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Published by lapazienzadiercolino, 2019-05-20 11:25:55

Il signor Jensen

Il signor Jensen

Il Signor Jensen

Il Caso Impossibile

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L’ufficio del signor Jensen si trovava in una
piccola città chiamata Girlak, vicino
all’Ucraina. Era una comune giornata di
Maggio del 1950 come molte prima di
quella, in quel periodo nessuno aveva
ancora telefonato per risolvere un caso, su
quel vecchio telefono malandato. Dopo
essersi alzato e aver fatto colazione sentì
un ring dal suo ufficio e corse, con le mani
ancora sporche di marmellata, al telefono
che continuava a squillare con
impertinenza alzò la cornetta e rispose:
“Salve, sono l’investigatore privato Jensen,
che cosa desidera” disse, “Salve sono Paul
Ringard e sono stato accusato di omicidio e
volevo assumerla: per essere scagionato”.
“Ok, se vuole può venirmi a trovare nel mio
ufficio” disse con eccitazione “Bene,
arriverò verso le 3.30”. “Arrivederci” disse
il signor Jensen con effervescenza. Era da
anni che aspettava di risolvere un caso di
omicidio, ed ora di presentava questa

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opportunità. Il signor Jensen aveva 24
anni, capelli marroncini e occhi verdi,
indossava sempre un cappello e una
camicia quadrettata. Viveva nella casa dei
suoi genitori da quando quest’ultimi erano
morti in un incidente d’auto 20 anni prima
e da allora fu suo nonno a prendersi cura di
lui; era stato lui ad insegnargli tutto quello
che sapeva sulla criminalità. Essendo
entrato in quel campo da poco aveva risolto
solo piccoli casi, smarrimenti di
cose/animali, qualche rapina, ma niente di
eclatante. Ma ora si che poteva dimostrare
al mondo intero che sapeva risolvere casi
di spessore come un omicidio. Inoltre
aveva bisogno di soldi e risolvendo un caso
così importante avrebbe guadagnato
parecchio.

Il tempo passò molto in fretta per Nesly
(così si chiamava il nostro investigatore)
perché gli parve che appena attaccato la il

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telefono subito arrivò Paul. Aprì il portone
e si trovò davanti tutto fuorché un killer: lo
fece accomodare in casa, accesero il fuoco
nel camino e si misero a discutere del caso.
“Mi spieghi perché è accusato?” esordì
Nesly “Mi dia del tu, comunque si tratta
dell’omicidio di una signora molto ricca che
prendeva giovani come me e li faceva
lavorare in casa sua. In quel periodo ero io
il suo “tuttofare” e mi aveva preso in
simpatia e quindi decise di tenermi anche
dopo la fine del contratto. Poi qualche
giorno fa mentre mi stavo apprestando a
uscire dalla mia casa per andare dalla
signora Yaston dei poliziotti mi
accerchiarono e mi dissero di seguirli. Così
mi sono rivolto a lei, è un investigatore ma
può fungere anche da avvocato vero?”
disse speranzoso. Il signor Jensen in effetti
era anche un avvocato, era stato poche
volte in tribunale ma era riuscito sempre ad
aiutare i suoi clienti. ” Ci sono altri

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sospettati?” disse “No, sono il solo”.
“Dov’era la notte dell’omicidio?” disse
“Stavo tornando dal mio turno alla casa
della signora Yaston, la sua governante
Linred era in chiesa ma io penso che sia
tornata e l’abbia uccisa!” disse con rabbia,
“Era legato alla signora Yaston? Chiese
l’investigatore, “La vedevo più come una
mamma, tornato dalla guerra lei mi ha
offerto un lavoro stabile con cui riuscivo a
mantenere me e Lili” spiegò, “Chi è Lili?”
rispose “E’ la mia ragazza, è una ballerina
“disse, “Quando ci sarà l’inchiesta?
“domandò, “Domani alle 10, sono
agitatissimo, la prego non mi lasci solo” lo
pregò, “Ok ci sarò, però mi dica ha ucciso
lei quella donna?” chiese” No, non l’ho
uccisa” disse tutto d’un fiato “Ok, domani
ci sarò, ma si prepari, useranno qualsiasi
cosa contro di lei” e lo congedò.

