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Published by rosates, 2021-01-25 05:38:31

Giornata della memoria bibliografia

Giornata della memoria bibliografia

Bibliografia a cura della

Il "Diario" della ragazzina ebrea che a
tredici anni racconta gli orrori del
Nazismo torna in una nuova edizione
integrale, curata da Otto Frank e Mirjam
Pressler, e nella versione italiana da
Frediano Sessi, con la traduzione di Laura
Pignatti e la prefazione dell'edizione del
1964 di Natalia Ginzburg. Frediano Sessi
ricostruisce in appendice gli ultimi mesi
della vita di Anna e della sorella Margot,
sulla base delle testimonianze e documenti
raccolti in questi anni.

Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se
questo è un uomo" nel 1947. Einaudi lo accolse nel
1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente
ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo.
Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager,
libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte
allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un
capolavoro letterario di una misura, di una
compostezza già classiche. E un'analisi fondamentale
della composizione e della storia del Lager, ovvero
dell'umiliazione, dell'offesa, della degradazione
dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello
sterminio.

Nella Germania degli anni Trenta, due ragazzi
sedicenni frequentano la stessa scuola
esclusiva. L’uno è figlio di un medico ebreo,
l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro
nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta
e magica. Un anno dopo, il loro legame è
spezzato. ‘L’amico ritrovato’ è apparso nel
1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato
in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia,
Norvegia, Danimarca, Spagna, Germania,
Israele, Portogallo.

La storia di una famiglia ebraica tra gli anni del
dopoguerra e il presente, fra la Germania nazista
e gli Stati Uniti. Un padre, scampato
all'Olocausto, una madre che non c'è più da
troppo tempo e un figlio che fa il cartoonist e
cerca di trovare un ponte che lo leghi alla vicenda
indicibile del padre e gli permetta di ristabilire un
rapporto con il genitore anziano. Una storia
familiare sullo sfondo della più immane tragedia
del Novecento. Raccontato nella forma del
fumetto dove gli ebrei sono topi e i nazisti gatti.

La sera in cui a Liliana viene detto che non potrà più
andare a scuola, lei non sa nemmeno di essere ebrea. In
poco tempo i giochi, le corse coi cavalli e i regali di suo
papà diventano un ricordo e Liliana si ritrova prima
emarginata, poi senza una casa, infine in fuga e arrestata.
A tredici anni viene deportata ad Auschwitz. Parte il 30
gennaio 1944 dal binario 21 della stazione Centrale di
Milano e sarà l'unica bambina di quel treno a tornare
indietro. Ogni sera nel campo cercava in cielo la sua
stella. Poi, ripeteva dentro di sé: finché io sarò viva, tu
continuerai a brillare. Questa è la sua storia, per la prima
volta raccontata in un libro dedicato ai ragazzi.
Introduzione di Ferruccio de Bortoli. Età di lettura: da
11 anni.

“Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza
voler vedere.” Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si
abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come “alunna di
razza ebraica”, viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola:
diventa “invisibile” agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire
fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli
di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano
appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il
recente passato né di ascoltarla. Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica
depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a
lungo rimossa. “Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la
delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal
suo mondo. E con lei il mio essere ebrea”. Enrico Mentana raccoglie le memorie di
una testimone d’eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua
infanzia, il rapporto con l’adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la
vita libera e la gioia ritrovata grazie all’amore del marito Alfredo e ai tre figli. Un
racconto emozionante su uno dei periodi più tragici del secolo scorso che invita a non
chiudere gli occhi davanti agli orrori di ieri e di oggi, perché “la chiave per
comprendere le ragioni del male è l’indifferenza: quando credi che una cosa non ti
tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore”.

Nella bottega di una sarta chiamata Nuvoletta
Gentile, Bottoni, Fili di Seta, Aghi, Ditali,
Spille e Tessuti lavorano in armonia per
realizzare splendidi abiti da sposa. Fino
all'arrivo del nuovo sindaco, il Generale coi
Baffi, che impone le sue leggi crudeli a tutti gli
abitanti del Piccolo Villaggio. Questo libro è
uno strumento per cominciare a parlare della
Shoah con i più piccoli. Età di lettura: da 6
anni.

'Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato
come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo."Come tanti
sopravvissuti alla Shoah, per molti anni Sami Modiano è rimasto in
silenzio. In che modo dare voce al dolore di un'adolescenza bruciata, di
una famiglia dissolta, di un'intera comunità spazzata via? Nato nella
Rodi degli anni Trenta, Sami non conosce la lingua dell'odio e della
discriminazione. Ma quando le leggi razziali colpiscono la sua terra,
all'improvviso si ritrova bollato come "diverso". E a tredici anni,
nell'inferno di Auschwitz-Birkenau, vedrà morire familiari e amici fino a
rimanere solo al mondo, lottando per la sopravvivenza. Sfuggito al
campo di sterminio, Sami riuscirà con caparbietà a costruirsi una nuova
vita, ma in lui resterà sempre la determinazione a riappropriarsi delle sue
radici, a dispetto di chiunque abbia provato a strapparle. Oggi, a decenni
di distanza da quegli orrori, Sami sente di essere sopravvissuto proprio
per raccontarli. Lo fa con un libro semplice fino all'asperità, portatore di
una lingua universale.Una lingua figlia delle ferite che dividono i popoli
e della speranza che li vorrebbe unire.

Parigi, 1941. Nella loro cameretta di rue de Clignancourt, due fratelli ascoltano
rapiti una storia della buonanotte raccontata dal loro papà. E una storia fatta di
avventure lontane, di assalti e combattimenti, di pittoresche fughe a cavallo per
l'Europa: uno dei tanti episodi della vita epica di Jacob Joffo - il nonno che i
piccoli Maurice è Jo non hanno mai conosciuto - e della lotta per la
sopravvivenza del suo popolo contro i terribili pogrom perpetrati in Russia dalle
truppe zariste agli albori del XX secolo. Non sanno ancora, i due bambini, che
ben presto quella che considerano una semplice favola tornerà a replicarsi e ad
assumere i contorni di un vero incubo: nella Francia da poco occupata dalle
truppe tedesche - un Paese in cui su ogni municipio campeggia la scritta
Liberté, Egalité, Fraternité, ma costretto a piegarsi alle leggi razziali naziste - il
tempo dei giochi e della spensieratezza sta irrimediabilmente per finire. Per Jo e
Maurice arriverà ben presto il momento di dire addio all'infanzia e di scappare
verso la "Francia libera" in un'avventura che sembra tratta da un film, e invece è
una storia vera, commovente e drammatica. Un arduo percorso iniziatico, in
grado di segnare un uomo per tutta la vita, trasformato in quello che è oggi un
classico della letteratura per ragazzi tradotto in tutto il mondo. Fumetto.

Un bambino ebreo, nato nell'atmosfera delle leggi razziali e sballottato
nei cupi giorni della Shoah vive nascosto in una casa di contadini per
evitare le persecuzioni nazifasciste nell'Italia della Repubblica di Salò,
passando i suoi primi sei anni di vita privo di un'identità nazionale e
spirituale. Con la fine della guerra e della Shoah apprende per la prima
volta di essere ebreo, e durante gli anni, sviluppando una coscienza
ebraica, si trova a dover affrontare nella società in cui vive una
dicotomia culturale. Il disagio che avverte a causa di tale dicotomia lo
induce infine ad emigrare in Israele, dove crea una famiglia e vive la
propria vita professionale. Gli anni della maturità lo portano ad
iniziare una lunga e sofferta introspezione, per ritrovare la coscienza
di se stesso e cercare di capire quanto quegli anni trascorsi senza
un'identità abbiano influito sulle scelte cardinali fatte nella propria
vita. Questa ricerca lo porta a cercare le persone che lo avevano
nascosto e a ritrovare se stesso, e sorprendentemente, anche alla
chiusura di un circolo che lo ricollega alla fine alla Shoah.

La seconda guerra mondiale infuria per l'Europa e in
Polonia la vita, già difficile per tutti, è per gli ebrei
pressoché insopportabile. E Alex è, appunto, ebreo. Sua
madre è scomparsa nel nulla e suo padre è stato
prelevato dalle SS e fatto partire per una destinazione
ignota. Rimasto solo Alex si è rifugiato in un edificio
abbandonato, al numero 78 di Via degli Uccelli, e dalla
sua isola segreta esce solo di notte, per procurarsi il cibo.
Finché, un giorno, Alex ode delle voci: degli sconosciuti
si sono introdotti nel palazzo. Il coraggio, l'eroismo
perfino, non sono insoliti in tempo di guerra, ma Alex ha
appena undici anni, e la sua è la storia di come la nuda
forza di volontà riesca talvolta ad avere la meglio sulla
crudeltà e l'ingiustizia. Età di lettura: da 12 anni.

