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Mediterraneo e dintorni - Mensile di Arte - Cultura - Ambiente - Turismo e Società

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Published by Mediano Editore, 2021-05-06 15:41:40

Maggio 2021

Mediterraneo e dintorni - Mensile di Arte - Cultura - Ambiente - Turismo e Società

DESIGN

www.store.lemanicasa.com

Regenerating Plastic Programme Nardi
un nome, una garanzia

L’azienda, che ci piace per la sua capacità di rigenerare gli scarti
di produzione dando vita a nuovi elementi e riducendo l’impie-
go di materiali ed energia, affronta la bella stagione con qual-
che novità e consolidate tradizioni. Vediamole.

Cube è un tavolo in resina con struttura in alluminio e piano
quadrato in DurelTop, sistema innovativo di produzione di pia-
ni studiato per raggiungere i più elevati livelli di resistenza ed
eleganza. Due le misure e quattro i colori a catalogo. Vi si pos-
sono abbinare le sedie Palma con braccioli come in foto o le
sedie Erica senza braccioli.
Folio, poltrona reclinabile in resina fiberglass traforata con mo-
tivi a quadri, disegnata da Raffaello Galiotto. Premio Red Dot
Award 2021, ha una versione a dondolo Rocking e si possono
abbinare i cuscini e lo sgabello Poggio.

Quattro chiacchiere in assoluto relax comodamente seduti sul-
le poltroncine e sulla panchina monoblocco Net Bench, dispo-
nibili in caldi colori che fanno subito estate.

Sipario, divisorio modulare in plastica riciclata con fioriera au-
to-irrigante e disegno a rete simmetrico, premio Green Good
Design Award 2021. Adatto anche in ambito urbano a suddi-
videre gli spazi di un bar o di un ristorante. Designer Raffaello
Galiotto.

È tempo di colazioni o pranzi all’aperto, in giardino o in terraz- Comodissimi i lettini reclinabili in ben quattro posizioni e tante
za. Utilissimi i robusti e lineari tavoli da esterno, tondi, quadrati, varianti di colore, ideali per prendere il sole o riposare all’om-
rettangolari, ovali, allungabili o fissi. In polipropilene, resina, bra. In foto, la linea Atlantico. Sullo sfondo le sedute lounge
vetro e alluminio, in tinta o in vivaci colori a contrasto, si adatta- Ninfea, ispirate ai fiori acquatici, abbinate al tavolo d’appoggio
no a ogni esigenza. Presente in ogni angolo del mondo, Nardi Loto Relax 95, con piano in vetro float temperato, serigrafato e
arreda hotel, piscine, ville private, ristoranti e bar. Il brand, ama- verniciato a 700° C.
to per la ricercata eleganza e la semplicità di forme intramon-
tabili, offre soluzioni per spazi ridotti o ampi ed è garanzia di
affidabilità.

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PERSONAGGIO/PERSONALITY

diDI AluNogThEi

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di Bianca Sestini

Nelle giornate di nebbia il Castello dei tagli che molto raccontano del suo stato d’animo du-
Conti Guidi di Poppi si riduce a una sa- rante la permanenza in quella parte di Toscana. La
goma avvolta di grigio. L’Arno scorre notizia della condanna all’esilio lo raggiunge men-
poco lontano, ai piedi della collina, ma il tre si trova in terra senese. In viaggio da Roma, dove

rumore dell’acqua non arriva fino a piazza della Re- è stato in qualità di ambasciatore presso Papa Boni-

pubblica, lo slargo di fronte al maniero. Avvicinan- facio VIII, Dante non può più fare ritorno a Firenze.

dosi all’antiporta di pietra, dal lato sinistro della roc- In sua assenza i Guelfi neri hanno preso il potere in

ca un volto di bronzo fissa corrucciato il visitatore. città e giudicano lui (Guelfo bianco, avversario poli-

La letteratura e la poesia si aggrappano ai luoghi che tico) colpevole di baratteria e altri reati. Ecco che Ali-

descrivono; in alcuni casi questo rapporto si conser- ghieri cerca e trova accoglienza in Casentino presso

va intatto a secoli di distanza. È successo così con la i Conti Guidi. Ghibellina e di origine germanica,

Divina Commedia e il Casentino, in provincia di questa famiglia feudale domina un territorio vastis-

Arezzo, da vallata d’esilio a terra di Dante. simo, con possedimenti anche in Valdarno, Mugello

Alighieri e i Conti Guidi: una storia e Romagna.

di ospitalità Tra il 1304 e il 1311 il poeta soggiorna più volte nelle

La scultura all’esterno del Castello di Poppi raffigu- rocche dei Guidi sotto la loro protezione, si illude di

ra il Sommo Poeta con le sopracciglia aggrottate e poter tornare presto a casa e lavora alla sua Com-

un’espressione severa che gli incurva le labbra, det- media.

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In apertura e nella pagina accanto il Castello di Poppi. Sopra e nella pagina seguente il Castello di Romena

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Poppi
I Conti Guidi abitarono il Castello di Poppi per circa
quattro secoli. Costruito nel Medioevo, nel tempo la
sua struttura è stata ampliata e modificata. Per
esempio, un restauro nell’Ottocento ha trasformato
la torre; sembra che prima che la colpisse un fulmi-
ne, danneggiandola, fosse parecchio più alta e che
abbia fornito l’ispirazione per quella di Palazzo Vec-
chio a Firenze. A Poppi Dante conosce Gherardesca
di Battifolle, figlia del Conte Ugolino e moglie di
Guido Novello, mentre a Pratovecchio incontra Ma-
nentessa, figlia di Bonconte da Montefeltro e sposa
di Guido Selvatico. L’esule Alighieri pesca dal baci-
no di umanità in cui è confinato e pian piano riem-
pie di personaggi il suo poema.

Romena e Porciano
Sulla cartina geografica i castelli di Poppi, Romena e
Porciano sono quasi allineati. Difficile azzardare in-
tervalli temporali precisi, ma pare che Dante si sia
spostato per anni da una roccaforte all’altra. “Ivi è
Romena, là dov’io falsai/ la lega suggellata del Batista;/
per ch’io il corpo sù arso lasciai.”: nel canto XXX dell’In-
ferno il falsario di fiorini Mastro Adamo, al servizio
dei Guidi, ricorda di essere stato scoperto e messo al
rogo dai fiorentini per la sua attività. Per andare al
Castello di Romena – di proprietà privata ma visita-
bile – bisogna passare attraverso un sentiero sterra-
to in mezzo a una doppia fila di cipressi. Il cassero,
tre slanciate torri centrali e undici torrini lungo le
mura formavano un complesso maestoso. Il paese
di Pratovecchio dista pochi chilometri da lì.
Il Castello di Porciano, invece, si trova in cima a
un’altura di Stia, alla fine della tortuosa via Alighie-
ri. Al poeta fiorentino che lì si è rifugiato è stato de-
dicato anche un salone al secondo piano della torre.
L’edera si arrampica sulle pareti esterne di uno dei
primi insediamenti dei Conti Guidi nella vallata.
Ciò che si vede è il risultato di un restauro totale fi-
nanziato dalla famiglia proprietaria tra gli anni ‘60
e ‘70 del Novecento. La struttura è pure sede di un
museo agro-pastorale ed archeologico, aperto per i
turisti da maggio a ottobre nei giorni festivi.

Dante’s places

On foggy days, the castle of the Guidi counts located in
Poppi is reduced to a silhouette shrouded in gray. The Arno
flows not far away, at the foot of the hill, but the sound of the
water does not reach the Piazza della Repubblica, the widening
in front of the manor. Approaching the stone door, a bronze face
stares at the visitor from the left side of the fortress. Literature
and poetry cling to the places they describe; in some cases this
relationship is preserved intact centuries later.

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PROFONDO NOIR

di ELIA BANELLI
Classe 1983, catanzarese. Giornalista pubblicista,
ha lavorato a Roma come project manager per una
società di produzione televisiva.
Oggi vive tra l’Umbria e la Calabria dove si occupa
di consulenza finanziaria. Nel 2018 ha esordito con
il giallo L’Uomo dei tulipani (Alter Ego) e nel 2019
ha pubblicato il racconto il battesimo, all’interno
dell’antologia Delitti di Dio (Alter Ego). Nel 2021 è
uscito il suo secondo romanzo Il giullare di morte (Al-
ter Ego). Scrive recensioni per il blog Giallo e Cucina
e per Mediterraneoedintorni.

