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Published by Mediano Editore, 2021-06-08 16:04:28

Bozza Speciale Grazie Scuola

Bozza Speciale Grazie Scuola

PAGINA BIANCA DI PROVA COPERTINA

1 - “Dopo il Covid fondamentale 4 - “A scuola con la gamification si 7 - “Dalle aule ai parchi

prefigurare la scuola...” impara meglio!” pag. 30 l’importante è esserci per le
di Vito Giannini pag. 28 di Laura Moroni famiglie”
di Raffaella Pallaria pag. 32
2 - “Nell’arte e nel turismo uno 5 - “Il Covid insegna che senza
spiraglio di luce anche per la scuola la società si paralizza” 8 - “La scuola ha sempre risposto:
scuola” di Mena Pujia pag. 31 presente!”
di Sonia Paini pag. 28 di Ketty Inzillo pag. 33
6 - “La scuola ha bisogno di
3 - “La scuola che verrà è già qui!” presenza” 9 - “Rivoglio il mio tempo!”
di Mauro Sabella pag. 29 di Raffaella Curcio pag. 32 di Roberto Sestito pag. 36

Mediterraneo e dintorni - 26

Speciale

Grazie

SCUOLA!

È tempo di vacanze finalmen- capaci e digitali.
te..., l’ultimo giorno di scuola La scuola è la più grande istitu-
ha sempre il sapore dolce della zione culturale del Paese. Al suo
libertà. Fra nuove disposizio- interno ogni giorno transitano
ni, tempi di studio rimodulati, fra studenti, docenti, personale
e modelli che slittano verso un ATA e dirigenti all’incirca dieci
profilo “europeo” o “america- milioni di italiani, che saranno,
no” ancora tutto da capire, il per la gran parte, la classe diri-
vento del mare soffia nelle aule gente di domani. Eppure non
italiane. bastano questi numeri a metter-
Per celebrare questo momento di la sempre al primo posto nelle
passaggio importante, abbiamo scelte politiche e non sempre il
voluto percorrere un viaggio da disegno strategico della sua cre-
Nord a Sud nella scuola italiana, scita risulta chiaro ai più ed an-
raccogliendo testimonianze da che agli addetti ai lavori.
parte di chi l’ha vissuta da den- Una scuola che cambia volto, che
tro e ce la racconta in questa fase si trasforma, che prova a colma-
di transizione, che non è solo re i gap di un ventennio quella
dallo studio allo svago, perché che vi presentiamo in questo
quella che si sta evolvendo ha speciale. Quella che ci è appar-
tutta l’aria di essere una svolta so, fra mille difficoltà e nono-
epocale. stante i limiti ancora presenti, è
Per viverla al meglio vanno com- uno spaccato di vita quotidiana
presi e valorizzati i passaggi pieno di volontà, vitalità, sforzi
cruciali: un nuovo ruolo per le e speranza. Da Nord a Sud pas-
tecnologie, un nuovo ruolo per sando per il Centro Italia, quella
i genitori, una maggiore auto- che si racconta in queste pagine
nomia per insegnanti e docenti, è una scuola fatta di sfide, che
una maggiore responsabilità ha scelto di cogliere l’opportuni-
verso il mondo fuori di noi, una tà del cambiamento di fronte al
maggiore fedeltà alla promessa quale la Pandemia ci ha messo
di formare cittadini competenti, da un giorno all’altro.

REGIONE CALABRIA Mediterraneo e dintorni - 27

1 “Dopo il Covid fondamentale ispirano. Siamo “condizione condizionante” e come tale
prefigurare la scuola...” abbiamo la responsabilità emotiva di imparare a con-
Vito Giannini - Preside istituto bilingue “V. Pallotti” Roma tenere ciò che la pandemia ha provocato, nella consa-
pevolezza che saremo imitati. Per tale ragione è stato
Il professore Vito Giannini dirige un Istituto compren- necessario un vero e proprio addestramento del corpo
sivo romano. Scuola media e liceo scientifico bilingue docente. Sapere ciò che si vuole per i propri studenti, sa-
inglese. “Istituto - ci racconta - caratterizzato da un’at- pere perché lo si vuole e non arrendersi mai è diventato
tenzione pedagogica minuziosa nei confronti degli stu- determinante”. È corretto secondo lei parlare di Scuola
denti. La formazione permanente e costante degli inse- ad un importante bivio? “Ultimamente il mondo della
gnanti permette a tutto il corpo docente di ri-narrarsi scuola italiana è stato soggetto a critiche e giudizi. Sin-
ogni volta il ruolo di insegnante. Ruolo che influenza ceramente non penso sia utile soffermarsi su ciò che è
costantemente la vita dei ragazzi e delle loro famiglie”. stato. Per me diventa determinante prefigurare ciò che
Mantenere la rotta ed essere in grado di indicarla agli la scuola potrebbe diventare rispetto alla condizione
studenti in questo particolare momento storico, è sta- pandemica che stiamo vivendo. L’idea di poter prefigu-
to il più importante e complesso compito del Dirigen- rare la scuola che vorrei mi motiva e entusiasma molto.
te e dei suoi docenti. “Dal mio punto di vista, le nuove Non amo giudicare. Amo costruire a vantaggio dei no-
generazioni hanno bisogno di una scuola attenta ai stri studenti e delle loro famiglie. E su questo la sfida,
loro processi interiori. Il solo studio enciclopedico non come dicevo sopra, per noi tutti è aperta e chiama tutti a
è sufficiente per garantire loro di emergere nella vita spenderci in prima persona”.
in modo consapevole. Lo sviluppo delle competen-
ze emotive sarà determinante nel futuro. Negli ultimi 2 “Nell’arte e nel turismo
due anni, il mondo della scuola è stato oggetto di una uno spiraglio di luce
grande sfida. Abbiamo dovuto imparare a non “reagire” anche per la scuola”
bensì a “interagire” con un ambiente, contesto e circo- Sonia Paini - Docente ist. tecnico comm.le - turistico “Abba Ballini” Brescia
stanza nuova. Abbiamo imparato che da ogni difficoltà,
può nascere una opportunità”. Che cosa ha fatto la dif- Sonia Paini insegna storia dell’arte in un istituto turistico
ferenza in questo periodo nella relazione con i ragazzi e di Brescia. Proprio la città che insieme a Bergamo ha vis-
gli insegnanti? “È molto importante creare e mantenere suto i primi e più drammatici giorni della pandemia, e che
delle condizioni di confronto aperto che abbiano il dia- prenderà il testimone di Capitale italiana della Cultura
logo e l’ascolto come fondamento: questi sono da sem- nel 2023. Un segnale, ricorderemo, lanciato dal Governo
pre, a mio parere, ingredienti determinanti nel “mondo italiano per sostenere il tessuto socio-economico e cul-
scuola”. Le famiglie ricercano nella scuola quel contesto turale di quell’area. Un’idea, un progetto, uno spiraglio
di attenzione e sicurezza in un periodo storico carat- di luce che in questi ultimi mesi, dopo lo shock delle si-
terizzato da disordine e insicurezza. Fare scuola non è rene di ambulanze incessanti e di camion pieni di bare
semplice. Non ci si può improvvisare. Condividere con i le cui immagini hanno fatto il giro del Mondo, ha guida-
genitori le giuste “griglie-comunicative” per avvalorare to la professoressa Paini ed i suoi studenti verso l’uscita,
la loro relazione con i propri figli è stato determinante. si spera, dal buio. Fino a qualche anno fa lei gestiva una
Ho organizzato e organizzo tuttora molte conferenze Galleria d’arte nel centro cittadino, poi la nomina del
che riguardano proprio tale argomento”. Ministero dell’Istruzione, e la sua vita è cambiata. Oggi
Da quello che dice sembra che i saperi disciplinari sia- che la pandemia ha spazzato via come un uragano tan-
no passati in secondo piano, ancorché fondamentali te attività economiche e lei è anche madre di due ge-
e - potremmo dire, fose - scontati, a tutto vantaggio di
doti umane ed emotive che hanno chiesto ai docenti di
mettersi in gioco in modo diverso? “Gli insegnanti rap-
presentano il “modello” al quale, spesso, gli studenti si