Nel giorno del suo quindicesimo compleanno, Eva viene arrestata dai
nazisti ad Amsterdam e deportata ad Auschwitz. La sua sopravvivenza
dipende solo dal caso, e in parte dalla ferrea determinazione della
madre Fritzi, che lotterà con tutte le sue forze per salvare la figlia.
Quando finalmente il campo di concentramento viene liberato
dall'Armata Rossa, Eva inizia il lungo cammino per tornare a casa
insieme alla madre, e intraprende anche la disperata ricerca del padre e
del fratello. Purtroppo i due uomini sono morti, come le donne
scopriranno tragicamente a mesi di distanza. Ad Amsterdam, però,
Eva aveva lasciato anche i suoi amici, fra cui una ragazzina dai capelli
neri con cui era solita giocare: Anne Frank. I loro destini - seppur
diversissimi - sembrano incrociarsi idealmente ancora una volta: nel
1953 Fritzi, ormai vedova, sposerà Otto Frank, il padre di Anne. La
testimonianza di Eva (scritta in collaborazione con Karen Bartlett) è
dunque doppiamente sbalorditiva: per la sua esperienza personale di
sopravvissuta all'Olocausto e per lo straordinario intreccio del destino,
che l'ha unita indissolubilmente a quella ragazzina conosciuta molti
anni prima.

Il gelataio Tirelli amava il gelato come un bambino.
Così aprì una gelateria a Budapest. Ma quando i
nazisti invasero la città, decise di fare qualcosa di
ancora più buono... Un libro sul valore del coraggio,
dell'amicizia e dell'aiuto reciproco che si basa su
fatti realmente accaduti: l'altro protagonista, Peter
(Isacco), è il suocero dell'autrice Tamar Meir, che
ha sentito raccontare da lui questa storia
straordinaria e ha deciso di scriverla per farla
conoscere a tutti. Età di lettura: da 5 anni.

La testimonianza di Liliana Segre e il suo messaggio
politico in un saggio di Giuseppe Civati che riprende, con
grande cura, le sue parole e i suoi insegnamenti, in
occasione della nomina a senatrice a vita da parte del
Presidente Mattarella. Segre fu espulsa dalla scuola nel
1938. Fu clandestina, chiese asilo e fu respinta. Il 30
gennaio del 1944 fu deportata ad Auschwitz insieme a suo
papà Alberto, che non sopravvisse al lager. Negli ultimi
trent'anni, diventata nonna, ha promosso una straordinaria
campagna contro l'indifferenza e contro il razzismo, in tutte
le sue forme e le sue articolazioni. Le sue parole nitide,
forti, indiscutibili sono un messaggio rivolto alle ragazze e
ai ragazzi, suoi «nipoti ideali», perché non si perdano mai i
diritti e il rispetto per le persone.

Il racconto prende le mosse proprio dal mondo di
Wonder, dalle parole della nonna di Julian, che
racconta la sua straziante storia: come lei, giovane
ragazza ebrea, fu protetta e nascosta da una famiglia
in un villaggio francese sotto occupazione nazista;
come il ragazzo che lei e i suoi compagni di classe
evitavano divenne il suo salvatore, nonché migliore
amico. Un’esperienza commovente, che dimostra
come la gentilezza possa cambiare un cuore, costruire
ponti e perfino salvare vite. E come dice la nonna a
Julian: “Ci vuole sempre coraggio per essere gentili,
ma all’epoca, la gentilezza poteva costarti la vita”.
Età di lettura : da 11 anni

Sulla Shoah hanno ormai scritto in molti - forse in
troppi - ma un aspetto fondamentale è finora rimasto
stranamente in ombra: le donne, che nelle selezioni ad
Auschwitz costituirono, insieme ai bambini, quasi il
70% dei prigionieri inviati alle camere al gas. Questo
libro, articolato in tre conversazioni con Liliana Segre,
Goti Bauer e Giuliana Tedeschi - italiane deportate ad
Auschwitz e prigioniere nel campo femminile di
Birkenau nel 1944 - mette in luce la diversa
esperienza femminile della prigionia e della
testimonianza.

È triste pensare che Hitler ha preso il tuo coniglio rosa
e ci gioca mentre tu hai dovuto abbandonare casa e
scappare in un altro paese. Ma è anche buffo, e Anna,
che ha lasciato la Germania con suo fratello Max,
mamma e papà, ogni tanto ci ride su e intanto impara
a superare i mille problemi che capitano tutte le volte
che uno deve ricominciare daccapo. Età di lettura:
da 10 anni.

