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Mediterraneo e dintorni mensile di Arte - Cultura - Eventi - Turismo - Società

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Published by Mediano Editore, 2020-12-11 02:57:14

Luglio 2019

Mediterraneo e dintorni mensile di Arte - Cultura - Eventi - Turismo - Società

PAESAGGI/LANDSCAPE

Portogallo d’autore
di Luís Lopes

Alto de São Bento è un luogo straordinario a pochi chilometri dal centro della città. Conside-
rato patrimonio naturale dall’enorme massiccio granitico, dalla flora preziosa e dalla rilevanza
storica, è senza dubbio il punto di vista naturale più ammirevole della città di Évora.

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L’antica Lusitania, lembo
sud-occidentale d’Eu-
ropa, è un luogo mera-
viglioso affacciato sull’Oceano
Atlantico, un tempo ritenuto il
limite del mondo conosciuto ma
anche lo stimolo ai descobrimen-
tos, ossia l’epoca delle scoperte
geografiche che proprio qui tro-
varono grande impulso. La parte
costiera, che copre circa 850 chi-
lometri, può essere intesa come
un’unica grande riserva naturale
ed è caratterizzata dalla varietà
paesaggistica: a volte bassa e sab-
biosa, a volte promontori rocciosi
con insenature a strapiombo sul
mare. Ed è proprio la zona co-
stiera a rappresentare l’elemento
identitario e culturale del Paese,
tant’è che un detto portoghe-
se afferma: “La terra ci divide
dall’Europa, alla quale invece ci
unisce il mare”. In realtà anche
l’entroterra offre suggestioni con
le sue ampie pianure, il suo pae-
saggio segnato da ulivi, vigne e

Portimão views. Anche qui sono presenti magnifici paesaggi. Ho idealizzato questa immagine nella mia mente per molto tempo. Ogni volta che sono
passato lungo la strada, osservando questo posto, ho immaginato questa composizione. Questa estate ho avuto l’opportunità di materializzare questo
scatto con i bellissimi colori del tramonto

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Beautiful spring. Alentejo ha paesaggi incredibili, uno dei luoghi più ricchi da fotografare del
Portogallo. Non delude mai e più viaggio attraverso l’Alentejo e più trovo posti incredibili

Algar de Benagil. Avevo in animo di
visitare questo posto da tanto tempo e questa
estate ho avuto l’opportunità di farlo. Questa

foto rappresenta una delle mie più grandi
sfide a causa dell’elevato numero di turisti che

si trovano all’interno della grotta, tutti presi
a scattare selfie. Questo posto è accessibile

solo a nuoto o in barca: io ho scelto di nuotare
e correre il rischio, portando l’attrezzatura
di poco valore con una barca per soli 7 €
(all’interno di una borsa impermeabile).
In una selezione tra 65 foto, sono riuscito a
rimuovere tutte le persone, ad esclusione di

questa coppia che è rimasta in una delle tante
esposizioni ed ha aiutato nella composizione

Portugal in author’s shots pes: sometimes low and sandy, someti- ms and villages with white houses and
mes rocky headlands with inlets over- from the blue windows that shine in the
The ancient Lusitania, the south-we- looking the sea. And it is precisely the sun of this border land. Every corner of
stern part of Europe, is a wonderful coastal area that represents the identity this country is full of poetry and natural
place overlooking the Atlantic Ocean, and cultural element of the country, so beauty. The climate is pleasant, a little
once considered the limit of the known much so that a Portuguese saying states: mediterranean and a bit oceanic, with
world but also the stimulus to the desco- “The earth divides us from Europe, to the Atlantic tempering the hot summer
brimentos, that is the era of geographical which instead the sea unites us”. In fact, evenings. Whether it’s the city-museum
discoveries that right here found a great even the hinterland offers suggestions of Évora or the crowded Portimao, in the
impulse. The coastal area, which covers with its wide plains, its landscape mar- southern region of the Algarve; whether
about 850 kilometers, can be understood ked by olive trees, vineyards and wheat, it is the tranquil Alentejo, with its en-
as a single large nature reserve and is its forests and hills that connect with the chanting rural landscapes, or the evoca-
characterized by the variety of landsca- Spanish highlands: beautiful cities, far- tive Church of Our Lady of Alcamé; that

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The shipwrecked. Il naufragio | Lagoa de Obidos - Questa laguna è
un posto davvero speciale perché rappresenta una barriera naturale che

separa l’Oceano Atlantico e il bioma marino dall’ecosistema fluviale
di Foz do Arelho formato da dune laterali e ha anche un collegamento

con il mare attraverso un canale intermittente.Dopo una giornata
trascorsa passeggiando nella laguna ho visto questa barca affondata che
ha suscitato il mio interesse e non sono partito senza prima immortalare

questo momento

Beacon light. Uno dei posti che amo di più in Portogallo. Normalmente associo
questo posto ai miei migliori momenti trascorsi in estate con amici e familiari

grano, le sue foreste e le sue col-
line che si raccordano con gli alti-
piani spagnoli: belle città, fattorie
e borghi dalle case bianche e dai
serramenti blu che splendono al
sole di questa terra di confine.
Ogni angolo di questo Paese è
carico di poesia e di naturale bel-
lezza. Il clima è gradevole, un po’
mediterraneo e un po’ oceanico,
con l’Atlantico che provvede a
temperare le calde sere estive.
Che sia la città-museo di Évora
o l’affollata marina di Porti-
mao, nella regione meridionale
dell’Algarve; che sia il tranquillo
Alentejo, con i suoi incantevoli
paesaggi campestri, o la sugge-

Pier to life. Un molo da vivere
Carrasqueira. Questo meraviglioso molo di
palafitte è uno dei migliori posti in Portogallo
per scattare. Si tratta di una rete galleggiante
unica e straordinaria utilizzata dai pescatori
per ancorare le loro barche. Questi moli sono
realizzati in legno, il che rende questo posto

unico, tra i pochi rimasti al mondo

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Ermida de Nossa Senhora de Alcamé - La chiesa di “Nossa Senhora de Alcamé” fu costruita nel 1746. Questa chiesa fu costruita per fare in modo che
gli agricoltori potessero partecipare alla Messa nei giorni festivi, dal momento che non era possibile per loro raggiungere la parrocchia più vicina, e allo
stesso tempo permettere loro di alloggiarvi ogni qual volta le alluvioni avessero bruscamente colpito le terre di Lezírias.

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it is the exciting scenery of the port of the desire to bring you to the place, to
Carrasqueira, with its piers supported give you a taste of the natural and cul-
by stilts that extend towards the hori- tural heritage of a country rich in fertile
zon, or the rocks along the spectacular lands and sea, which has a lot to offer
Peniche peninsula overlooking the oce- and presents excellent places to visit and
an: everything contributes to defining to know. Without neglecting the excel-
the beauty in a wonderful way of the lent gastronomy and the proverbial affa-
Portuguese landscape. These shots have bility and hospitality of its people.

stiva Chiesa di Nostra Signora Mi chiamo Luís Lopez, sono nato nel 1981 a Leiria,
di Alcamé; che sia l’emozionante in Portogallo, e di professione sono un ingegnere
scenario del porto di Carrasquei- meccanico. Fin dall’infanzia ho vissuto a contatto con
ra, con i suoi pontili sorretti da la natura ricercando il mio punto di equilibrio e sfrut-
palafitte che si inoltrano verso tando appieno la tranquillità, il silenzio e le forti emo-
l’orizzonte, o gli scogli lungo la zioni che la natura mi genera. Tra premi nazionali e
spettacolare penisola di Peniche pubblicazioni su riviste internazionali, trascorro molto
a picco sull’Oceano: tutto contri- del mio tempo tra montaggio e pianificazione delle
buisce a definire in modo mirabi- mie prossime avventure fotografiche. Nel mio ruolo
le la bellezza del paesaggio por- di esploratore della natura ed avventuriero mi piace
toghese. Questi scatti fotografici conoscere nuovi paesi. Così facendo, ho il meglio dei
hanno il desiderio di portavi sul due mondi, posso dare spazio alla mia creatività e allo
posto, regalarvi un assaggio del stesso tempo condividere con il mondo le immagini
patrimonio naturalistico e cultu- e le emozioni che cerco di veicolare attraverso la fo-
rale di un paese ricco di terre fer- tografia.
tili e di mare, che ha molto da of- www.luislopesphotography.com
frire e presenta luoghi eccellenti https://www.instagram.com/luislopesphotography/
da visitare e da conoscere. Senza https://www.facebook.com/luislopesphotographer/
trascurare l’ottima gastronomia https://500px.com/luispslopes
e la proverbiale affabilità e ospi-
talità della sua gente.

Nau dos Corcos. Peniche. Cabo Carvoeiro si trova nel punto più occidentale della penisola di Peniche, nel Comune di Peniche.
Di fronte, si può ammirare l’arcipelago delle Berlengas, integrato in una riserva naturale terrestre e marina.