melli, si chiede che cosa sarebbe s tato di lei
se fosse ancora una libera professionista dedita all’arte.
Quell’arte che“... è parte di me, e oggi me ne rendo con-
to perché ho la fortuna di insegnare la disciplina che
amo ai miei studenti, forse proprio tramite l’arte siamo
riusciti a comunicarci, quasi in diretta, il grande dolore
vissuto. A Brescia la scuola non si è mai fermata, anche
durante le ore in cui il mondo raccontava lo strazio in-
dicibile che le nostre famiglie stavano vivendo. Non di-
menticherò mai le sirene delle ambulanze ininterrotte,
questa città non lo dimenticherà mai...”. Come hanno
vissuto i suoi ragazzi la scuola dietro agli schermi dei
computer? “C’è stato chi ha continuato a studiare, tro-
vando un rifugio in questa pseudo-normalità, chi si è
lasciato andare... c’è stata una sorta di brutale selezione
darwiniana. Chi ha il sostegno delle famiglie, in ogni
senso, sia esso culturale, sia esso economico, sia esso
motivazionale, affronta la scuola con la giusta marcia,

Mediterraneo e dintorni - 28

su, quando tutto sembrava perduto, non trova? “Io lo
penso certamente. Il mio Istituto non si è fermato un
solo giorno. Le circolari e le comunicazioni della nostra
dirigente, la Professoressa Elena Lazzari, arrivavano di
continuo, ad ogni ora del giorno e della sera, con gli ag-
giornamenti che arrivavano e ancora oggi continuano
ad arrivare in base alle direttive governative. Questo è
accaduto in tutta Italia, allo stesso modo, con la stessa
abnegazione, lo stesso amore per ciò che la scuola rap-
presenta”. E già. La scuola ha davvero scritto una lunga
pagina di storia del Paese.

sia quella in presenza, sia quella a distanza: un’op- 3 “La scuola che verrà è
portunità grande per diventare qualcuno. Chi invece già qui!”
affronta la scuola da solo, è facile che si perda... oggi
forse più di prima, ma non demonizzerei la didattica a Mauro Sabella - Docente IIS “Andrea Ponti” Gallarate (VA) e Formatore
distanza. Come spesso accade quando ci sono proble-
mi così impattanti nella vita di un ragazzo già fragile, “Se la pandemia in generale rappresenta il disastro che
le debolezze si slatentizzano. Il discorso è molto com- ormai conosciamo bene, dal punto di vista della scuola
plesso...”. La realtà del territorio è anch’essa complessa, è stata un’opportunità”. Ad affermarlo senza ombra di
vero? “Esattamente... noi siamo la provincia più estesa dubbio è Mauro Sabella, docente e formatore docenti,
d’Italia, viviamo una realtà multiculturale, siamo un isti- specializzato nelle nuove metodologie che si avvalgo-
tuto turistico quindi frequentato da giovani di diversa no delle tecnologie digitali, e che da anni opera per il
estrazione sociale, culturale, geografica, abbiamo vis- Miur nelle scuole d’Italia spendendosi nella promozio-
suto ogni genere di conseguenza. I ragazzi cosiddetti ne di iniziative volte a colmare il digital divide nel mondo
fragili per noi sono molti: c’è chi è molto capace, ma ad della scuola. “Non perché la scuola digitale debba esse-
esempio ha dovuto abbandonare il percorso di studio re immaginata come la sostituzione della scuola in pre-
perché i genitori hanno perso il lavoro e sono dovuti senza - chiarisce il professore Sabella -, ma perché ab-
tornare nel loro Paese, come le Filippine. Inizialmente biamo finalmente l’opportunità di innalzare il livello di
avevamo anche tentato di proseguire con la didattica competenze di base che non riguardano solo la scuola,
a distanza, ma poi problemi di connessione e di fuso ma tutto il mondo del lavoro e delle professioni, e delle
orario non ce l’hanno consentito”. Che cosa ha rappre- quali non è più possibile fare a meno”. Ma se la scuola in
sentato dal suo punto di vista la continuità fornita dalla presenza non sarà soppiantata tout court da quella digi-
scuola? “Si è molto parlato di interrogazioni bendate, o tale, vale la pena comprendere bene come sarà la scuo-
di limiti dell’apprendimento in questa situazione… Io la ibrida che dall’integrazione di questi due modelli non
ammetto di essermi preoccupata meno del profitto, e antitetici, verrà fuori. “Oltre ad una vastissima letteratu-
maggiormente di stare“con”i ragazzi. Insegnare arte mi ra sul tema, ci sono programmi, app e metodologie che
ha facilitata nel mantenere un contatto con loro, altri più di altre rendono bene l’idea della didattica digitale.
colleghi di altre discipline, penso alla matematica, alle Oggi qualunque docente sa bene che, a meno di non
lingue, hanno avuto maggiori difficoltà, tutte compren- volersi far ridere dietro dai suoi studenti e perdere in
sibili. Noi ci siamo dedicati alla didattica per competen- appeal, deve acquisire competenze digitali specifiche,
ze e abbiamo lavorato tutto sommato bene, anche a perché se è vero che la pandemia ci ha colti di sorpre-
distanza. Sono stati liberi di ricercare contenuti, imma- sa, è anche vero che non torneremo indietro e la scuola
gini, testi, per elaborare depliant, brochure turistiche delle lezioni in cattedra che ricordiamo non esiste più.
immaginando di poterle utilizzare nell’anno che vedrà Le lezioni di oggi e sempre più di domani sono per defi-
Brescia come Capitale italiana della Cultura insieme a nizione inclusive e partecipative; quando e se sono ben
Bergamo, ci siamo proiettati in modo positivo nel do- congegnate puntano a coinvolgere gli studenti in classe
po-Covid, anche nel pieno della pandemia... è stato un e da casa, a favorire la collaborazione ed il lavoro fra loro
modo per superare lo shock che tutti indistintamente in classe; sollecitano i ragazzi ad utilizzare le loro com-
abbiamo vissuto. Noi non ci siamo mai fermati. Il bre- petenze digitali, che sono a vastissimo raggio, a proprio
sciano è fatto così: non molla, non si ferma mai, vive vantaggio e li sollecitano a comprendere e selezionare
per lavorare, si identifica con la sua attività, con la sua in prima persona quali strumenti utilizzare per studiare
professione, non si può comprendere quello che acca- al meglio e per dare il meglio di sé nei compiti, nelle ve-
duto in questa città se non si parte da questo fatto. È un rifiche e soprattutto nella vita”. E se portare davvero le
misto di senso del dovere, di responsabilità, di amore meta-conoscenze a scuola può essere una chiave di vol-
per quello che si fa... parlo di me, della mia scuola, ma ta nella vita di uno studente, che scopre quale sia il suo
in generale di tutta la provincia...” Quello che la scuo- modo migliore di studiare e apprendere (per immagini,
la ha rappresentato per Brescia, in realtà è uno spac- parole, schemi, numeri, narrazioni, musica …dipende
cato dell’intero Paese: una spina dorsale che è rimasta solo da lui e dalla sua personalissima modalità di inte-
ragire con se stesso e con il mondo); portare davvero
nuovi metodi e nuove applicazioni in aula può essere la