Condominio R39

Fabio Deotto

Per chi come il sottoscritto vive da molti anni in un condominio, questo
romanzo non può che destare una certa curiosità. Senza scomodare una
tradizione narrativa che si muove da Ballard a Polanski, i vicini di casa hanno
sempre rappresentato una figura misteriosa, a tratti minacciosa. Le storie sin-
gole e familiari che si intrecciano dietro le porte degli appartamenti genera-
no spesso una buona dose di curiosità morbosa. Con Fabio Deotto il palazzo
torna dunque a far paura. Pubblicato nel 2014 da Einaudi nella collana Stile
Libero, Condominio R39, romanzo d’esordio dello scrittore (scoperto per caso
bighellonando tra gli scaffali di un mercatino di Bologna) presenta un incipit
interessante e una lettura che alterna passaggi scorrevoli a flussi di coscienza
dei vari personaggi a volte un po’ lunghi e lenti. Per chi predilige i thriller ad alta
tensione, da divorare pagina dopo pagina, non è proprio il romanzo più adatto.
In questo caso stiamo parlando di un noir “in purezza”, che non rinuncia alla
tensione e ai momenti di inquietudine, ma che allo stesso tempo concede mol-
to spazio alla riflessione, all’immaginazione, al non-detto. I colpi di scena sono
centellinati e il finale risulta però deludente e prevedibile.
La storia prende spunto da un atto violento e in apparenza inspiegabile che si
consuma all’interno del Condominio R39, in una Milano borghese lontana però
dai super grattacieli di Porta Nuova (all’epoca ancora in fase di costruzione).
Cinque persone vengono estratte in coma dopo lo scoppio di un incendio e
delle indagini viene incaricato un commissario dal passato oscuro e dal presen-
te tormentato (e aggiungerei dal nome ridicolo e viziato da eccessivi aspetti
caricaturali e poco credibili, purtroppo il personaggio del poliziotto si è rivelata
un’occasione persa per l’autore).
La trama si sviluppa in un arco temporale di pochi giorni e coinvolge una cora-
lità di personaggi particolari. Un vecchio biologo infermo ossessionato dalla
decomposizione, animato da un rapporto controverso con la figlia e dedito alla
scrittura come forma di analisi interiore e rivendicazione delle proprie idee nei
confronti di una società contemporanea che non comprende e dalla quale si
sente incompreso. Una giovane che lavora in un night club e il suo fidanzato
ansioso, dediti a pratiche erotiche esoteriche al limite del possibile. Un’ex attri-
ce di teatro vittima dei suoi fantasmi interiori (le pagine dedicate alla sua storia
sono tra le più intense e riuscite del romanzo). Infine, un ragazzino di dieci anni
soffocato dall’affetto apprensivo della madre. L’eleganza e la ricercatezza di al-
cune frasi e l’accuratezza di taluni passaggi letterari avvicinano l’opera alla nar-
rativa contemporanea, rispetto al classico genere giallo di cui prende a prestito
alcune caratteristiche, rendendolo comunque accattivante e coinvolgente.

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AMBIENTE/AMBIENT

Astrospartus

stella fra le stelle

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Braccia tentacolari aperte di Giovanni Laganà conti di mare prendevano il so-
di notte ed affascinanti pravvento - fortunatamente - su
come il nome che la dalla delicata e complicata strut- quelli dei libri di Ken Follet: il
identifica: Astrospartus tura. Era il 20 novembre 2015 suo mito.
quando, nell’Area Marina Pro- Diffusa tra i 30 e gli 800 metri di
mediterraneus. tetta di Milazzo, la fotografai per profondità, la Stella gorgone, di
Basket star per gli inglesi, dall’abi- la prima volta, abbarbicata, quasi colore poco appariscente (grigio
tudine di raggomitolarsi a cesto a proteggersi, su una Gorgonia -rosato) abbastanza contrastante
durante il giorno. Stella gorgone bianca. Me ne aveva parlato mia da farla spiccare sul rosso o il
in italiano, dal mito delle Gorgo- moglie Evelyn e lo aveva fatto, fa- giallo delle gorgonie, è un inno
ni (Medusa, Steno ed Euriale), cendomene innamorare, descri- alla dicotomia.
con serpenti al posto dei capelli. vendomi puntualmente le sensa- Non ama la vita sul fondo, da cui
Interpretazioni diverse, ma co- zioni estratte da alcune sue si sposta il più possibile, sfrut-
munque convergenti nel segno letture estive durante le nostre tando gli appigli offerti da altri
del Miracolo della Natura. puntate alle Isole Eolie dove, organismi dipendenti dalla cor-
Un echinoderma in gergo biolo- aspettando in gommone il tra- rente - le gorgonie fra tutti - i cui
gico, più precisamente un’ofiura monto nella cala di Pollara, i rac- ampi ventagli diventano il pia-
o semplicemente un particolare no d’appoggio ideale per allar-
tipo di “stella” che, per la sua gare le innumerevoli braccia. Di
conformazione, si definisce “ser- queste, le estremità, costellate di
pentina”. Essa appare di giorno minuscoli uncini, sono in grado
come una sorta di inestricabile di arrotolarsi rapidamente at-
nodo gordiano, per poi trasfor- torno a piccole prede che riman-
marsi, con il buio, in un merletto

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gono imprigionate in un abbrac- so fascio luminoso. Si muove con Maria La Scala, antico borgo nei
cio forte al punto da non lasciare le braccia, mobili e prensili, che pressi di Acireale.
scampo. sfruttano, come appiglio, ogni La sua presenza mi risulta tutta-
Con le lunghe braccia distese, la tipo di oggetto sommerso e l’effi- via immortalata nei fondali
Stella gorgone si trasforma in una cacia di un tale modello di loco- dell’Isola del Giglio a Punta del
micidiale trappola per il planc- mozione è maggiore di quanto si Fenaio, sulle Secche di Tor Pater-
ton, una rete tentacolare che si possa immaginare. no vicino Roma, in Sardegna
estende su di una superficie am- Di giorno essa si rifugia in gene- all’Arcipelago della Maddalena
pia e in grado di filtrare una note- re sotto i sassi e tra gli anfratti, ed anche a Portofino nei fondali
vole quantità d’acqua, variabile lasciando fuoriuscire, a volte, le dell’Area Marina Protetta.
in funzione della dimensione lunghe braccia sensibili; di notte È inutile nascondere che si tratta
dell’animale. esce invece allo scoperto. del mio soggetto preferito e rico-
Poco si conosce della sua vita, a Specie endemica e rara del Medi- nosco di sentirmi privilegiato, in
cominciare dal modo in cui la terraneo, dopo la mia prima vol- considerazione della possibilità
Basket star riesce a percepire le ta alla Secca di Ponente di Milaz- che ho avuto, grazie alla mia pas-
variazioni di luce che regolano, zo sono riuscito a “riabbracciarla” sione per la fotografia subac-
un po’ come succede a noi umani, allo Scalone di Messina nello quea, di accarezzare con l’obietti-
i ritmi di vita. Ed infatti la sua Stretto, a San Vito Lo Capo sul re- vo la Stella fra le Stelle: più volte e
sensibilità ai flash è molto eleva- litto del Kent e sulla Secca delle sempre con identico smisurato
ta, come dimostra la rapida rea- Cataratte, all’Argentario sulla pathos.
zione dell’animale nel ripiegarsi Secca di Mezzocanale e, di recen- Mi rimane un sogno: la magia
velocemente su sè stesso non ap- te, in modo alquanto inusuale ed dell’incontro notturno per farmi
pena viene colpito dall’improvvi- inaspettato, al Canyon di Santa abbracciare e poter raccontare…

Astrospartus,
Star among the Stars

I Sprawling arms open at night
and as fascinating as the name
that identifies it: Astrospartus mediter-
raneus. Basket star for the British, for the
habit of curling up in a basket during the
day. Stella gorgone for the Italians, from
the myth of the Gorgons (Medusa, Steno
and Euriale), with snakes instead of hair.
Different interpretations, but in any case
converging in the sign of the Miracle of
Nature. An echinoderm in biological jar-
gon, more precisely an ofiura or simply
a particular type of “star” which, due to
its conformation, is defined as “serpen-
tine”. During the day it appears as a sort
of inextricable Gordian knot, which then
transforms itself, in the dark, into a lace
with a delicate and complicated struc-
ture. It was November 20, 2015 when,
in the Marine Protected Area in Milaz-
zo, I photographed it for the first time,
perched, as if to protect itself, on a white
Gorgonia.

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CINEMA/CINEMA

di Margherita Bordino

David 2021

Migliore regista
esordiente è…

Il nuovo cinema italiano candidato alla sessan- Nell’edizione 2021 dei David di Donatello sono stati
taseiesima edizione dei David di Donatello è candidati registi che hanno realizzato film del tutto
rappresentato da cinque registi al loro debutto differenti tra loro per colori, sfumature, argomenti,
dietro la macchina da presa. Si tratta di Pietro suggestioni.
Castellitto, Ginevra Elkann, Mauro Mancini, Ali- Pietro Castellitto è stato candidato per I predatori,
ce Filippi, Luca Medici. Leggendo alcuni di questi film che ricevuto la Migliore sceneggiatura nella
nomi qualcuno potrebbe storcere il naso, e nel caso sezione Orizzonti della settantasettesima Mostra
farebbe un grande errore... È vero che tre di questi del Cinema di Venezia. Si tratta di una storia corale,
non sono del tutto estranei all’industria cinemato- condizione di cui i personaggi sono ignari e solo lo
grafica italiana, ma è pur vero che alla loro prima spettatore ne è consapevole. Qui ogni personaggio
volta alla guida di un film hanno fatto, nell’ultimo si sente solo, incompreso, insoddisfatto, ed ognuno
anno, la differenza. è deciso a portare avanti la propria battaglia, gran-
Pietro Castellitto, Ginevra Elkann, Mauro Mancini, de o piccola che sia. Ognuno si sente quindi vittima,
Alice Filippi, Luca Medici sono i candidati alla Mi- preda di un sistema vecchio, malato. E se nessuno di
gliore regia esordiente, una categoria che nel corso loro fosse preda? Se fossero tutti predatori? Come ha
degli ultimi dieci anni ha visto trionfare Rocco Pa- detto lo stesso Castellitto, che ha all’attivo anche un
paleo con Basilicata coast to coast, Francesco Bruni con percorso da attore, “essere felici è un mestiere diffi-
Scialla!, Leonardo Di Costando con L’intervallo, Pif cile. A volte, un mestiere da predatori”.
con La mafia uccide solo d’estate, Edoardo Falcone con Ginevra Elkann a fine 2019, al Torino Film Festival,
Se Dio vuole, Gabriele Mainetti con Lo chiamavano Jeeg ha presentato Magari, un film che si basa sui ricordi
Robot, Marco Danieli con La ragazza del mondo, Dona- d’infanzia e sulla nostalgia, e che guarda al concet-
to Carrisi con La ragazza nella nebbia, Alessio Cremo- to di famiglia perfetta che ogni bambino insegue.
nini con Sulla mia pelle, Phaim Bhuiyan con Bangla. Magari ha tantissimi innegabili riferimenti con la

famiglia Elkann, e quindi con la vita privata della re-
gista, eppure sposa realtà e finzione senza pensarci
troppo, senza troppi giri di parole o compromessi.
È una storia delicata, dolce, sofferta, sognata, in cui
gli adulti sono magnificamente imperfetti e sono vi-
sti e raccontati attraverso gli occhi innocenti dei più
piccoli.
Mauro Mancini è invece il regista di Non odiare. Il
suo è stato un film inaspettato, presentato durante
le Giornate degli Autori di Venezia 2020, che ha ri-
scosso un grande successo di critica. Cosa comporta
l’eredità del male e il conseguente tentativo di ripa-
rare ai propri errori? È possibile spezzare la catena
dell’odio? Non odiare è un film che nasce da diverse
notizie che negli ultimi anni hanno affollato i nostri
telegiornali, tra le altre anche la vicenda che ha vi-
sto protagonista la senatrice a vita Liliana Segre, so-
pravvissuta allo sterminio nazista, che a 74 anni dal-
la fine della seconda guerra mondiale, a causa delle
numerose minacce ricevute, ha visto l’assegnazione
di una scorta. Il regista di Non odiare ha voluto sotto-
lineare un concetto ben preciso: “Non è vero che la
storia si ripete - le condizioni non sono mai identiche