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SOCIETÀ/Society

Nei secoli fedele

Il 13 luglio 1814 nasceva il corpo dei Carabinieri

di Emilio Tripodi a Torino dopo un periodo passa- Giuseppe Thaon di Revel, chia-
to in sostanziale esilio a Cagliari mato a ricoprire la più alta carica
La coccarda azzurra dei poiché il territorio continentale del Corpo il 13 agosto 1814. Dopo
Savoia posta sul cap- del Regno di Sardegna era stato appena un anno dalla loro isti-
pello alto a due punte, occupato dalle truppe napoleo- tuzione ricevettero il battesimo
usato in origine, è il se- niche, emanò la legge reale del del fuoco in azione di guerra, il
gno distintivo della fondazione 13 luglio 1814 - le “Regie Patenti” 6 luglio 1815 a Grenoble, dando
reale dei Carabinieri, avvenuta – con la quale fu istituito il
a Torino per volontà di Vittorio Corpo dei Carabinieri Re-
Emanuele I. Da sempre essi rap- ali, costituito da militari
presentano il corpo di pubblica “per buona condotta e sa-
sicurezza più amato dalla gente, viezza distinti […] special-
svolgendo compiti civili, di con- mente incaricati di vigilare
trollo dell’ordine pubblico ma alla conservazione della
anche mansioni militari nella di- pubblica e privata sicurez-
fesa della patria e come polizia za”.
militare: un fondamentale com- Da un punto di vista pret-
pito istituzionale esercitato al tamente militare si tratta-
fianco dei cittadini, in ogni singo- va di un corpo di fanteria
lo angolo del Paese, anche il più leggera (con una compo-
remoto. nente di cavalleria), e dun-
Per conoscere bene le origini que più prestigioso rispet-
dell’Arma dei Carabinieri biso- to ad un corpo di fanteria
gna fare un passo indietro nel di linea; il primo personale
tempo, un salto nei primi anni arruolato fu, infatti, se-
del XIX secolo. Nel 1814, Austria, lezionato nell’eccellenza
Prussia e Russia costrinsero Na- dei reparti piemontesi,
poleone Bonaparte ed abdicare perciò venne considerato
dopo averlo battuto sul campo; un corpo d’élite. Il loro pri-
nel clima della Restaurazione mo generale fu il nizzardo
dell’intero territorio, Vittorio
Emanuele I di Savoia, al rientro

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Vittorio Emanuele I di Savoia Giuseppe Alessandro Thaon di Revel e For ever faithful
Sant’Andrea, il primo comandante generale The Carabinieri Corps
was born on 13 July 1814
del corpo dei Carabinieri
To get to know the origins of the Ca-
inizio alla loro tradizione di vir- proprio l’Arma dei Carabinie- rabinieri, one needs to jump in the
tù militari e, in quell’occasione, ri ad essere impegnata in molte early nineteenth century: in the clima-
contribuendo alla resa dei fran- azioni, protagonista indiscussa te of the Restoration, Vittorio Emanue-
cesi. Quarant’anni dopo, inve- nelle guerre che definirono il Ri- le I of Savoy, returning to Turin after
ce, avvenne il famoso episodio sorgimento. Con il compimento a period spent in substantial exile in
narrato e tramandato come “la dell’unità nazionale i Carabinie- Cagliari since the continental terri-
prova del fuoco”: si riferisce alla ri Reali diventarono “Arma” del tory of The Kingdom of Sardinia had
guerra in Crimea del 1855. Vit- Regio Esercito l’8 maggio 1861, been occupied by Napoleon Bonapar-
torio Emanuele II vi inviò – su raggiungendo il rango delle sud- te’s troops, issued the royal law of 13
pressione di Cavour e al fianco di divisioni principali come fante- July 1814 - the “Royal Patents” - with
inglesi, francesi e turchi – 18.058 ria, artiglieria, cavalleria, e dive- which the Corps of Royal Carabinieri,
uomini, di cui 70 carabinieri con nendo componente effettiva del a military unit with police duties, was
5 ufficiali al comando del capita- Regio Esercito dell’Italia unita. established. The first staff recruited
no Emanuele Trotti. Aloro furono L’appellativo “Arma” in realtà was selected for the excellence of the
affidati delicati compiti di scorta, era già più volte indicato, anche Piedmontese units, therefore it was
guida e polizia civile e militare. Il se nel significato di “milizia”, considered an elite corps. Their first
16 agosto i reparti sardi e quelli “forza armata”; il termine di- general was Giuseppe Thaon of Revel,
dei Carabinieri opposero una re- venterà ufficiale nel 1873. I colori of Nice, called to hold the highest office
sistenza insormontabile per il ne- del pennacchio, lo scarlatto ed il of the Corps on 13 August 1814. On 25
mico e conquistarono lo Zig-Zag, turchino, vennero invece adottati June 1833, by decree of King Charles
l’avamposto oltre la Cernaia. già il 25 giugno 1833 con decreto Albert of Savoy, the colors of the plume
Nel periodo risorgimentale fu del re Carlo Alberto di Savoia. were adopted: the scarlet and the blue.
There is a particular episode, narrated
and handed down as “the test of fire”,
which represents the baptism in com-
bat of the Corps: it refers to the war in
Crimea of 1855. Vittorio Emanuele
II sent - under pressure from Cavour
and alongside English , French and
Turkish - 18,058 men, of which 70
Carabinieri with 5 officers under the
command of Captain Emanuele Trot-
ti. They were entrusted with delicate
escort duties, guidance and civil and
military police. On 16 August the Sar-
dinian and Carabinieri units opposed
an insurmountable resistance for the
enemy and conquered the Zig-Zag,
the outpost beyond the Cernaia. In the
Risorgimento period it was the Carabi-
nieri Corps that was the protagonist of
many actions. With the completion of
the national unit the Royal Carabinieri
became the “Corps” of the Royal Army
on 8 May 1861. In 1914, on the occa-

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La battaglia di Grenoble Nel 1914, in occasione del primo
Bozzetto di prima uniforme da carabiniere reale, determinazioni 9 agosto 1814 centenario della nascita, il capita-
no Cenisio Fusi ideò il motto che
identifica i Carabinieri: “Nei se-
coli fedele”. Fino ad allora ve n’e-
ra un altro: “Usi obbedir tacendo
e tacendo morir”, tratto dal poe-
ma La Rassegna di Novara di Co-
stantino Nigra. Il 5 giugno 1920
la Bandiera dei Carabinieri viene
insignita della prima Medaglia
d’oro al Valor Militare a motivo
del contributo offerto nel primo
conflitto mondiale: proprio in
ricordo di questo avvenimento
ogni anno, il 5 giugno, si svolge la
Festa dell’Arma.
I Carabinieri furono ampiamente
impiegati anche nel periodo co-
loniale, in Etiopia, Libia, Grecia,
Albania, e durante la seconda
guerra mondiale. Dopo l’armisti-
zio di Cassibile, diversi reparti si
unirono alla resistenza italiana e
presero parte alla guerra di libe-
razione; particolarmente nota è
la figura del vice brigadiere Salvo
D’Acquisto, che morì a Torre di
Palidoro, vicino a Roma, il 23 set-
tembre del 1943, ucciso dai tede-
schi per rappresaglia dopo essersi
autoaccusato, benché innocente,
per salvare ventidue condannati
a morte a seguito di un presun-
to attentato avvenuto in quella
località a danno di due militari
tedeschi. Nel 1983 la Chiesa Cat-
tolica ha aperto la causa di cano-
nizzazione e ad oggi D’Acquisto
è Servo di Dio. Circa 2700 cara-

carabina 1814

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Motto creato nel 1814 dal Capitano Cenisio Fusi in occasione del primo centenario dell’Arma dei sion of the first centenary of his
Carabinieri, e divenuto contrassegno antonomastico dell’Istituzione birth, Captain Cenisio Fusi devi-
sed the motto that identifies the
Carabinieri: “For ever faithful”.
Until then there was another one:
“We are used to obeying silence
and to die silent”, taken from the
poem La Rassegna di Novara by
Costantino Nigra. On June 5,
1920 the Carabinieri Flag was
awarded the first Gold Medal
for Military Valor because of the
contribution offered in the First
World War: and it is precisely in
memory of this day and this event
that every year, on June 5, carries
out the celebration of the Corps.
The Carabinieri were widely em-
ployed also in the colonial period
(in Ethiopia, Libya, Greece, Alba-
nia), during the second world war
and, after the armistice of Cassibi-
le, several departments took part
in the war of liberation; particu-
larly noteworthy is the figure of
the deputy sergeant Salvo D’Ac-
quisto, who died in Torre di Pa-
lidoro, near Rome, on September
23, 1943, killed by the Germans
in retaliation after having accu-
sed himself, although innocent, to
save twenty-two sentenced to de-

La battaglia in Crimea

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binieri subirono la deportazione Salvo D’Acquisto fino all’anno 2000 i Carabinieri
a vario titolo per essersi rifiutati sono stati infatti parte integran-
di soggiacere alle disposizioni adeguato contrasto alla crimi- te dell’Esercito. Tutto questo ha
delle forze militari nazi-fasciste, nalità organizzata, viene creato consentito la partecipazione alle
soprattutto dopo l’8 settembre il Raggruppamento Operativo missioni militari italiane all’este-
1943. Dieci carabinieri figurano, Speciale, che contribuisce alla ro non più esclusivamente con
inoltre, tra le vittime dell’eccidio cattura di diversi boss mafiosi. funzioni di polizia militare.
delle Fosse Ardeatine. Nel 2000 avviene l’elevamento al Nel 2004 il reparto d’élite Grup-
L’Arma dei Carabinieri, così rango di forza armata autonoma; po Intervento Speciale entra a far
come oggi è conosciuta e deno- parte delle forze speciali italiane.
minata, è nata il 18 giugno 1946 Nel 2016, si ha l’ultima operazio-
ed è parte integrante delle forze ne di assestamento dell’Arma
di polizia italiane, svolgendo sia con l’assorbimento del Corpo
compiti tipici delle forze armate forestale dello Stato. Dal primo
sia quelli di servizio permanente gennaio 2017 (con esclusione
di pubblica sicurezza. Al vertice dei Corpi Forestali delle cinque
dell’istituzione vi è un Coman- regioni a statuto speciale) nasce
dante generale con il grado di il Comando unità per la tutela
Generale di Corpo d’Armata. forestale, ambientale e agroali-
Il rinnovamento della struttura mentare alle dipendenze del Mi-
organizzativa si ha nel 1974 con nistero delle Politiche Agricole e
la nascita del nucleo speciale an- Forestali.
titerrorismo, e nel 1978 col primo Si ringrazia per la collaborazione e le
reparto di forze speciali italiane, immagini il Museo Storico dei Cara-
il Gruppo di Intervento Speciale. binieri di Roma
Negli anni successivi, per un più