Mediterraneo e dintorni - 29

chiave di volta non solo per lui, ma anche per i docenti di didattica digitale. Ho come la sensazione che chi ha ini-
dei più svariati ambiti disciplinari. Non è uno schermo, ziato un percorso di acquisizione di nuove competenze e di
che sia di un cellulare o di un computer, a rendere la le- nuove conoscenze in ambito informatico, stia continuan-
zione digitale e anche il più preparato degli insegnan- do in questo percorso in maniera spedita, accelerata direi
ti davanti ad un monitor piatto può perdere fascino se dalle esigenze della pandemia. L’esperienza come in ogni
non conosce gli strumenti per “acchiappare” la “mera- cosa farà il resto… La mia preoccupazione va invece a chi è
viglia” di aristotelica memoria dei suoi alunni. Continua rimasto fermo e non ha iniziato neppure in questi due anni
infatti a spiegarci il professore Sabella: “Parliamo di coo- ad approcciare la didattica digitale, perché si sente inade-
perative learning, di flipped classroom, di EAS ed IBSE fra guato, spaventato, un passo indietro. Credo sia necessario
le metodologie più accreditate, ma anche di specifiche andare a raggiungere proprio quei docenti, perché indie-
applicazioni utili all’interattività anche a distanza, come tro la scuola non tornerà...
Nearpod, Pear Deck e Flipgrid. Per diventare padroni di Da specialista della materia, crede che la Dad fatta
questi strumenti sono previsti corsi per docenti di ogni fino ad ora possa dirsi Dad a tutti gli effetti, oppu-
ordine e grado di scuola, e devo dire che l’interesse è re si è trattato di semplici “lezioni a distanza” e c’è
molto alto. Sono giunte già centinaia di iscrizioni ai corsi, margine per migliorare?
ultimi solo in ordine di tempo quelli previsti per i mesi di Sicuramente ci sono casi e casi. C’è molto margine per mi-
giugno e luglio nell’ambito di Over&OverAgain, il Corso gliorare in chi ha ancora un approccio timido con gli stru-
di Formazione in otto incontri organizzato dal Future- menti digitali, ma ci sono anche docenti che realizzano
Lab Gallarate e dedicato ai nuovi scenari della scuola, percorsi di apprendimento veramente significativi, belli
dalle tecnologie ai setting didattici, passando per le anche dal punto di vista estetico e lo dico con la consape-
neuroscienze fino alla media education, in linea con il volezza piena che anche l’estetica sia importante, perché
DigCompOrg”. un’attività accattivante e divertente, colorata, piacevole
da vedere attira l’attenzione e se vogliamo coinvolgere
4 “A scuola con la i nostri ragazzi il primo passo è proprio quello di piacere
gamification si loro. Quindi ben vengano contenuti disciplinari di valore,
impara meglio!” forme espressive esteticamente accattivanti e, come sem-
pre, fidiamoci del feedback che ci danno i nostri ragazzi. Il
Laura Moroni- Insegnante, Formatrice e tutor presso Università Bicocca Milano nostro obiettivo deve essere sempre quello di raggiungere
loro, non perdiamolo di vista!
Laura Moroni che cosa è cambiato nella scuola Quali devono essere secondo lei le parole d’ordine
nell’ultimo biennio? per una buona didattica a distanza?
A mio parere abbiamo riscoperto le nuove tecnologie ma le Una buona lezione a distanza per prima cosa deve avere
abbiamo riscoperte in un modo diverso, in un modo nuo- senso, non solo e non tanto per i docenti, quanto soprat-
vo. Ho sempre pensato che da sole le nuove tecnologie non tutto per gli studenti, perché se lo studente non trova senso
funzionano, ma inserite in un contesto metodologico tara- in quello che fa, neanche si alza per ascoltarci la mattina.
to e abbinate ad una didattica inclusiva e cooperativa, di- Credo che questo non valga solo per gli studenti, ma per
ventano indubbiamente uno strumento di supporto molto tutti noi. Darci un senso, un obiettivo, è fondamentale. Se
efficace, che permette di potenziare l’apprendimento. uno studente non trova senso in quello che fa, in quello che
Quale atteggiamento ha potuto notare nei docenti gli proponiamo il suo approccio sarà comunque passivo e
formati in questo particolare periodo? Uguale o di- non porterà a nessun apprendimento. Perché ciò avven-
verso rispetto al passato? ga deve esserci la motivazione. Quindi la seconda parola
I docenti in formazione sono sempre più preparati in tema d’ordine è motivare, creare motivazione. Infine un buon
prodotto multimediale deve essere breve. Pochi contenuti
fatti bene, ben strutturati, che mantengono alta l’attenzio-
ne degli studenti, sono l’ideale. Poi certo non sto neanche
a soffermarmi sull’aspetto tecnico, quindi linea Wi-Fi che
funzioni, capacità di utilizzare gli strumenti e le piattafor-
me a disposizione per la didattica a distanza, altrimenti
diventa difficile comunicare prima ancora che insegnare e
apprendere. Infine, proviamo sempre a unire qualche cosa
di tecnologico (quindi artefatti creati con l’utilizzo delle
tecnologie) alla scrittura tradizionale, alla penna, la mati-
ta, la carta… perché è da lì che noi partiamo sempre, non
dimentichiamolo.
Puó sembrare una domanda paradossale, ma crede
che la Dad possa rendere migliore anche la scuola in
presenza?
Non è per nulla una domanda paradossale e neppure ba-
nale, anzi! Io sono certa che la didattica a distanza renda
migliore anche la didattica in presenza, anche solo banal-
mente per il fatto che tanti docenti si sono messi in gioco
e non l’avrebbero mai fatto in condizioni differenti, im-
parando nuovi strumenti e avvicinandosi così anni luce
ai loro studenti: pensiamo soltanto a tutto il filone della