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Il mattino dopo si trovarono sotto casa
dell’investigatore e dopo una ricca
colazione andarono insieme al tribunale.
Una volta arrivati si sedettero e
ammanettarono Paul e gli dissero che
sarebbe rimasto in prigione fino a caso
risolto. Nesly aveva avvisato Paul che non
rimase così sconvolto, ma poi gli dissero
che dopo il processo sarebbe dovuto
restare in prigione, e lì si che Paul iniziò a
dare di matto. “Io non ho fatto niente lo
giuro, Lili può confermare io non ho fatto
niente”, continuava a ripetere, ma invano.

Il processo ebbe inizio.

Prese la parola un avvocato smilzo e con
una barba color marrone: “Abbiamo
controllato la sua camera signor Ringard, e
abbiamo trovato nella sua stufa una
camicia sporca di quel che sembra essere
sangue, inoltre sembra che lei sia il
destinatario dell'eredità della signora

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Yaston, quindi avrebbe anche un ottimo
movente. Lei l'avrebbe uccisa per prendere
l'enorme eredità che le aspettava. Ora
parlerà una testimone…la signora Linred”.
Così apparve in sala una donna
leggermente grassa e dai lineamenti
quadrati. Si sedette e iniziò a parlare,
“Buongiorno, mi chiamo Mary Linred. Ero
andata a messa verso le 17:00, e stavo
tornando, erano circa le ore 18:00; stavo
avvistando la casa quando vidi un uomo
allontanarsi dalla casa della signora Yaston,
assomigliava a quell'uomo! “e indicò Paul.
” Così entrai in casa e la vidi, era distesa
per terra e aveva una macchia di sangue
intorno alla testa, e lì vicino c'era un
soprammobile di ceramica imbrattato di
sangue”. Scoppiò in lacrime indicando Paul
“Lui, è stato lui, giustiziatelo!” urlò.

Quella sera Paul restò in carcere; quando
lo portarono in cella disse al signor Jensen

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di dire alla sua ragazza Lili che sarebbe
restato via qualche giorno per lavoro e di
omettere che era stato rinchiuso in carcere
per evitare che si preoccupasse. Gli disse
anche che poteva parlare con lei finito il suo
spettacolo, faceva la ballerina in un teatro.
Appena uscito dal carcere e dopo aver
salutato Paul andò nel teatro a vedere Lili.
All’inizio non voleva entrare ma la signora
che stava alla biglietteria gli disse che se
voleva incontrare una ballerina doveva
pagare per vedere lo spettacolo e poi
sperare di incrociarla dietro il teatro
quando era finito. Entrato in quel vecchio
teatro il signor Jensen rimase sorpreso
dalla quantità di persone che erano sedute
sui vecchi spalti malandati, il teatro era in
una brutta zona e si chiese perché vedeva
così tante persone impazienti di vedere lo
spettacolo e godersi quei pochi attimi di
spensieratezza e gioia cosa che in quel
periodo con le carestie era difficile trovare.

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Appena seduto si alzò il sipario e vide molte
ballerine: una stava sopra una luna finta,
vestita in modo molto più altezzoso delle
altre, intonò un canto divino che riportò alla
mente di Nesly i giochi con suo nonno, o
quando era rannicchiato tra le braccia di
sua nonna che lo proteggeva dal mondo
esterno che gli aveva descritto come
tenebroso e ricco di insidie, dove è molto
difficile trovare gioia e pace. Nesly fece una
cosa che non faceva da anni, pianse,
piccole gocce d’acqua cristallina scesero
dai suoi grandi occhi, quella voce, quella
voce lo faceva stare bene, lo faceva sentire
in pace con tutto e con tutti. Ecco perché
c’era tutta quella gente! Lo spettacolo durò
circa un’ora, fu un susseguirsi di canti e
balletti di danza classica, Nesly si chiese
quali di queste ballerine fosse la ragazza di
Paul. Finito lo spettacolo, il signor Jensen
fece il giro del palazzo da lontano vide le
ballerine che fumavano e uomo che stava