Nell’edizione 2021 - ciò che si ripete è l’esperienza del male e dell’odio”.
dei David di Donatello Alice Filippi è l’altra regista che ha catturato l’atten-
sono stati candidati registi zione di tantissimi, e anche al box office, con Sul più
che hanno realizzato film bello. Si tratta di un teen dramedy leggero, divertente
del tutto differenti tra loro per colori, ma al tempo stesso struggente e romantico. Alice Fi-
sfumature, argomenti, suggestioni lippi firma solo la regia e non la sceneggiatura ma
nonostante ciò ha saputo perfettamente leggere e
Alice Filippi, candidata con il film “Sul più Bello” interpretare il mood della storia. Una storia che gode
di una gamma di emozioni che si traducono anche
in colori, in squisite tinte pastello. Un film che parla
di malattia, di pregiudizi, di popolarità e indaga in
modo ironico il concetto di bellezza tra i giovanissi-
mi di oggi.
E poi c’è Checco Zalone! Ops, meglio usare in que-
sto caso il suo vero nome e non quello d’arte. Luca
Medici ha avuto la candidatura per Tolo tolo, il pri-
mo film che lo vede diviso da Gennaro Nunzian-
te che in precedenza aveva curato la regia di tutti
i suoi film. Tolo tolo è campione di incassi. Un film
che il pubblico ha atteso per più di due anni e che al
principio sembrava essere un vero salto nel vuoto
ma al contempo un passaggio doveroso nella car-
riera di un artista completo e amato come Zalone.
“È un film che manifesta, oltre al suo inarrivabile

Ginevra Elkmann, candidata con il film “Magari” Mauro Mancini, candidato con il film “Non odiare”

Luca Medici - in arte Checco Zalone - candidato con “Tolo tolo” Pietro Castellitto, con il film “I predatori”

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talento comico e musicale, anche quelle qualità che
in un regista fanno la differenza: la composizione
della scena, il lavoro con gli attori, l’attenzione ai
dettagli che vedrete nel film lo rendono l’opera di
un vero regista”, ha raccontato il produttore Pietro
Valsecchi. “E queste qualità Checco le ha messe in
mostra in un progetto molto ambizioso, di estrema
complessità sia artistica che produttiva, e che pro-
prio per questo motivo ha avuto una lunghissima
gestazione. Checco infatti si è costruito addosso
ogni scena, in maniera direi sartoriale, portando
questa sua visione dalla pagina scritta al set e poi
al montaggio. E quello che ne è uscito è un film al
cento per cento suo, con il suo sguardo unico sulla
realtà e il suo stile inimitabile di racconto”.
Pietro Castellitto, Ginevra Elkann, Mauro Manci-
ni, Alice Filippi, Luca Medici rappresentano il nuo-
vo cinema italiano che vedremo in futuro, ma ac-
canto a loro ci sono giovanissimi che, anche se non
sono rientrati nella cinquina dei David di Donatel-
lo 2021, hanno un grandissimo talento riconosciuto
anche a livello internazionale. Nel cinema italiano
è finalmente il momento di nuovi registi, di giovani
registi?

DAVID 2021. BEST BEGINNING DIRECTOR IS ...

The new Italian cinema candidate for the 66th edition
of the David di Donatello is represented by 5 directors
making their debut behind the camera. They are Pietro Castel-
litto, Ginevra Elkann, Mauro Mancini, Alice Filippi, Luca Medici.
Reading some of these names, someone might turn up their
noses, making a big mistake ... It is true that three of these are
not entirely foreign to the Italian film industry, but it is also true
that they have made themselves noticed. In the 2021 edition of
the David di Donatello, the directors who made films that were
completely different from each other in terms of colors, shades,
topics and suggestions were nominated. Pietro Castellitto was
nominated for I predatori, a film that received the Best Screen-
play in the Horizons section of the 77th Venice Film Festival. It is
a choral story, a condition of which the characters are unaware
and only the viewer is aware of it. Each character feels alone,
misunderstood, dissatisfied, and everyone is determined to carry
on their own battle. Everyone therefore feels like a victim, a prey
to an old, sick system. What if none of them were prey? What if
they were all predators? As Castellitto himself said, who also has
a career as an actor to his credit, “being happy is a difficult job.
Sometimes, a job for predators “. At the end of 2019, at the Tu-
rin Film Festival, Ginevra Elkann presented Magari, a film based
on childhood memories and nostalgia, and which looks at the
concept of the perfect family that every child pursues. Maybe
it has many undeniable references to the Elkann family, and
therefore to the director’s private life, yet she marries reality and
fiction without thinking too much, without too many words or
compromises. It is a delicate, sweet, painful, dreamed story, in
which adults are magnificently imperfect and are seen and told
through the innocent eyes of the little ones. Mauro Mancini is the
director of Non Odiare

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Mediterraneo e dintorni - 67

Torna il brigadiere Franco Laganà in una Catanzaro viva e
piena di contraddizioni

IL GIULLARE DI MORTE
Di Elia Banelli

Il 25 febbraio lo scrittore Elia Banelli torna in
libreria con un nuova entusiasmante giallo, Il
giullare di morte, originale e coraggioso. L’arena
in cui si muovono i personaggi cambia e dall’Umbria
si passa alla terra natale dello scrittore: la
Calabria, in una versione inedita e mistica,
sospesa tra tradizioni e pretese di modernità, da
cui trapelano occulti sentimenti di amore per una
terra meravigliosa e dannata.
Dopo aver risolto il caso dell’Uomo dei tulipani, il
brigadiere Franco Laganà è chiamato a indagare
su una serie di misteriosi omicidi che
sconvolgono la città di Catanzaro: un serial killer
uccide di notte, travestito da giullare, vittime
apparentemente senza alcun legame. Laganà si
troverà costretto a intraprendere un lungo viaggio
in una terra ricca di contraddizioni: diffidente e
ospitale, aggressiva e generosa, eternamente
sospesa tra delusioni e speranze di riscatto.
Districandosi in una babele di voci, il brigadiere
dovrà confrontarsi con una serie di personaggi
pittoreschi: bulli di quartiere, intellettuali
eccentrici, ballerine di lap dance, imprenditori
collusi e pusher di strada. Tra le onde spumose del
mare Ionio, i sapori forti della cucina locale, i palazzi
ghetto della periferia occupata dalla comunità rom, si consumano i misfatti di una città
implacabile nel suo immobilismo e pervasa da un’armonia selvaggia. Le indagini
proseguiranno tra depistaggi, colpi di scena, delitti sanguinari e nemici
imprevedibili, trascinando il lettore verso un finale inatteso, eppure inevitabile.
Elia Banelli è nato a Catanzaro nel 1983. Giornalista pubblicista, dopo aver lavorato a
Roma come project manager per una società di produzione televisiva, per dieci anni ha
vissuto tra l’Umbria e la Calabria, dove si è occupato di consulenza finanziaria. Da febbraio
2020 è direttore editoriale della casa editrice augh!. Nel 2018 ha esordito con il giallo L’uomo
dei tulipani (Alter Ego) e nel 2019 ha pubblicato il racconto Il battesimo, all’interno
dell’antologia Delitti di Dio (Alter Ego). Scrive recensioni letterarie per il blog Giallo e
Cucina e la rivista Mediterraneo e Dintorni.
Il giullare di morte di Elia Banelli
Collana: Spettri
Pagine: 328
Formato: 14x21,5
Prezzo: 16,00 Euro
Pubblicazione: 25/02/2021
ISBN: 9788893331913

Per informazioni e richieste di materiali:
Erika Repetto | Ufficio Stampa Alter Ego | [email protected] | Tel. 3401473077

Utterson s.r.l - Via Genova, 88 - 01100 Viterbo - P.IVA/CF: 02082950565 - Tel. 0761220122

FIABA KIDS ZONE

di Giuseppe Cricrì Mediterraneo e dintorni - 69
Odontoiatra calabrese con identità
mediterranea. Coltiva varie passioni che lo
portano a recuperare e collezionare oggetti
e ricordi. La scrittura lo gratifica e spesso lo
cura dalla malinconia.
[email protected]

