MOSTRA BIBLIOGRAFICA
I codici miniati di
Montevergine
GIORNATE EUROPEE DEL
PATRIMONIO
21 e 22 settembre 2019
Con la mostra I codici miniati di Montevergine si vuol mettere in risalto la
particolare forma d’arte della miniatura che contraddistingue alcuni dei codici
della Biblioteca di Montevergine. Tali manufatti provengono per lo più dallo
Scrittorio Verginiano, dove si organizzò, sin dalle origini, una vera e propria
scuola di miniatura; i religiosi impreziosirono i testi da loro composti o tra-
scritti con segni ed immagini di particolare interesse artistico che servirono a
decorarne ed illustrarne il contenuto. Tali miniature possono essere considera-
te vere e proprie pitture di piccole dimensioni che rendono i codici di Monte-
vergine esemplari unici ed irripetibili. Nell’ambito della mostra che è stata
allestita, si evidenzia altresì in che modo tale forma di arte minore si sia evo-
luta e modificata nel corso del tempo.
Cod. 1 - Legenda de vita et obitu sancti Guilielmi confessoris e heremite
Il codice pergamenaceo dal titolo Legenda de vita et obitu Sancti Guilielmi
confessoris et heremite è considerato uno dei manoscritti miniati più importan-
ti per l’Abbazia in quanto traccia la vita del santo fondatore, sotto forma di
fioretti, e della nascente congregazione virginiana e permette di conoscere al-
cune notizie storiche sull’abbazia del Goleto, dove il santo morì nel 1142. Rea-
lizzato da un discepolo di San Gu-
glielmo, Giovanni da Nusco, si può
ascrivere al secolo XIII e racconta,
oltre ad aneddoti sulla vita del santo,
l’importante notizia del viaggio verso
Bari per l’acquisto di codici necessari
allo studio dei suoi discepoli. Si com-
pone di due esemplari della stessa
opera, con qualche piccola differenza,
poiché la seconda parte riporta alcune
notizie in più relative a due miracoli,
ed alcune notazioni musicali. Il pri-
mo, cc. 1-65, è in scrittura beneventa-
na, il secondo, cc. 66-109, in scrittura
gotica. Il manoscritto, rilegato in ma-
rocchino rosso, è riccamente decorato
in oro con tagli in oro. La legatura,
realizzata verso la metà del 1600, ri-
porta sul piatto anteriore lo stemma
dell’abbazia di Montevergine costitui-
to da tre monti sormontati da una cro-
ce che si prolunga in un'altra croce cerchiata con sovrapposta una corona con
ai lati le lettere M. e V. Il tutto è compreso in una cornice con in alto il cappel-
lo ecclesiastico con tre ordini di nappe. Il piatto posteriore, decorato sempre
con fregi in oro, ha impresso lo stemma dell’abate Gian Giacomo Giordano,
che ne curò, nel secolo XVII, oltre alla rilegatura, anche la stampa. Le miniatu-
re presenti nel codice sono di notevole interesse poiché, descrivendo il santo
fondatore di Montevergine, creano vere e proprie piccole pitture che ne divul-
gano le immagini. La prima che si riscontra sul recto della carta 1 del codice
beneventano rappresenta una N in cui i colori predominati sono l’oro ed il ver-
de; all’interno di essa l’immagine di san Guglielmo da Vercelli, con una croce
in mano ed un bastone nell’altra. Il vestito del santo è rosso e lo scapolare ver-
de, la sua grandezza riempie un campo di cinque righe. In tale manoscritto so-
no presenti eleganti rubriche in rosso e grandi lettere agli inizi dei singoli capi-
toli in rosso ed in violaceo, a volte compare il verde; alcune iniziali sono anche
in oro. Nel secondo codice gotico, sempre sul recto della prima carta, si riscon-
tra la miniatura di san Guglielmo: ivi il disegno è molto più rudimentale e me-
no elegante. Manca l’oro ed i colori predominanti sono il rosso e l’azzurro an-
che per le iniziali e le maiuscole; tale immagine, racchiusa in una cornice, si
inserisce in un campo di sei righe. In alcuni casi la miniatura all’inizio del ca-
pitolo sembra essere stata aggiunta posteriormente alla scrittura.
