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Published by lapazienzadiercolino, 2019-06-05 13:21:54

Racconto demenziale

Racconto demenziale

Federico Zaroli

TRE SCEMI IN UNA
GALASSIA

Racconto di fantascienza
umoristica

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana (musica e effetti
speciali low cost) c'erano tre scemi, gli ultimi della loro specie (per
quanto fossero scemi si erano già quasi estinti tutti), i loro nomi
erano: Gianni, Nino e Dino. Insieme, loro saranno destinati a
portare la demenza in tutta la galassia, la loro missione sarà dura,
rischieranno di morire come dei deficienti più e più volte, e, se non
moriranno prima (o non li cacceranno via dai pianeti), riusciranno
a portare al termine la loro missione...

(effetti speciali low cost)

dara da da, dan, dara da da daan, dara da da dan, dara da dan (x
2 volte), duddu du du, du du dudu du du dum (x3 volte) dududu
du dùn dudùn dudùn,dududun duduù dudù dudù dudaaaa
(ripetuto varie volte)

Ormai il giorno era appena iniziato, io, Gianni e Nino dovevamo
incamminarci verso il prossimo pianeta, aspettate un attimo, non
potevamo camminare da un pianeta all'altro, che stupido avevamo
bisogno di un'astronave! L'ultima era stata venduta da Gianni per
una noce di cocco (un ottimo affare secondo me), quindi l'unica
soluzione era fregarne una in un avamposto. Prima però dovevo
svegliare gli altri: “Gianni!!Nino!! Dovete alzarvi se no vi prendo
a calci le chapet!!”. Nino rispose: “Ma Dino, non vedi che è ancora
notte! Miii che rottura che sei.” Io risposi:” Non è vero, non vedi
che è luce sugo, se fosse notte sarebbe buio pesto!!”. Allora dopo
aver preso a calci le chapet di Gianni e Nino andammo verso
l'avamposto più vicino. Arrivammo ad un cartello, io dissi che
conoscevo perfettamente la strada e che dovevamo andare a
destra, dopo 2 ore di cammino nel deserto, incontrammo un altro
cartello che diceva: “Avamposto 2000km a sinistra”. Così Gianni e
Nino iniziarono a inseguirmi lanciandomi sassi e pietre (anche se
non capivo perché) mentre io correvo verso sinistra. Arrivati al
cartello iniziale scoprimmo che il cartello indicava che l'avamposto
era a 20m a sinistra, questo fece arrabbiare giusto un po' i miei
compagni. Arrivati finalmente all'avamposto ci recammo al negozio
di navi più vicino. Qui un gentile signore ci mostrò le navi: “Questo
è una Millenium Eagle, capace di arrivare ai dieci chilometri l'ora,
sono diecimila euro ma se siete abbonati a tim c'è lo sconto del
venticinque percento più la radio inclusa, un vero affare. Questa
invece è una Civett ultra high tek super wow, capace di
raggiungere i mille chilometri l'ora, sono solo duemila euro ma
purtroppo non ci sono sconti speciali se siete clienti tim”. Dopo aver
valutato le offerte decidemmo di rubare la Millenium Eagle, e anche
la radio. Il piano era questo: Gianni aveva il compito di stordire il
negoziante con la noce di cocco che avevamo scambiato per la
nave (almeno così si rivelava utile) mentre io e Nino salivamo a
bordo con la radio. Mettemmo in atto il piano, Gianni stordì il
negoziante e io e Nino salimmo a bordo (con la radio) ma, una
volta salito a bordo, Gianni sentì il richiamo della natura e corse in
bagno. Nel mentre io cercai il manuale delle istruzioni ma non lo
trovai, neanche Nino ci riuscì. Tempo dopo scoprimmo che Gianni
una volta in bagno aveva scoperto che la carta igienica era finita,
e aveva per necessità usato le pagine del manuale. A questo punto
avevamo solo una possibilità, usare il trucco più vecchio del mondo:
premere i tasti a caso. Per nostra fortuna funzionò ma il frastuono

