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Accade A, è una raccolta il cui contenuto è la vita. 
I riflessi di Carmela Palumbo sono raffigurazioni della vita nella misura in cui la vita è forma, movimento, colore. Sono raffigurazioni della vita perché l'acqua è fluido vitale: dona la vita, mantiene la vita.

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Published by palumbocarmela, 2019-12-11 17:41:12

ACCADE A San Giovanni Li Cuti

Accade A, è una raccolta il cui contenuto è la vita. 
I riflessi di Carmela Palumbo sono raffigurazioni della vita nella misura in cui la vita è forma, movimento, colore. Sono raffigurazioni della vita perché l'acqua è fluido vitale: dona la vita, mantiene la vita.

ACCADE A San Giovanni Li Cuti

CARMELA PALUMBO PHOTOGRAPHER



La “Bellezza” è un fatto, quotidianamente
istante dopo istante incessantemente c’è.

Diventa realtà solo nel momento in cui il
nostro sguardo compie un atto magico:
Vedere.

In uno specchio d’acqua mi perdo,
dimentico di esistere,
divento colore, segno, forma, luce,
sono ciò che vedo: pura bellezza!
Basta crederci, aspettare, e la magia, in
ogni cosa, in ogni luogo semplicemente …
ACCADE.

Carmela Palumbo

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Accade A
è una raccolta il cui contenuto è la vita.
I riflessi di Carmela Palumbo sono raffigurazioni della vita nella misura in cui la vita è forma,
movimento, colore. Sono raffigurazioni della vita perché l'acqua è fluido vitale: dona la vita,
mantiene la vita.

Queste immagini sono misura di libertà liquida in quanto l'acqua è libera da vincoli di forma; il
suo stato le consente di assumere ogni forma.
L'acqua che Carmela Palumbo trattiene nei suoi scatti è quella del mare siciliano visto in un
linguaggio che ne costituisce l'intima essenza, essenza fatta di luci, segni, colori. Un linguaggio
che si fa specchio della realtà perché come la realtà è cangiante e in movimento perpetuo.

Ogni fotogramma, (che non ha subito modifiche o ritocchi di sorta) è la cronaca di un momento
reale colto e trattenuto in un preciso istante, istante che ci appartiene nel momento in cui
sappiamo vederlo.

Carmela Palumbo indica per ogni fotogramma il giorno, l'ora, il minuto, il secondo in cui
quell'attimo ha preso forma, e ci dimostra come quell'attimo diventi altro un'attimo dopo.

Accade A Costituisce una ventennale ricerca e riflessione dell’autrice sul linguaggio della luce,
restituito dall’acqua;
Ed è un invito a vedere altro, offre la possibilità di scorgere la bellezza che fa da sottotesto alla
quotidianità.

Cettina Caliò

Non esiste nulla di più profondo della superficie dell'acqua per Carmela Palumbo.
Nel contesto del progetto di “Experience design” che l'artista persegue sin dall'inizio della sua
ricerca, questo elemento riveste un ruolo essenziale poichè è proprio attorno alle emozioni che
quella percezione riverbera, che Carmela Palumbo ha intenzione di progettare lo spazio e lo spazio
della mente. L'acqua è dunque un luogo di transizione, il luogo tra i due luoghi, in questo caso tra
l'essere e l'abitare, tra l'abitare e il vivere.
I suoi scatti vertono sulla percezione dell'acqua e del suo movimento, sulla decifrazione della
disposizione della luce e sulla restituzione di un discorso - di un Logos – fatto di sfumature, di
contorni fluidi, lenti, ambigui, polisemici e allo stesso tempo della loro fluttuazione semantica e,
paradossalmente, anche della loro indecifrabilità.
Nella scelta dell'acqua e della sua ri/scrittura, della sua decifrazione, sedimenta una miriade di
riferimenti estetici, filosofici e poetici che l'artista introietta e restituisce in maniera trasversale, a
volte distopica ed eccentrica: se quasi tutte le discese agli inferi prevedevano l'attraversamento di
un corso d'acqua, nelle sue “Riflessioni” Carmela Palumbo rigetta il fascino negativo che
quell'elemento spesso ha veicolato: non c'è morte per acqua nelle sue immagini ma solo un pieno
progressivo respiro un “andare verso” la rivelazione: quell'acqua assorbe la realtà.
Se nella tradizione letteraria - come ricorda Bachelard - le acque ferme, immobili, addormentate
erano il “simbolo del sonno assoluto dal quale non ci si vuole risvegliare” per Carmela Palumbo
esse si caricano di una potenzialità infinita; non più luogo di stasi di sospensione - se non
addirittura di annientamento, di definitivo ,ma specchio trasparente di una porta attraverso la
quale sconfinare: l'indefinito di leopardiana memoria trova in queste immagini una concreta e
potente conferma.
Allora, nella loro indefinita esattezza queste “Riflessioni” si fanno un cartiglio liquido, foglie terse e
liquefatte in cui leggere il responso della Sibilla, lastra encefalica, mappa neuronale dell'universo
attraverso la quale cogliere e tentare di comprendere il senso e la profondità del nostro consistere.

Giuseppe Condorelli

CARMELA PALUMBO PHOTOGRAPHER


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