PIOIRCìP

Non ricordo chi fu ad avvisarci che il gallo era volato giù dal
terzo piano, sta di fatto che dovetti faticare non poco per
poterlo recuperare nel bel mezzo del campo. Ero disperato
mentre lo chiamavo a squarciagola, ma lui non mi degnava nean-
che di uno sguardo, sfuggiva al richiamo e alle mie implorazioni, -
Pioircìp... Pioircìp fermati!! Vieni da me! - gridavo, ma niente da fare,
sembrava sordo ai richiami, l’ebrezza della libertà gli aveva fatto
dimenticare nome e paternità, Pioircìp sarebbe voluto rimanere
lì, sul campo, a razzolare felice come un fagiano in libertà, per il re-
sto della sua vita. Finalmente dopo tante corse riuscii a catturarlo.
Al mio ritorno su, a casa, mi accorsi che papà era parecchio rab-
buiato a causa della fuga con recupero del fuggitivo, col mio
correre su e giù nel campo avevo rovinato parecchie spighe ed il
contadino si sarebbe infuriato, se avesse scoperto la causa di quei
cerchi nel grano, avrebbe potuto persino chiedere i danni. - È ve-
nuta l’ora di tirare il collo a questo gallinaceo! - disse risoluto, e poi
aggiunse: - finché si tratta di un pulcino e allora transita, si potrebbe
anche tollerare la sua presenza in un balcone, ma un gallo così grosso
sporca troppo, è intollerabile l’idea di poterlo tenere ancora in vita,
così, come un animale da compagnia. - Quindi concluse deciso: -
Bisogna fargli la festa! - Scoppiai a piangere, lo implorai, di non am-
mazzarlo, - papà, non lo puoi fare! - Ma lui sorridendo mi rispose:
- Giuseppe ragiona, ti sembra normale tenere un gallo in casa così,
come se fosse un gattino? Non ti rendi conto che soffre a stare da solo
qui, senza pollaio, né galline? - Non mi convinse ma mi resi conto
che non aveva tutti i torti.
Passarono alcune settimane e sembrò che a casa si fossero di-
menticati dell’increscioso accaduto, io ero preoccupato di quanto
aveva sentenziato papà e speravo che l’inevitabile non accadesse
mai. Anche quell’estate trascorse, era iniziata la scuola quando un
brutto giorno, al mio ritorno a casa, percorrendo il corridoio sentii
nell’aria un profumino di pollo arrosto. Corsi subito nel balcone e
mi accorsi che la gabbia di Pioircìp era vuota.
Fu allora che compresi tutto. Mi precipitai in cucina, e guardai
inorridito dentro al forno, il girarrosto rosolava il mio gallo in un
trionfo di patatine novelle e rosmarino, si stava dorando a pun-
tino. Urlai la mia rabbia con tutta la forza che avevo in corpo, poi
corsi disperato a piangere nella mia camera. Mi ci barricai dentro,
non volevo vedere nessuno, volevo soffrire in solitudine. Quan-
do fu l’ora di pranzo i miei genitori mi chiamarono a gran voce
invitandomi a tavola, dopo un po’ venne mio fratello Sergio, man-
dato da loro, con fare esplorativo, per testare il livello della mia
costernazione, chiedendomi se davvero avrei rinunciato a degu-
stare Pioircìp. - È squisito! - aggiunse con gusto, ruotando la punta
dell’indice sulla guancia, ed io gli urlai - Sparisci cannibale! Siete
tutti cannibali! - Per anni conservai le lunghe piume candide della
sua coda, che papà aveva avuto la buona creanza di non buttare
nella spazzatura.
Mi vantai sempre di non aver ceduto alla tentazione di gustare le
tenere carni del mio ex pulcino. Oggi, trascorsi quarant’anni dai
tempi di Pioircìp, ogni tanto, fra il sonno e la veglia mattutina, mi
sembra ancora di risentirlo il canto di un galletto familiare, è allora
che mi piace illudermi che sia proprio lui, che sia ritornato, forse
per salutarmi o forse per ringraziarmi di non averlo neanche as-
saggiato.

di Maria Lombardo

CULTURA/CULTURE

Cerere Ferdinandea

Prestigiosa scoperta della Sicilia Borbonica

Mediterraneo e dintorni - 71

Osservatorio astronomico, Palermo che non corrispondeva né il tempo, né la distanza
dallo zenit, dubitai sulle prime di qualche errore
Uno storico professionista è tenuto a rac- nell’osservazione precedente: concepii in segui-
contare tutto sia le sconfitte che le vit- to un leggiero sospetto, che forse esser potesse un
torie di un Regno. Quest’oggi voglio nuovo astro. La sera del tre il mio sospetto diven-
parlarvi della scoperta di Cerere Ferdi- ne certezza, essendomi assicurato che essa non
nandea nel 1801 nell’orbita del sole, tra Marte e Sa- era Stella fissa. Nientedimeno, avanti di parlarne
turno c’è un grande asteroide, Cerere. È un piane- aspettai la sera del 4, in cui ebbi la soddisfazione
ta nano che è stato individuato anche dalla sonda di vedere, che si era mossa colla stessa legge che te-
Dawn della NASA, che ha ipotizzato a seguito di nuto aveva nei giorni precedenti.” Il Piazzi rima-
nuove analisi scientifiche una possibile presenza se coi piedi per terra ed annunciò di aver scoperto
di acqua nell’asteroide. C’è già una storia per Cer- una cometa. Il “Cerchio di Ramsden” è certamente
re che risale proprio all’800 poche conoscenze ma il più famoso ed importante degli strumenti della
questa scoperta fece davvero scalpore. Fu una sco- collezione dell’Osservatorio Astronomico di Pa-
perta di Giuseppe Piazzi proprio dall’Osservatorio lermo, che è possibile ammirare ancora oggi all’in-
Astronomico di Palermo voluto da Ferdinando I. terno del suo interessantissimo museo. Inutile dire
Osservatorio dotato dei migliori attrezzi proprio che Piazzi ricevette una serie di onorificenze sia a
con l’intento di farlo competere con l’Europa. livello di acquisto di nuove macchine e premi mo-
Si portò fino in Inghilterra per vedere le novità netari che investì sempre nell’Osservatorio.
“Cerchio di Ramsden”, un prezioso strumento L’Osservatorio Astronomico di Palermo G.S. Vaia-
astronomico unico al mondo realizzato tra il gen- na, ospitato all’interno del Palazzo dei Normanni
naio del 1788 e l’agosto del 1789. Se non fosse stato è una delle strutture di ricerca dell’istituto nazio-
per l’amore per questa disciplina del Piazzi giunse nale di astrofisica (INAF), in cui si portano avanti
in Sicilia dalla Valtellina l’attrezzatura e non rima- progetti di ricerca dell’astronomia e dell’astrofisi-
se una cattedrale nel deserto. Grazie alle nuove at- ca come ad esempio lo studio della corona solare o
trezzature e soprattutto al “Cerchio di Ramsden”, lo studio dei resti di supernova. In alcuni periodi
Giuseppe Piazzi riuscì nel 1801 a scoprire ed dell’anno è possibile effettuare visite notturne gui-
identificare il primo asteroide che chiamò Cerere date in cui il programma prevede: Osservazione
Ferdinandea in onore del mito di Cerere ambien- del cielo con un astronomo dalla terrazza pano-
tato proprio in Sicilia, e del re Ferdinando. Lo ramica dell’osservatorio; Breve visita guidata al
scienziato stesso scrisse: “Risultati delle osserva- Museo della Specola; Presentazione del telescopio
zioni della nuova stella scoperta il dì primo gen- storico Merz; Osservazione del cielo dalla cupola,
naio all’Osservatorio Reale di Palermo - Palermo attraverso il telescopio ottico Celestron; Colloqui
1801. Già da nove anni travagliando io a verificare con l’astronomo. Approfittiamo per scoprire le
le posizioni delle stelle che si trovano raccolte ne’ menti più fervide.
vari Cataloghi degli astronomi, la sera del primo
gennaio dell’anno corrente, tra molte altre cercai “Ceres Ferdinandea”
la 87.a del Catalogo delle stelle zodiacali dell’Aba-
te La Caille. Vidi pertanto che era essa preceduta A professional historian is required to tell everything, both
da un’altra, che secondo il costume, volli osserva- the defeats and the victories of a Kingdom. Today I want
re ancora, tanto maggiormente, che non impediva to tell you about the discovery of Ceres Ferdinandea in 1801 in
l’osservazione principale. La sua luce era un poco the orbit of the sun, between Mars and Saturn there is a large
debole, e del colore di Giove, ma simile a molte al- asteroid:
tre, che generalmente vengono collocate nell’ottava
classe rispetto alla loro grandezza. Non mi nacque Read more
quindi alcun dubbio sulla di lei natura. La sera del
due replicai le mie osservazioni, e avendo ritrovato,