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ll Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri si trova a Roma in Piazza del Risorgimento, 46. ath. The Corps, as it is known today,
È aperto al pubblico dal martedì alla domenica, dalle ore 9.00 alle 13.00. was born on June 18, 1946 and is an
Giorni di chiusura: Lunedì, 1 gennaio, 6 gennaio, Pasqua e lunedì dell’Angelo, 1 maggio, 15 integral part of the Italian police force,
agosto, 1 novembre, 8 dicembre, 25 e 26 dicembre. L’ingresso è libero. performing both tasks typical of the
Si organizzano visite guidate. Contatti: tel. 06 6896696 armed forces and those of permanent
public security service. In recent de-
cades it has integrated its structure by
creating the Special Anti-Terrorism
Unit, the Special Intervention Group,
the Special Operational Grouping.
Until 2000 he returned to the Army;
after this date the elevation to the rank
of autonomous armed force takes pla-
ce. This allowed participation in Ita-
lian military missions abroad no lon-
ger exclusively with military police
functions.

L’Arma ha una duplice natura: di forza armata e di forza di polizia. Per le due funzioni dipende, rispettivamente, dal
Capo di stato maggiore della Difesa e dal Ministero dell’Interno. In ragione della sua peculiare connotazione di forza di
polizia ad ordinamento militare e competenza generale, le sono affidati numerosi compiti regolamentati anche dal codice
dell’ordinamento militare:
- concorre alla difesa integrata del territorio nazionale;
- partecipa alle operazioni militari in Italia e all’estero;
-svolge funzioni di polizia militare, in esclusiva per l’Esercito, la Marina e l’Aeronautica;
- partecipa ad operazioni di polizia militare all’estero, sulla base di accordi e mandati internazionali, concorre alla

ricostituzione dei corpi di polizia locali nelle aree di presenza delle forze armate in missioni di supporto alla pace;
- ha esercizio esclusivo delle funzioni di organo di sicurezza per l’Esercito, per la Marina Militare e per l’Aeronautica

Militare e di polizia militare alle dipendenze degli organi della giustizia militare;
- svolge funzioni di sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane ivi compresa quella degli uffici

degli addetti militari all’estero;
- svolge funzioni di polizia giudiziaria e di sicurezza pubblica;
- si occupa del mantenimento dell’ordine pubblico e di protezione civile;
- svolge servizi presso gli uffici giudiziari, presso la Presidenza della Repubblica;
- compiti internazionali: peacekeeping: l’Arma è la forza di polizia italiana per la Forza di gendarmeria europea, e

partecipa alle missioni internazionali con l’unità specializzata multinazionale;
- contribuisce ai servizi di polizia stradale sulla viabilità ordinaria oltre che servizi di frontiera.

Adunata corazzieri

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STORIA/HISTORY

Gli acquedotti romani
di Maria Grazia Cinti - archeologa
i censori incaricati di sovrintenderne la costruzione
Parlando di città antiche quasi sempre si pen- erano Appio Claudio Crasso, soprannominato “Cie-
sa a grandi monumenti, a templi maestosi e co” poiché perse la vista da adulto, e Gaio Plauzio
a strade basolate, ma ci si dimentica di un’in- Venoce, chiamato “Cacciatore” perché fu colui che
frastruttura fondamentale e necessaria per materialmente trovò le sorgenti. Plauzio, tuttavia,
il buon funzionamento di ogni agglomerato urbano: fu ingannato dal collega, che rimase in carica anche
l’acquedotto. La maggior parte delle notizie che ab- dopo la fine del mandato, facendo sì che l’acquedotto
biamo su queste costruzioni si deve a un trattato scrit- avesse solo il suo nome; anche l’omonima via è prota-
to da Frontino, che era il curator aquarum (una sorta gonista di un intrigo simile a questo. Pochi anni dopo
di sovrintendente dell’approvvigionamento idrico e fu costruito l’Anio Vetus (272 a.C.), chiamato così per-
della gestione stessa degli acquedotti) sotto l’impera- ché prendeva le acque direttamente dal fiume Anie-
tore Nerva. A Roma sono documentati ben 11 acque- ne, anche se ancora non è chiaro esattamente il punto
dotti antichi: l’Aqua Appia, l’Anio Vetus, l’Aqua Marcia in cui venivano captate. Evidentemente, però, questi
e l’Aqua Tepula, costruiti in età repubblicana; l’Aqua due acquedotti non bastavano più, perché nel 144
Iulia, l’Aqua Virgo, l’Aqua Alsietina, l’Aqua Claudia, a.C. venne costruita l’Aqua Marcia, dal nome del suo
l’Anio Novus, l’Aqua Traiana e l’Aqua Alexandrina, edi- costruttore: Quinto Marcio Re. La leggenda vuole che
ficati invece in epoca imperiale. Il primo acquedotto Nerone un’estate si volle fare il bagno nelle sue sor-
costruito a Roma, nel 312 a.C., fu, appunto, l’Aqua genti e per quanto l’acqua fosse fredda quasi perse i
Appia, intorno al quale esiste un curioso aneddoto:

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sensi. Per capire i motivi di questa
nuova costruzione bisogna certo
considerare che Roma era in con-
tinua espansione e necessitava di
una quantità sempre maggiore
d’acqua, ma le ragioni principali
erano il deterioramento delle pre-
cedenti infrastrutture e soprattut-
to il fatto che questi acquedotti
erano stati intercettati da cittadini
privati, che ne usavano illegal-
mente le acque.
Proprio sull’Aqua Marcia venne-
ro sovrapposte, per lungo tratto,

Parco degli Acquedotti

Roman aqueducts Schema delle
sovrapposizioni degli
When we speak about ancient cities, acquedotti (disegno grafico
we, almost always, think about di Federico Perreca)
big monuments, huge temples and
basolate roads, but we forget a funda- Area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme. Resti dell’Aqua Claudia e dell’Anio Novus
mental infrastructure, necessary for (che correva sovrapposto al Claudio), inglobati nelle mura aureliane
the good functioning of every urban
agglomeration: the aqueduct. The
most important information we have
about those buildings are thanks to a
treaty, wrote by Frontinus, who was
the curator aquarum (a kind of supe-
rintendent of the hydric supply and of
the management of the aqueducts) un-
der emperor Nerva.
In Rome are documented 11 ancient
aqueducts: the Aqua Appia, the Anio
Vetus, the Aqua Marcia and the Aqua
Tepula, belonging to the republican
age; the Aqua Iulia, the Aqua Virgo,
the Aqua Alsietina, the Aqua Claudia,
the Anio Novus, the Aqua Traiana and
the Aqua Alexandrina, dated to the
imperial age. The first aqueduct built
in Rome, in 312 BC, was, indeed, the
Aqua Appia, around which exists a cu-
rious anecdote: the responsible censors
to superintend the construction were
Appio Claudio Crasso, nicknamed
“The blind” because he lost his sight,
and Gaio Plauzio Venoce, dubbed
“The hunter”, because he physically
found the springs. Plauzio, however,
was deceived by his colleague, who
remained in charge even after the end
of the mandate, making the aqueduct
have only his name; also the “Appia”
road is protagonist of a similar intri-
gue. A few years later was built the
Anio Vetus (272 BC), called that be-
cause it took the waters directly from
the Aniene river, even if it’s still not
clear exactly the point where they were
kept. These two aqueducts probably

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were not enough, because in 144 BC te citizens, who unlawfully used their After Augustus’ rise to power, thanks
was built the Aqua Marcia, from the waters. Above the Aqua Marcia were also to the building of numerous public
name of its builder: Quinto Marcio Re. overlapped, for a long tract, the Aqua baths, it was necessary to bring more
The legend says that emperor Nero, one Tepula (125 BC), called in this way be- water into the city and it was built the
summer, wanted to swim in its springs cause it had a higher temperature com- Aqua Virgo (19 BC), which supplies
and because of the very low temperatu- pared to the others, and the Aqua Iulia also the Trevi fountain. The name co-
re of the water he almost fainted. (33 BC). These aqueducts ran, for a lar- mes from a legend: the spring, in fact,
To understand the reasons of this new ge part, parallel to the Aqua Claudia, to was found by a girl, who showed it to
building we obviously have to take into which was overlapped the Anio Novus some thirsty soldiers.
consideration that Rome was in conti- (the building of these last two began in During the construction of the new
nuous expansion and it needed a quan- AD 38 and ended in AD 52); the qua- palace for “La Rinascente”, in Via del
tity of water always increasing, but the drangle formed around Tor Fiscale, in Tritone, emerged huge remaining of
main reasons were the deterioration which also runs the Felice aqueduct, this aqueduct; today is visible for free
of the more ancient infrastructures built by the Pope in 1585, was the place for anyone who comes into the store. To
and especially the fact that those aque- where the Goths, guided by Vitige, in the same emperor dates the Aqua Alsie-
ducts were often intercepted by priva- AD 537, encamped. tina (2 BC), built to fill the Naumachia

