tra­
smettono maggiormente il carattere monumentale delle figure.
Un esempio ne è sicuramente I' "Incoronazione della Vergine per
opera della Trinità" nella chiesa di Persi.

Mara /emetta

37

RITRATTO DI VECCHIO
Tempera su tela
Collezione privata
Firenze
Datato 1908 e firmato (in basso a destra)

"Ritratto di vecchio” è la prima opera di Clemente Salsa eseguita
durante il soggiorno a Firenze, dove frequentò la scuola di pittura.
Il dipinto ha come soggetto un uomo colto in un momento di rac­
coglimento e preghiera. Tra le mani stringe un rosario che porta
alle labbra e bacia in segno di devozione.
Il volto, molto espressivo, è caratterizzato dall'attenzione del Salsa
per i particolari realistici quali l'esecuzione minuziosa delle rughe
che solcano il viso dell'uomo. Lo sguardo basso e l'aria assorta sot­
tolineano il momento di estraniazione del soggetto.

38

Tfi

39

RITRATTO DI DONNA
Olio su tela
Collezione privata
Opera non firmata

Il Salsa ritrae qui la moglie. Lo stile si è allontanato dal periodo fio­
rentino, perdendo il realismo iniziale.
I colori deH'incarnato,. caratterizzati da tonalità fredde, danno un
effetto di forte pallore al viso.
La tecnica pittorica a macchia di colore si nota principalmente sul
volto della donna e nello sfondo.
L'opera è priva sia della firma dell'autore sia della data.

40

41

MONDINE AL LAVORO NEI CAMPI
Olio su tela
Collezione privata
Opera non firmata

Il quadro, di piccole dimensioni, raffigura un gruppo di mondine
poste in fila, mentre si apprestano a mondare il riso.
L'esecuzione pittorica è molto veloce ma accurata, il tratto del
pennello risulta estremamente delicato.
La luce è data da leggere lumeggiature bianche.

FESTA CONTADINA
Tempera su carta
Collezione privata
Opera non firmata

È qui raffigurata una festa all'aperto.
Sulla sinistra, posti sul palco, si scorgono i musicisti mentre al centro
del quadro delle coppie ballano.
In primo piano è collocato un tavolo, con delle bottiglie di vino en
dei bicchieri.
L'esecuzione delicata è la stessa delle "Mondine al lavoro nei
campi".

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LE QUATTRO STAGIONI

INVERNO
Tempera su carta
Collezione privata
Opera firmata (in basso a destra)

"Inverno" è il primo di quattro disegni raffiguranti le stagioni.
L'atmosfera invernale viene qui colta durante una giornata pas­
sata a pattinare sulla pista di ghiaccio nella piazza del paese.
L'opera, di piccole dimensioni, è eseguita con minuzia, in partico­
lare modo nelle figure dei pattinatori che si dilettano in molteplici
evoluzioni, e nella realizzazione delle case e degli alberi spogli che
caratterizzano lo sfondo.
La cromia fredda dei colori accentua l'atmosfera invernale.

i

PRIMAVERA
Tempera su carta
Collezione privata
Opera firmata (in basso a destra)

In “Primavera" vediamo una tipica scena di vita contadina duran­
te l'operazione tradizionale di aratura dei campi. Sullo sfondo è
ben visibile la città stagliarsi di fronte ai monti.
L’esecuzione attenta è la stessa di “Inverno"; grande cura è stata
data alle figure dei contadini occupati nel lavoro ed alla realizza­
zione degli edifici sullo sfondo.

44

45

ESTATE
Tempera su carta
Collezione privata
Opera firmata (in basso a destra)

L' “Estate" viene rappresentata da Salsa attraverso la mietitura del
grano. Si vedono al lavoro numerosi contadini: gli uomini hanno il
compito di tagliare con la falce messoria il grano mentre le donne
lo raccolgono in covoni.
Sullo sfondo si staglia un tipico paesaggio collinare in cui si scor­
gono un piccolo borgo e la sua chiesa.
Come le precedenti rappresentazioni delle stagioni, anche in
"Estate" l'esecuzione è veloce con una particolare attenzione ai
tocchi di luce e all'utilizzo di colori caldi.

AUTUNNO
Tempera su carta
Collezione privata
Opera firmata (in basso a destra)

In “Autunno" abbiamo in primo piano delle contadine impegnate
nelle operazioni di vendemmia mentre riempiono le ceste con i
grappoli d’uva appena tagliati. A sinistra, in piedi sul carro, una
fanciulla si appresta alla spremitura dell'uva.
In secondo piano si snodano le colline del Monferrato con le loro
distese di campi.

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