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accanto a una ballerina, la stessa che
aveva cantato sulla luna finta. Riuscì ad
intercettare un dialogo, “Brutta puttana
austriaca, cosa guardi mio marito, sono
solo io la regina, quando tra poco me ne
andrò via da questo viscido posto con
James questo spettacolo crollerà e te ne
starai sotto casa mia a chiedere l’elemosina
che io non ti darò. “ora parlò la donna
interpellata, era bionda alta e magra,
aveva dei lineamenti sottili, e sembrava la
donna più gentile del modo, combaciava
con la descrizione di Paul, pensò il signor
Jens, era lei, Lili. Non stavo guardando il
tuo maritino, stavo guardando chi ci ha
fatto fare brutta figura oggi, tu, ti pentirai
per quello che hai detto.” La sua voce
serbava tantissimo rancore e rabbia, come
se la cantante avesse ucciso qualcuno a cui
le teneva e lei si volesse vendicare.
“Andiamo amore” disse l’uomo vicino alla
cantante, e la trascinò via quasi di forza,

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“Se non ci fosse stato quell’uomo queste
due sarebbero andate avanti ancora per
qualche ora” pensò il signor Jensen. Si
fumò una sigaretta mentre aspettava che
la moglie di Paul uscisse da quel vicolo,
quando uscì gli parlò in fretta ”Salve Lili
sono Nesly Jensen un amico del suo Paul,
mi ha detto mi dirle che starà via per
qualche giorno, per lavoro” concluse ”Oh,
non me ne aveva parlato, fa niente, sa
com’è ha un lavoro molto impegnativo, gli
affari lo chiamano sempre, comunque se lo
incontra prima di me gli porti un bacio da
parte mia, e che lo aspetto a casa. Ora
devo andare, domani ho un
appuntamento” disse lei” Scusi se mi
permetto, che tipo di appuntamento”
domandò il signor Jensen” Oh, l’altro
giorno un signore, un amico di Paul credo
mi disse che mi voleva fare qualche
domanda sul suo conto e che in cambio mi
avrebbe dato dei soldi. Sa non posso fare

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tardi, a me e Paul servono soldi, e poi
qualche domanda, cosa vuole che sia?”
disse in modo scherzoso” Stia attenta, non
si sa mai la gente, comunque arrivederci”
disse” Arrivederci, mi saluti Paul. Oh l’ho
già detto mi scusi.” e se ne andò. Quando
fu a casa davanti al suo camino caldo e
confortevole il signor Jensen pensò che
Paul si fosse innamorato di una persona
strana, sembrava agitata ma allo stesso
tempo felice, era frenetica, pensò che
magari tutto questo piaceva a Paul. Poi
ripensò all’uomo che gli aveva detto che
avrebbe incontrato l’indomani, forse era
veramente così, solo qualche domanda, ma
forse era qualcosa di più, ricacciò quel
pensiero e si mise a letto. Il giorno dopo
arrivò e si sedette vicino a Paul e gli disse
che aveva avvisato la sua ragazza e gli
chiese di rispiegargli bene cosa era
successo il giorno dell’omicidio della
signora Yaston. Gli domandò “Avevate una

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relazione?”, lui si guardò intorno spaesato
e poi annui col capo. ”Non l’amavo, ma se
non continuavo non prendevo il mio
stipendio, dovevo farlo, per Lili” disse con
le lacrime che solcavano il suo giovane
viso, “Per Lili?” disse il signor Jesnen ”Si,
lei fa la ballerina ma non guadagna
abbastanza per mantenere entrambi,
quando sono tornato dalla guerra pensavo
di essere accolto come un eroe, o almeno
così ci avevano detto prima di partire, ma
la verità è che se non avessi accettato il
lavoro della signora Yaston sarei rimasto
senza soldi e io e Lili non ci saremmo potuti
mantenere”. “Ok domani tornerò con altre
domande” e lo congedò.