Area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme. Resti dell’Aqua Claudia e dell’Anio Novus (che correva sovrapposto al Claudio), inglobati nelle mura
aureliane

l’Aqua Tepula (125 a.C.), chiamata d.C.); il quadrilatero che si formò fu necessario portare più acqua
così perché aveva una temperatu- nei pressi di Tor Fiscale, in cui cor- in città e si costruì l’Aqua Virgo
ra molto più calda rispetto a tut- re anche l’acquedotto Felice, vo- (19 a.C.), che alimenta anche la
te le altre, e l’Aqua Iulia (33 a.C.). luto dal Papa nel 1585, fu il luogo Fontana di Trevi. Il nome deriva
Questi acquedotti correvano in in cui si accamparono i Goti, gui- da una leggenda: la sorgente, in-
parte parallele all’Aqua Claudia, dati da Vitige, nel 537 d.C. fatti, fu ritrovata da una fanciulla,
a cui si sovrappose l’Anio Novus Dopo la salita a potere di Augu- che la mostrò ad alcuni soldati in
(questi ultimi due furono inizia- sto, grazie anche alla costruzione cerca d’acqua. Durante la costru-
ti nel 38 d.C. e inaugurati nel 52 di numerose terme pubbliche, zione del nuovo palazzo per La

Mediterraneo e dintorni - 65

Rinascente, in Via del Tritone,
sono emersi dei resti cospicui
proprio di questo acquedotto;
oggi è visibile gratuitamente per
chiunque entri nel negozio. Alla
volontà dello stesso imperatore
si riconduce l’Aqua Alsietina (2
a.C.), costruita per riempire la
Naumachia di Trastevere, un ba-
cino idrico per riprodurre le gran-
di battaglie navali della storia.
La Naumachia doveva avere un
canale di raccordo con il Tevere,
per permettere l’accesso alle navi,
e un isolotto al centro del bacino,
per rendere gli spettacoli più re-
alistici possibile. Circa un secolo
dopo si rese necessaria la costru-

Area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme. Resti dell’Aqua Claudia e dell’Anio Novus
(che correva sovrapposto al Claudio), inglobati nelle mura aureliane

zione di un nuovo acquedotto per
alimentare la zona di Trastevere,
che altrimenti era fornita solo de-
gli scarti dell’Alsietina. Nel 109
d.C., infatti, per volere dell’impe-
ratore, fu costruita l’Aqua Traiana,
che venne quasi interamente re-
staurata (1608-1612) e riutilizzata
da Papa Paolo V, da cui prende il
nome di Aqua Paola. Il cosiddetto
“Fontanone” sul Gianicolo dove-
va essere la mostra di questo ac-
quedotto, ovvero il punto in cui
terminava il suo percorso.
L’ultimo acquedotto realizzato
dagli imperatori romani fu l’Aqua
Alexandrina, voluta da Alessan-
dro Severo (226 d.C.) per portare
più acqua alle terme di Nerone,
che egli stesso aveva restaurato e
che da quel momento furono co-
nosciute come “Terme Alessan-
drine”.

Acquedotto Vergine, i cui resti sono stati
rinvenuti durante la ristrutturazione del
palazzo che ospita il negozio “La Rinascente”

di via del Tritone a Roma

Mediterraneo e dintorni - 66

Parco degli Acquedotti in Trastevere, an hydric basin to
Parco degli Acquedotti remake the most important naval
battles of history. The Naumachia
was supposed to have a channel con-
necting with the Tiber, to allow the
access of the ships, and an “island”
in the centre, to make the shows
even more realistic. A century after
it was necessary to build another
aqueduct to stoke the area of Traste-
vere, which was supplied only from
a few waters of the Alsietina. In 109
AD, in fact, thanks to the emperor, it
was built the Aqua Traiana, which
was almost entirely restored (1608-
1612) and re-used by Pope Paul
V, from which it takes the name of
Aqua Paola. The “Fontanone” in
the Gianicolo hill was the terminal
point of this aqueduct. The last in-
frastructure built by the roman em-
perors was the Aqua Alexandrina,
willed by Alessandro Severo (AD
226) to bring more water to Nero’s
baths, which were restored by him-
self and for this reason were known
also as “Alexandrian Baths”. The
remaining of the roman aqueducts,
obviously, are not only in Italy,
but also, among others, in Athens,
Istanbul, Segovia (included sin-
ce 1985 in the UNESCO list) and
Nîmes (of which the Pont du Gard
is part, the highest ancient bridge
in the world). In Rome, furthermo-
re, we can have a walk in the “Parco
degli Acquedotti” to realise the im-
pressiveness of these structures; the
park, in fact, consists of 240 hectares
and has inside 7 different aqueducts,
some underground and some others
over the peculiar arches that we all
know thanks to famous movies as
“La dolce vita”, “Mamma Roma”,
“Il Marchese del Grillo” or “La
grande bellezza”.

Parco di Tor Fiscale.
Sulla sinistra si intravede l’acquedotto Felice;
sulla destra, con questi imponenti resti è
l’acquedotto Claudio

Naturalmente di acquedotti ro- Gard, il ponte antico più alto del al suo interno ben sette acque-
mani non ci sono resti solo in Ita- mondo). A Roma, tuttavia, basta dotti diversi, alcuni sotterranei
lia, ma anche, tra gli altri, ad Ate- fare una passeggiata nel Parco e altri con le caratteristiche arca-
ne, a Istanbul, a Segovia (inserito degli Acquedotti per rendersi te che tutti abbiamo visto in film
dal 1985 nella lista del Patrimonio conto dell’imponenza di que- come “La dolce vita”, “Mamma
dell’umanità UNESCO) e Nîmes ste strutture; il parco, infatti, che Roma”, “Il Marchese del Grillo” o
(di cui fa parte il famoso Pont du consta di circa 240 ettari, contiene “La grande bellezza”.

Mediterraneo e dintorni - 67

SOCIETÀ/Society

La macchina per scrivere
compie 190 anni. Anzi… di più

Il primo brevetto della mac- nel tempo, addirittura nel 1575, le leve a semicerchio, la forchetta
china per scrivere – una sca- troviamo un remoto tentativo di di allineamento dei martelletti e
tola di legno alla cui estremi- fabbricarne un esemplare, e sem- il moto alternativo del nastro: il
tà era fissata una leva atta ad pre con lo scopo di far comunica- brevetto di tale scrittura fronta-
imprimere le lettere su un rotolo re i ciechi tra loro: tale progetto le fu depositato da un ingegnere
di carta – risale al 23 luglio 1829 si deve al tipografo veneziano di origine tedesca, Franz Xavier
ad opera di William Austin Burt. Francesco Rampazetto. Wagner.
Ma l’idea si può far risalire ai L’inizio della fabbricazione in- In Italia, paese che come si è visto
primi del Settecento, quando lo dustriale della macchina per scri- ha fornito un fondamentale ap-
scopo per il quale fu pensata ri- vere si deve all’industria bellica porto a tale invenzione, la fabbri-
siedeva essenzialmente nel crea- statunitense Remington, che nel cazione industriale della macchi-
re uno strumento che consentisse 1874, intuendo le potenzialità na si deve al piemontese Camillo
ai ciechi di scrivere. La paternità commerciali di questo strumen- Olivetti. L’Esposizione univer-
della macchina si può attribuire to, produsse i primi mille esem- sale di Torino del 1911 fu la sede
all’avvocato novarese Giuseppe plari della “Qwerty” – dalla se- della presentazione della prima
Ravizza che costruì addirittura quenza delle prime sei lettere Olivetti, un marchio divenuto
sedici modelli, tutti brevettati, da sinistra –, acronimo tuttora nel tempo sinonimo stesso della
denominati “cembali scrivani”: familiare e riferito alla tastiera macchina per scrivere. Ma anche
in quello del 1855 si rinvengo- inventata dall’americano Chri- icona di un periodo e status sym-
no molte similitudini e principi stopher Sholes l’anno preceden- bol per scrittori e giornalisti. Fin
di funzionamento dell’attuale te. L’unico inconveniente di que- troppo facile, ad esempio, acco-
macchina per scrivere. Ma già sta macchina era la scrittura alla stare il nome di Indro Montanelli
nel 1823 Piero Conti di Cilivegna cieca. Problema risolto da un’al- alla Olivetti “Lettera 22”, il cele-
(Pavia) realizzò il suo “tachigra- tra azienda americana, la Un- bre modello portatile progettato
fo”, termine derivante dal greco derwood, che nel 1898 fabbricò la nel 1950 dal designer Marcello
per significare lo “scrivere in fret- macchina per scrivere a scrittura Nizzoli in collaborazione con
ta”. Andando ancora più indietro visibile, con la disposizione del- l’ingegnere Giuseppe Beccio.