Mediterraneo e dintorni - 72

Giuseppe Piazzi

Fu una scoperta di Giuseppe Piazzi
dall’Osservatorio Astronomico

di Palermo voluto da Ferdinando I
e dotato dei migliori attrezzi

in grado di competere con l’Europa

Mediterraneo e dintorni - 73



SOCIETÀ/SOCIETY

di Giovanni Boano

La comunicazione gentile

sui S CIAL ...e non solo

Il problema nale per il Contrasto ai Discorsi Buber, Paul Grice, Thomas Gor-
Analizzando i post dei vari so- e ai Fenomeni d’Odio. L’associa- don, Marshall Rosemberg, Paul
cial network o dei social media di zione Iosonoqui che fa parte di Watzlawick, Daniel Goleman,
messaggistica, ci si rende subito Imhereinternational, promuove Vicktor Frankl. In questo ambito,
conto che la gentilezza nel mon- iniziative di counterspeech e love- ne citerò alcuni, cercando di dare
do virtuale viene spesso e volen- bombing su facebook e sul web. dei suggerimenti pratici.
tieri ignorata, a volte sembrereb- L’organizzazione no-profit Pa- Innanzitutto, va tenuto conto che
be per strategia precisa. role O_Stili promuove i valori nella comunicazione virtuale
La presenza di aggressività e espressi nel proprio Manifesto scripta manent in perpetuum: un
odio nel modo di esprimersi, della comunicazione non ostile. post può essere fotografato, re-
non solo sui social ma in generale Autori quali Federico Faloppa, gistrato e condiviso ovunque in
nella comunicazione, peggiora il Vera Gheno e Bruno Mastroian- pochi secondi. “Sono ciò che po-
livello della discussione e crea il ni, hanno scritto del fenome- sto e condivido” e ciò influisce in
rischio che l’aggressività venga no dell’odio sui social media e su maniera permanente sulla repu-
considerata normale. Ci si chiede come difendersi da esso. tazione e la credibilità personali
se si può fare qualcosa per argi- o su quelle della mia azienda. Il
nare il fenomeno e se qualcuno lo Gli strumenti Virtuale è reale: tutto ciò che vie-
sta già facendo. La risposta for- Fortunatamente i grandi autori ne scritto in rete ha conseguenze
tunatamente è più che positiva! nell’ambito della filosofia, del- concrete e costruisce o distrugge
la psicologia e della linguistica, relazioni reali. Dobbiamo lavo-
Il movimento ci offrono molti strumenti per rare su noi stessi - prima che sugli
C’è una galassia di associazio- stemperare il linguaggio aggres- altri - e considerare che abbiamo
ni, gruppi social, sociolinguisti, sivo e d’odio. Tra loro Martin il potere di scegliere la migliore
giornalisti, filosofi, scrittori, ri- risposta da dare o il silenzio da
cercatori universitari e formato- Dobbiamo lavorare mantenere in un’interazione vir-
ri, che si impegna per combattere su noi stessi - prima che tuale. Infatti, come scrive Viktor
il linguaggio d’odio. Vox Diritti, sugli altri - e considerare Frankl (1905-1997 neurologo,
l’Osservatorio Italiano sui Di- psichiatra e filosofo austriaco)
ritti, pubblica da cinque anni la che abbiamo il potere nel suo Alla ricerca di un signifi-
Mappa dell’Intolleranza, una foto- di scegliere la migliore cato della vita: “Tra lo stimolo e la
grafia dell’odio via social. Amne- risposta c’è uno spazio. In quello
sty International Italia ha creato risposta da dare o il spazio risiede il potere di sceglie-
una guida sull’hate speech ed è tra silenzio da mantenere in re la nostra risposta. Nella nostra
le promotrici della Rete Nazio- un’interazione virtuale risposta c’è la nostra crescita”.

Mediterraneo e dintorni - 75

La comunicazione virtuale è una una relazione “Io-Esso” di indif- americano), in un processo in 4
comunicazione deprivata (della ferenza emotiva. La comunica- tappe:
parte non verbale e paraverbale) zione si trasforma in una serie di Osservazioni “Quando vedo...
e manca spesso l’empatia. Come monologhi, dove nessuno ascolta sento... leggo...”
ci suggerisce Martin Buber (1878- veramente. L’interesse non è più Sentimenti “Mi sento partico-
1965 filosofo, teologo e pedagogi- l’argomento, è prevalere con ogni larmente...”
sta austriaco), bisogna creare con attacco verbale sull’altro, di fron- Bisogni “Perché ho bisogno di...”
l’altro una relazione “Io-Tu” di te a un pubblico silenzioso ma Richieste “Vorrei che tu... Saresti
vicinanza empatica e considera- comunque presente, da conqui- disposto a...?”
re l’altro un “Tu” come noi. Allo- stare o da riconquistare in ogni Ecco alcuni esempi, in ambito la-
ra, anziché un duello, si crea con occasione. vorativo:
l’altro un duetto, basato su rispet- Per scongiurare ciò si possono “Quando scrive questo, rima-
to, educazione e gentilezza. Va utilizzare delle tecniche di Aikido niamo disorientati, perché lo
depotenziato l’odio, non l’hater! Comunicativo, ossia far leva sulla consideriamo un insulto/un’af-
Altrimenti, creiamo con l’altro aggressività e l’energia dell’altro fermazione generica. Avremmo
per stemperare, convogliare, ri- bisogno di una rappresentazione
Polite communication on canalizzare il linguaggio aggres- più specifica dei fatti”;
social networks... and beyond sivo: “Quando usa questo tipo di in-
1) non farsi agganciare emotiva- sulti, ci preoccupiamo molto,
The matter - Analyzing the mente, cioè controllare propri ego perché abbiamo bisogno di esse-
posts of various social networks ed emotività; re apprezzati dai nostri clienti”;
or messaging social media, one imme- 2) non replicare subito ma respi- “Ciò che dice riguardo al tema ci
diately realizes that grace in the virtual rare; interessa. Riuscirebbe a tornare
world is often and willingly ignored, 3) individuare il bisogno altrui; sull’argomento, evitando attac-
at times it would seem for a precise 4) domandare per comprendere chi personali?”;
strategy. The presence of aggression meglio il punto di vista; “Ci piacerebbe continuare il con-
and hatred in the way of expressing 5) riepilogare e riformulare le ri- fronto su questo argomento, se si
oneself, not only on social media but sposte; sentisse in grado di farlo, evitan-
in general in communication, worsens 6) argomentare. do gli attacchi personali. Altri-
the level of the discussion and conveys In questo percorso si possono menti preferiamo chiudere qui
the concept that aggression is consid- utilizzare i principi della Comu- questa conversazione e ripren-
ered normal. nicazione Non Violenta di Marshall derla quando vorrà riprenderla
Rosemberg (1934-2015 psicologo senza l’uso di insulti”.
Read more

Mediterraneo e dintorni - 76

Mediterraneo e dintorni - 77

Mediterraneo e dintorni - 78

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LA CARTA DI FABRIANO: L’INTRECCIO PREGIATO
DELLA FILIGRANA ITALIANA
Il comune di Fabriano è noto in tutto il mondo per la produzione
di carta fin dal Medioevo, quando la carta di Fabriano prodotta
a mano era pregiatissima. Oggi i maestri cartai continuano a tra-
mandare i segreti nascosti dietro la filigrana di carta alle nuove
generazioni e a tutti coloro che mostrano interesse per la carta
artistica fatta e decorata a mano. Dal comune di Fabriano la car-
ta arriva in tutto il mondo fin dal Quattrocento quando comin-
cia l’avventura della stampa a caratteri mobili. La celebre Bibbia
di Gutenberg viene stampata a Magonza nel 1453 proprio su
carta di canapa prodotta secondo i metodi fabrianesi. Negli
anni la carta comincia ad essere prodotta in tutto il mondo e a
Fabriano le cartiere rischiano la chiusura. Pietro Miliani riunisce
nel 1782 le piccole cartiere del territorio nella Cartiera Fabriano
Miliani, oggi Gruppo Fedrigoni. Nonostante le evoluzioni tec-
nologiche la tradizione resta solida grazie ad istituzioni come
l’Archivio Storico delle Cartiere Miliani Fabriano, il primo Archi-
vio d’Impresa in Italia riconosciuto di notevole interesse storico
nel 1964, e il Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano.

LE FASI DI LAVORAZIONE DELLA CARTA
Come viene prodotta la famosa carta fabrianese? Tutto parte
dalla selezione di pregiate materie prime dalle quali si ottiene
l’impasto utilizzando delle vecchie raffinatrici olandesi. A que-
sto punto si immerge la forma, ovvero un particolare telaio con
tela in metallo all’interno dei tini, estraendo sempre la stessa
quantità di impasto che va a distribuirsi in modo uniforme sulla
tela. Il foglio si forma sotto le mani dei “lavorenti” e poi passa al
“ponitore”che scola l’acqua, adagia la forma su un feltro di lana e
stacca il foglio dalla tela. I feltri si separano dai fogli che vengono
quindi sistemati negli “stendaggi”, locali areati e con particola-
ri condizioni di temperatura in cui fare asciugare la carta. I fogli
asciutti passano alla fase di“collatura”: vengono immersi in una
gelatina animale che rende i fogli impermeabili agli inchiostri
per una maggiore conservazione nel tempo. Si rimettono quin-
di negli stendaggi e si lasciano essiccare definitivamente.
La storia della carta di Fabriano è la storia di un’eccellenza ita-
liana che deve essere raccontata attraverso le generazioni: set-
tecento anni di lavorazioni per dare vita ad una carta speciale,
utilizzata da disegnatori e scrittori come tela su cui imprimere
capolavori senza tempo.