dell'accensione svegliò il negoziante che cercò di fermarci solo che
era troppo tardi e ci eravamo ormai già alzati in aria di almeno
cinque metri.
“La prossima volta passi a Wind!!!”. Dissi io prima che le porte si
chiudessero. Una volta sulla nave scoprimmo che l'astronave si
stava dirigendo verso un pianeta lì vicino, di nome Aldorahan,
tempo stimato di arrivo: trentacinque giorni. Io e Nino pensammo
segretamente di aver scelto la nave sbagliata. Dopo trentacinque
giorni passati a fare la fame, e dopo che Gianni aveva tentato di
mangiare Nino arrivammo sul pianeta. Il terreno era abitabile e la
nave aveva rilevato forme di vita Aldorahane, prima di scendere
però ci riposammo un po' giocando a nascondino (anche se io
volevo giocare a Nasconnino) cercando di mangiare e bere
qualcosa.
Finito di riposarci iniziammo ad incamminarci verso il villaggio o
città più vicina, ma pochi minuti dopo incontrammo una persona
che ci accolse dicendo: “Sciao beluu, volere comprare bastone per
i selfie?”. Ne avevo sempre desiderato uno da piccolo, dopo
essermi riunito con i miei amici decisi di prenderlo in cambio
dell'astronave. Grazie al bastone dei selfie ci facemmo dei
bellissimi selfie sul pianeta. Lungo il cammino incontrammo dei
tassi, Nino, che adorava gli animali cercò di mimetizzarsi tra di loro
e anche di comunicare con loro: “Ehi! lo sai che tassomiglio?”. E fu
così che i tassi se ne andarono, due giorni dopo arrivammo al
villaggio più vicino, dove scoprimmo che era abitato dalle persone
della stessa razza di quello che ci aveva venduto il bastone. Li
chiamammo gli” sciao beluu” per il modo in cui parlavano. Da loro
scoprimmo, dopo avergli dato delle banane (che a loro piacevano
tanto), che il pianeta era prevalentemente composto da pianure
rocciose e da foreste, e c'erano quattro mari: il mar Giallo, il mar
Rosso, il mar Nero e il Marrone. Lì ci fermammo alcuni giorni e
rischiammo pure di affogare nelle sabbie mobili. Il resto del tempo
lo passammo a fare gli scemi con gli sciao beluu, per esempio gli
facemmo questa battuta: “Sapete perché Mosè si fermò al mar
Rosso? Perché aspettava il Mar verde!” Loro sembravano
apprezzare le nostre battute e quindi ci fermammo volentieri in
quella terra. Alla nostra partenza gli sciao beluu ci regalarono una
delle loro astronavi, la Millenium Eagle 2.0, capace di arrivare ai
20 chilometri all'ora, una vera rivoluzione e ci regalarono anche la
radio. Ormai la procedura di partenza la conoscevamo bene a furia

di premere i comandi a caso più e più volte. Tuttavia c'era un tasto
rosso con scritto:” autodistruzione”.
Sembrava un tasto innocuo anche se non capivo a quali comandi
avrebbe dato il via, motivo per cui decisi per sicurezza di non
premerlo. Solo che era così ROSSO, e.… io avevo una voglia di
premerlo, dovevo premerlo, DOVEVO!
Passai 12 giorni (i giorni previsti per arrivare sul prossimo pianeta)
in tentazione, non riuscivo a dormire la notte con quel pulsante
COSI' ROSSO, che stava zitto zitto, aspettando che io lo premessi,
perché IO SO che lui voleva che lo facessi.
Arrivati sul nuovo pianeta, chiamato Endorah, prevalentemente
composto da foreste, vi rilevai segni di civiltà indigene.
Fortunatamente non appena atterrati io mi tolsi di mente quel
pulsante rosso e ci concentrammo su delle noci di cocco su degli
alberi. Dopo aver provato numerose volte a tirare la testa di Gianni
addosso all'albero riuscimmo solo a far cadere tre noci di cocco,
una per ciascuno (secondo la matematica di Nino, invece per
Gianni di noci ne servivano quattro, una per ciascuno...ma non era
molto bravo in matematica). Ormai erano quasi le quattro del
pomeriggio secondo l'orologio meteorologico di Nino e non
avevamo trovato nessun segno di vita, quando all'improvviso
trovammo un animale morto, perfetto da cucinare. Io e Nino ci
avventammo contemporaneamente su di lui ma scoprimmo che
era solo una trappola: una rete si alzò catturandoci. Dal nulla
spuntarono fuori degli... orsacchiotti pelosi? Fatto sta che Gianni
ne voleva dieci, persi i sensi. Al mio risveglio mi ritrovai legato in
una stanza buia, vicino a Nino. All'improvviso una porta si aprì e
due di quegli orsacchiotti, che immagino fossero gli Endorahani,
(noi li ribattezzammo immediatamente “orsacchiotti”) ci slegarono
e ci portarono fuori.
Lì trovammo Gianni che era attorniato da molti di loro,
probabilmente tutto il villaggio, sembravano adorarlo come un dio.
Poco dopo scoprimmo che eravamo stati liberati per volere di
Gianni, che in quel villaggio era trattato come un dio e riusciva a
comunicare con loro. Scoprimmo anche che ci avevano catturato
perché dopo aver rubato quella astronave all'avamposto su
Aldorahan il negoziante aveva messo delle taglie su di noi. Niente
di assurdo, non eravamo stati giudicati come se avessimo fatto chi
sa che cosa, ma comunque eravamo ricercati, e i volantini con il
risarcimento, foto e descrizione su di noi erano stati distribuiti