Da sinistra: il modello di
William Austin Burt; modello
ideato da Christopher Sholes;

Olivetti Lettera 22

Mediterraneo e dintorni - 68

FRUTTI DELLA TERRA

Andrea Pala - enologo

Marchisa

cantina giovane dalla storia antica

Immaginate la vigna e sullo sfondo il mare e le isole Eo- vigneti ad alberello di Scialle, in un contesto veramente
lie: non è una fantasia, questo è il panorama mozzafiato particolare e che circondano la nostra cantina.
di cui si gode, nelle giornate limpide, dai vigneti recupe- Ma anche ricerca di soluzioni nuove: come il vi-
rati della Marchisa, rispettosi guardiani del territorio e di gneto“eroico”sul Monte Poro, un nuovo impian-
una situazione pedoclimatica irripetibile. Azienda con to a settecento metri di altezza, dove nessuno
una storia antica, che oggi si pone sul mercato vitivini- mai aveva coltivato la vite per la rigidità dell’in-
colo con una sola etichetta, per difendere una territo- verno e la presenza di nebbie: due caratteristiche
rialità interpretata in modo moderno. E tutto que- che da negative si vuole trasformare in positive,
sto grazie alla emigrazione inversa, da Roma alla per la produzione di un vino bianco (uve Peco-
Calabria, del giovane Renato Marvasi, nel 2014, rello e Malvasia bianca) dalle caratteristiche par-
per recuperare un passato che sarebbe andato ticolari, in un declivio tutto esposto a mezzogior-
perduto. Nasce così “Marchisa”, Azienda Agri- no, alto sopra Nicotera e lo Stretto, che garantisce
cola Marchesa Isabella Toraldo. Si è proceduto, escursioni termiche degne di altre latitudini.
quando le condizioni dell’impianto lo hanno Questa sinergia tra storia e viticoltura dà vita ad un
reso possibile, al restauro delle vigne vecchie vino unico, racchiudendo la maturità delle bacche
di Manna (Brattirò) lasciando l’impianto ad
alberello, ma indirizzandole secondo cri- rosse con le sensazioni marine del mare, che nelle
teri moderni. Nella stessa Manna sono giornate più ventilate porta la salsedine nei nostri
state realizzate tre vigne nuove, due di vigneti. Un vino dal colore intenso, un bouquet com-
Magliocco Canino ed una piccola vigna plesso di frutti a bacca rossa si unisce alla freschezza
di Cabernet-Sauvignon unico vitigno in- gustativa, una leggera sensazione tannica dona vita e
ternazionale dell’azienda. Poi il recupero dei chiude la degustazione di questo vino che racchiude il
sopore antico della Calabria e della terra.

- Rosso Igp - Malvasia nera 60%, Cabernet sauvignon 20%,
- Magliocco canino 20% - Alc. 13,5% - € 14 - Bt. 4.000
- Granato che vira verso l’aranciato, appena trasparente.
- Naso di buona intensità, che inizia con sensazioni fruttate di ciliegia e prugna
quasi in confettura, a seguire vaniglia e tostature che ricordano cioccolato dolce,
caffè e liquirizia in chiusura.
- Sorso pieno e di buona potenza; il tannino è presente e riesce a disegnare un
discreto equilibrio fra calore alcolico e freschezza.
- Finale composto. Matura in acciaio per 8 mesi.

Mediterraneo e dintorni - 69

UNA GEMMA IN CUCINA

di Gemma Altimari

Timballetto di anellini al forno con melanzane

C’è pasta per te

È ufficiale: i batteri sono ignoranti! Ebbene sì, non conoscono la geografia. Per cui è inutile che ci sbattiamo, perché noi
del km 0 siamo stati bacchettati dagli esperti che di sentir parlare di km 0 non ne possono più e con argomenti scien-
tifici, dotti, e ampia bibliografia hanno dimostrato la fondatezza del loro assunto, e per carità io, ignorantona seriale
seria, prendo atto che comperare le melanzane da Pino mio (fruttivendolo di fiducia) coltivate e raccolte nell’orto suo
(sempre di Pino) è uguale, anzi ahimé, a volte anche peggio che comperarle ad Abbiategrasso. Certo è più scomodo
e dispendioso ma se ne va della qualità dei batteri, vogliamo badare a spese? Io ironizzo e il professorone avrà anche
ragione. Però timida ma proprio timida ed anche sottovoce posso dire: “voglio i batteri di casa mia…?” L’ho detto.

La ricetta

Per un tortino di anellini Affettate la mozzarella e mettetela
al forno con le melanzane serve: a scolare. Imburrate un tegame ad
• 1/2 kg di pasta formato anellini anello, o se preferite dei pirottini,
• 5 melanzane e foderatelo con le fette di melan-
• Piselli zane. Cuocete gli anellini, sempre
• Sugo di pomodoro poco perché dovranno ripassa-
• 1 mozzarella grande re in forno, conditeli con il sugo
• 1 pezzo di caciocavallo di pomodoro (che anche uffa sa
• Parmigiano grattugiato come si fa…) il parmigiano e il
• Pepe nero caciocavallo grattugiato, aggiun-
• Basilico gete le melanzane a tocchetti che
avrete già fritto e i piselli che avete
Si cucina: già cotti. Nel tegame foderato con
Affettate una parte delle melan- le melanzane ponete uno strato
zane e fatele scolare, sotto sale, di anellini conditi, aggiungete an-
in uno scolapasta. Tamponatele e cora un po’ di sugo di pomodoro,
friggetele. Procedete nello stesso la mozzarella affettata, pepe nero
modo con le rimanenti che però e delle foglie di basilico. Aggiun-
taglierete a tocchetti. Fate cuoce- gete l’altro strato di anellini e in-
re i piselli nel tegame con olio, una fornate, coprendo il tegame con
cipolletta fresca e un po’ d’acqua. carta d’alluminio, a 180° C per
un’oretta circa.

Mediterraneo e dintorni - 70

TECNOLOGIA E MEDIA

di Angelo Marra

Pillole di novità

La rivoluzione degli ne Android e dove sono presenti oltre di prezzo dei medio di gamma, i più dif-
schermi è arrivata 900.000 applicazioni, tra cui WhatsApp, fusi sul mercato italiano. Le associazioni
Un team degli scienziati dell’Università Instagram, Facebook e tanti videogame. raccolgono all’interno di database pub-
di Cambridge ha messo a punto i “na- A darne conferma è il CEO di Aptoide, blici il valore SAR di ogni smartphone
nopixel”, i più piccoli pixel mai creati, Paulo Trezentos, che ha sottolineato per dare la possibilità agli utenti di effet-
un milione di volte più piccoli di quel- che è ancora tutto da definire, ma le due tuare una scelta consapevole quando
li di ogni comune smartphone. Sono aziende si stanno parlando e un accordo acquistano un nuovo cellulare.
stati realizzati intrappolando la luce in potrebbe essere trovato a breve. Il colos- La classifica è aggiornata a maggio 2019
nanoparticelle d’oro. Permetteranno di so cinese non poteva certo farsi trovare vede al primo posto lo Xiaomi Mi A1 con
utilizzare una più ampia scala di colori e impreparato dopo il blocco imposto dal un valore SAR di 1,75 W/kg, seguito dal
creare schermi modulabili che possono Governo statunitense che ha portato OnePlus 5T e dallo Xiaomi Mi Max 3. Si
cambiare il colore come la pelle di un Google a sospendere qualsiasi accor- tratta di smartphone cinese con un otti-
polpo, possono essere usati per creare do commerciale, mettendo in dubbio mo rapporto qualità-prezzo, ma anche
schermi flessibili e superfici di proiezio- la presenza delle app di Big G sui pros- un valore SAR piuttosto alto, tra i primi
ne grandi come un intero edificio, e so- simi smartphone Huawei e Honor. Per 10 troviamo altri due smartphone One-
prattutto riducono drasticamente i costi aggirare temporaneamente il blocco Plus (il 6T e il 5), lo Xiaomi Max 3 e lo Xia-
per la loro produzione. Al momento gli imposto dal Governo Trump, la strada omi Mi9, in ottava posizione il Google
schermi grandi avevano un costo eleva- più semplice per Huawei è sicuramente Pixel 3 XL.
to perché bisognava combinare strati quella di chiudere un accordo con uno
multipli in modo molto preciso. Quelli store di terze parti che permetta all’a- Intervista a Shawn Layden
nuovi potranno essere guardati anche zienda cinese di offrire sui suoi smar- sul fututo della realtà
in piena luce del sole perché non hanno tphone un negozio dal quale scaricare virtuale made in Sony
bisogno di un continuo apporto di ener- le applicazioni. Questa soluzione tam- Shawn Layden, presidente di Sony In-
gia per regolare il colore. Potrebbero per pone darebbe il tempo a Huawei di svi- teractive Entertainment Worldwide
esempio essere usati per fare in modo luppare un proprio sistema operativo. Studios, dichiara che la PlayStation VR
che un edificio cambi colore, proprio L’azienda cinese sta investendo tempo è la piattaforma di realtà virtuale più
come fanno gli animali mimetici. Un’al- e denaro nello sviluppo di un sistema grande al mondo e le sue vere poten-
tra applicazione potrebbe riguardare operativo mobile indipendente, che sia zialità si vedranno solo tra dieci anni. La
vestiti e rivestimenti, che potrebbero alternativo sia ad Android sia a iOS. PSVR è un prodotto quasi perfetto, per la
modificarsi e cambiare aspetto quando tecnologia attuale, c’è però il problema
si desidera, o monitor per gli apparecchi Quali sono gli smartphone del software, che deve essere sviluppa-
elettronici casalinghi. più pericolosi per la salute to appositamente per la PlayStation VR.
C’è un valore degli smartphone molto Secondo Layden, anche i giochi in VR
Huawei è pronto importante: il SAR, acronimo di Specific arriveranno nel tempo, e spiega anche
ad accordarsi con Aptoide Absorption Rate. Questo valore indica che la tecnologia che oggi Sony sta svi-
Dopo la sospensione degli accordi l’energia assorbita da una particolare luppando per la PlayStation VR un gior-
commerciali con Google per l’utilizzo massa di tessuto umano entro un cer- no potrebbe cambiare il modo in cui si fa
di Android sui propri device, Huawei to periodo di tempo. Gli smartphone cinema: «Quando abbiamo portato qui
sta stringendo un accordo con Aptoide, emettono delle onde elettromagneti- i produttori di Hollywood per fargli ve-
un negozio alternativo al Play Store che che che possono essere dannose per il dere cosa potrebbe significare la VR per
può essere installato sugli smartpho- corpo umano, dato che per buona parte i film e per la TV, quasi tutti quando han-
della giornata li teniamo affianco a noi, no tolto l’auricolare hanno affermato:
oppure in tasca. Il valore SAR aiuta gli “Questo fa esplodere la narrativa”. Quan-
utenti a capire quante onde elettroma- do qualcuno di loro ha chiesto come fare
gnetiche vengono assorbite dal corpo per imparare a usare questa tecnologia
umano: per legge il valore SAR non può nel cinema, ho risposto che“Per fortuna
superare 2W/kg e tutti gli smartphone c’è un intero gruppo di persone che ha
presenti sul mercato hanno un valore imparato come risolvere il problema: i
inferiore. Ma la differenza tra i diversi game designer».
modelli è netta, soprattutto nella fascia

Mediterraneo e dintorni - 71

VOCI... DAL DIGITAL MARKETING

di Pierpaolo Voci

Coerenza visiva del brand:
ha ancora senso?