Mediterraneo e dintorni - 30

Gamification e al fare scuola strutturando percorsi che
aiutino gli studenti a studiare divertendosi. Tutti strumen-
ti che possono essere riutilizzati in classe, inviati ai ragazzi
cosicché il compito a casa non sia più una noia mortale,
ma diventi qualcosa di coinvolgente e divertente. Infine le
classi virtuali che diventano luoghi di incontro fra docenti e
studenti anche quando si è fuori dalle mura della scuola,
lo trovo utilissimo!

5 “Il Covid insegna
che senza scuola la
società si paralizza”

Mena Pujia - Direttrice e insegnante Polo educativo New Summerhill - Catanzaro

La fondatrice, direttrice e insegnante del polo educa- con più accuratezza e dettaglio dei video esplicativi, o
tivo di Catanzaro New Summerhill, Mena Pujia, meglio dei montaggi fotografici che hanno illustrato il nostro
nota a tutti come Maestra Mena, racconta l’ultimo bien- lavoro quotidiano per tutto l’anno. Certo con gli adulti
nio della sua struttura, fra sfide e cambiamenti, tentan- è più semplice, abbiamo un’intera vita alle spalle che ci
do di tracciare un bilancio di una fine d’anno cosi par- ha insegnato la presenza. Con i bambini è più complica-
ticolare. “Anche il 2020/2021 è un anno scolastico che to. Come insegnante ho rilevato nei “Figli del Lockdown
volge al termine... già per questo provo un immenso 2020”, soprattutto nei più grandi (parlo di bambini della
senso di gratitudine! Non lo avrei scommesso a settem- fascia d’età 5-6 anni) diverse problematiche legate so-
bre, quando piena di dubbi e timori mi accingevo a pro- prattutto alle capacità di ascolto, all’ancoraggio visivo.
gettare un anno così particolare e difficile. Inizialmente I bimbi sembrano diventati più sfuggenti, difficilmente
in fase progettuale, quando mi sono trovata con le mie “acchiappabili”. L’uso costante di mascherime e visiere
ragazze a riordinare New Summerhill e a fare la selezio- ha ostacolato molto il nostro lavoro in termini di com-
ne dei materiali didattici e ludici da poter utilizzare, nel prensione. Come dirigente non è stato facile gestire
rispetto delle ultime normative anti-Covid, sembrava i vari casi sospetti, sempre poi risolti con falsi allarmi
tutto fin troppo selettivo: non tutti gli strumenti sareb- fortunatamente, ma gestiti con enorme zelo e precau-
bero stati facilmente igienizzabili, per il materiale di cui zione. Non è stato facile talvolta gestire anche l’atteg-
erano composti, o per le dimensioni troppo piccole. Ma giamento presuntuoso di quanti ritenevano che il raf-
non ci siamo date per vinte: non potevamo rinunciare freddore, il mal di gola o la febbre del proprio bambino,
al gioco per i nostri piccoli. E infatti è bastato mettersi certamente non sarebbe stato Covid e non necessitasse
alla ricerca della giusta macchina erogatrice di ozono, pertanto di seguire le procedure. Far capire al popolo di
per sapere che dove non arriviamo noi arriva il suo po- New Summerhill, e non parlo dei bambini, che le regole
tere sanificatore, che dà giornalmente a noi insegnanti vanno rispettate sempre, a tutela di tutti, non è sempre
e ai genitori la serenità di operare e accogliere i bambi- stato facile. Ma grazie al Cielo parlo di minoranze e quin-
ni in un ambiente ancora più salubre del passato, cosa di di situazioni gestibili con un po’ di pazienza in più. Per
che sarebbe auspicabile per qualunque tipo di Scuola o l’estate che verrà lanceremo un bel campus estivo in lin-
Comunità. Poi l’utilizzo dei gel igienizzanti ci ha dato la gua Inglese, una full immersion in giochi e attività all’aria
possibilità di superare quel muro di chiusura che sem- aperta, che possa coinvolgere i bambini dell’età della
brava prospettarsi all’inizio dell’anno: “Come faremo scuola primaria, già passati da New Summerhill e che
ad essere gentili fra noi se non ci possiamo prestare le qui hanno lasciato il cuore, o nuovi arrivati, per cercare
cose, passarcele di mano in mano?”. Già la nostra fisici- di offrire loro ciò che più è mancato, cioè la possibilità di
tà era mutilata dall’impossibilità di poterci baciare, ac- scambiarsi sguardi, parole, emozioni in sicurezza. In una
carezzare, abbracciare. Non potere usare la gentilezza parola condividere relazioni ed esperienze. Ho molta
sarebbe stato davvero troppo! Ma abbiamo trovato fiducia nel futuro, credo nella vaccinazione e anche nel-
nuovi modi “igienici” di aiutarci, di toccarci le mani solo la Scuola, che è diventato finalmente un luogo degno
guardandoci negli occhi per far sentire le nostre energie di riflettori puntati. Forse si è capito davvero che senza
e il nostro affetto ai nostri bambini. Dunque più accu- Scuola la società si paralizza, così come anche il futuro.
rate routine igienico-sanitarie, introdotte con parole
e spiegazioni giuste, “lunghe” come amiamo dire noi
di New Summerhill, sono state e saranno sempre più
una risorsa preziosa che credo ci porteremo dietro per
sempre. Posso dire oggi che, nonostante le distanze ed
i genitori “alla porta”, siamo riusciti a trovare comun-
que il modo di raccontare il nostro lavoro, sia nei mo-
menti disciplinati dell’uscita, grazie al rispetto ed alla
collaborazione delle nostre famiglie, sia producendo

