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Milano, quartiere Barona, 2010. Un incendio distrugge una casa accoglienza uccidendo le sette donne ospitate nella struttura, in quella poi ribattezzata "la strage dei sette angeli".

Milano, 2021. L'investigatore privato Rolando Ferri, un ex poliziotto dell'antimafia, tormentato dai fantasmi del suo passato, riceve l'incarico di far luce sul presunto suicidio di una giovane giornalista. Negli stessi giorni, il commissario Francesca Costa indaga sull'assassinio di un balordo già noto alle forze dell'ordine e membro di una band musicale, gli Smoke City.

In una Milano attanagliata dalla pioggia, Costa e Ferri sveleranno il nesso tra le rispettive indagini e la strage di undici anni prima.

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Published by redazione, 2024-01-10 07:56:12

I Sette Angeli, Nicola Valentini

Milano, quartiere Barona, 2010. Un incendio distrugge una casa accoglienza uccidendo le sette donne ospitate nella struttura, in quella poi ribattezzata "la strage dei sette angeli".

Milano, 2021. L'investigatore privato Rolando Ferri, un ex poliziotto dell'antimafia, tormentato dai fantasmi del suo passato, riceve l'incarico di far luce sul presunto suicidio di una giovane giornalista. Negli stessi giorni, il commissario Francesca Costa indaga sull'assassinio di un balordo già noto alle forze dell'ordine e membro di una band musicale, gli Smoke City.

In una Milano attanagliata dalla pioggia, Costa e Ferri sveleranno il nesso tra le rispettive indagini e la strage di undici anni prima.

nell’ostentazione. Sibarita è ancora oggi sinonimo di lussuria e ozio» gli raccontò ancora Ludovico, e i suoi occhi penetranti si posarono su di lui. Ferri ne sentì tutto il magnetismo e il peso. «Sapevano, però, essere anche perfidi e cattivi. Fu la perfidia del loro tiranno Telys a portarli in guerra contro Kroton, e fu a seguito della sconfitta contro i crotonesi che la vecchia Sybaris fu saccheggiata e infine sommersa dal fiume Crati, come pianificato da Pitagora» raccontò Ludovico. Di nuovo i suoi occhi penetranti si posarono su Ferri. «A distanza di oltre duemila anni, i crotonesi continuano a saccheggiare e sommergere Sibari» aggiunse, alludendo ai reati della ‘ndrangheta su cui stavano indagando. Fu in quell’istante che arrivò lo scoppio e tutto fu cancellato e sostituito da una nube di fumo e detriti. Quando si depositarono, Ferri si accorse dei brandelli di carne e sangue sparsi nell’abitacolo; sentì qualcosa di appiccicoso sulla faccia e gli ci volle del tempo per comprendere che non si trattava di parti del suo corpo dilaniato dall’esplosione, ma dei resti di Ludovico. Perché quel giorno, a morire fu solo il suo collega. Appena trovò la forza per tirarsi su dal letto, e soprattutto di scacciare l’immagine dell’attentato, andò alla finestra e sollevò la tapparella per rendersi conto di ciò che gli sarebbe toccato una volta fuori: grigio il cielo, grigia la sua anima. Rassegnato, mise su la caffettiera e, nell’attesa, ne approfittò per darsi una sistemata. Fece colazione nello studio, assaporando il caffè amaro e qualche biscotto integrale, l’ideale per mantenere una linea perfetta e un umore di merda. Si ricordò della busta solo quando la rivide sul tavolo dove l’aveva posata qualche ora prima. L’aprì e dentro vi trovò un foglio che si rigirò tra le mani. Ne rimase subito sconvolto. Non c’era scritto niente, un semplice foglio immacolato, eppure era proprio tutto quel bianco, il suo assoluto vuoto ad averlo spaventato. Gli altri potevano leggerci il nulla, lui vi leggeva il passato che tentava di riemergere. Un comunissimo A4, dall’altrettanto comune grammatura utilizzata per le stampanti in uso nella maggior parte delle case e degli uffici, per cui nessun indizio sul mittente.


