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RACCONTAMI QUEL CHE SENTI STEREOTIPI - EMOZIONI, COMUNICAZIONE

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Published by pbeneforti, 2018-10-10 06:15:33

SPRYNG

RACCONTAMI QUEL CHE SENTI STEREOTIPI - EMOZIONI, COMUNICAZIONE

SPRYNG
Spreading Young Non-discrimination

Generation

Percorsi didattici contro la
discriminazione

RACCONTAMI QUEL CHE SENTI: STEREOTIPI,
EMOZIONI, COMUNICAZIONE

IL TIPO DI DISCRIMINAZIONE

Lo stereotipo consiste nell’associare in modo acritico e
pregiudiziale immagini, rappresentazioni e forme verbali a
determinati fenomeni, soggetti, gruppi, privandoli così della loro
complessità, negando le loro tante sfumature di significato,
riducendoli a categorie astratte prive di vita e di vissuto.
L’oggetto del processo di stereotipizzazione - un processo intriso
di potere - diventa allo stesso tempo astratto (decontestualizzato)
e compresso (all’interno di forme fisse ed immutabili). Non a
caso, il termine proviene dalle tecniche tipografiche di
riproduzione. L’unità didattica che proponiamo intende
affrontare il tema della formazione e della diffusione degli
stereotipi nel contesto scolastico, concentrando l’attenzione sulla
dimensione emotiva. La tecnica impiegata è la descrizione di un
caso di stereotipizzazione, attraverso la testimonianza diretta di
una studentessa albanese frequentante un istituto superiore
dell’area. La discriminazione trattata nell’unità didattica ha
riguardato principalmente l’identità di genere della ragazza e la
sua origine straniera.

LA TECNICA, LA SUA APPLICAZIONE, SE C’È, ANCHE UN SOLO

RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO

La scelta della tecnica impiegata – la testimonianza diretta,
seguita da un dibattito tra pari - si basa su un duplice presupposto.
In primo luogo, si tratta di una interazione faccia-a-faccia, situata
in un contesto relazionale e in uno spazio fisico delimitati. Essa
permette ricostruire in modo vivo, non mediato, le diverse
emozioni provate dalla testimone (rabbia, frustrazione, distacco,
isolamento). In secondo luogo, i destinatari della testimonianza
sono ragazzi della stessa età della testimone. La comunicazione
tra pari (peer-to-peer) facilita così la riduzione della distanza e
dell’asimmetria solitamente presenti nei contesti comunicativi,
nei quali al testimone è attribuito un ruolo sociale sovra-ordinato

(docente, esperto, ecc.). Entrambi i fattori contribuiscono a
facilitare la promozione di attitudini empatiche, e quindi la
comprensione degli effetti che l'uso di pratiche e di linguaggi
stereotipati hanno su coloro che ne sono colpiti.

FINALITÀ E OBIETTIVI

l’obiettivo generale consiste nell’ imparare a riconoscere e a
destrutturare gli stereotipi sociali attraverso l’ascolto empatico e
la riflessione. l’obiettivo specifico consiste nel far emergere il
disagio personale dovuto al fatto di essere stati vittime di
stereotipi o – all’opposto - all’esserne stati veicoli. l'ascolto e la
discussione consentono di ridurre i rischi della chiusura emotiva e
identitaria, condizioni psicologiche difensive che costituiscono
l’ideale terreno di coltura per la formazione di stereotipi.

IL SETTING DELLA SPERIMENTAZIONE

Il setting dev’essere il più semplice possibile, onde evitare di
distogliere l’attenzione dalla testimonianza. Lo strumento centrale
dell’unità didattica è infatti la parola, nonché l’universo emotivo
che esprime e accompagna. particolare attenzione dev’essere
dedicata nella fase di discussione alla regolazione degli interventi,
specie laddove si manifestino reazioni aggressive. queste ultime
devono essere infatti accolte e ‘lavorate’ all’interno del setting
senza atteggiamenti repressivi e giudicanti, e in ogni caso tenendo
conto degli obiettivi e delle finalità dell’unità didattica. per questo
motivo si suggerisce di realizzare l’unità didattica in classi nelle
quali siano presenti almeno due docenti disponibili a governare
dinamiche di gruppo potenzialmente conflittuali.

UN ESEMPIO DI SPERIMENTAZIONE:

Un esempio di attività realizzata nel corso della sperimentazione è
dato dalla testimonianza diretta da parte di una studentessa
albanese frequentante un istituto superiore dell’area. Nel caso in
esame, lo stereotipo presenta una preminente dimensione di
genere, dato che i pregiudizi alla base di tale stereotipo si
focalizzano sul comportamento delle ragazze che frequentano
quel determinato istituto.
La testimonianza viene presentata nelle classi disponibili a
sperimentare la presente unità didattica ed è seguita da dibattiti e
discussioni sui temi descritti dalla testimone.
Alla testimonianza diretta sono seguite verifiche proposte dagli
insegnanti ai ragazzi in tre discipline: diritto, arte e italiano.

a. Diritto: prova scritta con domande a risposta aperta, con
particolare riferimento all'art. 3 della Costituzione
italiana. I ragazzi hanno individuato situazioni nelle quali
lo Stato dovrebbe intervenire maggiormente per prevenire
le discriminazioni e pregiudizi.

b. Arte: i ragazzi hanno individuato e commentato
un'immagine che li ha colpiti, con particolare attenzione
all’emozione generata dall’immagine.

c. Italiano: prova scritta con domande a risposta aperta.

RISULTATI ATTESI
I principali risultati attesi dell’unità di didattica sono due. Il primo
riguarda il raggiungimento di una maggiore apertura emotiva
degli studenti all’interno del gruppo-classe, dunque la possibilità
di confrontarsi con gli altri con minore timore e ritrosia rispetto al
passato. Il secondo risultato riguarda l’accrescimento di interesse
e curiosità nei confronti delle differenze (di identità, religione,
sesso, culturali, economiche) e il riconoscimento delle stesse
come un valore e non come elemento di esclusione e quindi di
discriminazione.

BREVE BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

Amnesty International (2009), Il volto del razzismo. percorsi
didattici di educazione ai diritti umani, Torino, Edizioni Gruppo
Abele.

Amnesty International (2015), La dichiarazione dei diritti dei
maschi, Milano, Lo stampatello.

Amnesty International (2015), La dichiarazione dei diritti delle
femmine, Milano, Lo stampatello.

Amnesty International (2017), Il club degli strani, Torino, Notes
Edizioni

Cheli e. (2017), Relazioni in armonia. Sviluppare l'intelligenza
emotiva e le abilità comunicative per stare meglio con gli altri e
con sé stessi. Teorie, tecniche, esercizi, testimonianze, Milano,
FrancoAngeli.

Margherita da Cortà Fumei (2009), Formare alle differenze nella
complessità. Generi e alterità nei contesti multiculturali,
FrancoAngeli.


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