Mediterraneo e dintorni - 31

6 “La scuola ha bisogno di vità, a vivere con impegno e serietà il loro ruolo di “studenti
presenza” a distanza”. Problemi tecnici, difficoltà di connessione sta-
Raffaella Curcio- Docente di Scuola sec. Primo Grado - Perugia bile, webcam spente, senso di solitudine, insomma di pro-
Quando il docente legge nelle difficoltà di una classe il blemi ce ne sono stati diversi. Abbiamo trascorso quasi tut-
malessere di una generazione... to l’anno scolastico a distanza e solo nelle ultime settimane
Da docente di scuola superiore, qual è il suo pensie- siamo potuti tornare alla didattica e al dialogo in presen-
ro al termine di questo anno scolastico? za, riscoprendo la bellezza della scuola e della condivisione
Il mio bilancio si potrebbe sintetizzare in una frase: la scuo- dello spazio-classe.
la ha bisogno di presenza. Noi docenti abbiamo cercato di Come ha reagito secondo lei il mondo della “scuola”
reinventare la didattica, per trasferirla dalle aule fisiche a al virus?
quelle virtuali; abbiamo cercato di entrare nelle case dei Una metafora per parlare di anticorpi e vulnerabilità di un
nostri alunni per non farli sentire soli, per far capire loro sistema articolato, eppure vitale per lo stato di salute del
che l’arricchimento e la costruzione di sé (che avvengono Paese intero. La scuola italiana si è adoperata al meglio
principalmente a scuola) non si possono fermare neppure delle proprie possibilità e ha dimostrato un grande spiri-
di fronte a una pandemia; abbiamo cercato di mantenere to di adattamento, al contrario credo della politica che
vivi il dialogo e il progetto educativo, ma le difficoltà sono non sempre si è dimostrata in grado di offrire soluzioni
state tante. Il virtuale è uno spazio idoneo al dialogo tra immediate e lungimiranti. Mentre il corpo docente si è di-
adulti, alle dinamiche lavorative, ma lascia in gran parte al mostrato pronto ad ascoltare le esigenze degli alunni e si
margine la relazione emotiva, che è, invece, fondamentale è adoperato per cercare risposte adeguate, la politica si è
nel mondo della scuola e si fonda anche sulla comunica- ingarbugliata nella ricerca del consenso senza ascoltare la
zione non verbale, mortificata dalla sola tecnologia. voce degli insegnanti e forse per nulla quella dei ragazzi,
Che cosa è cambiato in meglio nel suo modo di fare dunque, le reali necessità della scuola.
scuola, che cosa è invece cambiato in peggio? Che cosa si aspetta da questa prima estate “a scuola”?
La mia era già una didattica legata alle tecnologie, e conti- Per me non ci dovrebbe essere un Piano Scuola Estate. Le
scuole stanno lavorando ai progetti da proporre, che non
si possono né improvvisare, né pianificare in pochi giorni
e che dipenderanno anche dalle adesioni degli studenti,
i quali, in realtà, nei mesi estivi vorranno programmare il
loro tempo in piena libertà, perché è proprio della libertà
che hanno sentito maggiormente la mancanza nei mesi
scorsi, a causa delle restrizioni legate al Covid-19 e alla con-
seguente necessità di frequentare la scuola a distanza.
La scuola che verrà, fra vecchio, novità e transizioni
in atto... come la immagina?
Temo che la scuola ripartirà nel caos anche a settembre,
perché non sono stati attuati importanti cambiamenti:
la stabilizzazione dei precari storici, che da anni curano
la formazione degli studenti insieme ai colleghi di ruolo
e hanno acquisito sul campo le competenze necessarie
all’insegnamento; la riduzione del numero di studenti per
classe (16/18) e l’adeguamento delle dotazioni tecnologi-
che delle scuole, spesso obsolete e limitate. Albert Einstein
diceva che: “Non possiamo pretendere che le cose cambi-
no, se continuiamo a fare le stesse cose”. Se lo diceva lui...

nuerò certamente a sviluppare, arricchire e migliorare que- 7 “Dalle aule ai parchi
sto aspetto. Basando però molto la relazione insegnan- l’importante è esserci
te-alunni sull’empatia, sulla comunicazione non verbale, per le famiglie”
sulla vicinanza anche fisica agli alunni, che significa in pri- Raffaella Pallaria - Esperta di marketing e educatrice Pennamagenta - Crotone
mis non stare seduta dietro la cattedra, la DaD in questo
senso non mi è stata d’aiuto. Raffaella Pallaria e Francesca Scerbo sono le ideatrici di
Osservando i suoi alunni in questi mesi, che cosa ha Pennamagenta un progetto di servizi educativi all’infan-
osservato? Come sta la sua classe? zia nato nel 2016 a Crotone dall’idea di realizzare un luo-
Io credo che i miei alunni complessivamente abbiano sof- go aperto a tutti dove poter giocare in libertà, insieme, e
ferto per via della DaD, come gran parte dei loro coetanei. partecipare ad attività ricreative sempre diverse.
Insegno in una secondaria di secondo grado, i miei ragazzi Pennamagenta con il Covid ha subito una grande evo-
sono già grandi e una parte di loro ha reagito con maturità luzione. Siamo nati come centro educativo e di socializ-
e forza, ma ci sono stati anche studenti che hanno faticato zazione e il fatto di non poter fare “assembramenti” ci
a concentrarsi nello studio, a prestare attenzione alle atti- ha spaventato tantissimo. Ma dopo la prima fase diffici-