C’era qualcosa che non tornava, lo sapeva,
lo sentiva, sentiva che molto presto
sarebbe successo qualcosa che avrebbe
rivoluzionato l’indagine, si chiuse nel suo
studio e riempì un foglio di ipotesi, una più

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stravagante dell’altra, ma non riusciva a
incastrare tutti i pezzi del caso. Dopo
diverse ore si decise che doveva uscire,
vista l’ora pensò di ritornare al teatro dove
si esibiva Lili. Una volta entrato nel
malandato teatro, lo spettacolo iniziò
subito, ma questa volta sulla luna c’era
proprio Lili. La ragazza del giorno prima
non c’era più, anche lei intonò lo stesso
canto della sera prima e la cantò molto
meglio, era molto più sentimentale, perché
ogni persona interpreta quella melodia
come le la sente. Anche quella volta pianse,
lacrime che non riusciva a placare, era
troppo forte quella melodia. Se ne andò via
un po' prima quella sera, aveva bisogno di
riposo, l’indomani, ci sarebbe stato il
secondo dei tre processi dedicati al caso. Il
mattino dopo arrivò al carcere e mentre
stava parlando con Paul entrò Lili:
sembrava felice di rivedere Paul ma in quel
momento Nesly vide una cosa che non

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avrebbe mai pensato di vedere. Lili entrò
nella cella e Paul iniziò a parlare per
spiegare il perché era lì ma lei si avvicinò e
gli sputò addosso. Paul voleva sapere il
perché di quel bruttissimo gesto, poi Lili
parlò” Non vedo l’ora che tu muoia”, Paul si
mise a piangere e a urlare, “Perché,
perché?” ripeteva come in trance. Il signor
Jensen uscì dalla cella per parlare con Lili
ma venne bloccato dall’avvocato che
accusava Paul, “Mi dispiace per il tuo
ragazzo, ora abbiamo una persona che può
fornirci una testimonianza, ha le ore
contate come la tua misera carriera.” Il
signor Jensen restò li fermo e pensò che
quel ragazzo aveva veramente i secondi
contati, ma non si diede per vinto, doveva
salvarlo, doveva riuscirci, diede un nome a
questo caso, il caso impossibile, ma lui
doveva riuscire nell’impossibile.

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Quando entrò in tribunale Paul era già
legato ed era assente, aveva lo sguardo
perso nel vuoto, si sentiva tradito e stava
già pensando alle ultime parole che
avrebbe detto prima di essere impiccato.
Iniziò la testimonianza Lili, proprio lei, la
ragazza un po' stupida, bionda, straniera,
quella ragazza che non ti saresti mai
immaginato di vedere in un tribunale ma in
una grande casa, in mezzo all’oceano, a
mangiare frutti esotici. ” Salve” iniziò così,
“Sono Lili Kestim e sono a testimoniare
contro Paul Ringard” in quel momento Paul
iniziò a piangere. “Signorina, ci spighi cosa
vide lei il giorno dell’omicidio della signora
Yaston” disse il giudice. ”Ero a casa e stavo
facendo le pulizie nel nostro piccolo
appartamento, quando entrò Paul con la
camicia sporca di sangue e con del sangue
sulle mani, si tolse la camicia e la buttò
nella stufa, poi mi guardò negli occhi,
sembrava avesse fatto qualcosa di terribile,

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lo vedevo nei suoi occhi, ma ero
sottomessa, lui era un violento e se avessi
provato a chiedere il perché del sangue mi
avrebbe picchiata, ma io glielo chiesi, lui mi
rispose che si era appena tagliato quando
stava cucinando dalla signora Yason, ma si
vedeva che mentiva.”