Mediterraneo e dintorni - 79

Mediterraneo e dintorni - 80

di Rosalba Paletta CULTURA/CULTURE

Una Tipa Mediterraneo e dintorni - 81

interessante

Un personaggio immaginario e immagi-
nifico, protagonista di delicati bozzet-
ti, che catturano lo sguardo, il cuore e i
pensieri. Il mio preferito potrebbe essere
quello con i cassetti: Drawers: passato, progetti, so-
gni. Oltre l’attimo, è fatta di questo la vita, no? E il vo-
stro preferito qual è? Mentre decidete, vi dò qualche
informazione sulla “Tipa” che si presenta in queste
pagine: in realtà un nome vero e proprio non ce l’ha,
ancora, anche se un tentativo di dargliene uno tra-
mite i social è stato fatto... È alta e mora, indossa un
vestitino a righe bianco-rosse, non ha il naso e nep-
pure la bocca. Segni particolari da attribuirsi all’an-
no di nascita, a parte l’esplicita predilezione per le
immagini alle parole, della sua disegnatrice: 2020,
l’anno della pandemia, delle mascherine, della dif-
ficoltà di comunicare, ma anche del diffuso e forte
desiderio di andare oltre. E la “Tipa” può farlo, come
e quando vuole, perché a bordo di una barchetta di
carta, che all’occorrenza diventa aeroplano, biciclet-
ta, pinne o sommergibile, viaggia oltre ogni confine
e barriera. Anzi, è nata proprio per questo. Rossella
Russo è professore associato di Farmacologia presso
il Dipartimento di Farmacia, Scienze della salute e
della nutrizione all’Università della Calabria. Quan-
do ha disegnato la sua “Tipa”, in pieno primo lock-
down, ha preso in mano le sue matite e fatto un gran-
de salto indietro nel tempo: aveva circa dieci anni, e
passava i suoi momenti più belli a sognare di fare la
stilista, stilando figurine esili e graziose.
“Io sono per i salti, ho imparato che nella vita bisogna sal-
tare, tuffarsi. Tutto quello che ho di bello... in fondo, è nato
da un salto. Disegnare mi è sempre piaciuto, colori e matite

Mediterraneo e dintorni - 82

sono sempre stati presenti nella mia vita. Nel tempo, fra lo
studio, il pianoforte, il lavoro... i miei scarabocchi hanno
sempre trovato un posticino, ma è sempre stato uno spazio
privato e crescendo questa “scatola” chiusa aveva preso il
sopravvento. Il nostro è un Paese in cui si inscatola tutto...
non trova?”.
Sì, concordo... capita spesso che le “etichette” pren-
dano il sopravvento sull’essenza delle cose. Ma la
sua “Tipa” ci racconta un’altra storia... per questo
ci piace. Ad un certo punto i suoi scarabocchi sono
arrivati al mondo: quando è accaduto?
È stato nel 2004. Mi trovavo a San Diego, per studio. Ero
ospite in una casa dove ciascun membro della famiglia col-
tivava una passione artistica... È molto comune negli Stati
Uniti, direi quasi normale, come lo è cambiare mestiere,
hobby. Fino a 40 anni si fa una cosa, poi si cambia, si diven-
ta altro... Il padre a quel tempo realizzava opere su resina
e organizzava mostre, la madre dipingeva, uguale per i fi-
gli... insomma fu quasi un imperativo per me fare outing e
condividere quel piccolo segreto che da sempre mi accom-
pagnava nei miei pomeriggi di studio. Era la prima volta
che mostravo quel lato di me all’esterno, e timidamente da
allora mi è sempre rimasto accanto...
In che modo?
Nel mio lavoro affido spesso i messaggi alle immagini. Con
i miei studenti capita spesso che alla lavagna prenda forma
un bozzetto… io penso per immagini, così, semplicemente!
Giocando con le matite, quando è nata la “Tipa”
protagonista della nostra chiacchierata?
È nata a marzo dello scorso anno. Quando ci hanno messo
il freno. All’improvviso non più di corsa, più tempo da de-
dicarsi, smetti di guardarti intorno e ti guardi dentro: e ci
ho trovato lei!
Un risvolto positivo “del distanziamento”, po-
tremmo dire. Chi è “lei”?
Lei è la mia parte emozionale. Di solito me ne sto nella mia
“scatola” tutta razionale, da scienziata, non è facile per lei
venire fuori. Non è facile neppure accettare di mostrarla,
perché un timore di fondo mi ha accompagnata per tan-
to tempo, una voce dentro continuava a ripetermi: “Sarai
ugualmente credibile, dopo?”
E alla fine la risposta è venuta da fuori, o da dentro?
(... ride, ndr) Le scatole sono tutte italiane. In America tu
puoi essere questo e quello. La mia “Tipa” è stata terapeu-
tica... la risposta è venuta sia da fuori, grazie ai social, che
da dentro, grazie al tempo trascorso con me stessa. Ci ho
pensato molto: mi ero fermata, ascoltata e così facendo ri-
uscivo a rispondere con le mie matite ad un bisogno forte e
diffuso, in quei mesi così difficili per tutti noi, di leggerez-
za, incoraggiamento, spensieratezza, evasione. Gli amici
mi dicevano questo...
Qual è stata la reazione del suo mondo abituale?
È stata bellissima! I colleghi mi hanno incoraggiata, que-
sto uscire allo scoperto è servito a consolidare i rapporti. I

Mediterraneo e dintorni - 83

Mediterraneo e dintorni - 84

SHE’S INTERESTING

An imaginary and imaginative character, the protago-
nist of delicate sketches that capture the eye, heart and
thoughts. I give you some information on the “she” that appears
in these pages: in reality she does not have a real name yet, even
if an attempt to give her one through social media has been
made ... She is tall and brunette , she wears a red-white striped
dress, she has no nose and no mouth. Particular signs to be at-
tributed to the year of birth, apart from the explicit preference
for images to words, of her designer: 2020, the year of the pan-
demic, of the masks, of the difficulty of communicating, but also
of the widespread and strong desire to go beyond. And “she” can
do it, how and when she wants, because on board a paper boat,
which if necessary becomes an airplane, bicycle, fins or subma-
rine, she travels beyond all borders and barriers. She was born for
this very reason. Rossella Russo is professor at the University of
Calabria, when she drew her “she”, during the first lockdown, she
picked up her pencils and took a big step back in time: she was
about ten years old, and she was spending her most beautiful to
dream of being a stylist, drawing slender and graceful figurines.
“I am for jumping, I have learned that in life you have to jump,
dive. Everything I have that is beautiful ... after all, it was born
from a jump. I’ve always liked drawing, colors and pencils have
always been present in my life. Over time, between the study, the
piano, the work ... my scribbles have always found a place, but
it has always been a private space and growing up this closed
“box” had taken over. Ours is a country where everything can be
packed… do you agree?”.

miei studenti, poi, mi hanno mandato dei feedback mera- Read more
vigliosi, hanno apprezzato e anche tutto il resto è diven-
tato più gradevole. Conservo tutti i loro messaggi. Una,
in particolare, mi ha emozionata molto, confessandomi di
aver messo da parte da tempo la passione per la pittura
a vantaggio dello studio, e di aver deciso di recuperarla
nella sua vita dopo aver visto i miei bozzetti. “Lei mi ha
insegnato che una cosa non esclude l’altra!”, mi ha det-
to. Mi ha emozionata moltissimo, io credo fortemente che
siamo esseri plurali e troppo spesso ci precludiamo da soli
strade, conoscenze, emozioni...
C’è un bozzetto che preferisce?
Credo quello con la macchina da cucire... La Nonna. Die-
tro c’è mia nonna Concetta, intorno a quella sua macchi-
na da cucire ed al rumore dei pedali c’è un pezzo della mia
infanzia. Cuciva per me e le mie bambole bellissimi vestiti.
Il nome... continuiamo a chiamarla “Tipa”?
Beh sì... quando ho lanciato sui social la proposta di tro-
varne uno, sono arrivate talmente tante risposte, che non
ho voluto scontentare nessuno... ormai è un po’ la “Tipa”
di ciascuno...
La “Tipa”... diventerà mai grande?
Lei non è né grande, né piccina... lei rimarrà sempre la
parte bambina che è in ognuno di noi, a contatto con i
sogni, che non sono grandi o piccoli a seconda dell’età...
sono sogni!

Mediterraneo e dintorni - 85

I segreti

femminiledella bellezza

nell’antichità

Mediterraneo e dintorni - 86

SOCIETÀ/SOCIETY

di Lory Cocconcelli

Possiamo considerare la Nefertiti
bellezza, nella sua mu-
tevolezza e nelle sue
molteplici declinazioni,
una debolezza irrinunciabile, la
meraviglia delle meraviglie come
la definì Oscar Wilde? E perché
no! Seppur in modo diverso, tutti
siamo sensibili al bello.
Ogni epoca - e ogni cultura - si è
rispecchiata in un ideale di bel-
lezza, mai univoco e quasi sem-
pre ispirato alla figura femmi-
nile. In realtà sarebbe corretto
parlare di canoni estetici dall’e-
poca classica in avanti - prima di
allora si cercava di rendere piace-
vole l’aspetto fisico senza perse-
guire un vero e proprio “ideale”.
Occorre tenere a mente però che
l’estetica antica esprimeva una
riflessione sul bello il cui concet-
to non corrispondeva a quello at-
tuale, poiché si rispecchiava non
soltanto nella proporzione delle
forme fisiche e nella piacevolez-
za dei tratti ma anche nelle qua-
lità morali della persona. Come
scrisse Platone, Ciò che è bello, è
buono.

Un viaggio tra unguenti, infusi,

profumi e cosmetici del mon-
do antico. - Gli accessori che te-
stimoniano l’utilizzo del trucco
risalgono al 5000 a.C. Si tratta di
spatoline per i belletti, piccole
giare, fialette e tavolozze di pig-
menti.
Antico Egitto - Nel 3000 a.C. il
trucco era appannaggio della
casta sacerdotale. La cosmesi ri-
copriva significati diversi: ritua-
li, magici, funerari e terapeutici.