Mediterraneo e dintorni - 32

le abbiamo scelto di prediligere gli spazi aperti come i Che cosa si aspetta e che cosa si augura dal prossi-
parchi cittadini e siamo rimasti a supporto delle famiglie mo settembre?
con il servizio a domicilio per portare le nostre attività Spero che anche la scuola riesca ad evolversi per tornare
a casa dei bambini. Cerchiamo di mantenere il contatto ad essere il luogo educativo per eccellenza, non misurato
con loro perché la creatività e l’apprendimento attraver- solo su ore di lezione in presenza o in dad, ma che dia spa-
so il gioco è fondamentale per loro. zio a metodi di apprendimento più inclusivi e, soprattutto,
Se dovessi trovare le parole per un bilancio di fine dove si diventi più empatici, a prescindere dalla possibilità
anno, il secondo segnato dalla pandemia, quali sce- di potersi toccare.
glieresti? Su che cosa puntare per ripartire al meglio da set-
Incertezza, che ormai ci accompagna dall’inizio di questa tembre?
esperienza, data dal fatto che purtroppo non possiamo La pandemia ha fatto emergere le grandi diversità che
programmare nulla ma viviamo giorno per giorno adem- caratterizzano la nostra società. Il gap tecnologico tra le
piendo ai nostri doveri per il bene dei bambini e delle loro città e le periferie e di conoscenza del digitale tra adulti e
famiglie, indubbiamente molto provate. Un’altra parola è bambini/ragazzi hanno messo a dura prova la scuola.
speranza. Penso a quando sono entrata per la prima volta È prioritario avvicinare le persone, la scuola e la famiglia
nel centro vaccinale e mi sono detta: “Forse questa brutta prima di tutto, ma anche tutti gli attori che contribuiscono
storia finisce davvero!” alla formazione dei più piccoli, per rendere tutti più coesi e
consapevoli di un mondo che cambia velocemente, e per
poter cogliere nel digitale l’opportunità che può offrire, in
aggiunta alle relazioni in presenza, certamente non al loro
posto. Perché se vogliamo davvero pensare al futuro non
possiamo non partire dai bambini.

Che cosa ha significato per la sua attività, sia in ter- 8 “La scuola ha sempre
mini di arricchimento, sia in termini di criticità...? risposto: presente!”
È un momento di cambiamento epocale, che avrà delle ri-
percussioni su adulti e bambini in maniera concreta, ma Ketty Inzillo - Docente discipline giuridiche ed economiche Vibo Valentia
quello che è certo è che i piccoli hanno confermato la loro
estrema capacità di adattamento, a differenza degli adulti. Leggiamo, ascoltiamo, ci confrontiamo, ci documentia-
Si sono abituati alla mascherina e al distanziamento, senza mo e ci arrabbiamo da quasi un anno ormai su questa
mai perdere l’entusiasmo e la gioia di stare insieme, nono- Didattica A Distanza, un’invenzione, uscita come dalla
stante i limiti e le regole imposte. Sicuramente per gli addetti lampada di Aladino, dei nostri politici che all’insorgere
è un periodo vissuto con molta preoccupazione, ma abbia- di questa terribile Pandemia da Covid 19 hanno costrui-
mo dovuto sperimentare l’adattamento anche noi. to ex novo una scuola digitale.
Che cosa è maggiormente pesato in questi mesi...? Da docente di una scuola superiore del nostro amato
Non vedere quei sani assembramenti tra bambini, e dover Sud (quel Mezzogiorno che anche il nuovo premier Dra-
programmare tutto in funzione di questo. Se è vero che “Il ghi ritiene acciaccato e sempre un passo indietro) sento
gioco è il lavoro del bambino”, immaginiamo per un at- il dovere di esprimere e condividere i miei sentimenti,
timo di giocare distanti. C’è in generale molto disagio. Si dopo mesi davanti ad un Pc per svolgere il miolavoro
ha la necessità della scuola ma nello stesso tempo molta con la DAD, oggi DID (Didattica Digitale Integrata).
paura. Le famiglie si limitano a cose indispensabili. Ma allo Cominciamo con una doverosa precisazione: la scuola
stesso tempo si è riscoperta la famiglia e la natura. E in que- non è mai stata chiusa in questo lungo anno pandemi-
sto noi ci siamo ritagliate uno spazio salutare. co, neanche nei primi giorni di marzo 2020, quando l’I-
Il tempo trascorso ha messo a dura prova le relazio- talia (la prima delle nazioni europee colpite duramente
ni: è riuscita a trovare qualche antidoto...? dal Covid) è stata blindata, bloccata e tutto si è fermato
Per noi internet è sempre stato uno strumento di relazione per l’aggressività del virus entrato in ogni dove. Siamo
con le famiglie e in questa fase si è sicuramente rafforzato. solo stati forzatamente e doverosamente “mandati a
Sul nostro blog affrontiamo diversi temi e riusciamo ad es- casa - docenti e alunni - per lavorare a distanza, in un
sere presenti nonostante non possiamo vederci con la stes- lockdown totale e generalizzato, ma nessun cancello
sa costanza di prima. delle nostre scuole è stato mai chiuso, essendo stata
prevista una turnazione per il resto del personale am-
ministrativo e non, per garantire un servizio indispen-
sabile per la collettività, in sicurezza e nel rispetto delle
regole imposte e decise dal Governo centrale. Io, come
tutto il personale docente, ho solo dovuto – nel giro
di poche ore e in assoluta solitudine (e non nascondo
l’imbarazzo a volte per i necessari consulti telefonici
con i colleghi più giovani e tecnologici di me per uscire
dal tunnel del “non riesco… non lo so fare… !”). Quasi
dall’oggi al domani ho dovuto reinventare il mio modo
di fare scuola-lezione, cambiare la mia atavica ottica di