Una delle regole auree del marketing è che un brand deve mantenere
coerenza visiva, di linguaggio e di idee in tutte le forme comunicative.

Questo precetto ha ancora un valore?

Secondo le congetture di marke- all’architettura visiva dei marchi? risultato di tutto ciò? Un Instagram
ting già consolidate, la coerenza È normale, corretto e condivisibile feed costellato di contenuti rosa che,
visiva di un brand dovrebbe avere l’approccio dei grandi brand che ad un primo sguardo, poco sembra-
una valenza nel tempo (durevolez- spingono all’estremo la coerenza no avere a che fare col core business
za) e nello spazio (abbracciare tutti nella comunicazione dell’identità della compagnia telefonica.
i canali di comunicazione della mar- di marca? Un esempio? T-Mobile e Ha senso tutto ciò? È davvero ef-
ca). Nell’era della comunicazione il colore rosa. Il rosa è il colore prin- ficace pubblicare contenuti poco
liquida, della frammentazione dei cipale della brand identity del mar- pertinenti legati esclusivamente da
canali e dell’overload delle infor- chio. Risultato? Un profilo Instagram una matrice cromatica che trova
mazioni, ha ancora senso parlare costellato con tutte le possibili sfu- giustificazione nella palette colori
di brand identity coerente? Non è, mature magenta per ricordare agli che veste il brand? Forse una rifles-
forse, giunto il momento di speri- utenti che sì, è proprio T-Mobile che sione attenta dovrebbe spingerci
mentare nuovi approcci concettuali scrive dall’altra parte della tastiera. Il oltre queste considerazioni precon-

Mediterraneo e dintorni - 72

fezionate. Forse la vera coerenza di mutare in relazione alle diverse con- Ovviamente Instagram, il canale so-
un brand non passa attraverso una tingenze. Dobbiamo sempre di più cial in cui le convenzioni vengono
forzata omogeneità di colori, font, accettare il decadimento di vincoli, più facilmente messe in discussione.
lettering ed altri elementi puramen- grafici e cromatici, che impediscano Com’è possibile tutto ciò? Grazie alle
te visual. Forse, gli utenti desiderano l’utilizzo di determinati contenuti persone. Sì, perché non esiste modo
qualcosa di più. Cosa? Una coeren- perché ritenuti non adatti alla brand migliore per parlare di valori che
za di valori di fondo che accompa- identity aziendale. Lo sgretolamen- passare attraverso il ventaglio delle
gna le azioni poste in essere da un to dei tradizionali canoni comuni- emozioni umane.
brand. Immagini, copy e iniziative cativi è già in atto per alcuni brand Sei pronto a cambiare approccio
volte ad esprimere le caratteristi- lungimiranti. Il terreno di conquista? verso l’identità del tuo brand?
che veramente distintive nell’azione
quotidiana delle aziende, grandi o
piccole che siano. Come? Attraverso
uno storytelling, visivo e/o testuale,
che sia efficace, pensato, coerente e
di valore.
La brand identity è un concetto
sempre più ampio che va oltre la
comunicazione meramente visiva
di un marchio e abbraccia aspetti
diversi. I brand parlano al proprio
pubblico attraverso diversi canali,
buona parte dei quali bidirezionali.
Se non vi è cultura aziendale di fon-
do che sia comune, se non esistono
valori radicati, sentiti e condivisi,
non saranno sufficienti i colori a raf-
forzare i valori di un marchio. I nuovi
media, con in testa i social network,
permettono sperimentazioni con
feedback immediati da questo pun-
to di vista. Se è vero che i brand cer-
cano di assomigliare di più alle per-
sone, perché usare sempre e solo un
colore? Le personalità sono poliedri-
che e la personificazione dei marchi
passa anche attraverso questo: l’ac-
cettazione del fatto che ogni giorno
non è uguale al precedente: i temi,
i messaggi e il tone of voice può

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PROFONDO NOIR

di Elia Banelli

La bionda di cemento

di Michael Connelly

Per definizione, il thriller si distin- ma edizione del romanzo, il terzo Per il resto non mancano i perso-
gue dai generi letterali del giallo e della serie con protagonista il ce- naggi femminili con il loro carico di
del noir. Il giallo classico di solito vede lebre detective della Polizia di Los fascino, determinazione e sensuali-
il detective come protagonista, nel Angeles, Harry Bosch, risale al 1994. tà e descrizioni fisiche da antologia
ruolo di risolutore ufficiale del delit- Un motivo in più, per chi purtroppo (“Gli lanciò un’occhiata feroce. Ave-
to, ponendo al centro la ricerca scien- se l’è perso, di recuperare. Se non va occhi scuri come mogano bru-
tifica e le indagini legate alla scoperta ciato”; “Spremette qualche goccia
del proverbiale assassino; mentre il altro per- di collirio negli occhi e si avvicinò
noir si caratterizza per connotati più ché questo allo specchio per osservarli. Ancora
“politici”, quindi sensibile alle dinami- libro - insieme ai successivi “La città cerchiati di rosso per la mancanza
che intrinseche della società. La re- delle ossa” e “Il cerchio del lupo”- ha di sonno, l’iride scura come ghiaccio
gola base del thriller“americano”è in- ispirato la brillante serie tv dedicata sull’asfalto”). Immancabili sono le
vece puntare soprattutto sull’azione, all’intramontabile Harry Bosch, di- riflessioni sulla vita e le trame oscu-
su una narrazione ritmata e l’utilizzo sponibile su Amazon Prime Video. re che circondano gli esseri umani
di un linguaggio diretto e asciutto, Senza entrare troppo nei meandri (“La speranza era la linfa del cuore.
senza eccessivi virtuosismi letterali. della storia - per quello potete leg- Senza quella non c’era nulla, solo
La città in cui è ambientata la storia gere la trama e soprattutto sfogliare oscurità”;“Bosch sentiva che doveva
funge per lo più da mero sfondo de- il romanzo - si può affermare che Mi- continuare a muoversi, per riuscire a
corativo, una sorta di non-luogo, se chael Connelly riesce nella difficile pensare. Era l’unico modo per impe-
fosse Tokyo o Reggio Calabria avreb- impresa di coniugare sapientemen- dirsi di affondare nell’orrore che an-
be poca importanza. Il serial killer - e te i tre generi letterari di cui sopra, dava addensandosi nella sua men-
di conseguenza i personaggi“malva- riuscendo a non stancare il lettore, te”; “Quella sgradevole sensazione
gi”- si collocano al centro della trama, anche se bisogna mettere in conto che insorgeva all’avvicinarsi dell’i-
quasi al pari del detective che gli dà un minimo di interesse per il polizie- gnoto (…) Era la paura che schiude-
la caccia. Spesso le vicende sono sco giudiziario e i tempi un po’ dila- va i suoi petali come una rosa nera in
caratterizzateda uno sfondo “cupo”, tati di un normale processo all’inter- fondo al suo stomaco”).
sanguinario, ai limiti della violenza no di un’affollata aula di tribunale, a Inevitabili infine i tormenti esisten-
pura e della suspense al fulmicotone. cui è riservato uno spazio rilevante. ziali del detective che non riesce, o
Michael Connelly riesce in parte a in fondo non vuole, conciliare la vita
sovvertire i canoni tradizionali del da sbirro di strada con una normale
genere. I suoi libri sono sì “thriller relazione sentimentale, la quale ne-
all’americana” ma nello stesso tem- cessita dell’elemento discriminante
po il poliziotto, o in questo caso il e opportuno della “presenza”, mai
detective, assumono un ruolo deci- così messa a rischio dall’incedere di
sivo nel portare a termine le indagi- eterni pericoli e casi irrisolti. (“Quella
ni e ristabilire “l’equilibrio” a seguito situazione di stallo faceva comodo:
di un delitto o un atto deplorevole. gli consentiva di rimandare ogni de-
Inoltre, la metropoli in cui sono am- cisione sul futuro della relazione”;“E
bientati i suoi romanzi, la lucente e lui voleva evitare ancora per un po’
oscura Los Angeles, si distingue e di sprofondare nel luogo buio della
fa emergere le sue peculiarità, dai solitudine”).
quartieri ai palazzi, dai tramonti Manca qualcosa? Ah sì, il“Fabbrican-
sull’oceano agli sterminati e traffi- te di bambole”, ovvero l’assassino
cati nastri di cemento di highways e che riemerge dal passato di Bosch,
infidi sottopassaggi. lo scoprirete solo nelle ultime pagi-
“La bionda di cemento” non è certo ne. Per i più bravi e avveduti, anche a
una nuova uscita letteraria. La pri- metà della storia.

