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Published by urbanapneaedizioni, 2018-02-23 12:22:36

INSERILLO | DIMENSIONI

14 - DIMENSIONI

ProTesi
Materiali d’arte

DIMENSIONI

MICRO E MACRO
VISIONI
Grazia Inserillo

Direttrice scientifica
Valentina Console

Comitato scientifico
Fabrizio Lupo | Sergio Pausig
Francesca Pipi | Francesca Genna
Daniele Franzella | Valentina Console
Fausto Gristina | Carmelo Buongiorno

Redazione
Dafne Munro

Progetto grafico
Alessio Manna

DOI: 10.17401 Inserillo-Dimensioni

Quest’opera è protetta
dalla legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni riproduzione,
anche parziale, non autorizzata.

Caracol snc
Via V. Villareale, 35 – 90141 Palermo
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Urban Apnea Edizioni
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ProTesi
Materiali d’arte

DIMENSIONI

MICRO E MACRO
VISIONI
Studente Grazia Inserillo
A.A. 2014/2015
Relatore Daniele Franzella

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7 Presentazione
8 Introduzione e cenni storici
12 Micro e Macro: dall’universale al personale
16 Le opere
24 Bibliografia e sitografia
27 Grazia Inserillo

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Presentazione

di Valentina Console

Non essendo la relatrice della tesi di Grazia Inserillo, come ho già
detto in altre occasio-ni, penso nel presentarla di avere un punto
di vista privilegiato, quello del pubblico e non di chi ha lavorato
per raggiungere un risultato. La casa editrice mi ha chiesto di
essere la coordinatrice della collana, il mio lavoro è stato quello
di scoprire cosa gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Palermo,
in tutte le discipline producono. Ho scoperto uni-cità, talenti e
audacia. Sì, l’audacia è quella che fa di un artista un innovatore,
facendo del suo guardare avanti un essere al di là del tempo.
Grazia Inserillo può già essere considerata una promettente arti-
sta siciliana e con gran-de personalità ci racconta, attraverso un
linguaggio unico e sperimentale, quali sono le sue radici. Grazia
tesse un “filo” che, indaga sul valore antropologico degli antichi
me-stieri di famiglia. Questo “filo”, che tra le sue mani diventa
installazione, introduce il fruito-re verso una percezione fatta di
micro, macro visioni e significati che, attraverso la ge-stualità del
tessere, dialogano apertamente con la cultura contemporanea.
Il “filo” di Grazia lega ciò che il tempo separa, ricuce, crea, dive-
nendo la trama di un nuovo sentire.

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ProTesi Materiali d’arte

Introduzione
e cenni storici

Il filo ha in sé la forza magica del racconto, l’energia di un ritmo,
sfida la pesantezza della materia e le leggi dello spazio costituendo
una soglia, un valico tra un qui e un altrove, come la cruna dell’ago,
simbolo del passaggio.

L’atto del tessere è tra le più antiche pratiche artigianali di don-
ne e uomini in tutte le culture del mondo. Con un fare lento
e metodico, rituale magico, al tempo stesso rigoroso, ritmico e
modulato, l’uomo ha da sempre intrecciato fibre per creare tes-
suti destinati ad accompagnare le tappe fondamentali della pro-
pria esistenza, la nascita, il matrimonio, la morte: è una pratica
nata con l’uomo e utilizzata per soddisfare i bisogni principali,
intrecciando fibre naturali, vegetali e animali per coprirsi, cre-
are utensili o eseguire dei rituali. Anche nel linguaggio comune
esiste una gamma di locuzioni e modi di dire che conducono
all’immagine del filo o di verbi legati alla pratica tessile (come
“filo del discorso” o “tessere le lodi”), addirittura vi sono meta-
fore del filo riferite ad atteggiamenti psicologici dell’uomo (che
può sentirsi “teso”) oppure si utilizza l’immagine della rete per
riferirsi a Internet.