Cod. 10 - Liber horarum
I libri d’ore sono libri di preghiera, destinati ai laici, derivati dal breviario, in
uso tra il secolo XII e il XVI. Nel momento della loro massima diffusione, tra
il Trecento ed il Quattrocento, si componevano di un calendario, di un salte-
rio, di alcuni uffici disposti secondo l’ordine liturgico e di altre preghiere. In
principio, manoscritti su pergamena, erano spesso decorati con ricche minia-
ture; essi costituiscono una preziosa testimonianza di tale arte a quell’epoca. Il
manoscritto latino membranaceo della Biblioteca Statale di Montevergine dal
titolo Liber Horarum, in scrittura gotica libraria minuscola francese, è ascrivi-
bile al secolo XV: si compone di 181 carte, più 5 carte di guardia in principio
e 5 alla fine. Sulla seconda carta di guardia iniziale è presente una nota di pos-
sesso: “Del Pre D. Desiderio Vitellj monaco di Montevergine del ordine di
Santi Beneditti 1625”. Si tratta di un religioso verginiano del secolo XVII ori-
ginario di Benevento dove l’abbazia di Montevergine possedeva l’importante
dipendenza dei SS. Filippo e Giacomo. Era particolarmente devoto alla Ma-
donna di Montevergine alla quale recitava continue lodi e morì dopo aver
condotto una vita da perfetto religioso. Il codice presenta un’antica legatura
con assicelle di legno ricoperte di cuoio bruno. Sul piatto anteriore si riscon-
trano ricchi fregi in oro ed il monogramma JHS (trascrizione latina
dell’abbreviazione del nome greco di Gesù ed anche il simbolo dei Gesuiti); il
piatto posteriore è una perfetta copia di quello anteriore. Il codice inizia con il
Kalendarium con i giorni della settimana evidenziati in rosso; all’interno i
titoli e le rubriche sono in rosso mentre le lettere dei capoversi sono in oro, su
fondo azzurro o rosa, con decorazione interna ed esterna, utilizzando alternati-
vamente il rosso per l’esterno e l’azzurro per l’interno; decorate nei minimi
dettagli, occupano lo spazio di due righe. Particolarmente eleganti sono le
cornici floreali a tutta pagina presenti in alcune carte. La carta 30 presenta sul
recto una decorazione floreale di foglie di edera rampicante, a tutta pagina,
realizzata anch’essa con i colori azzurro, rosso, rosa ed oro, che fa da cornice
alla parte scritta; questa particolare decorazione si ritrova anche in altre 8 car-
te del codice. Di notevole bellezza anche la carta 70r che, oltre alla cornice
floreale già descritta, riporta la testa di un animale nella parte superiore. Il
Liber horarum si può considerare un vero gioiello di miniatura al quale si so-
no dedicati, nel secolo XV, gli amanuensi con un difficile e duro lavoro.