MMedeidtietrerrarnaenoeoe edidnitnotronrin-i 7-474

SCRIPTA MANENT

di Daniela Rabia

Premio LSePttEeCraIArLioE Caccuri

Il Premio Letterario Caccuri è l’even- 120 giurati. La serata della finalissi- - Il Premio Poesia Dialettale, inti-
to apicale delle iniziative dell’Acca- ma si tiene ogni anno il 10 di agosto: tolato al poeta caccurese Umberto
demia dei Caccuriani. All’interno di oltre ad un consistente premio in Lafortuna, a cui partecipano autori
tale contest di saggistica si attribu- danaro – che è riconosciuto anche provenienti da tutto il Mezzogiorno.
iscono riconoscimenti speciali per la agli altri finalisti – viene attribuita la I tre finalisti saranno poi premiato
narrativa, il giornalismo, la musica, “Torre d’argento” forgiata dal mae- nella serata del 7 agosto quando il
l’economia, l’entertainment, il cine- stro orafo Michele Affidato. Premio Letterario Caccuri ospita la
ma. Le prime sette edizioni hanno L’Accademia dei Caccuriani è l’anima serata interamente alla cultura ca-
ottenuto un crescente riscontro di dell’evento, il sodalizio da cui tutto labrese.
critica al punto da essere ormai con- è nato: si tratta di un’associazione
siderato come il premio di saggisti- culturale non profit che conta 500 - La Rassegna Teatra-
ca più importante in Italia. associati in tutta Italia. Il gruppo le nell’auditorium co-
Prestigioso il palmares delle presen- organizza nel corso dell’anno altre munale di Caccuri, con
ze che dal 2012 rendono davvero iniziative, per un totale di circa 35 le più importanti com-
speciali le cinque giornate in cui il giornate. Ve ne presentiamo som- pagnie calabresi a con-
Premio si svolge. I valori fondativi mariamente alcune: tendersi – dalla prima-
che animano questa manifestazio- - Il Progetto “AAA giovani scien- vera fino all’estate – il
ne poggiano sull’autonomia nelle ziati cercasi”, ossia un progetto “Premio Caccuri Teatro
scelte culturali, al di fuori di ogni di fisica applicata diretto dal prof. Dialettale”. Anche in
influenza politica o clientelare. I sag- Antonio Ereditato, docente di fisi- questo caso il premio
gi sono selezionati da un Comitato ca all’Università di Beran nonché alla compagnia vinci-
scientifico presieduto dallo storico ricercatore del Cern di Ginevra, uni- trice sarà assegnato
Giordano Bruno Guerri e votati da tamente a sei suoi collaboratori. Il durante la serata del 7
una giuria popolare e da una nazio- gruppo vincitore visiterà i laboratori agosto.
nale, per un totale complessivo di ginevrini del Cern. - Il Progetto “Lettura
nelle Scuole”, un la-
boratorio di scrittura
creativa e grafica che
coinvolge gli studenti
del territorio, i quali
poi incontrano gli au-
tori dei volumi letti.
- Il “Sapore dei Libri”,
iniziativa dedicata alla
letteratura e ai prodotti enogastro-
nomici calabresi.
- “Lettura condivisa”, progetto che
si sviluppa durante tutto l’anno at-
traverso un gruppo di lettura, a ca-
denza bimestrale, che incontra l’au-
tore dopo averne letto il libro.
Con tutta evidenza, dunque, l’Acca-
demia dei Caccuriani ha il grande
merito di essere un efficace motore
sociale, un importante strumento
per creare occasioni di scambio e di
arricchimento culturale in un bellis-
simo paese della presila crotonese
che, però, trova la prima libreria a
oltre 50 chilometri di distanza.

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Premio LSePtEtCerIAarLiEo Caccuri

I quattro finalisti

Un evento culturale giovane – è nato nel 2012 suoi sognatori, Adolfo Barone, Roberto De Candia
– eppure già prestigioso al punto d’aver me- e Olimpo Talarico, i quali hanno creduto e creato un
ritato l’onorificenza della Medaglia al valore progetto così importante sfidando ostacoli e luoghi
culturale che il Presidente della Repubblica gli ha as- comuni. La VIII edizione si terrà a Caccuri, antico bor-
segnato. Un premio letterario di ottimo livello il cui go della Sila crotonese, dal 6 al 10 agosto 2019 e pre-
merito va ascritto all’Accademia dei Caccuriani e ai senta i seguenti quattro finalisti:

“Ancora un giro di chiave. Nino Marano. Una vita fra le sbarre”, Baldini e Castoldi
editore, di Emma D’Aquino, immette sin da subito i lettori nelle atmosfere violente
delle carceri. Sono i tanti istituti di pena in cui viene rinchiuso Nino Marano che com-
mette un furto di una bici che gli spalanca le porte della galera, per poi compiere altri
reati fino ad omicidi efferati. Emma D’Aquino, giornalista del Tg1 e noto volto tele-
visivo, racconta in pagine intense ed emozionanti la storia di un detenuto, un uomo
che ha vissuto più vita a scontare pene che in libertà a godersi la sua amata Sarina e
i figli. Il testo è frutto dei racconti che il Marano fa nel tempo alla giornalista che lo
incontra per la prima volta nell’Ucciardone. Tentativi di evasione, tentato suicidio,
violenza, riempiono le righe delle fitte pagine del volume. La penna della D’Aquino
penetra a fondo i fatti, li sviscera, li propone nella loro conseguenzialità. Sembra una
catena maledetta, impossibile a spezzarsi, quella che lega Nino Marano alle celle. A
volte gli episodi appaiono voluti dal destino, altre volte è l’uomo che agisce, sbaglia,
si pente quando ormai è tardi, ricomincia a cadere nel vortice del male. Nino Mara-
no nelle varie carceri entra in contatto con gente di ogni tipo; in prigione nascono
rapporti di amicizia vera, s’instaurano momenti di scambio e di apprendimento. Sa-
ranno alcuni brigatisti a insegnare a Nino il valore del sapere, a spronarlo alla lettura
che gli apre un mondo nuovo dietro le sbarre. Al chiuso Marano coltiva anche la
passione per la pittura; sarà una Madonna una delle sue opere più belle. Forse un modo per redimersi, per fuggire, per
evadere dal buio. Dai pensieri truci. Dai momenti di non ritorno. E poi dai ricordi, quelli indelebili che segneranno per
sempre la sua esistenza. “Ancora un giro di chiave” e noi sentiamo quasi queste chiavi pesanti girare e sbarrare le porte
alla vita, alla luce, alla famiglia, agli affetti più cari, a se stessi. Cinquant’anni di galera, compresa l’applicazione del re-
gime del 41 bis, cambiano una persona, la stravolgono, la segnano irrimediabilmente. Emma D’Aquino ci consegna un
resoconto vero, puntuale di una storia tra le tante a cui la sua scrittura ha il pregio di dare visibilità, togliendola dall’o-
blio a cui vicende come questa sono condannate. Un racconto incentrato sulla memoria individuale del protagonista
che si apre con sincerità ma anche sulla memoria collettiva, fatta di tanti piccoli casi che reclamano di uscire dall’ombra.
Il testo entra con forza nella mente del suo lettore per farlo riflettere, conoscere, capire. Ma non è la mente a trattenerne
la parte più bella bensì il cuore in cui restano annidate le infinite emozioni che promanano dalle pagine.
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È molto più di una biografia il testo “C’era una volta Andreotti”, Solferino edizioni,
di Massimo Franco, inviato e notista del Corriere della Sera. Come si evince dal
sottotitolo, si tratta del ritratto di un uomo, di un’epoca e di un Paese. Scriveva la
scrittrice indiana Arundhati Roy nel suo romanzo “Il dio delle piccole cose” che
«ci sono cose che si possono dimenticare e cose che non si possono dimenticare»;
l’opera di quest’autore, una volta letta, entra a far parte del patrimonio umano
e di conoscenza di chi vi si accosta ed è certamente indimenticabile. Forse per-
ché rappresenta uno spaccato di storia individuale e collettiva che ha segnato per
sempre il corso degli eventi in Italia e non solo o forse perché la penna incisiva e
puntuale di Franco ha saputo delineare i contorni, ripercorrere i fatti, indagare gli
stati d’animo ad essi sottesi, in maniera così autentica e pregevole da consegnare
ai lettori un capolavoro che si colloca nel panorama della scrittura oscillando tra la
narrazione e la poesia. C’è la poesia insita in ogni vita, c’è l’ansia del divenire, c’è il
raggiungimento dei traguardi, c’è il dramma della parabola umana discendente,
il declino, il dolore, la morte. Ma soprattutto c’è un uomo Giulio Andreotti, a cento
anni dalla sua nascita avvenuta il 14 gennaio del 1919, che viene presentato in tutta
la sua complessità quasi per farlo guardare a occhio nudo senza gli infingimenti
delle lenti offuscate del tempo che cancella malamente le tracce di ciò che è stato.