ovunque, così gli Endorahani ci avevano riconosciuto e catturato.
A dire il vero le descrizioni non erano il massimo: sulla mia c'era
scritto il mio nome e nella descrizione: alto un metro e settanta
(almeno qui avevano azzeccato), robusto e con i baffi, poi c'era
scritto: passa a Wind! Le foto erano state prese da una telecamera
di sorveglianza, quindi erano un po' sfocate e non si riconosceva
bene la faccia. Stessa cosa per Nino: alto un metro e sessantanove
(in realtà era un metro e settanta e per questo si offese) magro,
capelli castani. Gianni, e questo fu il motivo della nostra salvezza,
venne ripreso con una parrucca (perché essendo pelato lui portava
molte parrucche e ne era appassionato) perciò gli “orsacchiotti”
non lo riconobbero e, visto che assomigliava molto al loro dio, lo
scambiarono per esso. Dopo aver scoperto questo gli “orsacchiotti”
in onore di Gianni fecero un grande banchetto. Ci fermammo lì per
molto tempo, Gianni sparò alcune delle sue cavolate e noi
mangiammo a sazietà. Dopo un mese di permanenza decidemmo
di partire per il prossimo pianeta, gli orsacchiotti prima di partire
ci regalarono delle ceste piene di cibo, delle accette e corde
abbastanza resistenti. Durante il viaggio fui ancora tormentato DA
QUEL PULSANTE COSÍ ROSSO, cioè, era un comune pulsante, MA
ERA ROSSO E IO DOVEVO PREMERLO! Dopo sessantacinque giorni
di viaggio, (visto che decidemmo di spostarci in un altro sistema
un po' più lontano), approdammo sul pianeta Nabucodinosaur.
Questo pianeta era simile alla terra, con alcuni posti chiamati: uno
dei borghi più belli d'Italia (da Jerry Scotti), dove vivevano ancora
i dinosauri e io mi sentivo a mio agio con loro. Appena atterrati sul
pianeta trovammo una specie unica di dinosauro, pterodattili che
scendevano dagli alberi cadendo: gli Pterodatteri. Dopo aver
tentato di dare da mangiare allo pterodattero (provammo anche
con Gianni ma poi ci ripensammo) dopo alcune ore di cammino
trovammo una rupe con delle rune scritte, l'unico che sapeva
decifrarle perché aveva guardato le puntate di Piero Angela era
Nino, “Che cosa c'è scritto? “gli chiesi io.”Ehhmmm, fammi vedere
uhmm, scemo...chi legge! Si è così!”. Dopo aver preso a calci la
rupe io e Nino trovammo un cucciolo di velociraptor tutto solo,
probabilmente abbandonato, decidemmo di prenderlo, lo
ribattezzammo “Dino-sauro”. Continuando l'esplorazione
trovammo una valle di dinosauri, molto vasta, con varie tipologie
di dinosauri, dai Branchisauri ai Servosaurus Rex, infine ci
fermammo lungo un fiume e cercammo di pescare qualche pesce.