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Grazia Inserillo Dimensioni. Micro e Macro visioni

Il filo assume sempre più quella simbologia comune a tutti i po-
poli della Terra, come una sorta di archetipo: possiede una ricor-
renza universale, una pratica che si trasmette e che rappresenta
una sorta di memoria ancestrale sedimentata in un inconscio
collettivo, non puramente individuale, ma presente in tutti i po-
poli, senza alcuna distinzione di luogo e di tempo. L’immagine
archetipica del filo lascia traccia nei miti, nelle favole e nei sogni,
che sono espressioni dell’inconscio collettivo: lo testimoniano i
diversi testi, miti, fiabe e racconti popolari e letterari dalla mito-
logia nordica ai racconti del sud del mondo, dalle saghe del lon-
tano Oriente alla Bibbia e ai testi filosofici della Grecia classica.
Ma il ricorrere di alcuni modelli archetipici si trova in innumere-
voli pattern decorativi cuciti su tessuti destinati a rituali religiosi
o funerari dove ritroviamo il simbolo del sole, del labirinto, della
losanga, del mandala, del serpente o altri animali, e anche in
Foto sopra: particolare di “Legame (covalente) Puro”

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ProTesi Materiali d’arte

raffigurazioni di divinità, utilizzati dai popoli come strumenti di
culto. La produzione tessile, per molte culture ha un’importante
funzione di strumento di comunicazione e di trasmissione della
memoria, a supporto della tradizione orale, andando oltre il la-
voro individuale dei tessitori per divenire pratica sociale.
La parola filo, dal greco philos, significa caro, diletto, amante di
o comunque qualcosa che indica amore, propensione, tenden-
za verso persone o cose. Questa attitudine a porre amorevole
attenzione verso qualcuno o qualcosa è da sempre considerata
caratteristica della donna, per cui tale pratica si può collegare
all’intimità domestica femminile, all’artigianato, alla decorazione
e a tutte le arti applicate. In tutte le culture che popolano la Ter-
ra, infatti, sono molte le figure femminili che hanno il ruolo fon-
damentale di Signore del filo, attraverso cui si segna il destino
dell’uomo, come le Parche della mitologia greca, oppure donne
mortali come la celeberrima Penelope o la giovane Arianna, che
attraverso l’arte della tessitura salvano il proprio destino o quel-
lo dei loro amati. Sono proprio i greci che accrescono il potere
metaforico del filo e delle pratiche a esso connesse: il filo ha in
sé la forza magica del racconto, l’energia di un ritmo, sfida la
pesantezza della materia e le leggi dello spazio: la maglia tessuta
dialoga con la luce e l’ombra, costituendo una soglia, un valico,
un passaggio tra un qui e un altrove, come la cruna dell’ago, sim-
bolo del passaggio. Il filo collega questo mondo e l’altro e tutti gli
esseri: il filo rimanda alla metafora del destino, di immagine del
divenire e di continuità, di legame rassicurante.
A partire dal XX secolo l’arte tessile, appartenente alla cosiddetta
“arte applicata”, trova posto nel mondo dell’arte ufficiale grazie
al contributo di artiste e artisti che utilizzano il medium tessile
per farne emergere l’aspetto antropologico, attribuendo al filo

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Grazia Inserillo Dimensioni. Micro e Macro visioni

una valenza socio-politica oppure valorizzando il potere metafo-
rico dell’intreccio, del nodo, della trama, della ragnatela.
Per gli artisti contemporanei usare il medium tessile significa ro-
vesciare i luoghi comuni di un’arte applicata tutta al femminile
reinventando il ruolo dell’artista e del suo lavoro: il filo si sostitu-
isce al pennello, alla matita, alla materia da plasmare o da scol-
pire, si combina con la tecnologia più avanzata per raccontare
una nuova storia, altra, proprio per la volontà di porre al centro
dell’attenzione ciò che da sempre è stato considerato marginale,
come lavorare il filo.
Agli inizi del Novecento alcuni artisti fanno del filo un nuovo
strumento di creazione artistica evidenziandone le potenzialità
espressive, materiche e simboliche. Tutto inizia quando si riduce
sempre più la distanza tra arti maggiori e arti minori che trova-
no il punto d’incontro nella moda e nell’arredo di interni, come
nel caso di Sonia Terk e suo marito Robert Delaunay, promotori
del Cubismo Orfico, o meglio ancora con le ricerche svolte all’in-
terno dei laboratori del Bauhaus nella scuola di Weimar. Ma il
vero punto di svolta si attua negli anni ’60 e ‘70 quando il mondo
dell’arte guarda a un recupero di materiali “poveri”, di contro al
rigore minimalista e a pratiche artistiche tradizionali e alle pro-
blematiche di genere e di identità, sfociando nella cosiddetta Fi-
ber Art americana e nell’Art Textile europea.
Gli artisti appartenenti a questa corrente artistica mirano a rilan-
ciare il valore dell’abilità tecnica e la capacità di esecuzione ma-
nuale unita alla capacità ideativa e creativa, riconsiderando così
l’artigianato, non più come un recupero di tradizioni popolari né
come sperimentazione finalizzata alla produzione industriale,
bensì come momento in cui tutte le arti confluiscono.