Cod. 12 - Psalterium Davidis
Il salterio è il libro della Bibbia che contiene i Salmi cioè le composizioni
poetiche, di preghiera o d’insegnamento, adibite al culto. Lo Psalterium
Davidis, del secolo XV, può essere considerato il codice miniato più bello
ed interessante della Biblioteca Statale di Montevergine. È in scrittura uma-
nistica ad una colonna e presenta una splendida legatura in pelle rossa del
secolo XIX con fregi in oro ed è composto da 161 carte numerate di recen-
te. Le rubriche sono in rosso mentre le lettere iniziali dei singoli salmi sono
sempre in oro con decorazione esterna ed interna, utilizzando alternativa-
mente il rosso per l’interno e l’azzurro per l’esterno; le iniziali dei versetti
sono anch’esse in oro con filettature in rosso ed in viola. La carta 1v spicca
per la miniatura a piena pagina che raffigura l’albero genealogico di Jesse
ispirato alla visione del profeta Isaia che vide dal corpo dormiente di Jesse,
padre del re David, sorgere un albero che sviluppa i suoi rami dorati in mo-
do tale da rappresentare la genealogia di Gesù. Tra di essi festosi puttini
giocano in atteggiamenti spesso acrobatici. A carta 2r c’è un’ulteriore mi-
niatura che rappresenta il Re Davide che suona il salterio ai piedi di un al-
bero di cedro. Entrambe le miniature sono racchiuse in cornici floreali, or-
nate con puttini, animali vari come lepri e pavoni e simboli vari; nelle stes-
se miniature si trova lo stemma dei d’Ayerbo a cui probabilmente dovette
appartenere il codice. Tale famiglia era giunta a Napoli con Alfonso V
d’Aragona dal quale ebbe numerosi privilegi e si sa che alcuni suoi espo-
nenti, nel secolo XV, commissionarono diversi manoscritti a botteghe na-
poletane, di cui alcuni ora presenti presso la Biblioteca Nazionale di Napo-
li. Nel testo sono presenti altre dodici miniature che raffigurano scene del
Vecchio e del Nuovo Testamento in riferimento al contenuto profetico del
salmo illustrato. Si tratta di quattordici meravigliosi quadretti di cui si può
ammirare la finezza, la vivacità e l’armonia delle composizioni e lo splen-
dore dei costumi e dei colori. Il codice presenta altre particolarità: sul verso
della prima carta di guardia si legge, scritto da mano piuttosto recente, il
numero sessantanove, e su di un’etichetta incollata sulla parte superiore il
numero settecentoquattordici virgola dieci. Sulla seconda carta di guardia
un timbro impresso quando il codice si trovava a Napoli, nel Grande Archi-
vio di Stato, dove fu trasportato dopo le soppressioni conseguenti all’Unità
d’Italia, insieme al materiale archivistico più prezioso dell’abbazia. Più giù,
scritto di mano recente, si legge Archivium Montisvirginis; ms.12.
Cod. 19 - Regula Sancti Benedicti
La Regula di san Benedetto, costituita da 73 capitoli, definisce con chiarezza e
stabilità le linee essenziali della vita religiosa a cui si devono attenere le istitu-
zioni monastiche. I verginiani fecero propria la regula sancta dopo la morte del
fondatore, san Guglielmo, come recita un privilegio noto come Charta funda-
tionis del celebre monastero di San Giovanni degli Eremiti di Palermo del
1148, che, stando alla Legenda, fu una fondazione virginiana. In esso è scritto
esplicitamente che la chiesa di Montevergine è un’istituzione cenobitica costi-
tuita secondo la regola di san Benedetto. San Guglielmo, nonostante non abbia
mai scritto una regola né ordinato in un corpo di leggi quei pochi canoni disci-
plinari emanati per i suoi discepoli, si può dire, non si sia discordato dallo spiri-
to benedettino e dalle prescrizioni della stessa regola. Il manoscritto latino
membranaceo relativo alla Regula di san Benedetto del 1554 è in scrittura goti-
ca, su una colonna ed è composto da 61 carte. Originariamente era un tutt’uno
con altri tre codici, il Martirologio, il Rituale ed il Necrologio, poiché costitui-
va il cosiddetto Libro del Capitolo, che si usava leggere nella sala capitolare
dell’Abbazia di Montevergine. Avendo ognuno una numerazione propria, nel
secolo scorso, sono stati suddivisi e resi indipendenti per una più adeguata con-
servazione e lettura. Attualmente si presentano restaurati e rilegati in pelle dal
colore rosso scuro, mentre dapprima probabilmente la legatura era costituita da
assicelle di legno ricoperte in pergamena. Alla carta 1 è presente una miniatura
a cornice che la racchiude tutta ed il manoscritto inizia con l’espressione Incipit
prologus regulam divi patris Benedicti. Subito dopo al terzo rigo la A di Au-
sculta dilecti o filii praecepta magistri è miniata con i colori rosso e blu ed oc-
cupa uno spazio di otto righe. All’interno di essa è disegnata una croce cerchia-
ta in marrone con all’estremità inferiore un’altra croce; il tutto si sviluppa in
una cornice verde e marrone. Su tale carta s’intravede il disegno realizzato con
colori verde e blu, presente sulla pagina precedente del codice al quale era lega-
to, probabilmente perché il volume è stato subito chiuso una volta ultimata la
legatura. Le iniziali dei capoversi sono ornate con motivi floreali e realizzate
alternativamente in rosso e blu riempiendo uno spazio di quattro righe. Sono
presenti altre miniature nelle carte 6 verso, 13 verso, 34 verso, 39 verso e 50
verso, solo sul lato sinistro della pergamena e proseguono su quello inferiore; i
colori di esse, poco evidenti, sono anch’essi marrone e in verde, talvolta in az-
zurro.