Dopo mezz'ora Gianni sembrava aver preso qualcosa di grosso, gli
demmo una mano a tirare la canna da pesca finché il pesce uscì,
ma non era un pesce, era uno Spinasauro! Iniziammo a correre, io
implorai che prendesse Gianni e non me. Continuammo a correre
fino alla nostra astronave, ma poi pensammo che la nostra
astronave non aveva un sistema di difesa, e tra l'altro, se lo
Spinasauro la distruggeva eravamo finiti! Così pensammo di
attirarlo in una trappola! Gianni lo avrebbe condotto fino ad un
vicolo cieco (purtroppo aveva perso la vista) e io e Nino lo
avremmo messo alle spalle e catturato, mettemmo in atto (e non
per scritto) il piano e quando Gianni portò lo Spinasauro nel punto
di cattura io lo catturai con un resistente retino per farfalle, il piano
aveva funzionato! Pochi secondi dopo però lo Spinasauro si liberò,
non riuscivo a capire come avesse fatto, a questo punto rimaneva
una sola cosa da fare: RITIRATA! Corremmo per mezz'ora finché
lo Spinasauro non perse le nostre tracce quando ci buttammo nella
cascata per sopravvivere lì però avrebbe potuto ritrovarci,
avevamo solo guadagnato tempo. Pensammo ad un nuovo piano e
questo avrebbe funzionato. Dopo aver raccolto dalla nave delle
corde lunghe e delle accette, mettemmo in pratica il piano: quando
eravamo stati su Endorahan, oltre ad oziare ci avevano insegnato
come costruire alcune trappole. Questa (l'unica che eravamo
riusciti ad imparare) consisteva nel tagliare un albero, togliergli i
rami, e con delle corde (o liane) legarlo ad un sistema che facendo
scattare una fune o una corda spingesse l'albero, facendogli
compiere un giro di centottanta gradi, che doveva colpire la preda
o il nemico. Appena arrivò lo Spinasauro, sempre usando Gianni
come esca, lo attirammo sulla fune, e appena incespicò in essa la
trappola si azionò, stendendo la lucertola. Approfittandone
cucinammo un pasto per almeno venti persone e gli avanzi di
quello che mangiammo li conservammo nel frigo, mentre per lo
scheletro lo conservammo, non si sa mai, potevamo venderlo per
molti soldi o tenerlo da collezione. Quando stavamo per tornare a
casa a Nino venne un’idea!” E se costruissimo un parco di dinosauri?
Diventeremmo ricchi!”. Io mi rifiutai subito di fare incroci con i sauri,
finché non mi spiegarono che i dinosauri erano una specie che
popolava questo pianeta. Allora con i soldi ricavati dallo scheletro
iniziammo a costruire il parco, lo intitolammo”Jurrassic Park”. Ci
vollero cinque anni per la costruzione del parco, inizialmente
avevamo solo poche specie, come gli Pterodatteri, i Branchisauri e

gli immancabili Spinasaura, ma poi arrivarono diverse specie
differenti. Appena aperto il parco iniziarono a venire visitatori da
tutta la galassia, diventammo ricchi, talmente tanto da permetterci
una Millenium Eagle 1000.0 (in grado di arrivare a mille chilometri
l'ora. Ormai eravamo milionari, andavamo a divertirci in tutta la
galassia, Gianni incredibilmente era riuscito a sposarsi, Nino era
tornato dai suoi parenti e io gestivo il parco, anche se ogni tanto
mi davano il cambio o una mano loro. Invece per i nostri amici
Endorahani e Aldorahani c'era lo sconto del cinquanta percento sul
biglietto d'entrata (ma non per le attività extra).
Testammo anche degli ibridi, che ebbero molto successo ma questa
è un’altra storia...

(effetti speciali low cost)

tatatatan tan, ta tatatan ta tan, tatata, tan ta taaan,dududu,du
dun,dududu,dun dun,dudu,dun du duuun,du dun(ripetuto varie
volte).

Appendice 1 – Personaggi

Gianni

Razza: Gianni è un Coyote. I Coyote sono una specie semi-
umana derivata dai canidi aventi lo stesso nome. In quanto
derivato da un esperimento genetico di ibridazione tra un essere
umano ed un canide, è leggermente più basso rispetto agli umani
e tende a fare la pipì sugli alberi alzando la gamba.
I Coyote hanno una durata media della vita di circa 50 anni, sono
alti di solito tra un metro e sessanta ed un metro e
settantacinque e pesano tra 50 e 60 kg.

Storia: Gianni nacque sul pianeta

Tatù, un pianeta di periferia dove

vivevano persone emigrate da pianeti

più arretrati (come la Terra) in cerca di

un lavoro stabile. Come tutti sanno,

sulla Terra il lavoro

scarseggiava, poi con

l'aumento delle tasse da parte di

Salvini e la diminuzione delle Pensioni

da parte di Di Maio, la gente aveva

cominciato a cercare fortuna su altri

pianeti. Questo aveva dato inizio ad

una corrente migratoria dalla terra ad

altri pianeti. Sugli altri pianeti, gli

emigranti non erano ben visti e dal

momento che venivano dalla Terra,

erano etichettati come

“Terroni”. Gianni era perciò un figlio di

terroni.