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ProTesi Materiali d’arte

Micro e Macro:
dall’universale al personale

Un viaggio tra il Micro e il Macro, verso l’esplorazione di nuovi
luoghi lirici eppure interconnessi a una dimensione sociale,
dunque urbanistica

Nella parola “Dimensione” è racchiuso il duplice significato della
mia ricerca: quello letterale che indica la grandezza di un corpo,
e quello metaforico che indica uno spazio, una dimensione altra.
La “dimensione altra” per eccellenza, quella che sin dai tempi di
Platone veniva elaborata razionalmente e a cui l’umanità desidera
approdare è il Paese dell’Utopia. “L’uomo cammina con i piedi in
terra e la testa per aria, e la storia di ciò che è accaduto sulla terra
è solo la metà della storia dell’uomo. L’altra metà è la storia dell’U-
topia”¹. Le parole del sociologo e urbanista Lewis Mummford nel
libro “Storia dell’Utopia”pongono l’attenzione sull’etimologia di
questo termine: utopia deriva dalla parola greca “eu-topia” che si-
gnifica buon posto, ma anche una seconda radice, “ou-topia” che
significa non luogo o luogo differente da quello in cui viviamo.
Entrambe le definizioni alludono a un luogo ideale e inesitente.
Ma nella metà degli anni ‘60 Michel Foucault propone dei con-

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Grazia Inserillo Dimensioni. Micro e Macro visioni

tro-luoghi della realtà definiti “etero-topie”, ossia “luoghi altri”. Co-
niato sul concetto di Utopia, il termine Eterotopia è il suo simme-
trico inverso, indicando spazi che hanno la caratteristica di essere
un’utopia realizzata da qualche parte nello spazio.
Nella storia dell’uomo si assiste dunque al passaggio dall’Utopia,
che affonda le sue radici nel progresso e nel futuro, all’Eterotopia,
un’utopia che non ha basi nel tempo ma nello spazio, uno spazio
altro che è presente e coesiste con la realtà dominante.
L’uomo deve cercare la propria utopia qui e non altrove perché
è dal mondo reale che scaturiscono tutti gli altri mondi: il mondo
immaginato, quello che si cerca di realizzare, è una ricostruzione
sia del mondo fisico che “del mondo delle idee”. Tali realtà imma-
ginate prendono vita attraverso la creazione artistica che ci pro-
ietta in visioni spettacolari tramite il medium da me prediletto: il
filo. È già ampiamente dimostrato che il medium tessile offre nel
Foto sopra: particolare della serie “Endoscopie Urbane”

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ProTesi Materiali d’arte
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Grazia Inserillo Dimensioni. Micro e Macro visioni

panorama artistico mondiale, a partire dagli anni ‘60 con la nasci-
ta della Fiber Art, un ottimo spunto di riflessione sull’Utopia, con-
tinuando inoltre ad arricchire e modificare l’idea di Scultura grazie
alle qualità tattili e organiche del medium tessile, riscoprendo le
caratteristiche archetipiche del filo, le qualità architettoniche e di
costruzione dello spazio, verso una nuova dimensione.
Come i Fiber Artist, anch’io parto dalla costruzione del mio mondo
attraverso il filo, che diviene chiave di volta per presentare un’u-
topia che abbraccia una dimensione al contempo sociale e indivi-
duale. Indagando le radici, le origini e i mestieri della mia famiglia,
scopro l’arte di intrecciare il filo. Un filo che naviga sulle dimen-
sioni parallele della topografia e della microbiologia generando
spazi, dispiegamenti bidimensionali di mondi tridimensionali, che
rimandano sia al micro-mondo degli organismi cellulari, sia al ma-
cro mondo di luoghi altri, visioni lontane di città utopiche ridotte
in scala. Un viaggio tra il Micro e il Macro, verso l’esplorazione di
luoghi lirici interconnessi a una dimensione sociale, urbanistica.