Cod. 22 - Breviarium
Il breviario è il libro liturgico che contiene l’ufficio divino secondo il rito
della chiesa romana. Il codice di Montevergine, noto come Breviarium, in
scrittura gotica italiana minuscola, è del secolo XV ed è composto da 151
carte numerate recentemente. Presenta una legatura moderna in pelle scura;
sul piatto posteriore c’è traccia di fermagli metallici di una precedente e,
forse originale, copertina. Sulla prima carta si trova il monogramma JHS
(simbolo dei Gesuiti e trascrizione latina dell’abbreviazione del nome greco
di Gesù) ed il timbro di possesso della biblioteca. Sul verso della carta di
guardia spiccano due notizie manoscritte necrologiche che fanno riferimento
all’anno 1495, in cui sarebbe morto un certo messer cicco abbate mio padre
ed all’anno 1513 in cui passao da questa vita madama grissella mia madre.
Ovviamente non è possibile sapere se fanno riferimento all’autore o al pos-
sessore del manoscritto. I capoversi si presentano alternativamente in oro
con filettature in viola ed in azzurro con decorazione in rosso. Di ottima
fattura le iniziali, veri gioielli di miniatura, riccamente decorate e realizzate
con i colori dell’oro, del rosso, del blu, del verde dell’arancio. Esse si svi-
luppano in uno spazio di 5 righe e sono realizzate all’interno di una cornice
con colori alterni. La miniatura relativa alla carta 24r è molto interessante in
quanto non solo riporta una iniziale perfettamente decorata,
dall’accostamento dei colori alla precisione del disegno, ma presenta anche
una decorazione floreale sul lato sinistro della pergamena, con disegnato un
pavone dalla lunga coda verde ed il corpo azzurro, sempre su decorazione
floreale. Miniature di questo genere, ripetute su varie carte, contribuiscono a
dare al codice una maggiore bellezza e luminosità, dovuta all’oro abbondan-
temente utilizzato. Di particolare interesse le miniature con fiori, frutta ed
animali simbolici. Purtroppo in buona parte del codice sono state asportate
diverse iniziali ed alcune carte miniate, come si intravede dall’impronta sul
verso della pagina precedente. Il codice doveva perciò in origine essere ric-
camente decorato e di valore. Riprodotta in mostra anche la carta 51v.
In copertina: Psalterium Davidis
La mostra è visitabile nella sala F della Biblioteca
Per informazioni e prenotazioni:
Tel. 0825787191-789933—Fax 0825789086
Email: [email protected]
Biblioteca di Montevergine:
Anna Battaglia, Rosalba Capone, Vito Colonna, Paola de Conciliis,
Domenico D. De Falco, Giuseppe Macchia, Annalisa Lombardi,
Tommasina Romano, Francesco Rubino, Biagio Stella, Sabrina
Tirri, Gennaro Vipraio Tiberi
Ha collaborato Dario Gaeta tirocinante in biblioteca a settembre 2019
Direttore: p. Andrea Davide Cardin