All'età di dodici anni che per un coyote

equivale ai 20 anni di un umano,

dopo aver tentato inutilmente di

diplomarsi come cuoco a Master

Chef, Gianni decise che il suo futuro

era su un altro mondo e passò un anno a chiedersi chi glielo

avesse fregato e lo avesse portato su quel mondo. Fu in questo

periodo che incontrò Nino il Ballerino e Dino il Bagnino.

Dino

Razza: Dino è un umano, alto un metro e settanta, nato sulla
Terra da padre e madre umani.
Storia: Alla tenera età di venticinque anni decise di immigrare su
un altro pianeta, dove conobbe Nino il ballerino e Gianni.

Nino
Razza: Nino è un Gungan, i Gungan hanno una vita media di
ottant'anni, hanno orecchie lunghe e son abili nuotatori. Nino è
alto un metro e settanta (se gli di dici che è uno e sessantanove
si offende) cosa che li accomuna tutti e tre rispetto alla sua
specie.

Storia: È uno che non parla molto, nacque sul pianeta
Nabucodinosaur, dove crebbe con i suoi simili fino ai vent'anni,
quando decise di immigrare su un altro pianeta, dove incontrò
Gianni e Dino.

Appendice 2 – Pianeti

Aldorahan

Pianeta roccioso orbitante intorno ad una stella nana rossa
chiamata Giovannnahan (n.b.: le tre n sono giuste) ad una
distanza di circa 90 milioni di chilometri dalla stella. Aldorahan ha
un diametro di 11000 km e una gravità leggermente superiore a
quella terrestre in quanto è composto in prevalenza da metalli
pesanti e noiosi.

La durata del giorno Aldorahaniano è di circa 26 ore terrestri e
l'anno dura 220 giorni terrestri.

La superficie di Aldorahan è caratterizzata prevalentemente da
pianure. L'acqua non ricopre la maggior parte della superficie come
sulla terra e si trova prevalentemente contenuta in quattro mari
principali, come riportato nel racconto. La popolazione è
abbastanza scarsa, se ne contano all'incirca 10 milioni. Le poche
montagne e la scarsità di ostacoli naturali consente una ampia
distribuzione delle specie viventi, pertanto in tutto il pianeta si
incontrano le stesse specie ed in particolare tutti gli umanoidi
appartengono alla razza degli “sciao beluu”. L'abbondanza di
metallo facilita la produzione di oggetti metallici ma la scarsa
immaginazione degli abitanti ha limitato la produzione ad oggetti
di scarsa qualità e dubbia utilità, come bastoni per selfie, accendini,
ombrelli e torce a led.

Endorahan

Endorahan è un pianeta prevalentemente ricoperto da una folta
vegetazione, popolato da una popolazione indigena, chiamata
Endorahani o come li hanno ribattezzati i nostri protagonisti”
orsacchiotti” per via del loro aspetto simile ad un ibrido tra un orso
e un umano.

Nabucodinosaur

Pianeta Natale di Nino, popolato dai dinosauri e dai Gungan, che
vivono sott'acqua, questo pianeta, proprio per questo è altamente
primitivo, c'è solo qualche astronave importata da altri pianeti,
ragione per cui inizialmente Nino ha voluto andarsene.

Appendice 3 – Specie animali
Spinasaura
Rettili predatori di grandi dimensioni, simili a coccodrilli ma con
zampe più lunghe. Sono potenti nuotatori ed astuti cacciatori.
Cacciano le prede fingendo di essere dei tonni e abboccando alle
lenze dei pescatori incauti. Quando i pescatori cercano di issarli a
bordo, gli Spinasauri gli si avventano contro e li divorano.

Sono lunghi fino a 15 m e pesano fino a 7 tonnellate. La coda è
lunga 7,5 metri ed il cranio arriva a 2 m, con grossi denti conici
ideali per afferrare le prede.

Branchisauri

I Branchisauri sono
giganteschi animali erbivori
dal collo lungo, simili alle
giraffe, possono arrivare a
pesare ottanta tonnellate e
sono alti sedici metri,
nonostante la testa sia
piccola. Vive in grandi
branchi, sfrutta il suo collo
per mangiare le foglie degli
alberi.

Pterodatteri

Appartengono alla specie degli pterodattili, hanno una apertura
alare di sei metri, si sono evoluti in modo da avere una testa dura
per quando cadono dagli alberi per prendere i datteri che stanno
cadendo da essi (così si nutrono).


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