Sentì freddo, come se la temperatura in casa fosse improvvisamente calata di parecchi gradi, tuttavia uno degli aspetti positivi di vivere soli è non doversi mostrare a forza tranquillo. Non gli era mai piaciuto mostrare le sue debolezze; certe volte è indispensabile farsi vedere forti, inattaccabili, in modo da scalfire le sicurezze altrui, in maniera da offrire un riparo sicuro a chi si ha intenzione di proteggere. In quel momento, da solo, poteva lasciare che il timore emergesse, che venisse fuori il suo lato debole. Le note di “Goodbye Kiss” e la voce malinconica di Tom Meighan lo colsero di sorpresa; trasalì sulla poltrona per poi rendersi conto che si trattava della suoneria del suo iPhone. Sullo schermo comparve il nome di Stella, una sua amica avvocato. Si erano conosciuti in tribunale quando lui era ancora un poliziotto dell’antimafia. A quel tempo, Stella e i suoi colleghi lo guardavano con un misto di diffidenza e ammirazione. Ferri era accompagnato da una confusa leggenda di forza, caparbietà, coraggio e determinazione. Ne conoscevano anche il carattere difficile, chiuso, diffidente e soggetto a frequenti sbalzi di umore. Adesso era lei a procurargli il lavoro, ed era sempre lei a preoccuparsi di tutelarlo nel caso in cui quello stesso lavoro lo cacciava nei guai. Immaginò che la sua telefonata preannunciasse un nuovo incarico. «Ciao Rolly, come stai?» Era la sola a chiamarlo a quel modo. «Ho avuto periodi peggiori» rispose, con voce incerta. «Mi mancava il tuo ottimismo. Hai saputo l’ultima?». «A cosa ti riferisci?» «Genny Lupin è morto.» «Il più famoso topo di appartamenti della periferia sud?» «Lui, Gennaro Lupino. Subito dopo il lockdown ha provato anche a entrare in casa mia.» «Non ci credo. Ti ha svaligiato casa?» «No, perché quella mattina avevamo deciso di rimanere sotto le coperte.» «Che cazzone. Com’è morto?» «Ha avuto un incidente domestico.» «Ma dai, che sfortuna. Com’è successo?» «Era entrato in casa di uno in via Salomone, solo che il tipo lo ha accolto con un coltello da cucina.» «Quindi per “domestico” intendevi questo…» disse Ferri mentre Stella scoppiò a ridere per la sua stessa battuta. «Cosa mi volevi proporre?» chiese poi Ferri.