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docente in cattedra. Che ci crediate o no, ci sono riuscita connessi, come mai avremmo voluto e immaginato.
in davvero poco tempo, con fatica, responsabilità, con Pomeriggi e sabati passati a “formarci”, a preparare
il giusto batticuore - come quello dimenticato che av- schede e moduli google da inviare sulla piattaforma
vertivo prima di un esame universitario impegnativo e alla classe, a creare compiti con griglie di valutazione
temuto -, ma con le conseguenti, enormi gratificazioni a distanza, a correggere compiti, a discuterne il gior-
e i successi giornalieri che trapelavano dalla voce e dai no dopo con gli eterni insoddisfatti, a riprogrammare
visi dei miei studenti dietro uno schermo!!! Loro sì che, tempi e contenuti in piena pandemia dell’attività da
seppur a volte assonnati, ritardatari, talvolta svogliati, svolgere, a perdere il lavoro di ore fatto… per un tasto
ma altrettanto spaventati da ciò che ci stava accadendo, “salva” non premuto! A chi ne aveva bisogno sono stati
hanno capito da subito che ce la stavo mettendo tutta consegnati tablet, schede internet, libri anche a domi-
per andare avanti. Hanno capito che comunque li stavo cilio, mentre il personale docente ha migliorato le com-
portando “fuori” dalle loro case (non sempre accoglienti petenze con corsi a distanza di formazione per la dad e
e sicure come le nostre, purtroppo) e tra una spiegazio- per l’emergenza sanitaria in corso. Perché la scuola non
ne e una chiacchiera e una paternale da professores- si è fermata davanti a nessuna difficoltà. Perchè nessuno
sa, avevo fatto passare loro una mattinata certamente si salva da solo e le regole vanno accettate, rispettate.
istruttiva, ma avevo anche distratto le loro menti dalla Bisogna reinventarsi ogni giorno e allontanare la paura
inconscia paura del “virus”, dalla voglia di uscire e diver- che a volte ci piega, ma non ci spezza. Nulla è stato la-
tirsi negata dal lockdown, dai problemi familiari vissuti sciato al caso e nulla è stato perso, solo qualche ringra-
in casa e dilatati da una convivenza forzata per 24 ore al ziamento doveroso…, quello sì, ci è mancato e continua
giorno mese dopo mese… a mancare e io non smetterò mai di dirlo.
Dall’oggi al domani ci è piombato un macigno addosso Tutti lo sappiamo che la scuola è presenza, è socialità,
che ha sconvolto le nostre vite in ogni dove, ci eravamo ma siamo stati chiamati come corpo docente ad adat-
illusi di tornare alla normalità in qualche mese, ma dopo tarci ai tempi, ad una pandemia troppo pesante e ag-
un anno siamo ancora qui inchiodati dietro uno scher- gressiva, che chiede distanza-sicurezza-sanificazione
mo a portare avanti l’istruzione e la formazione dei no- continua-isolamento! Giorno dopo giorno abbiamo
stri alunni, a sollecitare la loro partecipazione altalenan- coinvolto le classi e oggi posso affermare con soddisfa-
te, a implorare una interrogazione, a confortarli quando zione che questa nuova forma di comunicazione verba-
crollano, a fare campagna pro-vax e applaudire per i le, o paraverbale ha funzionato e raccolgo i suoi frutti,
successi enormi della medicina e dei nostri ricercatori, a pur se dai più è stata tanto ingiustamente bistrattata.
parlare del loro futuro, delle palestre ancora chiuse che Ai disfattisti e perenni critici desidero dedicare qualche
mettono a dura prova il loro aspetto fisico e ginnico, dei ultima considerazione: la distanza che si crea tra alun-
loro amori che vanno e vengono stante le ristrettezze no e docente non è colmabile con un microfono e una
imposte, dei problemi economici e politici dell’Italia telecamera, avvertiamo comunque entrambi una di-
e di qualunque cosa ci passi per la testa la mattina pur stanza non solo spaziale, ma soprattutto comunicativa,
di tenerli attaccati al computer e motivare le loro, le no- emotiva, cognitiva. La lezione è presenza, ma la DAD è
stre lezioni distanti. E siamo ancora qui, più preparati certamente stata, com’è ancora oggi in parte mentre
e determinati di un anno fa, a sgridarli quando non ac- scrivo, una “rivoluzione utile e preziosa” in questi lunghi
cendono la webcam, ad interrogarli perché gli scrutini mesi di emergenza, di sconvolgimento di vite, emozio-
sono dietro l’angolo, a rispondere in privato ai loro mille ni, paure e smarrimento. La situazione lo ha richiesto e
messaggi su WhatsApp “fuori onda e orario” per i mille noi c’eravamo! Basta polemiche NO DAD, scuole aperte,
dubbi che non sanno a chi rivolgere nella quotidianità, scuole chiuse, stop and go. Noi, nel nostro piccolo, inse-
a giustificare (e si…, siamo in pandemia tutti, anche loro gniamo con il virtuale ogni giorno ai nostri studenti “il
con le loro fragilità) i loro comportamenti a volte proprio lato buono della solitudine”.
non adeguati…, le loro manchevolezze. Sempre attivi e

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REGIONE CALABRIA

9 “Rivoglio il mio tempo!” eseguito nelle ultime 48 ore. Mi sento un po’ alla
frontiera, neanche tanto zona Schengen, ma scaccio
Roberto Sestito - Studente Facoltà di Medicina - Firenze la sensazione.
La mascheratissima Ambra mi accoglie alla recep-
Mi sorprendo a pensare che l’anno scorso di questi tion, penso subito che debba avere un sorriso stu-
tempi non era ancora successo niente. Andavo verso pendo, se è uguale ai suoi occhi. Intorno a me ci sono
la mia maturità mutilata, con la sensazione di dover anche altri occhi: alcuni di loro parlano solo inglese,
affrontare con onestà l’incompiutezza del mio per- altri si preparano ad uscire. Sono occhi garbati, e
corso. Il giorno dell’esame avrei rivisto la mia aula, sorridono. Gli occhi che escono dall’ascensore salu-
dopo tanto tempo, per non viverla mai più. Era stato tano tutti, sono gentilissimi, e anche i miei occhi co-
il primo furto del covid, la sottrazione del mio dove, minciano a sorridere. Tutto ha odore di nuovo, an-
dei miei contorni: avevo convissuto con le contrad- che il mio appartamento al dodicesimo piano. Nei
dizioni pixellate dei miei docenti confusi, e con la giorni successivi gli occhi diventano sorrisi veri, nel
percezione che basta poco a diventare una caricatu- campus siamo tutti tamponati. La mia vicina di ap-
ra se ci si sforza ad adattare quello spazio, quei con- partamento fa scuola di cucina, e capisco dal buon
tenuti e quel codice alla rarefazione di una ram. odore che sta sperimentando qualcosa di nuovo. Ho
Doveva ancora tutto succedere: la fila distanziata con me la mia chitarra, la sera mi piace cantare con
per la registrazione e il riconoscimento all’ingresso gli altri; il mio compagno di appartamento è un ra-
dell’università, le sei ore seduto al banco in silenzio, gazzo solare, simpatico, di compagnia, e tutto que-
con la mascherina, in attesa del test di medicina, sto scalda il cuore.
l’abbraccio dell’aria fresca di settembre all’uscita Bisogna prenotare il posto a lezione, ma è facile, ci
dall’aula; l’unico abbraccio, fatto d’aria. La mattina pensa il sistema. Nessuno sarà seduto al fianco di
della pubblicazione dei risultati accendo il compu- nessuno, tutti avremo un numero, serve per il trac-
ter, accedo al sito e chiudo gli occhi; quando li riapro
la luce è verde, ce l’ho fatta. L’emozione è fortissima,
il mondo mi viene incontro con tutto il suo carico di
responsabilità, e mi presenta la prima prova da af-
frontare: iscrivermi e cercare alloggio. Ho le idee
chiare, il campus internazionale è dove voglio anda-
re, e ne sono convinto.
Dovrò visitarlo online. Non si ammettono visitatori
esterni, regola anticontagio. Il posto in cui desidero
abitare mi arriva tramite un tour online, seguito da
una cortesissima visita in videochiamata. Penso che
mi piacerebbe sentire l’odore di quell’armadio giallo
nuovissimo, e vorrei toccare quella vetrata della
stanza al dodicesimo piano da dove credo, ma non
so, forse, penso di intravedere tutta la città. Video-
parlo con un Paolo, poi con una Serena, poi con un
signore più anziano che tratta di amministrazione.
Parto dopo una settimana di preparativi. In treno la
disposizione prevede che nessuno sieda accanto ad
un altro passeggero; sul tavolino kit con mascheri-
na, gel disinfettante, gli auguri di buon viaggio in
sicurezza. Non si conversa più, non si può.
Al mio arrivo c’è una fila di taxi disponibili, all’in-
terno una barriera di plexiglass mi difende dall’auti-
sta. Il campus mi accoglie in tutta la sua maestosità,
il logo internazionale campeggia lungo la facciata e
io respiro aria di novità dietro la mascherina stanca.
La security si avvicina a controllare che io non sia un
esterno e che io abbia con me l’esito di un tampone