Ormai scendevano fiumi di lacrime da gli
occhi di Paul, ormai era difficile anche per
il signor Jensen credere a Paul, l’accusa
aveva tutto: il movente l’eredità, le prove
la camicia e una testimonianza, solo un
evento miracoloso lo avrebbe potuto
salvare!

Era la mattina dopo il massacro del
tribunale, il signor Jensen era a pezzi,
voleva salvare Paul ma non sapeva come,
aveva bisogno di prove per confutare
quello che diceva Lili, anche se
probabilmente diceva la verità. Per
rilassarsi e pensare con la mente aperta

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chiuse casa e si diresse verso un parco, era
bellissimo, solo chilometri e chilometri di
verde incolto alberi e arbusti, uno
spettacolo della natura. Mentre stava
camminando si accorse che davanti a lui
era comparsa una figura incappucciata, era
avvolta in lungo mantello nero, la seguì,
non sapeva perché ma era sicuro che anche
quella figura volesse quello che stava
facendo e glielo dimostrò pochi minuti
dopo, si voltò, ma il cappuccio coprì il volto,
e gli porse un bigliettino, non vide neanche
le mani perché portava dei guanti in pelle
nera. Si voltò e scomparve nel vicolo più
avanti, ma non lo seguì, strinse fra le mani
il bigliettino e maledisse il momento in cui
aveva iniziato a seguire quell’oscura figura.
Sul bigliettino c’era scritto “Stasera alle
22.00 all’entrata del parco, ho delle
informazioni utili sul caso “. Era una
trappola, il signor Jensen ne era sicuro, ma
non aveva alternative, il giorno seguente ci

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sarebbe stata l’ultima seduta al tribunale,
quella che avrebbe deciso il destino di Paul,
doveva andare.

Arrivarono in fretta le dieci, si vestì e si
incamminò per il vicolo che portava al
parco. Era una sera molto fredda e buia,
solo qualche lampione illuminava la via che
il signor Jensen stava percorrendo. Si
bloccò all’improvviso quando vide la figura
incappucciata. “Chi sei?” disse il signor
Jensen” Non ha importanza chi sono, ho
delle prove che smentiscono quello che ha
detto Lili. La odio, quello che chiedo in
cambio sono soldi.” disse la figura
incappucciata” Accetterei anche l’offerta
ma se non so chi me la sta vendendo non
posso “disse in tono rammaricato, “E’
sicuro di sapere chi c’è dietro a questo
cappuccio” la voce era fragile, sembrava
che stesse piangendo, poi alzò il cappuccio
e il signor Jensen vece un sobbalzo. Era la

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cantante del teatro, ma non era bella e
altezzosa come se la ricordava, era
sfregiata, la parte sinistra del volto era
bruciata, non aveva più l’occhio sinistro,
era un mostro, “Maa,aaa,”riuscì a
balbettare, “Mi chiamo Helja, e sono una
compagna di spettacolo di Lili, prendi
queste” e gli porse delle lettere, “E’ stata
lei a farmi questo, io e il mio ragazzo James
stavamo per partire, quando lei è entrata
in casa e con dell’olio bollente mi ha
sfregiato la faccia, ma gli caddero queste,
sono le lettere che Lili mandava a mio
marito, avevano una relazione, e ora vuole
incastrare il suo ragazzo, prendile e risolvi
il caso. Per favore incastrala, falla
imprigionare” disse con le lacrime agli
occhi” Grazie, cercherò di esaurire il tuo
desiderio” disse, “L’unica cosa che voglio
sono soldi, non posso lavorare con questa
faccia, portameli alla fine del caso, ti prego”

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disse “Va bene, lo giuro sulla memoria di
mio nonno” e se ne andò.

Questo era quello che ci voleva, il signor
Jensen aveva l’umore alle stelle, poteva
veramente salvare Paul e incastrare quella
meretrice. L’indomani c’era l’ultima seduta
e lui era pronto, anzi non vedeva l’ora.