Mediterraneo e dintorni - 87

La Venere di Milo

Le Cariatidi

Accanto ai prodotti per il tempio, le vene delle tempie sottolineate Uno dei prodotti più utilizza-
in seguito si diffuse l’uso dei co- di azzurro. ti era il cono di profumo posto
smetici anche per la vita quoti- Le unghie venivano colorate sulla testa in modo che potesse
diana. con l’henné e i seni truccati con diffondere la fragranza su capel-
Secondo le testimonianze degli una cipria dorata. Una pesante li e vestiti. Sebbene gli egizi non
archeologi, al tempo di Neferti- parrucca, solitamente riservata avessero canoni estetici definiti,
ti, intorno al 1360 a.C., gli egizi si ai dignitari e alle loro famiglie, attribuirono grande importanza
lavavano con una miscela di ac- ricopriva teste dai capelli con- alla cura e alla pulizia del corpo,
qua e carbonato di calce ed esfo- siderati troppo fini. Un oggetto intimamente collegata alla pu-
liavano il corpo con l’argilla pro- da toletta molto diffuso era lo rezza dello spirito. E questo spie-
veniente dai fanghi del Nilo. Al specchio - risulta che gli spec- ga la costruzione dei bagni nelle
bagno seguiva un massaggio con chi, ovvero superfici di metallo case (di nobili e funzionari e tal-
olio vegetale mischiato a erbe perfettamente lisce, esistessero volta anche di lavoratori).
aromatiche. già dall’Antico Regno. Le antiche Numerosi reperti archeologici
Uno dei primi segreti di bellezza egizie si depilavano utilizzando offrono testimonianza dell’an-
femminile, se vogliamo definirlo creme fatte di “ossa di uccello tico uso dei cosmetici anche
tale, fu una maschera a base di bollite e tritate, sterco di mosca, presso Sumeri, Ittiti, Assiri e
uovo di struzzo sbattuto con lat- succo di sicomoro, gomma e ce- Babilonesi.
te, argilla, olio e farina. Durante triolo scaldati e applicati” (cit. Le Grecia - Mentre nella Grecia
la fase del trucco - che almeno pre-classica il concetto di bellez-
fino all’Antico Regno (2700 a.C. cone d’onguent gage de survie in Bu- za era piuttosto vago, in quella
- 2200 a.C. circa) non variò secon- classica (dal V sec. a.C.) assunse
do il sesso, mentre più tardi si leetin de l’Instut français d’Arche- toni più delineati esprimendosi
distinse nei colori per uomini e ologie Orientale di Nadine Cher- nelle misure, nell’armonia e nel-
donne -, la pelle veniva spalmata pion, 1994). I profumi, dei quali la simmetria di forme morbide
con un fondo tinta di colore gial- fecero largo uso, inizialmente associate a qualità di grazia ed
lo ocra, gli zigomi messi in risal- venivano confezionati con resine equilibrio. Nella Grecia antica,
to con ocra rossa, gli occhi orlati gommose alle quali si univano fino al III a.C. secolo, le donne
dal khol nero (ovvero polvere di schegge di legno aromatico, in utilizzavano unguenti per il cor-
galena derivante da un minerale seguito invece con oli e sostanze po, si spazzolavano i denti ma
a base di solfuro di piombo), le fragranti (cinnamono, cassia e non si truccavano, se non per in-
palpebre dipinte con ombretti e mirra) o floreali (gigli, maggio- dulgere nel disegno a tratto uni-
rana, fiori di henné) ai quali era
aggiunto del vino.

Mediterraneo e dintorni - 88

co delle sopracciglia. In seguito,
con l’importazione di belletti e
profumi da parte di mercanti
egiziani e asiatici, cedettero al
fascino del trucco. Il cosmetico
più diffuso era la biacca (un pig-
mento costituito da carbonato
di piombo) che dava alla pelle
un colore bianco. Per colorare le
guance si utilizzava il rosso del
minio (ossido di piombo di co-
lore arancione) oppure quello
ottenuto dall’alcanna (un’alga
marina), e su ciglia e sopracciglia
veniva passato uno strato di pol-
vere nera di antimonio.
La trasmissione delle ricette
dei segreti bellezza avveniva di
madre in figlia grazie all’opera
di confezionatori che frequen-
tavano gli ingressi dei ginecei,
dove le donne dell’alta società
realizzavano le loro creme. Nel-
la fase decadente ellenistico-ro-
mana, che iniziò con la morte di
Alessandro Magno (323 a.C.) e
terminò con l’inizio dell’impe-
ro di Augusto, anche le donne
delle classi più modeste presero
a truccarsi. Come testimonia la
classica acconciatura “a pieghe”
anche i capelli venivano curati:
colorati, in genere di biondo, e
profumati con la lavanda.
Roma - Dopo che conquistarono
la Grecia (146 a.C.), i Romani as-
similarono le usanze dei greci e
di conseguenza anche i loro ca-
noni estetici. La matrona dell’e-
poca repubblicana (a partire dal
509 a.C.) era rozza come la donna
della Grecia arcaica, ma quella
dell’Impero (a partire dal 29 a.C.)
faceva uso di cosmetici, belletti
e profumi. Lo stereotipo della
bellezza femminile nell’antica
Roma era incentrato su una figu-
ra dell’incarnato chiaro e dalle
forme opulente, che pinguetudi-
ne e dieta pesante non faticavano
a mantenere.
La toeletta della patrizia roma-
na era paragonabile a un vero e
proprio tour de force: si dedicava a

Mediterraneo e dintorni - 89

lunghi bagni (non avendo ancora
fatto comparsa il sapone, si uti-
lizzavano detergenti come creta
finissima o farina di fave), esfo-
liazioni della pelle, depilazio-
ne (con una pasta a base di olio,
pece resina e sostanze caustiche),
massaggi (in genere con olio d’o-
liva), trucco e acconciatura.
I capelli venivano infoltiti con
dei riccioli posticci sovrapposti,
i denti strofinati con polvere di
corno, brufoletti e imperfezioni
nascosti dietro finti nei. Durante
la fase del trucco, il volto veniva

Mosaico della casa di Aion, Paphos, Cipro Oriente - L’architettura delle ter-
me romane ispirò il bagno turco,
Poppea è passata alla storia per nato dall’incontro tra la cultura
i suoi bagni nel latte d’asina; l’ef- Occidentale e quella Orientale.
fetto desiderato era quello di ras- Nel V secolo, tra Fes e Costantino-
sodare e ammorbidire la pelle. poli si contavano migliaia di ba-
Meno nota invece la sua ricetta gni turchi e hammam. Nella luce
per la maschera di bellezza pre- soffusa di quei luoghi, la donna
parata impastando lo stesso latte usava sapone nero per eliminare
a della mollica di pane. le impurità della pelle ed henné
Oltre a paste e infusi vari, otte- bianco per renderla più dorata,
nuti con gli ingredienti più strani oltre a olio di argan e argilla per
(testicoli di toro, api affogate nel ammorbidirla. Le labbra erano
miele, uova di formiche pesta- scurite dall’akar rosso e gli occhi
te, grasso di pecora, burro, fave, contornati con il Khol. Il viaggio
...), un ruolo importante fu svol- tra unguenti, cosmetici e profumi
to dalle Terme, vero e proprio termina qui. “Le donne vogliono
apogeo della cosmesi dell’antica essere belle”, ha affermato il gran-
Roma. de couturier Valentino. Vollero es-
Con il progressivo affermarsi del serlo anche quelle dell’antichità,
Cristianesimo il trucco fu rite- ignorando di utilizzare qualche
nuto peccaminoso e i gesti legati volta sostanze molto pericolose.
all’abbellimento considerati pra-
tiche profane.

schiarito con la nivea cerussa Secrets of female beauty ed in an ideal of beauty, never unique
(una pericolosa pomata deriva- in antiquity and almost always inspired by the female
ta dalla biacca), gli occhi scuriti figure. It would be more correct to speak
dall’antimonio, e guance e labbra Can we consider beauty, in its of aesthetic canons from the classical
tinte con alcanna, succo di more changeability and in its many era onwards; before then people tried to
di gelso oppure sandracca (il forms, an indispensable weakness, the make the physical appearance pleasant
pericoloso solfuro di arsenico). wonder of wonders as Oscar Wilde de- without pursuing a real “ideal”.
Tutto il necessario cosmetico era fined it? Why not! Although in a different
preparato fresco da schiave spe- way, we are all sensitive to beauty. Every Read more
cializzate. era - and every culture - has been reflect-

Mediterraneo e dintorni - 90

Mediterraneo e dintorni - 91

DIARIO/DIARY

DIVADizionario daltonico - seconda parte
di una

D - DOVISHDANE DANUBE di Francesca Romana Tiddi E – EMIRATES’ EXTENSION
Una delle nostre mete più recen- ricco, nel senso Europeo e banca- WAGONS
ti, a me profondamente cara an- rio del termine. I girasoli sono Dubai/Abu Dabi: quattro dive in
che per motivi personali, è stata eserciti sconfinati di pennacchi trasferta per nuovi concerti paz-
la Bulgaria: in una tourneé abba- altissimi e corone dorate, che su- zeschi in luoghi pazzeschi, ed è
stanza folle di sette date in dieci perano i due metri e ti abbraccia- subito sex and the city. Posso esse-
giorni, in tutto il territorio nazio- no inebriandoti di giallo; la natu- re sincera? Al di là del lusso, dei
nale, tra teatri storici e palazzetti ra è potente e rigogliosa e la fa da grattacieli dalle forme più bizza-
dello sport, abbiamo tentato di padrona nei canyon gelati da re, delle fragranze meravigliose
imparare l’ABC cirillico per co- rafting, così come nelle radure as- di sandalo, ambra e altri oli es-
municare con il nostro affettuoso solate delle torride estati conti- senziali, dei centri commerciali
pubblico. Ora a distanza di qual- nentali; i cinghiali pesano tra i faraonici in cui se hanno voglia
che tempo, la lingua bulgara è 300 e i 400 kg e sfamano famiglie
entrata di diritto tra le mie cono- per interi inverni e il siluro del
scenze poliglotte, ma in quella Danubio, carnoso e saporito, no-
tourneé ricordo che imparammo nostante le maldicenze sul pre-
a fatica le parole seguenti: buona- sunto inquinamento, sulla gri-
sera, arrivederci, grazie (che ci si glia non ha eguali; la grappa e il
confondeva col russo “spassiba” vino si producono in casa, si con-
ma era in realtà molto diversa), dividono con ospiti ed estranei in
buonanotte, oh sole mio e peperonci- quantità copiose, perché riscal-
ni piccanti. Viaggiando in lungo e dano corpi ed animi, sciolgono le
in largo tuttavia, altre lezioni ben lingue e perpetrano tradizioni e
più importanti ci sono rimaste ricordi che non muoiono mai.
nel cuore: tutto ciò su cui abbia-
mo posato lo sguardo, dal Danu-
bio al Mar Nero e dal confine
Greco alle cime montuose che
sorvegliano Sofia come vecchie
guerriere rugose e mai stanche,
sa di “abbondanza”, pur trattan-
dosi di un paese sicuramente non