“Ho imparato”, di Enrico Letta «non è (solo) un libro… È piuttosto un progetto
collettivo» scrive del suo testo edito dal Mulino lo stesso autore, già Presidente del
Consiglio dei Ministri nel biennio 2013-2014, ministro e parlamentare. Un’opera in
cui Letta vuol lanciare le sue proposte perché l’Italia cambi direzione. Una scrittura
tutta protesa a illustrare il cambiamento e gli atteggiamenti possibili di fronte ad
esso con una scelta preferenziale, esemplificata nelle righe della quarta pagina di
copertina “Quando soffia impetuoso il vento del cambiamento c’è chi alza muri e
chi, guardando avanti, costruisce mulini a vento”. Cambiare si può e si deve, al pari
di come si deve reagire adeguatamente al cambiamento, soprattutto perché ai gio-
vani si deve “restituire il futuro”. Un libro per definizione è rivolto al vasto pubbli-
co dei lettori ma se si potesse entrare nella mente dell’autore si avrebbe la certezza
che il suo “Ho imparato” è indirizzato principalmente ai giovani, come si evince
peraltro dal sottotitolo “In viaggio con i giovani sognando un’Italia mondiale”.
Tante le cose che Letta scrive di aver imparato; una fra tutte rappresenta il messag-
gio chiave del volume: “Imparare è soprattutto capire che la bellezza della vita è
guardarla con gli occhi degli altri, oltreché coi propri”. Parafrasando lo scrittore se
“il ruolo della politica è proprio quello di trovare e raggiungere il delicato equili-
brio tra competenza e rappresentanza”, forse il ruolo di un buon libro è quello di
trovare l’equilibrio tra toccare le corde dell’anima e illuminare la mente dei lettori.
Nel suo saggio “I sette peccati capitali dell’economia italiana”, edito Feltrinelli,
Carlo Cottarelli, economista ed editorialista italiano, individua ed esamina sin-
golarmente i fattori che danneggiano l’economia italiana. Si passa dall’evasione
fiscale – che in Italia è più alta di quella degli altri Paesi – alla corruzione, criticabile
da un punto vista etico anche se non avesse conseguenze economiche che di fatto
ha, all’eccesso di burocrazia in cui l’autore sottolinea efficacemente che «se è vero
che i burocrati generano le regole, è anche vero che le regole generano i burocrati»,
alla lentezza della giustizia con gli innumerevoli procedimenti pendenti e una giu-
stizia civile lenta. Ma ancora c’è il non trascurabile crollo demografico, effetto del
calo delle nascite e della riduzione del tasso di fertilità e con il problema dell’invec-
chiamento della popolazione, e il divario tra Nord e Sud profondissimo e secolare.
E da ultima la difficoltà del Paese di convivere con l’euro. Un’analisi puntuale e
approfondita che traccia le interrelazioni tra i suddetti “peccati”, cosa che può es-
sere vista anche come un vantaggio perché risolvere un problema può permettere
di risolvere anche gli altri. Il testo di Cottarelli fornisce dati utili, approfondimenti
importanti per cercare una soluzione alla mancata crescita dell’economia italiana.
«Ma il primo passo per risolvere i problemi è quello di rendersi conto di quanto sia-
no gravi e di quanto possano nuocere – scrive l’autore, aggiungendo inoltre di non
essersi occupato delle virtù della nostra economia – …virtù che pure sono tante».

Mediterraneo e dintorni - 77

DESIGN

di Lemani casa

Lemani casa è uno showroom che offre, agli amanti del design, un’ampia gamma di prodotti di
qualità sia dei grandi brand del Made in Italy sia dei più innovativi e originali marchi europei. Il team
affianca il cliente non solo nella scelta dei pezzi d’arredo ma anche nella progettazione/ristruttu-
razione degli ambienti in cui debbono essere inseriti. Lemani casa è anche uno dei più importanti
e-commerce d’arredamento in Italia: https://store.lemanicasa.com/

Plust Collection
le nuove frontiere della plastica

Le nuove frontiere della plastica porta- re elevati gli standard di qualità: inizia la sgabelli e tavoli dalle forme inusuali come
no il nome di euro3plast Spa, azienda collaborazione con importanti designer; quelli della linea Armillaria, realizzati in
leader nella realizzazione di vasi distribuiti si scelgono resine coloratissime; si realiz- rotomoulding e adatti a spazi pubblici e
in tutto il mondo, che vanta una produ- zano prodotti biodegradabili, riciclabili, contract (fig. 6), Fura, in versione anche
zione certificata interamente Made in resistenti e leggeri; le forme si fanno inu- luminosa (fig. 7), Tool, con manici che ne
Italy. La scommessa ha inizio nel 1974 suali, sorprendenti, avvincenti. La colle- facilitano lo spostamento (fig. 8). Incanta-
quando sono immessi sul mercato sot- zione Plust, nata nel 2006, regala oggetti no le collezioni Airball con superficie fora-
tovasi e sottocassette in plastica, ai quali unici e adatti a contesti indoor e outdoor, ta (fig. 9) e Big cutter (fig. 10), tutte e due
si aggiungono pochi articoli casalinghi. minimal o fortemente caratterizzati e si al- nella versione opaca e luminosa. E poi
Nel giro di pochi anni l’ambizione, l’inve- larga al settore dell’oggettistica e dell’ar- ci sono le forme arrotondate della linea
stimento nella ricerca e l’indovinata scelta redamento, anche questo stupefacente Gumball (fig. 11), le panche modulari (fig.
di partecipare alle più importanti fiere del per soluzioni compositive e cromatiche. 12), le sedute per aree di passaggio o per
settore, come il Macef, portano l’azienda Bellissimi i vasi a forma di animali stilizzati delimitare intime zone di conversazione.
a completare l’offerta con la produzione come la marmotta e la papera (figg. 1 e 2) E ancora curiosissimi oggetti a forma di
di vasi e fioriere e a imporsi all’interno o di cactus oversize (fig. 3); straordinarie le maialino, dinosauro, pinguino, quindi
del settore garden, cominciando a con- versioni luminose di Boyo e Harbo, vasi luci, appendiabiti e divisori.
quistare ampie fette del mercato estero. totemici che riescono a creare ambienta- Un viaggio lungo quarant’anni quello
Bisogna stare al passo coi tempi, rinno- zioni dal forte impatto emozionale (fig. 4) dell’azienda vicentina, avventuroso e co-
varsi continuamente, sottoporre il ciclo e sorprendente Ninfea, vaso galleggiante raggioso, che prosegue con l’orgoglio di
di produzione a rigorosissime norme che utilizzabile anche come contenitore (fig. chi ha creato dal nulla un mondo davvero
rispettino ambiente e salute, mantene- 5).Gli arredi, invece, sorprendono con fantastico.

Fig. 1: Beaver, design Matteo Zorzenoni Fig. 2: Quack, design Matteo Zorzenoni

Fig. 3: sullo sfondo Cactus, design Giulio Iacchetti. Fig. 4: Boyo e Harbo, design Gentle Giants
In primo piano Moai, design Luca Nichetto

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Fig. 5: Ninfea, design Alessandro Busana Fig. 6: Armillaria, design Odo Fioravanti

Fig. 7: Fura, design Form Us With Love Fig. 8: Tool, design Philippe Tabet

Fig. 9: Airball, design Alberto Brogliato Fig. 10: Big cutter, design Matali Crasset

Fig. 11: Gumball, design Alberto Brogliato Fig 12: Panca Jetlag, design Cédric Ragot

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FAMIGLIA E SOCIETÀ

di Bruno Pisani

È domenica se c’è il lavoro

La domenica è il giorno del risana- perde di significato il riposo, non solo lavorare di meno ma ciò non è consen-
mento delle relazioni della persona viene meno il reddito, ma viene meno tito dai loro datori di lavoro. Il lavoro
con gli altri, con se stessa e con Dio. In la persona umana. Gli esseri umani si diventa amico quando accanto ad esso
questa luce bene si integra il valore del nutrono della dignità del lavoro. È pro- c’è il tempo del non lavoro, della festa.
riposo e della festa. Il lavoro è un am- prio cosi chi perde il lavoro e non ne Al centro di questa alternanza lavoro/
pliamento dello sguardo che permette trova un altro adeguato alle sue capaci- riposo c’è il progetto ambizioso di la-
di tornare a riconoscere i diritti degli tà, sente di perdere la dignità di essere vorare insieme per superare le divisioni
altri. umano. Nelle famiglie dove ci sono di- e per favorire la comunicazione tra le
Così il giorno del riposo diffonde la sua soccupati le feste diventano, purtrop- diverse sensibilità culturali e religiose.
luce sull’intera settimana incoraggian- po, giorni di tristezza perché manca il Promuovere dunque, tramite il lavo-
doci a prenderci cura dei bisognosi e lavoro del lunedì. Per celebrare la festa ro, la dignità dell’uomo è il messaggio
della natura. bisogna celebrare il lavoro. Le due cose di speranza ed incoraggiamento da
Il riposo non è semplice inattività, tra- si scandiscono il tempo reciprocamen- indirizzare soprattutto al mondo dei
scorrere le ore in modo sterile ed inu- te e vanno insieme. giovani. Questi vanno educati a legare
tile. Ma è un altro modo di agire che fa Un paradosso della nostra società è la la dimensione ed i bisogni individuali
parte della nostra essenza, non è pigri- presenza di persone che vorrebbero la- a quella sociale, del bene comune del
zia è un bisogno umano. vorare e non riescono, insieme ad altri “noi tutti” formato da famiglie e gruppi
Se manca il lavoro tuttavia, non solo che lavorano troppo, che vorrebbero che si uniscono in comunità sociale.

Bruno Pisani, neuropsichiatra infantile,
neurofisiopatologo, presidente dell’As-
sociazione Mi.Pi.Aci, opera da trent’anni
nel campo del disagio giovanile. Esperto
di problematiche relative alla genitoriali-
tà, conduce corsi in ambito scolastico per
promuovere la conoscenza dello studente
portatore di disagio relazionale. Per ulte-
riori info: www.associazionemipiaci.it

Mediterraneo e dintorni - 80

Mediterraneo e dintorni - III


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