L’indomani si alzò più presto del solito, si
vestì fece colazione e fece qualche
esercizio, prese le lettere e le mise con
attenzione in tasca e si incamminò verso il
tribunale. Aveva mille pensieri in mente.
Quelle lettere sarebbero bastate a salvare
Paul? Se Paul era innocente chi è era
l’assassino? Per tutto il viaggio formulò
alcune ipotesi, voleva capire chi fosse
l’assassino e giunse a una soluzione, ma
non era ancora pronto ad esporla, doveva
ancora sistemare alcuni dettagli e capire
meglio. Intanto era arrivato al tribunale,
entrò a testa alta, tutti lo guardavano, tutti

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pensavano che non ce l’avrebbe fatta, solo
lui e Paul ci credevano ancora. Arrivò Lili e
dopo aver giurato di dire solo la verità e
soltanto la verità iniziò a raccontare la sua
falsa storia, quando finì l’avvocato che
accusava Paul fece un sorriso a 36 denti, e
disse al signor Jensen” Sei finito” ma il
signor Jensen gli sorrise e non rispose. Tirò
fuori le lettere e disse” Questa è la sua
calligrafia Lili?” domandò” Si, che cosa
sono?” disse “Glielo spiegherò subito
signorina, queste sono le lettere che lei
mandò a James, il suo attuale ragazzo, cito
le sue parole, tra poco Paul sarà morto
grazie alla mia storia, così sarò tutta per te.
Lei voleva incastrare Paul raccontando una
storia falsa, ma grazie a queste lettere
posso smentire quello che dice” disse il
signor Jensen” VOI, VOI UOMINI
ROVINATE SEMPRE TUTTO, LASCIATEMI,
LASCIATEMI.” Era stata presa e stava

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urlando, sarebbe stata imprigionata per
aver mentito sotto giuramento.

“Ci scusi, allora chi è l’assassino?” chiese il
giudice al signor Jensen” Bella domanda,
nel corso dell’indagine ero arrivato a un
punto morto, ero arrivato anche a pensare
che fosse veramente Paul l’assassino, ma
ora che so che sicuramente non è lui, ho
un’ipotesi.” disse con aria misteriosa.

“La signora Linred, la cameriera, odiava
Paul perché la sua amata signora dedicava
tutte le attenzioni a lui, anche quelle
carnali, e ipotizzo che fra le due prima
dell’arrivo di Paul ci fosse qualcosa, una
storia forse, non ne sono sicuro, quindi i
sentimenti d’odio verso Paul l’hanno
portata a uccidere la sua padrona” disse”
Ne è sicuro signor Jensen?” aggiunse il
giudice, “Si” rispose il signor Jensen con
fermezza. ” Che sia convocata

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immediatamente la signora Linred” ordinò
il giudice.

La signora Linred arrivò pochi minuti dopo,
“E’ già stato condannato l’assassino?” disse
con un sorrisetto, “Non ancora” rispose il
giudice, poi aggiunse” È stata lei a uccidere
la signora Yaston?” domandò e il silenzio
cadde nella sala. Dopo alcuni secondi, la
signora Linred scoppiò in un pianto
inconsolabile” Le volevo troppo bene, le
volevo troppo bene…” disse tra i singhiozzi.
“A volte voler troppo bene a una persona ci
porta a farle del male “disse il giudice, poi
mosse la mano e due guardie portarono via
la signora Linred, sarebbe stata giustiziata
il giorno dopo.

Il signor Jensen era felicissimo, aveva
slavato un uomo innocente e aveva
condannato l’assassina, e aveva anche
rispettato la legge di suo nonno: “Se il caso
sembra impossibile è sempre colpa del

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maggiordomo”, stavolta era una cameriera
ma fa lo stesso, Paul ritornò alla sua vita,
trovò un altro lavoro e un’altra ragazza.
Quando la mattina dopo si alzò e dopo
essere uscito di casa comprò il giornale, si
trovò in prima pagina con il titolo:
” Ce l’ha fatta quest’uomo ha risolto il caso
impossibile”

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