Mediterraneo e dintorni - 92

possono far nevicare in piena F – FOSTER: NORMAN, gettati da Norman Foster, per vo-
estate e ricreare una stazione scii- lere del Presidente Nazarbaev,
stica mentre fuori passeggiano i DAVID O ERIC? seguendo canoni massonici.
cammelli, queste città non sono Quando mi capita di recarmi per “Rossi, non si chiama Foster l’au-
rimaste particolarmente impres- lavoro in un luogo remoto che tore dei migliori pezzi crossover
se nella mia anima vagabonda. non conosco neanche sull’Atlan- che cantiamo anche noi?”… “Si,
Ma una cosa la ricordo con entu- te, non vedo l’ora di leggere noti- ma quello è David Foster”…
siasmo: le quote “diversamente” zie in rete e di andare a curiosare “Cosa ha fatto Eric Forrester di
rosa degli Emirates. Contraria- tra le peculiarità più consigliate. Beautiful?” è il telefono senza fili
mente a ciò che siamo abituati a Non vado tanto a guardare i dati che si instaura tra una fila e l’altra
pensare, molti ruoli lavorativi numerici, quelli per me non han- dell’aereo, perché non siamo se-
sono ricoperti da un esercito di no mai avuto molto senso: la dute vicine ma non possiamo esi-
veli rosa dinamico, determinato, grandezza, l’estensione, il nume- merci dal chiacchierare. Il resto è
volitivo ed indipendente. Scese ro di abitanti, tutte cifre che di so- tutto da scoprire: la città in effetti
dall’aereo ad esempio dobbiamo lito dimentico automaticamente. è molto strana, piattissima, non ci
solo scegliere quale taxi rosa, con Voglio sapere invece se ci sono sono alture in tutta la regione: è
la relativa autista, ci condurrà in leggende particolari legate a fatta di grandi torri, edifici e cen-
albergo. Ma abbiamo molti baga- qualche figura storica, monu- tri commerciali, ma anche di al-
gli e Laura ci ricorda che dovrem- menti di significato per la tradi- trettanti “vuoti”. Si intuisce che è
mo trovare come minimo una zione, storie di eroi e possibil- un luogo in crescita, che sta cer-
“extension wagon”. mente draghi e principesse. O cando la propria identità tra ori,
alieni al massimo va. Quando il vetrate e sculture simboliche,
luogo in questione è probabil- dando nel frattempo bella mo-
mente la città più moderna del stra di un potere economico in
mondo, è un po’ difficile scavare espansione. Ma al di là di tutto
nella sua storia. Così trovo ispira- ciò la Grande Bellezza l’abbiamo
zione in un articolo che parla dei trovata anche qui, sui lineamenti
simboli esoterici nascosti nell’ar- meravigliosamente esotici dei
chitettura futuristica di Astana, giovani e delle giovani asiatiche,
la capitale del Kazakistan. Du- nei loro costumi tradizionali, in-
rante un lungo volo che attraver- dossati per la Festa Nazionale il
sa mezza Europa sopra il nulla, giorno del gran concerto, e
scopro che alcuni edifici emble- nell’ipnotico roteare delle vesti
matici della città sono stati pro- durante la danza dei Dervisci.

COLORBLIND
DICTIONARY OF A DIVA

One of ours last destinations, so
dear to me for personal reasons,
has been Bulgaria: during a foolish
tourneé of 7 concerts in 10 days trav-
elling for the whole national territory,
we’ve tried to learn the basis of cirillic, for
communicating with our affectionate
audience. At the moment Bulgarian is
for me like a second language ...

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Mediterraneo e dintorni - 93

VITE PAZZESCHE/CRAZY LIFE

di Laura Saccani, Roberta Guerrera, Giada Parlanti ed Elisa Bongiovanni

Racconti di donne
straordinarie

Laura Conti

Udine, 31 marzo 1921 - Milano, 25 maggio 1993

L’ambientalismo di Laura Conti aveva una com- Laura Conti
ponente antica, una componente di forte Udine, March 31, 1921 - Milan, May 25, 1993
umanità che affondava le sue radici nell’espe-
rienza della Resistenza. Laura Conti è stata una divul- Laura Conti’s environmentalism had an ancient
gatrice infaticabile. Le piaceva ripetere: component, a strong humanity component that
“Non sono una scienziata, ma una studiosa dei proble- had its roots in the experience of the Resistance. Lau-
mi ecologici. Pur trovando affascinante lo studio, pen- ra Conti was an indefatigable popularizer. She liked to
so che sia importante anche agire ed operare. Per que- repeat: “I am not a scientist, but a scholar of ecological
sto motivo ho deciso di fare politica: non basta studiare, problems. While I find the study fascinating, I think it is
bisogna anche darsi da fare”. also important to act and operate. For this reason I de-
Disastro di Seveso - Il 10 luglio 1976 dall’Icmesa, una cided to go into politics: studying is not enough, we must
fabbrica a nord di Milano, esce una nube tossica con- also get busy ”. Seveso disaster - On July 10, 1976, a toxic
tenente molti chili di diossina, una sostanza allora cloud containing many kilos of dioxin, a substance almost
quasi sconosciuta, che ricade sul centro abitato. Laura unknown at the time, comes out of the Icmesa, a factory
Conti è all’epoca consigliere regionale e non rispar- in north of Milan, and falls on the inhabited center. Laura
mia il suo aiuto e la sua vicinanza agli abitanti di Se- Conti was regional councilor at the time and did not spare
veso. her help and her closeness to the inhabitants of Seveso.
Con le pubblicazioni “Visto da Seveso” e “Una lepre
con la faccia di bambina” la popolarità di Laura Conti Read more
varca i confini nazionali. Il 24 giugno 1982, Bruxelles
approva la direttiva sui rischi di incidenti connessi
con determinate attività industriali che verrà battez-
zata “Direttiva Seveso”.
Nel 1986 le viene conferito il Premio Minerva per il
suo percorso scientifico e culturale.

Mediterraneo e dintorni - 94

“Siamo donne di spettacolo.
Il format Vite Pazzesche
è nato per mantenere un
rapporto con il nostro
pubblico anche durante
la chiusura dei teatri.
Proponiamo la nostra arte in
streaming pure per le scuole
in attesa di tornare presto
sulla scena reale”

Radhia Haddad

Tunisi, 17 marzo 1922 - Cartagine, 20 ottobre 2003

Nata in una famiglia di intellettuali della bor- Radhia Haddad,
ghesia tunisina, figlia di Salah Ben Ammar, Tunis, March 17, 1922 - Carthage, October 20, 2003
ha compiuto i primi studi di francese alla
scuola di Franceville. All’etá di dodici anni fu co- Born into a family of Tunisian bourgeois intellectu-
stretta a lasciare gli studi. Più avanti scrisse di quanto als, daughter of Salah Ben Ammar, she completed
la famiglia favorisse l’educazione dei figli maschi, la- her first French studies at the French school of Franceville.
mentandosi che: “Nessun sacrificio era ritenuto trop- At the age of twelve she was forced by her parents to leave
po grande per facilitare gli studi dei miei fratelli”. Lei her studies, after having obtained the elementary school
tuttavia, proseguì gli studi di arabo in casa imparan- diploma. He later wrote about her family and how the
do molto anche dal fratello, il politico e attivista dei family encouraged the education of their sons, complain-
diritti umani Hassib Ben Ammar, con il quale spesso ing that “no sacrifice was considered too great to facilitate
discuteva e dibatteva leggendo i suoi libri universita- my brothers’ studies.” However, she continued her Arabic
ri. Si unì all’Unione delle donne musulmane della studies at home while also learning a lot from her brother,
Tunisia, fondata da Bchira Ben Mrad, e partecipò al the politician and human rights activist Hassib Ben Am-
movimento nazionale assistendo i tunisini contro il mar, with whom she often discussed and debated reading
protettorato francese. Nel 1946, suo suocero, impe- his university books.
gnato in politica, la invitò a partecipare a una riunio-
ne tenutasi nella loro casa, alla quale parteciparono Read more
due membri del Neo-Destour, Salah Ben Youssef e Al-
lala Belhaouane. Dopo aver partecipato a questo in-
contro, con il consenso dei suoi uomini più vicini
(suo suocero e suo marito), decise di rimuovere il velo
avendo la certezza che nessuno avrebbe avuto nulla
in contrario. Nel 1947 fondò l’organizzazione femmi-
nile Les Amies des Scouts e dopo l’indipendenza della
Tunisia divenne una delle prime donne parlamentari
del mondo arabo.

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SATIRA E DINTORNI GIANFRANCO COLELLA
“Vignettista per passione, amo l’arte in ogni
“Dove non arriva la spada della legge, sua forma. Le vignette che realizzo sono
là giunge la frusta della satira” semplici momenti di svago e leggerezza, la
(A.S. Pushkin) lettura in chiave ironica di avvenimenti che
quotidianamente incrociano e condizionano
la nostra esistenza. Mi trovate anche su
SatiLeaks https://satileaks.altervista.org/”

Mediterraneo e dintorni - 96




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