Rachel, giovane studentessa ebrea, frequenta una scuola
speciale, la Maison di Sèvres, e ama guardare il mondo
attraverso la sua Rolleiflex. Con lo scoppio della Seconda
guerra mondiale è però costretta a fuggire e a cambiare
identità. Aiutata da una rete di partigiani, Catherine - questo il
suo nuovo nome - dovrà nascondersi in luoghi sempre diversi e
imparare a fidarsi di persone nuove, senza mai separarsi dalla
sua macchina fotografica. Da questo lungo viaggio prenderà
vita la sua testimonianza per immagini che invita a non
dimenticare la bellezza nascosta nel quotidiano e che celebra
gli eroi anonimi, che mettono a rischio la propria vita per
salvare quella degli altri. Un viaggio che l'aiuterà a crescere e
che la trasformerà in una donna libera.  Graphic novel.

Questa è la storia dell'orsetto Otto e di due bambini:
tre compagni di gioco inseparabili che solo una stella
gialla cucita sul petto e la crudeltà della guerra riuscì a
dividere. Ma non per sempre, perché un giocattolo
amato non si abbandona mai davvero. Per fortuna
Otto ha imparato a scrivere a macchina e può
raccontare la sua storia di amicizia perduta e ritrovata,
perché in un'imbottitura c'è spazio per tantissimi
ricordi... Età di lettura: da 7 anni.

Esther Safran Foer è cresciuta in una casa in cui il passato faceva troppa
paura per poterne parlare. Figlia di genitori immigrati negli Stati Uniti
dopo essere sopravvissuti allo sterminio delle rispettive famiglie, per
Esther l’Olocausto è sempre stato un’ombra pronta a oscurare la vita di
tutti i giorni, una presenza quasi concreta, ma a cui era vietato dare un
nome. Anche da adulta, pur essendo riuscita a trovare soddisfazione nel
lavoro, a sposarsi e a crescere tre figli, ha sempre sentito il bisogno di
colmare il vuoto delle memorie famigliari. Fino al giorno in cui sua madre
si è lasciata sfuggire una rivelazione sconvolgente. Esther ha deciso allora
di partire alla ricerca dei luoghi in cui aveva vissuto e si era nascosto suo
padre durante la guerra, e delle tracce di una sorella di cui aveva sempre
ignorato l’esistenza. A guidarla, solo una vecchia foto in bianco e nero e
una mappa disegnata a mano. Quello che scoprirà durante il suo viaggio in
Ucraina – lo stesso percorso che Jonathan Safran Foer ha immaginato per
il protagonista del suo romanzo, "Ogni cosa è illuminata" – non solo aprirà
nuove porte sul passato, ma le concederà, finalmente, la possibilità di
ritrovare se stessa e le sue radici.

Perché i nazisti spesero tante energie per sterminare
milioni di uomini, donne e bambini, soltanto perché
erano ebrei? Perché Hitler riteneva gli ebrei la
maggior minaccia per il Terzo Reich? Chi sapeva
quello che succedeva e chi poteva fare qualche cosa?
Perché gli ebrei non hanno opposto resistenza?
Annette Wieviorka risponde alle domande di sua
figlia Mathilde su Auschwitz e la distruzione degli
ebrei d'Europa. Domande crude e dirette che
esprimono l'incredulità di chi non può concepire
l'assurda tragedia dei lager nazisti.

«Nel terribile Lager femminile di Ravensbrück dal 1939 al 1945
passarono circa 110.000 donne. 92.000 di loro non fecero ritorno.
Invece Lidia ritornò, e raccontò questo ritorno, come Primo Levi
raccontò il suo in "La tregua", in un libro bellissimo, "L'esile filo della
memoria"» (Anna Foa Ravensbrück). 1945: Lidia Beccaria Rolfi,
deportata politica, liberata dagli Alleati, inizia la lunga marcia verso
l'Italia. Russi, americani, donne e bambini, prigionieri nazisti, malati e
moribondi: tutti insieme incontro a una pace ancora da inventare. I
primi anni di libertà. L'Italia del postfascismo: anni di speranze e
delusioni, ingiustizie e discriminazioni, persino tra i familiari, gli
amici, gli ex compagni. Il Lager è una colpa che non si deve
cancellare. Un romanzo. Una testimonianza. Una storia privata. Una
voce da salvare: la guerra e la pace raccontate da una donna. Questa
edizione contiene anche i "Taccuini del Lager", vergati dall'autrice
durante i mesi di prigionia, che testimoniano lo sforzo quotidiano per
restare vivi e l'uso della memoria come forma di resistenza.


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