Foto a pagina 14: particolare di “Heterotopos (Luoghi Altri)”

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ProTesi Materiali d’arte
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Grazia Inserillo Dimensioni. Micro e Macro visioni

Origine del Mondo
2014
Lana su nylon
200 x 200 cm
Come una gigantesca cellula madre, questo arazzo si mostra in
un brulicare di forme organiche in continua evoluzione, come la
genesi di un mondo in formazione. Oppure potrebbe trattarsi di
una topografia, una città immaginata e utopica, con i suoi com-
plessi architettonici futuristici. Un viaggio tra il Micro e il Macro,
verso l’esplorazione di nuovi luoghi lirici eppure interconnessi a
una dimensione sociale, dunque urbanistica.

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ProTesi Materiali d’arte
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Grazia Inserillo Dimensioni. Micro e Macro visioni

Luoghi di Famiglia
2014
polistirolo, stoffe e traccia audio
Dimensioni variabili.
Nove scatole come i mesi della gestazione, rivestite con i tessuti e gli
indumenti appartenuti ai membri della mia famiglia da generazio-
ni. Ogni scatola è la ricostruzione di un luogo intimo, un frammento
di ricordo, come i tessuti che sono stati frammentati, strappati e
tagliati per ricreare un patchwork di memorie secondo le tonalità:
ogni colore, racchiude un significato particolare ed universale.

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ProTesi Materiali d’arte
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Grazia Inserillo Dimensioni. Micro e Macro visioni

Endoscopie Urbane
Catania
2015
Lana e cotone su nylon
58x78 cm
Nella serie delle “Endoscopie Urbane”, si ritrovano analogie for-
mali tra topografie di città e cellule eucariote (aventi uno o più nu-
clei): attraverso un’ “osservare da dentro” (dal greco endo= den-
tro; skopia= osservazione), sembra che le città funzionino come
dei complessi organismi cellulari. La visione aerea dei complessi
architettonici, delle strade e delle zone verdi, rende possibile la
trasformazione del tessuto urbano in un tessuto organico.

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ProTesi Materiali d’arte
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Grazia Inserillo Dimensioni. Micro e Macro visioni

Infection
2015
Lana intrecciata a mano
Dimensioni ambientali
Visione macroscopica di un’ipotetica infezione in cui lo spettato-
re si ritrova come all’interno di un organismo che viene preso in
assalto da giganti virus e batteri che si moltiplicano invadendo
lo spazio. Una contaminazione soffice che richiama le viscere del
corpo umano: bave filamentose e corpuscoli che guizzano e proli-
ferano e che vanno a fecondare, contagiare e infettare una stanza
vergine. E’ la genesi di un infezione inarrestabile che continuerà
ad espandersi nello spazio.

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ProTesi Materiali d’arte

BIBLIOGRAFIA

Storia dell’Utopia
Lewis Mumford, Universale Donzelli, 1997

Il corpo utopico e le eterotopi
Michel Foucault, Nouvelles Éditions Lignes, 2012

Spazi altri. I luoghi delle eterotopie
Michel Foucault, Mimesis Edizioni, 2011

The Edges of the World
Ernesto Neto, Hayward Publishing, 2010

MACRO/HALL
Ernesto Neto, Electa, 2008

Gli archetipi dell’inconscio collettivo
Carl Gustav Jung, Bollati Boringhieri Edizioni, 1977

Naturalis Historia, I colori minerali, XXXV libro
Plinio il Vecchio, Sillabe, 2014

Il rituale del serpente
Aby Warburg, Adelphi, 2011

Trame d’artista. Il tessuto nell’arte contemporanea
Marina Giordano, Postmedia Books, 2012

SITOGRAFIA FILM

www.treccani.it Bruno Bozzetto, Una vita in scatola, 1967
www.osservatorionomade.net
www.outsiderartnow.com

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Grazia Inserillo Dimensioni. Micro e Macro visioni
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Grazia Inserillo
Artista preferito Louise Bourgeois
Colore Rosso
Libro Romeo e Giulietta di Shakespeare
Film Nuovo Cinema Paradiso (Giuseppe Tornatore, 1988)
Piatto Pasta al forno
Musicista Yann Tiersen
Vorrebbe vivere a Palermo
Il suo motto Non ho alcun talento particolare
Sono solo appassionatamente curioso (Albert Einstein)
Ama La Sicilia, Carl Gustav Jung, gli abbracci,
il silenzio, la luna, il mare in tempesta,
la concretezza, chi vive di passione
Odia I rumori forti, chi non chiede “E tu, come stai?”,
i perditempo e gli inconcludenti, l’ignoranza presuntuosa

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