ciamento in caso di contagio. Tutti indosseremo la dai cavi del sistema. Questa sensazione mi disorien-
mascherina FFP2, forse la chirurgica è poco, anche ta, è come se il mio percorso universitario non si muo-
se la sala sarà occupata per metà della sua capienza. va più in linea retta: l’imponderabile è una variabile
Il professore di anatomia non è giovanissimo, è pas- come tutte le altre, e finisce per condizionare la volon-
sionale e non ha peli sulla lingua. Dice che in tempi tà e il pensiero di ciascuno.
normali ci avrebbe lanciato un osso e ci avrebbe L’aula è enorme, illuminata, voglio uscire un attimo
chiesto di descriverlo, così, di sorpresa; aggiunge da me, questo lo posso fare. La mascherina dietro di
pensieroso che le cose vanno toccate, manipolate, me è bellissima, i suoi occhi sono azzurri e dolci. Mi
ma che per ora non si può. Per ora c’è l’atlante,e poi accorgo che anche qui ci sono tanti occhi che cercano
c’è l’applicazione che attraversa, seziona, proietta il mani, che aspettano parole; mi accorgo anche che
corpo umano, così precisa che spacca i pixel. Ma, adoro le loro parole, e so che adorerò i loro sorrisi. Sia-
conclude, ci vediamo l’anno prossimo, a guardare mo tutti qui, ci stavamo aspettando per diventare
un tavolo autoptico, quello vero. Anche qui percepi- quello che potremo essere, un giorno: non più soli,
sco uno sforzo immane di adattare mezzi, linguaggi mai più soli. Piano piano il mio sentire è anche il loro
e contenuti incompatibili fra loro, come mi era suc- sentire, le mie paure sono anche le loro: come per ma-
cesso a scuola. Per fortuna, penso, la chimica e la fisi- gia, giorno per giorno, cominciamo ad afferrare tutto
ca sono lì, impaginate e raggiungibili. Mi assale la il tempo che troviamo, tutto lo spazio aperto, l’aria, il
tentazione di pensare che tutta la realtà che mi circon- respiro. E poi vengono anche i sorrisi. La mascherina
da oscilli tra il non più e il non ancora, chiusa in un dagli occhi azzurri dolci ha un sorriso bellissimo.
tempo sospeso; è tutto un rimandare a volontà irrisol- I giornali hanno grandi titoli, l’ansia paralizza, zona
te, e mi chiedo cosa succederà quando tutto sarà lì, rossa tra due giorni. Rientro in me e sento che le lezio-
pronto per essere afferrato, fuori dalle piattaforme e ni si terranno a distanza fino a data da stabilire. La si-

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tuazione potrebbe peggiorare ulteriormente, l’idea di stati attraversati dal niente.
rimanere isolato non mi piace. Torno a casa. Stesso Chiamo gli amici e i colleghi, ci sono. Il mio whatsapp
treno, stesse mascherine, stesso gel con gli auguri di si anima e sorride, come gli occhi azzurri che non ho
buon viaggio in sicurezza. Sono tornato al monitor, mai lasciato. Nella mia camera ritrovo le mie cose, il
nel mio posto di prima, chiuso nella bolla dove tutto cranio da studiare, il mio letto spaziosissimo. Sono
rimbomba. Sono ricominciate le lezioni di parole sen- di nuovo nel mio luogo, sono nel mio tempo; voglio
za un dove, senza un prima e senza un dopo, teoria ponti, parole vere, compagnia. Dicono che tutto stia
sospesa in orbita, senza gravità. per riaprire, la bella stagione è arrivata e il sole ri-
Gli esami in bolla sono diversi. Sei un quadratino scalda. Dietro la vetrata della mia stanza al dodicesi-
ansioso in piattaforma, senza istinto: percepisci mo piano, bellissima sotto il sole che cala, mi abbrac-
quel che puoi, nella speranza di avere la qualità per- cia Firenze.
formante di uno che buca lo schermo. E pensi a
quanto sarebbe stato bello essere in ansia tutti insie- «Se si giudica un pesce dalla
me, fuori dall’aula, con i libri in mano, in attesa di sua capacità di arrampicarsi sugli
essere chiamati da quello buono, quanto sarebbe
stata bella una pacca sulla spalla del collega amico. alberi, passerà la sua vita a
I dati migliorano, riprendono le lezioni in prudente credere di essere stupido»
presenza, torno al campus. (Albert Einstein)
Stavolta mi salutano, prima di chiedermi se ho fatto
il tampone nelle 48 ore precedenti. Alcuni occhi si
sono un po’ spenti, tra i libri che chiamano e le serate
passate in camera.
Qui si sono inventati lo yoga online, anche public spea-
king e hip hop, online si può fare tutto: l’assenza può
essere un vantaggio, il niente viaggia velocissimo e
arriva dove vuole, portando con sè sovrapposizioni
di ogni genere. Quando tutto questo finirà, saremo

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