«Eccoci al dunque» rispose, facendo un sospiro. «Una persona mi ha contattata per un caso parecchio complicato e ovviamente ho pensato a te.» «Se tu stessa lo presenti come un caso complicato, devo presumere che sia al limite della fattibilità.» «Se non nutrissi speranze, avrei già respinto la proposta al mittente.» «D’accordo, dimmi di più» la incoraggiò lui, così lei gli confidò il nome del cliente, ricevendo il suo immediato e categorico rifiuto. Quando chiuse la chiamata, Ferri si rese conto di essere stato troppo sgarbato con Stella e se ne pentì. Allo stesso tempo si giustificò perché lei conosceva i suoi trascorsi sentimentali, e non avrebbe dovuto proporgli l’incarico. Ancora inquieto, tornò a concentrarsi sul foglio ricevuto via posta. All’apparenza, nessun riferimento al suo passato da poliziotto antimafia, nessuna minaccia diretta a lui o ai suoi cari, ma il plico era stato consegnato a casa sua, infilato nella cassetta della posta, per cui non aveva dubbi sul suo significato. Posò il foglio sulla scrivania e si lasciò andare sulla poltrona, in una posa sgraziata, le gambe allungate e le mani incrociate sul ventre. Si mise a osservare il panorama dalla finestra. Il cielo era colmo di grosse nuvole scure, cariche di pioggia. All’improvviso ne sentì addosso l’umidità, gli sembrò di percepire il vento impetuoso che le spostava in quella fredda mattina di ottobre. Ebbe voglia di rimettersi a letto, al sicuro delle coperte, però poi si materializzò di nuovo il volto di Ludovico, e gli artigli dell’incubo tornarono a graffiarlo. Gli venne una fottuta voglia di accendersi una sigaretta, ne conservava un pacchetto in uno dei cassetti della scrivania, tuttavia si era imposto di non toccarle, e non si trattava certo della volontà di uno stile di vita più salutare: era una sfida con se stesso, un modo con cui dimostrare che, malgrado gli anni trascorsi, forza di volontà, inflessibilità e caparbietà erano rimasti quelli di un tempo. Resistere gli costò una gran fatica questa volta, era troppo nervoso e stanco. Un semplice foglio aveva avuto il potere di catapultarlo indietro in quella che voleva considerare la sua vecchia vita, una pagina che avrebbe volentieri cancellato e dimenticato. Se fosse stato ancora in servizio, il plico sarebbe stato sottoposto alle consuete procedure di controllo, per escludere che contenesse esplosivo o sostanze tossiche, ma ora non lo era più, pertanto si affidò alla sorte e alla sua esperienza. In un certo senso ne fu sollevato, perché la sua vita era stata scandita troppo spesso da procedure come quelle.


Aveva imparato a tenere sempre alta l’attenzione, la mente allenata a scorgere segnali di pericolo, gli occhi e i sensi all’erta, anche di notte. Con tristezza pensò che, forse, non se ne sarebbe mai liberato. Infatti, conservava ancora certe abitudini che la maggior parte delle persone avrebbe definito paranoiche, come osservare i volti della gente, cercare quelli sconosciuti o sospetti, però sempre più spesso si chiedeva se ne valesse la pena e, ancora di più, se ne avesse ancora la forza e la voglia. Tentò di scacciare brutti pensieri e ricordi, guardò di nuovo la finestra. Il vento si era calmato, il cielo si era chiuso del tutto sulla città e la pioggia aveva cominciato a scendere. Le gocce avevano bagnato i vetri e lui, quasi incantato, le osservò raccogliersi, per poi scivolare lungo il bordo. Con uno scatto afferrò il telefono e richiamò Stella. «Prenderò una decisione definitiva dopo che ne avremo parlato di persona» le comunicò. «Ci vediamo al solito posto tra un’ora» rispose lei, con tono rincuorato. Prima di sollevarsi dalla poltrona, Ferri ripose il foglio nel cassetto e decise di non pensarci più. Fine anteprima. Continua…


INDICE PROLOGO ......................................................................................... 7 CAPITOLO 1 ..................................................................................... 9 CAPITOLO 2 ................................................................................... 16 CAPITOLO 3 ................................................................................... 22 CAPITOLO 4 ................................................................................... 26 CAPITOLO 5 ................................................................................... 29 CAPITOLO 6 ................................................................................... 31 CAPITOLO 7 ................................................................................... 37 CAPITOLO 8 ................................................................................... 43 CAPITOLO 9 ................................................................................... 50 CAPITOLO 10 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 11 ................. ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 12 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 13 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 14 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 15 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 16 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 17 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 18 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 19 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 20 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 21 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 22 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 23 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 24 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 25 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 26 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 27 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 28 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO.


CAPITOLO 29 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 30 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 31 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 32 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 33 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 34 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 35 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 36 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 37 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 38 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 39 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 40 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 41 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. CAPITOLO 42 ................ ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. EPILOGO ....................... ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. NOTA DELL’AUTORE ...... ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. RINGRAZIAMENTI ......... ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO.


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